La delusione è tantissima, addirittura cocente, se si analizza che questa squadra non riesce a fare due gare con la stessa intensità, dopo una gara giocata bene ne segue una completamente sballata, al di sotto delle proprie aspettative. La storia di questa stagione, davvero strana, insegna che mentalmente non ci siamo, che basta una defezione nei titolarissimi ed ecco che si sprofonda in un marasma confusionario nel quale la barca va alla deriva. Ritengo che in conferenza stampa sarebbe stato più giusto che non si fosse presentato nessuno, oppure come ha fatto Lautaro chiedere umilmente scusa a tutti gli amanti dei colori nerazzurri, invece di accampare scuse inutili, anche perché non ci sono scuse che tengano per giustificare la prestazione odierna, davvero sotto tono e senza un gioco e quelle idee che diano la possibilità di attuarlo! Il primo tempo davvero assurdo siamo stati alla mercé dei felsinei che hanno fatto di tutto per passare in vantaggio, giocando da squadra quello che non siamo stati capaci di fare noi. Proponiamo ancora di giocare con un calciatore che secondo me è davvero un corpo estraneo per questa squadra, Dumfries il quinto che passa sempre il pallone indietro, che non riesce a colpire manco se il dirimpettaio sta fermo, non affonda. Io non voglio necessariamente prendermela con l’olandese, ma quando la squadra non gira la colpa è anche dei quinti, devo dire con tutta sincerità invece che il dirimpettaio Gosens oggi mi è piaciuto di più del solito, certo con Dimarco è tutt’altra cosa, ma bisogna pur accontentarsi. Credevo che ad inizio ripresa il mister avrebbe apportato quelle sostituzioni necessarie, cercando magari maggiore fluidità nella manovra. Per alcuni minuti c’è stata, anche se il Bologna nelle ripartenze sembrava essere letale, in effetti in un paio ha quasi sfiorato il vantaggio. Il nostro caro mister, da genio consumato, cosa fa? Toglie l’olandese per mettere D’Ambrosio che non gioca una gara da chissà quanto tempo, certo sposta Darmian come quinto, ma s’è visto che se non copre lui la fascia è scoperta, in effetti ci siamo fatti infilare con una ripartenza da centro campo, dove i rossoblù hanno riconquistato palla e Orsolini, complice la mancata copertura di D’Ambrosio, s’è infilato nello spazio vuoto e dal limite ha tirato impallinando l’incolpevole Onana. Se si vuol dare continuità ad un certo lavoro, si deve crescere e non si può sempre incontrare il Milan, il Barcellona o altra squadra più blasonata che in caso di vittoria ti dà autostima, sono le altre che fanno aumentare il proprio predominio in classifica. Facendo un po’ di statistica in questo nuovo anno, dopo la bellissima vittoria contro il Napoli, abbiamo toppato, perdendo, con Empoli e oggi con il Bologna e pareggiato contro Monza e Sampdoria, squadre non proprio irresistibili, però sono queste le gare che alla fine fanno la differenza, noi proprio non siamo riusciti a farla. Non credo che il popolo nerazzurro sia contento di questi altalenanti risultati, la speranza è sempre dietro l’angolo, ma non sempre bisogna affidarsi alla speranza se si vuol dare un segnale positivo ad una propria stagione, ci vuole la coerenza di credere nei propri mezzi tecnici per valorizzare il proprio lavoro. Sicuramente in campo ci vanno i giocatori, questo è innegabile, ma il lavoro fatto durante la settimana sui campi d’allenamento deve essere finalizzato a quello che la domenica deve essere espresso al meglio sul campo, se poi capitano giornate come queste, vuol dire esclusivamente che il lavoro non è stato fatto a dovere, additando come unico artefice l’allenatore. Non ha colpe esclusive, certo, ma vanno condivise con tutti, certo è vero, ma lui non può andare in conferenza stampa accampando scuse e lamentandosi della scarso concentrazione ed approccio sbagliato alla gara. Mi chiedo ma chi deve inculcare la giusta motivazione e caricare la squadra, se non il tecnico? Inzaghi non è capace. Mi prendo le mie giuste responsabilità affermando che purtroppo lui, pur essendo un buon allenatore, ma non può essere da Inter, sicuramente gli saremo sempre grati per i trofei conquistati, ma da lui ci si aspetta tanto altro, ad esempio quella seconda stella tanto agognata che anche quest’anno è svanita. Potremo accontentarci di entrare nei primi quattro posti in classifica, cercando di vincere una salutare Coppa Italia, magari andare più avanti possibile in Champions, può darci lustro tutto ciò? Ritengo di si per una stagione come la nostra, quella che stiamo vivendo ora, potrebbe essere plausibile, ma credo che dall’Inter noi tifosi pretendiamo molto di più che mollare lo scudetto al giro di boa di un campionato da subito compromesso. Sarà la volta di un ennesimo giro di pagina della nostra storia, che anche se dev’essere ancora scritta, ma con queste premesse non ci pare bellissima!!! …Amala!!!!
Il sabato sera di campionato ci ha proposto due gare nel corso della stessa. Ad un primo tempo davvero deprimente si è contrapposta una ripresa caratterizzata da un piglio diverso, con tanto gioco e occasioni in raffica. Cos’è cambiato? Difficile capirne il significato, forse ipotizzando che i ragazzi si siano guardati negli occhi, razionalizzando che peggio non avrebbero potuto giocare, in considerazione della pesantissima e gloriosa maglia che stavano indossando a cui non stavano dando il giusto risalto e lustro. Per lo spettacolo che stavano producendo in campo, sembrava il seguito della cervellotica gara di Marassi, dove la presunta grande squadra, la nostra, che difatti allo stato dei fatti non s’era dimostrata tale, perché non riusciva ad avere ragione di una modesta squadra, quella doriana. Purtroppo lo status quo era questo, un misero tiro in porta degno di questo nome, senza rimarcare che stai giocando in casa, dinanzi ad oltre sessantamila spettatori, tifosi che t’inneggiano a squarcia gola, secondo la massima espressione di felicità, nel dimostrare quello che vali. Per carità non è che i friulani abbiano fatto tantissimo, gara di contenimento con improvvisi rovesciamenti di fronte ed in uno dei quali, trovando la nostra retroguardia piazzata male, hanno siglato il pari. Non si poteva certo essere soddisfatti di un primo tempo del genere, la ripresa fortunatamente è stata tutt’altra cosa, però non v’è nessuna giustificazione nel prendere dei contropiedi dall’Udinese, in più occasioni, forse due/tre, specie quando sei in vantaggio, avendo tra l’altro la palla ben oltre la metà campo, senza creare nulla d’importante, per cui non può assolutamente reggere la scusante dello sbilanciamento offensivo. Si è evidenziato invece un disordine tattico incredibile, visto quello che poi è accaduto nel prosieguo della gara, con i friulani protesi in contropiede alla ricerca del pareggio mentre i nostri hanno più volte mancato la segnatura della terza rete. Questa squadra ha evidenziato ancora una volta quel calo di tensione nervosa che è indubbiamente un male al quale si deve fare a meno, se vogliamo consolidare un posto al sole in classifica. Ieri sera ancora una volta si è visto che Dumfries non è per niente un giocatore da Inter, non spinge quant’è nelle sue corde, anzi dal momento che ha il possesso della palla non ha alcuna capacità mentale di saltare l’uomo, oppure fare un passaggio in profondità per il compagno, tende quasi sempre ad effettuare il retropassaggio indietro. Caro mister Inzaghi anche ieri sera ne hai commesso un’altra delle tue, dando dimostrazione che non riesci a leggere le gare come vorresti far intendere. In una serata dove il sempre utile Dzeko non era in partita, tu cosa hai fatto? Hai cambiato nella ripresa un Lukaku che non ha fatto niente male, si nota che pur non essendo il Romelu che abbiamo imparato a conoscere, cerca di rendersi utile per la squadra, essendo pian piano sulla via del recupero, tenendo in campo il cigno di Sarajevo che sembrava un corpo estraneo, mancando tra l’altro una rete che in altre circostanze non avrebbe fallito. È anche vero che pure Lautaro, per un egoismo eccessivo, non ha segnato una facile rete se solo avesse passato la palla a Calhanoglu, meglio posizionato e a porta libera. Tal volta la ragione di stato viene prima di quella personale, per fortuna si è poi riscattato, dopo pochi minuti, mettendo il suo sigillo e chiudendo di fatti una gara che agli albori non è che poi s’era messa così bene. Purtroppo allo stato attuale siamo questi, abbiamo un autonomia di 45/50 minuti, dobbiamo avere ben precisa la considerazione che l’Inter del primo tempo deve essere cancellata, non è proponibile giocare senza voglia e costrutto. Lasciatemi porre l’accento su di un giocatore, anche lui nel primo tempo risucchiato nel marasma generale, ma che poi nella ripresa è riuscito, con le sue giocate a dare una sferzata positiva alla sua gara e a quella della squadra, realizzando una rete fantastica, di prima con un piattone indirizzato laddove il portiere avversario non ci sarebbe mai arrivato. Con un Mkhitaryan così, possiamo essere certi che il colpo del campione è sempre dietro l’angolo e con lui quel Calhanoglu che ci fa lustrare gli occhi ad ogni giocata, non sempre prevedibile, ma sostanziale. Sono questi i giocatori che fanno bene al nostro gioco, ma è anche opportuno considerare che tutti sono importanti, ma non indispensabili, perché l’Inter rimane sempre e comunque prima di ogni evento e giocatore. Tenendo fede ai dettami dell’insegnamento del mitico Giacinto Facchetti a cui il nostro club è intitolato, mi piace sempre rimarcarlo, recita: “Ci sono giorni in cui essere Interista è facile, altri in cui è doveroso e giorni in cui esserlo è un onore. Essere nerazzurri è un traguardo, un segno di eccellenza. “…Amala!!!!
Nel monday-night si registra la brusca frenata di un’Inter arruffona che ad inizio gara, nei primi minuti, ha dato segni di una mobilità costruttiva con i primi due tiri nello specchi, e poi? Il buio non proprio fitto però, tant’è che nel corso della stessa, hanno tirato verso la porta doriana per ben 25 volte e con un possesso palla che è andato oltre il 65 per cento, sono dati sterili, se si considera che in fondo non s’è fatto nemmeno un goal. Dove ricercare la colpa? Le varianti sono diverse. In primis il nostro tecnico, capitolo esplicativo e delle sue scelte, non sempre azzeccate, non ha uno schema che talvolta riesce ad essere camaleontico, orami non si discosta dal consueto 3 – 5 – 2, per lui consolidato, ma il gap si evidenzia quando gli avversari si mettono a specchio e il più delle volte si rintanano nella loro area, con ripartenze in contropiede. In questo modo riescono a bloccare le nostre fonti di gioco, che quando, come ieri sera sono un po’ appannate, risulta tutto davvero dannatamente complicato. Forse sarà anche colpa di una frenesia da risultato, magari per un agonismo espresso male e talvolta senza costrutto, ma ciò nonostante, a fine serata le cifre delle statistiche hanno sancito una superiorità netta, ma che ha portato ad un misero punticino, allungando in maniera esponenziale il divario tra la copolista e le altre. La gara di ieri sera altro non è che lo specchio di questo nostro cervellotico campionato, nel quale le gare disputate si diversificano nella qualità del gioco espresso. Ci sono gare dove la squadra gioca davvero bene, macinando e costruendo occasioni in serie ma che alla fine riesce a venir fuori con una vittoria meritata, in altre arranca in maniera davvero sufficiente, tale da sembrare supponente come se dovesse giocare per forza, costretta da un calendario, e non per voglia. Manca quella giusta mentalità che deve essere inculcata alla squadra, quella voglia di continuità, innanzitutto nella ricerca di un risultato che ci dovrebbe premiare, non per la formazione di quei nomi altisonanti che vengono segnati sulla distinta, ma per come gioca e come si pone in campo, nell’aiuto costante e la ricerca della finalizzazione prima di tutto, senza cercare di andare in meta da soli. Quella mentalità che non può essere acquistata al supermercato sotto casa, ma deve essere apportata da chi è preposto a tale compito: l’allenatore e con tutta franchezza, Simone Inzaghi non ha queste caratteristiche, lui si sbraccia in campo, perde anche la voce ma non ha quella “cazzimma” dovuta e necessaria in questi casi. Altro capitolo che ieri sera si è verificato in campo e che non m’è affatto piaciuto, come credo a tutto il popolo nerazzurro, è stato il battibecco con il conseguente nervosismo, di un Barella che si è scagliato contro Lukaku, aggiungerei non solo con lui, per errori di posizionamento e di mancato ausilio ai compagni. Caro Nicolino, in campo, specie quando si è dinanzi agli occhi di milioni di persone, evitiamo quelle scene isteriche, non fanno altro che fomentare un nervosismo che non aiuto nessuno. È palese che Lukaku sta pian piano ritrovando la forma, non può essere al massimo, non per questo non deve essere redarguito quando è fuori posizione oppure non aiuta, ma francamente nel primo tempo qualcosina l’ha fatta. Speriamo che ogni cosa venga dipanata nello spogliatoio, in un faccia a faccia, mai come in questo caso, chiarificatore. Inutile ritornare sempre sul solito e scanzonato copione, non ci siamo e solo nelle giornate in cui si sarebbe dovuto fare di un solo boccone di squadre del calibro di: Monza, Empoli e Sampdoria, ebbene si è portato a casa la misera posta di due punti, sugli ipotetici nove, la differenza sta proprio in quello con chi guida la classifica, e prevedo che quel gap sarà davvero notevole e sostanzioso sino alla conclusione del campionato, se non si riesce a capire che possiamo e dobbiamo fare meglio, se vogliamo consolidare un posto Champions, dove tantissime squadre sono invitate ad un banchetto che ne prevederà solo quattro. In conclusione il refrain è sempre il solito: “l’Inter getta al vento altri due punti sanguinosi, con poca cattiveria in una serie infinita di potenziali occasioni. La gara di Marassi ha sancito un risultato finale che è uno sbadito zero a zero. La recriminazione è tutta del popolo nerazzurro, conscio di per aver perso l’ennesima occasione per blindare un posto in Champions, dove la bagarre è sempre più che mai agguerrita”, questo se fossi stato un giornalista il mio pezzo avrebbe avuto questo inizio, ma io sono solo un appassionato e innamorato di questi colori, vorrei esultare sempre per delle belle vittorie, ma lo status quo del momento è questo e dobbiamo comunque accontentarci, in considerazione, visto quello che è il nostro potenziale, che possiamo e dobbiamo fare molto meglio, ritenendo che sono sempre più che mai alla nostra portata! …Amala!!!!
In una serata fantastica, iniziata con una cornice di pubblico davvero eccezionale, s’è conclusa nella maniera più bella per i nostri colori, annichilendo i cuginastri non facendogli capire il motivo perché erano arrivati a San Siro e cosa stavano facendo. Le statistiche parlano chiaro c’è stato un predominio in ogni casella davvero disarmante dei nostri ragazzi, dinanzi ai rossoneri che erano davvero spaesati e fuori da ogni umana e logica comprensione. Nei novanta minuti, e oltre, giocati non hanno fatto un tiro che sia stato impegnativo per il nostro portiere, viceversa il tanto bistrattato Tatarusanu ha compiuto diverse parate degno di nota, questo avvalorando la gran gara fatta dai ragazzi. Questo è un mio pensiero personale, come credo possa essere sottoscritto da ognuno che ha visto la gara, il portiere rossonero ha evitato una debacle, che anche ieri sera poteva finire in goleada. La nostra atavica fame non è ancora sazia, e credo rispettando le aspettative, i ragazzi in campo hanno dato l’anima, mordendo il freno a più riprese, giocando in modo da creare le premesso per una vittoria strameritata, ma si poteva gestire meglio azzannando con un po’ più di lucidità e con quell’essere cinico che ci ha contraddistinto in altre occasioni, si poteva uccidere la gara ancor prima, senza lasciare alcuna speranza al popolo rossonero, che in campo erano davvero spaesati. Vedendo giocare i ragazzi, subentra davvero il rammarico di quello che si è lasciato per strada, potevamo essere ancorati maggiormente ai partenopei, che per inciso, stanno facendo un campionato davvero straordinario, non sbagliano un colpo ma con tale vantaggio, possono perderlo solo loro questo scudetto e non credo che Spalletti sia così sprovveduto e dissipare tutte le possibilità accumulate sinora, non certo come abbiamo fatto noi lo scorso anno, ferita ancora aperta che sanguina ancora! Tutto sommato abbiamo l’obbligo di continuare su questo passo, dobbiamo mettere in campo tutto quello che abbiamo e consolidare sempre più il nostro posto in classifica, e poi c’è una semifinale di Coppa Italia e un ottavo di Champions da onorare. Le note positive evidenziate nella gara di ieri sera sono state molteplici, mi piace rimarcare che il gioco di squadra, a tratti è apparso brillante, tanti giocatori hanno dato tutto quello che avevano in corpo e anche di più. Non mi piace molto parlare dei singoli, per il semplice motivo che a me piace la coralità, ieri s’è vista con un Barella fulcro insieme a Calhanoglu e Miki che hanno tenuto benissimo il centrocampo, forse nel secondo tempo erano a corte di risorse vuoi anche dovute alla gara dispendiosa di coppa Italia contro l’Atalanta, ma tutto sommato hanno tenuto alla grande. Ma un plauso lo farei a due giocatori in particolare, anzi ad un giocatore e un reparto, quello difensivo con Acerbi su tutti e con lo slovacco che è sempre stato in partita, peccato davvero che abbia deciso di andar via, ma come accade in questi casi i giocatori vanno e vengono, l’Inter rimane! Permettetemi fare un plauso particolare per Lautaro Martinez, un campione in assoluto capace di lottare e sgomitare in ogni zona del campo, presenza perenne e incubo degli avversari, anche ieri ha incorniciato la sua maiuscola prestazione con una rete bellissima ed altre occasioni sventate dal portiere avversario. Tornato il “toro” che volevamo chapeau. Ieri s’è rivisto in campo anche Brozovic che potrebbe essere la nostra arma migliore, per un centrocampo che non può permettersi ancora una sua assenza, è tornato e spero in pianta stabile. Tutto è apparso verosimile con l’entrata anche dell’armadio di ebano, con quella sua voglia di spaccare il mondo, credo che in lui sia subentrata la voglia di un riscatto tanto voluto, quanto ricercato, nelle sue movenze, a tratti s’è rivisto il Lukaku dell’era Conte, spero non ci deluda e non disattenda tutti i buoni auspici che auspichiamo nei suoi confronti. Siamo solo alla seconda del girone di ritorno, il cammino è ancora lungo, ma solo credendo in sé stessi si può e si deve far sempre meglio, certo è utopistico pensare al tricolore, ma sino a che la matematica non ci dica il contrario, abbiamo il dovere e l’obbligo di crederci: sarebbe fantastico!!!! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter