Sempre più… giù!!!
E’ razionalmente difficile trovare una spiegazione che sia logica a supporto dell’ennesima scialba prova di una squadra che continua ad arrancare, senza un gioco che sia realmente degno di chi ha fame di successi e voglia di ritornare in auge. Si nota a occhio nudo che continua a latitare pericolosamente, e per quello che si vede in campo, non c’è neanche la voglia di sovvertire lo stato delle cose, non vincendo gare che sulla carta sembrano facili, non per il valore dell’avversario, massimo rispetto per l’undici ferrarese, ma per la classe e l’importanza della rosa di cui dispone l’Inter. Se poi ci si sofferma ad analizzare il problema puramente tecnico, allora non c’è Spal che tenga: l’Inter a Ferrara doveva vincere o quantomeno dominare il gioco, se non altro per giustificare il divario che naturalmente è sotto gli occhi di tutti per qualità tecnica ancor prima di quella stipendiale. La gara che doveva celebrare il ritorno alla vittoria tanto agognata da tutto l’ambiente, si è di fatti concretizzato uno scialbo pareggio che ha lasciato ancora una volta basito tutto l’ambiente nerazzurro, con il rischio di fare andare di traverso il pranzo a tutti i tifosi nerazzurri poiché la partita era prevista nel così detto “lunch match” della terza di ritorno. Come il solito, o come c’è capitato spesso negli ultimi tempi, manca una correlazione e un giusto equilibrio negli atteggiamenti di alcuni calciatori e nella loro voglia di lottare e sudare, in campo sia in partita sia in allenamento, senza lasciarsi però andare in dichiarazioni isteriche per lo scarso impiego. A volte l’Inter sembra simile a quelle squadre di rango nettamente inferiore, che mettono in campo un gioco sterile sintomatico di una squadra scollata che attende la giocata del singolo anziché un armonioso gioco d’insieme dove tutti lottano uniti verso la vittoria. Ritengo comunque che il posto in squadra vada conquistato e meritato, non devi giocare per forza perché ti chiami Pinco o Pallino (vero Perisic o Candreva? Giusto per citarne alcuni, se non altro perché sono calciatori da cui si pretende molto di più e ultimamente danno molto ma molto meno). Ora però serve seriamente quella svolta tanto paventata e mai realmente espressa, un cambio di tendenza, una presa di coscienza concreta, sempre che questi signori ne capiscano il significato, che annulli il deleterio protagonismo del singolo in virtù di un più proficuo ed essenziale ritrovamento di una squadra smarrita che ha paura del proprio futuro. Scuse terminate come d’altronde ogni giustificato alibi, serve equilibrio e voglia di lottare con tutte le forze per cercare di sopperire alla mancanza d’idee in contrapposizione a un tecnico che non riesce a trovare le giuste contro misure di un gioco espresso in modo piatto e prevedibile. In tutta questo marasma gestionale è subentrato un crollo mentale quando si è realizzata la constatazione della scarsa possibilità di contrastare il valore delle squadre che ci precedono che viaggiano a ritmi elevatissimi e senza sbavature evidenti. Purtroppo l’unica constatazione logica è che la squadra non vince dallo scorso 3 dicembre, mostrando in modo evidente tutti i suoi limiti caratteriali senza grinta e passione. Nella prima parte del campionato tutto pareva girare per il verso giusto, la squadra sembrava avesse trovato la così detta quadratura del cerchio e si stava meritando l’amore incondizionato dei propri tifosi con un importante record di presenze allo stadio. Purtroppo come accade in modo scellerato, tutto sta man mano scemando, molti addetti ai lavori hanno evidenziato questo status quo dell’entourage nerazzurro nella pochezza di schemi adottati in campo e con il conseguente allontanamento della dea bendata che pare aver posato il suo benevolo influsso versi altri lidi, come troppo spesso sta capitando negli ultimi anni, ma non per una mediocrità tecnica ma per una pochezza umana che labilmente trascina ogni gara in una débâcle inesorabile. Dopo ben ventidue giornate è giunto il momento della verità, Spalletti non deve più dare alibi a questa squadra in conferenza stampa, non si può negare l’evidente difficoltà che regna nello spogliatoio nerazzurro e la conseguente scarsa concentrazione in campo, deve essere supportato dalla società e mai come adesso c’è la necessità di alzare la voce, di farsi sentire specie ad Appiano Gentile e far capire che è l’ora di invertire la rotta. Un supporto fondamentale a questo punto è davvero inevitabile e con esso un radicale cambiamento di tendenza per evitare una discesa inesorabile verso un calvario inatteso inizialmente, ma che ora è sempre più dietro l’angolo, tutto però dipende solo da loro! Noi tifosi non possiamo far altro che aspettare ed essere fiduciosi, il domani sarà tutto da scrivere ma non perseverando in questi atteggiamenti! ….Amala
Antonio Dibenedetto
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Una mediocrità… disarmante!!!
Oramai è una constatazione che sta divenendo sempre più calzante nel nostro essere squadra, non siamo più capaci di vincere una partita. Nelle ultime sei gare di campionato abbiamo racimolato il misero bottino di quattro punticini, neanche Oronzo Canà con la Longobarda avrebbe saputo far peggio ma bando a queste mere considerazioni, sta di fatto che di quella squadra che di riffa o di raffa imperversava inanellando risultati e perché no anche del bel gioco, conquistando anche il vertice della classifica, se ne sono perse le tracce. La mediocrità si è potuta rivedere in campo al cospetto di una Roma, che in modo non trascendentale stava facendo bottino pieno in quella Milano nerazzurra divenuta terra di conquista per chiunque. Si è palesata sul terreno di gioco una manovra davvero irritante e approssimativa senza un reale costrutto, certo che è assurdo ma giocando in quel modo a dir poco orrendo, con un po’ di convinzione in più, si poteva pure vincere, è questo che fa diventare più cervellotico il comportamento in campo dei ragazzi. Io non ho mai creduto che si potesse vincere il campionato, ma finire miseramente le gare in questo modo, credendo che un punticino al cospetto di una squadra che non ha impegnato seriamente nemmeno una volta il nostro portiere, potesse essere ragione di orgoglio, questo no… non ci sto! Credevo che la sosta potesse dare nuova linfa a quei giocatori che ultimamente erano apparsi sottotono, invece tutto è stato il contrario di tutto, la forma della squadra ne ha risentito, la corsa non è mai stata fluida e gli errori madornali che si commettevano prima, sono ritornati a essere puntualmente protagonisti in campo (vero Santon?). Secondo un mio modesto parere qui ci troviamo difronte a una mera questione di mancanza di autostima, la paura di sbagliare è talmente tanta e reale che sta minando quella serenità che dovrebbe essere sintomatica in quei professionisti che riempiono la rosa nerazzurra, invece puntualmente smettono di saper giocare a calcio e restano in balia di una sciocca presunzione di essere al di sopra di ogni cosa. Il gioco del calcio è una scienza esatta per vincere bisogna correre, tirare in porta, creare occasioni e aiutarsi l’uno l’altro, tutto l’opposto di come si sta giocando ora. Forse la squadra ci aveva abituato molto bene nella prima parte del campionato, forse è stata per via della dea bendata che in alcune circostanze ci ha dato una mano, forse perché la rosa è stata sopravvalutata e tanti giocatori non sono realmente da Inter, e ora ne paghiamo le conseguenze. Per noi tifosi è davvero brutto ingoiare un simile rospo, l’illusione che ci ha fatto provare l’ambiente nerazzurro di aver ritrovato finalmente una squadra, invece ci siamo svegliati di soprassalto notando che il bellissimo cigno di eleganza e gioco e sempre più brutto anatroccolo che sguazza in un acquitrino di una mediocrità disarmante. Tutto quello di buono che si era creato, si sta man mano dissipando e le squadre che in classifica ci seguono sono rinvigorite da tutta questa mancanza di risultati, certo se noi riusciamo ad accontentarci di un punticino a gara, quando va bene, e le altre vincono alla lunga saremo recuperati da più di un club. Forse sarà il caso di fermarsi un attimo e magari riflettere su quello che è accaduto nelle ultime giornate, facendo quadrato tutti insieme, lasciando al di fuori ogni influenza esterna deleteria, cercando nello stesso tempo il modo per venire fuori da questo periodo davvero insoddisfacente, ma bisogna fare in fretta prima che tutto sia ancor più compromesso. Noi tifosi abbiamo ancora fiducia in questa squadra, magari non propriamente incondizionata, ma sino a quando?…Amala!!!
Dibenedetto Antonio
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Al giro di boa!!!
Assorbito l’ennesimo deludente spettacolo offerto dai ragazzi, ho decido di riflettere qualche giorno prima di scrivere le mie consuete impressioni post gara, quindi ecco le riflessioni di una prima parte di campionato che ci ha visto, nonostante tutto, protagonisti! Archiviato il girone d’andata ecco che si riparte, prima della sosta, con una gara alquanto impegnativa in quel di Firenze, contro una squadra, quella viola, che ben si comporta specie in casa trascinata da un pubblico che sa, essere davvero il dodicesimo uomo in campo. Sul terreno verde lo spettacolo agognato da noi tifosi, non si è visto neanche questa volta. In campo siamo stati a volte succubi di una squadra quella viola che ha macinato e creato molteplici occasioni, mentre noi abbiamo percorso chilometri inutili, nel senso che il solito ti-ti-ta-ca non porta a nulla di concreto. Nel computo della gara abbiamo creato le nostre buone azioni, ma la fortuna e la precisione che hanno contraddistinto la nostra prima parte del torneo, al momento ci hanno del tutto abbandonati. Forse gare come queste le avremmo pure vinto, tant’è che la Fiorentina ha pareggiato meritatamente solamente al novantunesimo, ma forse stavamo meritando più del dovuto, non legittimando con il gioco in campo un vantaggio che forse non era del tutto giusto. Analizzando la gara forse se le occasioni di Boja Valero e Candreva fossero state gestite meglio chissà, ma con i se e i ma non si va da nessuna parte, bisogna dare merito alla Fiorentina di essere stata tenace oltre modo e ha sempre creduto nei propri mezzi creando azioni su azioni in tutto l’arco della gara. La cosa che è parsa palese è stata la difficoltà di corsa e fluidità di un gioco che è stato davvero approssimativo, con taluni giocatori che in campo erano spesso risucchiati in una mediocrità esistenziale propria di chi non sa cosa fare con il pallone tra i piedi. Mi dispiace rimarcare sempre l’inconsistenza di un giocatore, pagato a peso d’oro da persone che ora sono passate dall’altra parte di Milano, e che non ha dato nulla di quanto, gli era stato richiesto. Si è capito, mi riferisco a Joao Mario arrivato a Milano con il pedigree del fuoriclasse ma che sinora non ha mostrato granché, appare sempre statico in campo lento oltre misura con la velocità d’azione simile a un bradipo, analogamente uguale a un altro giocatore che pensate un po’, sta facendo faville in Spagna, ma che in Italia non ne sentiamo davvero la mancanza. Anche quest’ultimo acquistato dalla coppia sibillina passata al nemico, e dipinto come il nuovo Pogba ma che del francese non aveva proprio nulla. Giusto per sottolineare l’esborso societario che è consistito per i due in una cifra ben oltre agli ottanta milioni di euro. Con questo non voglio addossare colpe a nessuno, non può il singolo fare la differenza, se non si chiama Pelè, Messi o Maradona, purtroppo di questi giocatori in giro ce ne sono ben pochi. Se la squadra gioca male e non gira non può essere solo per colpa di Joao Mario, certo lui ci mette del suo, ma ci sono una serie di fattori e di momenti di appannamento che tutti possono attraversare durante una stagione, ma credere che giocatori del calibro di Candreva, Perisic o Boja Valero tanto per citarne qualcuno possano aver dimenticato di come si gioca a pallone, questo no. Se non girano i cardini di questa squadra, tutto è più difficile e come una macchina che se i propri meccanismi s’inceppano, si ferma inesorabilmente. Tutto deve essere riconsiderato e vanno prese le giuste contro misure, chi ha deciso di puntare su questi giocatori credo abbia tenuto in considerazione che ci sarebbero stati momenti grigi, ma non ha trovato valide alternative da mettere in campo al momento giusto. Tutti gli addetti ai lavori hanno sempre considerato la nostra rosa larga sotto certi aspetti, ma io dico che in pratica e davvero risicata e si è visto nell’infortunio di Joao Miranda, non abbiamo un centrale idoneo per sostituirlo. Certo Ranocchia è il sostituto naturale ma non ha più un minutaggio idoneo nelle gambe e non può più reggere il peso della difesa su di se, in condizioni normali ora poi che è pure acciaccato, meglio non parlarne. Se il campionato terminasse ora, saremmo in champions, ma sarà dura di qui sino alla fine avere la certezza che le cose restino immutate, bisogna lottare ma al momento non sappiamo più farlo. Sembriamo demotivati, dov’è finita quella squadra ammirata non più tardi di qualche settimana fa, in quella gara sfortunata contro l’Udinese specie nel primo tempo? Una macumba, una jattura sembra essersi impossessata dell’undici nerazzurro, è subentrata la paura di perdere che frena il gioco di squadra, ma con queste sensazioni non si va da nessuna parte, bisogna reagire e farlo con veemenza e carattere in principio lavorando in allenamento con costanza, cosa che ha detta del capitano Icardi, in un suo sfogo sui social, non viene più fatto. Questo alla lunga è un macigno che preclude e pregiudica moltissimo del prossimo futuro. Ora c’è la sosta idonea a ricaricare le batterie che sono ben oltre la riserva, chi può si è concesso una breve vacanza giusto per ripartire alla ripresa degli allenamenti con più grinta, chi invece deve recuperare è rimasto alla Pinetina a svolgere lavoro differenziato cercando di recuperare quanto prima dall’infortunio subito, è il caso di D’Ambrosio e Joao Miranda. Si riprende il giorno ventuno e avremo una bella gatta da pelare a San Siro, quella Roma che è stata bistrattata in casa da una bella Atalanta, ma tutto è relativo, il calcio non è una scienza esatta, non sempre vince chi merita e la fortuna è spesso parte integrante di questo sport, ma come ho sempre detto, bisogna meritarsela. Sperando che questa sosta abbia effetti benevoli sulla testa e nel cuore dei nostri ragazzi e si ritorni a essere quella squadra che abbiamo ammirato e che vogliamo insistentemente torni a essere la nostra cara e vecchia Inter! …..Amala
Antonio Dibenedetto
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