Anche l’Inter è… umana!
La gara di ieri sera ha sancito una condizione secondo la quale possiamo, con certezza assoluta, asserire che anche l’Inter è una squadra umana, fatta di pregi e difetti, che hanno evidenziato un carattere alquanto labile, quando gli avversari pongono, sul campo una battaglia senza pari, fatta di scontri al limite del consentito, o forse qualcosa in più, concesso a taluni gladiatori dal dna che non può essere in nessun modo messo in discussione, neanche dall’arbitro di turno. E’ innegabile che sull’azione della rete di Arnautovic ci fosse uno spintone a mani tese di Bisseck nei confronti di Strootman, tutti i giornalai si sono sfogati vomitando ancor di più i peggiori epiteti nei nostri confronti, ma è altresì vero che nessuno, di questi saccenti conoscitori del verbo pallonaro, come se fossero gli unici depositari del gioco del calcio, ha posto in evidenza il comportamento, del tutto fuori luogo in contrasto con quelli che sono i principi di lealtà calcistica e di sportività, del metalmeccanico Dragusin, un picchiatore dal dna gobbo, forgiato in un altopiano piemontese, dove formano taluni personaggi (Chiellini docet) che non si fermano dinanzi a nulla e nessuno, ne sa qualcosa il nostro portiere Sommer reo di aver parato e ricevuto un calcione in capo. Non finisce qui, per il semplice motivo che anche il buon Frattesi ha dovuto scontrarsi con il gomito alto di questo energumeno, senza che nessuno, tra il direttore di gara e var, ponesse alcuna eccezione di quest’intervento davvero rude. Comunque in questi casi tocca vedere il bicchiere mezzo pieno, siamo stati fatti oggetto di una caccia all’uomo senza pari, da una squadra che usa la mazza e non il fioretto, la rudezza al bel gioco, forse non ha altro schema di gioco se non quello, poteva andar peggio. Non ci rimane che prendere in pieno la constatazione che il pareggio, anche se a malincuore, ci sta stretto se non altro per quello che tutto sommato è stato creato in campo. Ritengo che è stato salutare questo stop, parziale per carità, che ci ridimensiona forse agli occhi di chi già ci vedeva con il vento in poppa verso il fatidico tricolore, ma non agli occhi di noi tifosi che crediamo nel valore della nostra squadra e sappiamo di come e quando attendere il momento per esultare, tutto a tempo debito. Non tutto è stato rimesso in gioco, sinora abbiamo cinque punti sulla seconda in classifica, anche se è vero che deve ancora giocare la gara contro la Roma, quindi non tutto è ben definito e mai dire mai in casi come questi, magari la laurea, effimera, di campione d’inverno potrebbe arrivare anche stasera! Ora testa alla chiusura del girone di andata, pensando che la nostra fortuna è dietro l’angolo, dobbiamo essere bravi a impossessarcene, come dico sempre dobbiamo essere solo noi gli artefici del nostro futuro, lasciando gli altri con le pive nel sacco e con la bile a mille per le loro sconfitte a leccarsi le ferite. L’ultima gara del girone d’andata contro il Verona, sancirà la chiusura di una prima parte di campionato che ci ha visto, nonostante quello che dicono sempre i soliti saccenti giornalai, sempre protagonisti con uno score del tutto invidiabile, mettendo tutte le altre squadre nel ruolo che compete loro: da comprimari. In conclusione rinnovo i miei migliori auguri di un buon anno a tutti i fratelli nerazzurri e soci dell’Inter Club Giacinto Facchetti di Fano, di un 2024 che veda splendere nell’azzurro cielo il nostro vessillo che c’inorgoglisce sempre più e di cui siamo profondamente innamorati! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.