Il carattere da grande squadra!
Mi verrebbe da dire, a primo acchito: non stuzzicare il can che dorme! Già per il semplice motivo che la compagine toscana è arrivata a Milano con l’intento di disputare la sua onesta gara, con veemenza di chi non ha nulla da perdere, anzi tutto da guadagnare, facendo una bella figura al cospetto dell’intera Italia pallonara: cosa che mi auguro facciano anche le altre squadre. Queste sono considerazioni puramente personali e si sa, non hanno alcun fondamento nella realtà, lasciando il tempo che trovano. E’ anche vero però che noi dobbiamo (e lo siamo stati perfettamente) sfruttare al meglio le nostre energie nervose e fisiche per portare a termine un percorso che alla fine non ci debba far pentire dei punti lasciati per strada. L’inizio non è stato dei migliori, per noi, è accaduto di tutto e di più. I toscani avanti prontamente ad inizio gara, complice una resistenza passiva dei nostri centrali ed ecco, come accade il più delle volte, il figliol prodigo ti punisce, quel Pinamonti che sta dimostrando di che pasta è forgiato. E non finisce qui. I ragazzi si sono spinti con coraggio e veemenza cercando di imporre la propria supremazia, ma come accade in questi frangenti, hanno prestato il fianco al contropiede avversario. Azione ben delineata e raddoppio cancellato dal var per fuorigioco, ma poco dopo ancora un’indecisione del nostro reparto arretrato ed ecco il raddoppio empolese. Nel mezzo un rigore assegnato su fallo di Barella e cancellato dal var, e dico giustamente, ma con altrettanta coscienza dico che ce n’era un altro sempre su Barella non sanzionato. Forse il buon Nicolò ha accentuato la caduta, ma la spinta a due mani del difensore era parsa evidente a tutti, tranne che al direttore di gara e agli assistenti var. Io credo che da quel punto in avanti i ragazzi, feriti nell’orgoglio, hanno iniziato con forza, rabbia e voglia a macinare gioco e azioni, sino alla sfortunata rete del centrale toscano che ha spedito nella propria rete un cross di Dimarco. Non finisce certo qui, al tramonto del primo tempo il meritato pareggio. Cross in area di Calhanoglu e tiro al volo di Lautaro che spedisce in rete. Sin qui una cronaca che ha cancellato lo spauracchio di un primo tempo che sarebbe stato gemello di quello disputato contro il Sassuolo, ma i ragazzi hanno reagito, come un animale ferito, sovvertendo quello che il destino ci stava apparecchiando sul tavolo verde. La ripresa poi non ha avuto ben altra storia, con l’apoteosi alla rete del sorpasso ancora di Lautaro bravo a capitalizzare, di prima, una ribattuta in area di un difensore empolese. Quindi a fine della gara la rete conclusiva di Sanchez. Sin qui tutto parrebbe limitato agli accenni che ho delineato, ma non ho detto di un nostro possesso palla straripante, di calcio d’angoli battuti in serie ben 14 a 2, di riti in porta ben 37 totali contro i 4 avversari, 1 palo. E non finisce qui un dato alquanto significativo la dice tutta sull’andamento della gara. I ragazzi sono arrivati in area per ben 80 volte, credo sia un record in assoluto, questo per sciorinare delle statistiche che vanno ad intersecarsi con quelle condizioni davvero cervellotiche di chi non sa dove sia la sportività, coloro i quali si sono fermati alla rete non concessa all’Empoli, giustamente non convalidata dal var. Avrei potuto capirli se l’Inter avesse arrancato, raggiungendo un risultato opaco solo nel finale, noi invece abbiamo fatto realmente vedere come si gioca a calcio, la forza di questa squadra che quando decide di giocare non ce ne per nessuno. Il problema è la costanza, e ritengo senza falso pregiudizio, che se i ragazzi avessero disputato il girone di ritorno con questa forza, bene il campionato sarebbe andato in archivio già da un pezzo. Mi rendo conto altresì che non sempre si è perfetti, la perfezione non è di questo mondo, ma lavorando sulla testa abbiamo capito che la nostra squadra, almeno in Italia non è seconda a nessuno, anzi direi che è in assoluto la migliore. Certo nessuno ci dava credito all’alba del campionato, con le partenze illustri che abbiamo dovuto, gioco forza, lasciar andare, ma nonostante tutto siamo lì che ci giochiamo ancora due titoli nazionali e credo che giocando in questo modo, nulla ci è precluso. È vero che oramai il nostro destino non dipende più da noi, ma confidiamo in quel dio pallonaro e la buona sorte che ci dia ancora una possibilità, noi ci crediamo e da quanto mostrato ieri e non solo, siamo con voi, cercando di esultare insieme. Un passo alla volta, sperando che la domenica sia fautrice di buone notizie, ci prepareremo ad affrontare un finale di coppa Italia con la testa ben concentrata, perché noi siamo l’Inter e tutto il resto non c’interessa!!! …Amala!!!!