Non bisogna avere gli occhi foderati di prosciutto come si suol
dire, ma neanche averli a forma di cuoricino e da innamorato folle da non vedere
l’imprescindibile, oppure da tifoso sfegatato che non riesce a vedere che
questa squadra al momento ha acuito delle difficoltà incredibili. Situazione
questa che si sta trascinando da un pezzo, sfociando nell’essere per lunghi
tratti di una gara in balia dell’avversario di turno. Anche ieri sera tutto ciò
si è puntualmente verificato, facendo sprofondare noi tifosi in un malessere
colmo d’insoddisfazione per una prova opaca, direi una misera prestazione di
cui si salvano solamente gli ultimi venti minuti. Questa purtroppo è una reale
constatazione, è tutto dire, non puoi chiamarti Inter se vuoi competere per
traguardi prestigiosi e poi offri spettacoli del genere. Ci vuole un po’ di
amor proprio per una gloriosa maglia, non si può annaspare e credere solo perché
ti chiami Inter tutto ti è concesso, questa considerazione lasciamola a chi può
permetterselo: noi no! In altre circostanze almeno per 40/50 minuti si è
giocato bene e se il risultato non è stato centrato è solo per nostro demerito
dovuto ad una scarsa concentrazione, ma ieri sera no, per quasi tutta la gara
non c’è stato un solo uomo che è stato all’altezza della situazione. Non voglio
gettare la croce addosso a nessuno, ma secondo un mio modesto parere, questa
maglia merita ben altro, anche ieri sera si è lasciato l’amaro in bocca all’avversario
con una forte recriminazione per gli episodi che hanno determinato il risultato
finale. Il Parma ha fatto la sua onesta partita e nel primo tempo ha creato
tantissimo e non solo la rete che ha sbloccato il risultato, e l’Inter? Il
vuoto assoluto ha interpretato al meglio il ruolo di sparring partner, senza
mai impensierire seriamente il portiere avversario. Così non si va da nessuna
parte, certo i tre punti sono importanti e questa volta è andata bene, ma come
sarà il prosieguo se si continua a giocare in questo modo? La risposta è
abbastanza ovvia, saremo superati agevolmente da un’Atalanta che gioca bene e
segna tantissimo. Ci accontenteremo per il secondo anno consecutivo del quarto
posto, delineando ancora un altro campionato fallimentare che non ha portato
quei fasti sventolati agli albori ma che nel contempo porta in eredità un
pesante fardello di tutti quei milioni spesi in sede di campagna acquisti. Sarà
il caso di fare tesoro di tutti questi errori che divengono sempre la costante
dei nostri affari in sede di calcio mercato? Non è così che si costruisce o si
diventa grandi se poi rimani imprigionato sempre degli stessi errori, guardare
avanti vuol dire fare progressi e questa squadra, a confronti delle precedenti,
sinora non ne ha fatti! Archiviamo anche quest’ultima gara, alla fine di tutto
questo supplizio, ne mancano ancora otto, speriamo che la Dea bendata ci
accompagni ancora e ci spalleggi in una sorte che dovremo meritarcela sempre
più, per non sprofondare nell’anonimato! ….Amala!!!!
Nel tardo pomeriggio di ieri s’è consumato uno spettacolo
raccapricciante, degno di una gara tra scapoli e ammogliati con tantissimi
errori e con calciatori che sono apparsi davvero fuori condizioni e molto lenti.
Nel computo della gara ci sono stati davvero pochi alti, in contrapposizione di
quei tanti bassi che hanno decretato il risultato dell’incontro. La tranquilla serata
avrebbe fatto presagire un dolce happy hour, che poi tanto felice di fatto non
è stato, certo non possiamo gettare alle ortiche ciò che di buono è stato
fatto, già ma ad essere puntigliosi cos’è stato fatto di buono ieri sera? Forse
un primo tempo che nonostante il devastante impatto sulla gara degli emiliani,
l’abbiamo chiuso in vantaggio senza averlo meritato sicuramente, anzi il Sassuolo
avrebbe meritato certamente qualcosa in più per le tante occasioni che ha creato
e per come ha più volte tagliato, la nostra difesa, come quando si affonda il
coltello nel burro. Con tutto il rispetto per il nostro allenatore, non avrebbe
dovuto proporre giocatori in campo alla stregua di un Gagliardini che ne ha
fatte di tutti i colori. Sempre in ritardo con una corsa degna di un bradipo e
in continua soggezione con gli uomini del centrocampo emiliano, che l’ha più
volte messo nel mezzo a mo’ di torello, per non parlare di un Valero che per
fare un passaggio deve prima riflettere diversi secondi, non ha più la mente
pronta all’azione. Certo sono degli ottimi rincalzi da mettere in campo quando
il risultato è acquisito o per spezzoni di partite quando gli avversari sono
stanchi. Ma non titolari in una gara determinante come quella di ieri sera,
tant’è che ora da qui sino alla fine lo sono tutte. Spero solo che l’esclusione
di una pedina importante nello scacchiere nerazzurro, qual’è Barella, sia
dovuta solo esclusivamente per motivi di affaticamento, altrimenti non avrebbe senso
fare a meno della sua vigoria e corsa. Per come sono andate le cose forse c’è
da rodersi le mani per come alla fine non siamo stati capaci di tenere il
risultato, con un po’ di concentrazione in più forse si sarebbe potuto
festeggiare per una vittoria effimera, per quello che s’è visto e per come si
stava decretando. Quella concentrazione che il nostro Gagliardini avrebbe
dovuto avere allorquando da solo, ad un metro dalla porta avversaria, avrebbe potuto
siglare, con un tocco semplice, un sostanziale tre a uno che forse poteva, con
il senno di poi, facilitare la nostra vittoria. Con i se e i ma non si va da
nessuna parte, bisogna nel corso della gara che si sta disputando, essere
concentrati oltre i novanta minuti della stessa, quello che purtroppo ieri sera
la squadra non è apparsa per niente in condizione di farlo. Ora? Risposta
semplice, lecchiamoci le ferite e riprendiamoci quello che si è lasciato per
strada, ripartendo per quelle che sono le undici finali rimaste! …Amala!!!!
Dov’eravamo rimasti?… Dopo
un lungo periodo di inattività ecco che la giostra riparte, con quali stimoli?
La gara di ieri sera ci ha consegnato la nostra cara e vecchia Inter, una
squadra che sino a quando ha birra in corpo e lucidità, gioca alla grande mettendo
sotto nelle occasioni e nel gioco prodotto, l’avversario di turno, per poi
perdersi nel prosieguo della gara. Le prime avvisaglie s’erano viste già nel
ritorno della semi-finale di coppa Italia contro il Napoli, (poi vincitore a
Roma contro la Juventus) dove l’undici nerazzurro avrebbe sicuramente meritato
di più, ma alla fine si è rimasti con un pugno di mosche in mano. I detrattori nerazzurri
sicuramente metteranno sull’altro piatto della bilancia lo scarso potenziale
della Sampdoria, però nel primo tempo, chiuso con il doppio vantaggio, che con
una maggiore forza mentale e più coesione, le reti potevano essere almeno il
doppio. L’orchestra nerazzurra ha trovato, speriamo, un gran direttore d’orchestra
quell’Eriksen forse troppo presto bistrattato da più parti, ma si è visto che è
capace, anzichenò, di giocare il pallone. Anche Lautaro sembra essersi
scrollato di dosso quelle preoccupazioni spagnole che l’assillano, dando tutto
per la causa nerazzurro in effetti è apparso motivato e ha messo lo zampino in
entrambe le reti. Del nostro colosso di ebano ne vogliamo parlare? Come al
solito ha cincischiato tantissimo, certo ha messo dentro un pallone arrivatogli
da uno scambio fantastico, ma poi? Si è letteralmente divorato altre due reti
alla sua portata. Questo non va in questa squadra, la mancanza di lucidità e di
quell’essere cinici sotto porta che fa tal volta la differenza, giacché gli
avversari alla prima occasione ti puniscono. Peccato per l’inoperoso Samir l’aver
dovuto, suo malgrado, recuperare un pallone dalla rete, quella rete che stava
dando speranza ai doriani e quasi gettato nello sconforto i tifosi nerazzurri. Come
si può pretendere però, di far punti giochicchiando come uno sparring partner
messo lì per far fare allenamento al campione, vero Ranieri? Guardiamo in casa
nostra, con il lockdown ci stiamo riprendendo un po’ più di credibilità, ora
dovremo guadagnarcela sul campo, credendo che ancora non è tutto perduto ma se
si vuole tener fede a questa ultima considerazione, guai a far altri passi
falsi, ci sono ancora diverse finali da giocare e fare in modo con tutte le
proprie forze, di vincere per dare un seguito ad un progetto che non si è del
tutto arenato. Noi tifosi, anche se gli stadi sono attualmente vuoti e materialmente
il nostro supporto non può esserci, sappiate che il nostro sostegno è ancora
più forte: noi crediamo in voi!… Amala!!!!