Raccapricciante!!!
Credo che con la gara di ieri sera si è per davvero toccato il fondo, raschiando anche un barile la cui fine non è ancora nota né evidente, l’unica parola al momento che disegna perfettamente la nostra situazione è davvero: “raccapricciante”. Con il consueto atteggiamento incostante e sfilacciato, s’è purtroppo palesata l’ennesima sconfitta, per giunta la terza in casa in modo consecutivo: e sono undici!!! Non ricordo a memoria un’annata così disastrosa, non mi soggiungono parole idonee a determinare tutto ciò, rimane solo lo sconforto per una squadra allo sbando in cui e palesemente disarmante l’inefficacia di produrre effetti letali per gli avversari, mi ripeto siamo davvero inconsistenti e così fragili che alla prima occasione avversaria, per giunta da calcio piazzato, veniamo puniti, davvero cervellotico e autolesionista come comportamento. Sicuramente degno scenario per una società inesistente, che non è capace di farsi sentire e di un allenatore incapace di saper produrre le opportune contro misure contro chi oramai conosce il tuo stile di gioco, sapendo come disinnescare gli avanti nerazzurri che hanno da un pezzo le polveri bagnate. Quindi si arroccano e poi ripartono in modo letale in contropiede, cercando di farci male, a volte ci riescono, a volte ci provocano brividi, ma nessuna contromisura degna, rilevata da una panchina che rimane tal volta inerme. Anche ieri non avevamo difronte una squadra d’élite, ma un onesto Monza che con molto raziocinio e con il giusto essere cinici, ha portato a casa un risultato che è andato oltre le proprie aspettative, invece per l’ennesima volta siamo noi a leccarci le ferite, lamentandoci in conferenza stampa, a detta del nostro tecnico, per gli ennesimi miracoli sportivi dei portieri avversari. A questo punto formulo una richiesta, se proprio dobbiamo tenerci Inzaghi sino alla fine della stagione, per cortesia non fategli fare più la prevista conferenza stampa di fine incontro, le lamentele sono sempre le stesse e francamente non ha più credito e ha stancato, con improperi su ogni cosa che non ha assoluto senso, tranne l’inconsistenza di far risultato. La sua voglia di spiegare ogni cosa che non va, lo faccia con le giuste motivazioni di un gioco che non decolla, lo dica perché i giocatori, che sono gli attori principali delle partite, perché in campo fanno le statuine e soffrono di continue amnesie, assurde a mio modo di pensare, per un sistema di gioco trito e ritrito che non ha nessuna variante rispetto al solito. Altra domanda, invece gli vorrei chiedere la motivazione secondo la quale continua a far giocare Dumfries sulla fascia destra, assolutamente inutile e anche ieri sera Gosens alla stessa stregua su quella sinistra, ha senso avere dei giocatori che non sono capaci di crossare? E poi il suo pupillo Correa che utilità dà in campo? Anche ieri sera s’è mangiato delle reti che una vera punta di serie A, avrebbe sicuramente fatto. Senza poi parlare dell’enigma Lukaku fratello gemello di quel Rumelu che abbiamo conosciuto in epoca “contiana”, inconsistente e involuto, secondo me l’errore più grande averlo ripreso, ma non è che anche gli altri due attaccanti rimasti sono migliori, ne vogliamo parlare di un Lautaro “El toro” che è divenuto un vitellino da latte, e la statua Dzeko che più di un cigno sembra un paperotto sperduto. Il dramma purtroppo che mancano ancora diverse gare, e di cattivo sangue ne faremo ancora, se non arriva quello switch definitivo in testa agli interpreti e principalmente ad un allenatore che dovrà gioco-forza rimanere sulla panca. Giocando in questo modo senza reale costrutto e senza pungere in maniera preponderante, Milano sarà terra di conquista per chiunque, sinora in campionato, anche per l’eventuale Pizzighettone di turno, senza sminuire la formazione lombarda. Ora gli estimatori del tecnico piacentino, sicuramente porgeranno le opportune motivazioni, in evidenza che comunque non tutto è perduto, c’è un quarto di Champions che ci vede in vantaggio sul Benfica e una semifinale di coppa Italia da giocare. Tutto vero, ma se non riusciamo ad essere diversi da quelli di campionato tutto è inutile, sinora in Champions è andata bene, ma sino a quando? Io non punterei un solo euro sulla vittoria finale, ne sono certo e pronto a chiedere scusa e fare ammenda in caso contrario, ma ho dalla mia una certezza e cioè la forza di una squadra è la coesione, attualmente nei nostri ragazzi non l’ho più ritrovata. Vorrei dire anche a questi signori che ci ricordano che il tecnico piacentino ci ha portato tre trofei da esporre in bella vista in bacheca, ma io non dimentico che per sue scelte scellerate ci ha fatto perdere uno scudetto, quello della seconda stella, che visto come vanno sinora le cose, non vedo un roseo futuro, ne tanto meno riesco ad individuare quando potremo appuntarla sul petto. Questi mercenari non si rendono conto della maglia che indossano, pronti nel richiedere aumenti sostanziali in qualunque maniera, perché visto l’ultimo periodo, non restituite il vostro salario che non è affatto commisurato a quello che state producendo in campo? Con loro alla stessa stregua dovrebbe farlo il tecnico a cui è stato rinnovato un contratto milionario dopo aver vinto due trofei, ma la cosa principale aver perso uno scudetto. Società che se non si farà sentire, con la perdita di quei 60 milioni derivanti dal piazzamento Champions e altri benefit, il default è dietro l’angolo anche perché il piazzamento nell’Europa secondaria, non da tanti ritorni economici e quindi di sacrifici se ne dovranno fare tanti. Davvero cervellotica come situazione, paradossale direi, per questo farei imparare a memoria a chi entra alla Pinetina, la frase che determina l’essere interista, quella dell’indimenticato presidente Giacinto Facchetti, noi l’abbiamo nel cuore come la tolleranza che stiamo avendo nei loro confronti, basta con le scuse sotto la curva, tiriamo fuori gli attributi se volete essere degni del nostro amore. “…Amala!!!! “Ci sono giorni in cui essere Interista è facile, altri in cui è doveroso e giorni in cui esserlo è un onore. Essere nerazzurri è un traguardo, un segno di eccellenza.