La gara domenicale, inserita nel consueto orario prandiale, ci opponeva ad una squadra, quella toscana, che all’andata aveva fatto bottino pieno in un San Siro attonito, quasi incredulo per una vittoria svanita per colpa esclusivamente nostra. Alla lettura dalle formazioni, sinceramente ero davvero frustrato, il nostro mister aveva nuovamente mischiato le carte, non curante di tutte le altre volte che l’ha fatto e dei risultati ottenuti, disattendendo quello già fatto in altre circostanze, ha cambiato in formazione ben nove undicesimi da quella che aveva strabiliato nel mercoledì di Champions, in gara gagliarda dove la squadra si è aggiudicata non solo il passaggio alla semi-finali, ma un derby atteso da oltre vent’anni che grida ancora vendetta. La cosa che subito mi è venuta alla mente, come un solito sliding doors, le varie gare post impegno europeo dove i tanti cambi hanno prodotto gare non sempre all’altezza, anzi. Ecco perché è subentrato un timore davvero presente per i continui e ripetuti, quanto cervellotici, cambi di uomini, proprio quanto necessita dare una svolta ad un campionato che è tutto da conquistare, specie nelle posizioni di vertice, qualora ci fosse ancora un barlume di speranza, ma in considerazione dell’unico punto nelle ultime cinque giornate, non certo di Milano, per come sono state interpretate. La sensazione che ho avuto e le imprecazioni conseguenti, sono state davvero feroci per una squadra che in campo non aveva né capo quantomeno coda, difatti tranne qualche sortita di alleggerimento, si è rischiato più del dovuto, almeno in un paio di occasioni empolesi. Difatti all’intervallo la sensazione avvertita di un malessere generale, non si riusciva a cavare il solito ragno dal buco, di azioni d’attacco neanche l’ombra, forse una capitata sui piedi di un Brozovic, prontamente disattivata dall’uscita del portiere avversario, ben poca cosa di chi vuole dare risalto e produrre con tutte le forze una rincorsa ad una pregevole posizione in campionato. L’unica cosa che mi ha fatto piacere che comunque nel prosieguo della gara, la difesa si è ben comportata, di fatti Handanovic non ha fatto alcuna parata degna di nota e poi per una volta c’è stato un giocatore che si è dannato l’anima e ha fatto tantissimi cross dalla destra, finalmente s’è rivisto Bellanova che ha pigiato sull’acceleratore con pochissimi passaggi indietro, poi esausto ha lasciato il posto a quel Dumfries che altro non è: la croce di questa squadra. Nel secondo tempo s’è vista la faccia giusta di quell’Inter che noi tutti conosciamo, capace di inserimenti e di una forza di volontà ritrovata, specie in un giocatore tanto bistrattato, ma che ieri ha fatto tutto e di più. Due reti di pregevole fattura e un delizioso assist per il compagno di reparto, speriamo sia il prologo per affermare senza essere smentiti, che la LuLa è tornata: finalmente! Ieri s’è rivisto quell’armadio di ebano che abbiamo imparato a conoscere, quella forza inarrestabile che quando decide di fare goal, gemello svanito di quello visto sinora, nessuno riesce a fermarlo. Se quello visto ieri è il Romelu Lukaku che abbiamo ammirato in passato, allora per questo finale di campionato, possiamo giocarcela in tutta sicurezza, è il perfetto assortimento con Lautaro, che s’è finalmente sbloccato, speriamo in via definitiva. Ora da mercoledì sino al quattro giugno, si giocherà con una continuazione davvero battente, dobbiamo essere bravi a pensare ad una gara alla volta, pensando per primo alla semi-finale di coppa Italia, contro i non colorati torinesi che sicuramente metteranno sulla rissa la gara, cercando nel potere arbitrale l’alleato ideale per compiere le loro malefatte. Dobbiamo essere bravi a non cadere nei loro tranelli, fortunatamente non dovrebbe essere della gara colui che è da sempre l’antitesi del calcio giocato, quel Quadrado tuffatore e truffatore che non a che fare nulla con il calcio. Non vorrei sbilanciarmi in facili entusiasmi, tante volte specie quest’anno ci abbiamo creduto nella svolta e puntualmente siamo stati smentiti, ma come si è sempre fatto sinora, una gara per volta, da giovedì si penserà alla Lazio, ennesimo banco di prova, purtroppo ora si è nell’imbuto del campionato e di altre competizioni, tutte le gare devono essere interpretate come fossero una finale, sbagliato distrarsi e non avere il giusto approccio alla gara: di questo dovrebbe preoccuparsi mister Inzaghi, o sbaglio? … Amala!!!!
Credo che con la gara di ieri sera si è per davvero toccato il fondo, raschiando anche un barile la cui fine non è ancora nota né evidente, l’unica parola al momento che disegna perfettamente la nostra situazione è davvero: “raccapricciante”. Con il consueto atteggiamento incostante e sfilacciato, s’è purtroppo palesata l’ennesima sconfitta, per giunta la terza in casa in modo consecutivo: e sono undici!!! Non ricordo a memoria un’annata così disastrosa, non mi soggiungono parole idonee a determinare tutto ciò, rimane solo lo sconforto per una squadra allo sbando in cui e palesemente disarmante l’inefficacia di produrre effetti letali per gli avversari, mi ripeto siamo davvero inconsistenti e così fragili che alla prima occasione avversaria, per giunta da calcio piazzato, veniamo puniti, davvero cervellotico e autolesionista come comportamento. Sicuramente degno scenario per una società inesistente, che non è capace di farsi sentire e di un allenatore incapace di saper produrre le opportune contro misure contro chi oramai conosce il tuo stile di gioco, sapendo come disinnescare gli avanti nerazzurri che hanno da un pezzo le polveri bagnate. Quindi si arroccano e poi ripartono in modo letale in contropiede, cercando di farci male, a volte ci riescono, a volte ci provocano brividi, ma nessuna contromisura degna, rilevata da una panchina che rimane tal volta inerme. Anche ieri non avevamo difronte una squadra d’élite, ma un onesto Monza che con molto raziocinio e con il giusto essere cinici, ha portato a casa un risultato che è andato oltre le proprie aspettative, invece per l’ennesima volta siamo noi a leccarci le ferite, lamentandoci in conferenza stampa, a detta del nostro tecnico, per gli ennesimi miracoli sportivi dei portieri avversari. A questo punto formulo una richiesta, se proprio dobbiamo tenerci Inzaghi sino alla fine della stagione, per cortesia non fategli fare più la prevista conferenza stampa di fine incontro, le lamentele sono sempre le stesse e francamente non ha più credito e ha stancato, con improperi su ogni cosa che non ha assoluto senso, tranne l’inconsistenza di far risultato. La sua voglia di spiegare ogni cosa che non va, lo faccia con le giuste motivazioni di un gioco che non decolla, lo dica perché i giocatori, che sono gli attori principali delle partite, perché in campo fanno le statuine e soffrono di continue amnesie, assurde a mio modo di pensare, per un sistema di gioco trito e ritrito che non ha nessuna variante rispetto al solito. Altra domanda, invece gli vorrei chiedere la motivazione secondo la quale continua a far giocare Dumfries sulla fascia destra, assolutamente inutile e anche ieri sera Gosens alla stessa stregua su quella sinistra, ha senso avere dei giocatori che non sono capaci di crossare? E poi il suo pupillo Correa che utilità dà in campo? Anche ieri sera s’è mangiato delle reti che una vera punta di serie A, avrebbe sicuramente fatto. Senza poi parlare dell’enigma Lukaku fratello gemello di quel Rumelu che abbiamo conosciuto in epoca “contiana”, inconsistente e involuto, secondo me l’errore più grande averlo ripreso, ma non è che anche gli altri due attaccanti rimasti sono migliori, ne vogliamo parlare di un Lautaro “El toro” che è divenuto un vitellino da latte, e la statua Dzeko che più di un cigno sembra un paperotto sperduto. Il dramma purtroppo che mancano ancora diverse gare, e di cattivo sangue ne faremo ancora, se non arriva quello switch definitivo in testa agli interpreti e principalmente ad un allenatore che dovrà gioco-forza rimanere sulla panca. Giocando in questo modo senza reale costrutto e senza pungere in maniera preponderante, Milano sarà terra di conquista per chiunque, sinora in campionato, anche per l’eventuale Pizzighettone di turno, senza sminuire la formazione lombarda. Ora gli estimatori del tecnico piacentino, sicuramente porgeranno le opportune motivazioni, in evidenza che comunque non tutto è perduto, c’è un quarto di Champions che ci vede in vantaggio sul Benfica e una semifinale di coppa Italia da giocare. Tutto vero, ma se non riusciamo ad essere diversi da quelli di campionato tutto è inutile, sinora in Champions è andata bene, ma sino a quando? Io non punterei un solo euro sulla vittoria finale, ne sono certo e pronto a chiedere scusa e fare ammenda in caso contrario, ma ho dalla mia una certezza e cioè la forza di una squadra è la coesione, attualmente nei nostri ragazzi non l’ho più ritrovata. Vorrei dire anche a questi signori che ci ricordano che il tecnico piacentino ci ha portato tre trofei da esporre in bella vista in bacheca, ma io non dimentico che per sue scelte scellerate ci ha fatto perdere uno scudetto, quello della seconda stella, che visto come vanno sinora le cose, non vedo un roseo futuro, ne tanto meno riesco ad individuare quando potremo appuntarla sul petto. Questi mercenari non si rendono conto della maglia che indossano, pronti nel richiedere aumenti sostanziali in qualunque maniera, perché visto l’ultimo periodo, non restituite il vostro salario che non è affatto commisurato a quello che state producendo in campo? Con loro alla stessa stregua dovrebbe farlo il tecnico a cui è stato rinnovato un contratto milionario dopo aver vinto due trofei, ma la cosa principale aver perso uno scudetto. Società che se non si farà sentire, con la perdita di quei 60 milioni derivanti dal piazzamento Champions e altri benefit, il default è dietro l’angolo anche perché il piazzamento nell’Europa secondaria, non da tanti ritorni economici e quindi di sacrifici se ne dovranno fare tanti. Davvero cervellotica come situazione, paradossale direi, per questo farei imparare a memoria a chi entra alla Pinetina, la frase che determina l’essere interista, quella dell’indimenticato presidente Giacinto Facchetti, noi l’abbiamo nel cuore come la tolleranza che stiamo avendo nei loro confronti, basta con le scuse sotto la curva, tiriamo fuori gli attributi se volete essere degni del nostro amore. “…Amala!!!! “Ci sono giorni in cui essere Interista è facile, altri in cui è doveroso e giorni in cui esserlo è un onore. Essere nerazzurri è un traguardo, un segno di eccellenza.
Al peggio non c’è mai fine. Ho ponderato un attimo prima di dedicare i miei pensieri a questo ipotetico foglio di carta, ma nulla è cambiato. Il livore però non è scemato, altroché, anzi è aumentato in considerazione dell’ennesimo scempio dimostrato, avendo depauperato per l’ennesima volta quei punti sostanziali per la rincorsa ad un piazzamento Champions che assume quanto mai di vitale importanza, allo stato attuale, per le casse societarie e per l’importanza della nostra storia calcistica. Talvolta si implora alla cattiva sorte che ci sta mettendo lo zampino, sicuramente ci vorrebbe un’esorcista per scacciare da Appiano tutti quegli strali malefici che stanno attanagliando il nostro ambiente, ma la mia opinione è oramai certa, consolidata dai fatti, che se fosse stato un caso sporadico ci si poteva giustamente ancorare alla mala sorte, ma oramai sta divenendo una consuetudine quell’incapacità di finalizzare le tantissime occasioni da rete. Non è di umana concezione la motivazione, secondo la quale non si riesce a trasformare in rete delle facilissime e significative situazioni favorevoli. Appare inverosimile come, pur disputando delle oneste gare e partorendo un gioco tal volta apprezzabile, non si riescono a realizzare delle reti che in altre circostanze sono nel dna di un vero giocatore di serie A, per carità, nulla di fantasmagorico né tanto meno reti da genio del calcio, alcune da realizzare in prossimità della porta avversaria, con la freddezza necessaria da spingere solamente in rete il pallone. Di conseguenza se non chiudi la gara avviene che poi che gli avversari con l’unica occasione creata, poi ti puniscono, questo purtroppo avviene da diverse gare con la conseguenza di punti persi malamente e che ci relegano in posizioni di classifica davvero pericolose. Nel girone di ritorno abbiamo inanellato una serie di gare che sono il ruolino di marcia di una squadra da centro classifica, di chi si è salvato e non chiede più nulla al campionato, tutto il contrario di chi vuole ritagliarsi quello spazio vitale che denota la propria importanza nel panorama pallonaro, non solo italiano ma internazionale. Basti pensare che nelle ultime 6 gare di campionato, abbiamo portato a casa il misero bottino di soli 4 punti sui 18 disponibili. Numeri che decretano realmente uno sprofondo, che appare più verosimile di: inferno nerazzurro! Credo che ormai le chance di risalita stiano pian piano diminuendo, come le attenuanti per calciatori oramai delineati, che credo, verso una partenza per altri lidi, sono certo che non faranno parte dell’Inter del futuro, di questo Lukaku non sappiamo che farne, complice di aver davvero dilapidato occasioni importantissime, degne del Blisset di meneghina memoria. Sul banco degli imputati tantissimi giocatori che sono top solo nel lauto guadagno che percepiscono, mentre in campo tutto ciò non corrisponde alla loro voglia di giocare e invertire lo status quo. Tanti giocatori entrati in campo non dimostrano l’amore per la maglia che indossano, sono sufficienti nelle loro movenze e nel loro impegno e poi credono di meritare maggiore attenzione da tecnico e società. Su tutti quel Brozovic svogliato, che sta dimostrando, specie nelle ultime gare, di essere un corpo estraneo alla squadra e che il suo amore per questi colori è pressoché svanito, complici forse sirene ammaliatrici che promettono di tutto e di più. Altri giocatori che non sono da Inter, ma che potrebbero fare la fortuna di tantissime altre squadre, sono i vari Dumfries: sempre più anonimo e discontinuo, l’involuzione davvero problematica di un Barella sempre più rissoso verso i compagni, si denota la mancanza di tranquillità che sta attraversando il ragazzo, continuando con un giocatore che è assolutamente inutile per la squadra quel Correa davvero inguardabile. Purtroppo il reparto d’attacco è quello più deficitario, dove regna l’anarchia, di Lukaku s’è già accennato alla sua cervellotica forma, ma di un Lautaro Martinez involuto che spreca in ogni gara tantissime occasioni, l’ultima in quel di Salerno dove in un azione non ha fatto valere la sua “presunta freschezza”, difatti era entrato in campo da soli 5 minuti, quando gli è capitato quella palla in profondità, e lui ha visto bene di fare quel tiro degno del miglior Fantozzi, consegnandola in mano al portiere messicano. Un giocatore della sua presunta importanza e lignaggio tecnico, avrebbe dovuto fare sicuramente meglio. Altra involuzione che preoccupa è lo stato emotivo che sta attraversando un altro pezzo da 90 dell’attacco, quel Dzeko che, da cigno do Sarajevo è diventato un paperotto spelacchiato del Lambro, i suoi 37 anni sono un macigno a cui non può esimersi, tant’è che ne risente in velocità sia di pensiero che di movenza, talvolta il cervello ordina una cosa a cui i muscoli non assecondano. Sono tanti i giocatori messi in discussione e con loro un tecnico al quale bisogna far fare una giusta analisi interpretativa, non bisogna sempre esordire in conferenza stampa, con i se e i ma, non si va da nessuna parte, tanto l’incapacità nel segnare anche le reti più semplici è una costante e non bisogna sempre lanciare l’accusa a fattori esterni, lo si può fare una volta, ma non sempre, potrebbe apparire la dipendente scusa dei perdenti. Mazzari docet. Ultima considerazione: s’è detto da più parti e in particolare dai giornalai saccenti, che aprile doveva essere il mese in cui ci si gioca ogni traguardo possibile da raggiungere, facendo la giusta ammissione di colpa, non l’abbiamo approcciato al meglio, 2 punti in due gare di campionato che hanno delineato un’abissale ritardo verso posizioni di prestigio (considerato che avevamo sempre cullato la possibilità del secondo piazzamento), una semifinale di coppa Italia terminata tra i veleni con i torinesi non colorati con il ritorno a Milano a fine mese che favorirà una finale che a questo punto appare davvero importantissima. E poi la madre di tutte le partite, quella gara di andata, in terra lusitana dei quarti di Champions, da disputare con ben altra “cazzimma” usando un eufemismo tipico e noto più ai partenopei che ai lumbard, ma che è sintomatica di chi deve ricercare quegli stimoli giusti per ottenere un risultato a tutti costi. Di mister Inzaghi non voglio approfondire nessun altro discorso, il mio pensiero lo definirò in conclusione di questo fatidico aprile, anche perché le “idi di marzo” non hanno portato nulla di che, anzi hanno determinato lo sfaldamento di una squadra davvero complicata da poter difendere, per il bene di questi colori, auguriamoci il meglio! …Amala!!!!!!
Sono del tutto terminate sia le parole che le attenuanti che possano accompagnare le prestazioni del tutto ininfluenti e impressionanti, in maniera del tutto negativa, della nostra tanto amata e cara Inter. Ogni incontro di campionato, che sia domenicale o infrasettimanale, purtroppo ci porta sempre la stessa consuetudine di amarezza e inconsistenza, di una squadra che è già da tempo che non gioca più come tale. Sembra un’orchestra stonata dove ognuno gioca per conto suo, con un direttore che non ha più alternative al suo stonato e oramai conosciuto, quanto trito e ritrito 3–5-2, in cui tutte quelle squadre che c’incontrano, con un po’ di accortezza e raziocinio, riescono a trovare contromisure tattiche adeguate. Sono rari i momenti che l’Inter sviluppo un gioco d’insieme e di aiuto reciproco, favorendo il compagno meglio posizionato, per la stoccata finale, e quando accade incomprensibilmente sotto porta si sbaglia in maniera davvero cervellotica. (vero Lukaku?) Anche ieri ci è rimasta indigesta una bella e succosa fiorentina, che potevamo gustarci alla grande se solo gli interpreti non si fossero divorati delle papabili e succulenti occasioni da rete. Per onor del vero anche i viola hanno sciorinato del bel calcio, con altre occasioni in cui potevano farci male, ma loro per lo meno una palla alle spalle di Onana l’hanno messa, noi no, questo purtroppo e il leit motiv che ci accompagna da un po’, si crea tanto ma si concretizza pochissimo, forse niente stando alle risultanze finali. Se poi si analizza che sinora in ventotto gare di campionato ne abbiamo perse ben dieci, possiamo affermare che davvero questo campionato è in assoluto il peggiore di quanto potessimo minimamente credere alla vigilia, le colpe vanno ricercate in molteplici fattori, dalla società che non è riuscita a convincere del suo operato, dallo staff tecnico che non è riuscito a credere e consolidare un gruppo di giocatori idonei al progetto e in ultimo un allenatore che non è capace purtroppo di guardare al di là del proprio naso. Eppure ci sono molteplici moduli che si possono adattare, e cambiare in corso d’opera, invece lui non ne conosce altri, forse non si rende conto che i cosiddetti braccetti di centrocampo, ben noti quinti, non sono altro che difensori adattati alla bisogna come esterni, ma non affondano come tali, senza dare l’opportuno apporto ai compagni di centrocampo e attacco, per intenderci non ci sono più i vari Perisic o Hakimi, quindi forse non sarà il caso di usare altro modulo, caro il mio Inzaghi? Anche ieri la squadra è apparsa squilibrata e spaccata in due, ogni volta che perdeva la palla, gli avversari andavano a nozze com’è accaduto anche ieri con la Fiorentina che ha banchettato sui nostri banali errori. Altra nota dolente non ha fatto altro che fare dei cambi sempre gli stessi, sempre uguali, sempre di ruolo, esce Bastoni entra de Vry, forse la sua convinzione, o esperienza porta a mandare in campo più punte, con la sua farlocca equivalenza più punte = più reti, assolutamente no, in questo modo s’intasa l’area avversaria, dando il là per far chiudere maggiormente negli spazi, senza dimenticarci che sono del tutto rare le iniziative dei centrocampisti, ieri nell’unica idonea c’è stato il palo di Barella. Tranne la lunga corsa coast to coast di Mkhitaryan, che ha ignorato Lukaku, forse meglio posizionato, per una rete che poteva essere segnata. Per carità io non mi ritengo un allenatore di grido, ma sono uno che osserva come la maggior parte degli amanti di questo sport, non abbiamo il prosciutto dinanzi agli occhi per dire che va tutto bene, in questo modo non si va da nessuna parte. Sono ben evidenti le lacune accusate da questa squadra che il più delle volte non riesce a serrare le fila, giocando in modo lineare e coeso. I perbenisti diranno che dopo tutto Inzaghi dovrà disputare le semifinali di coppa Italia e i quarti di Champions, ma tranne gli introiti per la società, superando però questi ostacoli, non portano titoli, anzi destinando risorse fisiche per questi incontri, si rischia seriamente di perdere di vista gli impegni di campionato che si riducono sempre più, con la perdita di quel terreno importante che non potrà più essere recuperato, andando incontro in maniera irreversibile, verso l’estromissione dalle quattro che andranno alla prossima massima competizione europea. Purtroppo sono queste le condizioni da tener presente, che al momento e nel futuro prossimo, sono quelle vitali risorse, fondamentali direi, per una società di già ora sull’orlo del precipizio finanziario. Non oso immaginare se ciò avvenga con il preventivato e quasi sicuramente default, come potremmo presentarci ai nastri di partenza del prossimo campionato, ci saranno dei tagli sostanziali ed in tanti saranno costretti ad essere venduti ed abbandonare la Milano sponda nerazzurra, visto che ci sarà un clima di recessione senza appello, di soldi ce ne saranno ben pochi e si dovrà allestire una squadra con quello che passa il convento, condizione che ci farà cadere in un anonimato per chissà quanto tempo. Quindi mi rivolgo a chi di competenza, se volete realmente i bene di questi storici e gloriosi colori datevi una mossa sostanziale, perché noi di amore ne abbiamo tantissimo, basti pensare che nella gara di ieri gli spettatori erano più di settantamila, questo vorrà dire pur qualcosa. Meritiamo più rispetto, per quella maglia che indossate voi giocatori, dovrà essere rispettata prima di ogni cosa, basta con queste scialbe prestazioni, ci vuole coraggio e coesione, giocando da squadra e in quel modo che, in questo inizio 2023, non abbiamo ancora visto. …Amala!!!!