…E’ ora?
Finalmente questo insulso campionato è terminato, dopo l’ennesima figuraccia consumata in quel di Reggio Emilia al cospetto di una squadra con motivazioni molto diverse dalle nostre per carità, ma non per questo si può essere felici del non-gioco prodotto, anche sabato sera. Tutti i pseudo tifosi saranno pur soddisfatti per un piazzamento di ripiego, ma chi ama questi colori sarà d’accordo con me: personalmente non mi soddisfa di certo. Un quarto posto in graduatoria con un distacco dalla prima di ben ventiquattro punti e dalla zona Champions di ben tredici, come ci si può rallegrare? Certo l’obiettivo era tornare in Europa, sì ma quella nobile, quella di prestigio invece dobbiamo accontentarci dell’Europa di scorta (per fortuna che abbiamo evitato i preliminari). Ripeto sino allo sfinimento che il quarto posto sarebbe potuto essere accettato con altra filosofia, se sin dall’inizio si arrancava nella ricerca di un gioco che per forza di cose alla fine doveva pur arrivare, invece in questo modo no, nella maniera più assoluta! Quei lampi di agosto potevano far presagire davvero alla considerazione che realmente potevamo competere per il titolo invece, complice, una serie di fattori che ho già sviscerato in molteplici dei miei racconti, abbiamo toppato verosimilmente acquisendo nel frattempo una mentalità davvero labile che ha minato la serenità del gruppo, ancor prima di quella di tutta la rosa. L’interrogativo che ci poniamo ora che tutto è fermo che ne sarà della rosa, ci sarà un’ennesima rivoluzione? Andrà a farsi benedire il progetto, se tale è da considerarsi la costruzione di una squadra composta da un manipolo di giocatori presi per cercare di creare un qualcosa di positivo, ma che alla fine non ha creato nulla di più di tantissima confusione. Ruoli in campo approssimativi, senza una logica sia nella tattica che nel gioco, giocatori acquistati, secondo il mio modesto parere, solo per far riempire pagine di giornali, con la presunzione di accostare l’Inter al titolo insignificante di squadra regina del calcio mercato. Ma de che, come direbbero nella capitale! Il dubbio amletico è: che ne sarà dei presunti campioni, acquistati con questa qualità che tuttavia saranno ceduti, sempre si trovi l’acquirente? Anche se lo stesso presidente e l’allenatore predicano calma e ottimismo, dichiarando a più riprese che non ci sarà alcuna rivoluzione in squadra, anche se io non credo a questa ipotesi. In primis perché molti giocatori hanno giustamente ambizioni per competere in altri campionati prestigiosi e lottare per un qualcosa di più significativo. Bisogna sempre tenere presente anche il discorso di fair-play finanziario che, come una pesantissima spada di Damocle pesa sul capo della società. Credo comunque che se ci saranno offerte importanti i nostri top-player cambieranno casacca in men che si dica. Non siamo in condizione di rinunciare a denaro fresco per trattenere questo o quel calciatore che allo stato attuale è indispensabile per la nostra squadra, ma la cassa societaria la fa da padrone in questi casi. L’organico deve essere puntellato con giocatori motivati, con gente di personalità, eliminando dalla rosa gli elementi di disturbo. Io non sono in grado di fare nomi, è palese e dinanzi gli occhi di tutti chi è l’elemento di disturbo e ancor prima lo sa il tecnico, quindi il repulisti è necessario. Tutto deve essere fatto con cognizione di causa, anche perché il prossimo anno necessariamente bisognerà lottare con tenacia e coerenza per cercare di eliminare il gap, che tuttora esiste, nei confronti di quelle squadre che ci hanno preceduto in classifica. Questo è il momento giusto per fare qualcosa di concreto, per tutti quelli che in società, ognuno con i propri compiti e attribuzioni, vogliono bene a questi colori. Si parla già di acquisti fatti e concretati, speriamo siano utili alla causa nerazzurra e diano quel quibus in più alla rosa. In conclusione come ogni cosa fatta bene bisogna trarre le conclusioni di quest’ultimo campionato, già detto del divario in termini di punti tra le primissime posizioni, consideriamo l’unica nota positiva che nonostante tutto abbiamo consolidato: la terza difesa meno battuta, mentre il reparto d’attacco è stato il settimo in graduatoria, con il goleador principe in Icardi con ben sedici centri al quarto posto tra i marcatori. Diverso avviso per quanto concerne la classifica di demerito: quella delle espulsioni, pensate un pò nelle prime dieci posizioni, ci sono ben quattro nerazzurri con Murillo in cima a questa mesta graduatoria. In contrapposizione però l’Inter si attesta in quindicesima posizione per quello che concerne le ammonizioni di squadra con ottantasette cartellini gialli in totale. Queste sono le cifre finali di un campionato vissuto in chiaro-oscuro dalla nostra amata Inter, crediamo fermamente che ci sarà la possibilità di fare meglio, sperando che tutti diano il massimo per raggiungere una stabilità di squadra necessaria a evitare gli scoramenti vissuti in determinati frangenti in quest’ultimo travagliato campionato. Ora godiamoci l’estate che si approssima, cercando di eliminare quelle tossine deleterie sin qui accumulate, con l’augurio di ritrovarci il prossimo anno più carichi d’amore verso questa squadra e orgogliosi di questi colori. Facendomi portavoce del direttivo dell’Interclub Giacinto Facchetti di Fano, porgo a voi tutti l’augurio di una buona estate, a presto…Amala!!!
Antonio Dibenedetto
… Epilogo!
Alla fine tutto si è concluso; anche l’ultima gara casalinga ha dimostrato il cervellotico campionato della nostra cara amata Inter, che ha conquistato con questa vittoria, un quarto posto in classifica, senza infamia e senza lode a parer mio. Non dobbiamo però gioire per una vittoria ottenuta con tanta sofferenza, dinanzi avevamo un Empoli già salvo da qualche settimana, ma non per questo ha voluto essere la vittima sacrificale, anzi ha dimostrato di saper giocare a calcio, non lesinando impegno e concentrazione, facendo, di fatto, una bellissima figura nella scala del calcio, complice la nostra inconsistenza divenuta oramai una consuetudine, specie nel secondo tempo. Visto come si è giocato appunto nella seconda frazione, pare che la squadra accusi una certa fobia nel riuscire a giocare come sa in gran parte di una gara, di essere di conseguenza alla mercé degli avversari senza una plausibile spiegazione. I nostri giocatori sembrano avulsi da ciò che succede in campo, quasi estranei e la cosa che ti fa terribilmente specie, e che magari nella frazione precedente giocavano che voglia e con cognizione: davvero inconcepibile!!! Certo che se anche Mancini non è riuscito a far capire al gruppo che bisogna giocare a calcio per oltre novanta minuti, con voglia e raziocinio, con naturalezza cercando la giocata ovvia senza la ricerca del numero da fenomeno, allora mi sa che ad Appiano Gentile ci vuole un buon esorcista anziché un ottimo allenatore. Scherzi a parte è davvero difficile capire quali siano le motivazioni più idonee da accettare tutto questo, ma al momento io non ne trovo e voi? Mi sembrano oltre modo incoerenti le dichiarazioni del nostro tecnico in conferenza stampa, asserendo che tutti, in primis noi tifosi, dobbiamo dimenticarci dell’Inter del duemila e dieci e che il risultato ottenuto della squadra è il migliore degli ultimi cinque anni. E’ vero la statistica in questo caso è di supporto, ma è altresì inconcepibile, in contrapposizione a quello che ha fatto spendere in società, la sua dichiarazione che il quarto posto è il migliore risultato ottenibile? Mi sa che aveva voglia di scherzare, oppure era palese che trovasse delle motivazioni alquanto plausibili a giustificare forse il proprio fallimento, comunque, secondo il mio modesto parere con la rosa a disposizione si poteva e si doveva fare molto meglio. Ora che il nostro campionato è pressoché terminato o quasi, manca a onor del vero l’ultima gara, senza alcuno stimolo in quel di Reggio Emilia contro il Sassuolo, bisogna iniziare a considerare opportuni gli interventi da fare in seno alla squadra. Le molteplici interviste diffuse dalle tv e apparse sui principali quotidiani sportivi e non, rilasciate da più di un nostro calciatore, non fanno altro che dimostrare la volontà di questi ultimi, nel cercare nuovi stimoli in altre squadre. Credo comunque che questa situazione sia stata creata ad hoc dai procuratori dei giocatori, che fiutano l’affare per i propri assistiti, curando di conseguenza i propri interessi a discapito dell’organizzazione societaria in termini di programmazione. Se queste sono le premesse, allora aspettiamoci un’estate davvero rovente, non solo a livello climatico, ma da un mercato che farà rimbalzare qua e là il presunto affarone che si preannuncia eccezionale, ma che alla fine si dimostra modesto e noi ne sappiamo qualcosa (l’affare Kondogbia ne è la dimostrazione). La cosa che ci rimane e sperare che in società cerchino di allestire una squadra degna dei nostri colori, senza ricercare il fenomeno di turno, ma prendendo dei buoni giocatori che nell’insieme creino un gruppo coeso che ci facciano togliere quelle soddisfazioni che da qualche tempo bramiamo, credo che per la nostra passione incondizionata per questi colori che dimostriamo ogni volta in fondo le meritiamo…AMALA!
Antonio Dibenedetto
…Mediocri!!!!
Mancano ancora due gare e poi finalmente avrà fine questo insulso campionato, nel quale si sono alternate prestazioni soddisfacenti (poche) con altre davvero raccapriccianti (tante), indegne, insulse davvero mediocri, come quella di ieri sera. Non è possibile che questi giocatori non abbiano un po’ di amor proprio, tale da vergognarsi un pochino per come stanno giocando? Forse sarà il caso, in sede di chiusura dell’anno calcistico, di fare davvero un’attenta disamina di quali giocatori mantenere in organico e su cui puntare per il prossimo anno, e altri da mettere repentinamente sul mercato. Con la
speranza che possano esserci degli estimatori per questi ultimi, che seppur tal volta hanno chiaramente dimostrato di possedere i numeri per essere dei buoni giocatori, ma caratterialmente non idonei all’essere protagonista. Si potrà dire che oramai gli stimoli della Champions erano svaniti, che comunque l’annata che si sta concludendo probabilmente darà un piazzamento in classifica migliore a quello dello scorso anno. Non vorrei credere che queste considerazioni possano essere da palliativo, una scusante per le magre figure che si sono fatte nei vari campi sparsi per l’Italia pallonara. Noi tifosi meritiamo ben altro, una grande squadra lotta sino alla fine, sgomita, gioca a calcio, corre, da tutto in campo, rimane concentrata, e non molla tutto miseramente come stanno facendo i giocatori nerazzurri. Non hanno attenuanti i giocatori, la società e tanto meno il tecnico, che ogni volta cerca di trovare la scusante giusta per giustificare, l’insulso modo vergognoso di giocare a calcio di un manipolo di mercenari che non giustificano nel modo più assoluto il lauto stipendio che guadagna. Per come si presenta dinanzi alle telecamere, a volte mi sembra di rivedere Mazzarri: questo è tutto dire! Forse perché noi tifosi abbiamo una sete di rivalsa, verso altre squadre che al momento stanno dominando, da non accontentarci di un piazzamento, seppur onorevole, ma che secondo me non è per niente consono al nostro status. Spero solo si mantenga almeno il quarto posto, altrimenti davvero sarà terribilmente dura essere razionali nel considerare positiva quest’ultima stagione. Ultima considerazione. Mi viene da ridere pensando che lo scorso anno, non avendo alcun impegno infra settimanale, abbiamo avuto questo rendimento direi altalenante usando un termine non certo appropriato, mi verrebbe da usare altro sostantivo ma meglio lasciar stare. Che cosa saremo capaci di fare pensando a un impegno in più per giunta il giovedì, percorrendo tanti chilometri cercando di raggiungere località non certo nobili e per giunta nelle più disparate località europee? Ai posteri l’ardua sentenza, spero solo che ci diano (società e tutti quelli che gli gravitano attorno) le motivazioni giuste per rinnovare le promesse ed essere presenti con un immutato amore verso questi colori, anche se adesso molti tifosi hanno perso sia la pazienza sia la passione. Si sa però che quando l’amata accenna a delle smancerie ci si scioglie e si spera in qualcosa che possa riportare l’entusiasmo al massimo esponenziale, noi amiamo l’Inter ma vorremmo essere corrisposti almeno in parte….AMALA!
Antonio Dibenedetto
…Tutto compiuto!!!
Ora che solo la matematica ancora non ci condanna, ma che le speranze di un posto nel palcoscenico calcistico europeo, quello nobile della Champions, si sono ridotte davvero al lumicino, possiamo davvero dire che tutto si è compiuto! Anche ieri sera, chi ha assistito alla gara, ha dovuto convivere con un atteggiamento non del tutto positivo dei ragazzi scesi in campo, meno combattivo sul piano delle motivazioni idonee al raggiungimento di un obiettivo significativo per chi tiene alle sorti di questi colori. Si è detto e continuano con convinzione a rilevarlo, che tutto non è ancora perduto, ma realisticamente come si fa a crederci quando mancano quattro giornate e ci sono ben sette punti di differenza? Non ci sono le benché minime possibilità, anche perché la Roma dovrebbe perdere due gare e pareggiarne una per colmare il gap e di contro l’Inter vincerle tutte. Queste sono condizioni davvero folli per asserire un qualcosa del genere, le motivazioni sono diverse vuoi perché la squadra capitolina vive di una condizione mentale migliore della nostra, vuoi che noi non riusciamo a essere coerenti e sostanziali per due gare di seguito, quindi di che parliamo, sono solo discorsi da bar. Dobbiamo farci continuamente l’esame di coscienza per com’è stato disputato questo campionato. La colpa è da ricercare in tantissimi errori che si sono succeduti in società, tra sprechi di denaro per rinnovi e campagna acquisti fatta in pompa magna ma che non ha sortito gli effetti sperati, tra il tempo perso (tantissimo) per trovare la così detta quadratura del cerchio in seno alla squadra da schierare, non si è mai avuta la sensazione di avere un undici titolare quindi a discapito di un gioco ben sviluppato solo in determinate circostanze. Le partite disputate con giudizio, dove il gioco si è visto ed era alquanto accettabile, si possono contare sulle dita di una mano, una grande squadra o presunta tale non può permettersi di avere un simile comportamento, noi non siamo ancora all’altezza di essere definiti tali. In buona sostanza in questo periodo ci meritiamo la posizione che deteniamo in classifica, senza meritare altro. Come dice Mancini in conferenza stampa, l’Inter ieri sera ha giocato anche bene e la sconfitta è stata immeritata, anche il pareggio sarebbe potuto essere stretto. Queste sono le considerazioni che fuorviano la logicità della nostra situazione. Come si fa ad asserire che si è giocato bene quando, il portiere ligure non ha dovuto compiere alcun intervento degno di nota, forse uno su deviazione di un proprio difensore su tiro di Perisic, mentre il nostro Samir d’interventi ne ha compiuti ben due spettacolari? Non si è razionali con queste dichiarazioni, bisogna tirare l’acqua al proprio mulino questo è vero, ma in questo modo è davvero eccessivo. Si è creato parecchio ma non si è concretizzato nulla, in porta bisogna tirare per far goal e non arrivarci con la palla al piede, l’essere cinico vuol dire sfruttare le azioni che ti si presentano. Non si può imprecare alla mala sorte quando, se anche la dea bendata si è stufata di assisterci visto del nostro cammino altalenante, la fortuna bisogna meritarsela! Ora cerchiamo di finire in maniera dignitosa questo campionato, cercando di fare tesoro degli errori commessi e avere la certezza che errare è umano, ma persistere è diabolico quanto deleterio! …Amala!!!
Antonio Dibenedetto
… Finalmente!
Finalmente uno spettacolo degno di un palcoscenico calcistico prestigioso qual è San siro, una vittoria importante ottenuta ieri sera con tanta grinta e cosparsa di un carattere che solo a tratti si è rivisto quest’anno. Già quel carattere labile che è stato, purtroppo, la costante di quest’assurdo campionato, dove in una giornata ti lancia tra le stelle e, la successiva ti scaraventa nella polvere. Affermo che quest’anno si poteva e si doveva fare molto meglio, avevamo i numeri per riuscire in un qualcosa d’impensabile, invece così non è stato, il buon Mancini non ha trovato la così detta panacea che cura tutti i mali. Caratterialmente siamo ancora molto labili, non siamo coerenti e consci della nostra forza. Mancini dice in conferenza stampa, di aver trovato dei punti fermi in questa squadra pronta già nell’immediato, ma anche in proiezione per costruire quella del prossimo anno. Ora una domanda è lecita, ma questa considerazione come mai l’ha maturata quando mancano solo una manciata di giornate alla fine di un campionato, compromesso per quello che concerne le posizioni più ambite, e non ci ha pensato molto prima? Ha avuto tanto tempo a disposizione per cercare coesione e valutare tutti i giocatori, ma non sempre ha avuto le idee chiare, tant’è che ha cambiato molteplici formazioni per trovare alla fine la quadratura del cerchio. Forse questa incresciosa situazione è figlia di una programmazione non del tutto impostata su canoni da grande club, dobbiamo ancora crescere nella mentalità di tutto l’ambiente, ma soprattutto nell’organizzazione societaria. Questa crescita viene anche attraverso amare delusioni, capendo però dove si è sbagliato e cercando di non ricadere in errori tanto banali quanto deleteri per tutto l’ambiente. Ieri sera dinanzi a una squadra partenopea ben messa in campo, orfana della sua punta di diamante questo è vero, ma pur sempre temibile, si è giocato in modo a tratti spettacolare, concedendo qualcosa nel primo tempo, a proposito superlativo il nostro Samir, ma con ripartenze letali che hanno annichilito la retroguardia campana. Ad onor del vero la rete di Icardi è scaturita da una sospetta posizione di fuorigioco, ma va bene così alla fine la nostra Inter ha meritato in toto la vittoria. Una cosa che mi è piaciuta: la squadra ha finalmente giocato come tale, ben poche volte l’ha fatto quest’anno. Questo non fa altro che acuire il rammarico dei punti persi per strada, in ultimo la sconfitta interna con il Toro, ma non abbiamo la possibilità di leggere il futuro né tanto meno recuperare il passato, la cosa importante è vivere il presente che ci vede protagonisti di una rimonta che darà i suoi frutti solo il quindici maggio in quel di Sassuolo. Solo allora tireremo la somma e capiremo quello di buono che ha fatto la squadra, ora non ci rimane che finire in modo dignitoso questo campionato, con l’unico assillo di non perdere altri punti per strada, l’obiettivo primario e di dare ogni stilla di energia in campo e poi vedremo, tutto passa dalle nostre prestazioni, siamo noi gli artefici del nostro futuro…AMALA!
Antonio Dibenedetto
…Irritanti!
E’ l’unico aggettivo che al momento fotografa in pieno il comportamento in campo dell’Inter, galleggiando con un gioco intriso di tanta modestia. La stessa caratteristica che però ci fa credere di poter imitare il mitico ti-ti-ta-ca di squadre più blasonate, ma noi non siamo in grado, né in condizione, di giocare in quel modo, abbiamo ben altre doti nelle nostre corde! Non certo migliori anzi. Abbiamo la facoltà di fare quello che vogliamo in campo, a volte sappiamo pure giocare a calcio, ma la cosa che più di tutte consegna al popolo nerazzurro e la mancanza di continuità che è stata il leitmotiv di tutto questo nostro cervellotico campionato. Da più parti si dirà che alla fine anche ieri sono stati conquistati i tre punti, quello che era l’obiettivo primario, ma questo è pur un dato di fatto ma è anche vero che si è consumata l’ennesima figura barbina, al cospetto di una squadra, quella ciociara, che ha ben giocato creando delle occasioni che avrebbero potuto essere letali. Basti considerare i tre legni colpiti dai laziali e se non hanno portato a casa un risultato positivo, che avrebbero meritato, è stata solo per una mera questione di centimetri. L’Inter di contro si è limitata a un controllo dell’incontro con occasioni davvero sporadiche, vuoi per l’imprecisione di alcuni e forse perché si vuole arrivare in rete con il pallone, ci vuole più sostanza altro che ricami. Se non erro il nostro primo tiro in porta, si è verificato all’incirca verso il sessantesimo minuto, di certo non si può essere soddisfatti di un simile score. Per fortuna lì davanti abbiamo il nostro Re Mida tocca, un solo pallone e crea una rete, già perché da più parti ci si lamenta dell’inconsistenza di Icardi, ma se non segna lui si fatica e non poco. Non è assistito a dovere e quei pochi palloni giocabili che gli inviano, lui cerca di realizzare il massimo. Non oso immaginare quante reti potrebbe fare in una squadra, dove lo assisterebbero a dovere, invece noi che facciamo? Giochiamo come se non ci fosse! In tal caso c’è solo da considerare che la mente umana sia davvero un mondo inesplorato, basta poco perché tutto possa andare liscio, invece ci si complica sempre tutto. Che la gara con il Frosinone sulla carta potesse essere facilissima, visto che la squadra laziale aveva una differenza reti davvero imponente specie quelle incassate, ma forse ci siamo dimenticati che il Matusa a volte è divenuto il loro fortino insormontabile, dove hanno incassato la maggior parte dei punti in classifica. Ora ci tocca il prossimo incontro un avversario davvero ostico, quel Napoli che ha subito un torto di giustizia sportiva rilevante e per questo dovrà fare a meno del puntero per antonomasia, quell’Higuain autore di una stagione con numero davvero impressionanti nell’area di rigore. Noi non abbiamo ancora null’altro da dire in questa stagione, oramai le posizioni non sono ancora delineate dal quarto posto in giù, ma poco ci manca, anche se quella posizione che più c’interessava è diventata una vera e propria utopia. Certo noi dobbiamo pensare solo e unicamente a noi stessi, ma pensate un po’ se siamo proprio noi a consegnare lo scudetto agli odiati torinesi? ……AMALA!
Antonio Dibenedetto
Errare è umano ma persistere è…
Siamo sempre lì a recriminare, imputando a fattori esterni la fatica per raggiungere ipotetici traguardi promessi e creduti possibili, ma
che al momento a meno di miracoli sportivi, sembrerebbero irraggiungibili. Già come spesso ci è accaduto in questa stagione, abbiamo buttato alle ortiche l’ennesima occasione di mettere il giusto pepe a questo finale di stagione. La Roma dal canto suo le sta vincendo quasi tutte e il distacco di otto punti è divenuto ormai abissale, ponendo la squadra capitolina in una condizione mentale superiore a tutte le altre inseguitrici e addirittura anche dello stesso Napoli oramai messo nel mirino dai giallorossi. Così aprile ci consegna una condizione mentale deleteria, in contrapposizione a quello che sarebbe potuto accadere in caso di vittoria, ma alla fine forse è il caso di fare seriamente il “mea culpa” per quello che si è fatto in questa stagione. Tutti in società dovrebbero fermarsi un attimo e comprendere che questa stagione poteva davvero essere del sospirato rilancio, invece siamo sempre qui a recriminare su di un qualcosa che realmente c’è sfuggito come sabbia tra le mani. Ora per l’ennesima volta ci tocca ricominciare mettendo su una rosa degna di questo nome, con la speranza che non siano sperperati denari in acquisti che non portano quel fattore in più idoneo a fare il salto di qualità. Anzi da più parti si legge che sono indispensabili fare dei sacrifici in seno alla società e che sono necessarie delle cessioni importanti. Della rosa di papabili che fanno mercato, si parla di Handanovic, Brozovic, Perisic, Miranda, Murillo, Icardi e dei prestiti che non saranno riscattati quali Telles, Jovetic e Lijaic. Mi chiedo come si fa a programmare il futuro se poi i migliori giocatori vengono ceduti? Si è sempre punto a capo e non si potrà ma raggiungere un gioco corale accettabile e l’affiatamento tra i singoli reparti, con continui rimpasti sarà sempre alla mercé di un gioco approssimativo e affidato alla giocata risolutiva del singolo. Cambiare sempre giocatori equivale ad ammettere i propri limiti e le proprie lacune, così facendo non si costruisce nulla ma si continua a prendere in giro chi, come i tifosi quelli veri, che amano e adorano questi colori e non aspettano altro che gioire con l’orgoglio di sventolare le proprie bandiere. Da queste mie righe traspare una certa amarezza per l’andamento di questa stagione, ma è stata anche l’ultima gara, quella con il Torino che è stata la cosi detta goccia che ha fatto traboccare il vaso. Quel vaso pieno e colmo d’ingiustizie, anche se la gara di domenica sera è stata giocata al risparmio, quindi non dobbiamo nasconderci dietro la direzione arbitrale nefasta, mascherando in questo modo la nostra inconsistenza specie nel secondo tempo. Però la mia considerazione che è nata dopo questa gara, la rabbia si è trasformata in rassegnazione e con la lucidità del tifoso dico solo che se queste decisioni assurde prese ieri sera a sfavore dell’Inter fossero state contro la Juve (anche se sarà difficile che tutto ciò si possa verificare) la mattina successiva ci sarebbe stata un’interpellanza parlamentare e il Sig. Guida avrebbe smesso di arbitrare in serie A. E’ palese che il Torino avrebbe avuto delle agevolazioni dopo i torti subiti la scorsa giornata nel derby, ma è scandaloso dichiarare in una testata giornalistica che il “presunto” contatto subito da Icardi nel secondo tempo è un po’ pochino per essere giudicato da rigore. Vorrei ricordare che le “cinture” così definite, in area devono essere sanzionate e che Moretti in tal caso doveva essere espulso perché già ammonito. Il regolamento deve essere applicato e non interpretato, ci vuole coraggio e serenità delle proprie azioni e le valutazioni devono essere coerenti e univoche, invece il sig. Guida ieri sera mi è sembrato un attimo fuori luogo con interpretazioni e tanti ammoniti solamente da una parte, comunque così facendo la passione verso questo sport sta scemando e l’interesse pure. E’ un peccato perché così facendo ci stanno togliendo un “giocattolo” essenziale per evadere in quei novanta minuti al di fuori dello stressante tran tran quotidiano. Speriamo che la moviola in campo possa ridare interesse a una passione insita nelle domeniche degli italiani e che i presunti torti. Molto presunti stando ai video che spopolano in rete a supporto da quello che era stato creato ad hoc dalla squadra torinese, che hanno concretizzato con la retrocessione in serie B e la revoca degli scudetti abbia un termine, così tutti contenti e felici potremo ritornare a respirare l’aria sana di un calcio pulito e che vince solo che merita senza aiuti esterni, tal volta molto decisivi ….Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
…Sino alla fine!
Continuiamo ad ammirare una squadra che pian piano si sta ritrovando, finalmente! Sul prato di una Roma che ha ottenuto sin qui ben otto vittorie di seguito, sebbene rimarginata in fase offensiva con delle defezioni pesanti e poi l’ultimo infortunio quello di Kondogbia, pareva che l’Inter fosse rassegnata al ruolo di vittima sacrificale, invece ha tirato fuori un carattere e una prestazione davvero eccezionale, ribattendo colpo su colpo a una Roma in palla ma ben contenuta. Mi sono piaciuti lo spirito di sacrificio e coesione dei due terzini che hanno contenuto il pericolo egiziano e dall’altro lato il temuto Florenzi. Nel mezzo ha ben figurato Brozovic e la spina nel fianco della difesa capitolina ed anche autore della rete un immenso Perisic. Questa è la squadra che abbiamo ammirato e speriamo di aver ritrovato per il finale di stagione, perché era importante uscire indenni da uno stadio Olimpico ostile come mai negli ultimi anni. Lo so mi rendo conto che non abbiamo cambiato granché e che comunque il divario per il terzo posto, importantissimo quasi vitale, è sempre lontano di cinque punti, ma per lo meno con questo risultato in caso di arrivo, a fine campionato, a pari punti con la squadra giallorossa abbiamo il vantaggio degli scontri diretti. Ora però non dovremo fare più passi falsi, ogni gara deve essere interpretata con il piglio dell’ultima spiaggia, lottando sino alla fine con la consapevolezza che ancora non è tutto perduto. Io alla vittoria, sfuggita a sei minuti dalla fine, ci stavo credendo, però in questi casi bisogna guardare al bicchiere mezzo pieno perché comunque un pareggio è sempre un risultato positivo. Speriamo in quella buona sorte che ultimamente ci ha voltato le spalle torni a posare il suo sguardo benevolo su di noi coadiuvando i nostri sforzi verso un traguardo tanto ambito quanto necessario. Io sono fiducioso, perché dopo tutto credo nella bontà di questa rosa e di un progetto in embrione che quest’anno, con un po’ di continuità di gioco e voglia in più, poteva sortire effetti insperati, ma come si dice in questi casi mai dire mai! In ultima analisi lasciatemi formulare, a nome mio personale e di tutto l’Interclub Giacinto Facchetti di Fano, i nostri migliori auguri di una Santa e serena Pasqua a tutti voi con la speranza che nell’uovo pasquale nerazzurro sia celata una meravigliosa sorpresa, che noi tutti aspettiamo con ansia ma ssshhhhh per scaramanzia non diciamo nulla …Auguri! …AMALA!
Antonio Dibenedetto
Una sofferenza… ingiustificata!
Ancora un passettino deciso verso quel “paradiso” che tutti auspichiamo a fine stagione, ma intanto godiamoci per il momento la bella vittoria sul Bologna. Non è stata una partita facile anche perché l’undici felsineo veniva da ben tre risultati positivi, con la constatazione che in queste gare la loro porta era rimasta inviolata. I ragazzi hanno dato seguito a quanto si era visto nelle partite precedenti, disputando una gara ben giocata, attaccando con giudizio e creando diverse occasioni da rete, di contro non s’è concesso granché, tranne le occasioni che hanno creato una sofferenza finale davvero ingiustificata, che stava ahimè vanificando tutto quello fatto di buono sin lì. Questa mia affermazione è confutata dall’assoluta mancanza d’interventi impegnativi per il nostro Samir. Tutti hanno giocando con sostanza e posso dirvi che anche Kondogbia mi è piaciuto, ben oltre la sufficienza la sua gara, ma nel finale non può essere così leggero regalando un contropiede letale al Bologna da cui è scaturita la rete della speranza. Questa mancanza di lucidità nel finale ha causato la veemente ostruzione di Palacio per tenere la palla lontano dalla propria area. Purtroppo il “Treza” per quest’azione di disturbo è stato ammonito, sicuramente non sarà della gara dell’Olimpico poiché diffidato e conseguentemente squalificato. Piove sul bagnato come si dice in gergo, nel senso che sarà duro affrontare la squadra capitolina senza un Palacio che quando subentra fa realmente la differenza, essendo in smagliante forma di condizione e bisogna altresì gridare alla malasorte per l’infortunio che terrà lontano “Maurito” almeno per un mese. Quelli che scenderanno in campo dovranno moltiplicare gli sforzi per tenere sulla corda una squadra, quella giallorossa, che ha trovato tantissima autostima e anche quel gioco che si era smarrito, se poi ha inanellato ben otto vittorie consecutive, questo vorrà dire pur qualcosa? Di contro l’Inter sta cercando quell’inversione di tendenza che finalmente sta ricreando nell’ambiente nerazzurro, una serenità unica che ha fatto ritrovare anche un discreto quanto accettabile gioco di squadra. Per l’Inter è assolutamente importante lottare come se fossero finali queste ultime giornate, per fornire un punto di partenza per il proseguimento di una programmazione seria e duratura, sperando in un futuro più roseo e continuativo e non come quest’anno fatto di alti (inizio stagione) e bassi (parte centrale) che ha fatto sprofondare irreversibilmente in una frustrazione letale per una stabilità caratteriale di tutto l’ambiente. Giocando di partita in partita si può pensare a costruire qualcosa di buono, non dobbiamo pensare a quello che si può fare con calcoli cervellotici e combinazioni di altri risultati, l’unica cosa certa è contare su se stessi ed essere artefici del proprio destino. In tanti bramano il fatidico posto d’onore sul podio finale, ma solo una squadra si accomoderà sul terzo gradino agli altri resterà solo la delusione e il rammarico di averci provato invano e un posto di secondo piano in Europa. …AMALA!
Antonio Dibenedetto
…Dobbiamo crederci?
Al triplice fischio del posticipo di ieri sera, è subentrato nel mio animo, come penso anche in molti tifosi nerazzurri, l’amletico dubbio: ma sarà questa la volta giusta? La considerazione di questa nuova metamorfosi sta nel fatto che dobbiamo crederci come un imperativo oppure è una stolta forma di auto convincimento? E’ dura essere razionali quando più volte in questa stagione si è rimasti scottati, con buone prestazioni che facevano presagire una discesa verso ben più rosei traguardi, invece la volta successiva si cadeva nuovamente in un oblio di risultati davvero frustranti. A giustificazione di quanto detto parlano i risultati, a cavallo della fine del girone d’andata con quello di ritorno, si era in perfetta media retrocessione, precludendo tutto il buono fatto sino a quel momento. Ora, non si sa come mai è lo stesso tecnico, predicando un certo ottimismo, afferma che non tutto è perduto! Ne sono convinto anch’io, ma bisogna dare un significato a questa parte finale di stagione, con prestazioni e vittorie degne di una squadra compatta e forte. Sarà forse che si è toccato il fondo sinora e che non si poteva continuare con queste insulse prestazioni, tant’è che la gara di Torino forse ha riacceso nella squadra quella “strana” voglia di recuperare credibilità. Complice forse anche lo sfogo in seno alla società, del “capitano” Zanetti e dal D.S. Ausilio con alcune esternazioni estreme che hanno voluto dichiarare nelle interviste di rito, senza per questo lesinare scusanti di sorta per nessuno dei componenti della squadra, visto che il tecnico non si era presentato in conferenza stampa per un malessere covato durante la gara, forse hanno colpito i giocatori nell’orgoglio. Sarà che forse quelle parole, forti e dirette, hanno provocato l’effetto sperato, tant’è che la squadra ha fatto quadrato cercando di essere coerenti con il loro status, lottando come non mai sul rettangolo verde. L’occasione giusta si è presentata nel ritorno della semifinale di Coppa Italia contro l’undici bianconero, risultato compromesso all’andata per carità, come spesso c’è capitato in questa stagione, ma con forza recuperato nei novanta minuti regolamentari con tre reti e sfiorandone una quarta a pochi minuti dalla fine. La prestazione dei ragazzi ha annichilito in tutto e per tutto gli avversari, che di certo non si aspettavano una prestazione simile, sotto per tutta la gara sul piano del gioco e delle occasioni da rete. Certo si è poi perso la finale ai calci di rigore, una lotteria che sancisce solo chi ha più fortuna in questi casi, ma la prova dei ragazzi ha dato coraggio all’ambiente nerazzurro! Sulla scorta di questo rinato entusiasmo, la gara di ieri sera, per tutto il primo tempo è scivolata via con un gioco a volte asfissiante che ha prodotto occasioni da rete in serie e se il tempo si è concluso con una sola rete di differenza, è stato solo per l’imprecisione dei nostri ragazzi. Il risultato finale è stato ad appannaggio dell’undici meneghino e per quello che si è visto, facendo il pari con quello che si è visto mercoledì, ha rinsaldato in un certo senso il feeling interrotto con i tifosi, e ora? Tutti si chiedono cosa succederà ora, spero solo che l’Inter smetta di fare la “pazza” e consolidi con il gioco una serie di risultati che tutti aspettano con una bramosia tale, da fare invidia a un romanzo d’amore la cui conclusione non appare certo scontata, noi tutti amiamo l’Inter e aspettiamo fiduciosi che avvenga quello che tutti auspichiamo da qualche tempo, una posizione di classifica idonea alla nostra fame di vittorie. Spero solo che non dovremo rimpiangere i tanti punti persi per strada per i tantissimi errori che si potevano evitare, quei punti che probabilmente avrebbero potuto consolidare una situazione migliore e più tranquilla, senza lasciarci questo strascico che può portarti in Paradiso, ma è altresì vero che può farti sprofondare in un Inferno, dal quale gli scenari futuri potrebbero essere davvero funesti. Allora tutti insieme raddoppiamo gli sforzi e crediamoci, facciamo più punti possibili senza calcoli, alla fine si faranno i conti e sarà quel che sarà! …Amala!
Antonio Dibenedetto
Sprofondo… Inter!
Oramai è una costante: ci facciamo del male da soli! Questa squadra ha delle lacune incredibili, specialmente a livello caratteriale, quando c’è da tirar fuori l’orgoglio e quant’altro ecco che non ne è capace! Forse la prima frazione di gioco, non ha dato la necessaria “sveglia” alla nostra squadra che stava contenendo l’undici torinese, diciamo quasi bene, con ben tre occasioni nitide per loro, contro un’unica occasione capitata nei piedi di un Icardi inconcludente. Nella ripresa alla prima palla messa nella nostra area ecco che la frittata è compiuta, siamo autolesionisti e la cosa più grave che non abbiamo una reazione degna di questo nome. Subiamo in modo irritante, continuiamo a giocare sempre allo stesso modo, senza la cattiveria necessaria e senza quella fluidità che è l’essenza del gioco del calcio che velocità e progressione. Siamo in continua balia dell’avversario senza nerbo, senza mordente. Possibile che gli altri corrono, fanno dei contro piede spettacolari con tre passaggi arrivano nell’area avversaria, invece noi giochiamo sempre indietro, nessuno che salta l’avversario, nessuno che crea la superiorità, nessuno che si smarca per la giocata. E’ sotto gli occhi di tutto questo non-gioco eppure si continua a giocare in questo modo. Signori questo non è calcio ma è sudditanza di chi sa giocare a calcio. Anzi questa sera si è vista una squadra, quella torinese, che ha avuto stranamente paura e si arroccava tutta nella propria metà campo, per poi ripartire in modo letale, senza secondo me averne il motivo. Nell’arco della gara, tranne che nella parte finale del recupero, non si è tirato in porta quasi mai e la maglia di Buffon era si bagnata, ma dalla pioggia e null’altro! Devo francamente riconoscere che mi sto disinnamorando di questo fantastico sport, perché la frustrazione quando vedo le gare della nostra cara e amata Inter è davvero tanta. L’illusione che questa squadra potesse essere sulla strada giusta e che potesse ritornare a rinverdire i fasti passati è sempre più presente ed è rimasta tale: un’illusione! Ora che anche le distanze si sono pressoché consolidate, e che oramai, tranne un harakiri delle squadre che ci precedono, il terzo posto utile per un piazzamento onorevole, rimane una chimera secondo me irraggiungibile. Guardandoci alle spalle, notiamo che pure il Milan sta risalendo ed è a un solo punto, con la considerazione che il loro allenatore ci crede, forse per il motivo che hanno dalla loro la buona sorte e una condizione fisica e un gioco di squadra che noi purtroppo non abbiamo, o per lo meno forse abbiamo smarrito. Ci vuole altro per risollevare questa squadra, Mancini sta fallendo in maniera inesorabile, non può continuare a calmierare tutti dicendo che riuscirà nell’intento, ma con cosa? Credo che gli stimoli si siano assopiti in quella maledetta gara di fine dicembre contro la Lazio, da allora lui non ha saputo risollevare il morale di un parco giocatori che credeva nei suoi dettami. Ora secondo me tutto è compromesso, non ci sono risoluzioni plausibili bisognerà rifare un notevole rimpasto in estate, rivalutare un po’ tutto, iniziando dai tecnici e giocatori, sino ai dirigenti. Ci vuole gente capace e rinforzare un organico con gente capace di giocare a pallone, basta di essere additati come gli scemi del villaggio e l’ora di invertire l’ordine di una tendenza negativa degli ultimi anni, così non si va da nessuna ci vuole una seria progettazione e non approssimazione! Purtroppo alla fine ci toccherà il contentino dell’Europa League, (Sassuolo a dieci punti) una partecipazione europea che non farà felici nessuno e che la società accetterà come una manna, ma non sono questi i veri soldi che servono né tanto meno la visibilità di un club blasonato come l’Inter!!!! ….AMALA!
Antonio Dibenedetto
Una lanternina di…speranza!
Una serata quella scorsa, che ha fatto vivere al popolo interista stati d’animo diversi, nettamente in contrapposizione tra loro. Dopo diversi anni si riaffacciavano sugli spalti di San Siro dei personaggi legati nel bene e nel male alle sorti nerazzurre. Il primo il mai dimenticato ed eroe del “Triplete”, il mitico Josè acclamato come una star da tutto lo stadio, mentre il secondo il “Fenomeno” Ronaldo, si è beccato una sonora bocciatura che a mio modesto parere non era forse del tutto meritata. E’ anche vero che quando si sceglie di andare via, con delle palesi scuse che sono parse tali ai più, non si ritorna nella città e nella squadra antagonista, disputando un derby
Antonio Dibenedetto e facendo goal esortando con le mani sugli orecchi a un’ovazione. Così facendo devi aspettarti di tutto, si è campioni sul rettangolo di gioco ma anche con criterio e con coscienza, credo comunque che stessa sorte potrebbe accadere, in un futuro prossimo, anche a un certo Ibrahimovic. Che la curva abbia terminato da qualche tempo la pazienza, lo dimostrano i vari striscioni esposti, dove si esortava tutto l’entourage nerazzurro a tirare fuori gli attributi, cercando di non far sparire quanto di buono si era fatto nella prima parte del campionato. La gara è stata disputata con i soliti e consueti errori che stanno diventando una costante di questa squadra, solo che stavolta l’avversario di turno (tanto per nominarne uno Quagliarella) non ne ha approfittato. E se a celebrazione di questa serata, dopo ben quattordici mesi si è tornati a un goal “Italiano”, forse è stato benaugurante per il proseguimento della gara. Questa volta si è cercato con voglia di chiuderla la gara con il raddoppio, celebrato con nuova tecnologia del goal – non goal di Miranda e con la chiusura dopo una cavalcata da centro campo di Maurito, che benché inseguito da due avversari, ha infilato sulla sinistra dell’incolpevole portiere doriamo, un tiro millimetrico se ha finito la sua corsa in rete, come dicono le persone che ne sanno di più, in buca d’angolo. Speriamo solo che la buona sorte ci ritorni a elargire un po’ di quella polverina magica che, specie in questo momento ci necessità. Non voglio riprendere il discorso di quello che è stato sperperato sin qui, sperando che non dobbiamo rimpiangere i punti lasciati per strada. Dobbiamo considerare tutte le altre gare che rimangono da giocare, come se fossero tutte delle finali, lasciando sul campo ogni stilla di energia che si possiede, ogni sforzo profuso verso l’unico obiettivo che ci rimane ancora terminare il campionato in maniera dignitosa. Mi rendo conto che la sorte a volte può essere proprio crudele, ci propone subito un incontro che sulla carta appare davvero proibitivo, ma la considerazione che la squadra deve avere, in casi come questi, è che non si parte battuti, anche perché i nostri prossimi avversari avranno un incontro non certo agevole in Champions martedì, quindi un po’ di scorie le avranno nelle gambe, non possono andare sempre a cento all’ora, almeno queste è il mio augurio. Credo che la nostra squadra possa ancora dire la sua, tutto sta nell’approccio mentale che avrà domenica sera, e se poi alle ventidue e quarantacinque ci troveremo a esultare, vorrà dire che il campionato per noi non è per niente concluso, anzi il bello dovrà ancora venire! …AMALA!
Frittata alla…fiorentina!!!!!!
Anche ieri sera il reparto difensivo, e non solo, ha avuto le consuete e preoccupanti amnesie difensive, che purtroppo stanno diventando molto frequenti, così è stata servita, al Franchi, l’ennesima frittata alla …fiorentina!
Una gara davvero strana che non fa incamerare quei punti che sarebbero stati salutari per una classifica abulica che ci porta sempre più giù dalle posizioni nobili, ambite e tanto agognate a inizio campionato. E’ vero che siamo solo noi gli artefici e padroni del nostro destino, che solo noi possiamo dare un significato a una stagione iniziata nel migliore dei modi, da non crederci a bocce ferme in un agosto d’inizio campionato dove di credito non ne avevamo alcuno, ma è altresì vero che da ben nove gare non siamo più riusciti a rendere veritiere quelle ipotesi iniziali. Siamo ritornati bruscamente sulla terra, i nostri sogni fantastici di gloria sono stati infranti inizialmente con quella gara scellerata di fine dicembre contro la Lazio, ha avuto poi un seguito disastroso con le altre gare di fine girone di andata e proseguite con quelle d’inizio del girone di ritorno. Non esiste una spiegazione plausibile per questa inversione di tendenza, è vero che l’Inter è stata tacciata, sin dagli inizi, di essere una squadra essenziale, che creava poche azioni da rete e non aveva un gioco spumeggiante e di essere solo fortunata ma ora si sta riscoprendo una squadra francamente l’antitesi di quella speculare già vista. Anche se i ragazzi cercano di giocare a pallone, la tanto amata dea bendata li ha abbandonati del tutto. Il calcio purtroppo vive di episodi e se poi tu giochi in modo blando senza carattere, senza mordente con forza e quella sana cattiveria agonistica che ci vuole, ecco che sei abbandonato da quella buona sorte che prima vegliava su di te. In determinate circostanze è plausibile che ce ne voglia anche tanta, ne sa qualcosa anche la Juve che in questo periodo è accompagnata con mano sicura verso un traguardo che a inizio stagione era quasi stato precluso. Si sa che solo chi cade può risollevarsi e noi speriamo solo di farlo a breve. Che ci sono evidenti difficoltà sono palesi, tant’è che conti alla mano, nell’arco temporale delle ultime nove giornate si è racimolato il magro bottino di nove punti, in perfetta media retrocessione; la cosa che più preoccupa è la condizione mentale. Non ci si rende conto che questa squadra ha bisogno di un aiuto davvero forte e di tanta autostima, anche perché in questo periodo raccapricciante si è perso posizioni importanti in classifica, passando dal primo posto e da un ipotetico titolo di campioni d’inverno, alla situazione attuale che ci porta quasi fuori dai giochi, in quelle posizioni importanti, invece ora occupiamo un quinto posto frustrante e in caduta libera! Fa riflettere che questa spada di Damocle è sempre presente sul capo di una società, che stando a quanto si legge, e mi auguro che le notizie non siano vere, senza il denaro fresco delle competizioni europee, in primis c’è solo la Champions, è sul baratro di default inevitabile visti l’ammontare di un debito che è davvero esagerato. In ultimo è stato adottato un silenzio stampa che secondo me andava forse fatto prima, facendo quadrato: squadra, tecnici e società cercando di risolvere una situazione che si protrae da qualche tempo isolando alcune voci dello spogliatoio che certamente non aiutano. La squadra appare nervosa a livello caratteriale, serpeggia un certo malcontento dovuto all’impossibilità di non riuscire a trovare il bandolo di una matassa che appare enorme, in aggiunta delle ultime giornate in cui ci sono state decisioni arbitrali alquanto discutibili. A volte si pensa che per un rigore non dato contro si sia favoriti, invece la cosa che mina la serenità della squadra è il fattore di compensazione, che nel calcio non dovrebbe essere nemmeno preso in considerazione, invece Mazzoleni ieri sera ne ha fatto un suo principio fondamentale. Non mi piace parlare dei direttori di gara come principali cause, per mascherare una sconfitta che di certo fa male per come si è consumata, bisogna a volte essere più concreti è non accampare scusa e alibi. Nel secondo tempo della gara di ieri sera si è giocato da incubo, senza creare granché concedendo alla squadra viola, la possibilità di rimontare e ribaltare una partita il cui risultato pareva già scritto, ma non per l’Inter attuale! Lo sconcerto è evidente, anche perché tutte le squadre hanno fame di arrivare in cima o perlomeno dove c’è da guadagnare nuova linfa da riversare nel mercato, per migliorarsi e rinforzare la rosa per puntare a obiettivi più proficui. Continuo ad affermare che nonostante l’ennesima sconfitta, che brucia più del dovuto, non tutto è ancora precluso, bisogna però avere la forza di voltare pagina di essere più concreti e giocare con sicurezza, forza e convinzione nei propri mezzi e meritarsi quella fortuna che purtroppo allo stato attuale ci ha abbandonato ….Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
…Senza parole!!!!!!
Carissimi amici credetemi, è alquanto difficile trovare una spiegazione razionale per sintetizzare al meglio e descrivere quello che succede in campo quando gioca l’Inter, non riusciamo più a giocare con serenità, non siamo lucidi e questa mancanza si accusa anche a livello fisico. Secondo il mio modesto parere, quando manca una certa stabilità di formazione, gli interpreti in campo sono come corpi estranei tra loro, ci si calpesta i piedi, si vive sulla motivazione del singolo, sulla giocata che si produce, ma solo fine a se stessa, non c’è coesione tra reparti né tanto meno si può quindi parlare di una squadra affiatata che gioca a memoria. Bisogna però affermare anche, a onor del vero, specie in queste ultime giornate, di occasioni ne abbiamo create diverse, ma è altrettanto vero che tutte le volte il portiere avversario si erge a protagonista, parando anche l’impossibile. Non ce ne va bene una al momento, sprechiamo troppo e gli altri al minimo errore ci castigano, è altresì inspiegabile la metamorfosi in difesa delle ultime giornate, appare davvero inspiegabile la narcolessia collettiva che colpisce la retroguardia, rendendosi alquanto ridicola, avendo preso tre reti allo stesso modo su palla inattiva. Basti solo pensare che nelle ultime sei giornate abbiamo incamerato solo sei punti, meritandoci il quattordicesimo posto in questa speciale mini classifica, con squadre molto più deboli di noi, sulla carta, ma che di punti ne hanno fatti molto di più. Così in contrapposizione al girone di andata abbiamo dilapidato un cospicuo vantaggio di punti rispetto alle altre inseguitrici, per un posto al sole…. la così detta Champions League! Ora tutto non appare ancora compromesso, ma si deve stare attenti a non fare altri passi falsi tant’è che sia il Milan sia la Roma ci stanno credendo nella possibilità di acciuffare il fatidico terzo posto. Non potrebbe essere altrimenti visto, che sia noi sia la Viola, stentiamo ad avere un passo decisivo e continuo come le squadre che ci precedono, che di colpi non ne perdono nessuno. Abbiamo rinvigorito un Milan che sino al derby galleggiava nell’anonimato, ma ringalluzzito dalla vittoria ottenuta, crede nella possibilità dell’aggancio, e come dargli torto! La Roma dal canto suo, con il cambio della panchina pare stia traendo dei benefici inaspettati, anche perché ha innestato in rosa dei giocatori che realmente sanno giocare a calcio e non le solite “figurine” buone solo ad avere il nome altisonante in rosa, su tutti quel Perotti del quale sono un estimatore, giocatore concreto che servirebbe al momento a qualsiasi squadra e che Sabatini ds giallorosso ha portato con grande merito a Roma. Invece all’Inter un giocatore del genere non avrebbe fatto comodo, forse per il semplice motivo che non è molto costoso, o forse perché il gioco di Mancini non prevede un trequartista con dei piedi sensibili, lui ha Felipe Melo fortemente voluto in estate, oppure in quel ruolo fa giocare anche Medel. Siamo seri per fare una squadra vincente ci vuole ben altro, ci vogliono giocatori veri interpreti del puro senso di sacrificio e abnegazione atta a migliorare la squadra in ogni settore. Basta con giocatori sopravvalutati e acquistati solo per muovere bilanci e gettare fumo negli occhi di noi poveri tifosi che credono che queste persone facciano solo il bene e gli interessi dell’Inter, invece mi sa che l’interesse è solo per le proprie tasche, ne è dimostrazione l’affare Kondogbia pagato una cifra spropositata dal dimissionario Fassone, tanto per citarne uno. Pensavo che questo campionato potesse essere quello della svolta, della risalita ma si è tornati nell’oblio con prestazioni di Mazzarriana memoria, quando si credeva che la nuova era del Mancio potesse dare più lustro invece si è tornati a essere la solita e pazza Inter, artefice di alternare grandi prestazioni a sconcertanti gare che determinano l’instabilità di questa squadra. Concludo con un pensiero che, come un tarlo picchia forte nella mia mente, perché non possiamo tornare a essere quella squadra ammirata tempo fa, non parlo di decenni, è trascorso poco più di un lustro, da quella fantastica squadra che dettava legge ovunque e che con onestà sapeva farsi valere, ci vuole programmazione e credere in quello che si fa e con forza e tanta tenacia bisogna portarlo avanti se si ritiene che sia valido. L’Inter non merita di essere trattata in questo modo, a volte non mi sento rappresentato da chi trascina nel fango questa maglia che rappresenta un simbolo per chi crede dopo tutto in questo sport che sta diventando giorno dopo giorno alla mercé d’interessi che vanno oltre una partita di calcio …Amala!!!
Antonio Dibenedetto
…Sofferenza ingiustificata!
Questa volta sulla giostra del Meazza salgono in tanti, così per l’ennesima volta si cambia formazione, ma questa volta un po’ meglio delle ultime. Che il reparto dove si soffre più di altri è il centrocampo questo si nota, forse meno delle altre volte anche perché gli opposti scaligeri non è che hanno giocato meglio, ne hanno avuto mai il sopravvento con un rombo che non produce nessun pericolo, tant’è che per tutto il primo tempo e buona parte della ripresa il nostro Sami rimane inoperoso. Di contro però il neo esordiente, portiere clivense Seculin, ha eseguito degli interventi davvero prodigiosi, anche perché ha negato, svariate volte il raddoppio agli avanti dell’Inter. Con questo non voglio dire che i problemi siano di colpo svaniti, anche perché la manovra non è fluida, per questo non lo è mai stata quest’anno, la paura di sbagliare e fin troppo evidente nella testa e nelle gambe dei giocatori. Credo che quello su cui bisogna insistere siano gli esterni, che questa sera hanno spinto sulle fasce molto bene, crossando tantissimi palloni in area e se il nostro “puntero” Icardi ha avuto svariate occasioni per far goal, oltre a quello realizzato e alla traversa colpita, sia merito loro. Consideriamo anche lo spirito di sacrificio di un Palacio molte volte in debito di ossigeno e non sempre lucido, ma molto efficace. In molti addetti ai lavori diranno questa sera che è tornata la solita Inter, che vince l’ennesima gara con un solo goal di scarto, ovvio che chi non ha visto la gara trarrà questa conclusione, ma non è così, perché si è creato tantissimo, molto meglio e più di quanto non è stato fatto nelle ultime gare. La cosa che non mi è piaciuta e credo anche a molti altri tifosi interisti, è stata la sofferenza nel finale, ingiustificata a mio avviso per quello che hanno fatto vedere sotto porta i nostri ragazzi. Si doveva chiudere con caparbietà molto prima questa gara, in considerazione del ricordo dei tanti punti buttati via nei minuti finali e di recupero che è sempre vivo e ben presente, Sassuolo e Carpi docet! Spero solo che tutto l’ambiente interista e in primis il nostro tecnico si rendano conto che giocando in velocità e sulle fasce il predominio sull’avversario è certo, ma non sono certo io che devo spiegare le varie tattiche, ripeto sino allo sfinimento, è la passione per questi colori che mi fa tremare l’animo e gonfiare il cuore e tal volta mi fa essere così critico, ma come credo sia per ogni tifoso interista. L’amore incondizionato verso la nostra squadra è sempre massimo, vogliamo essere in toto orgogliosi nello sventolare con passione i nostri vessilli, le nostre bandiere per far capire a tutti che noi ci siamo. Speriamo solo di continuare e riprendere per l’ennesima volta la giusta via, anche perché tutte le grandi squadre che si rispettino stanno inanellando una serie di risultati positivi, noi non siamo da meno anche se la nostra strada appare più impervia delle altre e con cognizione di causa, speriamo di non rimpiangere quei punti che abbiamo lasciato per strada, ma con convinzione sino alla fine il nostro grido sarà: ..AMALA!
Antonio Dibenedetto
… Indegni!
Ogni cosa ha il suo limite, ma sfiorare la decenza giocando in questo modo osceno è oltretutto indecoroso. Gli artefici di questa pesante disfatta si dovrebbero vergognare e fare un esame di coscienza per quello che stanno facendo, sono a dir poco ridicoli in campo, capeggiati da un allenatore che anche oggi ha tirato fuori dal cilindro una formazione a sua somiglianza: indecente! Continuiamo con prestazioni ridicole, quando la testa dovrebbe avere la meglio su tutto, con la razionalità tutto dovrebbe essere più semplice, invece no questa squadra non ha né capo né coda, manca dell’essenzialità, chi dovrebbe far ripartire l’azione e impostare un gioco che oramai da oltre venti giornate latita. Cari amici lettori, sono così stufo di ripetere sempre gli stessi concetti oramai triti e ritriti, il gioco del calcio è come la matematica, una scienza esatta, per vincere bisogna fare goal e per segnare bisogna tirare in porta, questa sera e come c’è già capitato in molte altre occasioni non lo abbiamo fatto, anzi lo abbiamo fatto raramente. E’ da inizio campionato che questa squadra ha bisogno di un costruttore di gioco, invece continuano ad acquistare punte esterne e giocatori non adatti. (non è il caso di Eder ultimo arrivato, l’unico forse stasera ben oltre la sufficienza) Io ripeto, per coerenza continuo a scrivere le mie opinioni, non so se le condividete, ma questo mio sfogo è esclusivamente da appassionato di questo sport, di questi colori che stanno lordando, calpestando e ridicolizzando delle persone che non hanno la minima considerazione di una maglia storica che fa vibrare il cuore di tantissime persone. In campo si corre non si passeggia, si gioca da squadra ci si aiuta, si lotta, ma vedere come passeggiavano di fronte ad una squadra che è parsa il famelico Barcellona, allora davvero si è toccato il fondo. Delle persone più saggie dicevano che solo chi ha toccato il fondo è in grado di risalire, io spero che questo detto sia vero anche per noi, ma credo che non sia così. Spero solo che in conferenza stampa qualcuno faccia il mea culpa, anzi forse è meglio che non si presenti nessuno, tutelando in questo modo la minima decenza, l’orgoglio di noi tifosi, con la speranza che non accampino magre scuse, che non si appellino a questa o a quella situazione di gioco, devono essere realisti e riconoscere la propria “scarsezza” di giocatori, fare autocritica non c’entra nulla con il gioco del calcio è vero, ma a volte serve per crescere, se si è sbagliato, lo si deve riconoscere. Invece il nostro mister no per lui sono gli altri che sbagliano, credo ora più che mai che è un sopravvalutato, come lui e forse più bravi ce ne sono parecchi. Ultima analisi, se qualcuno non è in grado di voltare pagina che vada via, c’è ancora tempo sino a tutto domani, vorremo solo giocatori che siano tali e non figurine, che siano determinati e attaccati a questa storica maglia e a questi colori, altrimenti via tutti perché di gente che denigra l’Inter non ne vogliano bastano già, la vasta schiera di operatori della carta stampata e di reti televisive, non ne vogliano in seno alla nostra squadra…AMALA!
Antonio Dibenedetto
…Non sappiamo più vincere!
Ancora una magra figura per la Mancini’s band, non siamo riusciti ad avere la meglio di un modesto Carpi, che sebbene in dieci contro undici ci ha infilato a due minuti dalla fine. Rivolgo un pensiero al nostro tecnico, mi rendo conto che rimarrà inascoltato, ma non sarà il caso di fare basta con queste insulse prestazioni? Non sarà il caso di giocare da squadra, anche se al momento pare un eufemismo? Non è possibile che non riusciamo a fare più di una rete, ma non è che ci sono diversi giocatori in rosa, che sono stati acquistati per il gusto di spender soldi? Basta con proclami inutili, siamo solo dei polli alla mercé di personaggi ambigui che propongono affari per i loro portafogli e che ci propinano mediocri giocatori spacciandoli per campioni. Quello che manca allo stato attuale è del sano realismo, non siamo un club vincente, lontano parente di quello che ahimè, se ne sono perse le tracce quel lontano 2010, che vinse tutto ciò che si poteva. Di questo passo passeranno ancora tanti anni, affinché si potrà ammirare un dream team uguale a quello, o per lo meno paragonabile, vincente sia in campo sia fuori. Invece ora ci tocca guardare una squadra in campo senza né capo né coda, che non riesce più a vincere lasciando spazio a chi crede, a ragion veduta, che siamo una squadra battibilissima. In campo giochiamo con sufficienza, con tale arroganza con un possesso palla tanto sterile quanto inconcludente. Questo non fa altro che accrescere in noi tifosi, che amano questi colori, una tale insoddisfazione, da dir poco, odiare il calcio. Non è estrema questa condizione perché la partita di calcio si deve guardare sotto un’ottica sportiva, ma vedere una squadra che gioca, anzi che non gioca, in questo modo non fa altro che aumentare la bile. Si dice da più parti che l’Inter si ama sempre, che devi amarla quando perde per apprezzarla quando vince, ma in questo modo no, mi dispiace ma sono il primo a defilarmi. Bisogna essere orgogliosi della propria squadra, lo sono sempre stato e probabilmente lo sarò ancora, ma queste figure barbine fanno male al proprio ego. Non è bello essere considerati “gli scemi del villaggio” per colpa di mercenari buoni solo a essere attratti dal “dio denaro”, l’amore e l’onore di essere osannati bisogna meritarselo, non si ottiene certo in questo modo. In campo mi rendo conto che si va in undici e che non esistono gare semplici, ma anche questo luogo comune deve essere sfatato, non c’era un minimo paragone tra la nostra rosa e quella del Carpi, per carità nessuno ti regala nulla, specie a noi, ma giocando un minimo con coesione e rispettando i ruoli, senza strafare e non calpestandosi i piedi vicendevolmente, forse il risultato sarebbe stato diverso. Qualsiasi appassionato di calcio sarà del mio stesso avviso credo, non si può giocare con una punta centrale e altre tre di supporto, non sempre più punte sono sinonimo di più reti, tutto deve girare al meglio e poi ne vogliamo parlare del centrocampo che non faceva alcun filtro? Con giocatori di tale levatura ci si aspetta molto, ma tanto di più. E così anche un’altra domenica volge al desio, con un ennesimo versamento di bile per la rabbia, una rabbia che continuerà ancora sino a mercoledì, forse anche oltre domenica se le cose non dovessero andare per il verso giusto. Ora avanti con i prossimi impegni, mercoledì semi finale di Tim Cup andata a Torino e poi domenica sera ennesimo derby della Madonnina e facendo i debiti scongiuri e parafrasando il titolo di un brano di un bellissimo film italiano di qualche tempo fa, “….io (l’Inter) speriamo che me la cavo!!! …AMALA!
Antonio Dibenedetto
… black out Inter!
Continua la maledizione del “non gioco” e ovvio anche dei risultati, basti pensare che abbiamo depauperato la nostra classifica in modo esponenziale di quei punti che avremmo facilmente messo in cascina, invece i nostri rivali storici, partiti con il freno a mano inserito, ce ne hanno recuperati, dal canto loro, tantissimi nell’arco di diciannove gare. In molti diranno che l’Inter non è stata costruita per vincere lo scudetto, che è importante arrivare nei primi tre e che servono i punti, tanto il gioco alla fine arriverà. Ma “de che”, ci sono tante squadre che giocano meglio di noi e sono attrezzate con interpreti migliori dei nostri, e poi mi chiedo, ma se in circostanze come quelle di ieri non riesci a prevalere sull’avversario anzi, se si costata che il migliore in campo è stato il nostro grandissimo Samir, autore di tre interventi prodigiosi e se portiamo a Milano un “prezioso” punticino, allora i luoghi comuni vengono a farsi benedire. Altro che grande squadra da scudetto, altro che Champions League, ma siamo seri al momento non meritiamo altro che di restare ai margini manco dell’Europa League. Molte altre squadre interpretano il calcio in modo diametralmente opposto al nostro, giocano in modo semplice ed efficace senza tanti fronzoli e con molto raziocinio, con schemi lineari e atti all’unico risultato creare occasioni da rete. Noi invece no, a noi “campioni” piacciono i cosiddetti ricami, il tocco a effetto la giocata spettacolare. Basta è ora di finirla in campo si va con la testa e si gioca da squadra, quello che non stiamo facendo purtroppo, dalla maledetta gara interna contro la Lazio. Sembra che l’isteria di Felipe Melo, in occasione di quella gara, abbia contaminato tutta la squadra, non sono stati capaci di fare scambi in velocità di impensierire la retroguardia avversaria, a tal proposito credo che Sportiello portiere orobico, a fine gara non si sia fatta neanche la doccia, dato il pomeriggio trascorso in assoluta tranquillità. Mancini in conferenza stampa era arrabbiato per il non gioco prodotto dalla squadra, il “mea culpa” deve farlo prima lui, che propone certi giocatori in campo senza averli caricati a dovere, erano “mosci” senza nerbo, (magari qualcuno con la mente alla prossima destinazione) commettevano errori che neanche nelle partite da oratorio si commettono. Lui era arrabbiato? Ma i primi contrariati siamo noi tifosi che non ci divertiamo più da un pezzo e se prima i risultati ci davano ragione, ora che anche la condizione fisica sembra ci stia abbandonando, ebbene sono davanti agli occhi di tutti quello che combina in campo quest’accozzaglia di giocatori. Nessuno deve accampare scusanti, anche perché scuse plausibili non ce ne sono più, perché finite da un pezzo, una grande squadra in campo domina e non è dominata com’è successo, per l’ennesima volta ieri pomeriggio, da una squadra che ha subito ben quattro sconfitte nelle ultime cinque gare. Noi siamo bravi a risolvere le crisi delle altre squadre, quando giocano contro di noi, gli avversari sanno come affrontarci, sanno che nei momenti topici della gara, basta spingere un po’ più sull’acceleratore e possono farci male. Da più parti si diceva che l’Inter potesse essere agevolata nel non dover disputare impegni infrasettimanali di coppa e che doveva dedicarsi a una sola gara. Se il dedicarsi alla gara di campionato vuol dire giocare in quel modo, allora non si è considerato il valore della rosa, di tutto rispetto quando si mette in testa di giocare come sa, mentre molte altre volte rimane in balia del non gioco che produce. Sono convinto che comunque anche il nostro ultimo impegno extra campionato volgerà al termine, ci tocca martedì fare visita al Napoli nel quarto di finale di Coppa Italia. Visto come gioca la squadra partenopea, non avremo scampo, spero vivamente di sbagliarmi, ma sarà dura anche perché credo che Sarri opterà per la squadra titolare, forse avremo qualche chance solo se dovessero giocare le riserve. A volte questi schiaffi servono a risvegliarsi dal torpore che in precedenza la classifica poteva dare, ma ora bisogna lottare con tutte le forze che si ha disposizione per non commettere altri errori deleteri per il morale di tutti. Noi ne abbiamo bisogno, abbiamo bisogna che i nostri beniamini ci facciano sognare, vogliamo che i giocatori in campo siamo degni della maglia che indossano, non la buttino maldestramente nel fango di un giudizio mediatico che non aspetta altro che stritolarci, basta con le scialbe prestazioni viste sinora, di vere gare giocate con il piglio giusto ce ne sono state ben poche, è ora di tirare fuori il carattere e con esso gli attributi giusti, basta giocare di fino ci vuole la sciabola tra i denti, solo così potremo ambire a scenari più importanti e non rimane l’incompiuta di sempre…AMALA!
Antonio Dibenedetto
…E sono due!!!!
Ancora un ennesimo passo falso in casa, però questa volta con maggior piglio e occasioni da rete create e non concretizzate. Così dopo la Lazio anche un Sassuolo che ha fatto la sua onesta partita, trova nel Meazza di Milano terra di conquista. Si sperava in una domenica trionfale nella quale si poteva centrale un traguardo, sebbene simbolico, che fa molto bene al morale, invece oltre al danno la beffa. I ragazzi hanno disputato una gara con un piglio del tutto votato al raggiungimento di una vittoria che alla fine avrebbero sicuramente meritato, invece dopo le tantissime occasioni sprecate, fantastiche le parate del portiere avversario, al cinquanta della ripresa ecco la frittata, rigore e triplice fischio. Game over su un terreno di gioco che ancora grida vendetta per quello che hanno sprecato i ragazzi, forse era meglio un uno a zero striminzito che aver buttato alle ortiche tantissime occasioni. Credetemi cari amici ma quando ho visto la designazione arbitrale, ho capito che sicuramente c’era qualcosa che non sarebbe andata per il verso giusto. Io non credo alla mala fede, anche perché se in certo occasioni il fato ti da in altrettante ti toglie, ma con Doveri non è possibile che quando arbitri lui succedono sempre contestazioni, con noi fa sempre il protagonista. Non mi riferisco al rigore, che purtroppo devo confessarlo, si concede, ma quello che combina in campo e sicuramente sarà rimarcato anche in tv. Berardi andava espulso per la gomitata a D’Ambrosio era netta e volontaria, questa persona già lo scorso anno è stata cacciata per fallo analogo e la sua recidività non è stata punita, da un direttore di gara che ha fatto finta di non vedere. Fermava il gioco su azioni nelle quali potevamo avere il vantaggio, invece, appena un giocatore del Sassuolo cadeva in terra, fermava il gioco. Questo non è il gioco del calcio nella maniera più assoluta. Le gare si perdono e si vincono, mettendoci sul terreno di gioco tutto quello che si ha in corpo, ma non si può essere succubi di personaggi del genere che amano l’essere protagonista, a discapito di chi fa sacrifici per andare allo stadio e veder giocare i propri beniamini e chi investe tanto denaro (le società). Per carità questo non deve essere un alibi, non si possono concedere tanti metri di campo a una squadra che palleggia bene e gioca discretamente, e poi Mancini deve capire che ci sono giocatori nella nostra rosa che non sono da Inter, non sono da squadra che vuole restare al vertice. Non comprendo come l’Inter abbia potuto acquistare, al costo di tantissimi milioni, un giocatore che non ha fatto e secondo me non farà mai la differenza in campo; sventolando al vento un contratto che ha fatto felice solo la società che l’ha venduto e chi invece non c’è riuscito ad acquistarlo. Invece in sede si pavoneggiavano di aver soffiato il campione o presunto tale ai cugini. Il mio riferimento è nei confronti di Kondogbia, spiace dirlo, ma il ragazzo non si è ambientato, non riesce a dare il là per quel salto di qualità definitivo che tutti gli chiedono e di cui la squadra ha bisogno. Di giocatori del suo standard l’Italia ne è piena, con questo non voglio dire che la sconfitta odierna è merito suo, per carità, l’unico a doversi addossare la colpa è lo stesso tecnico che non è stato capace di catechizzare a dovere i giocatori. Il traguardo era ambito ma c’è sfuggito come sabbia tra le dita, forse recriminando questa volta più di tante altre, ma il risultato ci penalizza più del dovuto. Si dice chi vince ha sempre ragione, è vero, ma bisogna lottare sempre e comunque, ripartendo per l’ennesima volta, facendo tesoro degli errori commessi sperando non si ripetano e questa volta con la mentalità giusta, senza fronzoli o ricami di gioco che non servono a nulla anzi, adottando quella concretezza e cinicità che più si confà all’essere una grande squadra, perché a noi non regala nulla nessuno, anzi…AMALA!
Antonio Dibenedetto
…l’Epifania che manca!
Tra il sacro e il profano. In questa giornata, che si festeggia e si ricorda a tutti l’epifania di nostro Signore a un mondo ancora crudo, ebbene tale manifestazione non è ancora stata ben definita per quanto riguarda il gioco dell’Inter, che ahimè, latita ancora. Lo spirito, quello sano e giusto, si è visto a sprazzi, ma non c’è ancora quella continuità, quella fluidità che molte squadre di vertice hanno, mentre i nostri ragazzi si limitano a fare il compitino senza eccedere. Secondo il mio modesto parere sarebbe bastato che i ragazzi avessero avuto un po’ più di fiducia nei propri mezzi che si fossero ricordati che sono degli ottimi giocatori, giocando in modo semplice ed efficace creando occasioni, com’è accaduto nell’avvio della ripresa dove si poteva incrementare di gran lunga il punteggio, evitando a tutti i tifosi, quindi anche al sottoscritto, patemi d’animo di sofferenza sino alla fine di una gara che era importante vincere. Molte persone avranno ripetuto che l’Inter è solo fortunata, che c’era un rigore solare a favore dell’Empoli, che il primo tiro verso la porta avversaria è arrivato a fine primo tempo mentre il nostro Samir ha dovuto compiere alcune parate importanti. Queste sono considerazioni giustissime, per carità, ma la forza dei campioni è il cinismo farcito di fortuna e caparbietà. Mancini si sarà giustamente arrabbiato negli spogliatoi, tant’è che al ritorno in campo qualcosa è cambiato. Lui è il condottiero, a lui si deve la manovra che la squadra adotta in campo, lui è l’artefice delle vittorie quanto delle sconfitte, quindi è lui che deve dar conto se la squadra non applica al meglio i suoi dettami calcistici. Forse è meglio riflettere, se è davvero il caso di rivoluzionare una squadra che ancora rimane inespressa. Di nomi se ne fanno tanti, di arrivi e di partenze anche, ma alla fine credo che tutto rimarrà inalterato nei valori. Bisogna avere il coraggio delle proprie decisioni e mandare in campo una formazione, la migliore in assoluto, senza preclusioni di sorta. In assoluto lo sto asserendo da sempre l’Inter non ha altri impegni, quindi non ha assolutamente senso fare turnover per far riposare chi? Il popolo interista vuole fortissimamente tornare a primeggiare, non si deve mollare un solo centimetro, gare come quella di stasera deve essere solo un ricordo, senza menzionare quella cervellotica di San Siro contro la Lazio. Con forza dobbiamo credere in noi stessi, che possiamo farcela, anche se ci definiscono brutti, ma siamo vincenti a noi non interessa altro, per il momento basta così …AMALA!
Antonio Dibenedetto
Harakiri….Inter!!!!
Ennesima occasione buttata al vento, abbiamo regalato tre punti a una squadra che ha trovato vita facile complice il non gioco della nostra, purtroppo abbiamo sbagliato letteralmente partita. Tante volte in precedenza ho lodato la caparbietà, la ferma decisione di voler cambiare in corso d’opera una formazione che pareva davvero approssimativa, ma stavolta ahimè devo assoggettare la sconfitta odierna all’unico artefice capro espiatorio di una prestazione assurda dei ragazzi, in un’unica parola Mancini. Già proprio lui che ha cambiato per l’ennesima volta gli attori in campo, non è possibile che non si possa far giocare per due volte consecutive la stessa formazione? Quando termineranno gli esperimenti: a fine campionato? Come ha fatto a non vedere che in mezzo al campo non si giocava la palla con raziocinio? Non è possibile che non si sia reso conto della nullità assoluta di Felipe Melo, artefice in condivisione con il tecnico della débâcle odierna? Questi sono quesiti che s’insinuano come tarli e scavano nella mente di noi tifosi, come si può essere tanto insensibili da non costatare che stasera, non si è persa solo una gara, ma molto di più, la certezza per le altre squadre di potere avere vita facile sulla nostra fragilità emotiva. Bisognava dare una risposta concreta alle inseguitrici che hanno tutte vinto, di una solidità che oggi è divenuta davvero latente, con l’isterismo di alcuni, in primis Felipe Melo. Non mi sto accanendo contro di lui, sia ben chiaro ma oggi ha perso davvero la testa con passaggi in orizzontale che vietano sin dagli albori ai ragazzini delle scuole calcio, con interventi disgraziati e puniti giustamente, come in occasione del calcio di rigore o come quando è stato espulso reo di un intervento da codice penale su Biglia. Come può un calciatore di levatura (presunta) internazionale come la sua, commettere simili errori. Mi rendo conto che non è mai stato un campione questo sì, forse un buon giocatore, ma con la scellerata gara di stasera, sarebbe meglio metterlo addirittura sul mercato, non è da Inter anzi! Spero solo che Mancini si renda conto che deve puntare su di un modulo, su undici giocatori di base tali da creare un’ossatura con la quale andare avanti, le competizioni fra giocatori non hanno mai fatto del bene nello spogliatoio, hanno solo il campionato e per una gara la settimana si può farli giocare con continuità. Al termine della gara non ho visto nulla in televisione, non mi andava di sentire questo o quello che accampava scuse inutili sulle quali non si può costruire nulla di serio. Bisogna avere il coraggio delle proprie scelte, dimostrare di avere gli attributi giusti per puntare in alto, basta nascondersi sulla considerazione che ci sono squadre meglio attrezzate di noi per la vittoria finale. Ora basta bisogna essere realisti e credere nel proprio lavoro, non si sta lì in cima per opera divina, quindi con convinzione bisogna giocare le gare con il piglio della prima della classe e basta scuse, il popolo interista lo pretende anche perché nulla è ancora compromesso. Il nostro apporto, il nostro amore verso questi colori è sempre uguale, anzi di più e in maniera incondizionata, senza risparmio tifiamo per i nostri beniamini, ma vogliamo concretamente che quest’amore sia ricambiato, anche perché noi ci crediamo! Ora carissimi dopo la bellissima serata al Bon Bon del nostro amico interista Atos, dove ci siamo, nonostante tutto in maniera conviviale, scambiati anche gli auguri per le prossime festività, ecco che il sottoscritto anche a nome del direttivo dell’Inter Club “Giacinto Facchetti”, esterna a voi tutti e alle vostre famiglie i migliori auguri di un Buon Natale e un felice 2016, che nasca sotto degli ottimi auspici colmi di serenità salute e benessere per tutto il popolo nerazzurro ….AMALA!
Antonio Dibenedetto
…Implacabili!
L’Inter cala, sul manto verde del Friuli, un fantastico poker! Ancora una volta il Mancio ci ha sorpreso, mettendo in campo una formazione molto spericolata, lasciando il centrocampo nerazzurro in mano a Felipe Melo e Freddy Guarin che ieri sera hanno concesso, secondo me, un po’ troppo. Per fortuna l’undici in campo ha giocato da squadra, si sono aiutati con la voglia di giocare, con un sano agonismo. Raddoppiavano e faceva girar palla con un pressing tal volta asfissiante, e quando concedevano occasioni da rete agli avversari, non pareva vero di tanta grazia, ma ecco che rubava la scena a tutti il grande Samir che parava tutto, anche la loro frustrazione!
Da sportivo però non posso esimermi dal costatare che l’Udinese questa sera ha giocato una gran bella gara, forse senza gli errori in difesa e forse se non avesse trovato dinanzi l’Inter così in palla e con una voglia grandissima di affermarsi, forse l’Udinese avrebbe portato a casa un risultato positivo.
Mancini sta dimostrando una giornata dopo l’altra, che è un grande stratega, ha voluto i giocatori giusti, li ha plasmati e ha costruito una squadra camaleontica, come una perfetta operazione matematica, nella quale pur cambiando il posto degli addendi, il risultato rimane invariato. Qualsiasi interprete decide di far giocare, questi s’inserisce alla perfezione nello scacchiere nerazzurro, l’ultima sorpresa è stata Montoya. Da bidone estivo a giocatore ritrovato ieri sera, costante spina nel fianco nella corsia esterna dei friulani.
Ennesimo tassello quello posto ieri sera, nella scalata a un titolo che solo a pensarci mette i brividi. Viviamo alla giornata per ora ci godiamo questo distacco, che se rimane tale, ci porta tanta felicità a discapito di tutti i gufi di varie fazioni e colori, che pregustavano una nostra sconfitta. Dico loro che dovranno attendere ancora un po’, poiché giocando come sappiamo e avendo questa fame non sarà facile pronosticare un nostro passo falso, siamo lì in cima e vogliamo restarci il più lungo possibile, se ne facciano una ragione un po’ tutti. Fino in fondo siamo stati screditati per tanto tempo e abbiamo in corpo tanta di quella rabbia che lotteremo strenuamente per quei posti che ci competono noblesse oblige, noi siamo l’Inter e basta…AMALA!
Antonio Dibenedetto
( Partenza dalla sede di Tre Ponti)
(Arrivo allo stadio)
Una giornata molto particolare !
Tutto è organizzato al meglio. Ci si appresta a sistemare le ultime cose, facciamo ordine con il presidente, il vice e il sottoscritto. Panini pronti, bandiere pronte e spiegate, tanto entusiasmo che in questi casi non fa certo male. In attesa dell’autobus e di tutti gli amici nerazzurri che hanno condiviso con noi, e direi con entusiasmo, questa trasferta all’insegna dello stare insieme in amicizia. Quando le lancette si sono posizionate in un modo diametralmente opposto ecco che finalmente si parte, ma prima tocca fare la consueta foto di rito dinanzi alla nostra sede. Il viaggio fila liscio, non ci sono intoppi e neanche la foschia e il freddo pungente riescono a spegnare il nostro entusiasmo. Prima sosta per rifocillarci, con uno spuntino offerto dall’Inter club, quindi si riparte alla conquista di Milano. Eccoci arrivati, nello spiazzo, dove di solito parcheggiano gli autobus, dinanzi alla grandezza dello stadio Meazza di San Siro. Uno stadio che incute un certo senso di disagio, un’opera così maestosa e imponente che quasi ti lascia a bocca aperta, poi quando ti si è presentata, velata dalla foschia come a noi, bè un certo non so che ti avvolge! Dopo tanti chilometri vogliamo rendere indelebile questo ricordo, ecco che riprendiamo i nostri vessilli e suggelliamo il tutto con uno scatto, che rimarrà stampato nel nostro cuore ancorché in un’immagine da mostrare con orgoglio. Non ci resta che attendere l’apertura dei cancelli per entrare, finalmente nella scala del calcio. Queste sono le emozioni che ha provato il sottoscritto ma credo che la maggior parte di noi ha provato, e anche se si ritorna con frequenza qui, ogni volta è come se fosse la prima: è incantevole! La gara dei ragazzi scivola via con il nostro entusiasmo, ci esaltiamo a ogni azioni e lo scatto dal seggiolino è d’obbligo quando Perin compie un vero e proprio miracolo nel primo tempo. Anche se i primi quarantacinque minuti erano terminati con il risultato iniziale, ho sempre avuto la sensazione che la partita si potesse sbloccare da un momento all’altro, vuoi per la nostra pressione continua e vuoi per il non gioco del Genoa il cui imperativo iniziale era quello di cercare di portare a casa almeno un punto. Si sa in questi casi che quando giochi, racchiusi in venti metri e non tiri in porta, alla fine non puoi sperare che limitare i danni, vero Gasperini? Anche questa sera ci sono stati degli errori arbitrali, direi importanti, che hanno formalizzato un risultato striminzito che ha sicuramente fatto piacere a tutti i sapientoni, o presunti tali, del calcio. Quelle persone che credono che il risultato sia importante, lo è per certi versi, ma la prestazione lo è molto di più e non solo di contorno, secondo me taluni personaggi, prima di parlare a vanvera, non devono limitarsi alla lettura del risultato ma avere contezza degli accadimenti della gara. Se poi a questo ci si aggiunge che a fine gara il mister ligure, in sala stampa ha dichiarato di aver giocato meglio dell’Inter e di aver avuto nel corso della stessa più occasioni, allora si sfiora il paradosso anzi il ridicolo. Perché nel mondo del calcio, per non dichiarare i propri limiti caratteriali, le proprie mancanze tattiche e tecniche si dicono delle vere e proprie cavolate. Sono degli stolti perché sono puntualmente sconfessati da chi, però la gara l’ha vista e con cognizione di causa. Comunque una vittoria strameritata che ci proietta nuovamente in vetta alla classifica, con una consapevolezza che rafforza le nostre convinzioni, atte a non mollare quel vertice che sinora abbiamo cercato e meritato, a discapito di chi ci denigra! Torniamo alla nostra base quando oramai è notte fonda, stanchi fisicamente, senza voce per aver inneggiato e urlato il nostro amore verso la nostra squadra, ma felici nell’animo per la bellissima giornata trascorsa, val bene questo sacrificio perché l’Inter: si ama…non si discute. Torniamo alle nostre abitazioni con la volontà di ripetere questa bellissima esperienza che ha rafforzato la nostra fede nerazzurra e spero abbia cementato la nostra amicizia in un gruppo davvero stupendo…. Grazie a tutti voi che avete partecipato a rendere indelebile questa fantastica, direi di più, giornata molto particolare e vi aspettiamo il giorno 20 dicembre al “Bon Bon” per chiudere questo anno fantastico con un’altra iniziativa del club per tutti i nostri amici soci e non, noi ci saremo …AMALA!
Antonio Dibenedetto
….Questione di centimetri!!!
In un San Paolo gremito e inneggiante a festa sotto l’egida del vessillo bianco-azzurro, i nostri ragazzi hanno dimostrato di avere carattere da vendere. Anche se il risultato non ci ha dato ragione per una mera questione di centimetri, la gara di ieri sera ha rinforzato, qualora ce ne fosse stato bisogno, la forza dell’Inter che ha dimostrato su di un campo difficile, quello partenopeo, di possedere una determinazione unica che ci fa ben sperare per il proseguimento del campionato, e con veemenza gridiamo a tutti che: “Noi ci siamo!”.
Di solito è difficile dover commentare una sconfitta, bruciante per alcuni versi, per come si è concretizzata. Almeno per questa volta però, lo scrivente è sereno nell’affermare, e non da tifoso ma da amante di questo sport, che quella consumata ieri sera è stata una stortura bella e buona. Non si possono rovinare gare belle e intense come quella di ieri sera, non amo parlare dei direttori di gara, anche perché reputo Orsato un eccellente arbitro, ma se Mancini intervistato nel dopo gara inveisce versa una direzione arbitrale non proprio all’altezza, sicuramente non ha proprio torto. Si potrà dire che è un dettaglio, ma secondo il mio modesto parere è importante, forse la sconfitta poteva maturare in altro modo, non abbiamo la riprova, ma potevamo giocarcela senza dubbio ad armi pari. Forse l’aver subito un presunto “sopruso”, è scaturita nei ragazzi la voglia di raddoppiare gli sforzi quasi centrando un pari, che sarebbe stato “strameritato”, per gli sforzi profusi nella fase finale, in virtù dei due pali centrati nel breve e una super parata di Reina. Per carità con questo non voglio togliere merito a una Napoli che ha ben giocato, ma che nel modo più assoluto non c’è stato per nulla superiore, anzi. Si sa che comunque chi vince ha sempre ragione, ma di qui affermare che il Napoli ha avuto più occasioni da goal, che ci è stato superiore ce ne passa, vero Sarri? Forse io ho guardato la partita con l’occhio del tifoso, ma rammento tre tiri di Higuain verso la porta centrandola per ben due volte, di parate del nostro Samir una forse due. Il tecnico partenopeo non rammenta sicuramente le occasioni che i ragazzi hanno creato prima con Perisic, poi con il tiro fuori di poco di Guarin oltre a quelle create nel finale. Tirare l’acqua al proprio mulino va benissimo, ma negare l’evidenza allora non ci sto! Si dovrebbe fare più autocritica ed essere razionali rendendo merito all’avversario, specie quando ha un uomo in meno, quando si commentano certe partite. Sono sicuro che a parte invertite il patron bianco-azzurro, avrebbe sicuramente inveito al complotto delle squadre del nord contro di quelle del sud e della sudditanza psicologica, che ultimamente si è cementata al contrario.
Così dopo ben venticinque anni il Napoli ritrova la vetta della classifica, ma credo che non avrà vita facile, godetevi il momento è giusto, ma per il futuro statene certi che farete nuovamente i conti con noi, non molliamo questo è certo e faremo di tutto per ritornare lassù perché noi siamo l’inter, il resto non conta… AMALA!!!
Antonio Dibenedetto
…Il collante giusto!!!
Ennesima gara che dimostra la bontà della strada intrapresa dalla società, dal tecnico e di conseguenza dalla squadra, verso una qualità che man mano verrà fuori e un gioco che non potrà che migliorare sempre più.
Ieri sera alla lettura delle formazioni, credo che in molti come il sottoscritto, hanno aggrottato le ciglia di disappunto, per le esclusioni eccellenti dall’undici titolare. Come il solito, alla fine il nostro “Mancio” ha avuto ragione, proponendo giocatori motivati che non hanno fatto rimpiangere gli esclusi, anzi.
Che la gara interna con il Frosinone nascondesse insidie pericolose questo si sapeva (Juve docet), e se il nostro grandissimo Samir non si fosse esaltato nei minuti iniziali della gara, con una parata spettacolare quanto strepitosa, forse ora parlavano di un’altra partita. E’ altresì vero che con i se, e di conseguenza con i ma, non si va da nessuna parte, per il semplice motivo che non si ha contezza di come poteva andare. L’unica certezza che la gara di ieri ci ha lasciato in eredità, è la consapevolezza di aver trovato il collante giusto per questa squadra, quella coesione che a lunghi tratti ha sopperito a una vigoria tenace che i ciociari hanno messo in campo, con interventi di gioco a volte molto duri.
Tutto ciò i ragazzi l’hanno arginato con una dimostrazione di spirito di adattamento unico e sacrificio, fornendo una prestazione maiuscola che fa ben sperare per la gara che ci propone un Monday-night da brividi. Ci attende la cosiddetta prova del nove, una gara che ci darà ancora più stimoli e autostima, in caso di risultato positivo e sperando (con i debiti scongiuri) che il San Paolo di Napoli ci porti in dote una bella gara ben disputata come sappiamo fare, senza timore riverenziale nei confronti di una squadra, quella biancazzurra, che gioca davvero un bel calcio.
Tornando alla gara di ieri sera, ribadisco che non avevamo di fronte il Barcellona, bensì un Frosinone che non aveva nulla da perdere mettendo sul rettangolo verde tanto entusiasmo e forza fisica, giocando a tratti anche bene, a onor del vero bisogna però affermare che non si ricordano altre parate impegnative del nostro portiere, anche se il risultato così rotondo forse è ingeneroso nei confronti dell’undici frusinate. Era facile ipotizzare una vittoria con il senno di poi, ma non sempre le gare semplici sulla carta si dimostrano tali anche in campo, ne sa qualcosa la Fiorentina fermata da un bell’Empoli che l’ha surclassata per oltre cinquanta minuti.
La prova di ieri sera della nostra cara Inter, però rende merito al lavoro che i ragazzi compiono settimanalmente, specie nell’ultimo periodo che ha visto tantissimi giocatori nerazzurri impegnati con le loro nazionali, era davvero difficile lavorare con un gruppo molto rimaneggiato. Questa secondo me è l’unica spiegazione, fra l’altro fornita anche dallo stesso tecnico jesino, che ha fatto sì che tutti raddoppiassero gli sforzi verso una vittoria davvero importante che ci proietta in testa alla graduatoria, con merito a mio modesto parere.
I nostri detrattori sono stati serviti a dovere, questa volta non avranno materiale a supporto delle loro fantomatiche tesi, non potranno additarci o tacciarci per la squadra che non ha gioco, i loro rimbrotti televisivi rimarranno nel limbo senza sortire l’effetto sperato e di questo non saranno certo contenti, come faranno a non criticarci per il gioco sparagnino, poiché ieri sera a tratti si è visto anche un bel gioco, con tante occasioni e finalmente diversi goal.
Noi siamo sempre nell’occhio del ciclone, se perdiamo, se il nostro gioco non è spumeggiante, tutti ci danno addosso, di questo siamo consapevoli, ma il nostro orgoglio, la nostra forza è dettata dalla voglia, dal carattere di essere unici, nel bene e nel male, perché noi siamo l’Inter e per noi è normale dover puntare sempre in alto; a volte ci riusciamo a volte meno ma lottiamo sempre con l’intento di provarci sino al fischio finale… AMALA!!!
Antonio Dibenedetto
Et voilà…Kondogbia!!!
Chiedo venia per l’enfasi ma bisogna pur celebrare, quando le cose girano per il verso giusto, un ragazzo che ha dimostrato di possedere le carte in regola per essere un “signor giocatore”, specialmente per il futuro visto la giovane età. Considerando l’aspetto tecnico dimostrato, che non va assolutamente sottovalutato, il transalpino ha spinto e con tenacia tenendo un centrocampo muscolare, che non solo nel primo tempo ma addirittura anche nel secondo, ha costruito con gli altri giocatori di reparto, una diga resa quasi insormontabile, per gli opposti granata. E quando ci sono state alcune falle, allora prontamente ha provveduto il nostro perfetto numero uno: “iceman Handanovic”. Mi rendo conto che non siamo bellissimi da vedere, che ci sono squadre che giocano ben altro calcio, che gli esteti della palla rotonda amano ben altri team, ma in buona sostanza abbiamo dimostrato sinora di essere una squadra rocciosa e con merito ci prendiamo tutti i risultati ottenuti e una posizione che ci premia, con grande soddisfazione. In contrapposizione a tutto ciò però vi è una considerazione da fare, come dice anche Mancini, la squadra non gioca ancora il suo calcio, quello che lui vorrebbe, ma se si decidessero di metter in campo quello che provano in allenamento allora non ce ne sarà per nessuno! Queste sono ipotesi aleatorie, non vi è una reale motivazione e neanche una riprova di quanto menzionato, ma io direi in buona sostanza, avanti così teniamoci ben stretti i risultati ottenuti e poi le prestazioni e il gioco alla lunga verranno fuori. Nessuno però dei sapienti del calcio, atti solo a criticare, ha detto che comunque questa squadra ha compiuto seri e profondi cambiamenti in seno alla rosa; che comunque del tempo ci vuole per saldare un amalgama importante tra reparti. Con soddisfazione da tifoso io ci credo, anche perché quando termineranno le “concessioni”, in maniera ancora fin troppo evidente in occasioni lasciate alle altre squadre, quando si giocherà con costanza e raziocinio per gran parte della gara, quando vorranno giocare da squadra (quest’anno l’hanno fatto poche volte), allora si che ne vedremo delle belle! Tornando alla gara dell’olimpico di Torino, secondo il mio modesto parere è stata ben interpretata, si è sofferto in alcune circostanze anche perché bisogna tener conto che l’undici granata è una signora squadra e questo avvalora ancor più il merito della vittoria ottenuta. Forse a essere un po’ pignoli, bisogna aver il coraggio di chiuderle queste gare, cercando con veemenza magari il secondo goal e non fare una melina sterile con un possesso palla che fa solo irretire. Ultima considerazione, si dice da più parti e sempre dai già citati sapienti del calcio, in sintesi quelle persone che a volte aprono la bocca solo per dar fiato, senza avere la benché minima cognizione del vero gioco del calcio, o per lo meno lasciano suppore di avercela, che negli anni ci sono stati allenatori che hanno vinto scudetti, con il cosi detto “gioco all’italiana”, con una moltitudine di risultati striminziti che alla fine hanno portato all’agognato titolo. Da più parti si dice che il calcio è evoluzione e non si può tornare indietro, bisogna migliorarsi, se poi il gioco sparagnino lo fa addirittura l’Inter ecco che giungono addosso alla società, al tecnico e a tutta la rosa, gli strali malefici di tutti quelli che gridano allo scandalo! Quello che manca a tutta la stampa, agli addetti ai lavori è la coerenza, che di certo non si acquisisce al supermercato, se ben ricordo anche dell’Inter del grande maestro “Mou”, dicevano che la squadra non aveva un gioco, però tutti noi sappiamo benissimo, e direi con grandissima soddisfazione, com’è andata alla fine: un “Triplete” che in Italia nessuno ha mai fatto, anche se da più parti ogni anno distribuiscono ai quattro venti dichiarazioni belligeranti, che sono pronti a imitarci, invano però. Troppo semplice salire sul carro dei vincitori, bisogna saper apprezzare il lavoro altrui anziché criticare a spron battuto e poi come si dice in questi casi se son fiori, fioriranno. Nel bene e nel male noi siamo l’Inter e dei commenti e degli sproloqui altrui ce n’infischiamo, soprattutto di quelli che allo stato attuale stanno rosicando, ma di brutto…Amala!!!
Antonio Dibenedetto
… Era ora!
Credo che nella bellissima notte di San Siro, molti tifosi interisti avranno proferito con soddisfazione la frase: “Finalmente… era ora!”. Già una frase che racchiude uno stato d’animo, accumulato nel corso di prestazioni dei nostri ragazzi non sempre disputate al meglio, ma questa sera ci hanno restituito tutto quello che abbiamo preteso da tempo e molto di più.
Una soddisfazione indicibile aver visto giocare a tratti anche in un modo superbo, da squadra con sacrificio e abnegazione aiutandosi vicendevolmente, con due giocatori una spanna sugli altri, mi riferisco a chi ha realizzato la rete partita, giocando senza risparmio, come sempre, lottando su ogni palla e chi ha, con le sue parate, sigillato l’esiguo ma preziosissimo vantaggio.
Sugli scudi, infatti, ci sono Medel e Handanovic, guerriero con grinta e carattere il primo, strepitoso ed eccezionale il secondo. Ma mi par giusto dare merito a chi ha messo del suo in questa vittoria, mi riferisco a Roberto Mancini, ha impostato la gara con una maniacale precisione tale che, alla lettura delle formazioni, secondo me qualcuno gli ha pure dato del matto.
Per il semplice motivo che ha mandato nella mischia giocatori, prematuramente accantonati con molta fretta e superficialità, che da grandi professionisti si sono sempre allenati con costanza, si sono fatti trovare pronti, mi riferisco a D’Ambrosio e Nagatamo autori di una gara maiuscola.
In contrapposizione se Mancini li ha messi in campo, ha valutato la loro voglia messa in campo di allenamento, quindi li ha premiati con una gara da titolari.
Credo che qualcuno si sarà altresì scandalizzato dalla bocciatura momentanea di Icardi, ma secondo me la gara è stata vinta proprio non dando punti di riferimento alla difesa avversaria, con tre punte di movimento che alla bisogna rientravano anche a centrocampo e tal volta anche in difesa, vero Perisic.
Questa gara ci ha inorgoglito parecchio, speriamo solo che sia il cosi detto là per un futuro radioso, i ragazzi devono ancor di più credere in loro stessi e continuare con queste prestazioni maiuscole, non vi nego con tutta sincerità che dopo il primo tempo, ho avuto la sensazione che si continuava a regolare come le precedenti gare, un tempo all’avversario.
Invece no, i ragazzi hanno continuato a giocare con carattere e determinazione, volendo con grinta una vittoria che alla fine è arrivata, sancendo il sacrificio dei nerazzurri, riversato sul terreno di gioco e perché non crederci al momento, anche la vetta della graduatoria!
Ora è il momento di non mollare la presa, domenica ci aspetta una partita, nell’insolito orario del primo ordinario, da disputare con la stessa grinta, perché di fronte avremo una squadra che ne ha da vendere, anche con le ferite ancora aperte di una gara persa all’ultimo secondo in un derby ben disputato.
Credo che noi tifosi dovremmo star sereni, abbiamo ritrovato una squadra, che sebbene pazza come recita il nostro inno, non ci deluderà, ribadisco io ci credo!……AMALA!
Antonio Dibenedetto
…Indifendibili!
Si continua con lo stesso copione, lo stesso cliché, lo stesso modo di giocare approssimativo che stancamente non riesce più a entusiasmare nessuno, neanche il più grande degli ottimisti punterebbe un solo euro su questa squadra. Noi ci crediamo ancora nonostante tutto, ma per questo povero gioco, siamo messi spesso alla berlina, per quello che i nostri beniamini dimostrano sul terreno di gioco. Secondo me per questa squadra, che in allenamento dimostrano carattere e voglia, in partita ufficiale invece fanno trascorre molto tempo, in genere quarantacinque minuti, prima di dimostrare che sono capaci a interpretare al meglio questo fantastico sport. Allora è da un pezzo che mi pongo questa domanda, penso che anche qualsiasi tifoso nerazzurro se la ponga, ma perché non giocano con coerenza sin dai primi minuti, perché l’avversario di turno ci deve mortificare prima di tirare fuori gli artigli? Sono risposte che secondo me non avranno mai una risposta concreta, per il semplice motivo che anche Mancini non sa più come motivare questa squadra vittima di chissà quale sortilegio. Anche martedì in quel di Bologna si è consumato l’ennesimo scenario pietoso, dopo un primo tempo da encefalogramma piatto, la scossa è avvenuta dopo l’espulsione di Felipe Melo (seppure a mio modesto parere molto generosa) da uno sfortunatissimo, almeno nei nostri confronti, arbitro Banti. Sarà il caso che in società richieda, agli organismi preposti, di non far arbitrare più questo signore le nostre gare? Tutte le volte quest’uomo fa il protagonista, evidenziando con il suo comportamento, il nostro carattere sempre più labile. Con questa condizione si è iniziato a spingere leggermente sul piano del gioco, che a tratti è venuto prepotentemente fuori, creando qualche buona occasione, anche se c’è voluto uno svarione felsineo per permetterci di andare in vantaggio. La gara non è assolutamente stata di quello che andranno a finire negli annali, ma l’unica cosa che al momento c’interessa sono solo i tre punti. E se a fine gara l’intera posta è stata alla nostra portata, dobbiamo solo ringraziare il nostro Samir che ha neutralizzato da campione il tiro a distanza ravvicinata di Destro, per fortuna uno scellerato Ranocchia non è stato sanzionato con un calcio di rigore che poteva essere concesso, per un’evidente spinta del centrale sul puntero bolognese, che stava commettendo un patatrac davvero letale. Neanche il mitico Parry Mason sarebbe in grado di difendere questa squadra, che al momento è davvero indifendibile e se non cambia registro alla lunga ne pagheremo le conseguenze, iniziando purtroppo da sabato sera quando a Milano arriverà la prima della classe. Una Roma che al momento gioca bene, anche se in difesa è abbastanza vulnerabile, dovremo fare la così detta partita perfetta per limitare i danni, giocando davvero da grande squadra quale vogliamo essere. Ultimo aspetto che voglio rimarcare è il giusto sfogo di Icardi, secondo il mio modesto parere, lui purtroppo se non gli arrivano palloni decenti come può far goal se deve anche tornare a centrocampo, conquistare il pallone e far ripartire l’azione e nel frattempo essere lucido davanti alla porta? I giocatori devono supportarlo e giocare in modo armonico per far sì che la squadra avversaria deve preoccuparsi di marcare più persone e non la sola punta lasciata e isolata lì davanti. Cari amici purtroppo non riesco a gioire per un qualcosa che allo stato attuale non mi soddisfa, mi rendo conto altresì che c’è chi sta peggio, ma io amo guardare solo a “casa mia”, degli altri non m’importa nulla, amo con tantissima intensità questi colori nonostante tutto e tutti …AMALA!
Antonio Dibenedetto
…Non sappiamo più vincere!
Purtroppo questa è una constatazione, anche in considerazione di quello che è successo stasera, dove abbiamo buttiamo alle ortiche l’ennesima gara e con essa dei punti vitali per i nostri obiettivi, che secondo me non sono per nulla accostabili alla conquista del fatidico tricolore. Continuiamo a regalare un tempo agli avversari, poi d’un tratto ci si ricorda che siamo l’Inter, allora iniziamo a giocare con voglia, cattiveria e agonismo. E’ davvero incomprensibile e direi quasi cervellotico questo modo di impostare le gare, ma non credo che sia fatto in modo sistematico, ma che venga fuori da un approccio alla gara sbagliato e su questo che l’allenatore deve lavorare con intensità.Nel frattempo diamo adito a tante illazioni, che da più parti evidenziano il nostro “non gioco”, come causa principale delle figure barbine che subiamo, non certo da grande team. Se le altre squadre, al nostro cospetto corrono per gran parte della gara, noi invece no. Il nostro motore non è solo diesel, ma forse un prototipo di altri tempi, ci mettiamo un bel po’ per carburare e in questo periodo di gara, in cui siamo molto passivi, soffriamo terribilmente il gioco altrui e alla fine non ci resta che recriminare per una mentalità e un carattere che ancora latita, non riesce a venir fuori: a emergere! Certo che però quando non gira, è inutile prendersela con gli altri, nel caso specifico della partita con il Palermo, Sorrentino è stato davvero bravo a neutralizzare da campione le occasioni create dai ragazzi e se come dicono tutti l’attacco al momento, risulta sterile, allora arriverà il giorno in cui le nostre punte avranno più fortuna. Senza contare che poi quando si prendono dei goal come quello di Gilardino, allora ti cadono davvero le braccia, sembrava una parodia degna del miglior film del ragionier Fantozzi, perché la palla prima di finire la corsa in rete ha subito tante involontarie quanto decisive deviazioni: pazzesco! Mancini sta mischiando ogni volta le carte, decidendo con saggezza come gestire la rosa a disposizione, ma proporre un patrimonio come Kongdobia ancora indietro di condizione, che al momento fa fregare le mani a chi non l’ha acquistato in estate, secondo me è davvero deleterio. Questa volta non voglio parlare di giocatori ma di modulo, Mancini sa quello che deve fare, nessuno gli chiede lo scudetto (al momento) ma almeno, stando alle competizioni che l’Inter sta disputando (solo campionato e coppa Italia), dovrebbe provarci ma con l’intensità giusta e se poi alla fine ciò non dovesse verificarsi, pazienza per lo meno ci ha provato senza avere nessuna scusante per l’eventuale fallimento. Dimentichiamoci in fretta la Sicilia, oramai è evidente che non ci porta bene, sono ben cinque anni che non ci concede più i tre punti. Pensiamo all’Emilia che mercoledì ci ospiterà, in una gara quella con il Bologna dove si cercherà di riprendere il passo e il feeling con la vittoria, anche perché domenica ci farà visita a San Siro, una Roma galvanizzata dal successo sulla Fiorentina ma ancor di più per la conquista della vetta della classifica. L’unica condizione è non mollare, tenendo ben saldi i piedi in terra cercando nel più breve tempo possibile, di colmare quel gap con le altre squadre che al momento, purtroppo è ancora molto evidente!……AMALA!
Antonio Dibenedetto
… Pari e patta!
Alla fine è arrivata la cosi definita madre di tutte le partite: il derby d’Italia, che quest’anno parte un po’ in sordina, per colpa diciamolo dell’undici bianconero, attardato in classifica ma, ciò nonostante la paura di vincere ha fatto giocare entrambe le squadre con una sorta di freno a mano azionato.
La serata proponeva un match che avrebbe potuto delineare ben altri scenari, l’undici torinese per un definitivo rilancio, poiché per loro la vetta in questo periodo appare una vera e propria chimera, mentre per noi doveva essere una gara adatta a verificare le nostre chance per rimanere nelle primissime posizioni. Alla fine per com’è terminata, rimane il solo rammarico, da ambo i fronti, sia per i legni colpiti sia per le occasioni create e non concretate, anche se comunque bisogna affermare che sostanzialmente le posizioni in classifica non sono cambiate granché.
Anche se secondo me un concreto miglioramento si è visto, almeno nel gioco, rispetto alle gare disputate prima della sosta, i ragazzi hanno disputato una gara attenta e con pressing sul portatore di palla avversario, in buona sostanza hanno messo in campo una vigoria che da più parti veniva auspicata ma mai messa in pratica sinora.
Tutto sommato la partita è stata piacevole, anche se non vi nego che in cuor mio ci speravo, credevo che alla fine potesse sopraggiungere una vittoria che ci avrebbe dato tantissima autostima, specie alla fine di un primo tempo giocato a viso aperto e con dedizione si sperava in una ripresa con altrettanta vigoria, invece ahimè ciò non si è verificato e non vorrei essere blasfemo, se dico che alla fine meglio di così non poteva andare. La Juve ha giocato meglio nel secondo tempo, con delle folate sulla destra di Cuadrado autentica spina nel fianco della difesa interista, però in buona sostanza non è che i portieri abbiano dovuto fare gli straordinari, non ricordo nessun intervento prodigioso dei rispettivi numeri “uno”. E’ stata una partita giocata molto sulle ripartenze e nessuna delle due ha avuto il predominio sull’altra. Però mi rimane il tarlo di sapere come mai nella seconda frazione di gioco i ragazzi, hanno tirato i remi in barca come si dice in gergo, mollando terreno e gioco agli avversari.
Sembra strano e direi quasi inconcepibile, in virtù di un primo tempo, dove con un pressing deciso, si è messo in apprensione un centrocampo e una retroguardia quella juventina, non sempre irreprensibile. Quindi vorrei tanto chiederlo a Mancini il perché di un contraddittorio approccio nel secondo tempo. Forse lui potrebbe addurre che la responsabilità maggiore era dovuta al fatto di aver avuto i giocatori, impegnati nelle rispettive nazionali, solo il venerdì e stanchi delle fatiche di aver dovuto sopportare viaggi intercontinentali, ma è una scusante che sebbene lecita, non è supportata dalla professionalità che si richiede a campioni di quel calibro e in special modo al loro stipendio. Credo comunque che l’intelaiatura di squadra ci sia, bisogna ancora amalgamarla a dovere, far crescere ancora l’affiatamento tra reparti, far giocare chi è più in palla creando tra gli stessi una sana competizione per una maglia da titolare. Penso comunque che Mancini la sua idea di squadra l’abbia sviluppata, credo anche che gli esperimenti li abbia terminati, ora avanti con una squadra degna di questo nome, noi tifosi siamo entusiasti e non aspettiamo altro che consacrare con il nostro amore verso questi colori una simbiosi che mai come ora è così forte per questo gridiamo con tutto il fiato che abbiamo in corpo: forza ragazzi siamo con voi!!!! ….AMALA!
Antonio Dibenedetto
…Sopravvalutati?
Si ritorna a giocare nel solito orario delle partite di campionato, la fatidica domenica pomeriggio. Così dopo pranzo ci aspetta la gara del rilancio, per lo meno sperato ma visto com’è finita la partita, alla fine quella svolta non si è verificata!
I ragazzi hanno disputato un match che rimane in un limbo di emozioni che spaziano tra la disperazione e l’oblio di un gioco che ancora non decolla!!!!!
Anche questo pomeriggio c’è da recriminare per quello che poteva essere e che, di fatto, non si è ottenuto sul campo. Troppo fragili, specie nel primo tempo, si è stati sempre alla mercé di una Sampdoria in palla, che con velocità e tocchi in profondità ha messo seriamente in difficoltà la retroguardia nerazzurra.
Ora che tutto è terminato, come si dice in gergo a bocce ferme, parliamo di un punto portato a casa con merito, guardando il bicchiere mezzo pieno, ma se la precisione degli attaccanti doriani non difettava in modo così imbarazzante (vero Correa?) diciamo di precisione, forse parlavamo di ennesima débâcle meneghina.
Si sa però che il calcio non è una scienza esatta, per il semplice motivo si deve lottare sino al termine se si vuole portare a casa un risultato positivo, e se poi le motivazioni di spogliatoio non raggiungono l’apice e l’intensità giusta, allora si fa affidamento esclusivamente sulla buona sorte!
Dopo un’onesta partita aperta a ogni risultato e dove, anche se a tratti, si è visto anche del buon calcio, mi hanno dato un fastidio indicibile, le dichiarazioni di persone, che sebbene rivestano cariche importanti in seno a società calcistiche, non hanno competenze in merito e parlano a sproposito con un linguaggio che manco un ultras proferisce. (non me ne vogliano gli ultras che ne capiscono molto di più) Non si può sparlare in modo così netto e dire che se c’era una squadra che avrebbe dovuto vincere, ebbene questa era la Sampdoria e che a Marassi è stata perpetrata una “rapina a mano armata”. Con tutta franchezza si può asserire che ci poteva essere la possibilità di vittoria da parte della Sampdoria, me se è stata buttata alle ortiche da parte dei doriani, che colpa ha l’Inter se oggi i giocatori avversari non sono stati capaci di fare altre reti? Non ci sono stati episodi decisivi che hanno palesemente agevolato l’Inter, anzi a essere precisi è stata danneggiata per un rigore sacrosanto non concesso, ma siccome non mi piace tirare in ballo la malafede dei direttori di gara quindi meglio sorvolare.
La cosa che non mi va giù da sportivo prima che da tifoso, e che un presidente dica certe cose, dalle quali si evince in modo propriamente assoluto la propria ignoranza calcistica. A volte certi personaggi parlano per il gusto di apparire, allora cosa avrebbe fatto se fosse stato il presidente del Bologna che in quel di Torino ha subito una beffa colossale per un rigore farlocco concesso alla Juve, ma questo è un altro discorso ritorniamo sulla gara dei nostri ragazzi.
Mancini forse sta perdendo il polso della situazione, facendo giocare giocatori fuori posizione, in primis Perisic. Ma come fa a non veder che il croato è letale sulla fascia, macina chilometri e crossa in modo spettacolare, mentre da trequartista fatica e non poco a trovare la posizione giusta in campo.
Vi sono altri quesiti che avrei voluto rivolgere al nostro tecnico, del tipo che fine ha fatto Brozovic? Come mai anche ieri gli ha preferito, all’uscita di Kondogbia Biabiany? E non ne parliamo di aver fatto entrare il ragazzino albanese Manaj al posto di Ljajic. Sono domande che rimarranno senza risposta purtroppo, spero solo che Mancini sappia quello che sta facendo, perché creare delle crepe nello spogliatoio, è letale per la stabilità del gruppo. Chi ama l’Inter crede in maniera incondizionata nel suo lavoro, sappiamo che il nostro tecnico lavora con i ragazzi in maniera fantastica e fa tutto per il bene della squadra, anche perché dopo la sosta ci attende a San Siro una gara importante, contro una squadra che sebbene adesso sia staccata di ben otto punti, contro di noi cerca in ogni gara l’ennesima rivalsa. Sappiamo altresì che non dobbiamo giocare e lottare solo contro undici giocatori in campo, ma contro entità imprescindibili da ogni evidente raziocinio, poiché episodi di gioco simili, disputati in gare diverse, vengono sanzionati con metro di giudizio diametralmente opposti, quando ci sono di mezzo i nostri prossimi avversari.
La mia non è nella maniera più assoluta prevenzione nei confronti dei torinesi, ma è l’evidenza che si palesa dinanzi agli occhi di tutti, quasi in ogni domenica.
Questo sarà l’ultimo impegno delle nazionali, di conseguenza i tanti giocatori nerazzurri prestati alle varie squadre titolate, finiranno di rischiare infortuni in competizioni qua e là in Europa, cercando di lavorare bene e solo sotto l’egida del vessillo nerazzurro.
Non ci resta che tirare il fiato e ricaricare lo spirito, ripartendo con entusiasmo in vista del prossimo impegno domenicale, in quel derby d’Italia che tanto ci sta a cuore, con la speranza che sia una bella partita e che ci riporti in alto con l’entusiasmo senza frustrazioni di dover ancora recriminare su azioni di gioco poco chiare, contro di loro purtroppo, sono all’ordine del giorno! ..AMALA!
Antonio Dibenedetto
… Braccino corto!
Questa sera si è vista una squadra, quella nerazzurra, che gioca a tratti anche bene, a mio parere, ma che ha il consueto “braccino corto”, nel senso che si accontenta del minimo sforzo per il massimo rendimento. Però meno male che la dea bendata si è ricordata di noi in alcune circostanze, perché con il suo aiuto nulla ti è impossibile.
C’è voluto il brivido della traversa colpita da Sala del Verona per pungolare l’Inter, tant’è che nel cambio di fronte su calcio d’angolo Felipe Melo ha insaccato la rete vittoria!
In contrapposizione però bisogna menzionare la possibilità che i ragazzi hanno avuto per raddoppiare, che a volte come Narciso perdono tempo a specchiarsi, a essere belli e spettacolari anziché essere cinici e pensare a fare goal.
La gara è stata disputata sempre con il pallino di gioco in mano e in special modo nel secondo tempo, i ragazzi hanno avuto la possibilità di arrotondare il risultato, ma hanno sbagliato una moltitudine di passaggi a centrocampo dando coraggio, a un Verona davvero rimaneggiato e impreciso.
A volte penso che ragazzi giochino con l’avversario di turno, come fa il gatto con il topo, ma tal volte quest’ atteggiamento può essere deleterio nell’economia dei novanta minuti e speriamo solo di non continuare a soffrire così davanti alla tv.
I ragazzi devono essere più razionali e leggere le partite nel giusto verso avendo sempre la concentrazione al massimo, senza concedere nulla agli avversari. Sono sicuro che Mancini riuscirà a tenere sul pezzo tutti i ragazzi, come si dice in gergo.
Molti addetti ai lavori, così sono definite quelle persone che “capiscono di calcio”, che l’Inter gioca male, che è brutta da vedere. Mi chiedo, ma se dicevano la stessa cosa anche l’anno scorso che queste gare si perdevano puntualmente, allora non è cambiato nulla? Forse l’unica differenza sono le cinque vittorie consecutive e i quindici punti in classifica, che ne determinano il primo posto! Nessuno però afferma che l’Inter è un cantiere aperto, che i troppi calciatori arrivati pian piano si stanno integrando nel gioco meneghino, sono altresì sicuro che quando parleranno lo stesso linguaggio, allora molti giornalisti si ricrederanno!
Ultima analisi però devo concederla a un nuovo calciatore che si sta affermando: Telles!
Era da tempi immemorabili, forse l’ultimo terzino che sapeva crossare e non solo, (solcava la fascia e spingeva come non mai) è stato Maicon, scusate l’accostamento, ma a me sto ragazzotto brasiliano piace parecchio per l’intensità che ci mette in partita, corre tantissimo e poi, cosa che non dispiace, sa come mettere la palla in mezzo all’aria di rigore avversaria. Ottimo acquisto!
Ora godiamoci questa vittoria, anche se la critica non ci concede nessun beneficio, a noi nulla interessa guardiamo a noi stessi cercando di continuare così, dando sempre il massimo ricercando quella perfezione, che sebbene non sia di questo mondo, la si può ottenere solo con il lavoro, il sacrificio e l’aiuto reciproco …AMALA!
Antonio Dibenedetto
…Continuiamo così!
Nell’insolito orario che già da qualche anno la lega calcio, forse per meglio dire, le reti televisive “padrone del calcio” ci propinano, inanelliamo ancora una vittoria, e sono quattro!
Ancora una gara di sofferenza, sebbene il nostro Samir non abbia compiuto nemmeno una parata degna di nota, ma forse mai come oggi, si è vista la tenacia e la concretezza che i ragazzi hanno messo in campo, nel portare a casa una vittoria, mettendoci vigoria e voglia di prevalere sull’avversario, su ogni palla. In buona sostanza L’Inter ha voluto vincere questa partita a tutti i costi con una cattiveria agonistica vista in tutti gli uomini”.
Non vorrei peccare di presunzione, affermando che anche oggi la nostra squadra si è dimostrata davvero arcigna, essendo farcita di giocatori dotati di una notevole forza fisica e non solo, che lo stesso tecnico ha voluto e ricercato con parsimonia (Felipe Melo su tutti), attendendoli sino all’ultimo secondo del calcio mercato, e sinora i risultati si stanno vedendo. Giocando in questo modo, sono convinto che le squadre avversarie, come sta già accadendo, spesso sbatteranno il muso sul muro interista.
Mancini sta plasmando e inculcando il suo credo calcistico ai ragazzi, loro d’altro canto, lo seguono in tutte quelle correzioni tattiche che dalla panchina suggerisce, visto che corrono come forsennati fino alla fine. Lui si rende conto però che, al momento, non si può avere ancora la brillantezza e gli automatismi che si spera i ragazzi avranno tra 5 mesi, però al momento va bene così, mentre gli altri arrancano noi sulle ali dell’entusiasmo facciamo punti e alla fine è quello che più c’interessa.
Forse a essere un attimino puntigliosi, si può essere critici, nel definire questa squadra, al momento, con il “braccino”, giacché crea tanto ma realizza poco, ma sono sereno nel vedere come si muovono in maniera armoniosa, e poi se inizia a far goal Icardi allora non ci sono problemi.
Mancini ora dovrà fare sicuramente a meno di Murillo per mercoledì contro il Verona, sperando che almeno Miranda possa rientrare e magari dando fiducia a Ranocchia, che catechizzato a dovere non è il giocatore scarso che si vuol far credere.
Visto il prossimo impegno ravvicinato, sono sicuro che Mancini adotterà un po’ di turnover, magari lanciando nella mischia anche Ljajic e chi sinora ha avuto meno spazio, senza però snaturare la squadra.
La lotta si farà sempre più dura, giornata dopo giornata, ma noi abbiamo fame di vittorie, sicuramente non sarà semplice ottenerle, ma con la forza e la coesione che abbiamo messo sul terreno di gioco oggi, almeno non lasceremo nulla d’intentato, però anche per le altre squadre non sarà semplice aver la meglio su di noi, ce la metteremo tutta perché noi siamo l’Inter e vogliamo ritornare sempre più su!!!!…AMALA!
Antonio Dibenedetto
… Un derby di cuore!
Ci siamo ecco la madre di tutte le gare, la partita che ti porta in paradiso, in caso di vittoria, ma è altrettanto vero che può farti scivolare all’inferno, in caso di sconfitta. Queste sono le gare di un’intensità indicibile e di sofferenza sino alla fine, con sussulti per un tiro finito fuori, una gran parata del portiere avversario o per un fallo brutto, con assoluta sincerità devo però rimarcare che questa è stata, in assoluto la vittoria del cuore, ottenuta con una cattiveria agonistica e caparbietà senza pari!
I ragazzi l’hanno disputata con coraggio, cercando di arginare nel finale le folate rossonere con alleggerimenti tal volta troppo frettolosi, ma al momento questa è una vittoria che fa morale e che ci proietta in cima alla graduatoria. Fa morale però anche per noi tifosi, che da tempo immemorabile non vedevamo la nostra cara Inter così in alto in graduatoria, (settembre 2010) così almeno per un po’ possiamo tenere lontani i cuginastri, per non parlare dei bianconeri (frustrati) torinesi!
Analizzando la gara però, devo ammettere che l’inizio non che è stato del tutto semplice, con l’occasione regalata al “puntero” brasiliano, Luiz Adriano neutralizzata alla grande dal nostro immenso Samir.
Per fortuna noi abbiamo un grandissimo portiere, perché in difesa ci sono ancora amnesie davvero cervellotiche e pericolose, quando riusciremo a essere perfetti anche in questo reparto, allora ne vedremo delle belle.
Mancini sta plasmando giornata dopo giornata la sua creatura, i nuovi arrivati stanno conoscendo il gruppo e sono sicuro che i vari Perisic (giocando nel suo ruolo giusto per ammissione dello stesso Mancini) e Telles quando capiranno quello che chiede da loro il tecnico, allora si che vedremo undici giocatori che in campo, giocano davvero da squadra!
Una nota positiva, più delle altre, c’è già e si vede, nella mediana si è visto un Felipe Melo che sembra giocasse da sempre in questa squadra, sopperendo con la sua carica fisica, esperienza e quel carattere da guerriero, alla mancanza di feeling con gli altri giocatori, chiudendo a centro campo ogni varco anche a costo di spendere un cartellino giallo (per la verità quello dato da Rocchi nei suoi confronti, non c’era proprio!).
In ultimo come il solito, devo continuare a rimarcare la caratura di un giocatore che ha una classe immensa, ma che purtroppo gioca con la squadra al massimo trenta minuti in una gara, oggi autore di una grande rete che ha pesato in modo inverosimile sul derby: Guarin!
Il Guaro ha tutto per essere davvero un fuoriclasse, classe potenza ma purtroppo non la continuità. Speriamo che con il tempo sopperisca a questa mancanza e non mi faccia più tornare sull’argomento, smentendomi categoricamente, forza Guaro!
Cari amici, questa sera la soddisfazione è massima e l’orgoglio per questi ragazzi è all’ennesima potenza. Ora godiamoci questa vittoria e non guardiamo più la classifica, giochiamo con la consapevolezza che siamo una grande squadra, che non abbiamo altro che il campionato cercando di far bene in ogni gara. Solo con questa condizione mentale possiamo tornare grandi, in quelle posizioni che più ci competono, e che per troppo tempo ci sono state precluse perché noi siamo l’Inter e il resto non c’importa! …AMALA!
Antonio Dibenedetto
Inanelliamo la seconda vittoria consecutiva di questo inizio campionato, ma forse a nessuno importa che cosa analoga fosse successa anche al primo anno di Mazzarri. Gli scongiuri sono d’obbligo, visto l’accostamento, sperando però che a fine stagione il risultato sia diverso, piacevolmente diverso!
Questa sera Mancini è sembrato più volte irretito, in panchina per alcune fasi del gioco, che non soddisfa per niente la manovra di squadra, con dei rischi io aggiungerei del tutto gratuiti, presi per alcune leggerezze a centrocampo. E’ sempre dura giocare contro squadre che si difendono in undici, racchiusi e poi ripartono velocemente in contropiede.
Ho da sempre affermato che non sono un tecnico, sono solo un appassionato di questo fantastico sport, con una conoscenza meramente da innamorato, non me ne vorrete per alcune mie considerazioni, ma in squadra abbiamo un giocatore che ha delle qualità fantastiche, ma è davvero cervellotico quel suo isolarsi per gran parte della gara e poi tirare fuori, dal così detto cilindro, delle giocate da campione: Guarin! Già proprio lui, sono diversi anni oramai che è all’Inter, ma perché non si rende conto che può davvero dare tanto a questa squadra invece… questo sono misteri che davvero sono difficili da spiegare.
In contrapposizione però ci sono dei reparti che funzionano già molto bene, in questo mercato si è trovato i giocatori giusti su cui puntare come ad esempio Miranda e Murillo, autoritari in difesa; Kondogbia prezioso a centrocampo e con Jovetic che sta trovando, partita dopo partita, la continuità e l’affiatamento con i compagni determinando quella qualità che l’ha contraddistinto, e fatto conoscere al mondo calcistico nella sua lunga esperienza fiorentina.
Questa squadra, a mio modesto parere, manca ancora qualche tassello importante, anche perché non me ne voglia Juan Jesus, ma lui terzino non riesce a esprimere il suo potenziale e poi ci vuole un centrocampista basso davanti alla difesa con i piedi buoni che possa far ripartire l’azione. Medel è un ottimo interdittore, ma non ha quei piedi sensibili cui si chiede di far gioco sin dal principio.
Mancini ha sempre ripetuto che questa squadra non è ancora completa, che aspetta ancora ventiquattro ore per vedere ultimata la squadra. Ora io mi chiedo ma perché aspettare fino all’ultimo secondo per completare l’organico? Non avrebbe più senso completare l’organico prima dell’inizio del campionato, tanto da consegnare al tecnico una rosa formata su cui lavorare sin dal principio e non apportare correttivi in corso d’opera?
Sia ben chiaro, a questi interrogativi solo la società e gli esperti del settore possono dare una spiegazione logica, noi dobbiamo solo sperare che possano darci una squadra competitiva. Altra considerazione, si nota d’acchito che la stagione calcistica è molto diversa da quella passata, poiché gare come quelle di stasera la scorsa stagione la pareggiavi mestamente, ma non è che la vittoria di stasera ci possa esaltare più di tanto, contro un volenteroso Carpi si poteva e si doveva mettere in cassaforte il risultato molto prima, senza dover attendere le fasi finale di gioco.
Ora con l’arrivo di Perisic e con la speranza di ultimare con il botto la rosa, abbiamo due settimane per preparare una partita cui, noi tifosi nerazzurri, ci teniamo terribilmente: il derby!
Noi abbiamo il morale alto per il primo posto in classifica, sebbene in condominio con altre squadre, i cuginastri hanno portato a casa una vittoria immeritata, a detta del loro tecnico, in uno stadio il Meazza, in cui tutti i loro tifosi hanno contestato sonoramente coprendoli di fischi di disapprovazione per la gara disputata.
Vedremo sul campo chi lotterà con più veemenza e chi avrà carattere e la forza di prevaricare sull’altro, c’è tempo ma io credo che il derby a inizio di campionato non possa che portarci bene, ricordando quello fantastico di agosto, spero che talune congiunzioni astrali ci possano portare ad assaporarne un altro simile, io ci credo …AMALA!
Antonio Dibenedetto
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