Sprofondo nerazzurro!
Al peggio non c’è mai fine. Ho ponderato un attimo prima di dedicare i miei pensieri a questo ipotetico foglio di carta, ma nulla è cambiato. Il livore però non è scemato, altroché, anzi è aumentato in considerazione dell’ennesimo scempio dimostrato, avendo depauperato per l’ennesima volta quei punti sostanziali per la rincorsa ad un piazzamento Champions che assume quanto mai di vitale importanza, allo stato attuale, per le casse societarie e per l’importanza della nostra storia calcistica. Talvolta si implora alla cattiva sorte che ci sta mettendo lo zampino, sicuramente ci vorrebbe un’esorcista per scacciare da Appiano tutti quegli strali malefici che stanno attanagliando il nostro ambiente, ma la mia opinione è oramai certa, consolidata dai fatti, che se fosse stato un caso sporadico ci si poteva giustamente ancorare alla mala sorte, ma oramai sta divenendo una consuetudine quell’incapacità di finalizzare le tantissime occasioni da rete. Non è di umana concezione la motivazione, secondo la quale non si riesce a trasformare in rete delle facilissime e significative situazioni favorevoli. Appare inverosimile come, pur disputando delle oneste gare e partorendo un gioco tal volta apprezzabile, non si riescono a realizzare delle reti che in altre circostanze sono nel dna di un vero giocatore di serie A, per carità, nulla di fantasmagorico né tanto meno reti da genio del calcio, alcune da realizzare in prossimità della porta avversaria, con la freddezza necessaria da spingere solamente in rete il pallone. Di conseguenza se non chiudi la gara avviene che poi che gli avversari con l’unica occasione creata, poi ti puniscono, questo purtroppo avviene da diverse gare con la conseguenza di punti persi malamente e che ci relegano in posizioni di classifica davvero pericolose. Nel girone di ritorno abbiamo inanellato una serie di gare che sono il ruolino di marcia di una squadra da centro classifica, di chi si è salvato e non chiede più nulla al campionato, tutto il contrario di chi vuole ritagliarsi quello spazio vitale che denota la propria importanza nel panorama pallonaro, non solo italiano ma internazionale. Basti pensare che nelle ultime 6 gare di campionato, abbiamo portato a casa il misero bottino di soli 4 punti sui 18 disponibili. Numeri che decretano realmente uno sprofondo, che appare più verosimile di: inferno nerazzurro! Credo che ormai le chance di risalita stiano pian piano diminuendo, come le attenuanti per calciatori oramai delineati, che credo, verso una partenza per altri lidi, sono certo che non faranno parte dell’Inter del futuro, di questo Lukaku non sappiamo che farne, complice di aver davvero dilapidato occasioni importantissime, degne del Blisset di meneghina memoria. Sul banco degli imputati tantissimi giocatori che sono top solo nel lauto guadagno che percepiscono, mentre in campo tutto ciò non corrisponde alla loro voglia di giocare e invertire lo status quo. Tanti giocatori entrati in campo non dimostrano l’amore per la maglia che indossano, sono sufficienti nelle loro movenze e nel loro impegno e poi credono di meritare maggiore attenzione da tecnico e società. Su tutti quel Brozovic svogliato, che sta dimostrando, specie nelle ultime gare, di essere un corpo estraneo alla squadra e che il suo amore per questi colori è pressoché svanito, complici forse sirene ammaliatrici che promettono di tutto e di più. Altri giocatori che non sono da Inter, ma che potrebbero fare la fortuna di tantissime altre squadre, sono i vari Dumfries: sempre più anonimo e discontinuo, l’involuzione davvero problematica di un Barella sempre più rissoso verso i compagni, si denota la mancanza di tranquillità che sta attraversando il ragazzo, continuando con un giocatore che è assolutamente inutile per la squadra quel Correa davvero inguardabile. Purtroppo il reparto d’attacco è quello più deficitario, dove regna l’anarchia, di Lukaku s’è già accennato alla sua cervellotica forma, ma di un Lautaro Martinez involuto che spreca in ogni gara tantissime occasioni, l’ultima in quel di Salerno dove in un azione non ha fatto valere la sua “presunta freschezza”, difatti era entrato in campo da soli 5 minuti, quando gli è capitato quella palla in profondità, e lui ha visto bene di fare quel tiro degno del miglior Fantozzi, consegnandola in mano al portiere messicano. Un giocatore della sua presunta importanza e lignaggio tecnico, avrebbe dovuto fare sicuramente meglio. Altra involuzione che preoccupa è lo stato emotivo che sta attraversando un altro pezzo da 90 dell’attacco, quel Dzeko che, da cigno do Sarajevo è diventato un paperotto spelacchiato del Lambro, i suoi 37 anni sono un macigno a cui non può esimersi, tant’è che ne risente in velocità sia di pensiero che di movenza, talvolta il cervello ordina una cosa a cui i muscoli non assecondano. Sono tanti i giocatori messi in discussione e con loro un tecnico al quale bisogna far fare una giusta analisi interpretativa, non bisogna sempre esordire in conferenza stampa, con i se e i ma, non si va da nessuna parte, tanto l’incapacità nel segnare anche le reti più semplici è una costante e non bisogna sempre lanciare l’accusa a fattori esterni, lo si può fare una volta, ma non sempre, potrebbe apparire la dipendente scusa dei perdenti. Mazzari docet. Ultima considerazione: s’è detto da più parti e in particolare dai giornalai saccenti, che aprile doveva essere il mese in cui ci si gioca ogni traguardo possibile da raggiungere, facendo la giusta ammissione di colpa, non l’abbiamo approcciato al meglio, 2 punti in due gare di campionato che hanno delineato un’abissale ritardo verso posizioni di prestigio (considerato che avevamo sempre cullato la possibilità del secondo piazzamento), una semifinale di coppa Italia terminata tra i veleni con i torinesi non colorati con il ritorno a Milano a fine mese che favorirà una finale che a questo punto appare davvero importantissima. E poi la madre di tutte le partite, quella gara di andata, in terra lusitana dei quarti di Champions, da disputare con ben altra “cazzimma” usando un eufemismo tipico e noto più ai partenopei che ai lumbard, ma che è sintomatica di chi deve ricercare quegli stimoli giusti per ottenere un risultato a tutti costi. Di mister Inzaghi non voglio approfondire nessun altro discorso, il mio pensiero lo definirò in conclusione di questo fatidico aprile, anche perché le “idi di marzo” non hanno portato nulla di che, anzi hanno determinato lo sfaldamento di una squadra davvero complicata da poter difendere, per il bene di questi colori, auguriamoci il meglio! …Amala!!!!!!