L’inedito turno di campionato del venerdì, ci opponeva alla Fiorentina nel suo stadio, e dopo l’amara sconfitta nella semi-finale di andata di coppa Italia, ci si aspettava una prova di carattere che in un certo senso c’è stata perché, si è vista almeno per 45 minuti o poco più, la vera Inter. Ma facciamo un passo indietro, ritornando allo sciagurato martedì ci coppa. La gara ha mostrato ancora una volta di come l’Inter riesce a fare autolesionismo al cospetto dei campioni d’Italia in carica, che non hanno dovuto impegnarsi, in modo esasperato, con azioni manovrate e senza fornire le tante e paventate occasioni da rete come ci si aspettava, ferita nell’orgoglio e speranzosa di una rivincita per quella sconfitta rimediata in campionato, anzi tranne una sola parata di Handanovic, il portiere più impegnato è stato Buffon. Abbiamo fatto tutto noi, con lo scellerato strattone di Young ad un Cuadrado che non aspettava altro per esibire le sue doti migliori: la sceneggiata. Certo l’inglese ha reiterato lo strattone e il rigore c’era tutto, ma non riesco a comprendere l’amnesia di Handanovic che è uscito dalla sua area, benché Bastoni, con un cenno eloquente della mano, gli abbia indicato di restare nella sua area, ma oramai la frittata era stata fatta e Ronaldo non gli era parso di vero di insaccare il generoso regalo ricevuto dalla retroguardia nerazzurra. La cosa però che mi fa specie, mi riferisco a quei giornalai di RaiSport che hanno osannato i torinesi con un gioco spettacolare e la fantastica doppietta del portoghese, forse io allora ho guardato un’altra gara, perché tutto questo divario in campo, non l’ho per niente visto. E non parlo da tifoso interista, perché se c’era una squadra che avrebbe dovuto portare a casa la vittoria era senza ombra di dubbio l’Inter, invece l’undici meneghino deve fare l’ennesimo mea culpa per le tante occasioni create e per quei regali consegnati all’odiato team torinese, che hanno fatto sì che vincessero una gara con mezzo tiro in porta. Dopo queste precisazioni che secondo me erano dovute, veniamo al racconto della gara di ieri sera. Primo tempo disputato con un ritmo alquanto blando, quasi in surplace, ma senza tralasciare il senso stesso della gara, in quanto era primario ottenere la vittoria. Sin dall’inizio l’intraprendenza di Barella è apparsa palese, e dopo le schermaglie iniziali e un intervento prodigioso del portiere viola ecco che il buon Nicolò ha eseguito un perfetto tiro a giro che ha finito la sua corsa lì dove il portiere non ci sarebbe potuto arrivare. Menzione speciale per il giocatore sardo, che in ogni gara è sempre tra i migliori, corre e si danna l’anima per quattro, sempre sul pezzo davvero vale il prezzo pagato del cartellino, e vista l’età non può che migliorare ma già così è un piacere guardarlo giocare. La gara tutto sommato era nelle nostre mani, e dopo uno spavento, con un prodigioso doppio intervento di Samir il primo tempo si concludeva, con la consapevolezza che nella ripresa si sarebbe visto ancora tanto calcio. In effetti l’Inter ha pigiato sull’acceleratore, confezionando diverse occasioni che hanno messo in evidenza le qualità del portiere gigliato che nulla ha potuto sull’azione, che ha rimpinguato il punteggio, nel caso del raddoppio. Dopo un primo tempo senza infamia e senza lode, ecco che sono esplose le qualità di Hakimi divenuto l’incubo del suo dirimpettaio fiorentino. Ma non solo, si è rivista una certa vivacità di Perisic e non certo esclusivamente per la rete, peraltro facile, da spingere solo nel sacco quel delizioso cioccolatino confezionato dal marocchino, ma tutta la squadra è entrata in campo consapevole di quei tre punti necessari per la nostra classifica, non sarà nulla per carità, ma per ben due giorni saremo in vetta della classifica, da soli scavalcando i cugini, confidando magari in un loro mezzo passo falso, in casa con il fanalino Crotone. Comunque i presupposti messi in campo dai ragazzi hanno dato quella consapevolezza che, giocando a calcio tutti uniti verso un unico obiettivo, lo si raggiunge in sicurezza. Bisogna ripartire da questi basilari concetti se si vuole compiere l’ardua impresa, abbiamo visto che i torinesi non sono imbattibili basta non fare altri regali, la testa deve essere a pieno regime senza alcun vuoto di memoria e fare tesoro degli errori commessi, per non ripeterli. Non ci sono scusanti né appelli se vogliamo raggiungere uno dei nostri ultimi obiettivi, la finale di coppa Italia. In cuor mio, da tifoso nerazzurro, vedendo i ragazzi giocare come sanno, ho acquisito delle certezze che vanno al di là della semplice fede calcistica, non dobbiamo scendere in campo molli, bisogna gettare il cuore oltre l’ostacolo bianconero, questa è una finale e noi la vogliamo vincere: forza ragazzi siamo con voi, dateci questa soddisfazione! ..Amala!!!!
Dopo il vittorioso derby e il conseguente passaggio alle semi-finali di coppa Italia che ha scaturito un clamore mediatico assurdo per la querelle verbale, con insulti reciproci e pesanti, tra due personcine che non si lasciano passare la mosca al naso, siamo costretti a non pensarci e voltando pagina, ci rituffiamo nel campionato. Un’ultima analisi di quanto avvenuto nella stracittadina va fatto, secondo il mio modesto parere l’Inter ha vinto una gara con grande merito anche perché si trovava sotto di una rete in maniera del tutto ingiusta visto le occasioni create, e se poi lo spocchioso Ibra ancora una volta, con il suo comportamento, si è dimostrato più un danno che un vantaggio per la sua squadra, non ci resta che prenderne menzione e affermare: chi è causa del suo male pianga sé stesso, ritorni in terra nel ruolo che più gli compete. Dopo questa dovuta precisazione, partiamo con il racconto di questo sabato di fine gennaio che sancisce l’inizio del girone di ritorno. Era d’obbligo rispondere alle vittorie ottenute da Milan e Juve nel pomeriggio, facendo sfoggio di una ritrovata vigoria per far meglio comprendere il ruolo che vogliamo esercitare anche in quest’ultimo stralcio di campionato. Al nostro cospetto si presenta la matricola Benevento, una squadra pimpante e ben allenata da Pippo Inzaghi, ma ieri sera non ha fatto la partita che sperava, credeva di potersela giocare contro i nostri ragazzi affamati oltremodo e pronti ad incamerare i tre punti in palio. La gara è stata preparata con cura, certo ci sono stati dei fisiologici cambi, complice anche la vicina gara, della prima semi-finale di coppa Italia con i torinesi. Ben sei cambi previsti dal tecnico per far rifiatare i titolarissimi, ma devo altresì sottolineare che chi è sceso in campo non ha per nulla sfigurato, anzi. Innanzitutto la gara nel suo puro svolgimento, per la semplicità di manovra, per le numerose occasioni create, alla fine è sembrata come un vero e proprio allenamento, si sono visti schemi e dialoghi davvero interessanti tra chi è sceso in campo. Tutto semplice, si parte con un’autorete e poi nella ripresa si è dilagato, certo complice è stata la leggera retroguardia sannita, ma alla fine sugli scudi un Lautaro che speriamo si sia sbloccato e quel Lukaku che ancora una volta si è dimostrato letale se gli si lascia spazio. Stando così il lettore potrebbe credere che tutto sia stato estremamente facile, in alcune fasi della gara lo è stato, ma di certo il Benevento non è stato remissivo tutt’altro, ha cercato di ripartire in contropiede, ma ha dovuto scontrarsi contro la retroguardia nerazzurra che ha ben contenuto, sul nascere, le loro presunte trame offensive, tant’è che il nostro Samir non ha dovuto compiere alcuna parata degna di nota, risultante alla fine spettatore non pagante della gara. L’occhio ovviamente è caduto sulla prestazione, in particolare, di due nostri giocatori. Nella fattispecie mi fa piacere sottolineare l’attaccamento alla maglia di un Andrea Ranocchia che quando viene chiamato in causa si fa trovare sempre pronto, e anche ieri lo è stato. Gli si può imputare un contatto veniale che avrebbe potuto causare un rigore, fortunatamente il Var ha dimostrato che l’intervento sul giocatore campano è avvenuto inizialmente fuori area, per il resto è stato attento e in questo momento può essere utile a far tirare il fiato agli altri compagni di reparto. Lo stesso Var che non ha definito che ci poteva essere un rigore per noi più solare, di fatti il contatto su Lautaro, direttamente sulla sua caviglia, è avvenuto sulla riga che stante al regolamento del gioco del calcio fa parte dell’area di rigore, e se sancisci un calcio di punizione diretto è palese che conseguentemente è rigore tutta la vita. Ma questa disamina la lasciamo ai detrattori dei nostri colori che hanno asserito di un’Inter aiutata, se questi sono gli aiuti noi ne facciamo volentieri a meno. Invece quello che mi ha fatto enormemente piacere l’aver visto finalmente giocare a calcio come sa ad Eriksen. S’era intravisto qualcosa nel finale della gara di coppa, principalmente nella bellissima punizione eseguita magistralmente chi ha dato il pass per le semi-finali. Ma ieri sera ha fatto sfoggio di un calcio pulito, lucido senza fronzoli e ampiamente propositivo con tocchi di prima per i compagni e con lanci precisi e ben calibrati, insomma con quelle qualità nelle giocate che si aspettavano da lui e che ha fatto vedere, e io dico: meglio tardi che mai! Sono contento perché l’Eriksen visto sinora era figlio di quello ammirato in Inghilterra, se poi questo figliol prodigo si sacrifica alla causa, può davvero essere utile sino alla fine. Confidiamo in lui per dare una risposta chiara, cercando di far rifiatare quel Marcelo Brozovic sempre impegnato sinora a cui fa difetto tal volta la lucidità e l’intestardirsi nel portare palla, nel ruolo chiave dinanzi alla difesa, il playmaker arretrato capace di far partire l’azione farcita di imprevedibilità, ma sicuramente efficace. Ora testa alla gara di martedì, partire con il piede giusto già da martedì da un significato importante, certo non sarà della gara né Lukaku e tanto meno Hakimi, dovremo fare di necessità virtù, ma visti i ragazzi lottare in queste ultime gare ci sono degli ottimi presupposti per far bene. Domani inizierà un mese di febbraio che sarà determinante per vedere di che pasta siamo fatti, di fatti abbiamo le due semi-finali della coppa nazionale, ma ci sono anche altre gare nel mezzo a Firenze, quindi in casa con la Lazio che ultimamente sta facendo bene, e poi nuovamente la madre di tutte le gare, quel derby che il Milan non vede l’ora di sovvertire a proprio piacimento, ma sarò ripetitivo l’Inter vista ultimamente mi dà garanzie, sono queste le gare giuste che possono incrementare la propria autostima, noi ci crediamo: forza ragazzi!!! …Amala!!!!