La forza nei… cambi!
E con quella di ieri pomeriggio, sono quattro le trasferte stagionali con i tre punti portati a casa, certo un ruolino di marcia invidiabile se non fosse, in contrapposizione, paragonato a quello casalingo, sciagurato in due occasioni, le ultime, che ci hanno lasciato davvero l’amaro in bocca! Come è già accaduto in altre occasioni, in quel di Torino s’è rivista un Inter sonnacchiosa, quasi svogliata, figlia di alcune gare precedenti, capace di fare il minimo compitino senza affondare, anzi lasciando agli avversari lo spazio necessario per farci male, infatti dalla mezz’ora in avanti il Toro ha preso coraggio, giocando con veemenza creando qualche pericolo. Alla ripresa s’è rivista un’altra squadra in campo, credo ci sia stato il consueto faccia a faccia negli spogliatoi, e grazie alla qualità della rosa, sono bastati tre cambi, forse essenziali quanto basilari, per rivoluzionare il modo di giocare di un’Inter trasformata. Hanno giocato come sanno, affondando e creando in diverse occasioni, l’Inter sonnacchiosa del primo tempo, s’è finalmente trasformata in quella squadra che si prende ciò che vuole, con autorità e giocando come sa, nulla è precluso. Una delle migliori rose del campionato, non solo italiano, ha bisogno di ricambi e in panca ce ne sono diversi all’altezza, una rotazione è sintomatica in talune gare, s’è notato che qualcuno ha bisogno di tirare il fiato, com’è giusto che sia: il Barella visto ieri sera non è lo stessa di sempre, per carità le qualità non si discutono, ma l’appannamento talvolta è evidente. Inzaghi deve capire che la squadra dell’Inter ha 22 titolari, e lui come un generale, un degno stratega, deve cercare d’intercambiare le pedine, per raggiungere l’obiettivo e vincere la guerra, le battaglie lasciamole ad altri, a noi non interessano! Anche ieri s’è rivisto quel Marcus Thuram devastante, un misto di Dzeko e del migliore Lukaku, che anche in un primo tempo, giocato sottotono dalla squadra, è stato uno dei pochi a salvare la faccia, forse in compagnia di Calhanoglu e di un Toro evanescente, ma sempre sul pezzo, lui il suo lo fa sempre, il resto della squadra s’è arrabattata al consueto compitino, farcito di tanti errori, di concentrazione. Per carità non voglio per questo gettare la croce sul nostro tecnico, ma le sue considerazioni finali in conferenza stampa non possono essere veritiere, quando dice che anche nel primo tempo i ragazzi hanno giocato un buon calcio, forse a tratti, ma ben poca roba rispetto a quello dimostrato nella ripresa. La forza d’inerzia di questa squadra è stata determinata dai cambi che per fortuna sono avvenuti, quasi allo scoccare della mezz’ora, con l’entrata in campo di forze fresche e ben motivate, s’è sovvertito l’esito di una gara che non pareva di fatto scontata, visto quello accaduto nei primi quarantacinque minuti. Come recita quel detto: tutto è bene ciò che finisce bene, ma talvolta ci vuole il necessario coraggio per sovvertire lo status quo del momento, le armi ci sono e sono tutte di qualità, bisogna oliarle e caricare a mille per ferire mortalmente l’avversario. Ora dinanzi alla tv aspettando l’esito della gara del Meazza, che ci dirà da chi dobbiamo guardarci le spalle, sperando che la fortuna dei cuginastri cessi, prima o poi, ma noi dobbiamo pensare in primis a noi stessi. Dobbiamo essere concentrati alla gara di martedì, contro il Salisburgo, dovremo dare il colpo necessario per andare in testa al girone, incasellando quei punti necessari che ci daranno la possibilità di un primato che è assolutamente nelle nostre corde, pensando con più veemenza al campionato, senza lasciare per strada altri punti importantissimi. Alla ripresa del campionato ci sarà lo scoglio Roma del compianto e sempre amato Muorinho, a cui il popolo nerazzurro ha sempre riservato grande affetto, ricambiato in più di un’occasione dal tecnico portoghese nei nostri riguardi, ma è anche vero che ci sarà la comparsa di colui che ci ha preso in giro per ben due volte, ribadisco il mio concetto nei suoi confronti, non di odio ne di disprezzo, ma con una giusta dose di sarcasmo, poteva essere un re a Milano invece s’è dimostrato un giullare di corte a Roma: poraccio!!! I tifosi nerazzurri gli riserveranno l’accoglienza che si deve a personaggi del genere, anche perché chi è causa del suo mal pianga s’è stesso. Credo comunque che anche i ragazzi in campo non gli riserveranno carezze, saranno concentrati nel non lasciargli spazio ne giocate, perché anche loro sono stati traditi da una persona che ha prima baciato il nostro stemma e poi l’ha tradito, alla stessa stregua di quel Iago di Shakespeariana memoria: ti aspettiamo Lukaku, vedrai cos’è capace di fare il popolo nerazzurro, perché il nerazzurro si ama e non si getta nel fango, come hai fatto tu! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.