Ci siamo… quasi!

Scritto Da il 6/Dic/2020 - Stagione 2020/2021 |


Ci siamo… quasi!

Continua questo campionato in sordina, con un silenzio assordante proveniente da quegli spalti vuoti, che la pandemia sta rendendo privo di emozioni quasi amorfo, perché il calcio ha bisogna di sussulti, di incitamento, d’imprecazioni. Purtroppo allo stato attuale non bisogna pensare di affollare gli spalti, sino a quando non si potrà dire che ne siamo venuti fuori da questo stato di emergenza, facendo di necessità virtù. Situazione anomala in cui versa il pianeta calcio, che lamenta mancanza d’introiti, a sentire le società milionarie, che vorrebbero soldi freschi dallo Stato, ma questa è una mancanza di tatto vista la situazione economica in cui si sono ritrovate tantissime attività commerciali, costrette a soggiacere alle continue ristrettezze disposte dal Governo che cerca di limitare al meglio il propagarsi di questa assurda pandemia. Si deve fare fronte comune se si vuole ritornare a quella vita, che al momento attuale, appare così lontana. Bene dopo queste esternazioni del tutto personali, veniamo al racconto di quello che è accaduto nel tipico sabato italiano, in una gara di calcio di serie A in un anticipo, alle venti e quaranta cinque, in cui l’arbitro designato ha dato il via alla decima gara di andata del campionato di seri A. Dinanzi ai ragazzi nerazzurri c’era lo spauracchio degli ultimi due campionati, quel Bologna che ha fatto bottino pieno e di cui si nutriva un certo timore. Non solo per i giocatori felsinei, in primis quel Palacio mai dimenticato dai tifosi nerazzurri, ma per il loro tecnico quel Sinisa guerriero indomito che trasmette tanto carisma e grinta ai suoi ragazzi. Quella carica con la quale ha sconfitto una malattia terribile, che tutti coloro che l’hanno voluto bene gli riconoscono, gioendo all’unisono, tra i tanti estimatori ci sono di certo i tifosi nerazzurri. Dopo il baratro Real ci voleva, anzi era necessaria, una svolta che tutti attendevano. Sarà che i ragazzi volevano voltare pagina, che con veemenza hanno fatto in modo di sovvertire ogni cosa, si è giunti quindi alla considerazione del detto, che non si smentisce di certo, non c’è due senza tre. Dopo il brillante successo contro il Sassuolo e la vittoriosa trasferta germanica, le aspettative fiduciose era riposte nell’attesa di una brillante gara di campionato ben giocata da squadra, per dare una conseguenza logica agli sforzi che si stanno compiendo per raggiungere un’identità certa un team coeso. Abbiamo messo in campo delle trame di gioco davvero interessanti, mettendo per alcuni tratti, alle corde i felsinei. In un primo tempo ben giocato, il risultato non è mai stato in discussione, avendolo chiuso con il doppio vantaggio e quando nel secondo, complice i consueti e soliti errori che i ragazzi compiono in maniera strutturale e senza alcun motivo, che ha scaturito la rete del Bologna, i nerazzurri hanno continuato a giocare, com’era giusto, come sapevano e così dopo una manciata di minuti è arrivato la terza rete decisiva e risolutrice che ha difatti chiuso il match. Questa volta non voglio porre l’attenzione su quel giocatore e quell’altro, non nel mio costume, ma mi piace porre l’attenzione sull’autore di una doppietta che denota la classe di questo ragazzotto che ha del carattere e doti calcistiche senza eguali, mi faceva strano che le aveva dimostrato a sprazzi, e sono davvero felice che abbia tirato fuori il suo orgoglio dimostrando di che pasta è fatto. La macchina nerazzurra è pronta, ora tocca al tecnico indirizzarla verso la giusta via, credo che forse questa volta sia quella giusta, ci siamo quasi. Di frecce nella sua faretra ce ne sono tante, ma deve avere il coraggio e fare in modo che rendano al meglio, il gioco di squadra deve essere sempre lo stesso, magari facendo in modo che alcuni giocatori possano tirare un po’ il fiato, visto i tanti impegni ravvicinati. Questo mio ragionamento vuole testimoniare come il signor Conte sta trattando un giocatore, secondo il mio parere, accantonato troppo in fretta. Mi riferisco al danese Eriksen che ha quasi relegato ai margini della squadra, dandogli l’opportunità di sporcare gli scarpini solo per alcuni minuti che non sono necessari neanche a riscaldarsi. Secondo me non è giusto prendere in giro un nazionale, forse avrebbe fatto meglio a lasciarlo in panchina, ma facendolo entrare a partita chiusa non fa altro che schernirlo maggiormente agli occhi pallonari di tutto il mondo, ci vuole un po’ di considerazione. Tal volta la grandezza di un uomo si vede anche dalle azioni che compie, questo signor Conte, mi permette poteva risparmiarselo, farsi beffa e deridere un suo giocatore, questo no! Ora forza con l’ultimo sforzo da compiere: battere gli ucraini dello Shakhtar e forse potrebbe non bastare per superare il turno, la qualificazione senza patemi l’avevamo nelle nostre mani, purtroppo ce la siamo fatta sfuggire in modo quasi dissennato, ora quel che sarà: sarà! Voglio terminare questo mio racconto con la morte nel cuore, ci ha lasciato da qualche giorno, il Dio del calcio quel Diego Armando Maradona che ha deliziato, con le sue immense giocate, tutti coloro che amano questo sport. Maradona non era solo una grandissimo giocatore capace di vincere quasi da solo una gara, ma era quell’atleta che non aveva confini o bandiera, non era solo idolatrato dai partenopei, ma credo che tutti i tifosi di qualunque bandiera gli hanno riconosciuto una grandezza senza eguali, quella classe fantastica e innata che ha sempre dimostrato sul quel tappeto verde che era divenuta parte integrante della sua vita: grazie Diego di averti potuto ammirare e di tutto quelle giocate che hai consegnato alla storia! …Amala!!!!

Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.