Così dopo una galoppata semi-fantastica, da parte nostra, è arrivato l’epilogo di un campionato davvero strano, forse il più combattuto degli ultimi anni. Come ogni fine d’anno calcistico, prima di affidare agli annali ciò che è stato, è opportuno fare la giusta analisi della stagione, in buona sostanza, verificare l’andamento che ha avuto la stessa. In primis è d’uopo fare i dovuti complimenti ai vincitori, che per carità non è assolutamente la migliore squadra, ma la più continua si, che ha saputo interpretare, anzi approfittare, al meglio delle defezioni ed i cali di concentrazione delle altre squadre al vertice, nei momenti clou di una stagione. Si deve porre l’accento su ogni cosa che ha delineato questa stagione, di tutto e di tutti, ma nello specifico, tralasciando gli eventuali torti arbitrali, che alla fine si vanno comunque a compensare, come la vedo io ed è un mio pensiero. Qualcuno però deve darmi una logica motivazione, quasi fosse una certa spiegazione, di quello che hanno combinato in Lega al momento della compilazione dei calendari. Come mai è stata penalizzata solo l’Inter, con un girone di ritorno tutto cambiato, direi quasi cervellotico, con incontri importanti messi in un brevissimo arco temporale? Ogni anno il girone di ritorno era la fotocopia di quello di andata, solo con l’opportuni cambio di destinazione degli incontri già delineati, come mai quest’anno tutto è stato rimesso in gioco? Altra piccola considerazione, ricordo benissimo che lo scorso anno nel nostro girone di Champions siamo arrivati ultimi, senza alcun appello, e i giornalai saccenti ci hanno messo alla gogna mediatica non riservando analoga situazione a chi, quest’anno ha compiuto lo stesso percorso. Morale della favola quando toppa l’Inter fa notizia, per gli altri c’è sempre una seconda chance, con giudizi sempre più morbidi e accomodanti, con la stampa e le trasmissioni televisive create ad hoc, sviando ogni altro approfondimento che risulterebbe denigratorio allo stato delle cose, su altri temi. Questo sta semplicemente a testimoniare che non avendo una certa presenza mediatica, è facile essere alla mercè di quei giornalai che non aspettano altro che denigrare ogni cosa che è tinta di nerazzurro. Scusate lo sfogo ma non è possibile che tutti neghino l’evidenza, su tutti il ritorno di quel saccente di Sacchi che ha esternato elogi per il gioco dei cuginastri, di fatti denigrando il nostro. Mi chiedo sarò io quello incompetente, ma non mi sembra spettacolare il gioco che prevede il lancio lungo del portiere sugli esterni che, essendo velocissimi, producono occasioni, il calcio che amo io è fatto di scambi di possesso palla e di occasioni lineari da rete. Sarò io quello sbagliato? Qualche sassolino devo pur toglierlo dalle mie scarpe. Ricordo che ci davano finiti in estate, allorquando Conte e le cessioni di Hakimi, Lukaku e con la defezione di Eriksen, hanno lasciato la Pinetina. I soliti giornalai hanno gongolato evidenziando un futuro funesto per l’Inter e bistrattando l’arrivo di Inzaghi, come un ripiego non di livello. Invece tutto l’ambiente si è riscattato, sciorinando un gioco spettacolare e se vogliamo, tranne quell’unico periodo dei sette punti in sette gare, io definisco la stagione nerazzurra di assoluto rilievo con un bel 9 in pagella, dopotutto la nostra bacheca è stata rimpinguata con altri due trofei, sottratti agli odiati rivali torinesi e questo non fa che acuire maggiore rilievo. Tutto poteva essere ancora più altisonante, se fosse arrivato lo scudetto, di questo siamo tutti consapevoli, ma non possiamo farci nulla ci siamo bruciati un bonus assurdo e senza senso in una gara cervellotica dal risultato non scontato, ma che fa ancor più male, se con più raziocinio si poteva portare a casa l’intera posta in palio. Inzaghi secondo il mio modesto parere, ha talvolta peccato d’inesperienza in qualche cambio, forse è anche vero che in panchina non è che avesse granché a livello di cambi di livello. Bisogna comunque essere coerenti nel credere, che la forza di una squadra, si misura contro chi pone sul terreno di gioco la stessa determinazione, certo le ultime cinque giornate dei cuginastri hanno cozzato contro la più logica e contraria manifestazione di quello che vuol dire sportività. È come un pugile campione, che per mantenere il titolo, gli organizzano incontri accomodati, dei veri e propri sparring-partner e non certo all’altezza della competizione. In questi casi i cuginastri non hanno dovuto neanche sudare le proverbiale sette camicie per aver ragione dell’avversario. Lo stesso che è stato così autolesionista da farsi goal da solo, Fiorentina e Sassuolo su tutti, ma anche Verona e Atalanta non hanno mostrato quell’impegno mostrato durante tutto il campionato, mentre contro la Lazio, bè quella è tutt’altra storia. Davvero imbarazzante l’ultima gara, i neroverdi si sono dimostrati una misera squadretta senza nerbo, che ha fatto di tutto per agevolare una vittoria, che sarebbe stato il giusto spot pubblicitario per quello slogan che recitava: “ti piace vincere facile…” Mi sovviene una domanda da rivolgere al direttore Carnevali, ma credi davvero che i tuoi pupilli, quelli visti ieri, valgono davvero tantissimi milioni? Piedi in terra è tutto un bluff, questo è l’esempio tangibile di quella sportività accomodante che vige in Italia, purtroppo! Basti guardare quello che accade in Inghilterra, dove per amore di questo fantastico sport, si lotta in ogni gara, anche se le posizioni in classifica sono pressoché acclarate, dove l’ultima in classifica gioca alla morte contro la prima, dando tutto sul terreno di gioco. In Italia no, tutto va risparmiato sacrificando ogni cosa sull’Are dell’interesse economico predominante, e poi chissà perché noi non abbiamo mai beneficiato di alcuna squadra accomodante. Non va bene, ma bisogna accettare a malincuore il verdetto del campo che appare davvero difficile da digerire, in considerazione che siamo stati la squadra che ha sviluppato il miglior calcio con ben 84 reti realizzate, in considerazione che a noi nessuno ci ha mai regalato nulla, hanno tutti giocato al nostro cospetto alla morte, se poi quest’anno non abbiamo realizzato il bis è solo ed esclusivamente per colpa nostra: eravamo e siamo, nonostante tutto, la squadra migliore, ma come spesse volte accade non sempre vincono i migliori! Io credo in voi, e come me gli oltre ottantamila tifosi presenti sugli spalti, e i tantissimi incollati alla tv, che vi hanno e vi abbiamo tributato il giusto plauso per una stagione che poteva diventare fantastica, e per un’inezia non lo è stata, ma anche così ci va bene. Abbiamo gettato delle solide basi su cui continuare a metterci qualche mattoncino in più per diventare ancora più forti, siete il nostro orgoglio e mai vi lasceremo soli, perché l’Inter si ama a prescindere!!! Amala!!!!
In terra sarda si è rivista una squadra, l’Inter, che ha lottato con forza e strenuamente sino al raggiungimento della vittoria. L’unico dubbio che poteva sorgere sarebbe stato causato dal dispendio di energie spese per ottenere il secondo trofeo nazionale, in una stagione che tutto sommato rimane di assoluto prestigio, anche se… La gara di ieri sera non poteva essere giocata con superficialità, anche perché i sardi si giocavano moltissime chance di permanenza nella massima serie, ma i ragazzi non hanno mai lesinato buon gioco e tanta coralità di manovra. Moltissime le occasioni create e come al solito concretizzate in minima parte, ma tutte ottenute con manovre di gioco espresse con tantissima personalità. Purtroppo non tutte le ciambelle riescono con il buco, anche perché siamo a soli novanta minuti dalla conclusione di un campionato che potevamo conquistare con tantissima serenità, dobbiamo solo fare il mea culpa se ciò non è avvenuto, non mi riferisco alla sola gara sfortunata di Bologna, ma a tutti quei punti persi per strada, senza una reale motivazione sia in casa che in trasferta, su tutte quelle con il Sassuolo e con il Genoa. Dobbiamo fare di necessità virtù e considerare che oramai è rimasta una flebile speranza, anche vincendo domenica contro la Sampdoria, potrebbe essere tutto inutile! Dall’altra parte di Milano sono pronti a festeggiare, anche perché giocheranno in casa di quello “Scanzuolo” che ha una dirigenza filo-rossonera che sicuramente non creeranno barriere insormontabile affinché i cuginastri conquistassero anche un solo punto, magari con l’unico tiro in porta degno di nota, come gli sta accadendo ultimamente. Vorrei a tal proposito rivolgere una domanda al saccente e scopritore del calcio in tutte le sue forme e cognizioni, quell’Arrigo Sacchi che più volte ha espresso giudizi negativi sul gioco dell’Inter, lodando invece quello dei suoi ex pupilli. Caro professorone di tecnica, se il gioco dell’Inter produce un gioco vecchio e stantio, com’è possibile che possa avere il migliore attacco in assoluto e la migliore difesa? Vorrà dire che qualcosa di buono fa in campo e non è solo gioco all’italiana, mi sa che hai la vista annebbiata e forse sei un po’ daltonico, se la tua ex squadra produce un gioco europeo come dici tu, come mai tutto è puntato sul classicissimo gioco tutti dietro e ripartenze, basta vedere gli score delle ultime partite con il solo e striminzito risultato di uno a zero, se quello è calcio spettacolo, allora mi sa che noi non abbiamo capito nulla del calcio. Mi sa però che caro Arrigo dovresti ridimensionarti, troppo gloria ti ha dato alla testa, non riesci ad essere obiettivo, oppure viene ancora pagato da chi sappiamo per dire ancora castronerie? Mi sa che è veramente così, sanza alcuna forma di essere smentito, perché è sotto gli occhi di tutti di quello che accade ogni volta anche se i giornalai, tuoi alleati, testimoniano la tua fede e il tuo verbo, piedi saldi in terra non sei quello che ha inventato il gioco del calcio e neanche la massima espressione di poterlo modificare, e noi tutti non abbiamo gli occhi foderati di prosciutto, per poter testimoniare il contrario di quello che sostieni tu. Dopo questa premessa d’obbligo per rendere giustizia ad una squadra che dopo tutto ha espresso sinora il miglior calcio, forse dovevamo, a volte, essere meno bella e più concreta nel periodo del così detto appannamento, ma pazienza noi ci teniamo stretto questa stagione, dove tutti ci davano per sotterrati, in estate, con le partenze del tecnico e di due giocatori simbolo e dello sfortunato Eriksen, invece come l’araba fenice dalle ceneri di quella squadra è nata una squadra ancora più forte e combattiva che mai. Ora come dicevo, l’ultimo atto di una stagione, secondo me trionfale, dopo tutto con due trofei in bacheca e quel “tripletino” che al momento ci sta sfuggendo, ma sino a che c’è una flebile luce di speranza, dobbiamo tenerla ben evidente, potrebbe essere vitale e trasformarsi in un fonte abbagliante d’emozioni, perché non succede, ma se succede…… Amala!!!!
Mi verrebbe da dire, a primo acchito: non stuzzicare il can che dorme! Già per il semplice motivo che la compagine toscana è arrivata a Milano con l’intento di disputare la sua onesta gara, con veemenza di chi non ha nulla da perdere, anzi tutto da guadagnare, facendo una bella figura al cospetto dell’intera Italia pallonara: cosa che mi auguro facciano anche le altre squadre. Queste sono considerazioni puramente personali e si sa, non hanno alcun fondamento nella realtà, lasciando il tempo che trovano. E’ anche vero però che noi dobbiamo (e lo siamo stati perfettamente) sfruttare al meglio le nostre energie nervose e fisiche per portare a termine un percorso che alla fine non ci debba far pentire dei punti lasciati per strada. L’inizio non è stato dei migliori, per noi, è accaduto di tutto e di più. I toscani avanti prontamente ad inizio gara, complice una resistenza passiva dei nostri centrali ed ecco, come accade il più delle volte, il figliol prodigo ti punisce, quel Pinamonti che sta dimostrando di che pasta è forgiato. E non finisce qui. I ragazzi si sono spinti con coraggio e veemenza cercando di imporre la propria supremazia, ma come accade in questi frangenti, hanno prestato il fianco al contropiede avversario. Azione ben delineata e raddoppio cancellato dal var per fuorigioco, ma poco dopo ancora un’indecisione del nostro reparto arretrato ed ecco il raddoppio empolese. Nel mezzo un rigore assegnato su fallo di Barella e cancellato dal var, e dico giustamente, ma con altrettanta coscienza dico che ce n’era un altro sempre su Barella non sanzionato. Forse il buon Nicolò ha accentuato la caduta, ma la spinta a due mani del difensore era parsa evidente a tutti, tranne che al direttore di gara e agli assistenti var. Io credo che da quel punto in avanti i ragazzi, feriti nell’orgoglio, hanno iniziato con forza, rabbia e voglia a macinare gioco e azioni, sino alla sfortunata rete del centrale toscano che ha spedito nella propria rete un cross di Dimarco. Non finisce certo qui, al tramonto del primo tempo il meritato pareggio. Cross in area di Calhanoglu e tiro al volo di Lautaro che spedisce in rete. Sin qui una cronaca che ha cancellato lo spauracchio di un primo tempo che sarebbe stato gemello di quello disputato contro il Sassuolo, ma i ragazzi hanno reagito, come un animale ferito, sovvertendo quello che il destino ci stava apparecchiando sul tavolo verde. La ripresa poi non ha avuto ben altra storia, con l’apoteosi alla rete del sorpasso ancora di Lautaro bravo a capitalizzare, di prima, una ribattuta in area di un difensore empolese. Quindi a fine della gara la rete conclusiva di Sanchez. Sin qui tutto parrebbe limitato agli accenni che ho delineato, ma non ho detto di un nostro possesso palla straripante, di calcio d’angoli battuti in serie ben 14 a 2, di riti in porta ben 37 totali contro i 4 avversari, 1 palo. E non finisce qui un dato alquanto significativo la dice tutta sull’andamento della gara. I ragazzi sono arrivati in area per ben 80 volte, credo sia un record in assoluto, questo per sciorinare delle statistiche che vanno ad intersecarsi con quelle condizioni davvero cervellotiche di chi non sa dove sia la sportività, coloro i quali si sono fermati alla rete non concessa all’Empoli, giustamente non convalidata dal var. Avrei potuto capirli se l’Inter avesse arrancato, raggiungendo un risultato opaco solo nel finale, noi invece abbiamo fatto realmente vedere come si gioca a calcio, la forza di questa squadra che quando decide di giocare non ce ne per nessuno. Il problema è la costanza, e ritengo senza falso pregiudizio, che se i ragazzi avessero disputato il girone di ritorno con questa forza, bene il campionato sarebbe andato in archivio già da un pezzo. Mi rendo conto altresì che non sempre si è perfetti, la perfezione non è di questo mondo, ma lavorando sulla testa abbiamo capito che la nostra squadra, almeno in Italia non è seconda a nessuno, anzi direi che è in assoluto la migliore. Certo nessuno ci dava credito all’alba del campionato, con le partenze illustri che abbiamo dovuto, gioco forza, lasciar andare, ma nonostante tutto siamo lì che ci giochiamo ancora due titoli nazionali e credo che giocando in questo modo, nulla ci è precluso. È vero che oramai il nostro destino non dipende più da noi, ma confidiamo in quel dio pallonaro e la buona sorte che ci dia ancora una possibilità, noi ci crediamo e da quanto mostrato ieri e non solo, siamo con voi, cercando di esultare insieme. Un passo alla volta, sperando che la domenica sia fautrice di buone notizie, ci prepareremo ad affrontare un finale di coppa Italia con la testa ben concentrata, perché noi siamo l’Inter e tutto il resto non c’interessa!!! …Amala!!!!
L’imperativo che deve echeggiare nel nostro spogliatoio, credo che ora più che mai, dovrebbe essere esclusivamente questo: lottare sino alla fine! Dopo la battuta d’arresto contro il Bologna, i nerazzurri dovevano necessariamente rialzare la testa, e l’hanno fatto con una prova dignitosa, con coraggio, anche se si sono evidenziati i soliti problemi di inefficacia sotto rete. Di contro la squadra friulana, senza particolari patemi, e aggiungo per questo, con la testa sgombra da eccessive preoccupazioni di classifica, ha disputato una bella partita senza risparmiarsi alcunché, anzi hanno cercato di affondare i loro colpi, ma quest’oggi hanno trovato di fronte una squadra, quella nerazzurra, che non era intenta a non mollare manco un solo centimetro. Onestamente negli ultimi minuti un po’ di apprensione s’è avvertita, solo per il semplice motivo che il risultato poteva essere messo in discussione con una sola rete di scarto, e come al solito se si fosse realizzata la terza rete, forse tutto sarebbe finito lì, e dire che l’occasione, e più di una, l’hanno creata i ragazzi, ma non sono stati capaci di concretizzarla. Come al solito i giornalai di turno hanno enfatizzato più del dovuto il nostro passo falso in terra felsinea, certo era fuor di dubbio che lo facessero, ma dichiarare che la vittoria del Bologna è stata sontuosa ce ne passa, con un solo tiro in porta, vabbè lasciamo stare, anche perché se tutto va come deve andare, in molti ci dovranno chiedere scusa. Sinora l’Inter è stata una delle poche squadre del campionato, che ha sciorinato un calcio bello da vedere, propositivo, e sono sicuro, che se in alcune circostanze non si fosse inceppata la nostra macchina offensiva, forse ora avremmo altro da dire, con buone probabilità di quanto avvenuto lo scorso campionato, che non solo l’abbiamo stravinto in un certo senso l’abbiamo ammazzato, eliminando ogni sogno di gloria avversario, con ben quattro giornate d’anticipo! Di una cosa sono certo, ed è assolutamente sotto gli occhi di tutti, noi di regali non ne riceviamo, anzi li facciamo, dovremo sudare tutto da per noi, non ci sono portieri o difensori che ci agevolano, contro di noi tutti vendono cara la pelle, com’è giusto che sia, ma deve essere una condizione che dovrebbe accumunare tutte le squadre, solo in questo modo l’obiettività risulterebbe una parte essenziale e predominante di uno sport sano e credibile. Ci restano solo altre tre gare, con nove punti a disposizione, che dovremo cercare di prenderli per intero, senza fare alcun calcolo, il nostro destino oramai non dipende solo da noi, anche in caso di filotto, dovremo attendere notizie positive da altri campi, sperando in corsi e ricorsi storici, e sperando che ancora una volta nella cabala e nel fatal Verona, che ci dia una grossa mano e poi ci saranno gli orobici che una volta tanto dovrebbero far valere la vicinanza ai nostri colori che dovranno essere vincenti, ora più che mai. Io ci credo com’è giusto che sia in casi come questi, non può essere umanamente concepibile che agli altri va tutto per il verso giusto, e vincano gare proprio sul fil di lana, un po’ di jattura anche per loro non farebbe certo male. Ci vuole al momento tanta concentrazione per credere nella bontà di quello che si è fatto sinora, c’è una gara importante venerdì contro l’Empoli e poi dobbiamo preparare al meglio la finale di mercoledì contro i non colorati di Torino, c’è un trofeo da portare a casa, lo si fa solamente con la testa sgombra e massima concentrazione, perché nonostante tutto i campioni in carica siamo ancora noi, e vogliamo per questo, che il tricolore sulle nostre maglie, ci sia anche il prossimo anno! …Amala!!!!