Assurdo!
Pare davvero inconcepibile, quanto mai indescrivibile quello che si è consumato sul prato di San Siro, nel cosiddetto derby d’Italia che è parso invece la rappresentazione di un film dal titolo “l’allegra brigata”. Sicuramente per gli amanti del bel gioco non c’è stato da essere entusiasti per le difese allegre che si sono presentate sul terreno di gioco, non certo da far vedere alle scuole calcio, né per i ragazzi da prendere come esempio. Forse quello spettacolo è piaciuto per coloro che si sono divertiti perché è stato rappresentato dai tanti goal, ma per carità tanti errori, che talune grandi squadre, degne di questo appellativo, non dovrebbe commettere, ne hanno caratterizzato uno scenario assurdo! Per una squadra come l’Inter che riesce a ribaltare il risultato dopo il vantaggio iniziale, ma essendo stati raggiunti e superati con due incomprensioni difensive, specie nella rete del centravanti bianconero, poi con veemenza, ricordandosi che ha lo scudetto sul petto, riesce a imporre il proprio gioco sino ad arrivare al risultato che aveva messo la giusta distanza tra le due squadre, i ragazzi avevano allungato di ben due reti di vantaggio. Avrebbero potuto affondare ancora, con tante altre azioni, che come al solito, non sono riusciti a concretizzare, cercando senza mezzi limiti di portare a casa un risultato, sino a quel punto ampiamente meritato. Ma come spesso appare nelle idee cervellotiche di taluni allenatori, cosa accade? Da un lato c’è chi ha da sempre la fobia di togliere dal terreno di gioco calciatori ammoniti, anche se così facendo si rischia di minare una stabilità emotiva che sino a quel momento era pressoché raggiunta, vero Inzaghi? Poi dall’altra parte c’è un Motta, che secondo me ha dei benefici che arrivano direttamente da Betlemme, tant’è che tutti gli avrebbero dato del matto in conseguenza di aver cambiato il centravanti serbo, con il ragazzino turco, quel jolly che con una doppietta ha conseguentemente raddrizzato il risultato finale. Questo è quello che ci porta in dote la gara di ieri sera, due tecnici contrapposti: uno sfrontato oltre misura (Motta) e l’altro timoroso senza limiti (Inzaghi), che con il loro fare insulso, non hanno fatto altro che agevolare la fuga di un Napoli che, tocca affermarlo, sinora di impegni tosti ne ha avuti ben pochi e ora dovrà dimostrare di che pasta è fatto, con un ciclo terribile l’aspetta. È vero che loro non hanno alcun impegno europeo, mentre noi abbiamo una Champions tutta da conquistare, ma non tutto è ancora delineato c’è tempo per recuperare, ma bisogna giocare da squadra con impegno costante e la giusta concentrazione che non deve cambiare mai, a questo punto deve essere insita nel nostro dna. Appare verosimile che certe dichiarazioni in conferenza stampa fanno sorridere, se non riesce lui a inculcare nei ragazzi la giusta coesione e mentalità, chi dovrebbe farlo? Mai come ieri sera avevamo la possibilità di fare davvero male a una Juve che non è apparsa davvero irresistibile, ma chi è causa del suo mal pianga sé stesso e con i due punti, gli ennesimi, gettati alle ortiche, noi ci resta che leccarci le ferite che sanguinano in maniera inverosimile, che specie col senno di poi bruciano terribilmente in considerazione di quello che potevamo fare e non abbiamo fatto concretamente. Una sola domanda dov’è l’Inter che avevamo ammirato solo pochi mesi fa? Neanche assoldando il mitico Indiana Jones, riusciremo a ritrovare quella squadra che ci ha fatto godere ed esultare sino alla massima espressione della seconda stella cucita sul petto. Era risaputo che il riconfermarsi in campionato appare davvero difficile, lo scudetto cucito sul petto appare un fardello davvero pesante e insostenibile per il semplice motivo che ci sono annate dove tutto gira alla perfezione e altre che non ti vedono assoluto protagonista, tocca a noi sovvertire lo status quo del momento e questa cervellotica considerazione, perché gli autori delle nostre fortune e disgrazie siamo solo noi nella maniera più assoluta, tutto dipende da noi e solo ritrovando quel carattere che ha contraddistinto la scorsa annata, possiamo dire la nostra in maniera ferma e decisa. Ora c’è un altro impegno nel turno infrasettimanale, tocca ritornare a essere quell’Inter che ci ha fatto innamorare: crediamoci è l’imperativo! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.