In un sabato pomeriggio s’è consumato un derby dalle connotazioni surreali, la madre di tutte le gare di calcio avrebbe dovuto avere ben altri scenari e risvolti. Certo se su di una sponda del naviglio si gioisce, sull’altra si deve fare assolutamente il mea culpa per aver giocato, in modo così scellerato, una partita così importante. Si sa, c’è un detto che non si smentisce: non tutte le ciambelle escono con il buco, questo il nostro tecnico Conte avrebbe dovuto saperlo, ma non ha messo in pratica le giuste contromosse, proponendo una squadra farcita di persone che non tengono alla maglia, che non hanno alcuna motivazione, commettendo errori così grossolani e palesi che fanno irretire chi osserva, specie chi è innamorato dei nostri colori. A volte per il bene della squadra si possono e si devono abbandonare certe idee di gioco con altre un po’ più prudenti, continuare con la difesa a tre si fa con uomini capaci, attualmente non ne aveva. E’ qui che si notato allenatori di una certa caratura quando abbandonano certi dogmi per altri più confacenti al sistema di gioco. La considerazione che salta agli occhi e l’aver rivalutato un pensionato che non vedeva l’ora di farci del male, certo lui ha dalla sua una classe innata, ma il fisico benché integro non è più di un ragazzino, tant’è che si risparmia rimanendo sempre nei pressi dell’area avversaria cercando di approfittare degli errori altrui, noi ieri sera siamo stati dei polli ad agevolargli quest’impresa. Mi chiedo ma Kolarov era così necessario acquistarlo? Cos’ha portato alla squadra di concreto? Quello visto ieri sera solo un lancio, degno di questo nome, verso Hakimi e poi: un rigore, giusto per carità, procurato per un netto fallo nei confronti dello zingaro svedese, quindi una mancata chiusura nei confronti dello stesso, dandogli il là per una rete che realisticamente anche mio nonno avrebbe fatto, ilaricamente non certo Gagliardini! Tutto ci può stare per carità, anche andare sotto di sue reti, visti i precedenti, ma non è Natale tutti i giorni, forse lo è per gli avversari che incontrano l’Inter, visti i regali che dispensiamo. La mia domanda è: ma dov’è finita la difesa meno battuta lo scorso anno? Si è dissolta come neve al sole, certo c’è l’attenuante della mancanza di pedine fondamentali, per questo si doveva prevedere l’acquisto di giocatori più giovani e con facilità di corsa e sacrificio. Ci siamo fossilizzati sull’acquisto di Kantè, che poi non è arrivato, mi chiedo ma non si poteva fare un sacrificio maggiore prendendo degli esterni utili alla causa? Fare il direttore generale vuol dire avere contezza di quello che necessita alla squadra e non acquistare, passatemi il termine non proprio appropriato e maccheronico, “at capocchiam”. Non dobbiamo avere alibi, ma constatare che le cose non vanno bene, se tutt’ora abbiamo la metà dei punti dello scorso anno e abbiamo incassato già otto reti. Anche ieri sera ci sono state delle compartecipazioni che non mi sono per niente piaciute, ma tal volta bisogna pur dirle certe cose. I ragazzi in campo hanno fatto davvero tantissimi errori, ma è altresì vero che il direttore di gara è stato in negativo l’eccellenza assoluta, avvolto da un turbinio di considerazioni mentali, frustrazioni e scarsa lucidità che non l’hanno di certo aiutato commettendo delle scelte davvero cervellotiche. Non mi riferisco alla mancata concessione del rigore a nostro favore, la cui concessione è opinabile questo è vero, ma alcune scelte incomprensibili dovute ai mancati cartellini risolutivi per far sì che si giocasse in modo più appropriato e da reali giocatori e non come picchiatori seriali, vero Kessie? Non è stato per il motivo per il quale non ha visto evidenti falli nei confronti dei nostri giocatori che fa irretire, ma con le conseguenti azioni che potevano risultare più concrete a nostro favore. Mi chiedo se tutto ciò fosse capitato ad altri club cosa poteva accadere? Sicuramente si sarebbero interrogazioni parlamentari o richieste ufficiali alla Figc, a me non piace piangermi addosso, anche perché abbiamo perso un derby, altre alla faccia, con tantissime occasioni create e come al solito non siamo riusciti a trasformare in rete. Dobbiamo smetterla di essere vanesi, ci vuole più concretezza e cinicità, prendendo in considerazione anche il tiro da fuori area. Ultima considerazione che vorrei girare al signor Conte, in questo modo non si va da nessuna parte e se lo scorso anno con la novità del suo approdo in panchina di questi tempi si veleggiava a pieno ritmo, ora è tutto diverso ci vuole più forza d’urto e con la pandemia che sta attanagliando il paese, più concretezza anche perché non si sa mai che formazione mettere in campo, ecco che tutti devono essere importanti e consapevoli del ruolo che hanno. Sarà il caso di fare basta con queste insulse prestazioni di giocatori determinanti, gli slavi non sono più al centro del progetto è un dato di fatto, bisogna quindi avere il coraggio di dirlo e prendere di conseguenza le dovute misure, senza sventolare ai quattro venti di un Perisic che gioca come dovrebbe, non è così: perché non si possono confutare le immagini che dimostrano il contrario. Il derby è una ferita profonda questo è sicuro, bisogna però avere il coraggio di voltare pagina, noi che amiamo questi colori meritiamo ben altro! ……Amala!!!!
Ho atteso di proposito
qualche ora in più, prima di cercare di mettere su questo ipotetico foglio di
carta, le sensazioni provate di una domenica post prandiale. Ebbene queste ore
erano affidate alle risultanze di un anomalo mercato estivo, che non ha
prodotto il botto finale. Conte attendeva il centrocampista che da tempo
bramava, deve accontentarsi di Vidal e di un Nainggolan rimasto, e dico che
tutto ciò non mi dispiace affatto. Forse sarebbe stato opportuno sfoltire la
rosa in esubero. I due croati sono rimasti (anche quel danese che lui non vede
di buon occhio) di questo pare essere contento il nostro tecnico, non certo i
tifosi che hanno visto il loro comportamento cervellotico in campo, svogliati e
non certi i giocatori di qualche anno fa. Gli unici che hanno fatto le valigie
dalla Pinetina, sembrano essere Joao Mario, in attesa di sbarcare a Lisbona e
Asamoah che ha rescisso il contratto, e poi? Nulla o poco più, certo è arrivato
Darmian ma quella spinta sostanziale sulla fascia è mancata, vista anche la
partenza di Candreva e la mancata riconferma di Moses. Comunque dobbiamo essere
fiduciosi per avere una rosa così ampia, con tutti le gare che si giocheranno dalla
prossima metà di ottobre, non può che giovarne, sarà tal volta necessario fare
il turn-over. Bene espletata la doverosa cronaca relativa alla conclusione del
calcio-mercato, veniamo alla gara dell’Olimpico. Questa volta il bicchiere a
fine gara è risultato davvero mezzo vuoto, per la possibilità reale di fare
bottino pieno a Roma, contro una Lazio alquanto rimaneggiata a cui non siamo
stati capaci di dare il colpo di grazia, una volta passati in vantaggio. In
sintesi siamo tornati ad essere la stessa squadra dello scorso anno, quando avevamo
nel nostro dna l’ansia da prestazione e l’incapacità di chiudere le gare. Certo
il primo tempo si è giocato discretamente, con il vantaggio ampiamente
meritato; unica sbavatura ad inizio ripresa il regalo concesso in occasione della
rete del pareggio laziale, secondo me si poteva e si doveva far meglio. Errore
in coabitazione con Perisic e Handanovic, ma c’è stata più di una possibilità
per ritornare in vantaggio che non è stata sfruttata bene, come per quel tiro di
Lukaku che è uscito di poco al lato e poi lo sfortunato palo di Brozovic. Certo
non è stato un tiro diretto in porta del croato, ma una deviazione che con un po’
di fortuna poteva sortire migliore sorte e finire in fondo al sacco. Come le
ultime gare di campionato dello scorso anno si è rivisto quel gioco
altalenante, a volte irresistibile a volte meno, direi quasi cervellotico nel
suo insieme, senza costrutto. La giornata veniva poi completata da un
arbitraggio del tutto inadeguato, specie nella parte finale, dove il sig. Guida
autore di una direzione senza alcuna sbavatura, per gran parte della gara, forse
con qualche peccato veniale che ci può stare per carità, ma che non
pregiudicava nulla sino a quel momento e poi: il patatrac! Ritengo, per quel
poco di esperienza arbitrale che mi ritrovo nel mio passato di direttore di
gara, che quando ci si convince di dover fare opera di compensazione, allora
realmente non ci si rende conto che allora si sbaglia il doppio. Nell’espulsione
di Immobile, per carità a mio modesto parere giusta, per la reazione, forse ha
ritenuto che era esagerata e non gli pareva vero di fare la stessa cosa nei
confronti di un Sensi che ha solo cercato di allontanare il difensore della
Lazio che lo stava ostacolando per la rimessa in gioco, dal fallo laterale. In
questo caso la spinta davvero leggera, ma per come è crollato a terra il
laziale pareva colpito da uno strale di una forza innaturale, lì forse sarebbe
stato il caso di valutare al meglio l’azione dal Var, che avrebbe di fatti
consigliato il sig. Guida di ammonire il difensore per un comportamento
palesemente anti-sportivo. Invece niente e iniziamo con le recriminazioni, ma
noi dobbiamo essere superiori e farci un grandissimo mea culpa per i due punti
lasciati per strada. Nulla è compromesso per carità siamo agli inizi ma come
recita quel proverbio: chi ben comincia è a metà dell’opera. Dobbiamo fare
tesoro di questi errori per non ripeterli, anche perché dopo le gare delle
nazionali, riprenderemo il campionato con la gara madre di tutte le gare, quel
derby che può elevarti alla massima potenza a quell’apoteosi dei forti, ma è
altresì vero che può farti sprofondare agli inferi degli sbeffeggiamenti
cittadini, anche perché solo con la vittoria si potrò continuare a dire, ai
quattro venti: Milano siamo noi! … Amala!!!!
Risulta davvero difficile
commentare una vittoria come quella del pomeriggio, una manita che non trova al
momento alcun punto debole, se non altro in alcune lacune difensive che stanno
divenendo una costante di questo inizio di campionato. Ai più potrebbe non convincere
quest’atto di forza, visto la squadra che avevamo di fronte, ma tutto può
riassumersi in due punti cruciali. Per primo: quella campana era una squadra
che ha fatto man bassa del campionato di cadetteria, lo scorso anno, vinto con
notevole vantaggio accumulato sulle inseguitrici, poi punto secondo: nella
scorsa giornata è stata capace di espugnare il Ferraris di Genova, sovvertendo
un risultato, contro la Sampdoria, che la vedeva sotto di due reti: quindi non
proprio una squadra scarsa! Ma come di consueto quello che pensano e dicono gli
altri a me non interessa, come d’altronde a tutti gli amanti di questi colori,
abbiamo ammirato una squadra che quando vuole sa sciorinare dell’ottimo calcio
e mettere in pratica il possesso palla, non sterile come ci accadeva tempo fa,
ma finalizzato ad andare a rete. Se poi metti in pratica quello che sai, con
queste trame di gioco tutto risulta più semplice. Se dopo appena una manciata
di secondi vai in rete, questo ha l’unica spiegazione che la nostra squadra ha
quella propensione giusta dedicata esclusivamente alla vittoria, se poi non
arriva allora non dobbiamo recriminare alcun che se si è fatti il possibile per
ottenerla. In queste prime giornate, diverse tra loro, s’è intravisto il
carattere di questa squadra che non molla, vedi con la Fiorentina, e non si
culla, continuando a giocare (vedi Benevento), come se si fosse a reti inviolate.
Forse per quest’ultima caratteristica bisogna non avere cali di tensione, con
errori come quello scellerato rinvio di Samir, spettatore non pagante di una
gara senza particolari patemi, ma che ha raccattato due palloni in fondo alla
sua rete. Certo verranno impegni sempre più proibitivi a partire di quello
domenicale a Roma contro la Lazio, dove l’Atalanta ha passeggiato agevolmente
con una quaterna che vale tantissimo per gli orobici, entrati oramai a pieno
merito nell’élite del calcio internazionale. Sappiamo che non tutte le gare
sono uguali, per questo motivo bisogna avere la giusta motivazione per
interpretarle al meglio, sono certo che con questi ragazzotti sicuramente
lotteranno per fare in modo che tutto ciò avvenga. Finalmente abbiamo visto di
che pasta è fatto il marocchino Hakimi, davvero un bel giocatore, autore di due
assist e una rete, cosa volere di più dal ragazzo? Nulla che continui a fare
ciò di cui è capace, e lo fa ottimamente viste le premesse. A volte mi sono
stropicciato gli occhi per le bellissime trame di gioco costruite dalla squadra,
spero solo che siano una costante delle nostre gare, perché solo in questo modo
possiamo davvero divertirci e non avere nessuna preclusione per gli obiettivi
stagionali che sono molteplici. Mi fa molto piacere aver rivisto in campo un
giocatore come Sensi, davvero indispensabile, certo non ha disputato una delle
sue più belle gare questo è vero, ma pian piano tornerà ad essere quel
giocatore che abbiamo conosciuto per lunghi tratti agli inizi della stagione
scorsa. Tutti i ragazzi sono andati ben oltre il loro standard e con la
possibilità di fare ben cinque cambi per gara, e con una rosa fantastica come
la nostra, abbiamo la possibilità di fare davvero bene. Forza così ragazzi
siete il nostro orgoglio e se il buongiorno si vede dal mattino… Amala!!!!
Con la seconda giornata è
iniziato, ufficialmente il nostro campionato di serie A, recupereremo la prima giornata
in quel di Benevento mercoledì prossimo, e le premesse almeno per i primi
sessantacinque minuti non sono stati per niente forieri di gioia, anzi! Fortuna
poi tutto è tornato sui giusti canoni che avevamo preventivato, ma…quanta
sofferenza! Parafrasando una pubblicità in voga tanti anni fa, con uno spot che
era rimasto impresso nella mente di tantissimi italiani per una caramella gelè;
bene partendo proprio da questo, mi viene in mente un ritornello che potrebbe fare
pressappoco così: vedo una squadra che mi piace tanto, ma che mi fa impazzir
molto di più… di più: amala pazza Inter amala! Cosa si può aggiungere?
Null’altro è nel nostro dna vivere di queste emozioni che a volte si
trasformano in frustrazioni, tanto siamo sempre noi quelli che diventiamo una
squadra di terza categoria in alcuni frangenti, vgs. il primo goal viola, ma
poi quando ci rendiamo conto di quello che stiamo combinando in campo, ecco che
avviene la folgorazione: giochiamo da vera squadra e sovvertiamo ogni cosa! Ci
vorrebbe un ottimo psicologo in grado di dipanare quest’annosa matassa, se poi
anche Conte ripropone giocatori davvero senza stimoli, allora la quadratura del
cerchio è fatta. Fortunatamente ha dalla sua, oltre al talismano D’Ambrosio, la
propria consapevolezza di correggere in corsa gli eventuali errori, con ben
cinque cambi è riuscito a ribaltare un risultato che potrebbe apparire ai più, esagerato,
ma in tale contesto si può aggiungere: del tutto meritato per i viola. La
Fiorentina è stata capace di essere letale in alcune ripartenze fantastiche,
contropiedi sortiti da un “ragazzino francese”, aggiungerei ultra trent’enne,
per essere precisi 37, capace di giocate fantastiche che hanno entusiasmato quel
poco pubblico presente sugli spalti, con tantissimi applausi alla sua uscita
dal campo. La cosa che più fa in…cavolare è che non si spiega come la difesa,
quella meno battuta lo scorso anno sia stata capace di prendere in meno di 65
minuti la bellezza di tre reti. Certo non prendendo in considerazione la prima,
figlia di un’indecisione di tutto il reparto arretrato, ma la seconda e la
terza, frutto di una geometria viola a cui non si è trovato il giusto rimedio.
L’alibi del nostro tecnico potrebbe essere stato l’assenza del centrale
olandese, de Vrij non si regala di certo a nessuno, ma la cosa che mi viene in
mente e che vorrei chiedere agli addetti ai lavori nerazzurri, è il caso di
aver smantellato la difesa con la cessione di Godin, e le quasi cessioni di
Ranocchia e Skriniar, senza aver trovato i degni sostituti? Il calcio mercato è
ancora lungo, per carità, ma non dobbiamo farci trovare impreparati pagando lo
scotto, per una programmazione ancora una volta, non del tutto pianificata? Gli
interventi vanno farti in funzione di quel gioco che il tecnico vuole adottare
in campo e bisogna dargli gli uomini giusti, certo in un’annata come quella che
ci apprestiamo a vivere, sarà difficile completare l’organico in tempi brevi,
ma la “squadra” che avrebbe dovuto agire sul fronte acquisti/cessioni
sicuramente ha avuto la lista dei desideri e degli esuberi da parte del tecnico
e in virtù di ciò doveva prontamente agire. Comunque diamo il tempo necessario
a che tutto si compi, siamo fiduciosi nel loro operato. Ultima nota, mi
permetto di dare un consiglio al nostro tecnico Conte: per cortesia Brozovic e
Perisic, giusto per citarne alcuni, li tenga buoni per la panchina, e magari
farli entrare a partita in corso, in rosa abbiamo di meglio: a buon intenditor… Amala!!!!
Epilogo più amaro non ci poteva essere, purtroppo è capitato e
dobbiamo farcene ahimè, una ragione. Dopo tutto, nessuno avrebbe potuto
immaginare quanto si è rivelato nel corso di questa stagione, che verrà
ricordata per alcuni eventi che l’hanno contraddistinta. Certo preoccupa la
situazione sanitaria, questo è fuori di dubbio, tutte le altre cose sono futili
dinanzi a seri problemi di salute causati alla collettività, per una pandemia
che non cessa di mietere vittime. Tutto passa in secondo piano, tutto è di
contorno anche se in questa insolita stagione calcistica potevamo, nonostante
tutte le vicende che ci hanno visti protagonisti, essere presenti negli annali
con il nostro nome ben impresso con un trofeo che poteva fare bella esposizione
in una bacheca non che aspetta altro che essere rinverdita, già poiché sono
passati circa dieci anni dall’ultimo trofeo. Nessuno avrebbe puntato un solo
centesimo, qualche tempo fa, parliamo di luglio non di molti mesi fa,
sull’acquisizione di qualche “titulo”, come avrebbe detto il nostro compianto
Josè. Difatti ci siamo ripresi con forza e coerenza quella posizione in
classifica del campionato di serie A, che più ci competeva, terminandolo in
crescendo con delle bellissime vittorie e poi abbiamo reso onore a quell’Italia
calcistica, tanto bistrattata in campo europeo, arrivando ad una finale
inaspettata, resa ancora più amara dal comportamento spagnolo, da un arbitraggio
a dir poco inadeguato, condito da una serie di nostri errori che non trovano
scusanti: in finale devi essere cinico e raddoppiare gli sforzi per cercare di
portare a casa il trofeo a qualunque costo, senza cadere nelle trappole angosciose
delle pantomime create ad hoc dagli spagnoli, atte a causare solo una palese
perdita di tempo. Al termine di tutto si tirano le somme, si vedono e
analizzano i pro ed i contro di una stagione calcistica. Siamo arrivati al secondo
posto in classifica ad un solo punto della vincitrice del campionato, questo
deve essere il punto di partenza su cui costruire il futuro, in coppa Italia
abbiamo concesso molto spazio ad un Napoli che poi ha vinto il trofeo, cosa che
potevano, con il senno di poi conquistare agevolmente noi. Gli errori commessi
poi in Champions deve essere metabolizzati per non essere poi commessi
successivamente. In fine in Europa League, ritengo che con più astuzia potevamo
portarla a casa dopo una cavalcata esaltante, surclassando gli avversari di
turno, in serie, per poi crollare proprio sul più bello, in maniera così mesta,
dove l’artefice principe poteva portarci in vantaggio e annichilire poi gli
avversari, invece tutti sappiamo com’è andata. Non voglio per questo gettare la
croce addosso al nostro gigante, al nostro armadio di ebano, quel Romelu che comunque
in questa strana annata ha realizzato ben 34 reti, di più cosa deve fare un
bomber? Ora la nota dolente. Rimango ancora basito dalle ultime esternazioni
del nostro tecnico Antonio Conte. Che sia un personaggio sanguigno questo è
noto, ma rilasciare in conferenza stampa simili dichiarazioni danno la conferma
che sarà legittimato il suo addio alla panchina nerazzurra. Noi tifosi e
sportivi in genere non sappiamo il tenore e il sapore delle sue ultime
dichiarazioni, ma sono certo che sono state così palesi e dirette, che se non
si trova un punto d’incontro con la società, il suo addio sarà irreversibile. Credo
che lui abbia preparato quelle frasi da pronunciare in conferenza stampa, con
tale enfasi che le avrebbe dette anche ad acquisizione del trofeo, spero di
sbagliarmi ma credo sia cosa certa. Dispiace ora che abbiamo imparato ad apprezzare
il suo lavoro tanto maniacale, anche se la perfezione non appartiene a nessuno,
lui perlomeno ci stava provando avendo creando un gruppo di buoni giocatori che
stavano diventando sempre più una squadra, non dico formidabile o grandissima,
ma con il tempo lo sarebbe potuto diventare, sotto la sua guida. E ora tutto è
stato rimesso nelle mani della società, Conte ha chiesto un paio di giorni per
isolarsi in famiglia, pensando al suo futuro, poi comunicherà la sua decisione
nell’incontro che si terrà a Milano in sede, nell’appuntamento già fissato.
Spero che tutto vada per il meglio anche perché il suo impegno preso per
portare l’Inter a grandi livelli era stato programmato in un termine temporale
di tre anni e se dopo il primo anno tutto è stato messo in discussione, deve
essere successo realmente qualcosa d’irreparabile. La sua richiesta è di una
società presente che tuteli il suo lavoro, l’Inter deve farsi sentire nelle
sedi competenti, non possiamo permetterci il lusso di perdere credibilità per
colpa di persone che non fanno il bene di questi colori. Ci vuole chiarezza innanzitutto
con una seria programmazione fatto con il tecnico, lasciando quel margine che
chiede per farlo lavorare al meglio, l’approssimazione non porta da nessuna
parte in special modo per chi vuole crescere e tornare a rinverdire i fasti che
furono, non ventenni or sono ma solamente dieci anni fa. Noi tifosi ci speriamo
e continueremo a sostenervi, perché la cosa che a noi conta e l’Inter su ogni
altra cosa! …Amala!!!!