Come si dice in questi casi, la paura di vincere ti fa sbagliare, così come la frenesia ti fa commettere errori veniali (vedi Dumfries). Tutti attendevano questa gara, la prima contro la seconda della graduatoria, ma non vi è stata quella sana voglia di vincere, almeno non è apparsa quantomai palese, difatti il gioco è impattato, quasi cementato con rare occasioni da rete, con un Napoli chiuso con marcature asfissianti sulle fonti di gioco dei Nerazzurri, ma che erano tuttavia disposti a voler affondare, specie nel secondo tempo, non sentendo quasi mai il peso della gara di Champions. Quello che è stato evidenziato in questa specifica gara, è stato il non farsi male reciproco, ma così facendo non s’è fatto altro che cementare un gruppone di ben sei squadre in 1 punto, tutto sommato va bene così, perché pare che questo sia il campionato più livellato degli ultimi anni anche se… vabbè lasciamo perdere, perché con i se e con i ma non si va da nessuna parte. La disamina della gara appare pressoché evidente, il Napoli arroccato e pronto a pungere in ripartenza, nel perfetto stile del suo condottiero, e i ragazzi a effettuare una certa manovra avvolgente, che però in buona sostanza non ha espresso granché. Primo tempo che ha espresso due situazioni che hanno scosso lo stadio dal torpore in cui stava cadendo, in primis il malaugurato errore di Dumfries, che s’è perso il suo marcatore nel più facile dei tap-in sotto porta, per fortuna nel tramonto della prima frazione ci ha pensato il fantastico Calhanoglu, che ha tirato dal cilindro un tiro portentoso che non ha lasciato scampo il povero Meret. Parità ristabilita e tutti negli spogliatoi. La ripresa ci ha visto più pimpanti e il Napoli ancora più arroccato nel proprio centrocampo, diverse le nostre occasioni per far male ai partenopei, purtroppo come ci accade spesso, non riusciamo a fare goal con nitide occasioni che abbiamo elaborato, ma ritengo che prima o poi tutti verrà risolto in una quadratura del cerchio che si sta cercando, alla Pinetina, con la speranza che venga ritrovata al più presto. Sin qui tutto pareva essere nella norma, con la spartizione dei punti in palio, in un pareggio che forse darà più merito ai partenopei e il contestuale demerito nostro, se non altro per aver almeno provato a vincere questa gara. Ma come spesso accade, tutto viene definito in un disegno ben preciso: rigore contestato dai partenopei su di un evidente tocco di Anguissa sullo stinco di Dumfries, che è assolutamente reale e visto, a distanza di 5 metri a visuale libera, dall’arbitro Mariani. Ma la cosa che fa più specie e che il Var non ha visto altri ben 2 tocchi di mano dei difensori napoletani, uno molto più evidente, tocchi che l’arbitro non ha visto o forse ritenuto del tutto ininfluenti, ma come s’è visto ultimamente, il giudizio appare univoco: appena tocchi la palla con la mano o braccio ti fischiano il rigore, ieri no, vabbè lasciamo perdere. Sul dischetto si presenta il rigorista per eccellenza “sentenza Chalanoglu” che dopo una striscia positiva di ben 17 rigori realizzati, il 18esimo lo stampa sul palo. Non si può gettare la croce su di un giocatore che ci mette sempre l’anima e che ha sempre avuto il coraggio di tirare i calci di rigore, la sua infallibilità s’è fermata una sera di novembre, ma sono convinto che è pronto a ripartire con la stessa intensità. Direi che questo pareggio è figlio di una gara che dovevamo avere il coraggio di chiudere e non l’abbiamo fatto, con il nostro portiere spettatore non pagante di una gara alla nostra portata, spero solo che questi punti lasciati per strada non influiscano sul risultato finale. Sin qui tutto nella norma, ma la cosa che m’ha fatto davvero riflettere sulla sanità mentale di Conte e della sua sceneggiata di fine gara, dinanzi ai microfoni, ha messo su una pantomima della serie: siamo stati defraudati! Non sapendo che il rigore, da lui contestato, era assolutamente reale e veritiero, con il tocco seppur leggero c’è stato, ma qui non si evidenza l’entità e la forza del tocco per decretare un rigore che al 99% delle volte viene concesso. Assurdo il suo commento davvero fuori luogo, non ammettendo però che lui ha beneficiato di quel var tanto bistrattato, in quel di Empoli dove gli è stato un concesso un “rigorino” che ha portato in Campania 3 punti che non avrebbe certamente meritato, perché in quella specifica giornata non ha detto nulla, e non si è lamentato del var? Ritengo che il campionato ha ritrovato il solito vecchio Conte che, come ha sempre fatto in passato, cerca di protestare alacremente facendo passare tutto in secondo piano, non riferendo però della partita del suo Napoli che ha pensato solo a difendersi, anche se a onor del vero a fine gara potevano vincerla, ma ritengo che il solo punto conquistato è già grasso che cola. Caro Conte riferisci serenamente sulle occasioni create dal tuo Napoli, della tecnica e tattica espresse dai tuoi ragazzi in campo, anche perché tutti hanno visto il vostro comportamento e ritengo che quello sclero finale la dice lunga su quello che hai voluto nascondere, perché non sapevi a che santi votarti per dare una spiegazione plausibile sul gioco remissivo espresso dalla tua squadra in campo, dovendo preparare una sola gara settimanale senza aver altri impegni. Sono queste le gare, e direi l’ennesima, che ti fanno riflettere sul carattere che bisogna avere in campo, ma bisogna rendersi conto che ancora non c’è una lepre in campionato, tutti possono ambire a sogni che possono realizzarsi, visto lo status quo attuale e noi dobbiamo crederci ora più che mai, non possiamo mollare, non è nel nostro dna. …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Ancora una volta incappiamo in un comportamento davvero deleterio per le nostre coronarie, non si può attende il 97esimo per avere ragione di una squadra che è venuta a San Siro per disputare la sua onesta partita. Oramai conoscono il nostro gioco e apportano sempre le più efficaci contromisure, ma la colpa è sempre più la nostra perché non riusciamo a chiudere delle gare dove la disparità di classe e contenuti è davvero evidente. Ci tocca sempre stare sul chi-va-là, noi sciupiamo in malo modo le numerose occasioni da rete, nel primo tempo ne ho contate ben cinque evidenti, e poi in ripartenza i lagunari a momenti passavano in vantaggio. Tutto ciò, ribadisco il mio concetto, non appartiene a una grande squadra, certo si va in campo in undici contro undici, ma la nostra classe è di gran lunga superiore a quella degli altri. Ho notato che quello che manca a questa squadra è la voglia di mordere, di affondare, di concretizzare quello che crea, talvolta si perdono in preziosismi che dinanzi al portiere avversario non devono sussistere, non si deve necessariamente entrare in porta con la palla, ma bisogna avere il coraggio di tirare se si è in posizione ottimale, oppure favorire il compagno meglio piazzato, tutto ciò è ampiamente documentato nella pagina quindici del manuale del calcio, fare goal è importante per vincere, altrimenti si soffre. Non è che il secondo tempo sia stato avaro di emozioni, tutt’altro, oltre alle altre innumerevoli occasioni da rete è arrivata la rete di Lautaro, oltre a quella di Mhkitaryan annullato per fuorigioco e tanto altro, a giudizio di un Var che se ti toglie poi ti dà, come in occasione del 97esimo, annullando la rete del pareggio lagunare per fallo di mano del giocatore ospite, che secondo il mio modesto parere affossa anche Bisseck con il braccio reo del tocco. Credo che tutti grideranno allo scandalo per il risultato striminzito, e sulla rete annullata da quel var che secondo i giornalai esteti del calcio, funziona perfettamente solo per l’Inter, certo se questi sono i risultati bisogna sempre prenderli per croce e delizia, s’è visto di molto peggio in questa domenica calcistica e oltre, una giornata all’insegna delle tantissime segnalazioni e proteste dei club, che purtroppo non partoriscono granché, tanto tutto è compiuto e indietro non si torna certamente, bisogna essere realisti e accettare ogni decisione arbitrale, seppur a malincuore. La nota positiva è che Lautaro è tornato a segnare per la seconda partita di seguito, importantissimo per la squadra ma quello che determina la nota negativa è stato Marcus Thuram, inguardabile ieri sera, s’è divorato di tutto e di più, poteva tranquillamente segnare come minimo due reti, talvolta si specchia nelle sue prodezze, sino al narcisismo, con quella voglia far goal a tutti i costi e quella voglia di protagonismo che una punta deve avere certamente, ma che talvolta è bello anche fornire un assist vincente al proprio compagno, non vi pare? È davvero dura da digerire una situazione del genere, in considerazione che la gara di ieri poteva assumere un risultato tennistico, invece ci ha fatto tremare sino alla fine e se non veniva, giustamente, annullata quella rete ora staremmo a discutere sull’ennesima partita gettata alle ortiche. Inzaghi deve cercare di scuotere i ragazzi da quel torpore irriverente di onnipotenza, che la squadra assume in campo giocando in maniera lenta e prevedibile, non siamo più affamati come lo scorso anno, si denota dai punti di ritardo ben 4 e una posizione in classifica in meno, tutto ciò deve far pensare e riflettere per quello che questa squadra sa e può fare, anche perché ora abbiamo la gara di Champions mercoledì e domenica nel posticipo ospiteremo un Napoli ferito, dalla sconfitta casalinga contro l’Atalanta, che non avendo impegni può allenarsi tutta la settimana al meglio, mentre noi saremo costretti agli straordinari. Ecco perché la gara di ieri poteva assumere vitale importanza nella gestione effettuata con più coerenza, risparmiando energie, bastava chiudere la gara già al primo tempo concretizzando le occasioni avute e magari con un netto tre a zero, tutto sarebbe potuto scorrere via senza sussulti e patemi d’animo finali, ma noi siamo l’Inter e le cose facili non ci piacciono. Ora il banco di prova tra sette giorni, sapremo se i ragazzi saranno stati all’altezza dell’arduo compito che l’attendono, solo capendo che siamo solo noi gli artefici del nostro futuro, non avremo dubbi su ciò che conta, cioè vincere: forza ragazzi, siamo con voi! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Pare davvero inconcepibile, quanto mai indescrivibile quello che si è consumato sul prato di San Siro, nel cosiddetto derby d’Italia che è parso invece la rappresentazione di un film dal titolo “l’allegra brigata”. Sicuramente per gli amanti del bel gioco non c’è stato da essere entusiasti per le difese allegre che si sono presentate sul terreno di gioco, non certo da far vedere alle scuole calcio, né per i ragazzi da prendere come esempio. Forse quello spettacolo è piaciuto per coloro che si sono divertiti perché è stato rappresentato dai tanti goal, ma per carità tanti errori, che talune grandi squadre, degne di questo appellativo, non dovrebbe commettere, ne hanno caratterizzato uno scenario assurdo! Per una squadra come l’Inter che riesce a ribaltare il risultato dopo il vantaggio iniziale, ma essendo stati raggiunti e superati con due incomprensioni difensive, specie nella rete del centravanti bianconero, poi con veemenza, ricordandosi che ha lo scudetto sul petto, riesce a imporre il proprio gioco sino ad arrivare al risultato che aveva messo la giusta distanza tra le due squadre, i ragazzi avevano allungato di ben due reti di vantaggio. Avrebbero potuto affondare ancora, con tante altre azioni, che come al solito, non sono riusciti a concretizzare, cercando senza mezzi limiti di portare a casa un risultato, sino a quel punto ampiamente meritato. Ma come spesso appare nelle idee cervellotiche di taluni allenatori, cosa accade? Da un lato c’è chi ha da sempre la fobia di togliere dal terreno di gioco calciatori ammoniti, anche se così facendo si rischia di minare una stabilità emotiva che sino a quel momento era pressoché raggiunta, vero Inzaghi? Poi dall’altra parte c’è un Motta, che secondo me ha dei benefici che arrivano direttamente da Betlemme, tant’è che tutti gli avrebbero dato del matto in conseguenza di aver cambiato il centravanti serbo, con il ragazzino turco, quel jolly che con una doppietta ha conseguentemente raddrizzato il risultato finale. Questo è quello che ci porta in dote la gara di ieri sera, due tecnici contrapposti: uno sfrontato oltre misura (Motta) e l’altro timoroso senza limiti (Inzaghi), che con il loro fare insulso, non hanno fatto altro che agevolare la fuga di un Napoli che, tocca affermarlo, sinora di impegni tosti ne ha avuti ben pochi e ora dovrà dimostrare di che pasta è fatto, con un ciclo terribile l’aspetta. È vero che loro non hanno alcun impegno europeo, mentre noi abbiamo una Champions tutta da conquistare, ma non tutto è ancora delineato c’è tempo per recuperare, ma bisogna giocare da squadra con impegno costante e la giusta concentrazione che non deve cambiare mai, a questo punto deve essere insita nel nostro dna. Appare verosimile che certe dichiarazioni in conferenza stampa fanno sorridere, se non riesce lui a inculcare nei ragazzi la giusta coesione e mentalità, chi dovrebbe farlo? Mai come ieri sera avevamo la possibilità di fare davvero male a una Juve che non è apparsa davvero irresistibile, ma chi è causa del suo mal pianga sé stesso e con i due punti, gli ennesimi, gettati alle ortiche, noi ci resta che leccarci le ferite che sanguinano in maniera inverosimile, che specie col senno di poi bruciano terribilmente in considerazione di quello che potevamo fare e non abbiamo fatto concretamente. Una sola domanda dov’è l’Inter che avevamo ammirato solo pochi mesi fa? Neanche assoldando il mitico Indiana Jones, riusciremo a ritrovare quella squadra che ci ha fatto godere ed esultare sino alla massima espressione della seconda stella cucita sul petto. Era risaputo che il riconfermarsi in campionato appare davvero difficile, lo scudetto cucito sul petto appare un fardello davvero pesante e insostenibile per il semplice motivo che ci sono annate dove tutto gira alla perfezione e altre che non ti vedono assoluto protagonista, tocca a noi sovvertire lo status quo del momento e questa cervellotica considerazione, perché gli autori delle nostre fortune e disgrazie siamo solo noi nella maniera più assoluta, tutto dipende da noi e solo ritrovando quel carattere che ha contraddistinto la scorsa annata, possiamo dire la nostra in maniera ferma e decisa. Ora c’è un altro impegno nel turno infrasettimanale, tocca ritornare a essere quell’Inter che ci ha fatto innamorare: crediamoci è l’imperativo! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
La vittoriosa gara dell’Olimpico non è stata assolutamente facile, ma direi fondamentale per la propria autostima, i ragazzi l’hanno portata a casa da grande squadra, soffrendo quando si doveva e impostando la propria trama offensiva al meglio, cercando di fare del male all’avversario. Credo che tutto sommato l’Inter abbia meritato la vittoria, per tutto quello che di buono ha fatto, anche se come al solito, e ci capita spesso, non ha realizzato le diverse occasioni avute. La cosa che davvero mi fa sorridere, come al solito assurdi, sono i commenti dei vari giornalai che hanno decretato la sofferenza di una squadra la nostra, che secondo loro, ha sudato le proverbiali sette camicie per avere ragione di una buona Roma. Ma de che, come direbbe un celebre borgataro capitolino, se il migliore in campo è stato Svilar portiere giallorosso, qualcosa significa oppure no? Mentre Sommer ha dovuto fare una sola parata, e poi non tanto difficoltosa, mi riferisco alla cavolata che stava facendo, quando s’è fatto scivolare il pallone, che pareva una saponetta, andando a incocciare sul palo e per poco non faceva il cosiddetto patatrac. Si vede che queste persone amano denigrare la nostra squadra, forse in questo modo vendono più giornali, ma appare inverosimile non rendersi conto che le persone hanno gli occhi giusti per vedere le gare senza essere appannati dalle dichiarazioni di costoro. Certo non è stata la più bella Inter della stagione, ma serviva vincere per non far andar via il Napoli che, di riffa o di raffa, ha ottenuto altri tre punti come se piovessero dal cielo, in maniera quasi gratuita, non disputando una grande gara, al cospetto di un bell’ Empoli che avrebbe sicuramente avrebbe meritato di più, ma è vero che non dobbiamo pensare ad altri ma esclusivamente a noi stessi. In buona sostanza il posticipo domenicale ha decretato l’ennesimo disastro arbitrale, in condominio con gli addetti al var, che non hanno saputo aiutare i loro colleghi in campo. I signori del web insieme a tutti coloro che inneggiano ai favori arbitrali in casa Inter e la osannata quanto presunta “Marotta League” sono stati serviti, l’Inter ieri ha vinto ma ha subito un danno tanto evidente quanto davvero assurdo. I vari programmi televisivi hanno decretato in coro, il danno enorme subito, non c’era assolutamente il rigore, perché il fallo era avvenuto fuori area, ma ignorare lo spintone e l’aggancio alla gamba di Thuram da parete di Cristante è davvero scandaloso. Non parlo del solo Massa che ha arbitrato in un modo davvero indecente, ma anche dell’addetto al var il signor Di Bello che chiudendo gli occhi ha sbagliato ben due volte. Altra beffa dei presunti saccenti della carta stampata, hanno assegnato voti a questi signori con un range di presunta sufficienza, come se nulla fosse accaduto. Così non va assolutamente bene, bisogna rendersi conto che usando questo strumento tecnologico è stato creato per migliorare, senza errori e senza fallo, le gare con i vari episodi calcistici in essa contenuti, per questo devono essere inappuntabili e devono essere scevri da eventuali critiche e supposizioni negative. In questo modo non va bene, non ci sono condizioni intermedie, una cosa è giusta oppure sbagliata, altro non c’è. L’errore è nell’indole umana, ma in questo modo non mi convince affatto, usando ogni ausilio nel migliore dei modi, l’errore sarebbe difatti cancellato. Certo ieri s’è vinto e questo va bene, per carità, si potrebbe dire che non s’è disputata una grande gara, ma consideriamo la Roma in dieci uomini per tre quarti della partita, con le eventuali cause derivate per il club romano e cosa sarebbe potuto accadere. Certo non abbiamo la riprova per questo, ma il beneficio del dubbio almeno questo ce lo devono concedere. Speriamo solo che questa gara non ci lasci degli strascichi importanti visti gli infortuni occorsi a due pedine importanti, noi siamo dipendenti da Calhanoglu e s’è visto quando è uscito, la squadra ha smesso di giocare, facendo la comparsa dalla mezz’ora in avanti, lasciando spazio e campo ai giallorossi. Ma la caparbietà dei ragazzi ha sopperito a questa mancanza giocando più di muscoli che altro, la nostra preoccupazione non è solo per la gara di mercoledì di Champions, dove si potrebbero eventualmente schierare delle pedine succedanee, con un turnover probabile, ma per domenica alle 18 no, la mancanza del turco sarebbe deleterio per affrontare i non colorati, dobbiamo essere in condizione di potergli fare del male, ne abbiamo la qualità e poi giochiamo in casa e sono certo che noi tifosi sosterremo all’inverosimile i nostri beniamini, perché questa vittoria è davvero tanto importante per noi, come non mai, e poi noi siamo i campioni d’Italia ed è il momento giusto per farlo vedere e capire!!! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto – Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Purtroppo anche la gara con il Torino c’ha consegnato una squadra che non riesce più ad avere quella concentrazione, quella scorza dura, quella coesione che è stata la prerogativa dello scorso anno. Ovviamente ogni anno è diverso dall’altro, ma paragonare questa squadra alla rocciosa Inter che ha incassato in tutto il girone di andata meno delle reti incassate quest’anno, fa davvero specie, siamo una squadra davvero instabile, per lo meno a livello difensivo, dell’attacco non si può dire la stessa cosa, con un Thuram così le previsioni sono davvero rosee, che il Signore ce lo preservi sempre! Che sarebbe stato impensabile riaffermarci anche quest’anno, è alquanto palese, sinora per quello che si è visto appare inverosimile, ma con una rosa come la nostra tutto può ancora ritornare a nostro favore. Sicuramente la lepre di quest’anno, il Napoli, secondo me ha i favori del pronostico, in considerazione di due aspetti fondamentali, cioè: dovendo preparare una sola gara a settimana in primis, la squadra può allenarsi a dovere e capire bene gli schemi di gioco imposti e poi con quel condottiero, tignoso e pragmatico di Conte, tutto è possibile. L’unica alternativa che ha l’Inter è ritornare a giocare da Inter, e non come la falsa copia di quella che stiamo vedendo in campionato, per lo meno in difesa. Purtroppo i numeri parlano chiaro, in queste prime sette giornate abbiamo portato a casa solamente 2 clean sheet, subendo la bellezza di ben 9 reti, per fortuna abbiamo realizzato 16 reti con un fantastico Thuram capocannonieri con 7 reti. Numeri questi che se da una parte fanno rabbrividire, in contrapposizione ci fanno gioire, in considerazione che non abbiamo ancora visto il Lautaro che conosciamo molto bene, c’è tempo per ritornare a essere “el Toro”. Salta agli occhi la mancanza di concentrazione che traspira, in alcune fasi di gioco, non si possono commettere leggerezze simili, specie in occasione della rete granata. Ve ne sono ben due nella stessa azione, analizzandole bene, la prima di un Acerbi che non chiude a dovere di testa ciccando la palla, volendo anticipare un avversario, che arriva a un confusionario Bisseck che a sua volta, facendo per altro fallo sul giocatore del Torino che nonostante tutto la tocca e la fa arrivare a un Zapata bravissimo a catapultarla nella rete dell’incolpevole Sommer. Dico ma sto ragazzo possibile che non è mai concentrato abbastanza, commette falli tal volta inutili, ricevendo poi l’ammonizione, senza bloccare l’azione che poi si evolve su di una rete avversaria. Purtroppo non è la prima volta e credo non sarà l’ultima, Inzaghi deve catechizzare questo ragazzo, che appare davvero estraneo al compito di marcatura, lui nasce come quinto e non sa che andare a testa bassa sulla fascia, al momento però ci vuole ben altro. Per carità non voglio gettare la croce su questo ragazzo, ma gli errori oramai non si contano più, ci vuole una sostanziale inversione di tendenza. Diciamo che tutto sommato la gara di sabato sera ci ha dato barlumi di speranza nel rivedere la nostra vecchia e cara Inter, il gioco è stato talvolta bello, anche se non velocissimo e a tratti prevedibile, purtroppo con taluni calciatori in rosa, che non voglio neanche citare, non si può fare altrimenti. Altra nota dolente, e già la seconda volta di seguito che ci capita, non si può soffrire in questo medo, specie nei minuti finali, con la squadra avversaria ridotta in 10 dalla metà del primo tempo, senza aver posto una sostanziale distanza numerica, eppure le opportunità ci sono state e come al solito le abbiamo gettate alle ortiche. Poi un appunto su Inzaghi, possibile che non ha notato che Calhanoglu non ne aveva più, ha fatto una sontuosa partita, giocando bene in tutte le zone del campo senza risparmiarsi minimamente, ma il suo errore, causando un rigore che ci sta per carità, alquanto veniale dovuto sicuramente per mancanza di lucidità, poteva costarci caro, non era opportuno avvicendarlo? Domanda questa che rimarrà nel limbo, non ci sarà mai una risposta adeguata. Mai come quest’anno abbiamo bisogno di ringiovanire la squadra, con opportuni ricambi che al momento non sono stati sfruttati al meglio, non possiamo affidare a giocatori che hanno un’età che non gli permettono di disputare due partite di seguito, specie in zone nevralgiche del campo, bisogna adattarsi certo è vero, ma ora necessita correre ai ripari e considerare al meglio le opportune alternative: una su tutte il ragazzo argentino è stato acquistato per tenerlo in panchina? Riusciremo a vederlo in campo, oppure non è ancora ritenuto idoneo per la nostra squadra? Queste sono altre domande che non avranno risposta, ahimè nessuno le pone al mister in conferenza stampa, quindi non sapremo mai cosa pensa lui realmente. Ora arriva la pausa per le nazionali, altro scoglio importante perché queste sono pause che ci lasciano con il patema d’animo, altre gare nei muscoli dei giocatori che rischiano di far danni, per cosa poi per una Nation League che non interessa a nessuno. Sperando che alla ripresa tutti tornino alla Pinetina integri e con voglia di farci divertire ancora, noi vi aspettiamo con ansia, sostenendovi come sappiamo! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.