La svolta era vincere e lo s’è fatto, specie dopo il bruttissimo derby perso, che ha modificato molte certezze in seno alla squadra, però soffrire sino alla fine per colpa nostra, per una squadra che mostra lacune evidenti, che non ha più quella fame mostrata lo scorso anno, non è affatto una nota positiva, anzi. Le nostre coronarica sono messe a dura prova, specie quando si prende una rete in contropiede, in trasferta, e per giunta quando il risultato ci vede in vantaggio per 3 a 2, è proprio da polli! Non si capisce questa inversione di tendenza negativa, sembra che la squadra abbia in seno dei corpi estranei che non girano in un meccanismo, che lo scorso anno, era quasi perfetto. Bisogna avere il coraggio di valutare al meglio chi mettere in campo, chi al momento non rende come dovrebbe, è necessario dargli un po’ di tempo per recuperare energie, chi è preposto a questo compito è il tecnico. Mi chiedo ma in allenamento segue con occhi clinico i ragazzi quando si allenano? In formazione non vanno messi giocatori solo per il semplice motivo che negli anni trascorsi hanno fatto realmente l’ago della bilancia con prestazioni maiuscole, la riconoscenza nei loro confronti è massima, ma se ora sono in difetto di condizione è giusto non metterli alla gogna mediatica, in partite dove risultano davvero corpi estranei, dove arrancano palesemente, ne va della loro autostima, cambiare non vuol dire necessariamente bocciare. È sotto gli occhi di tutti che la nostra manovra è lenta e macchinosa, non c’è più quella velocità nel gioco, cosa che è sempre stata una nostra peculiarità, per inciso quest’anno s’è vista pochissime volte, oramai tutte le squadre che c’incontrano l’hanno capito, quindi il nostro gioco diventa più che mai prevedibile. Si sapeva che riconfermarsi l’anno successivo è davvero difficile e quanto mai complicato, ma ritengo che sia giusto dare il legittimo valore a quello che si è conquistato lo scorso anno, allo stato attuale non c’è da essere contenti dell’approccio che abbiamo avuto in campionato, non siamo l’Inter che abbiamo imparato ad amare, commettiamo errori grossolani dovuti a scarsa concentrazione che vanno a sfociare in occasioni da rete, per fortuna molto poche, che si trasformano in reti che vanno a premiare più la nostra incapacità di organizzazione, che i meriti altrui. Per carità quando scioriniamo del bel gioco, visto a sprazzi, creiamo tantissimo, nella fattispecie a Udine, nel primo tempo, abbiamo creato ben cinque nitide palle da goal, realizzando solo due reti. Appare davvero un’inezia rispetto a quello che ha prodotto un gioco, tal volta fatto con criterio, azionando i quinti di centrocampo senza che vi sia il costante, nell’ultimo periodo, imbottigliamento a centrocampo. Tutto ciò denota la nostra continua incapacità di chiudere anzitempo le gare, con risultati che ci stanno davvero stretti, certo anche lo scorso anno avevamo questa condizione, questo è vero, ma lo scorso anno aveva quella fame di risultati che hanno caratterizzato il nostro cammino che poi è divenuto, alla fine, trionfale. Il ritardo in classifica, rispetto allo scorso anno, è abissale, ribadisco non bisogna fare i confronti tra le due annate, ne va della nostra autostima, però un po’ di esami di coscienza bisogna avere il coraggio di farseli, e approntare un impegno serio e opportuno, per fare un’inversione di tendenza che ci dia sicurezza innanzitutto, e poi il tutto verrà da sé. Per carità siamo solo alla sesta di campionato e abbiamo imparato a conoscere che siamo sempre sulla graticola mediatica dei giornalai che non vedono l’ora di darci il “de profundis”, è più che mai logico per lo smisurato “amore” che nutrono nei nostri confronti, però se ci mettiamo anche del nostro, dando gli assist a questi farlocchi giocolieri della carta stampata, allora è davvero la fine. Ci vuole la giusta coerenza, perché dopo tutto i campioni d’Italia siamo noi e tutto è sancito dallo scudetto che abbiamo sul petto, che deve rimane trionfo d’orgoglio, abbiamo l’obbligo di lottare, come sappiamo, sino alla fine per negare l’opportunità a coloro che tentano di strapparcelo. Una nota positiva va sottolineata: Lautaro s’è sbloccato è questo non può essere che un nostro vantaggio, ma tutta la squadra devo tornare a lottare e giocare coesi e uniti verso l’unico traguardo possibile: la vittoria! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Chi è causa del suo mal pianga sé stesso, quest’affermazione deriva dall’ammissione in conferenza stampa del nostro mister: già caro Simone Inzaghi la gara è stata figlia di una situazione davvero cervellotica in cui non hai compreso realmente la possibilità di far male ai cuginastri. Fanno ancora più male le dichiarazioni di un Fonseca, che hai fatto divenire come il più scaltro conoscitore di calcio e grande condottiero, affermando che la sua squadra ha sempre giocato con quel modulo speculare di un quattro – due – quattro, allora sorge il dubbio, Inzaghi non ha realmente capito come avrebbe potuto far del male ai rivali? Secondo me no. Io non mi voglio ergere a sapientone e gran conoscitore del gioco del calcio, ma bastava spingere sui quinti e mettere in difficoltà gli avversari, invece lui vedendo l’inferiorità a centrocampo degli avversari, ha preferito spingere per vie centrali. Condizione questa del tutto errata, perché il Milan si copriva facendo scalare le pseudo punte a turno, con Morata che s’era incollato a Calhanoglu e Ambraham che spesso ripiegava, lasciando così scoperte le fasce dopo si poteva e si doveva spingere di più. Tant’è che le poche volte che s’è provveduto con questo modulo, sono arrivati i pericoli per la difesa avversaria da cui è nata anche la rete. Il calcio non è una scienza esatta, questo è vero, ma talvolta bisogna avere gli occhi e la giusta lucidità per leggere, tra le righe, le difficoltà avversarie. Si sono palesate delle difficoltà enormi in questo derby che poteva essere il consolidamento di una stagione che poteva ripartire alla grande, invece abbiamo dato convinzione a una squadra in difficoltà, sarebbe bastato giocare con raziocinio dando loro quel colpo di grazia che sarebbe stato nelle nostre corde. Vedendo la gara di ieri sera, mi è tornato in mento il derby di due anni fa, dove dei nostri marchiani errori hanno rinvigorito i rossoneri sino alla conquista dello scudetto. Purtroppo come ci capita spesso, subentra quella mancanza di lucidità in seno alla nostra squadra, per errori di gioco e a volte d’impostazioni dalla panchina, che ci rendono davvero vulnerabili, senza una spiegazione logica, perché forse la motivazione sta nella errata lettura della gara? Certo in campo vanno i giocatori, ma il diktat che proviene da chi guida la squadra, deve avere la possibilità di cambiare l’esito di una gara, con un comportamento e un orientamento camaleontico, consono a cambiare in un breve lasso di tempo modulo e corrispondenti azioni, quello che purtroppo non s’è visto ieri sera. La rovinosa caduta nel derby, spero non porti contraccolpi, non solo per il risultato negativo, ma in un gioco dove s’è reso palese l’imborghesimento di una soluzione calcistica fin troppo osannata dai media, da tutti coloro che hanno definito, sin dall’inizio di stagione che la squadra da battere era l’Inter, vuoi per una super rosa, vuoi dalla capacità di un tecnico capace di far giocare bene la squadra. Per carità queste condizioni si sono verificate lo scorso anno, abbiamo goduto di un gioco spumeggiante con innumerevoli azioni da rete, ma non ieri sera. Siamo stati annichiliti dagli avversari, specie nel secondo tempo la squadra è apparsa svogliata con un gioco lento e macchinoso, spesso alla mercé avversaria, tant’è che per fortuna Sommer non è capitolato nelle quattro nitide occasioni create dagli avversari, e noi? Poca roba solo da rimarcare una girata di Lautaro e il resto un elettrocardiogramma piatto. Abbiamo messo in campo tutto ciò che si doveva evitare, giocando per soli quarantacinque minuti, nel primo tempo, dove oltre alla rete di Dimarco, ci sono state altre occasioni, su tutte la spettacolare parata di Maignan su tiro di Thuram. Poca roba se si vuole vincere una gara, può andare bene se giochi contro il Monza, ma non contro chi ha fame di rinascere e farti male, specie dopo ben sei derby persi malamente, in considerazione che ne hai vinto uno in casa loro che ha sancito la vittoria dello scudetto e la seconda stella. Il Milan ha meritato alla grande questo derby, hanno avuto più fame e voglia di sovvertire il loro nefasto status quo, noi invece parafrasando una frase di Rocky III, non abbiamo avuto “gli occhi della tigre”, molto molli senza nerbo con una superiorità a centrocampo che non s’è proprio vista. Tutti erano pronti a decretare il “de profundis” a un Milan che stava arrancando sin qui, ci potevamo e ci dovevamo provare perché comunque abbiamo una rosa e un gioco consolidato, che s’è sciolto come neve al sole in una serata di fine settembre. Complice anche una situazione che già aveva compromesso la gara contro il Monza, con sostituzioni fuori da ogni opportuna logica, questa squadra non può prescindere da Bastoni (tant’è che la rete della vittoria milanista è avvenuta, da un cross in cui s’è gettato a capo fitto il difensore rossonero marcato da un Frattesi più basso di svariati centimetri), nè tanto meno di Calhanoglu e Barella, non si può cambiare tutto il centrocampo come un colpo di spugna, ci vuole ben altro: secondo me. Le statistiche ci dicono che siamo con sette punti in meno rispetto allo scorso anno, certo queste considerazioni lasciano il tempo che trovano, però questo campionato ci sta dando il leitmotiv che sarà realmente dura riconfermarsi, se poi in cinque gare porti a casa solo due vittorie e giocando non al meglio delle tue possibilità, allora sì che è impossibile. Ultima annotazione, ma non è che tutti gli elogi che sono spiovuti dal cielo, specie nella gara di Manchester, ci hanno fatto credere che siamo diventati dei super campioni? Ecco che la dura realtà invece ci ha fatto capire che non tutto piove dal cielo per grazia ricevuta, dobbiamo lavorare ancora maggiormente su quelle basi che ieri sono parse di sabbia, disintegrate alla prima difficoltà. E’ vero che s’è persa una battaglia, fondamentale per la propria autostima, ma la guerra è ancora aperta e tutta da definire. Crediamoci invertendo questo trend negativo in campionato, specie nelle ultime due gare. …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Al Brianteo, in una serata di metà settembre, s’è consumato un mezzo passo falso dell’Inter, forse oserei dire intero, se il signor Pairetto non avesse fischiato un fallo, netto per carità, a favore dei brianzoli che avevano, sui piedi di Pessina la possibilità di vincere la gara, tutto solo dinanzi a Sommer, non concedendo un vantaggio che avrebbe potuto porre la fine su un match giocato davvero male dai ragazzi. Tal volta bisogna fare buon viso a cattiva sorte e guardare il bicchiere assolutamente mezzo pieno, per come s’è sviluppata la gara, certo il punticino non cambia la nostra sorte, per carità ma il morale ne risente, in vista del gravoso impegno all’orizzonte in quel di Manchester, nella nuova formula di Champions. L’impegno di campionato sulla carta non sembrava di quelli proibitivi, però sono gare da prendere con il giusto piglio, non si può lasciare campo a chi si difende e poi riparte, dovevamo essere molto più veloci e sfruttare al meglio quelle occasioni che abbiamo creato: è nelle nostre corde lo sappiamo tutti, purtroppo ciò non s’è verificato. Il motivo di questa gara al di sotto delle nostre possibilità e delle aspettative riposte dai noi tifosi? Nei commenti Inzaghi non traspare alcun mea culpa, per la formazione messa in campo, ovviamente si tiene stretta la reazione dei ragazzi, senza fare alcun accenno a un turnover che probabilmente non ha avuto senso, anzi con il senno di poi, abbiamo capito che questa squadra non ha due giocatori in ogni ruolo, come si vuol far credere, per il semplice motivo che non si può prescindere ai vari Bastoni, Acerbi, Barella e Calhanoglu, sperando che il Signore ci preservi sempre e comunque Lautaro e Thuram, altrimenti con gli altri due di scorta, non si cava il cosiddetto ragno dal buco. Ritengo comunque che Inzaghi si sia fatto condizionare da più parti nei commenti dei vari giornalai, che avendo una rosa così ampia, abbia dovuto fare necessariamente un rimpasto che alla luce del risultato finale non ha portato i frutti sperati. Non possiamo attaccarci alla considerazione che in altre circostanze le due conclusioni di Lautaro, nel primo tempo avrebbero meritato più fortuna, forse lo scorso anno sarebbero finite in rete, ma quest’anno non è così. Per questo motivo bisogna lavorare molto di più, cercando di tirare fuori il meglio da ognuno, ma per carità caro Inzaghi la prossima volta questi turnover dovrebbero essere fatti con più raziocinio, senza presupporre la propria onnipotenza, ma cercando di fare entrare, con la dovuta pazienza e minutaggio, tutti i ragazzi a disposizione in maniera graduata, senza schernirli e fargli prestare il fianco, con prestazioni al di sotto delle loro possibilità, a giudizi lesivi dei vari giornalai, che non attendono altro. Noi vorrei, ultima analisi, che Inzaghi si sia fatto prendere dalla smania di dimostrare che possiede un parco giocatori intercambiabili tra loro, ciò che non è affatto vero, alla luce di quanto dimostrato, abbiamo degli ottimi rincalzi in una formazione titolare di primissimo piano. È nel suo dna talvolta voler dimostrare tutto a ogni costo, lui sta consolidando sempre più di possedere un ottimo pedigree, è un allenatore quotato, ma deve essere realista che tali esperimenti non vanno fatti quando ci sono dei punti in palio, importanti, anche se siamo solo alla quarta di campionato, ma che danno tantissima autostima in quell’unica considerazione che vincere aiuta a vincere! Ora ci troviamo difronte a una settima alquanto tosta e decisiva: mercoledì ci toccherà andare in Inghilterra e incontrare il Manchester City e poi il derby, la madre di tutte le gare, con i cuginastri che vorrebbero sovvertire l’esito delle malcapitate stracittadine passate, in cui negli ultimi sette incontri hanno preso schiaffi a destra e a manca. Dipende tutto da noi, se giochiamo da Inter possiamo superare gli ostacoli che si prospettano in questa settimana, ma in caso contrario, e questo davvero non me lo auguro, dovremo fare un grandissimo mea culpa. Comunque credo in uno smisurato amor proprio dei ragazzi, che ci metteranno tutto quello che hanno in queste gare, perché bisogna ripartire e gare come queste ti danno lo stimolo giusto, per continuare a credere in quel lavoro che puntualmente si fa alla Pinetina: forza ragazzi siamo sempre con voi, dateci una piccola prova che sarà la stessa cosa per voi, perché l’Inter viene prima di ogni cosa!!! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Ieri sera avevo gli occhi che mi luccicavano dalla bellezza di alcune giocate: davvero fantastiche. Oltre all’essere tal volta leziosi fino all’inverosimile, appare oramai evidente che tutto ciò è insito in questi ragazzi, ho notato la voglia di divertirsi e divertire il pubblico presente sugli spalti. Con questa sono ben sei le lezioni di calcio date al forlocco presuntuoso di “Gasperino” che proprio non riesce a essere simpatico con le sue estemporanee uscite fuori luogo, mai un complimento agli avversari, non è che poi noi ci tenessimo per carità, ma riconoscere il merito e la superiorità per una vittoria più che mai lecita e lampante, tal volta si può anche esternare. Secondo me è un modo come un altro per farsi un bagno d’umiltà, smettere di sputare nel piatto dove si è mangiato lautamente, finirla di rosicare e levarsi di dosso i panni cosiddetti “radical chic” spocchiosi, di chi vorrebbe ma non può perché è un misero “omuncolo” di provincia. Dovrebbe fare un corso mirato di come s’agisce nelle grandi squadre, ma non credo lo possa accettare poiché la sua presunzione ed egocentrismo smisurato ha costruito il personaggio che è: insignificante. Sicuramente tirerà fuori la situazione economica dell’Inter, da provetto economista, ma non considera che la “sua” società, e non mi riferisco a quella bergamasca, ho fatto una campagna acquisti faraonica spendendo il lungo e largo, facendo incetta di contratti milionari e di plusvalenza fittizie, a proposito ci sono ricascati, tutto è rimasto vano com’era nel loro dna, su questo argomento non una parola, caro “Gasperino”? Sei proprio minuscolo, coltiva il tuo orticello e non disquisire su ciò che fanno gli altri, in special modo in Milano, parte nerazzurra, considera solo il tempo che fai perdere alle persone del tuo entourage che sono costretti ad aspettarti per tanto tempo per darti modo di raccattare tutti i palloni finiti nella tua rete: dovrebbe farti pensare! Capitolo chiuso con questo personaggio davvero insulso, era una spina che dovevo togliermi, mi sarebbe però piaciuto che qualcuno in conferenza stampa, ma conoscendo i giornalai accorsi nessuno lo avrebbe messo difronte al fatto compiuto, per l’unica considerazione è che a Milano, come dicono a Roma: nun ce trippa pe gatti!!! Della gara c’è poco da dire, superiorità imbarazzante dei ragazzi, con i primi quindici minuti dove gli orobici non c’hanno capito granché, giocate spettacolari e azioni tambureggianti hanno portato a un doppio vantaggio quando non si era neanche al dodicesimo. Il resto direbbe in questi casi Califano è noia, macché è calcio spettacolo, per una mezz’ora abbondante i ragazzi hanno annichilito gli avversari con giocate fantastiche, certo l’ultimo quarto d’ora hanno un po’ rallentato, ma è stato giusto così. Però la condizione iniziale s’è rivista anche nella ripresa. Pronti via ecco che i ragazzi nel giro di una decina di minuti o poco più, hanno messo in chiaro le cose con altre due reti, figlie della voglia di asfaltare i bergamaschi e di fatti s’è rivista la superiorità iniziale che oramai è palese in ogni dove, al momento. Certo il mezzo passo falso di Genova al momento ci fa rincorrere, ma ritengo che ha indotto nei ragazzi la facoltà di capire che l’unico spauracchio per loro è rappresentato da loro stessi, giocando così non ce n’è per nessuno. Ieri sera tutti i ragazzi hanno giocato al meglio delle loro possibilità, dimostrando, se ancora ce ne fosse bisogno, che quando stanno bene, sono un rullo compressore, pronti a schiacciare l’avversario di turno e di questo dobbiamo farne tesoro per le potenzialità che ha questa squadra. Purtroppo ora dobbiamo fermarsi, c’è la pausa per le nazionali, non ci voleva perché si ritornerà alla Pinetina a ridosso della gara contro il Monza, speriamo che non accada nulla ai ragazzi impegnati nello loro nazionali e che i vari CT tengano conto che non si possono far giocare sempre chi deve fare delle trasvolate oceaniche, il caso di Lautaro che sta acquistando la forma, dopo lo stop precauzionale. A proposito del “puntero” argentino ieri non mi è affatto dispiaciuto, s’è mosso bene al servizio della squadra e se poi con un po’ di fortuna realizzava quella rete al volo su passaggio calibrato di Dimarco, credo che lo stadio sarebbe venuto giù, come si dice in gergo, ma oramai sappiamo che su Lautaro possiamo contare. Ora lasciatemi porre l’accento su due giocatori che anche ieri hanno fatto la differenza: Barella, spettacolare la sua rete del raddoppio, pistone di centrocampo instancabile e poi cosa dire di Marcus Thuram? Non ci sono aggettivi, si vede che gioca con gioia è amato dai compagni e li ripaga con la stessa moneta, anche ieri sera in un certo senso ha fatto tutto lui, ha propiziato l’autorete del vantaggio e poi? Ha sancito la sua fantastica prestazione con due reti da puro opportunista, da centravanti di razza, con un Thuram in queste condizioni possiamo affrontare qualunque avversario. Ora pausa e ricarichiamo le pile noi tifosi, per essere pronti tra quindici giorni con la speranza di poterci divertire ancora con questi ragazzi, che hanno di tutto per poterlo fare. Noi siamo l’Inter, il resto non conta! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Ecco si ritorna a casa, il benvenuto ai ragazzi è stato siglato da oltre settantamila tifosi, assiepati sugli spalti, che avevano tanta voglia di nerazzurro. La squadra complice ancora un gran caldo, ha cercato di sciorinare un bel gioco, e devo dire in tutta sincerità a lunghi tratti ci è riuscita, al cospetto di un bel Lecce che ha fatto la sua onesta partita, ma credo di più non potesse fare con poche iniziative e tanto contenimento. Inzaghi ha preparato diciamo bene la squadra con una formazione titolare che ha rasentato quella ufficiale, l’unica defezione importante è stata quella del capitano: il bomber Lautaro Martinez, fermo ai box per un risentimento muscolare che non pregiudica il prossimo impegno contro gli orobici venerdì sera. La gara ha avuto il solito refrain creiamo tanto ma concretizziamo molto meno, credo sia ancora un po’ di pesantezza dovuta ai carichi di lavoro, ritengo però che quando sarà smaltita con assieme quella mancanza di velocità e lucidità, ne vedremo delle belle anche perché ritengo, senza l’ombra di essere smentito, che la nostra squadra è molto più forte dello scorso anno. Tutto è stato inanellato perfettamente secondo quanto prestabilito, abbiamo due giocatori per ruolo che potrei definire titolari entrambi a prescindere. A centrocampo tanti ruoli sono ben coperti e non abbiamo paura di eventuali infortuni o squalifiche, ovviamente facendo tutti i debiti scongiuri, ci sono giocatori validissimi come d’altronde sia in difesa con il nuovo acquisto il gigante Palacios, un ragazzo poco più che ventenne di grandissime prospettive future. L’unico ruolo scoperto potrebbe sembrare l’attacco, ma è solo un’ipotesi perché la voglia di Arnautovic s’è vista come quarta punta, e poi con un Thuram così è tutto dire. Sono certo che con il ritorno di Lautaro e con Taremi che riuscirà a ritagliarsi il giusto spazio, problemi in fasi realizzativa non dovremmo avercene. Veniamo alla gara, non c’è molto da dire. La voglia dei ragazzi di aggredire la partita s’è vista sin dagli albori, di giocate spettacolari ce ne sono state tante, l’unico appunto che gli muoverei sono i troppo svolazzi e tocchetti al limite, cosa che anche lo scorso anno ci sono stati, per carità, ma secondo me è tempo di essere più concreti, lasciamo ad altri l’eccentricismo, meglio andare sul sodo, non fa certo male l’essere sempre sul pezzo, come si suol dire. Poi dallo scorso anno c’è la situazione relativa alle cinque sostituzioni che sono una manna per livellare i presunti mugugni in panca, con questa nuova caratteristica ci sarà spezio per tutti, per lo meno per uno spezzone che male non fa! La gara ci ha altresì detto che possiamo contare su giocatori che stanno diventando, sempre più con il passare del tempo, ancora più determinanti: il mio pensiero è rivolto a Matteo Darmian, che si fa trovare sempre pronto quando è chiamato in causa: è come il vino più invecchia e più è corposo, da clonare. Detto di uno straordinario Thuram che anche se non ha inciso direttamente il suo l’ha fatto eccome. Altra nota positiva è la “sentenza Calhanoglu” che non sbaglia un rigore da oltre quattro anni, con lui sul dischetto tutto viene normalizzato e lo score cambia immediatamente. Mi viene da sorridere leggendo i titoloni del giornale più sconcio del panorama giornalistico, quel giornale che non comprerei mai, che a mio modesto parere non è buono manco ad avvolgere il pesce, mi riferisco al giornale torinese Tuttosport, che di sportivo non ha nulla è solo odiosamente fazioso, che ha definito generoso il rigore concesso a nostro favore. Dico a queste persone che anche a Rugby il placcaggio viene considerato fallo, quindi fatevene una ragione, la squadra da battere siamo sempre noi. Ultima considerazione il banco di prova prima della sosta è l’incontro contro gli orobici del nostro “amico Gasperino”, che non lesina mai attacchi nei nostri confronti, ma deve sapere lui come tanti altri, che lo status quo del momento è questo, noi godiamo e gli altri… soffrono! Alla ripresa dovremo essere quanto mai concentrati e determinati, affronteremo due squadre del feudo berlusconiano, ritengo che non possiamo avere timore di due squadre che stanno stentando e che hanno un gioco prevedibile e quanto mai farlocco, ne vedremo delle belle, intanto concentrazione sulla gara di venerdì, ci sarà poi tempo per pensare a loro. Mi dispiace solo delle altre trasvolate oceaniche a cui sarà sottoposto lo stuolo di giocatori nerazzurri, tra tutti il capitano che dovrà sottoporsi a impegni gravosi e ritornare a Milano a ridosso della gara contro il Monza. Importante è il recupero di energie e forze, per dare tutto con la fascia al braccio. Forza ragazzi siamo sempre al vostro fianco! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.