Una vittoria voluta con caparbietà!
Mai come in questi casi, un famoso proverbio calza a pennello nella situazione vissuta ieri pomeriggio allo stadio di San Siro in Milano, tanto tuonò che alla fine… piovve! La giornata di un sabato non qualunque, ma un sabato italiano, come cantava qualche anno fa Sergio Caputo, era iniziata sotto i migliori auspici tutto era stato preventivamente pianificato nel tempo, si attendeva l’autobus che ci avrebbe condotto a Milano per la gara di campionato Inter contro l’Hellas Verona. Complice una bella giornata autunnale con un sole, che sebbene pallido, stava riscaldando perfettamente i nostri cuori in attesa che l’avrebbero fatto i nostri beniamini con le loro giocate. Un viaggio perfetto senza alcun intoppo, ci ha condotti nel primo pomeriggio dinanzi alla maestosa grandezza di uno stadio che rimarrà per sempre nei nostri cuori, chi è un habitué non ci fa più caso, ma chi lo vede per la prima volta rimane estasiato e per l’emozione provata, le si bagnano le gote di gioia, vero Francesca? L’entusiasmo era a mille e man mano che gli eventi si approssimavano, sentivamo l’adrenalina salire. Prima però di entrare nello stadio, c’era un ultimo rito da formalizzare: la bevuta collettiva! Un nutrito gruppo dell’Interclub Giacinto Facchetti di Fano era pronto, con in testa il nostro amico Sauro, ci siamo recati al solito chiosco di fiducia, per il nostro augurio di una vittoria che abbiamo invocato in simultanea, con la birra che ci scendeva in gola, speravamo accadesse. Dopo aver compiuto il nostro beneaugurante rito propiziatorio, ci siamo incamminati verso il settore a noi assegnato per la ricerca del nostro posto, con la sensazione di godere di un ottimo spettacolo. Le premesse non erano per nulla confortevoli, i nostri ragazzi sempre lenti e impacciati, erano stati imbrigliati nella fitta rete difensiva degli scaligeri che si guardavano bene dall’imporre uno straccio di gioco, tant’è che dal momento in cui hanno ottenuto il vantaggio, su di un rigore tanto vero quanto inutile l’intervento, del nostro Samir, ecco che il fortino gialloblù è divenuto sempre più inviolabile. Di occasioni ce ne sono state in serie e se non sono state concretizzate per un non nulla e solo ed esclusivamente per mala sorte o per incapacità, vero Romelu? Sugli spalti serpeggiava un certo malumore, contro quella dea bendata, che sino a quel momento non era stata per niente benevola nei nostri confronti, anzi! Non si poteva accettare un risultato del genere, era fuori dalla più logica concezione di un calcio strutturalmente moderno, vuoi per la mole di gioco creata, vuoi per la condizione secondo la quale il Verona non poteva tornare a casa con un risultato positivo, dopo aver speso l’intera partita nella difesa strenua della propria porta, però è anche vero che era in vantaggio con un mezzo tiro verso la nostra porta, assurdo! Tal volta come accade in questi casi, chi mostra carattere e cuore viene sempre a capo di queste gare, anche se ci sono voluti ben sessantacinque minuti per raddrizzare la partita e ben ottantatré per portarla a casa e scardinare così il muro eretto dagli scaligeri. Al triplice fischio finale c’è stata un’ovazione generale di sollievo da parte del pubblico presente e anche se con le corde vocali ridotte ai minimi termini ma felici, abbiamo intrapreso la strada di ritorno. Era stato unanime il pensiero secondo il quale la manovra dei nostri ragazzi dovrebbe essere più brillante e veloce, invece siamo come il solito prevedibili, ma lottando come stasera i risultati non tarderanno ad arrivare. Certo a bocce ferme bisogna anche considerare come non fosse certamente semplice disputare una gara brillante dopo la batosta europea, anche perché con questa spada di Damocle, non si poteva giocare al meglio a livello mentale e di autostima, ma la forza e coesione della nostra squadra si vede in questi frangenti. Lasciatemi l’ultima considerazione su di un giocatore, che come dice Conte, non ha una grandissima un’esperienza europea, non ha vinto ancora nulla, ma io ritengo sia assolutamente un giocatore su cui si può fare sicuro affidamento, sto parlando di Nicolò Barella. In televisione non si ha la percezione di cosa faccia in campo questo piccolo grande uomo, ma dal vivo è apprezzabile il suo impegno a tutto campo, corre sempre ed è sempre sul pezzo è un così detto “sette polmoni”, e poi aver visto il goal che ha fatto, ha lustrato gli occhi a tutti i tifosi presenti, posso dire che nel pomeriggio in cui ha compiuto questo gesto straordinario: io c’ero! …..Amala!!!!
Antonio Dibenedetto