Il var ti concede… l’uomo ti toglie!
Tutto in una notte. Questa sera al Franchi di Firenze s’è consumata un’ingiustizia enorme ai danni di una squadra che stava portando a casa una vittoria non semplicemente meritata, ma credo molto di più. E’ assurdo assegnare un calcio di rigore che anche a occhio nudo era apparso ai più inesistente, eppure c’è voluto un periodo d’inattività, ben tre minuti, d’immagini da diverse angolazioni, per decidere una cosa davvero cervellotica, una decisione che ha di fatti scippato alla squadra nerazzurra di due punti che alla fine potrebbero essere importanti per la corsa Champions. La mia domanda principale anche questa sera si scontra con alcune decisioni cervellotiche, hanno richiesto l’ausilio tecnologico da più parti per aiutare i direttori di gara a eliminare errori clamorosi, e poi cosa fanno questi signori? Incorrono in errori davvero insulsi, non posso capacitarmi è così semplice giudicare al meglio quando bisogna solo guardare dei monitor, ma se anche in questo modo non si riesce a decidere per il meglio, allora c’è davvero di più, ci sono altre problematiche che non voglio assolutamente affrontare. Poi se ti fanno vedere che sul presunto rigore che definirei davvero farlocco, nell’avvio dell’azione c’è un fallo di Chiesa che non è stato sanzionato e poi sul proseguimento è accaduto il furto, allora il carico di bile diviene molto più corposo. Mi viene da ridere quando poi in conferenza stampa un signore come Pioli mi trascende in considerazioni del tipo: “Quando ci sono questi falli di mano fischiano sistematicamente e concedono i conseguenti rigori.” Certo ma quando c’è il fallo di mano, non quando è inventato, oppure se proprio vogliamo supporre che ci sia stato il tocco di braccio, questo è stato sicuramente successivo al tocco di spalla, quindi non è assolutamente rigore e di cosa vogliamo parlare dell’incompetenza assoluta di un arbitro che non dovrebbe dirigere gare neanche in terza categoria? Da arbitro dilettante quale mi ritengo, con questi ausili tecnologici anch’io sapere capace di dirigere queste gare. Mi fa specie pensare come queste persone sono incapaci d’invertire una decisione sbagliata, presa prima, non hanno il coraggio d’invertire un proprio errore sebbene in posizione ottimale in campo, non abbiano il coraggio delle proprie azioni, in casi come questi bisogna avere davvero gli attributi per adoperare una simile inversione di tendenza. Prendo in prestito una frase di Buffon alla fine della gara contro il Real Madrid, ha proferito nei confronti dell’arbitro tacciando per essere insensibile, (preciso sui di un rigore che era palese) di avere al posto del cuore un bidone della spazzatura, allora invece questo signor Abisso cos’ha una discarica intera nel petto? Continuo dicendo che se non ha il coraggio delle proprie azioni e di prendere queste decisioni assolutamente semplici e importanti, allora se ne stia in casa con patatine e bibita sul divano con la famiglia a guardarsi un bel film, senza fare altri danni. Questa sera non ne ha azzeccata una tutto quello che è stato decretato l’ha fatto con l’aiuto del var, secondo me la quota gara dovrebbe devolverla a chi guardava i monitor, in continuo contatto radio con lui. Credo comunque che il designatore lascerà questo signore per un bel po’ di tempo a leccarsi le ferite, che si è prodotto da autolesionista, a casa senza rovinare altre squadre sulla sua strada. Questa sera ero pronto a lodare i ragazzi per la bella gara che aveva disputato, dando onore al merito sia a tutti i calciatori in campo che a quelli seduti in panca e in primis anche a Spalletti, invece possiamo parlare per ore, scrivere fiumi di parole come avrebbero citato i Jalisse, tanto non cambierebbe nulla la frittata d’Abbisso è servita, purtroppo però non si può tornare indietro. Forse noi tifosi dell’Inter questa notte non riusciremo a dormire per il nervosismo prodotto da questa gara, ma non credo che il signor Abisso faccia sogni d’oro dopo aver deciso per la sua spiccata incompetenza di danneggiare una società di calcio, avrà il coraggio di farsi uno specifico e dettagliato esame di coscienza? Non credo, noi ci saremo signor Abisso a tifare per la nostra squadra, non so se lei sarà ancora in campo, se c’è, una giustizia sportiva sarà fermato per non ledere in maniera sistematica ad altre squadre. Per noi tifosi l’Inter è una fede, mentre la sua castroneria e incompetenza è il suo biglietto da visita, speriamo che le nostre strade si dividano per sempre. ….Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
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Campionato al… veleno!!!
La tranquillità d’animo non appartiene di certo al popolo nerazzurro, ma in periodi come gli ultimi, anche in seno alla società di Corso Vittorio Emanuele, non v’è pace. L’ultima vicenda occorsa all’ex capitano Icardi, non fa altro che acuire quell’impotenza sportiva per un gioco che non decolla e con risultati che tardano ad arrivare e nel frattempo trasmette a tutto l’ambiente ancor più frustrazione. Certo non si può avere tutto questo è vero, ma almeno riconoscere e tifare una squadra che in campo si comporti come tale. Accade però che in momenti come questi, bisogna essere maggiormente concentrati, pensando solo al campo tralasciando ogni altra sorta di coinvolgimento, per il semplice motivo che le altre squadre stanno raggiungendo quello stato di forma, che purtroppo per noi sembrerebbe svanito specie a carattere emotivo e mentale. Non dobbiamo mollare di un solo centimetro, rimpinguando le distanze numeriche che ci separano, perché si stanno avvicinando pericolosamente a quel posto al sole tanto ambito, il piazzamento Champions, ma se ti manca la necessaria serenità e lucidità, tutto potrebbe essere vano. Non voglio per questo entrare nel merito societario degli ultimi accadimenti, della motivazione secondo la quale è stata tolta la fascia di capitano a Icardi e del suo mancato rinnovo, io come tanti altri tifosi nerazzurri vogliamo solo vedere giocare e bene la squadra, ma credo che il tutto potesse essere gestito molto meglio e magari sciorinando i panni sporchi in casa senza catapultare ogni odore o alone fuori dalla finestra alla mercé di cattive lingue che non aspettavano altro per denigrare ancor di più tutto l’ambiente. Oramai la deduzione che ogni persona, che ama questo sport, si fa in modo sistematico e che il mondo calcio ha raggiunto margini di empatia davvero irreversibili, dove il profitto supera di molto l’amore e l’attaccamento a un sistema, una società, una maglia. Mi rendo conto che magari saranno discorsi utopistici, ma sono solo di chi è innamorato di questo sport cui altre considerazioni non interessano minimamente, il calcio deve essere vissuto in modo sereno e deve essere scevro da tutti quei discorsi monetari che ahimè, vengono però prima di ogni cosa. La gara di ieri ha vissuto, come spesso ci sta accadendo negli ultimi periodi, di tempistiche calcistiche caratterizzate da tantissimi errori e mancanza di quell’opportuna lucidità interpretativa di un calcio non sempre lucido e reattivo. Certo la Samp ha un discorso pallonaro davvero eccellente e un gioco proposto da un ottimo allenatore, ma si è rivista a tratti, finalmente, la nostra forza e la voglia di sovvertire ogni malefico sortilegio negativo che si stava compiendo in campo, specie nel pareggio repentino doriano, è stato reso vano con un guizzo di quel giocatore tanto bistrattato il belga Nainggolan che specie nelle ultime gare sta cercando di riemergere da una situazione personale non proprio positiva. Certo tutto l’ambiente ha bisogno che questi giocatori ritrovino il loro stato di forma migliore, su tutti anche lo stesso Perisic la cui classe non è mai stata messa in discussione, forse il suo impegno questo sì. Credo che pian piano sono sicuro ne verremo fuori, l’importante non fare acquisire terreno da chi ci segue, sarebbe davvero deleterio perdere posizioni importanti. Concludo con una considerazione che il futuro non è ancora stato scritto, saremo noi gli artefici del nostro destino di quello che sarà, se saremo bravi e coerenti, avremo ragione, altrimenti… non oso immaginare quello che potrebbe essere in caso contrario! ….Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
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Sarà la volta buona?
Parma rappresentava una svolta per i colori nerazzurri, e guardando ciò che stava accadendo in campo, in quel del Tardini nel primo tempo, i buoni propositi per l’ennesima gara della svolta, di noi tifosi stavano divenendo sempre più vani. L’approccio alla gara era stato davvero disastroso, con continui e soliti errori d’insieme che potevano non essere che il preludio di un’ennesima figuraccia. Come però avviene in questi casi il brutto anatroccolo del primo tempo, che era per diversi tratti della gara in balia dell’avversario, si è trasformato in un cigno, non ancora bellissimo per carità, ma almeno che si lascia guardare! Credo che negli spogliatoi sia accaduto l’imponderabile, forse tutti i convenuti si sono guardati negli occhi decidendo che non potevano continuare a giocare in quel modo, il baratro dell’indecenza era lì a portata di mano e credo se ne siano resi conto, quindi peggiore di così! In quelle poche decine di metri quadri secondo me è avvenuta una vitale metamorfosi, nella ripresa avrebbero dato molto di più con la consapevolezza che avrebbero potuto dare realmente quello che noi tifosi aspettavamo da qualche tempo: un gioco degno di questo nome! Non credo comunque che l’artefice principale possa essere stato Spalletti, altrimenti l’avrebbe fatto molto prima che nascesse questa incresciosa situazione, ma siccome non possiamo neanche affermare il contrario, diciamo che i meriti di questa svolta siano da condividere tra tutti nello spogliatoio. Si è rivisto, finalmente quello spirito di squadra che si era, senza una motivazione logica, sopito e che finalmente è rinato. Tutto questo entusiasmo però spero non si rovini in considerazione della domanda che ognuno che vuol bene a questa squadra si pone, fino a quando? Certo in questo campionato abbiamo vissuto momenti esaltanti e tanti altri davvero deprimenti, con il timore che tutto ciò non sia svanito del tutto in considerazione che il peggio è sempre in agguato e possa divenire un’ipotetica normalità. Mai come quest’anno che doveva sancire il nostro rilancio, il ritorno in quella Champions che ci vedeva orfani da diversi anni, sarà etichettato come il torneo dei “vorrei ma non posso”, per le innumerevoli occasioni gettate al vento di poter disputare un torneo da protagonisti. Con questo non dico che avremmo potuto vincere il campionato, tanto quelli lì sono avanti anni luce, ma almeno lottare quasi ad armi pari, senza lasciargli una strada così libera, scevra da ogni ostacolo, senza che nessuno si frapponesse tra loro e l’ottavo titolo, questo era del tutto inconcepibile! Citando una frase celebre della “Canzona di Bacco” di Lorenzo de’ Medici, che recitava: “…del doman non v’è certezza…” ma con l’Inter non si è mai lieti e l’incertezza è sempre dietro l’angolo, purtroppo. Noi tifosi attendiamo con ansia che la nostra cara e amata Inter si riprenda quel ruolo che le compete e che ogni timore di una possibile ricaduta si disperda al più presto, certo con una vittoria non si può certo asserire che la guarigione è sicura, ci vuole tanto lavoro e sacrificio, ma questi giocatori sapranno dare seguito a quello che hanno fatto vedere in un bel secondo tempo a Parma?… Ai posteri l’ardua sentenza, noi attendiamo la svolta necessaria con veemenza!!! ….Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
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…Inguardabili!!!
Per analizzare al meglio la domenica calcistica, bisogna partire dalla fine. Novantesimo minuto e oltre, il direttore di gara emette il triplice fischio che sancisce la giusta conclusione di un’ennesima partita buttata al vento e giocata in modo scellerato, evidenziata dalla bordata di fischi piovuti dagli spalti. Certo che al peggio non c’è mai fine o meglio non ci si abitua, eppure quei cinquantamila tifosi assiepati sugli spalti, hanno creduto in quest’accozzaglia di giocatori, che in campo non ci mettono neanche un briciolo di cuore, passeggiano come se fossero in gita nella piazza del paesino, giusto per perdere tempo. Questi atteggiamenti non meritano di certo l’amore incondizionato di chi crede oltremodo in questi colori, bisogna avere il coraggio delle proprie azioni e dei propri comportamenti, ci sono delle situazioni imprescindibili da quello che si guadagna lautamente. Il calcio, dicono chi conta maggiormente, in buona sostanza i filosofi pallonari, che è una scienza esatta, certo bisogna correre in campo e per vincere bisogna far entrare, quella strana palla che, calciandola con piedi e testa deve insaccarsi nella porta, cosa che ultimamente non ci riesce più. Il 2019 è nato con una strana congiunzione astrale che puntualmente ci fa arrancare, ancor più di altre volte, in modo impressionante in qualunque competizione, in qualunque gara ci si appresta a disputare. Si vede che questa squadra non è del tutto tranquilla, che ci sono delle evidenti crepe nello spogliatoio, di un manipolo di giocatori che non seguono più le direttive del loro allenatore, che dal canto suo si limita a riversare consigli e direttive in modo passivo, senza mordente, passeggiando nervosamente nella zona delimitata in prossimità della propria panchina. Mi chiedo, purtroppo è un po’ di tempo che questo quesito, come un tarlo mi scava nella mente, ma un allenatore degno di questo nome, possibile che non riesca a capire quand’è il momento di voltare pagina? Non si rende conto che oramai è solo un “sopportato” e sino a quando questa situazione potrà andare avanti? Marotta nelle ultime dichiarazioni ha dato, in nome della società, un’incondizionata fiducia al tecnico, sarà ma io continuo a non crederci, anche perché sabato c’è uno scoglio non indifferente che si presenterà sulla strada nerazzurra, anzi i meneghini saranno di scena in quella via emilia, tante volte indigesta. Non credo che sarà molto semplice superare i gialloblù parmensi, e giocando in questo modo, secondo me sarà pressoché impossibile. Io non mi sono accanito contro un tecnico, anche se è stato sopravvalutato ben oltre i suoi propri meriti, e credo d’interpretare il pensiero di tanti altri tifosi nerazzurri se sottolineo che se una persona crede di poter eseguire al meglio il proprio lavoro, con professionalità e padronanza della materia, non si presenta in conferenza stampa additando, a colpe estranee e non alla propria incompetenza, la sconfitta della gara dovuta a situazioni caratteriali sbagliate dei suoi giocatori, oppure al terreno di gioco non in condizioni perfette oppure all’approccio sbagliato dei suoi giocatori alla gara. Ritorno sempre sulla stessa situazione, ma dovrebbe essere il tecnico a scegliere al meglio i giocatori da mandare in campo, lui li segue negli allenamenti settimanali e sempre lui dovrebbe essere colui il quale ha il compito di motivarli nell’approccio alla gara di turno. Certo da più parti la risposta da dare in questi casi è, che non scende di certo lui in campo, questo è vero, ma se le sue indicazioni vengono disattese ci sarà pure un motivo, se la squadra non lo segue da cosa sarà dipeso? Ultima analisi in conferenza stampa non ci si presenta sventagliando dinanzi ai cronisti la considerazione che oramai l’Inter non vince titoli da diversi anni, quindi la situazione attuale è del tutto normale, ma questo per lui non deve essere un alibi, anzi se è stato scelto lui, era per sovvertire quest’andamento. Ennesimo atto che attesta che quest’allenatore non sarà mai un vincente. Per quanto mi riguarda la società, dovrebbe guardare un attimo a chi comanda in Italia, chi ha un assetto societario ben consolidato, che ha una struttura di squadra come pochi e se poi sono tantissimi anni che vince ci sarà pure un motivo? Forse con l’arrivo di Marotta ci sarà la svolta, ma bisogna fare in fretta e con coerenza bisogna lavorare per venirne fuori, non sono la persona giusta per dare consigli ci sono persone più competenti di me, ma sarà il caso di mettere da parte ogni diatriba interna tra calciatori e far capire che ancora si è in tempo per salvare il resto della stagione, bisogna però volerlo senza isterismi e lottare in campo come una squadra e se ci sarà bisogna di dare un segnale forte a tutto l’ambiente, tocca farlo, magari prendendo un traghettatore e a giugno cambiare tecnico. L’uomo giusto secondo me potrebbe essere il mitico “Chucu”, quel Cambiasso che già da giocatore sembrava un allenatore in campo, a volte la storia si può scrivere con sacrifici estremi, ma allo stesso tempo, assolutamente necessari. Tanto peggio di così ….Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
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