Paura di… vincere!!!
Bella prova senza dubbio, anzi direi parzialmente di carattere, dei ragazzi nell’anticipo di un sabato che poteva sancire e di conseguenza consolidare un piazzamento Champions pienamente alla nostra portata. Come spesso accade, quest’anno forse più dei precedenti, a un tempo giocato direi, senza l’ombra di essere smentito, magnificamente (questa volta il primo) si è contrapposto un altro (la ripresa) disputato in maniera nettamente differente. Nessuno poteva immaginare che in un primo tempo davvero bugiardo, se non altro per quello che concerne il risultato, certo eravamo in vantaggio per una rete a zero giocando davvero molto bene, inspiegabilmente la ripresa è iniziata con un inspiegabile paura di vincere. Mi piace però rilevare come si è lottato per buona parte della gara e come si è annichilita una squadra, quella torinese, già campione d’Italia da diversi giorni e con ben cinque giornate d’anticipo, che era arrivata a Milano con la certezza di non fare sconti, proponendo la migliore formazione possibile, cosa che credo non faccia più nelle giornate successive sino alla fine del campionato. Per tantissimi minuti i nerazzurri hanno tenuto il pallino del gioco, fornendo anche delle piacevoli trame offensive creando anche diverse azioni da rete, lasciando alla formazione bianconera solo poche briciole di gioco e non tanto pericolose anche perché il nostro Samir è stato spettatore non pagante, al contrario del suo dirimpettaio che si è dovuto impegnare tantissimo. Certo che la palla è rotonda, come si è sempre detto in talune circostanze, nel senso che se non riesci a capitalizzare quello che si crea e non si approfitta del disagio che ha l’avversario, alla lunga la paghi. Non siamo stati cinici nel far male quando abbiamo avuto la possibilità di farlo, anche perché di fronte non aveva il Pizzighettone, con tutto il rispetto per la squadra lombarda, ma un undici tra le cui file ha fior di campioni che quando decidono di spingere sull’acceleratore della manovra lo fanno in maniera decisa e sostanziale con numeri di alta scuola calcistica, come ad esempio in occasione della rete del pareggio. Uno scambio bellissimo nello stretto, con tiro di prima che ha sorpreso un indeciso Handanovic, ma la bellezza di quella rete è da attribuirsi a un tocco che possiede solo un campione assoluto qual è Ronaldo, bruciando ogni minimo motivo di reazione del portiere. Ecco che nel secondo tempo anche grazie alla rete del pareggio, i torinesi hanno iniziato a giocare bene e con più insistenza, purtroppo però siamo ancora una volta a recitare il mea-culpa solo perché il nostro tecnico è incapace di leggere al meglio l’andamento di una gara, che ripeto nel primo tempo è stata ben giocata, ma ci si aspettava la giusta mossa di fare, magari nella ripresa, di quelle sostituzioni mirate alleggerendo una manovra che stava diventando più macchinosa. Ai più è sembrato che Vecino stesse soffrendo a centrocampo, non pareva il solito giocatore, quindi il nostro genio cosa fa? Cambia Nainggolan autore sino a quel momento di una pregevole partita. Io non mi sto inventando nulla, Spalletti stesso ha ammesso l’errore che ha fatto, ma io aggiungo che le sostituzioni è giusto che siano state fatte, ma con raziocinio, cambiando giocatori non all’altezza. Ne vogliamo parlare poi dello scarso impiego di un giocatore come Lautaro che nei pochi minuti avuti a disposizione per poco non metteva il sigillo sulla gara, al contrario del suo connazionale che appare sempre più lontano dall’Icardi che siamo stati abituati a vedere in altre circostanze. Appare si porti dietro un fardello davvero imponente, anche se il pubblico, per il bene della squadra, cerca di sostenerlo con il calore che sembra quasi come quel “volemose bene” che è solo una facciata, oramai il rapporto non sempre idilliaco, ora s’è del tutto deteriorato, al contrario di quello che sostiene la sua moglie-manager Wanda Nara che lancia, nelle trasmissione televisive addette, di continuo dei segnali d’amore verso società e squadra. Credo che quel rapporto sia destinato a interrompersi, a giugno le strade si divideranno inesorabilmente e con lui anche tanti altri seguiranno la stessa sorte. Sabato sera si poteva dare una svolta al nostro campionato, perché battendo i campioni d’Italia, si poteva cementare sempre più la nostra posizione in classifica in chiave Champions, unico obiettivo stagionale purtroppo. Col senno di poi possiamo solo leccarci le ferite per ciò che non è avvenuto, tutto è dipeso da noi, abbiamo l’unica colpa di non aver saputo approfittare dell’inusuale fragilità iniziale della squadra torinese. Mi auguro che la paura di vincere possa svanire al più presto e non rientrare mai più nella testa dei giocatori e del tecnico, ci sono ancora quattro gare da onorare al meglio per riuscire a centrare il nostro obiettivo. Questa sera abbiamo dimostrato che quando vogliano giocare al calcio, al meglio delle nostre possibilità, riusciamo a farlo con la consapevolezza di essere un’ottima squadra, ma bisogna però farlo con una certa e duratura continuità! ….Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
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Un bicchiere mezzo pieno o…
Se fosse arrivata una sconfitta nel sabato Santo, allora sicuramente i giorni che si sarebbero susseguiti sarebbero stati di vera passione per Spalletti e company, per fortuna ciò non è avvenuto così nulla è stato mutato e il vantaggio sulle inseguitrici è rimasto intonso, per cui possiamo ancora credere in quello che vogliamo raggiungere: un onorevole terzo posto in classifica. E’ noto che quando questa squadra deve tirare fuori gli attributi, dando in questo modo una spallata decisa al campionato, non vi riesce, alimentando così negli inseguitori la possibilità e la speranza di raggiungere quel fatidico posto al sole chiamato piazzamento Champions. Si sa che quest’ultima fase di un campionato, per notizia già passato agli annali con l’ottavo titolo consecutivo dell’undici bianconero, gode di un piccolo campionato nello stesso, con le squadre che sgomitano, che cercano di raggiungere quella fonte di guadagno necessaria per la progettazione di un futuro più roseo raggiungendo un’Europa più cospicua, la Champions, ma anche l’Europa League che porterebbe in dotazione dei cospicui guadagni. In casi come questi non si riesce a capire se guardare il fatidico bicchiere mezzo pieno oppure no, io credo che con il senno di poi e visti i risultati delle altre pretendenti, possiamo sicuramente sostenere che il nostro bicchiere è mezzo pieno, tutto è rimasto intatto rispetto alla precedente giornata e la cosa positiva che comunque vi è una giornata in meno da disputare. La gara contro i capitolini ha mostrato ancora una volta che ci sono giocatori in rosa che possono tranquillamente rimanere in rosa mentre tanti altri forse è il caso di lasciare andar via. Nella fattispecie mi riferisco ancora una volta al cervellotico comportamento in campo di un talento qual è il croato Perisic, capace di lasciare inespressa ancora una volta la sua voglia e il sapere giocare a calcio. Forse è più grande la voglia di squadra rispetto a quella del singolo, senza dubbio la seconda ipotesi è quella più condivisibile, visto che tanti altri hanno lottato cercando di recuperare lo svantaggio iniziale. Sugli scudi le buone prestazioni di Asamoah e di Borja Valero, lo spagnolo buon metronomo di un centrocampo che soffre l’assenza di un Brozovic che stava dando la sua impronta positiva di gioco, speriamo possa ritornare nella prossima importante gara contro i campioni d’Italia. Capitolo a parte merita la telenovella di Icardi relegato in panchina a favore di un Lautaro che si è dato parecchio da fare andando vicinissimo al bersaglio personale, al contrario del connazionale molto svogliato in campo e secondo me già con la mente a liberare l’armadietto della Pinetina. Certo lo strappo che ha causato il suo comportamento non si ricuce facilmente, non credo neanche che la riconquista di quella fetta di tifosi che l’ha sempre sostenuto possa essere determinante per una sua riconferma, neanche nel caso di un suo eventuale ripensamento, facendo mea culpa fornendo nelle ultime gare un’intensa partecipazione supportata da tantissime reti in questa parte finale, sono quasi certo che le strade si divideranno inesorabilmente a giugno. Questa ipotesi è supportata anche dalla considerazione che nella gara contro la Roma è stato relegato in panca, rivoluzionando nell’interesse del tecnico la scala dei valori e dell’importanza a favore del connazionale più. Ora testa alla prossima gara, spero solo che i torinesi freschi dell’ennesimo titolo continuino con i festeggiamenti e possano lasciare i tre punti importanti per la causa nerazzurra, certo non dobbiamo aspettarci favori da loro, il nostro compito è di non pensare a eventuali cadeaux, ma solo fare la nostra gara in modo importante e con la massima concentrazione, solo così possiamo, con solo quattro gare rimanenti, programmandole nel modo migliore. Mai come ora noi ci saremo per sostenere i nostri colori, manca poco, dobbiamo essere coesi ancora di più il traguardo è alla nostra portata e non possiamo lasciarcelo sfuggire ne va della nostra affidabilità presente e ancor di più futura. A nome mio personale, come rappresentante dell’intero direttivo dell’Interclub Giacinto Facchetti di Fano, formulo a tutti i soci e a voi tutti lettori l’augurio di una serena e felice Pasqua. …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
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Andiamo avanti!!!!
In terra ciociara si è raccolti altri tre punti importanti per la nostra classifica, la cosa positiva è che il distacco con le inseguitrici è rimasto invariato, con una giornata in meno da giocare, di fatti ne manca solo sei alla conclusione di questo campionato, direi davvero cervellotico. Chi vede lo score e il tabellino finale della gara può facilmente intuire che si è disputata una partita dominata in lungo e largo dai ragazzi, in parte è vero, con un possesso palla che va oltre il settanta per cento, ma io aggiungo senza un costrutto reale, il solito tic-tac a volte irritante che non sortisce l’effetto sperato. Vorrei ben evidenziare che avevamo di fronte una squadra mediocre, non me ne vogliano i tifosi ciociari, che nel primo tempo è sembrata la così detta vittima sacrificale. Come spesso ci è accaduto in questa stagione, è bastato che i ragazzi abbassassero la guardia un attimo dando coraggio a una squadra quella frusinate, che si è rinvigorita alzando il ritmo, e quando hanno trovato la rete, alquanto goffa, complice Handanovic in ritardo, hanno provato a pareggiare la gara. Devo anche evidenziare che il nostro portiere non ha dovuto compiere alcun intervento degno di nota, mentre Sportiello si è ben comportato tra i pali fermando diverse occasioni da rete. Non metto in dubbio che in campo non si è da soli, c’è anche l’altra squadra, ma chi in campo ha un possesso palla così rilevante e poi creando azioni incisive, non realizza per il semplice motivo che si specchia in modo vanesio, colpa della sua presunzione, allora così non va proprio, c’è qualcosa che non quadra. Sarà che questa Inter è succube di una credenza che va oltre la normale coesione di squadra, ora si vuol far credere, come nel caso del rigore ceduto a Perisic e l’abbraccio successivo, che tutto sia rientrato e che nello spogliatoio regna l’amore fraterno? Sarà ma io non ci credo, possono fare anche i cuoricini idilliaci forieri del così detto “volemose bene”, ma non credo che tutto possa essere svanito nel nulla, la cosa che mi auguro vivamente che le parti in causa abbiano sotterrato l’ascia di guerra sino alla fine di questo campionato, capendo che c’è ancora un piazzamento onorevole da conquistare. Spalletti poi da paciere è tutto da scoprire, lui è sicuro di avere le carte giuste per continuare a sedere sulla panchina nerazzurra, e di avere ancora l’armadietto alla Pinetina, certo centrando il piazzamento Champions crede di aver salvato il “posto”, ma non tutti dimenticano quelle pene che abbiamo dovuto sorbirci, con una squadra che non ha mai avuto un gioco degno di questo nome e il tanto fiele che abbiamo dovuto ingoiare. Spero che questa volta la società si faccia sentire e non conceda il premio, come accaduto lo scorso anno in occasione dell’ultima gara contro la Lazio, per un piazzamento centrato a discapito di chi lo meritava per davvero. Credo che comunque vada questo campionato, per il normale proseguimento ci vuole chiarezza: è necessaria! Bisogna programmare per bene il futuro, facendo tesoro degli errori commessi senza dimenticarsi del passato, per chi ama questi colori, è basilare! …..Amala!!!
Antonio Dibenedetto
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…Irritanti!
E’ l’unico aggettivo che al momento fotografa in pieno il comportamento in campo dell’Inter, galleggiando con un gioco intriso di tanta modestia. La stessa caratteristica che però ci fa credere di poter imitare il mitico ti-ti-ta-ca di squadre più blasonate, ma noi non siamo in grado, né in condizione, di giocare in quel modo, abbiamo ben altre doti nelle nostre corde! Non certo migliori anzi. Abbiamo la facoltà di fare quello che vogliamo in campo, a volte sappiamo pure giocare a calcio, ma la cosa che più di tutte consegna al popolo nerazzurro e la mancanza di continuità che è stata il leitmotiv di tutto questo nostro cervellotico campionato. Da più parti si dirà che alla fine anche ieri sono stati conquistati i tre punti, quello che era l’obiettivo primario, ma questo è pur un dato di fatto ma è anche vero che si è consumata l’ennesima figura barbina, al cospetto di una squadra, quella ciociara, che ha ben giocato creando delle occasioni che avrebbero potuto essere letali. Basti considerare i tre legni colpiti dai laziali e se non hanno portato a casa un risultato positivo, che avrebbero meritato, è stata solo per una mera questione di centimetri. L’Inter di contro si è limitata a un controllo dell’incontro con occasioni davvero sporadiche, vuoi per l’imprecisione di alcuni e forse perché si vuole arrivare in rete con il pallone, ci vuole più sostanza altro che ricami. Se non erro il nostro primo tiro in porta, si è verificato all’incirca verso il sessantesimo minuto, di certo non si può essere soddisfatti di un simile score. Per fortuna lì davanti abbiamo il nostro Re Mida tocca, un solo pallone e crea una rete, già perché da più parti ci si lamenta dell’inconsistenza di Icardi, ma se non segna lui si fatica e non poco. Non è assistito a dovere e quei pochi palloni giocabili che gli inviano, lui cerca di realizzare il massimo. Non oso immaginare quante reti potrebbe fare in una squadra, dove lo assisterebbero a dovere, invece noi che facciamo? Giochiamo come se non ci fosse! In tal caso c’è solo da considerare che la mente umana sia davvero un mondo inesplorato, basta poco perché tutto possa andare liscio, invece ci si complica sempre tutto. Che la gara con il Frosinone sulla carta potesse essere facilissima, visto che la squadra laziale aveva una differenza reti davvero imponente specie quelle incassate, ma forse ci siamo dimenticati che il Matusa a volte è divenuto il loro fortino insormontabile, dove hanno incassato la maggior parte dei punti in classifica. Ora ci tocca il prossimo incontro un avversario davvero ostico, quel Napoli che ha subito un torto di giustizia sportiva rilevante e per questo dovrà fare a meno del puntero per antonomasia, quell’Higuain autore di una stagione con numero davvero impressionanti nell’area di rigore. Noi non abbiamo ancora null’altro da dire in questa stagione, oramai le posizioni non sono ancora delineate dal quarto posto in giù, ma poco ci manca, anche se quella posizione che più c’interessava è diventata una vera e propria utopia. Certo noi dobbiamo pensare solo e unicamente a noi stessi, ma pensate un po’ se siamo proprio noi a consegnare lo scudetto agli odiati torinesi? ……AMALA!
Antonio Dibenedetto
…Sopravvalutati?
Si ritorna a giocare nel solito orario delle partite di campionato, la fatidica domenica pomeriggio. Così dopo pranzo ci aspetta la gara del rilancio, per lo meno sperato ma visto com’è finita la partita, alla fine quella svolta non si è verificata!
I ragazzi hanno di
Anche questo pomeriggio c’è da recriminare per quello che poteva essere e che, di fatto, non si è ottenuto sul campo. Troppo fragili, specie nel primo tempo, si è stati sempre alla mercé di una Sampdoria in palla, che con velocità e tocchi in profondità ha messo seriamente in difficoltà la retroguardia nerazzurra.sputato un match che rimane in un limbo di emozioni che spaziano tra la disperazione e l’oblio di un gioco che ancora non decolla!!!!!
Ora che tutto è terminato, come si dice in gergo a bocce ferme, parliamo di un punto portato a casa con merito, guardando il bicchiere mezzo pieno, ma se la precisione degli attaccanti doriani non difettava in modo così imbarazzante (vero Correa?) diciamo di precisione, forse parlavamo di ennesima débâcle meneghina.
Si sa però che il calcio non è una scienza esatta, per il semplice motivo si deve lottare sino al termine se si vuole portare a casa un risultato positivo, e se poi le motivazioni di spogliatoio non raggiungono l’apice e l’intensità giusta, allora si fa affidamento esclusivamente sulla buona sorte!
Dopo un’onesta partita aperta a ogni risultato e dove, anche se a tratti, si è visto anche del buon calcio, mi hanno dato un fastidio indicibile, le dichiarazioni di persone, che sebbene rivestano cariche importanti in seno a società calcistiche, non hanno competenze in merito e parlano a sproposito con un linguaggio che manco un ultras proferisce. (non me ne vogliano gli ultras che ne capiscono molto di più) Non si può sparlare in modo così netto e dire che se c’era una squadra che avrebbe dovuto vincere, ebbene questa era la Sampdoria e che a Marassi è stata perpetrata una “rapina a mano armata”. Con tutta franchezza si può asserire che ci poteva essere la possibilità di vittoria da parte della Sampdoria, me se è stata buttata alle ortiche da parte dei doriani, che colpa ha l’Inter se oggi i giocatori avversari non sono stati capaci di fare altre reti? Non ci sono stati episodi decisivi che hanno palesemente agevolato l’Inter, anzi a essere precisi è stata danneggiata per un rigore sacrosanto non concesso, ma siccome non mi piace tirare in ballo la malafede dei direttori di gara quindi meglio sorvolare.
La cosa che non mi va giù da sportivo prima che da tifoso, e che un presidente dica certe cose, dalle quali si evince in modo propriamente assoluto la propria ignoranza calcistica. A volte certi personaggi parlano per il gusto di apparire, allora cosa avrebbe fatto se fosse stato il presidente del Bologna che in quel di Torino ha subito una beffa colossale per un rigore farlocco concesso alla Juve, ma questo è un altro discorso ritorniamo sulla gara dei nostri ragazzi.
Mancini forse sta perdendo il polso della situazione, facendo giocare giocatori fuori posizione, in primis Perisic. Ma come fa a non veder che il croato è letale sulla fascia, macina chilometri e crossa in modo spettacolare, mentre da trequartista fatica e non poco a trovare la posizione giusta in campo.
Vi sono altri quesiti che avrei voluto rivolgere al nostro tecnico, del tipo che fine ha fatto Brozovic? Come mai anche ieri gli ha preferito, all’uscita di Kondogbia Biabiany? E non ne parliamo di aver fatto entrare il ragazzino albanese Manaj al posto di Ljajic. Sono domande che rimarranno senza risposta purtroppo, spero solo che Mancini sappia quello che sta facendo, perché creare delle crepe nello spogliatoio, è letale per la stabilità del gruppo. Chi ama l’Inter crede in maniera incondizionata nel suo lavoro, sappiamo che il nostro tecnico lavora con i ragazzi in maniera fantastica e fa tutto per il bene della squadra, anche perché dopo la sosta ci attende a San Siro una gara importante, contro una squadra che sebbene adesso sia staccata di ben otto punti, contro di noi cerca in ogni gara l’ennesima rivalsa. Sappiamo altresì che non dobbiamo giocare e lottare solo contro undici giocatori in campo, ma contro entità imprescindibili da ogni evidente raziocinio, poiché episodi di gioco simili, disputati in gare diverse, vengono sanzionati con metro di giudizio diametralmente opposti, quando ci sono di mezzo i nostri prossimi avversari.
La mia non è nella maniera più assoluta prevenzione nei confronti dei torinesi, ma è l’evidenza che si palesa dinanzi agli occhi di tutti, quasi in ogni domenica.
Questo sarà l’ultimo impegno delle nazionali, di conseguenza i tanti giocatori nerazzurri prestati alle varie squadre titolate, finiranno di rischiare infortuni in competizioni qua e là in Europa, cercando di lavorare bene e solo sotto l’egida del vessillo nerazzurro.
Non ci resta che tirare il fiato e ricaricare lo spirito, ripartendo con entusiasmo in vista del prossimo impegno domenicale, in quel derby d’Italia che tanto ci sta a cuore, con la speranza che sia una bella partita e che ci riporti in alto con l’entusiasmo senza frustrazioni di dover ancora recriminare su azioni di gioco poco chiare, contro di loro purtroppo, sono all’ordine del giorno! ..AMALA!
Antonio Dibenedetto
Una sberla… salutare!
In un colpo solo si sono congiunte due variabili impensabili, una grande gara della Fiorentina a tutto campo, e una gara sotto tono dei ragazzi complici degli errori marchiani, che hanno fornito il giusto godimento a chi non aspettava altro. Quei detrattori cha hanno sempre criticato l’Inter, et voilà sono stati serviti e come dessert ci ha messo del suo anche Mancini, che diciamo con tutta franchezza, non è che ci ha capito granché l’altra sera!
Non tutti in campo, parlo ovviamente dei nerazzurri, erano lucidi e concentrati, hanno giocato per proprio conto non da squadra e questo si è potuto notare sin dall’inizio, lasciando ampio margine di manovra ai viola.
I presupposti per allungare c’erano tutti, ma come si dice in questi casi, si sono fatti i conti senza l’oste, che nella fattispecie non è stata la Fiorentina, ma il nostro Samir che ha fornito un uno-due deleterio con errori davvero impensabili. Spesso gli capitano serate come questa, almeno una in una stagione, sguarnendo la porta alla mercé degli avversari che dal canto loro, non par vero di approfittare di tanta manna. La speranza che avendo pagato dazio, il prosieguo del torneo sia per lui in discesa e con tutti gli onori che merita!
La legge del calcio e ferale, poiché se certi errori marchiani li commettono il portiere son dolori, mentre se sono commessi da un centrocampista o attaccante passano in secondo piano.
Per quello che si è visto in campo a San Siro, non è giusto buttare la croce, per una sconfitta del tutto meritata, addosso al solo Handanovic, anche perché non è che poi il resto della squadra abbia giocato bene. Sono stati tutti sotto la sufficienza come hanno riportato autorevoli giornali sportivi e non, il solo Icardi ha varcato leggermente quella soglia, vuoi se non altro, per la rete illusoria di una rimonta davvero improbabile.
Tornando a Mancini, lui ha sempre predicato calma e ha tenuto costantemente la squadra con i piedi per terra, ma secondo il mio modesto parere, non doveva cambiare modulo per lo meno in difesa e proprio in una gara delicata e importante come quella. Con giudizio e senza presunzione, poteva condurre in porto un risultato diverso, catechizzando l’attenzione dei suoi uomini sui movimenti giusti per arginare i giocatori viola, che riversano sul campo ogni stilla del proprio entusiasmo, con impeto corsa e una vivacità che noi soffriamo terribilmente!
Il gioco della Fiorentina si conosce, ha degli interpreti di centrocampo che fanno la differenza, che sanno far male, ma sul serio, quindi perché impostare la squadra in modo di agevolare il compito dei gigliati consegnandogli delle vere e proprie praterie? Non si è capito. Lo so, sono considerazioni che si affermano con il senno di poi, non abbiamo la riprova di talune ammissioni, speriamo solo di aver pagato lo scotto della capolista, così son tutti contenti, in primis tutti quei giornalisti e addetti ai lavori che non hanno mai avuto parole di elogio per i colori nerazzurri, neanche quando si vinceva con merito su ogni campo, (mi riferisco ad anni indietro) figuriamoci ora.
Noi tifosi che amiamo questi colori e che sappiamo cosa vuol dire vincere lottando sempre contro tutto e contro tutti, noi che non abbiamo testate giornalistiche che ci supportano, né tanto meno mas media che ci proteggono, dobbiamo affidarci alla nostra sola forza, al nostro spirito di sacrificio, al lavoro e alla nostra fede che comunque rimane intatta. Dobbiamo continuare senza abbatterci poiché parafrasando una massima del grandissimo V. Boskov, meglio perdere una partita con quattro goal che perderne quattro con uno solo e se lo diceva lui c’è da fidarsi!
Ora non ci resta che leccarci le ferite e pensando che la lezione ricevuta sia stata salutare per le nostre ambizioni tali da ricadere e ripetere simili errori. Siamo stati colpiti nell’orgoglio che benché viola di rabbia, dobbiamo risollevare al più presto. Con forza dobbiamo ritornare a essere concreti, senza piangerci addosso, con la convinzione che nonostante tutto siamo ancora in testa alla classifica e tenacemente vogliamo restarci con altri atteggiamenti e presupposti, perché noi siamo l’Inter e sappiamo che le cose semplici a noi non piacciono…AMALA!
Antonio Dibenedetto
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Un punticino che… non cambia nulla!!!
Nella domenica pomeriggio che avrebbe potuto far incrementare ancor di più il vantaggio sulle inseguitrici per un podio finale, contrariamente alle aspettative, di fatti nulla è cambiato. Le lunghezze sono rimaste intatte e al cospetto di una bella Atalanta, credo che con il senno di poi, si poteva fare di più o per lo meno si poteva essere più cinici e sfruttare al meglio le occasioni avute. Certo non stiamo parlando di una squadretta, al contrario, gli orobici sono un team di primissimo piano e che giocano a calcio per il gusto di farlo e guidati da un allenatore capace che noi abbiamo bruciato troppo in fretta. Devo comunque costatare che è stato davvero un bel match quello giocato a San Siro, due squadre che hanno lottato senza risparmio puntando entrambe alla vittoria finale, per questo posso tranquillamente dire che le persone assiepate sugli spalti si sono divertite. Forse da parte nostra c’è il rammarico che l’Icardi di qualche tempo fa, non avrebbe sciupato quella colossale occasione che ha avuto nel primo tempo, pazienza andrà meglio in seguito la cosa importante è averla creata. A essere onesto posso dire che l’Inter del primo tempo, nell’approccio alla gara, mi è piaciuta, sviluppando anche delle buone trame di gioco con un Vecino libero di orchestrare tra centrocampo e attacco. In una di queste azioni partite da dietro, con soli tre passaggi mirati, l’uruguaiano ha creato una bella occasione da rete. Come però accade in questi casi, quando tutto sembra che vada nel verso giusto, quando si riesce a prendere metri e giocare a calcio nel migliore dei modi, ecco che dietro l’angolo c’è quella causa che mette tutto in discussione, purtroppo il Brozovic in palla come non mai, ha dovuto issare bandiera bianca, in uno scatto si è dovuto fermare per un presunto guaio muscolare. L’entità non è ancora certa e ma tutti noi al momento auspichiamo che non sia molto grave. In contrapposizione del gioco dei ragazzi c’è chi ancora appare un corpo estraneo, mi chiedo ma questa persona possibile che non ha neanche un briciolo di amor proprio, giocando in modo orrendo e svogliato. E’ sempre al margine del gioco d’insieme, non riesce più a crossare e saltare l’uomo come saprebbe e come ci ha fatto vedere in passato. Mi chiedo ma dov’è finito quel Perisic che tutti c’invidiavano? Quel giocatore che dava all’insieme di squadra quel valore aggiunto che faceva davvero la differenza? E’ incomprensibile e cervellotica questa involuzione, se vuole realmente andar via, credo sia possibile a fine stagione, ma tocca finire questa nel migliore dei modi lasciando magari un buon ricordo tra le mura della Pinetina. Come ho già detto inizialmente, il margine di distacco dalle pretendenti alla zona Champions è rimasto invariato certo, ma è anche vero che comunque c’è anche una partita in meno alla conclusione di questo campionato a forte tinte bianconere, l’ennesimo, speriamo solo che nel prossimo le tinte siano di diverso colore. Mancano una quarantina di giorni circa alla chiusura dei battenti di una stagione tirata e condita di tantissime incomprensioni, di acquisti sbagliati, di sopravalutazioni di alcuni giocatori che alla fine si sono rivelati del tutto modesti; per questo bisogna far tesoro di questi errori cercando con il nuovo allenatore, perché credo che lo Spalletti da Certaldo difficilmente sarà riconfermato, anche se le vincesse tutte, condizione questa che credo non avvenga, visto l’alternanza di risultati e di una stagione non proprio soddisfacente. Manca poco, bisogna cercare di gettare le basi per una nuova Inter, con un tecnico che sia in grado di stimolare e far rendere al massimo quei giocatori vincenti, perché credo che in rosa ve ne siano, mentre quelli che sicuramente partiranno spero siano rimpiazzati con chi sappia condividere il progetto di una società che vuol tornare a essere vincente, noi tutti con forza aspettiamo che si concretizzi quest’ultima ipotesi, noi amiamo questi colori e vogliamo calciatori che condividano il nostro amore! ….Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
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