Nella patriottica Reggio Emilia, genitrice del nostro caro amato tricolore, s’è rivista una squadra che ha provato stoicamente a giocare a calcio, al cospetto di un Sassuolo che non ha potuto far altro che issare bandiera bianca. Ma bisogna rilevare che quella odierna è stata una vittoria che fa vedere un leggerissimo bagliore in fondo a quel tunnel dov’è sprofondata l’allegra armata “Contiana”. Non può questa vittoria cancellare di punto in bianco, tutte quello che è stato scelleratamente commesso in altre gare. In considerazione di quello che si è visto e di come abbiamo giocato in Europa, il rammarico è davvero immane per come abbiamo gettato alle ortiche una qualificazione che si poteva tranquillamente centrare senza alcun patema d’animo, invece è proprio in queste circostanze che affiora l’ego masochista di una squadra che ha come concezione imprescindibile, che se le cose sembrano facile noi cerchiamo di tutto per complicarcele. Mi viene da sorridere quando sento dichiarazioni di alcuni addetti ai lavori con affermano del tipo che basta vincere le prossime due gare del girone per avere il pass per la qualificazione. Tutto falso. Al momento l’unica certezza e che non potrebbero bastare due vittorie, qualora arrivassero, perché sono più che mai convinto, che nell’ultima gara tra Borussia e Real il biscotto è d’uopo. In questi casi bisogna fare ammenda e piegare il capo alle vessazioni di rito, perché l’Italia pallonara, e non solo, saranno pronti a deridere una squadra, un tecnico e una società incapace di essere razionali, lasciando per strada quei risultati che avrebbero fatto accrescere considerazioni nei confronti dei nostri colori e incamerare soldi freschi per le casse societarie, invece ora, come direbbero le persone più titolate: chi è causa del suo mal, pianga se stesso. Certo tornare alla vittoria è sempre un toccasana per chi come noi siamo emotivamente instabili, ma l’unica strada percorribile e continuare e lottare gara dopo gara, senza lasciare nulla al caso, non c’è più tempo per lagnarsi e leccarsi le ferite che gli avversari hanno prodotto nel nostro animo, ma riflettendo bene non solo gli avversari, ma da autolesionisti noi stessi l’abbiamo fatto a più riprese. Cosa dire della gara odierna? Non molto per la verità, ma c’è stata almeno la voglia di non regalare nulla agli avversari, abbiamo cercato di giocare a calcio sin dal principio e continuando per lunghi tratti della gara, non sempre con buoni risultati, ma quando l’abbiamo fatto con criterio e in velocità è stato a dir poco spettacolare, come in occasione della rete di Gagliardini. Io non sono mai stato un estimatore del nostro tecnico, vuoi per i suoi trascorsi che cozzano con la voglia nerazzurra di emergere, vuoi perché ritengo che una dimensione alla squadra va data ed il primo a dare tale impronta deve essere il tecnico e in quest’anno e mezzo di sua gestione tecnico tattica, di vera Inter c’è né stata davvero poca. Un tecnico che ha nel suo pedigree non solo un lauto stipendio, ma anche la capacità di farlo, almeno da quello che si dice in giro. Oggi mischiando un po’ le carte nello scacchiere verde, diciamo che qualcosa si è vista, ma non possiamo certo dire che ne siamo venuti fuori da quel marasma generato in questo falcidiato mese di novembre, dove sono emerse tante lacune e minato molte certezze. Solo con il lavoro si potrà venirne fuori, ma è anche vero che tutti i giocatori devono sentirsi parte integrante di un progetto, che solo con la chiarezza d’intenti, potrà rivelarsi vincente. In fondo basta che tutti i giocatori e chi fa parte del mondo nerazzurro tenga a cuore questi colori, rendendogli quell’onore di cui è degna: il popolo interista non aspetta altro, noi ritorneremo a tifare per una squadra che si merita il nostro amore in maniera incondizionata! … Amala!!!!
Dopo la lunga e ultima sosta, si prevede la ripresa degli impegni ufficiali della nazionale maggiore per Euro 2020, transitati per via della pandemia, nel prossimo mese di giugno, il campionato riprende con il consueto e solito cliché. Anche questo pomeriggio non è stato per deboli di cuore, anche se oramai per noi tifosi interisti è una costante il dover soffrire oltre il dovuto, per avere ragione di un avversario sulla carta più fragile, ma che poi all’atto pratico tutto ciò non si è verificato. Certo alla fine si può dire che la partita e i tre punti sono stati incamerati, e che la ragione l’hanno sempre i vincitori, ma non è sempre così purtroppo, chi ama questo sport vivendo anche di emozioni e di bel gioco, sa benissimo che quello che si è vissuto questo pomeriggio al Meazza non è stato quello che erano i presupposti di riscatto, considerando poi che di bel gioco manco l’ombra, almeno dalla sponda nerazzurra per una buona parte della gara. Questa vittoria dal gusto dolce-amaro, ci porta in dote l’ennesimo flop di una squadra che non ha mordente, che non riesce a fare gioco, che è lenta e fa fatica alla costruzione di manovre idonee e avvolgenti, specie quando trovi avversari concentrati, che ti chiudono tutti gli spazi. Non scopriamo nulla di eccezionale se quest’anno, quella che pareva inviolabile è risultata la difesa meno battuta dell’intero campionato scorso, ma che è divenuta purtroppo allo stato attuale, la banda del buco ed è cervellotica questa involuzione. Caro signor Conte, che hai dalla tua un carisma non indifferente, visto che se riuscito a spuntare un contratto talmente oneroso, che ti blinda alla guida, per forza di cose per altri due anni, di una squadra che non riesci a far giocare bene, abbi almeno la coerenza di ammettere che stai toppando alla grande e se non fossi avvolto da una fortuna smodata, a fine gara, se ci fosse stato il pubblico presente sugli spalti che ti avrebbero contestato sicuramente, secondo me avresti dovuto presentarti dal presidente Zhang con le dimissione perché l’alveo nerazzurro non è per te. Non ti puoi permettere di presentarti in casa, giocando solo venti/venticinque minuti, sottovalutando una gara risolutrice per l’equilibrio mentale di un gruppo di giocatori, e accettare un simile scempio del gioco del calcio. Non può sempre andarti bene e sovvertire un risultato che era ampiamente meritato dagli avversari, ogni gara ha una sua storia e questo lo dovresti sapere bene. Dalla panchina si udiva il tuo continuo vociare, urlando ai tuoi giocatori di essere veloci, ma come può essere fatto un gioco veloce quando tutto ristagna in passaggi sempre scontati? Come si può presentare in campo una squadra che ha nell’organico dei giocatori che oramai hanno fatto il loro tempo, che invadono la competenza territoriale di un compagno, creando e generando confusione mettendo in condizioni altri compagni di chiudere sugli avversari lanciati nello spazio lasciato libero. Caro signor Conte è stato acquistato, per diversi milioni, un giocatore che pareva essere quel fiore all’occhiello di un calcio mercato creato ad hoc per fare il salto di qualità tanto sperato, ma che in queste condizioni come quelle attuali rimane utopistico valorizzarlo al meglio. Forse devo essere più chiaro sicuramente, Hackimi in quelle condizioni perde moltissimo del suo potenziale se non viene lanciato negli spazi, se poi si deve anche preoccupare di un D’Ambrosio, che oggi tutto ha fatto tranne il terzo di difesa, allora vuol dire svalutare un parco giocatori che in molte società c’invidiano, per non parlare di un Eriksen oramai ai margini e che continuerà ad essere un oggetto misterioso. Poi altra constatazione è lampante a tutti tranne che a lei, Lukaku non può giocare con al suo fianco Sanchez, si pestano i piedi. Bene diversamente quando il gigante belga ha affianco Lautaro, si completano. Mentre il cileno può agire anche come trequartista, ruolo che svolge benissimo nella sua nazionale e magari può essere inserito negli spazi finali della gara, con le sue accelerazioni può essere letale per gli avversari. Ci sono diverse cose che ci deve chiarire caro mister, non può sempre presentarsi in sala stampa e dichiarare che a questa squadra manca concentrazione, ma può essere solo mancanza di concentrazione il tallone d’Achille di questa squadra? Fossi in lei mi farei un bell’esame di coscienza, con una semplice domanda: ma questi soldi che mi danno sono del tutto guadagnati? …Amala!!!!
Anche quest’ultima domenica pomeriggio non ha prodotto la gara della svolta, quella necessaria inversione di tendenza che tutto il popolo nerazzurro sta aspettando, anzi per meglio definirla quest’attesa, sta quasi bramando. Non v’è dubbio che siamo ancora, per usare un eufemismo automobilistico, una Ferrari che ha un motore di una cinquecento anni 60, con quei pistoni che faticano a far girare al meglio il motore: sarà che la benzina è priva di ottani? Signor Conte da buon meccanico deve fare un bel riassetto se vuole finire il Gran Premio, altrimenti la vedo davvero dura terminare la stagione continuando a proporsi in questo modo, vedendo sfumare uno dopo l’altro tutti i traguardi prestigiosi che sono stati posti come paletti insormontabili di una stagione di riconferma. Si vede ad occhio nudo che non siamo quella grande squadra che si vuol far credere, le grandi squadra a differenza nostra le chiudono le gare, e se le statistiche iniziali parlano chiaro, non possiamo sperare in nulla di positivo, se non reagiamo in maniera drastica e perentoria. Gli amanti snoccioleranno quei numeri che ci vedono davvero compromessi se in dieci gare ne abbiamo vinte solo tre, perse due e pareggiate quattro con un distacco dalla vetta in campionato di ben cinque punti, ma la cosa più raccapricciante che siamo ultimi nel girone di Champions League con un bottino misero di due punti. Quindi caro mister Conte, quando ti chiedono lumi sul gioco farraginoso della squadra, non puoi tirare in ballo quello che bevono gli intervistatori, devi essere innanzitutto te il primo ad essere sobrio, se le cose non vanno per il verso giusto il primo a saperlo consapevole devi essere te, non credere che tutti hanno gli occhi foderati di prosciutto o che non capiscono di calcio, per poter contraddire che la lentezza messa in campo non appartiene a quel calcio che tu vuoi proporre ma che è lontano anni luce dall’essere proposto. Se la squadra fatica, e si vede benissimo, la colpa non è di chi guarda, non di chi impreca e s’arrabbia guardando undici pupazzi in campo che fanno di continuo passaggi indietro senza nerbo e costrutto, l’artefice e il costruttore sei tu di questa squadra, hai voluto nello specifico quei giocatori e non credo che la squadra non funzioni perché la società non ti ha acquistato Kantè, sarebbe fuori da ogni logica e razionale spiegazione. Chi guadagna uno stipendio come il tuo dovrebbe essere quel fatidico trenta per cento in più per la squadra, invece sinora è stata solo una mera illusione. Quindi ultima domanda caro signor Conte, chi ha ragione in questa diatriba tra detrattori, giustificati per il gioco prodotto dalla squadra, e chi cerca di credere di poter ancora arrivare a traguardi prestigiosi? Mi viene in mente la solita frase che calza a pennello in questo frangente e cioè: ai posteri l’ardua sentenza! Certo alla fine si faranno i conti, ma al momento il conto che dobbiamo tenere ben impresso nella mente è davvero deficitario e non c’è da essere contenti. La tue dichiarazioni in conferenza stampa, caro signor Conte collimano perfettamente con quello che credo anch’io e cioè che nessuno sinora ci ha messo sotto con il gioco, non siamo stati presi, sinora, alle così dette “pallonate”, ma chi guarderà le statistiche tra qualche anno noterà che alla settima giornata e alla terza gara di Champions avevamo dei punti al di sotto del potenziale tecnico che ha disposizione e tutto il buon gioco espresso (a sprazzi aggiungo) è solo aria fritta, non importa a nessuno si guarda solo alle statistiche, quelle statistiche che l’anno eretta ad allenatore più pagato in assoluto (almeno in Italia) e che ha vinto ovunque ha diretto. Aggiungo ultima postilla, non è tutta farina del proprio sacco quando si arriva in una società che è propensa a spendere milioni su milioni, acquistando di tutto e di più e alla fine si riesce a vincere solo il campionato, non ci si può crogiolare di un successo effimero, che chiunque con quei mezzi avrebbe potuto ottenerlo, bisogna essere vincenti anche con giocatori normali che con l’esperienza di un allenatore, valido vengono costruiti e valorizzati al meglio, per essere confacenti al gioco di squadra. Un esempio su tutti il Sassuolo di De Zerbi, ovviamente senza menzionare l’Atalanta di Gasperini che ogni anno si rinnova e la sua esperienza da sempre buoni frutti. In ultimo caro signor Conte bisogna fare di necessità virtù e fare un passo indietro e non dire e credere che chi l’ascolta è un cretino e si beva tutte le sue fandonie, un po’ più di umiltà fa bene a tutti, non crede? … Amala!!!!
Se più indizi costituiscono una prova, ecco che abbiamo la certezza che la “banda del buco” è all’ordine del giorno nella Milano nerazzurra. La difesa meno perforata dello scorso campionato è oramai un ricordo, gli avversari conoscono a memoria le nostre fragilità, basta chiudersi tutto dietro la linea della palla e difendere in dieci, effettuando alla prima possibilità delle ripartenze fulminee, tanto noi non siamo in grado di contrastare al meglio azioni in velocità. La cosa che fa ancor più specie che alla prima occasione ci puniscono e se poi gli errori persistono ecco che tutto viene spianato al meglio, concedendo un raddoppio insperato per quello che la squadra avversaria ha prodotto sino a quel momento. Sono venute fuori anche ieri pomeriggio, tutte le fragilità della nostra squadra che è schiava del dover produrre per forza un bel gioco, a volte ci si riesce ma tante altre volte si deve anche essere coerenti che bisogna fare di necessità virtù e si può fare goal anche senza dover per forza andare in rete con la palla. Non serve a nulla avere un possesso sistematico della palla, in modo sterile, che innervosisce solo chi guarda la partita, non certo gli avversari che avendo impostato in quel modo la gara, chiudono tutti gli spazi giacché la nostra manovra è sempre più lenta e prevedibile. Oltre al danno procurato c’è anche la beffa delle dichiarazioni del nostro tecnico che, forse per scusarsi dello sciagurato spettacolo prodotto in campo, ha dichiarato che la squadra non segue le direttive impartite, non accelerando al meglio la manovra. Io non mi ritengo un tecnico affermato, né tanto meno guadagno 12 milioni di euro all’anno, ma capisco un po’ di calcio, notando che quando un giocatore in possesso di palla fa fatica a vedere il compagno se non si sovrappone o chi non si smarca in modo da poter ricevere la palla, tutto appare vano con un’azione frenata e lenta. Ritorno sempre nelle mie idee: il calcio per come la vedo io è fatto di tanta corsa e velocità d’azione e se questo pensiero è condiviso anche da Conte, facendone un suo dettame di gioco, come mai se in circa due anni non è riuscito ad inculcare questa sua prerogativa a chi allena? Altra domanda come può farlo con giocatori che non hanno corsa e che in campo non producono per quello che sono pagati e cioè giocare al meglio e impegnandosi? E’ presto detto, si ottengono quelle prestazioni insulse come quella di ieri, e già la settima in questo inizio e se in altre circostanze è andata bene, ieri non siamo riusciti ad avere ragione di una modesta squadra, quella parmense. Fermandosi un attimo, ecco che ritorna sempre il solito ritornello, perché in sede di calcio mercato non ha previsto l’acquisto di giocatori più consoni al suo gioco? La risposta che balza subito in mente che il mercato è opera di chi espleta tale funzione, in rosa ci sono giocatori prigionieri del proprio ingaggio e diciamola tutta che nessun club vuole. Non ha senso avere in squadra giocatori che non lottano e non hanno ambizioni simili a quelle del club e se questo che abbiamo visto sinora rappresenta il leitmotiv di questo campionato, allora cari amici tifosi nerazzurri anche quest’anno ci sarà da soffrire tremendamente. Scordiamoci posizioni di prestigio, con quest’accozzaglia di giocatori non abbiamo un futuro roseo se poi alla fine siamo Lukaku-dipendenti è presto detto. Anche giocatori che notoriamente lottavano in campo come pochi, ieri parevano smarriti, su tutti mi è dispiaciuta la prova sottotono di Barella, ingoiato nel marasma di un centrocampo involuto, come sembra davvero strana l’opaca prova di un de Vrij non altezza dei suoi standard. Non mi soffermo su altri giocatori davvero non adatti, su tutti uno danese arrivato a Milano con il pedigree da campione, ma che sinora non ha fatto vedere nulla di buono. Quanto tempo dovremo attendere per vedere il suo talento inespresso? Ai posteri l’ardua sentenza. Ritornando alla gara di ieri pomeriggio, è notorio che noi soffriamo se dobbiamo impostare il gioco, se poi abbiamo difronte una squadra chiusa a riccio in attesa, facciamo terribilmente fatica ad averne ragione. Questa volta dobbiamo fare il mea culpa per non aver vinto una gara che era alla nostra portata, vincere aiuta a vincere questo è sicuro, ma bisogna avere la forza e credere nelle proprie possibilità al di là di chi s’incontra che sia il Pizzighettone o il Real Madrid. A proposito martedì capita a fagiolo una gara la terza di Champions, nella quale non dobbiamo imporre il nostro gioco, non credo che il Real Madrid al Santiago Bernabeu si chiuda in difesa, sarà la prova del nove per testare le nostre possibilità di risalita, altrimenti sarà il buio totale! Altra nota negativa, a margine di una prova corale direi davvero negativa della squadra, al di sotto delle proprie aspettative, anche ieri un arbitraggio sciagurato, ma questo non deve essere assolutamente un alibi. … Amala!!!!
A bocce ferme e dopo la gara
del pomeriggio di sabato, viene in mente un quesito: ma siamo tornati ad essere
una squadra che è cosciente dei propri mezzi? Purtroppo è una domanda alla
quale non credo ci sia una persona che razionalmente potrebbe rispondere, forse
analizzando la gran mole di gioco prodotto che ha partorito, come di dice in
questi casi, il così detto topolino e ascoltando le dichiarazioni post gara del
tecnico ligure allora posso sbilanciarmi e affermare di sì! I ragazzi l’hanno
fortemente voluta questa vittoria, ma specie nel primo tempo, non è stato
semplice sfondare il muro eretto dai rossoblù, preoccupati per primo di non
prenderle e poi credere in ripartenze che non hanno sortito l’effetto sperato,
tant’è che Samir nel corso dei novanta minuti non ha fatto alcuna parata. Mi
viene da sorridere come può, una persona con un briciolo di raziocinio,
affrontare la conferenza stampa e dichiarare (vero Maran?) dinanzi a tutti
quelli che hanno visto la gara, che il Genoa avrebbe meritato di più. Siamo
all’eresia più completa, ma se eravamo una squadra con più attributi ci sarebbe
voluto il pallottoliere per rendere conto delle reti, forse abbiamo dovuto
penare più del solito, per aver ragione di una squadra, quella ligure, così
dimessa, questo è assolutamente vero, ma alla distanza i valori e la qualità
sono venute fuori, e noi ne abbiamo tantissima. Una prova quella di ieri che è
stata figlia di una ritrovata convinzione nei propri mezzi, come al solito non
parlo dei singoli, ma ieri mi è piaciuto Brozovic e un ritrovato Ranocchia, ma
nel complesso tutti hanno giocato come sanno e se poi valutiamo il nostro
armadio di ebano che ha chiuso il primo tempo con un cinque di stima, possiamo
altresì affermare che nel secondo ha ottenuto un bel sette più, con una media
superiore alla sufficienza. La differenza è saltata subito agli occhi quando il
nostro tecnico ha effettuato due cambi sostanziali che hanno prodotto quello
che tutti aspettavamo: la rete! Con l’inserimento di Barella e Hakimi al posto
di un’evanescente Perisic e di un Eriksen sulla via della “guarigione”, dato
che si sono viste alcune sue buone giocate, bene la spinta dei due neo entrati
ha prodotto delle ottime giocate d’insieme finalizzata alla bella rete del
nostro gigante. Certo ritengo che questa gara non è che faccia testo, siamo
sempre stati in partita con un possesso palla a volte disarmante, che a questa
squadra piace giocare la palla e dinanzi agli occhi di tutti, a volte però è
vanesia in modo verosimile, ci vuole più concretezza e credere che la gara la
si può risolvere in qualunque momento, perché ribadisco la qualità non manca.
Ultima analisi, riproponendo le frasi delle conferenza stampa pre-gara del
nostro tecnico, quell’Antonio Conte che mi trova concorde quando afferma che
sinora non c’è stata una squadra che ci ha messo sotto come qualità di gioco e
occasioni da rete, questo è assolutamente vero per questo fa ancor più rabbia l’avere
pareggiato e perso una gara in campionato, ma quella che ancora non trova una
collocazione giusta è la gara pareggiata in Champions contro un modestissimo
Borussia Monchengladbach. Come al solito ci lecchiamo le ferite, davvero
profonde, per queste gare scellerate che abbiamo disputato sinora, dobbiamo
farne tesoro per non ricadere ancora in errori evitabilissimi: forza ragazzi
siamo tutti con voi, crediamoci! …Amala!!!!