Una mentalità vincente!
Il posticipo domenicale ci opponeva a una squadra, il Frosinone, che si è dimostrata davvero una bella realtà, che vale tutti i punti che ha in classifica. Memore di quello che è accaduto in altre circostanze, specie in casa, dove talvolta abbiamo sottovalutato l’avversario di turno, questa volta per fortuna i ragazzi sono scesi in campo che la mentalità giusta, quella vincente, per riappropriarsi immediatamente della vetta della classifica, lasciata per qualche ora alla mercé dei non colorati di Torino. Certo il risultato tondo di 2 a 0 potrebbe sembrare un po’ riduttivo, per i valori mostrati in campo, però talvolta queste considerazioni lasciano il tempo che trovano, in campo questi ragazzotti ciociari, corrono tantissimo e si nota che ci stanno a loro agio, sciorinando a volte anche un buon calcio, che può dar fastidio a chi appare smarrito da tantissimo agonismo. Forse ad altri, ma non a noi che con il tasso tecnico a disposizione, sappiamo far male in qualunque circostanza e a chiunque. Se poi si dispone di una freccia, nella faretra di Inzaghi, del calibro di Dimarco, allora nulla è precluso. Senza precedenti una rete simile, forse pensandoci un attimino, di recobiana memoria, ce ne sono state nel passato, e se a Recoba si è concesso il beneficio del dubbio, perché non concederlo anche al nostro Dimarco? Secondo me, si nota dai fotogrammi, lui prima guarda il portiere avversario, quindi scaglia un dardo infuocato che s’insacca inesorabilmente alle spalle di un attonito Turati: il pubblico assiepato sugli spalti comprendendo il momento, regala una bellissima standing ovation a un ragazzo con il nerazzurro nel sangue, che specie in campo, da sempre tutto: ce ne fossero di giocatori con quella tigna e voglia. Mi hanno fatto sorridere le dichiarazioni di taluni personaggi, giornalisti per modo di dire, di spudorata fede bianconera, che hanno gridato allo scandolo per il rigore concesso su fallo netto su Thuram, a inizio del secondo tempo, ma non hanno per niente accennato a un altro calcio di rigore non concesso ai danni di Mkhitaryan. Mi viene da chiedere ma non è che gli arbitri in queste circostanze, fanno come accade spesso nei supermercati, una sorta di due per uno? Certo che fanno riflettere queste cervellotiche considerazioni, ma noi non dobbiamo prestare il fianco a tutti questi detrattori, si nota a occhio nudo che il livore nei nostri confronti è sempre più che mai presente, ma il loro disappunto è la nostra forza. Ora ci sono le nazionali e noi abbiamo un parco giocatori, sparso per il mondo, del tutto invidiabile, speriamo solo che rientrino, alla base, carichi e pieni di ottimismo, perché la gara che si prospetta il giorno 26 prossimo e di quelle da non sottovalutare, nella maniera più assoluta, non dobbiamo dare adito, ne attenuanti ai non colorati torinesi, di risorgere, abbiamo il dovere per affossarli sempre più, confidando che il loro gioco speculare cessi di essere proficuo, non può sempre andare bene ad Acciughina, lui che si professa il “deus ex machina” pallonaro, ma difatti non ha inventato nulla, il suo gioco è fermo agli anni sessanta. Noi abbiamo dalla nostra una grandissima autostima, giochiamo bene e si vede, abbiamo la migliore difesa e il migliore attacco, ciò a dimostrazione del buon gioco che sviluppiamo e della coralità d’intenti in campo, manca forse la fatidica ciliegina, quella di osare talvolta un po’ di più, nel senso che in area dobbiamo abbandonare i fraseggi, quei ricami talvolta inutili e concludere a rete: ne abbiamo le qualità! Per quattordici giorni dimentichiamoci il campionato, tutti proiettati sugli impegni della nazionale, con la speranza di centrare la qualificazione, senza passare per gli spareggi, per noi sono davvero deleteri. Quindi per il momento riponiamo i nostri vessilli, li tireremo fuori pronti per la gara che, spero, ci dia tantissime soddisfazioni: Torino arriviamo, sarà terra di conquista? Noi ci crediamo e vi sosterremo sempre, perché l’Inter se ti prende nell’animo, non la lasci più: mai sola. …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.