Questa è… l’Inter!
Dimenticando Sassuolo, si può riassumere con questa citazione la gara disputata dai ragazzi allo Stirpe di Frosinone. Si è rivesta quella squadra che ama giocare e divertirsi, soffrendo tutti insieme e gioendo all’unisono, per le reti prodotte. Guardando la gara di ieri sera è apparso davvero palese la situazione emotivamente rilassata che i ragazzi avevano in corpo giocando la volta scorsa, allorquando non hanno avuto la meglio di una squadra davvero modesta come gli emiliani, tutt’altro lignaggio invece i gialloverdi ciociari, capaci di metterci in difficoltà con azioni ben manovrate e si è giunti all’ennesimo clean-sheet stagionale, è solo per le belle parate, risolutive, di Sommer. Certo la traversa colpita da Cheddira è sintomatica della loro pressione, cercando di recuperare il punteggio, che in quel preciso momento li vedeva sotto per 1 a 0, ma anche la traversa colpita in pieno da Bisseck, a portiere pressoché battuto, fa la pariglia. Smaltita la sbornia di emozioni, a seguito del ventesimo scudetto culminata con la sconfitta di Reggio Emilia, si sono riviste quelle giocate da vera Inter, con la dovuta profondità e accelerazioni improvvise, a cui i giocatori ciociari non hanno saputo porre rimedio né freno, emblematica è stata la rete di Thuram, al tramonto della gara, che ha formalizzato la fantastica manita conclusiva. Certo a mio modesto parere, il risultato per Di Francesco e compagni è stato forse un po’ troppo esagerato, ma quell’essere cinici dei ragazzi ha posto, sul campo, le opportune disparità di condizione e classe. Sono certo che in altre situazioni, con opportuno realismo e senza un turn-over così massiccio contro il Sassuolo, avremmo dato la giusta spallata verso il loro inferno che si chiama serie B, ma questa purtroppo è un’altra storia a cui, per una questione di mera giustizia verso gli altri club, non siamo riusciti a giocare e produrre il nostro consueto schiacciante gioco. Ieri sera si sono verificate due condizioni importantissime: per primo Lautaro è tornato al goal, con la sua 24esima perla in campionato, insieme al suo compagno d’attacco Thuram andato in rete anch’esso, sempre più indispensabile nell’economia della squadra, ma consentitemi di esprimere un mio personale giudizio, più che positivo, per due giocatori che in quest’annata hanno avuto poco spazio, mi riferisco al gigante Bisseck, ma soprattutto Buchanan, autore di una bellissima rete, mostrando a tutti di quello che è capace di fare, ritengo visto le sue qualità, in proiezione della prossima annata, sarà sicuramente quel braccetto che tornerà utile, specie se avrà una maggiore continuità d’impiego. Tutto è bene ciò che finisce… meglio, a piccoli passi ci stiamo avvicinando al traguardo finale, cioè la consegna del meritato titolo, il trofeo destinato alla squadra vincitrice del campionato, che avverrà domenica 19 al termine della gara interna contro la Lazio. Mattoncino dopo mattoncino stiamo erigendo un muro sul quale apporre tutti i nostri meritati record, sinora ce ne sono stati davvero tanti, ma la nostra fame d’essere i migliori in assoluto, ci porterà a conquistarne altri, menzionandoli con orgoglio alla fine dell’ultima giornata, in quel di Verona. Davvero smisurato l’amore per questa squadra, per questi colori, capace di portare allo stadio una marea di persone festanti, pronte a inneggiare i campioni nel modo migliore, con quel tifo che non è mai venuto meno, non solo quest’anno, ma da tempo immemore. Se ci fosse stato uno stadio da 200.000 posti, sono certo che sarebbe stato riempito, anche perché i tagliandi per assistere all’ultima gara casalinga, sono stati disintegrati in poco tempo con l’ennesimo sold-out. Noi nel nostro piccolo, assisteremo all’epilogo festante, tutti insieme, gioendo e cantando con il pensiero rivolto a loro immaginando di essere a Milano e festeggiare tutti insieme ai nostri beniamini, perché l’Inter non è per tutti e si ama a prescindere. …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.