Una vittoria …risolutrice?
Si paventava da più parti, specialmente nel cuore di noi tifosi nerazzurri, una vittoria risolutrice che potesse ricondurre la squadra sulla retta via, ma anche ieri sera tutto ciò non si è verificato, la squadra era ancora attanagliata da spettri che nelle ultime settimane erano frequenti e presenti nelle nostre gare. Alla Daciarena si è presentata una squadra con i tre nuovi acquisti che si sono limitati a fare il compitino, tranne l’inglese Young che si è da fare sulle fasce, proponendosi e offrendo anche un buon gioco d’insieme coinvolto com’era con la totalità della squadra. Di Moses una prestazione senza infamia e senza lode, come d’altronde anche Eriksen, all’esordio, non ha fornito quella prestazione che tutti aspettavano e sono certo che le critiche dei detrattori nerazzurri, pioveranno a raffica sulla società per il suo acquisto. Non potevamo aspettarci una prestazione maiuscola alla prima uscita, credo che nessuno l’abbia fatto, forse se la memoria non m’inganna, alla sua prima a San Siro solo Sneijder negli ultimi anni, fece vedere a tutti di che pasta era fatto con una prestazione superlativa contro il Milan. Questa però è un’altra storia e appartiene al passato, ora occupiamoci di un danese, arrivato con l’euforia della piazza, che credo sia in possesso di quei mezzi necessari per fare bene, dobbiamo solo saper attendere il suo inserimento, in un ambiente che d’acchito farà il possibile per metterlo a proprio agio. Come c’è spesso capitato ultimamente, abbiamo sempre bisogno di 45 minuti per carburare, questa volta per fortuna la dea bendata ci ha dato una mano, se sino alla fine siamo riusciti a portare a casa una vittoria tonificante per l’ambiente, per l’autostima e per la classifica, cacciando delle nostre insicurezze quello spauracchio del pari avversario nelle battute finali. Mi rendo conto che non è tutt’oro quello che luccica, questo è vero, si è sofferto anche ieri sera, tanto è nell’indole del tifoso interista, che difficilmente guarderà una gara della beneamata senza avere le budella che si torcono. Vuoi per gli errori sotto misura, vero Esposito, Lukaku e Vecino? Vuoi per la frenesia e l’ansia da prestazione che mai come ora è persistente, vuoi per un gioco che stenta a decollare e quando si ha l’opportunità di fare delle belle trame, ecco che si vedono i risultati. Si potrebbe arrivare a pensare che tutto potesse essere dipeso dalle tante defezioni in calciatori infortunati, ma è anche vero che di fronte non avevamo il Barcellona o il Liverpool, ma una modesta squadra che lotta per salvarsi, tutta arroccata nella propria metà campo e non aspettava altro che ripartire in contropiede cercando di farti del male. Tutti hanno oramai imparato come affrontarci, difficilmente lo faranno sfidandoci a viso aperto, è una costante aspettarci al varco sicuri nella nostra fragilità che si palesa in conclusione della gara, non siamo riusciti ultimamente a chiudere le gare quando ci si presentava l’occasione, eppure di azioni concrete ne abbiamo create, ma ci è sempre mancato quel quibus, quell’essere cinici al punto giusto. Ieri sera per fortuna tutto ciò non si è verificato, ma non c’è dell’essere allegri anzi, per come abbiamo giocato di buono ci sono stati solo i tre punti, sarà che siamo stati abituati a vedere una squadra che nella prima parte del campionato ci ha fornito prestazioni convincenti, anche quando si era in difficoltà, si portava a casa ugualmente il risultato, ora invece riaffiorano quelle peculiarità che erano celate nella corsa e nella coesione che ora sembrano smarrite. Alla fine come recitava quel motto: tutto è bene ciò che finisce bene, questa è la consolazione ultima e veritiera, ma è anche vero che non può andare sempre bene, bisogna essere bravi a disinnescare quelle insidie che si nascondono dietro l’angolo non facendosi per questo trovare impreparati. Quando si crea qualcosa d’importante bisogna avere il coraggio di concluderlo nel migliore dei modi, senza pensare a posteriori a quello che sarebbe potuto capitare se, queste considerazioni lasciamole a chi di queste cose ne fa incetta, noi dobbiamo essere realisti e fare goal quando si presenta l’opportunità. Ultima considerazione, anche ieri sera il nostro ariete, il nostro armadio di ebano ha cincischiato tantissimo con la palla tra i piedi perdendone spesso il possesso, incaponendosi in veli e colpi di tacco che una volta possono andare anche bene, ma non deve essere la prerogativa del proprio gioco. Anche il sottoscritto ieri era talmente deluso che fuoriuscivano da sole delle pesanti imprecazioni nei suoi confronti, ma a bocce ferme tutto si è sistemato perché ha fatto due reti, ma lui deve essere coerente che ha i mezzi per fare bene anche senza quei veli e tacchi inspiegabili. Ora abbiamo l’opportunità per dare un seguito concreto a quello che rappresenta per noi un buon viatico di entusiasmo, si presenta l’occasione per far capire al mondo calcistico di che pasta siamo fatti. Racchiusi in poche settimane, ci troveremo di fronte a tanti impegni ravvicinati, incominciando da un derby che potrebbe darci ancora tantissima autostima, e quella carica giusta per affrontare la semi-finale di coppa Italia a Napoli, poi la trasferta contro la Lazio a Roma di campionato, quindi ci sarà la trasferta di Europa League. Tutte queste gare sapranno dirci quello che vogliamo fare del nostro futuro, perché lasciando da parte i direttori di gara, saremo noi gli unici artefici del nostro destino e solo lottando e giocando da squadra potremo essere certi di riuscirci. …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto