Non sappiamo più… vincere!
Il lunch-match domenicale non ci ha portato quell’inversione di tendenza sperata in considerazione dell’andamento delle ultime giornate di campionato, quella chimera chiamata vittoria rimane ancora tale, irraggiungibile. Le speranze nerazzurre erano poste in questa gara, tant’è che erano presenti sugli spalti del Meazza oltre settantamila persone, più che semplici spettatori, amanti di questi colori che con la consueta spinta emotiva presagivano una vittoria che facesse riprendere il cammino interrotto verso la vetta. Quel distacco accumulato al momento di ben quattro punti dalla vetta, rendeva davvero frustrante il dover lottare ad armi impari, gli altri correvano noi comminavamo. Le riflessioni post gara producevano anche la considerazione che tale vantaggio sarebbe potuto aumentare giacché i campioni d’Italia dovevano ancora giocare il posticipo al San Paolo di Napoli. Certo che queste gare, e le prossime ancor di più, nascondono insidie da non sottovalutare, vista la nostra propensione all’essere irrazionali e irresponsabili, con quell’inspiegabile mancanza di lucidità specialmente nella fase finale della gara. La cosa che è evidente ai presenti, ma anche a chi come il sottoscritto incollato alla tv, la mancanza di finalizzare le tante occasioni che vengono create, vuoi per la narcisistica voglia di essere leziosi e vuoi perché ci riteniamo così bravi da fare, con la palla tra i piedi, quello che vogliamo. Il più delle volte però non è proprio così, tant’è che i pareggi sono divenuti ben cinque in sette gare di campionato, dilapidando in questo modo, un patrimonio di punti davvero considerevole. Gli inseguitori corrono per cercare di raggiungere il fantomatico posto al sole, noi invece camminiamo e siamo sempre più prevedibili, facciamo sempre gli stessi movimenti palla lunga e pedalare, ma quando rinsaviamo e preferiamo altri schemi in campo, allora si creano i presupposti di gioco e ritorniamo a essere una vera squadra. In queste ultime gare, come la fatidica nuvoletta di fantozziana memoria, si è posta sulla nostra squadra, e lo spauracchio di quel non gioco di Spalletti ha avvolto in una tale incapacità tutta la squadra. Sicuramente ora tutti ad accusare la società per la cessione di Nainggolan che avrebbe sicuramente fatto comodo alla squadra, questo è innegabile. Io non entro in merito di certe scelte, se è stata prevista la cessione, delle motivazioni ritengo ci siano state, poi che sia stato lui a far scaturire la rete del pari questo è pur vero ma credo senza rivincite, in considerazione che la palla si è insaccata se non altro con la complicità di una deviazione, altrimenti la palla sarebbe stata raccolta placidamente dal nostro Samir. Tutto il panorama giornalistico sicuramente si scatenerà sulla mancata coerenza nerazzurra e dell’incapacità manifesta di tenere la gara. Io mi permetto di formulare alcune mie teorie e cioè, come tutto accade le gare vanno viste sotto un’ottica diversa. Certo al momento ci sta dicendo male, mentre in altre circostanze si giocava benino e il risultato si portava a casa ugualmente, ora invece no. Non credo che i ragazzi siano diventati dei brocchi tutto d’un tratto, è solo una mera questione di centimetri. Anche ieri di occasioni se ne sono state create, forse in modo minore rispetto ad altre gare, ma la cosa che più mi preoccupa è la mancanza di cattiveria e di quell’essere cinici che prima era la nostra prerogativa principe. Ho letto sui social che tutti si sono scagliati contro la direzione arbitrale, certo non è stata casalinga, ma questo lo sapevamo, ma ritengo che non ci siano stati episodi clamorosi a nostro sfavore. Al direttore di gara si possono imputare forse alcune scelte con valutazioni di fallo discutibilmente erronee, con fischi e interruzioni sempre ed esclusivamente a favore dei difensori isolani, certo che questo alla fine abbia generato negli avanti nerazzurri, un certo disagio questo è palese che è sfociato in isteria all’ennesimo presunto fallo. Di questo ha fatto le spese il nostro “toro” espulso, con la spada di Damocle per una squalifica che sicuramente sarà di diverse giornate. Bisogna anche essere attenti a fare determinate dichiarazioni in conferenza stampa, se oggi si dice che gli arbitri non sono sereni quando dirigono gare che vedono l’Inter protagonista, cosa accadrà domani quando queste dichiarazioni saranno di dominio pubblico? Ultima considerazione proporrei al signor Conte di essere più tranquillo e di cautelarsi perché la crociata che ha messo in campo contro la sua ex squadra, non vedrà vincitori i nostri colori se si continua a denigrare l’operato societario. Ci sono giocatori che ha voluto in primis lui, e se ultimamente stanno accusando degli appannamenti in campo e specie sotto porta, la colpa non è della società e quelli che arriveranno sotto suo consiglio, presumo, lasciamoli lavorare in pace, e come recita quel famoso proverbio: se son rose, fioriranno. …Amala!
Antonio Dibenedetto