La manona di Handa!
Spettacolo puro a San Siro, per lo meno per sessantacinque minuti: e poi? La paura di vincere l’ha fatta da padrone. È l’ennesima dimostrazione che questa squadra sa giocare, e quando vuol giocare a calcio non ce né per nessuno. Ma la cosa inconcepibile sono le amnesie caratteriali che subentrano quando si arriva nel finale delle gare, subentra quella paura che a volte ti fa perdere concentrazione e gamba e si rimane in balia dell’avversario. Com’è già accaduto contro i torinesi, gli orobici e nel derby, giusto per citare le gare più emblematiche, abbiamo raccolto pochissimo s’è partorito il cosiddetto topolino (un punticino striminzito), dopo aver dominato in lungo e largo la gara. Fortunatamente ieri sera no, ma questo grazie alla manona “santa” di Samir, capace di esorcizzare una rete che pareva già fatta. Non so che cosa sia accaduto, oppure cos’ha pensato il nostro mister se sul tre a uno per noi, ha cambiato i migliori in campo, sino a quel punto: Barella e Lautaro e ancor prima Calhanoglu e Correa, difatti con questi cambi si è lasciato il centrocampo in mano ai partenopei che da quel momento in poi hanno iniziato a spingere, padroni del campo senza che nessuno, di quelli entrati da parte nostra, effettuasse quelle interdizioni necessarie a farli stare rintanati e bassi. Certo l’impegno imminente di coppa pareva togliere il sonno per importanza, ma non si può soffrire in quel modo e in quei quasi venti minuti finali. Vidal certo è un guerriero ma non vale Barella e poi vogliamo parlare di Gagliardini? Vabbè lasciamo perdere, non ha corsa e non vale la visione di gioco di Calhanoglu. Certo nella testa di Inzaghi voleva far giocare Dzeko, ci può stare ma lì davanti però, che senso ha tenere il cigno di Sarajevo in prossimità della nostra area di rigore? Non voglio accusare nessuno ma da un suo errore è scaturita la bellissima rete di Mertens, accendendo il finale di gara, quei venti minuti, recupero compreso che sono stati quasi deleteri per le coronarie di noi tifosi. Io credo che tutto ciò si sarebbe potuto evitare, bastava attendere ed effettuare i cambi verso l’ottantesimo e non prima, tali da spezzare il ritmo dei ragazzi campani che invece hanno preso vigore e fiducia, mentre nei nostri ragazzi è subentrata quella paura di non farcela, scacciata solo dall’urlo finale al triplice fischio. Credo comunque che tutto questo non possa pregiudicare l’andamento di una gara condotta magistralmente dai ragazzi, capaci di non abbattersi dopo la rete del Napoli dopo appena diciassette minuti e continuare a giocare con classe e tanta voglia, presupposti tipici di una grande squadra, con tutta sincerità ieri sera per quasi settanta minuti l’Inter è apparsa davvero una grande squadra. Però in contraltare la grande squadra le chiude con autorità queste gare, senza farsi schiacciare. Questo è il motivo in cui bisogna lavorarci sulla testa ancorché sulle gambe dei giocatori, per non far rendere vano il bellissimo gioco sviluppato in gran parte della gara, fatto di scambi eccellenti e tempestive accelerazioni che hanno messo in seria difficoltà un Napoli, apparso sulle corde come mai visto prima. Orgoglioso di questi ragazzi per come hanno interpretato la gara, e non solo quella di ieri, bisogna trovare ancora un po’ la quadratura del cerchio come si suol dire, e poi credo ci divertiremo ancor di più di quanto stiamo facendo al momento. Ultima considerazione, mercoledì abbiamo una gara determinante dov’è importante solo la vittoria che ci potrebbe spalancare le porte degli ottavi. Dovremo essere coerenti e finalizzare al meglio ogni nostro sforzo, chiudendo quanto prima la pratica Champions, staccando quanto prima il fatidico tagliando, per non avere l’ansia di giocarsi tutto nell’ultima gara a Madrid. Forza ragazzi siamo con voi comunque e ovunque e il nostro grido non si affievolirà mai, perché l’Inter si ama e non si discute! …Amala!!!!