Parafrasando un brano degli anni sessanta del casco d’oro nazionale, quella Caterina Caselli che invocava una ragione di vita, ebbene possiamo con realismo affermare: non sempre si può vincere! Aggiungo che talvolta bisogna accontentarsi, dopo tutto quella andata in scena a Bergamo è stata una partita in cui le due squadre non hanno lesinato l’intenzione di vincere, una gara che non ha avuto un padrone, combattuta sino al termine che avrebbe potuto, con un po’ di fortuna far prevalere un team sull’altro. In conferenza stampa come al solito, Gasperini ha perso un’altra occasione per tacere e tenere a freno quell’astio che nutre nei confronti della nostra società. Deve comprendere che se è stato cacciato in malo modo, la ragione va ricercata da ambedue le parti in causa, ma è assurdo affermare che ieri sera l’Atalanta avrebbe meritato di vincere. Queste sono sue supposizioni, anche perché noi abbiamo di che lamentarci per il semplice motivo che le nostre migliori occasioni sono capitate a giocatori spuntati, poi capirete il perché di queste mie motivazioni. Caro Gasperini se i migliori in campo sono stati i portieri qualcosa vorrà dire oppure no? Quindi un po’ di sano realismo e sportività, innanzitutto, in casi come questi è d’uopo e avresti fatto più bella figura senza cercare di alimentare sempre più, quell’avversione che hai nei nostri confronti, cercando di sminuire la nostra gara. Tutto sommato i ragazzi hanno disputato una gara discreta, creando, come al solito, tante occasioni che sono rimaste nel limbo, e purtroppo capitate a giocatori che attualmente non hanno la cattiveria giusta per esorcizzare quella porta che per loro diviene sempre più piccina. Dopo la giusta sbornia di emozioni dovute alla vittoria di Supercoppa all’ultimo istante, credo che ogni tifoso nerazzurro non avrebbe atteso altro per sbattere sul muso, agli odiati avversari, quel trofeo che credevano si potessero aggiudicare. Forse noi siamo stati leggerini, non sfruttando le tante occasioni che ci siamo costruiti, trascinando una gara dominata sino all’epilogo dei supplementari. Credo che comunque nei muscoli dei ragazzi si sia fatto sentire quell’acido lattico prodotto dallo sforzo immane per aver ragione di una squadra, quella torinese, che mi è parsa ben lontana parente di quella degli anni scorsi. La cosa importante è stata quella di rimpinguare la nostra bacheca con un altro “titulo” come avrebbe detto il buon Mou, e poi sottrarlo ai torinesi non c’è gioia maggiore, davvero è impagabile, senza alcun paragone. L’unica nota stonata nei due match ravvicinati sono stati alcuni giocatori che secondo me al momento non stanno vivendo un periodo esaltante. In primis Dzeko, da lui si pretende sempre il massimo perché possiede qualità, ma attualmente non vede mai la porta, anche ieri sera avrebbe potuto far gonfiare la rete (Auriemma docet) almeno in un paio di circostanze di testa, per non parlare l’occasione tirata alle stelle di destro. Allo stato attuale questo Dzeko non dà l’apporto sperato. Quindi possiamo discutere sullo stato di convinzione puramente sul suo stato di forma e sulla capacità di dare una svolta alle gare di un leone in gabbia che ieri è sembrato un semplice “micetto”, già il mio caro Sanchez quando si fanno certe affermazioni, bisogna confutarle con dati di fatto oggettivi e ieri sera non c’eri per niente, tant’è che nei primissimi venti minuti e oltre non ne hai azzeccata una. Il tuo furore agonistico, espresso magnificamente nella gara di Supercoppa, ieri sera è rimasto in gabbia. Se poi, sempre riavvolgendo il nostro della gara di ieri sera, le altre migliori occasioni sono capitate sui piedi di un giocatore che, per carità si fa trovare sempre pronto partendo dalla panchina, ma da titolare non ha dato il giusto apporto, almeno una rete era nelle sue corde e poteva concretizzarla. Per carità non è giusto addossare tutte le colpe a D’Ambrosio, il suo mestiere è fare il difensore, il mea culpa avrebbero dovuto farlo ben altri giocatori. Piccola riflessione, l’Inter non ha segnato dopo ben trentanove gare dove aveva trovato almeno una rete, si è poi dovuta arrendere al pareggio dopo ben otto vittorie, steccando la nona, non essendo certo Beetoven. Ora i cugini hanno la possibilità di tornare in vetta, ma questo non deve per niente preoccuparci, consci che abbiamo da recuperare una gara e che mentre noi domenica giocheremo contro il Venezia, loro faranno visita al squadra torinese e poi c’è sempre il derby settimana successiva che dirà molto sul prosieguo del campionato, anche se allo stato attuale nulla è compromesso, mancano tantissime gare, poi dal canto nostro dovremo sempre dare il massimo, coerenti che non si possono fare altri passi falsi e lottare sempre per raggiungere la vittoria. Noi siamo l’Inter, pensiamo solo a far bene noi senza preoccuparci minimante degli altri! …Amala!!!!
La premessa è d’obbligo quando si formalizza un titolo del genere. Appare semplice dare il titolo ad un articolo che porta a compimento un’ennesima vittoria, non di certo esaltante ma di rendimento, che comunque ha prodotto uno score importante di azioni, con statistiche e numeri a dir poco impressionanti, che dando il senso di quello che hanno fatto i ragazzi e fanno capire l’andamento della gara. Un possesso palla senza pari con una percentuale altissima oltre il sessanta per cento, con tiri in porta undici a cinque a nostro favore di cui ben sei nello specchio, una rete annullata dal Var per un fuorigioco di un’unghia, ma ci sta con la nuova tecnologia. Mi fermo qui nel discernere altre statistiche. Nel primo tempo abbiamo regalato ingenuamente la rete del pareggio ai capitolini, un infortunio che non si deve vedere nei campi di serie A. Vorrei sottolineare che quello è stato il primo tiro in porta, mentre il secondo di Pedro, poco dopo, era tutto al più un cross verso il centro area, tutto qui il gioco d’attacco della Lazio, che ha visto bene di difendersi prima di offendere. Mentre i ragazzi oltre alla bellissima rete di Bastoni ha prodotto altre belle e nitide occasioni da rete annientate dalla buona sorte del portiere ospite ancor prima della sua bravura. Eppure nonostante tutto si rientrava negli spogliatoi con un risultato di un pareggio che ci stava davvero stretto. Nella ripresa la Lazio ha provato qualcosa di più, ma occasioni dare vere è proprie non ve ne sono state, tranne un liscio clamoroso di Sergej appostato nella nostra area piccola. I ragazzi hanno invece spinto con generosità creando altre occasioni, come i due tiri in porta di Dumfries e Perisic nella stessa azione. Infine la bellissima rete di Skriniar su un cross perfetto e ben dosato di Bastoni, consacrato giocatore duttile a tutto campo, sempre più l’anima di questa squadra. Piccola considerazione quando il nostro atomico attacco stecca, ci pensano i difensori a portare a casa il risultato. Stecca per modo di dire, Lautaro avrebbe meritato ben più di una rete, ma dalla sua purtroppo c’è stata la sfortuna di aver trovato il vigile arbitro del var ad annullare una rete bellissima e poi la fortuna del portiere laziale sulla semi-volee su cross di Dumfries. Alla fine tutto è bene ciò che finisce bene, hai ragazzi non si può rimproverare nulla, se non l’assenza di quell’essere cinici che continua a mancare in parti salienti della gara, poiché quando si ha l’opportunità di ammazzarla non bisogna essere molli, concretizzando al meglio le opportunità che si creano, senza dare adito agli avversari di credere di poter aggiustare una gara che altrimenti non avrebbe avuto storia. Piccola considerazione, dopo la gara ho visto un po’ di tv, in special modo il programma Mediaset su Italia uno, ho spento dopo pochi minuti quando un giornalista, presunto tifoso laziale, ha detto che i bianco-celesti avevano fatto una gara perfetta e che avrebbero sicuramente meritato il pari. Sarà ma la sportività non è di questo mondo, oppure mi chiedo forse io ho visto una gara diversa? Ma non si rendono conto queste persone le castronerie che dicono, perché non connettono il cervello prima di aprire bocca? In studio c’era il giornalista nerazzurro Biasin non so se ha poi replicato a quella sua uscita davvero infelice, spero l’abbia fatto, perché altrimenti davvero il calcio può essere considerato uno sport dove si parla a vanvera e si dice il tutto al contrario di tutto anche se ognuno può trarre le proprie conclusioni fuorché non abbia gli occhi foderati di prosciutto, presumo che questo cristiano gli abbia avuti ieri sera. Ultima considerazione sull’operato dell’arbitro di ieri sera che mi è sembrato alquanto disattento. Spiego l’arcano. In primis non ha fatto battere un angolo ai nostri perché a suo dire il tempo era scaduto, mentre a fine gara invece ha fatto tirare comunque l’angolo alla Lazio a tempo scaduto, se avrebbe fatto la rete del pareggio in quell’occasione secondo me sarebbe venuto giù San Siro. Primo errore di mancanza di equità. Secondo episodio, per me davvero importante. Il rosso al laziale Zaccagni, poi convertito in giallo. Bene quell’intervento da killer su Barella avrebbe meritato ben oltre il giallo, ma nella stessa azione, Pairetto ha perso i lumi della ragione non considerando che l’altro killer Radu, dapprima ha fatto un fallo abbastanza plateale e scoordinato su Lautaro, non contento ha commesso nel corso della stessa azione un altro fallo durissimo su Dumfries. Caro signor arbitro si legga bene il regolamento, Radu ha commesso due gravi falli nella stessa azione, qui non c’è come al supermercato il due per uno, se vi sono due falli passibili di giallo vanno dati e il signorotto colpevole sarebbe dovuto andare a fare la doccia, nel calcio non è prevista la compensazione. Questo il giornalista laziale non l’ha detto, doveva essere più onesto dicendo che la Lazio è stata fortunata ad uscire dal campo con la sconfitta di misura, perché le risultanze potevano portare ad altro punteggio. Ora testa a mercoledì, in palio c’è il primo trofeo della stagione, non dobbiamo ripetere gli stessi errori commessi in campionato lasciando spazio ai torinesi, bisogna affondare i colpi ridimensionando questa squadra che crede di poter dire ancora la sua. Dobbiamo solo giocare come sappiamo usando la testa e acquisire quell’essere cinici che da troppo tempo si chiede a questa squadra. Forza ragazzi alziamolo questo trofeo, perché noi siamo l’Inter e il resto non c’interessa!!! …Amala!!!!
Con la non facile vittoria contro il Torino, si è conclusa di fatti la prima parte del campionato, nella maniera migliore possibile anche contro la più rosea previsione. Tutti ci davano per affossati ad agosto, mentre oggi elogi a non finire. Quelle defezioni, anzi quelle partenze spauracchio, avrebbero potuto causare nell’ego nerazzurro un trauma non indifferente, ma nessuno ha fatto i conti invece nella forza di una rosa che si è stretta intorno ad un tecnico davvero qualificato, che ha come tutti le sue pecche, ma è altresì vero che ha tantissimi pregi, il primo: saper dialogare con i suoi ragazzi e mettersi a disposizione con la priorità massima, quella dell’insieme e non il singolo. Dote questa, da non sottovalutare, se si vogliono raggiungere determinati traguardi. La testimonianza che fa fede più di ogni altra considerazione è la qualità del gioco sinora prodotto, che per quasi tutto il girone d’andata è stato davvero impressionante. Si pensi che i punti messi in carniere sono stati addirittura più dello scorso campionato, a differenza sono cinque in più e la posizione in classifica è addirittura migliorata sapendo com’è andata a finire la stagione scorsa, c’è solo da sorridere e incrociare le dita, per scongiurare gli strali lanciati dagli altri club. Di certo quella giocata contro i granata non è stata una delle migliori gare, ma la considerazione al termine è stata estremamente positiva, vuoi per l’ennesimo clean sheet che per la settima vittoria consecutiva. Sono record che lasciano il tempo che trovano, non portano al nulla solo una menzione che non riempie la bacheca sia personale che del club, ma aumenta quell’autostima che ti fa affrontare il prosieguo del campionato con la massima serenità e consapevolezza di essere una squadra che possiede un ottimo collettivo. Certo verranno periodi meno brillanti, spero il più tardo possibile, in ottica di un gennaio e febbraio che ci farà disputare tante gare in un breve lasso di tempo. Tra impegni di campionato, in pratica incontreremo le migliori squadre del torneo nelle prime giornate, poi la coppa Italia contro l’Empoli in gara secca e anche la supercoppa alla stessa stregua contro i bianconeri torinesi, in pratica si giocherà ogni tre giorni, un tour de force che avrà il suo apice nello scontro di Champions contro il Liverpool. Questa sarà il banco di prova per una rosa che avrà bisogno di una certezza, nell’avvicendare i vari giocatori nelle gare più opportune, forse con qualche innesto in attacco e a centrocampo non sarebbe male, confidando altresì nella buona sorte che tenga lontano dai nostri ragazzi ogni sortilegio negativo. Come di consueto ogni fine d’anno si traggono le somme di quelle che sono le risultanze del campionato, per noi a conti fatti è più che positivo, nell’undici migliore del campionato, stilato da Opta ci sono ben tre giocatori nerazzurri: Handanovic, Brozovic e Calhanoglu, gratificazione che estenderei a tutta la rosa. Non ci resta che attendere la ripresa del campionato, che ci vedrà opposti al Bologna nel lunch-match dell’epifania e poi la domenica contro la Lazio in casa, chi ben riprende… Ultima considerazione a mio nome personale e del club che rappresento, vorrei augurare a tutti i soci dell’Inter Club Giacinto Facchetti di Fano in particolare, estendendo quindi a tutti i tifosi amanti di questi colori un Santo e sereno Natale e che il nuovo anno ci porti tranquillità, benessere e la possibilità di tornare a gioire con i nostri beniamini, ma prima di tutto ci faccia ritornare a vivere con quella serenità d’animo che questa maledetta pandemia ci ha tolto, questo è l’auguro principale che rivolgo a noi tutti perché in conseguenza di ciò torneremo ad essere migliori, assaporando il reale senso della vita: Auguri!!!
È apparso tutto semplice per questa Inter che esprime sul campo un gioco davvero entusiasmante che delizia vista e palato degli amanti di questo fantastico gioco. Erroneamente si poteva cadere nella tentazione di considerare che lo scontro capo e coda era già destinato sulla carta, ma ciò si verifica solo quando la si è giocata la gara, diciamo a posteriori, tant’è che i campani hanno fatto delle ripartenze niente male e su di una di queste è stato bravo il nostro Samir a neutralizzare quell’occasione. Per il resto non si è corso alcun pericolo anzi, il risultato per le occasioni prodotte è stato fin troppo striminzito. Questa squadra, quando pigia l’acceleratore, sembra un rullo compressore, anche ieri sera è andata a segno con ben cinque giocatori diversi, complice la coralità di un gioco davvero spumeggiante e propositivo, come in occasione del secondo e terzo goal, con passaggi di prima alla ricerca del compagno meglio posizionato per la conclusione naturale della trama pallonara sin lì creata. Non vorrei ripetermi, ma sono azioni che vanno fatte vedere agli allievi delle scuole calcio. La cosa che mi piace di questa squadra, credo che gli amanti di questi colori converranno con me, è la capacità di compattarsi e rientrare al momento in cui si perde palla, cercando la strada più concreta e il modo di recuperarla con il pressing, di più uomini, sul portatore avversario, cercando il modo di ribaltare ogni azione sconveniente. Si nota, per questo si deve attribuire il gran merito al nostro tecnico, che la squadra non gioca in questo modo sublime solo da qualche gara anzi, è dall’inizio che sciorina un gioco che vale il prezzo del biglietto, e se il alcune gare non si è raccolto quanto prodotto è solo per la nostra incapacità di chiudere le gare, tanto per citarne alcune: Atalanta, derby e contro i bianconeri torinesi. Altra nota positiva che mi piace rimarcare è il gioco di squadra finalizzato al massimo risultato possibile, tant’è che attaccano in tanti e ripiegano allo stesso modo. Nelle palle così dette ferme, calci d’angolo o punizioni, i nostri ragazzi invadono l’area avversaria in tanti, non solo con attaccanti e centrocampisti, salgono con i meglio definiti quinti anche i difensori, in area arrivano a turno Bastoni, Skriniar (ieri assente) de Vriy, questo non fa altro che aumentare quella qualità che risiede nel nostro fantastico collettivo. Un ottimo gruppo, si nota subito il divertimento che provano giocando insieme, e nel contempo fanno divertire gli spettatori sugli spalti che tal volta rimangono estasiati dalle fantastiche giocate che vengono compiute sul rettangolo verde. Io a memoria non ricordo una squadra nerazzurra, che ha mai espresso un gioco simile, mi sbaglierò forse ma questa squadra, secondo me è la migliore in assoluto. Commetterò un’eresia se dico che forse è migliore della squadra che ha vinto lo scudetto così detto dei record di epoca “trappattoniana”, oppure quella del mitico Jose, capace di vincere tutto ciò che era possibile vincere. Certo Inzaghi non ha ancora vinto nulla, è palese, ma diamogli tempo con le sue idee di gioco secondo me, e non straparlo in preda a chissà quale forma di vena oppiacea, se lo definisco addirittura migliore allo strapagato Conte, che vince ma tante volte non convince. Inzaghi ha la sua teoria molto incline allo spettacolo e al divertimento innanzitutto, perché se si lavora tantissimo divertendosi, non pesa minimamente, anzi produce l’effetto inverso, i giocatori si allenano con entusiasmo mettendo in pratica, al meglio, i dettami del tecnico. Avanti così ora l’ultima gara del girone d’andata per il titolo di campione d’inverno alla nostra portata, i ragazzi hanno già stabilito un piccolo record, hanno segnato nell’arco dell’anno solare la bellezza di 103 reti e incenerendo anche il totale dei punti registrati nello scorso girone d’andata. L’Inter di Conte s’era attestata nel secondo gradino della graduatoria a quota 41 punti, con Inzaghi sinora siamo primi con 43 punti, con la possibilità di incrementare ancora il bottino con l’ultima gara casalinga contro il Torino. Se due indizi fanno una prova, io sto con Inzaghi e con questo fantastico gruppo, perché nulla ci è precluso: anzi! …Amala!!!!
Signore e Signori accomodatevi, prendete in fretta posto, sta per iniziare L’inno alla gioia, una sonata di primissima qualità: dirige l’orchestra perfetta, il maestro Simone Inzaghi! Ebbene si quella squadra vista in campo ieri sera ha le movenze e gli automatismi della perfezione, ogni uomo sa quello che deve fare, quasi parafrasando l’orchestra perfetta, ogni strumento non compie mai l’assolo determinante, ma si concilia perfettamente con gli altri strumenti, e la musica che crea è un insieme di estasi agli occhi e il suono che ne scaturisce e la gioia alle orecchie. San Siro è in piedi in fine all’estesi finale, tributando i dovuti omaggi agli artefici di questo bellissimo successo, chapeau per tutti, un’altra vittoria è stata messa in carniere raggiungendo quella vetta che solo un mese fa pareva lontanissima e proibitiva. Io non credo di aver visto sinora giocare l’Inter così bene, in un modo armonico e perfetto, i ragazzi spingono davvero sul fatidico acceleratore, rinchiudendo gli avversari nella loro metà campo e con forza creano una molteplicità di occasione davvero impressionanti. In tutta franchezza posso affermare che se per gli isolani non c’era in porta un ragazzo eccezionale di nome Cragno, chissà quanti fatidici set, che definiscono il punteggio del tennis, ci sarebbero voluti per definire il risultato finale. I ragazzi hanno una marcia davvero impressionante, la cosa che fa piacere agli occhi è vederla giocare un autentico rullo compressore, mi ripeto, se questa squadra dovesse diventare ancora più cinica e realizzare almeno la metà di ciò che crea, ogni gara avrebbe come inizio minimo due a zero per noi. Ovviamente ciò non potrebbe essere realistico mi rendo conto dell’idiozia, ma era un termine di paragone che non è sempre conseguenziale con le occasioni prodotte con le reti segnate. Come di consueto vorrei soffermarmi su alcuni giocatori, due in particolare, e non sono sempre i soliti cioè anche se lo meriterebbero in pieno non voglio parlare di un Barella superlativo come di Brozovic. Vorrei soffermarmi su due esterni. L’olandese che pare stia facendo vedere il suo reale valore, anche ieri sera è stato sin da subito parte integrante della squadra, facendosi trovare pronto al momento giusto al punto giusto: promessa! Poi di quel Bastoni che davvero a volte sembra impressionante nelle sue progressioni, come nella parte centrale del secondo tempo di ieri sera, per esempio, in area avversaria, sembrava tutt’altro che un difensore nei suoi dribbling, il nostro un piccolo grande Garrincha: impressionante! Ma ieri sera tutta la squadra è da elogiare, ognuno ben oltre la sufficienza. Lasciatemi in parte condividere il pensiero che tempo fa ha esternato il tecnico Guidolin che ne ha saggiato le potenzialità allenandolo, mi riferisco a Sanchez, quel “nino maraviglia” che lui ha sempre visto come una mezza punta e che ora sta facendo vedere davvero quello che è capace in quel ruolo. E poi ne vogliamo parlare del presunto “bidone” che i cuginastri avevano creduto di rifilarci, io un Calhanoglu in questi termini lo terrei per sempre, anzi la società ha dovuta dargli solo l’ingaggio, ce ne fossero sempre di acquisti come questo, il merito va condiviso con il direttore Marotta e i suoi collaboratori che sanno come operare nelle sedi opportune del calcio mercato: essenziali! Questa felicità la voglio condividere con chi come me ama questi colori, perché vedere giocare l’Inter in questi termini ti allieta l’animo e ti rende orgoglioso di questi ragazzi. Certo sinora non abbiamo vinto ancora nulla, ma in questi termini nulla ci è precluso forza ragazzi il nostro sostegno nei vostri non mancherà mai, perché l’Inter si ama a prescindere! …Amala!!!!