





Così non va bene!
Se in altre circostanze è andata bene, questa volta no! E’ un dato di fatto, purtroppo, anzi una costante per questa squadra che ha alternato prestazioni, in questo campionato, bellissime gare ad altre poco lucide, diciamo così usando una gentile supposizione. In un sabato pomeriggio di inizio aprile, allo stadio Ennio Tardini di Parma, viene stoppata la corsa nerazzurra, potrebbe essere questo un titolo da giornale sportivo, purtroppo è la sacrosanta verità e con il senno di poi ribadisco che c’è andata anche bene, si poteva perdere addirittura, dopo aver chiuso il primo tempo in doppio vantaggio. Chi deve fare un gesto tipico d’oltralpe, con un “j’accuse” è solamente Inzaghi, non nuovo a tale atteggiamento. Cercando di rimescolare sempre più le carte, ridisegnando una formazione che, ho già espresso all’inverosimile questo mio pensiero, non ha alternative: i titolari sono una cosa le riserve, ben altro, non sono alla stessa altezza, ma ritengo che il compito dell’allenatore è tenere tutti sulla corda con motivazioni certe e concrete. Le avvisaglie nel corso di questo campionato ci sono state e sono state molteplici, non sto certo ora ad elencarvele, ma ritengo che a questo punto della stagione ci vuole più coerenza e consapevolezza che in queste battute finali si rischia di rimane davvero con un pugno di mosche in mano. Si parla da più parti di un fantomatico “triplete”, ma ci vuole ben altro, ci vuole la forza giusta da mettere in campo, ci vuole quella determinazione che è insita in una grande squadra. Credo che tutte le belle frasi spese su l’Inter del tipo: «E’ la squadra più forte.» «Ha la rosa più competitiva.» «Ha due squadre, può permettersi di far ruotare i giocatori.» Ma tutto quello che si sta vedendo negli ultimi tempi, e ritengo anche in tempi dove si rincorreva, tutte queste fantomatiche illazioni erano e sono del tutto fasulle. L’Inter è un’ottima squadra farcita di tanti campioni (ritengo sette/otto) il resto dei buoni giocatori e nulla più. Una grande squadra dopo la gara casalinga contro l’Udinese, mi riferisco all’ultima partita, dove si è rischiato di pareggiarla dopo un primo tempo a dir poco spettacolare e in vantaggio di due reti, s’è quasi fatta rimontare se non fosse altro per uno strepitoso Sommer nel finale, ricorre ai ripari cercando di porvi dei rimedi, non ripetendo determinati e palesi errori di concentrazione. Invece cosa analoga è accaduta ieri al Tardini, certo nel primo tempo ci sono state le avvisaglie ducali con due interventi prodigiosi del nostro estremo difensore svizzero, però poi i ragazzi hanno iniziato a giocare come sanno e s’è cercata la porta in diverse occasioni, con un buon possesso palla e con quella determinazione atta a farci chiudere in vantaggio, nella prima frazione di gioco, di due reti, ennesima storia di un film già visto. Solo che il sequel è stato un film horror, dal sessantesimo e nell’arco di soli nove minuti, il Parma ha raddrizzato una gara davvero assurda. Il secondo tempo ha decretato la cervellotica paura di non farcela, l’ansia di prestazione di questa squadra che una volta preso il primo goal si sfalda e non riesce a effettuare una degna contromisura per arginare la voglia di rivalsa degli avversari. Con la capacità di palleggio avrebbe dovuto nascondere la palla agli avversari, senza fare in modo di dargli la possibilità di credere di poter sovvertire le sorti di una gara che si stava incanalando verso i giusti canali di una nostra possibile vittoria. Invece il genio assiepato in tribuna ha ancora una volta ha tenuto il peggio, che piuttosto questa volta s’è verificato, facendo dei cambi in favore della prossima gara, quella di Champions contro il Bayern. Al sessantacinquesimo ha effettuato ben tre cambi, fuori Calhanoglu, Dimarco e Lautaro indebolendo inesorabilmente la squadra con gli ingressi di Frattesi, Zalewski e Correa. Mi chiedo ma una persona sana di mente e vedendo che stavamo arrancando, con un Parma spinto in propensione avanzata e senza più il controllo del centrocampo, effettua questi cambi perché martedì abbiamo una gara di Champions? Non puoi sempre togliere i migliori in campo, cose che è già capitata contro l’Udinese perché il mercoledì si giocava il derby di coppa. Non si possono vivere le gare tralasciando sempre l’ottimizzazione di quello che è il nostro presupposto: la vittoria! I giocatori se sono in distinta e abili dallo staff medico devono giocare innanzitutto, prescindendo da tutto, i ricambi sono tali e vanno gestiti solo ed esclusivamente se si vuole sortire un effetto diverso da quello che si è creato sino a quel determinato momento, altrimenti non si può deteriorare l’equilibrio di gioco messo in atto, i cambi al momento attuale non sono degni di chi è in campo. Altra considerazione che ieri s’è palesata al Tardini, non si può vedere un centrocampo con Mkhitaryan, Asslani e Calhanoglu. In mancanza di Barella, che ieri più di altre volte s’è vista eccome, avrebbe dovuto giocare Frattesi. Certo il giocatore romano si sta distruggendo da solo, dimostrandosi molto fragile a livello caratteriale e senza quella tigna da guerriero che avrebbe dovuto insorgere, dimostrando il suo valore, prendendosi quel ruolo che gli spetta di diritto quando viene a mancare il “tamburino sardo”, ma con le ultime prestazioni da purtroppo ragione al tecnico che lo sta impiegando con molta parsimonia. Io amo questi colori ed è giusto porre il proprio disappunto quando ci sono palesi errori di conduzione, caro mister Inzaghi bisogna pensare ad una gara alla volta, in questo ultimo mese non si può pensare di vivere nel periodo lungo che non esiste di certo se poi si gettano alle ortiche punti preziosi e si fanno prestazioni eccellenti per soli 45 minuti, ci vuole ben altro, l’Inter merita ben altro, non le pare? Ultima considerazione non si possono vedere in campo giocatori del calibro di Correa (davvero inesistente), Asslani che anche ieri era del tutto involuto senza quella spinta che avrebbe dovuto dare un giocatore con le sue presunte caratteristiche e poi di Bisseck, ne vogliamo parlare? Meglio di no, in considerazione che Inzaghi ha lasciato in panchina un tale Pavard, gran bel giocatore, speriamo solo che la prossima gara sia migliore della precedente e che tutti, iniziando dal tecnico finendo ai calciatori, facciano tesoro dell’ennesima gara giocata per soli 45 minuti e il resto hanno lasciato negli spogliatoi lo spirito vincente e battagliero che contraddistingue una grande squadra da una mediocre: pensiamoci la prossima volta, noi siamo l’Inter e meritiamo molto, ma molto di più!!! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stato da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.