Posts by interclubfano


Incomprensibile!


Scritto Da il 7/Nov/2022

Incomprensibile!

Siamo alle solite, quando tutto faceva presagire ad un percorso indirizzato verso la giusta autostima e consapevolezza della propria forza, ecco che una brutta ricaduta rimette tutto in gioco e fa dubitare sulla credibilità di questa squadra. Come diceva qualcuno molto importante “non c’è pace tra gli ulivi!” anche perché non si può perdere terreno importante, in questo modo, se si vogliono raggiungere traguardi importanti, con la quinta sconfitta contro dirette concorrenti, non dico per il titolo, che secondo me è distante anni luce, ma per un dignitoso piazzamento Champions. Ieri sera s’è palesata, ancora una volta, quella mancanza sostanziale nella squadra di quel “killer instinct”, che in certe fasi della partita è fondamentale. Bisogna tenere ben presente che l’Inter non ha mezze misure o vince oppure rimane in balia dell’avversario, concedendo il peggio di sé stessa, e perde malamente. Ieri sera è accaduto nuovamente, per fare un’analisi tecnica completa e lucida di una gara, apparsa sotto gli occhi di tutti, come un buon viatico verso una vittoria annunciata, c’è stata tanta qualità ed azioni ben create, però tutto è stato reso vano, sciupando il vantaggio per ben tre volte, ed un inizio di ripresa con una bella parata del portiere avversario su tiro di Calhanoglu. In contrapposizione dei non colorati neanche l’ombra, tutti dietro la linea della palla ad attendere. Bene quell’attesa, con il senno di poi, è stata ben ripagata, per lo scellerato comportamento dei ragazzi e di un allenatore che, con i cambi, non ne azzecca più una giusta. La gara va azzannata e chiusa senza lasciar scampo agli avversari che parevano davvero inermi, ma la cosa che fa davvero specie che l’aver perso una gara che anche solo il pareggio ci sarebbe stato stretto, contro la peggiore squadra bianconera degli ultimi trent’anni, eppure siamo stati capaci di fallire. L’errore madornale è aver lasciare aperta una gara che dopo i primi quarantacinque minuti, con più determinazione cinica, non avrebbe avuto più nulla da dire, e ora avremmo parlato di tutt’altro. Ennesima dimostrazione di una squadra sprecona, che lascia sempre la possibilità all’avversario di far male, manca quella cattiveria agonistica che tal volta fa la differenza, come in occasione della rete del loro vantaggio casalingo, Barella da giocatore degno di questo nome, non ha affondato il tackle per fermare l’avversario che l’aveva superato, forse temendo un giallo che gli sarebbe stato comminato da Doveri, ma tal volta bisogna pur immolarsi. A mente fredda, non credo che a parte invertita i non colorati avrebbero fatto analoga cosa, loro l’hanno nel dna fermare a tutti costi un imminente pericolo, questione di mentalità che accusano chi indossa quella casacca striata, che si possono permettere di tutto. Per questo in merito alla sciagurata gara di ieri dobbiamo solo fare il mea culpa, colpa nostra se abbiamo sprecato tanto e non aver vinto una gara alla nostra portata, anzi di più. Questione di carattere, al momento questa squadra ne è carente, non si può presupporre di essere una grande squadra se poi si fanno queste figuracce, l’indole vittoriosa non si acquista al supermercato, o si possiede oppure si rimane nell’anonimato. Altra alternativa viene trasmessa da un tecnico capace, che possiede il piglio giusto per far raggiungere certi traguardi, purtroppo Inzaghi non possiede queste caratteristiche. È un buon allenatore ma non può ambire all’olimpo dei vincenti per eccellenza, coloro che fanno la storia di un club, coloro che mettono in soggezione l’avversario. Specie quest’anno il nostro campionato, sinora ha determinato che siamo stati grandi con le piccole e a nostra volta piccoli con le grandi o presunte tali, condizione che non può essere accettata da chi ha una storia calcistica come la nostra, e non può essere una scusante l’aver affrontato tutti gli impegni importanti fuori casa e che dovremo poi giocarceli al meglio a casa nostra, come dichiarato dal nostro tecnico in conferenza stampa, non è una scusante che regge, chi si ritiene d’essere una grande squadra gioca allo stesso modo sia in casa che fuori, tutto il resto non c’entra nulla con la presunzione di essere grandi. Abbiamo dissipato tutta quella credibilità che c’eravamo costruiti da due anni in qua, e direi in malo modo, dopo lo scudetto perso in maniera sciagurata lo scorso anno, dovevamo avere il dente avvelenato quest’anno, invece entriamo in campo come dovessimo disputare delle amichevoli, così non va bene. La stagione è fatta di step, questo è risaputo, non bisogna focalizzarsi solo su di un obiettivo e porre su questo tutte le attenzioni possibili, tralasciandone altri. Abbiamo concentrato tutte le nostre energie sull’ipotetico passaggio del turno di Champions, che abbiamo centrato con un turno d’anticipo, certo è importante, ma non si deve poi mollare malamente il campionato, con un distacco abissale già nella prima decade di novembre, che sarà arduo recuperare. La programmazione viene fatta con valutazioni ben solide, direi più che altro attente a quelli che sono gli impegni, certo il passaggio del turno è importante ripeto, consapevolmente anche dalla condizione che agli ottavi non sai che team ti riserva l’urna di Nion, nel qual caso sarà davvero arduo andare sino in fondo con la mentalità che abbiamo ora, ma nel caso in cui dovessimo effettuare, come lo scorso anno, altre due gare, certo le casse societarie ne beneficerebbero, ma gli obiettivi? Non dico che è una disgrazia disputare la Champions per carità, essere annoverati tra i migliori d’Europa è tutto dire, ma avere la consapevolezza di sapere di non aver gettato alle ortiche parte della stagione, questo deve essere tenuto ben presente, qualora il nostro cammino si fermasse agli ottavi. Con uno scudetto da più parti millantato credo sia utopistico come discorso, per una squadra come l’Inter vista sinora, che allo stato attuale appare del tutto verosimile potesse rientrare in corsa. Però se i saccenti giornalai hanno inserito i non colorati in tale lotta che hanno un punto più di noi, allora se riusciamo ad ottenere una svolta di comportamento forse non tutto è perduto. Il mio è puro sarcasmo, ma forse una condizione mentale che mi fa credere che la svolta sia davvero dietro l’angolo, che più forte è la caduta più altisonante dovrebbe essere la risalita. Del doman non v’è certezza, per il momento lecchiamoci ancora una volta le ferite credendo che qualcosa di buono si possa ancora fare, ma con interpretazioni diverse e giocando in maniera più parsimoniosa, con autorità e voglia di vincere, la stessa che è di certo mancata, a tratti, ieri sera.  …Amala!!!!

Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter
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Il cuore pulsante della squadra!

È risaputo che ogni gara ha una storia a sé, tutte le gare possono nascondere insidie pericolose e si devono affrontare al meglio delle proprie possibilità, da squadra vera, dimostrando tanto carattere, corsa e la giusta volontà di raggiugere una vittoria che ti possa regalare quell’autostima, carburante giusto per disputare una stagione di prim’ordine, ma nel nostro caso, smarrita nelle prime giornate di campionato. Fortunatamente dopo la gara persa in casa, e direi malamente contro la Roma, lo spogliatoio s’è coeso e i ragazzi guardandosi negli occhi, hanno deciso e stabilito che il registro si doveva cambiare in maniera netta e assoluta. Certo il gap con la prima della classe al momento sembra irraggiungibile, mentre le altre che ci precedono, possono essere assolutamente alla nostra portata, ci vuole però che coloro, che ci stanno davanti accusino e attraversino un periodo buio, diciamo una “crisetta”, che ne possa determinare un piccolo rallentamento. Credo che quel brutto periodo sia oramai alle spalle, tant’è che in campo si respira un’aria tutta nuova, e il motore della squadra gira a regime completo e continuo. Il centrocampo è tornato ad essere il punto di forza di questa squadra, un cuore che batte all’unisono e fornisce linfa vitale alle punte e alla difesa: era quello che avevamo imparato a conoscere lo scorso anno. E pensare che lo scorso anno l’appannamento della squadra è coinciso con l’assenza di Brozovic, mentre ora non se ne sente la mancanza, vuoi che gli interpreti hanno preso coscienza della loro forza e vuoi per un Calhanoglu che si sta proponendo ad altissimi livelli in un ruolo non proprio suo, ma secondo me gli calza a pennello. Non solo il turco è l’emblema assoluto del cuore pulsante nerazzurro, ma di questo Nicolino Barella ne vogliamo parlare? Ecco questo è il Nick che abbiamo imparato ad amare, il giocatore capace di spaccare la gara a suo piacimento, ma se poi realizza queste perle allora ne vedremo ancora delle belle. L’autostima è sintomatica quando si lavora alacremente, cercando di sovvertire i “de profundis” proferiti ad agosto da tutti gli addetti ai lavori, che hanno assistito al sorteggio di Champions, ma in special modo da quei giornalai il cui lavoro risulta essere sempre farcito da salamelecchi a favore dei più noti club da cui vengono foraggiati, spargendo veleno di continuo su chi, come noi, non possiede né tanto meno riceve favori dagli organi di stampa di questi buffoni. Improponibile il nostro passaggio agli ottavi in un girone così blindato, secondo il loro sconfinato essere saccenti, nessuno avrebbe scommesso un solo euro, ognuno oramai aveva già stilato e definito la classifica finale relegandoci al massimo in Europa League. Invece i ragazzi hanno lottato e acquisito, con un turno d’anticipo, il passaggio del turno, ma non solo, con questo prestigioso traguardo hanno acquisito la forza e la convinzione di essere squadra a tutto tondo, e credo che tale condizione ci darà il viatico giusto per affrontare le sfide future. Ora sta tornando quella macchina da guerra quasi perfetta. Tutti i reparti hanno ripreso a funzionare magnificamente, con organizzazione e aiuto reciproco. Non è ancora finita però, ci attende un ultimo step di Champions, in casa della corazzata tedesca che non ha lasciato se non le briciole di un girone vinto alla grande, dobbiamo solo giocare in tutta tranquillità senza alcuna preoccupazione, né aver alcun assillo, e magari sarà proprio questa condizione che ci farà disputare una gara onesta e senza alcuna pressione sviluppando il nostro gioco, consci che non abbiamo nulla da perdere, il resto verrà da sé. Ora testa anche al campionato, con la stessa intensità e autorità, all’orizzonte c’è lo scontro diretto che ci vedrà opposti ai non colorati torinesi, quel derby d’Italia che potrebbe essere foriero di buoni presagi per il futuro, dobbiamo continuare in quella strada intrapresa la sera del o4 ottobre, dov’è iniziato il nostro nuovo percorso. Noi tifosi abbiamo sempre creduto in voi e ci crediamo ancor più fermamente ora, tant’è che lo stadio è sempre colmo d’entusiasmo, lo stesso che non è mai venuto mai meno, orgogliosi di voi non vi lasceremo mai soli, perché amare l’Inter è una prerogativa di vita, come ci ha insegnato il mitico Giacinto Facchetti: “Ci sono giorni in cui essere Interista è facile, altri in cui è doveroso e giorni in cui esserlo è un onore.”   …Amala!!!!

Ps: doveroso l’entusiasmo manifestato per Deki: il guerriero del Triplete che è rimasto nei cuori di tutti gli interisti….

Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter. 
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All’ultimo … respiro!


Scritto Da il 23/Ott/2022


All’ultimo … respiro!

Notoriamente l’Artemio Franchi di Firenze non è mai stato uno stadio amico, tutt’altro, ci sono sempre stati tanti problemi arbitrali, o presunti errori che danneggiano questa o quell’altra squadra, ma che talvolta vengono dimenticati di proposito da chi ritiene di esserne stato avvantaggiato, ma quando poi si ritiene di aver subito dei torti, allora vengono messi al bando con tutti gli insulti possibili, inveendo e mettendo letteralmente alla gogna mediatica la società avversaria, unitamente a chi ha deciso tutto ciò. Tal volta questi signori dovrebbero essere coerenti e immedesimarsi sulle decisioni che vengono prese, in frazioni di secondi, ma anche con l’ausilio della tecnologia tutto non verrà mai chiarito, c’è sempre la decisione di un essere umano che può pensarla diversamente da un altro. Lungi da me in questo caso riportare alla luce diversi scheletri che giacciono negli armadi di giornalai oppure pseudo tifosi di questa o quell’altra squadra, che non aspettano altro di gettare fango e veleno sui nostri colori, mi fa schifo solo a nominarlo quel pelato non colorato che ne ha dette di tutto e di più, dimenticando che per quarant’anni hanno fatto il buono e il cattivo tempo, servi al cospetto degli ovini che hanno, a man bassa arraffato di tutto e di più. Come sempre manca la giusta lucidità e coerenza, in questi casi la sportività non c’entra nulla, perché vengono fuori le vessazioni subite in un periodo, laddove le vittorie e le conquiste di titoli, sono davvero lontane. Al momento non voglio dare alcun’altra considerazione a questi personaggi inutili, che non fanno che portare nocumento ad uno sport che diviene sempre trasandato e glorificato secondo i propri stati d’animo e di quello che si riesce ad ottenere. A conferma di quello di cui ho precedente accennato, tutti a contestare la spinta di Dzeko su Milinkovic in occasione dell’azione che ha scaturito la rete della vittoria nerazzurra, si vede benissimo che l’arbitro era vicinissimo e l’ha valutato come un normale scontro di gioco. È successo il finimondo tutti che protestavano, ma come mai nessuno ha battuto ciglio sulla rete del pareggio viola di Jovic che fa un fallo enorme su de Vry? È questa la coerenza di cui facevo cenno, che fomentando le proprie frustrazioni convogliano ogni sorta di arrabbiatura su un fallo non giudicato dal direttore di gara. Da sportivo, quale mi ritengo ancor prima di essere tifoso, devo dire con tutta franchezza che l’espulsione di Dimarco ci poteva stare, ma è stata cervellotica l’assegnazione del rigore avvenuto dopo che Bonaventura aveva già calciato. Decisione presa in condominio con quel var tanto screditato. Ultima considerazione perché Terraciano non è stato ammonito dopo aver causato il fallo da rigore su Lautaro? Mistero! Queste scelte non possono essere avallate solo sulla base di chi riceve un favore e contestate se si riceve un torto. E poi cosa accade? Che gli animi s’infervoriscono e ne fanno le spese chi va allo stadio per godersi uno spettacolo senza alcun problema, in maniera del tutto tranquilla, invece è risaputo che a Firenze ciò non è possibile, tant’è che gira sui social il video di un tifoso interista che viene picchiato da alcuni fiorentini e si sente la voce di un perfetto idiota, che addirittura esorta, chi aveva aggredito l’interista, di buttarlo giù di sotto. Non è possibile che una gara di calcio debba portare in eredità situazioni del genere, la vittoria non deve essere la cosa principale di uno sport fatti di valori e ancor più dovrebbe essere l’emblema della sportività. Quella che addirittura è mancata alla dirigenza viola, nella persona appunto del dg, che con fare mafioso si è scagliato contro Marotta in tribuna. È davvero inaccettabile che le società di calcio, che dovrebbero essere la principale fonte di sportività, cadi in queste azioni di bassa lega: è davvero assurdo! Della gara giocata devo solo appuntare la mancanza di lucidità dei ragazzi, che ancora una volta, nel momento cruciale è venuta meno. Se il primo quarto d’ora la squadra è stata capace di fare due reti, non ha poi continuato tirando i remi in barca credendo che la vittoria sarebbe stata facile e alla portata, bastava dosare le forse ed energie puntando sulle ripartenze che sarebbero state letali, specie quando nel secondo tempo la Fiorentina ha messo in campo ben quattro attaccanti, con solo due centrocampisti e con una difesa altissima, prona al nostro contropiede. Invece è subentrata la paura di vincere, prestando il fianco agli esterni, che non erano i soliti quinti di centrocampo, bensì dei veri attaccanti. Quindi è subentrato il pensiero della prossima e importantissima gara di Champions, ed era d’uopo fare le opportune sostituzioni, ma non cambiando Lautaro con un Bellanova spaesato e posizionato dove già era stato messo Dumfries. Sono scelte che si sarebbero potuto rivelare sbagliate, per fortuna la dea bendata ci ha dato una mano, e vincendo una gara all’ultimo respiro. Questa gara ci deve insegnare che non bisogna mai mollare e lottare con coerenza, corsa e da squadra, solo così si possono aprire scenari consoni al nostro blasone, altrimenti… Amala!!!!

Antonio Dibenedetto
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È ufficiale: ci siamo!


Scritto Da il 17/Ott/2022

È ufficiale: ci siamo!

Se più indizi fanno una prova, se le ultime gare di Champions hanno detto che i ragazzi sanno sacrificarsi e lottare tutti uniti, allora possiamo dire che questa volta ci siamo! Sicuramente il distacco dalla vetta è abissale al momento, gli altri corrono ma noi abbiamo intravisto la giusta corsia preferenziale per raggiungerli, non è detto che ci riusciamo al momento, ma sono certo che i ragazzi ci proveranno: eccome! Ho fatto riferimento alle ultime di Champions, certo è benzina con ottani elevati quella di cui ha fatto incetta il motore nerazzurro e si è visto ieri nel lunch-match contro una Salernitana, ben allenata e che non è assolutamente la squadra materasso dello scorso anno, anzi è propositiva e gioca un discreto calcio. Le gare contro il Barcellona hanno evidenziato un carattere eccezionale dei ragazzi, fatto di abnegazione che ha parificato con i catalani il diverso stato tecnico, sopperito con una feroce voglia di rivalsa che hanno messo sul terreno verde con lo spirito di non essere l’agnello sacrificale, dinanzi a oltre novantamila persone pronte ad assistere al massacro. Che non ci è stato, anzi, la gara potevamo vincerla nel finale e chiudere il discorso qualificazione, ma va bene così abbiamo dato, dinanzi agli occhi di tantissime persone, la giusta parvenza di una squadra che sa lottare ottenendo risultati fantastici. La serata per i nostri colori è stata trionfale, anche se la società Barcellona ha fatto una figuraccia davvero meschina nei confronti dei tantissimi tifosi nerazzurri accorsi al Camp Nou. Chi ha fatto il viaggio organizzato è stato relegato nel terzo anello, lassù dove volano le aquile, e nonostante la visione non sia ottimale, non hanno fatto mancare il loro apporto ai ragazzi scesi in campo. Mi preme però sottolineare un episodio davvero increscioso, per usare un eufemismo, e non definirlo con vocaboli ancora più pesanti. Un mio amico fraterno mi ha raccontato di un episodio, che solo a raccontarlo mi viene un nervoso, da denuncia alla Uefa. Due ragazzi che sono partiti dall’Italia alla volta di Barcellona, sebbene in possesso di due tagliandi per il settore distinti, si sono visti negare l’ingresso in campo perché non spagnoli, anzi non catalani. Sono stati rimborsati e fatti accomodare fuori dall’impianto sportivo. Morale: hanno visto la gara in un pub, con i rischi che sarebbero potuti derivare trovandosi in un ambiente ostile vista com’è stata presentata la gara dall’entourage azulgrana. Davvero cervellotico questo atteggiamento che esula dal valore sportivo e pone chi segue la squadra in trasferta sotto l’egida di chi dice qui siete a casa nostra e se volete per voi c’è solo la piccionaia e null’altro. Per fortuna noi abbiamo altra concezione della sportività, non abbiamo nulla da imparare da chi vuole il risultato ad ogni costo, ottenendolo anche con questi mezzucci privi di alcun significato, per fortuna in campo vanno i giocatori che sono uomini e i nostri si sono comportati da uomini veri! Dopo questa premessa che era doverosa per far in modo che si possano censurare simili comportamenti, veniamo alla gara domenicale. Si poteva certamente pensare che la gara in terra spagnola avrebbe potuto soddisfare pienamente i ragazzi, con un certo rilassamento che è sicuramente consono, invece nei ragazzi è subentrata quella voglia di riprendere una certa marcia interrotta a più ripresa in campionato, dove si sono perse delle gare per un atteggiamento non consono ad una grande squadra. Sicuramente c’è stato, nello spogliatoio, una sorta di summit tra tutti i calciatori e lo staff tecnico e credo che guardandosi negli occhi, hanno capito che per venir fuori da questa situazione, urgeva giocare da squadra senza puntare sul singolo, ma usando un collettivo ben consolidato. Stiamo ritrovando dei giocatori davvero determinanti e su tutti permettetemi di citarne alcuni. Nicolino Barella sembra davvero quel fantastico giocatore che abbiamo ammirato lo scorso anno capace di prove entusiasmanti, e se poi va in rete in modo così fantastico, allora non possiamo che affermare che abbiamo ritrovato il nostro tamburino sardo: eccezionale! Altra pedina fondamentale è il turco Hakan Calhanoglu, sta ritrovando una forma eccellente e nel nuovo ruolo è capace di giocate eccezionali con rifiniture tipiche di un cesellatore orafo: stratosferico! In ultimo Lautaro Martinez, è vero che il goal in campionato gli mancava da tantissimo, ma non ha mai lesinato il suo impegno correndo in recupero e in aiuto dei compagni, e ora che è arrivata la rete credo che i limiti del “toro”, saranno azzerati: devastante! Certo anche tanti altri avrebbero meritato la menzione, tutti stanno rendendo secondo le aspettative è la considerazione che la mancanza di Brozovic non si sta per niente avvertendo, mentre lo scorso anno a causa della sua assenza la squadra ha sofferto, e i risultati, in quel periodo non sono arrivato. Qui bisogna dare atto che Inzaghi ha operato una scelta davvero sublime, avendo dato i compiti di centrocampo al turco che è capace d’impostare, e con gli atri centrocampisti di dirigere le azioni propositive al meglio. Ora non dobbiamo essere di facili entusiasmi, ribadisco il gap con il vertice è ancora lontano, ma giocando in questo modo, a tratti sublime, nulla ci è precluso e il nostro amore incondizionato non verrà mai meno, noi crediamo in voi e siamo certi che non ci deluderete! …Amala!!!!

Antonio Dibenedetto
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Piccoli segnali… positivi!


Scritto Da il 9/Ott/2022

Piccoli segnali… positivi!

Il martedì di Champions ci consegna una squadra che, nonostante tutto il veleno gettato sulla gara, dalla stampa e dal tecnico spagnolo, ha voluto ed ottenuto allo strenuo delle forze, una vittoria importantissima per continuare a credere di potersi giocare ancora delle chance per passare il turno, che inizialmente appariva davvero proibitivo e senza scampo. Non abbiamo ancora fatto nulla, anzi, il bello viene ora, ci vuole un po’ più di convinzione, servono ancora delle gare eccellenti e senza sbavature per continuare a coltivare questo sogno. A partire da mercoledì al Camp Nou, dove il Barcellona ci sta aspettando per una vendetta da consumare, ma noi dovremo essere ancor più combattivi del solito, per disinnescare la loro voglia di riscatto. Forse quella voglia di sovvertire quell’andamento altalenante delle gare di campionato sin qui disputate, non è ancora stato ben definito, ma sulla scia dell’entusiasmo di Champions, in quel di Reggio Emilia s’è vista nuovamente quella voglia di vincere che è ritornata ad essere la prerogativa principe di questa squadra. Premetto che per lunghi tratti della gara, non è che io mi sia divertito tanto, la squadra è apparsa molto compassata e lenta, con schemi ancora in embrione, da sviluppare, eppure diverse occasioni le abbiamo create, su tutte le due bellissime con Lautaro nel primo tempo e tranne alcune parate di piedi di Onana, non ricordo occasioni eccezionali del Sassuolo. Non capisco le lamentele del tecnico dei neroverdi, su presunti aiuti arbitrali nei nostri confronti, assurdo continuare con questo sport: meglio credere di aver subito errori arbitrali che motivare il fallimento dalla propria squadra. Tutto nella norma contro di noi tutti si ergono a protagonisti, per carità un po’ di autocritica no eh? Certo il Sassuolo si è fatto apprezzare per la corsa e il fraseggio, ma di tentativi concreti da rete non ricordo che ce ne siano stati tanti, tranne la rete di Frattesi, complice una dormita colossale della nostra retroguardia, per il resto null’altro. Come spesso accade contro di noi, Consigli sfodera sempre parate salva-risultato, come nel colpo di testa ravvicinato di Lautaro, fortunatamente nulla ha potuto sul successivo colpo di testa di Dzeko, che ha meritatamente raddoppiato. Ritengo che questa vittoria, ottenuta con tantissima voglia, possa dare ai ragazzi quella carica in più e quell’autostima giusta per intraprendere e capire che la strada giusta per ottenere dei buoni risultati è la forza del gruppo che deve essere cementata con il lavoro e l’aiuto reciproco. Sia ben chiaro, non sono certo due vittorie di seguito, (anche se potrebbero illudere) che possono essere la cosi detta panacea che cura tutti i mali, dobbiamo dimostrare nel prossimo futuro d’esser guariti e aver imboccato la strada giusta, non mi ero depresso prima né tanto meno mi esalto ora, condizione avvertita dalla maggior parte dei tifosi nerazzurri che amano questi colori, credo che solo il lavoro può essere il rimedio più giusto e consono per venirne fuori. Forse noi stiamo pagando, l’impiego in rosa, dei tanti calciatori titolari nelle diverse nazionali, impiegati nei prossimi mondiali di calcio, che stanno pensando più alle nazionali che al club. Altra considerazione appare davvero assurdo e cervellotico organizzare un mondiale di calcio nel bel mezzo dei campionati nazionali: il potere del danaro!!!! Sarà stata questa la partita della svolta? Sarà stata questa la partita che potrebbe riaccendere nei nostri calciatori quella convinzione di avere i mezzi necessari per essere una squadra superiore a tante altre? Lo sapremo alla prossima gara, che sia di Champions tanto quanto la prossima di campionato, non dobbiamo più dubitare sull’essere una squadra che ha qualità e capacità di essere superiori, solo sudando la maglia gloriosa che s’indossa, consci di aver dato tutto in campo, si riesce a sovvertire quello strano status quo che si era preso le nostre certezze e le nostre convinzioni, catturando i nostri sogni che necessariamente devono essere liberati, per ambire a traguardi che ci competono: perché noi siamo l’Inter e nulla ci è precluso, dobbiamo crederci e lottare sino alla fine!!!  …Amala!!!!

Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
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