Una mediocrità… disarmante!!!
Oramai è una constatazione che sta divenendo sempre più calzante nel nostro essere squadra, non siamo più capaci di vincere una partita. Nelle ultime sei gare di campionato abbiamo racimolato il misero bottino di quattro punticini, neanche Oronzo Canà con la Longobarda avrebbe saputo far peggio ma bando a queste mere considerazioni, sta di fatto che di quella squadra che di riffa o di raffa imperversava inanellando risultati e perché no anche del bel gioco, conquistando anche il vertice della classifica, se ne sono perse le tracce. La mediocrità si è potuta rivedere in campo al cospetto di una Roma, che in modo non trascendentale stava facendo bottino pieno in quella Milano nerazzurra divenuta terra di conquista per chiunque. Si è palesata sul terreno di gioco una manovra davvero irritante e approssimativa senza un reale costrutto, certo che è assurdo ma giocando in quel modo a dir poco orrendo, con un po’ di convinzione in più, si poteva pure vincere, è questo che fa diventare più cervellotico il comportamento in campo dei ragazzi. Io non ho mai creduto che si potesse vincere il campionato, ma finire miseramente le gare in questo modo, credendo che un punticino al cospetto di una squadra che non ha impegnato seriamente nemmeno una volta il nostro portiere, potesse essere ragione di orgoglio, questo no… non ci sto! Credevo che la sosta potesse dare nuova linfa a quei giocatori che ultimamente erano apparsi sottotono, invece tutto è stato il contrario di tutto, la forma della squadra ne ha risentito, la corsa non è mai stata fluida e gli errori madornali che si commettevano prima, sono ritornati a essere puntualmente protagonisti in campo (vero Santon?). Secondo un mio modesto parere qui ci troviamo difronte a una mera questione di mancanza di autostima, la paura di sbagliare è talmente tanta e reale che sta minando quella serenità che dovrebbe essere sintomatica in quei professionisti che riempiono la rosa nerazzurra, invece puntualmente smettono di saper giocare a calcio e restano in balia di una sciocca presunzione di essere al di sopra di ogni cosa. Il gioco del calcio è una scienza esatta per vincere bisogna correre, tirare in porta, creare occasioni e aiutarsi l’uno l’altro, tutto l’opposto di come si sta giocando ora. Forse la squadra ci aveva abituato molto bene nella prima parte del campionato, forse è stata per via della dea bendata che in alcune circostanze ci ha dato una mano, forse perché la rosa è stata sopravvalutata e tanti giocatori non sono realmente da Inter, e ora ne paghiamo le conseguenze. Per noi tifosi è davvero brutto ingoiare un simile rospo, l’illusione che ci ha fatto provare l’ambiente nerazzurro di aver ritrovato finalmente una squadra, invece ci siamo svegliati di soprassalto notando che il bellissimo cigno di eleganza e gioco e sempre più brutto anatroccolo che sguazza in un acquitrino di una mediocrità disarmante. Tutto quello di buono che si era creato, si sta man mano dissipando e le squadre che in classifica ci seguono sono rinvigorite da tutta questa mancanza di risultati, certo se noi riusciamo ad accontentarci di un punticino a gara, quando va bene, e le altre vincono alla lunga saremo recuperati da più di un club. Forse sarà il caso di fermarsi un attimo e magari riflettere su quello che è accaduto nelle ultime giornate, facendo quadrato tutti insieme, lasciando al di fuori ogni influenza esterna deleteria, cercando nello stesso tempo il modo per venire fuori da questo periodo davvero insoddisfacente, ma bisogna fare in fretta prima che tutto sia ancor più compromesso. Noi tifosi abbiamo ancora fiducia in questa squadra, magari non propriamente incondizionata, ma sino a quando?…Amala!!!
Dibenedetto Antonio
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Al giro di boa!!!
Assorbito l’ennesimo deludente spettacolo offerto dai ragazzi, ho decido di riflettere qualche giorno prima di scrivere le mie consuete impressioni post gara, quindi ecco le riflessioni di una prima parte di campionato che ci ha visto, nonostante tutto, protagonisti! Archiviato il girone d’andata ecco che si riparte, prima della sosta, con una gara alquanto impegnativa in quel di Firenze, contro una squadra, quella viola, che ben si comporta specie in casa trascinata da un pubblico che sa, essere davvero il dodicesimo uomo in campo. Sul terreno verde lo spettacolo agognato da noi tifosi, non si è visto neanche questa volta. In campo siamo stati a volte succubi di una squadra quella viola che ha macinato e creato molteplici occasioni, mentre noi abbiamo percorso chilometri inutili, nel senso che il solito ti-ti-ta-ca non porta a nulla di concreto. Nel computo della gara abbiamo creato le nostre buone azioni, ma la fortuna e la precisione che hanno contraddistinto la nostra prima parte del torneo, al momento ci hanno del tutto abbandonati. Forse gare come queste le avremmo pure vinto, tant’è che la Fiorentina ha pareggiato meritatamente solamente al novantunesimo, ma forse stavamo meritando più del dovuto, non legittimando con il gioco in campo un vantaggio che forse non era del tutto giusto. Analizzando la gara forse se le occasioni di Boja Valero e Candreva fossero state gestite meglio chissà, ma con i se e i ma non si va da nessuna parte, bisogna dare merito alla Fiorentina di essere stata tenace oltre modo e ha sempre creduto nei propri mezzi creando azioni su azioni in tutto l’arco della gara. La cosa che è parsa palese è stata la difficoltà di corsa e fluidità di un gioco che è stato davvero approssimativo, con taluni giocatori che in campo erano spesso risucchiati in una mediocrità esistenziale propria di chi non sa cosa fare con il pallone tra i piedi. Mi dispiace rimarcare sempre l’inconsistenza di un giocatore, pagato a peso d’oro da persone che ora sono passate dall’altra parte di Milano, e che non ha dato nulla di quanto, gli era stato richiesto. Si è capito, mi riferisco a Joao Mario arrivato a Milano con il pedigree del fuoriclasse ma che sinora non ha mostrato granché, appare sempre statico in campo lento oltre misura con la velocità d’azione simile a un bradipo, analogamente uguale a un altro giocatore che pensate un po’, sta facendo faville in Spagna, ma che in Italia non ne sentiamo davvero la mancanza. Anche quest’ultimo acquistato dalla coppia sibillina passata al nemico, e dipinto come il nuovo Pogba ma che del francese non aveva proprio nulla. Giusto per sottolineare l’esborso societario che è consistito per i due in una cifra ben oltre agli ottanta milioni di euro. Con questo non voglio addossare colpe a nessuno, non può il singolo fare la differenza, se non si chiama Pelè, Messi o Maradona, purtroppo di questi giocatori in giro ce ne sono ben pochi. Se la squadra gioca male e non gira non può essere solo per colpa di Joao Mario, certo lui ci mette del suo, ma ci sono una serie di fattori e di momenti di appannamento che tutti possono attraversare durante una stagione, ma credere che giocatori del calibro di Candreva, Perisic o Boja Valero tanto per citarne qualcuno possano aver dimenticato di come si gioca a pallone, questo no. Se non girano i cardini di questa squadra, tutto è più difficile e come una macchina che se i propri meccanismi s’inceppano, si ferma inesorabilmente. Tutto deve essere riconsiderato e vanno prese le giuste contro misure, chi ha deciso di puntare su questi giocatori credo abbia tenuto in considerazione che ci sarebbero stati momenti grigi, ma non ha trovato valide alternative da mettere in campo al momento giusto. Tutti gli addetti ai lavori hanno sempre considerato la nostra rosa larga sotto certi aspetti, ma io dico che in pratica e davvero risicata e si è visto nell’infortunio di Joao Miranda, non abbiamo un centrale idoneo per sostituirlo. Certo Ranocchia è il sostituto naturale ma non ha più un minutaggio idoneo nelle gambe e non può più reggere il peso della difesa su di se, in condizioni normali ora poi che è pure acciaccato, meglio non parlarne. Se il campionato terminasse ora, saremmo in champions, ma sarà dura di qui sino alla fine avere la certezza che le cose restino immutate, bisogna lottare ma al momento non sappiamo più farlo. Sembriamo demotivati, dov’è finita quella squadra ammirata non più tardi di qualche settimana fa, in quella gara sfortunata contro l’Udinese specie nel primo tempo? Una macumba, una jattura sembra essersi impossessata dell’undici nerazzurro, è subentrata la paura di perdere che frena il gioco di squadra, ma con queste sensazioni non si va da nessuna parte, bisogna reagire e farlo con veemenza e carattere in principio lavorando in allenamento con costanza, cosa che ha detta del capitano Icardi, in un suo sfogo sui social, non viene più fatto. Questo alla lunga è un macigno che preclude e pregiudica moltissimo del prossimo futuro. Ora c’è la sosta idonea a ricaricare le batterie che sono ben oltre la riserva, chi può si è concesso una breve vacanza giusto per ripartire alla ripresa degli allenamenti con più grinta, chi invece deve recuperare è rimasto alla Pinetina a svolgere lavoro differenziato cercando di recuperare quanto prima dall’infortunio subito, è il caso di D’Ambrosio e Joao Miranda. Si riprende il giorno ventuno e avremo una bella gatta da pelare a San Siro, quella Roma che è stata bistrattata in casa da una bella Atalanta, ma tutto è relativo, il calcio non è una scienza esatta, non sempre vince chi merita e la fortuna è spesso parte integrante di questo sport, ma come ho sempre detto, bisogna meritarsela. Sperando che questa sosta abbia effetti benevoli sulla testa e nel cuore dei nostri ragazzi e si ritorni a essere quella squadra che abbiamo ammirato e che vogliamo insistentemente torni a essere la nostra cara e vecchia Inter! …..Amala
Antonio Dibenedetto
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Un punticino da cui… ripartire!!!
Il 2017 volge oramai al termine, ma non ci sono stati i presunti botti di fine anno che tutti aspettavano, anzi! La gara contro la Lazio è stata la conferma della difficoltà che ha l’undici nerazzurro di poter gestire e controllare un gioco che è apparso ancora una volta discontinuo e per lunghi tratti disomogeneo, in balia dell’avversario di turno che per fortuna non è apparso cinico, pareva per quello che si è visto in campo, che tra le squadre si fosse sancito una sorta di “patto di non belligeranza”. Come accade in questi momenti si cerca di fare il reso conto sull’andamento dell’anno solare calcistico, che non è stato per niente entusiasmante. Per alcuni periodi si è vissuto sulle ali dell’entusiasmo, vuoi per la serie inanellata di successi che lo scorso anno ci hanno fatto vivere quelle sensazioni positive di poter raggiungere delle posizioni nobili in classifica, invece alla fine siamo stati estromessi dalle competizioni europee di quest’anno con una serie di prestazioni scellerate con sconfitte patite, come accade purtroppo sovente, per nostro demerito. Anche quest’anno calcistico, si sperava di aver ritrovato una squadra valida tant’è che la prima parte del torneo ci ha nuovamente fatto credere e provare sensazioni positive, invece tutto è apparso vano, forse perché talune volte siamo stati agevolati dalla dea bendata che ci ha protetto e in altre, specie nelle ultime prestazioni si è voltata da tutt’altra parte. Non voglio essere ripetitivo ma una grande squadra deve essere coesa e ripartire con idee chiare, senza la confusione che regna sovrana in mezzo al campo. Io non sono mai stati succube dell’amore che mi lega a questi colori, ma il mio innato realismo mi porta a essere alquanto critico, forse perché è difficile spiegare, anzi impossibile, vedere come i nostri giocatori sono colti da improvvisa insensibilità e incompetenza. Non si può immaginare l’incostanza di rendimento dei vari Perisic, Candreva, giusto per citarne alcuni, che ultimamente faticano a saltare l’avversario e non riescono più a mettere in area cross accettabili per una punta, il nostro Icardi, che è divenuto un’oggetto misterioso poiché rimane ai margini dell’area di rigore giocando di sponda con i compagni senza essere per niente pericoloso. Quelle che erano le nostre punte di diamante, capaci di dare una svolta positiva a ogni gara, sono con il tempo divenuti dei comprimari e con loro tutto il resto della squadra, si è adeguata. Sono bastate tre gare scellerate, a queste ho aggiunto il derby di coppa, a far scoprire il così detto nervo scoperto del gioco di squadra che è stato sempre l’assente ingiustificato di molte gare. Si è vissuto, quando inizialmente la vena dei succitati era massima, sulle loro prestazioni eccellenti che parevano dare un significato alle gare e tutto girava per il meglio, conquistando punti su punti oltre il merito che avrebbe determinato il campo. Io purtroppo non ho gli occhi foderati di prosciutto, ne tato meno la memoria corta ma gara come quella dell’Olimpico contro la Roma si è andati oltre ogni merito, oppure il pari contro il Bologna e il pari del san Paolo giusto per citare alcune gare, dove abbiamo raccolto più del dovuto. Ritengo che non si debba essere solo tifosi, ma l’amore va colto e rinforzato anche in situazioni deficitarie non si può vedere solo il bello delle cose, bisogna essere coerenti quando non va, non si deve dire il contrario. Spero solo che la squadra e il tecnico ci mettano molto più impegno per cercare di sovvertire tutto quello di negativo che sta accadendo in seno alla squadra, bisogna ripartire con più forza e convinzione nei propri mezzi e cercare di completare l’opera, tenendo con le unghie questa posizione del girone d’andata, consolidandola con prestazioni future più convincenti ripartendo da questo punticino “guadagnato” contro gli amici laziali. La speranza di ogni tifoso nerazzurro è quella di essere protagonisti per cibare il nostro ego che da tanto tempo è davvero sofferente. Bene in ultimo come di consueto, mi limito ad augurare a tutti i nostri amici e soci dell’Interclub Giacinto Facchetti di Fano, a mio nome come portavoce e di tutto il direttivo, un felice e sereno buon anno e che il 2018 ci porti in dono tanta serenità e felicità nelle famiglie di ognuno e ci doni tanta serenità sportiva!!! ….. Amala
Antonio Dibenedetto
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La caduta degli dei… presunti!!!
Ancora una volta mi tocca raccontare di una prestazione scellerata con la conseguente sconfitta della nostra cara e amata Inter. In quel di Reggio Emilia ho rivissuto i fasti, negativi, della squadra allenata da Stefano Pioli che dopo aver inanellato una serie di vittorie insperabili, ahimè di conseguenza ha fatto un filotto di sconfitte indicibili. Con questo non voglio certo fare il paragone tra le due squadre ma ieri pomeriggio in campo si è vista forse la peggiore Inter della stagione. Forse io guardo le gare con l’occhio critico del tifoso, ma non condivido per niente le dichiarazioni di Spalletti che rilevava di aver visto cose positive e rimarcava alcuni episodi sfortunati per la nostra squadra. Bene forse la disamina più giusta sarebbe stata quella di non avanzare alcuna scusante e dire apertamente che la squadra ha giocato male e sotto ritmo camminando in campo e non esprimendosi come ha fatto nelle ultime giornate. Già con l’Udinese si era avvertito un certo campanello d’allarme, comunque la squadra ha creato occasioni su occasioni e non certo meritava la sconfitta ma ieri no, io non ho trovato alcun attenuante alla magra figura che si è consumata sul terreno di gioco del Mapei Stadium. Ho sempre ribadito che una squadra per ritornare grande e rispolverare i fasti del passato, deve prima di tutto avere la convinzione di essere una grande squadra e lottare su ogni campo, che sia amico e non, deve correre e non camminare aspettando la palla sui piedi, fare movimento e impegnare contrastando l’avversario con tenacia. Quello che non ha certo messo in pratica Brozovic che ha fatto sembrare un giocatore nero-verde sulla fascia, tale Politano, non me ne voglia, ma è parso paragonabile a un certo Diego Maradona per la discesa che ha fatto palla al piede, è partito dalla propria area di rigore in una corsa, direi non troppo forsennata, ma senza alcun contrasto e riuscito in ultimo a pennellare un cross perfetto per Falcinelli che ha insaccato in modo perentorio e preciso. Io continuo a non capire l’atteggiamento in campo di questo giocatore, ha mezzi tecnici davvero notevoli ma in campo gioca quasi contro voglia, dov’è finito quel Brozovic che noi tutti abbiamo ammirato il primo anno e che giocava a tutto campo con voglia e abnegazione, purtroppo se ne sono perse le tracce. Ieri però quasi tutti i giocatori, secondo me, non hanno raggiunto la sufficienza e quando giochi male, anche la buona sorte ti gira le spalle, la possibilità di raddrizzare la gara c’è stata ma anche il tiro libero, rigore concesso per fallo di mano, netto per carità, ma un’Icardi molto “moscio” l’ha fallito come in un’altra occasione solo nel bel mezzo dell’area avversaria ha sprecato miseramente. Ho rivisto davvero i fantasmi del passato e grazie a questi nostri beniamini rischieremo di passare un Natale di fiele, anche se la bellezza e la santità dell’avvento eliminano tutte le scorie negative. La cosa però che martella la mente è la considerazione che non è possibile offrire questi spettacoli indecorosi, ne va del nostro equilibrio. Sicuramente se ci si sofferma sulle statistiche, si può facilmente verificare che si è tenuto il possesso palla per oltre il settantadue per cento, io aggiungo in modo sterile senza alcun costrutto reale, che si è tirato in porta più degli avversari, con una mira decisamente infelice, che ci sono stati ben dieci calci d’angolo contro uno solo dei locali. Però in buona sostanza aggiungo, la cosa che più mi delude è l’aver illuso tutti i tifosi di aver ritrovato una squadra, la nostra squadra che amiamo in modo incondizionato, ma che se continuerà a giocare in questo modo, non avrà più il sostegno assoluto. Noi amiamo chi lotta in campo, chi ci trascina con il proprio entusiasmo, chi merita il nostro supporto. Con questo non voglio farne una tragedia, ma spero vivamente di non dover più assistere a simili spettacoli e credo questo lo vogliano la gran parte dei tifosi nerazzurri, noi abbiamo innalzato i nostri beniamini a dei, forse li abbiamo sopravvalutati non so, ma con il senno di poi e visto lo stato attuale, non lo sono e mi sa che alla fine sono solo presunti, perché come si fa presto a essere eretti a idoli e così ugualmente repentina la discesa nella polvere, ma è anche vero che solo chi cade può rialzarsi in considerazione che più clamorosa è la caduta tanto più feroce, deve essere la risalita. Nessuno ha mai chiesto a questa squadra lo scudetto ma almeno di lottare sino alla fine e di onorare un campionato che si presumeva della rinascita, forse dobbiamo ancora aver fiducia, ma siccome siamo tanto scottati fin troppe volte specie dalle delusioni delle scorse annate, che ognuno credeva in una svolta che sinora non si è ancora materializzata. Il gioco si è visto a tratti, si è regalato lunghi periodi della gara agli avversari ma la cosa che più fa paura che non si è ancora trovata quella fatidica “quadratura del cerchio” tanto agognata ma che è lontana dell’essersi palesata. Con l’Inter bisogna vivere alla giornata, personalmente non ho mai creduto e gioito più del dovuto quando eravamo primi e si è giocato a tratti anche bene, né tanto meno mi deprimo ora, io sono coerente con lo stato delle cose ma mi sa che i nostri ragazzi che scendono in campo forse lo sono un po’ meno. Bene ora si profila in questa finale della stagione, del fatidico giro di boa che non concede la pausa natalizia, un’atra settimana che potrebbe essere davvero deleteria per gli equilibri in seno alla squadra in caso di risultati negativi, e facciamo pure ogni debito scongiuro. Ci saranno i quarti di finale di coppa nazionale contro il Milan, altra nobile decaduta con sogni rimasti nel cassetto, quindi l’ultima gara di campionato in casa contro una bella squadra come la Lazio, che gioca un buon calcio. Spalletti deve essere bravo in questa settimana nella motivazione dei calciatori nella ricerca di quella serenità idonea a far bene e giocare la squadra senza la zavorra della preoccupazione e l’ansia della prestazione. Forse questo potrebbe essere l’ultimo appello per rendere una stagione fantastica, oppure misera, non dipende da noi purtroppo solo chi scende in campo può renderci felici o farci sprofondare ancor più in una delusione che davvero non ci meritiamo. In ultimo come di consueto mi accingo a formularvi, in nome dell’Interclub Giacinto Facchetti di Fano che rappresento, i migliori auguri da parte del presidente e del direttivo tutto, per un Natale sereno a voi e alle vostre rispettive famiglie, lo sfogo di un tifoso non può precludere la bellezza e la santità di un giorno meraviglioso qual’è il Natale, quindi tanti auguri con l’augurio di ritrovarci ancora prima della fine di quest’anno per commentare fatti decisamente migliori! …..Amala
Antonio Dibenedetto
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I due volti dell’Inter…e non solo!!!
L’inedito (almeno per quanto riguarda l’Inter) appuntamento della diciassettesima giornata di campionato ci vede giocare, nell’insolito orario delle quindici di un sabato qualunque, ma un sabato italiano come cantava Sergio Caputo qualche anno fa, contro l’Udinese nota squadra scorbutica che specie contro di noi si esalta. Non è stata solo l’esaltazione delle zebrette friulane a far pendere l’ago della bilancia dalla loro parte, ma ci sono state altre componenti che hanno influito in questa gara che direi in maniera davvero assurda. I detrattori nerazzurri sono stati serviti, con un perentorio: tanto tuonò che alla fine piovve, tutti aspettavano lo scivolone della capolista con la prima sconfitta in campionato ed è avvenuta con il bene placido di una squadra davvero dai due volti. Ho sempre sostenuto che se questa squadra tiene ben alta la convinzione e la concentrazione e giocare come sa e come ha dimostrato anche nella prima parte della gara di oggi, ebbene di partite ne perderà davvero pochissime e non parlo da tifoso ma è sotto gli occhi di tutti lo score fin qui ottenuto. La gara di questo pomeriggio ha difatti concluso una settimana “horribilis” iniziata con la gara sciagurata di coppa, dove si è fatto passare il Pordenone, modesta squadra di terza serie, come se fosse il Real Madrid e oggi una buona squadra come l’Udinese come se fosse il Barcellona. Tutto ha una motivazione logica perché l’Inter non ha giocato da Inter o per lo meno non l’ha fatto con continuità, e se rimaniamo con le cosiddette “pive nel sacco” e solo ed esclusivamente per colpa nostra, avendo raccolto una scarna qualificazione ai quarti della coppa nazionale e una mera sconfitta in campionato. Come ho sempre sostenuto noi siamo gli artefici del nostro destino e se non ci crediamo tutti gli sforzi sin qui prodotti, rimangono vani e fini a se stessi. Discernendo e sezionando la gara di questo pomeriggio nessun tifoso e comunque amante di questo sport, avrebbe immaginato un risultato così perentorio sul manto verde di San Siro, specie in un primo tempo, dove i ragazzi hanno espresso davvero belle giocate e se in tante circostanze la dea bendata ci ha agevolato ieri invece, ha guardato altrove. Come accade in queste gare davvero strane, si passa facilmente da una sorta di esaltazione, per le occasioni create che potevano far risultare un punteggio ben diverso, invece la prima frazione di gioco si è chiusa su di uno striminzito 1 a 1, con la rete friulana avvenuta con l’unico tiro in porta, mentre i nerazzurri hanno bersagliato la porta avversaria peccando di scarsa precisione. Certo che se non fai goal gli avversari prendono coraggio e coscienza di potersela giocare, così è stato. L’Udinese è entrata in campo con un piglio maggiore ed è andata avanti nel punteggio con un rigore decretato dalla VAR, giusto per carità, ma si è perso ben oltre cinque minuti, mi chiedo, questo lo dico non per far polemica, perché in azione analoga non si è acquisito l’ausilio informatico nella spinta a Miranda in piena area e in altre circostanze per lo meno dubbie di ieri? Non c’è una risposta plausibile, anche perché il mezzo tecnologico è stato adottato come ausilio al direttore di gara, ma la decisione spetta sempre a lui o a chi in sala di “regia” ne decreta e ne consiglia la visione. Credo comunque che per un’uniformità di trattamento le azioni debbano essere visionate per bene e devono essere passate al così detto “setaccio informatico” per qualunque squadra che si chiami Inter o Crotone. Tutto deve essere chiaro o assolutamente univoco, non voglio creare polemiche ma tanto per citarne una perché non è stata presa in considerazione quella della scorsa domenica a Torino, c’è sempre la discrezionalità dell’arbitrino di turno, ma dovrebbe essere almeno univoca e critica in ogni suo giudizio e non pescare così alla rinfusa e alla cieca. Voglio comunque far passare il concetto, al di là di quelle che potrebbero essere delle misere attenuanti, dobbiamo fare il mea culpa su com’è avvenuta questa sconfitta è assolutamente per nostro demerito, una squadra che vuole crescere non può nella maniera assoluta giocare due gare nella stessa. La coerenza e il raziocinio sono la forza di una squadra, non si può disputare un primo tempo fantastico con gioco e creando occasioni su occasioni, poi come d’incanto dimenticare la grinta negli spogliatoi e giocare un secondo tempo molli e confusionari rimanendo alla mercé degli avversari. Per carità in alcuni tratti si anche rischiato di riaprire la gara (vedi la traversa di Skriniar), ma la confusione ha regnato sovrana, e quest’atteggiamento una grande squadra (o presunta tale) non lo deve nel modo più assoluto rendere palese. Ora non ci resta che leccarci le ferite e rialzare la testa con più forza che mai, non tutto è perduto, dovremo faticare più del previsto per tornare a essere quello che siamo stati fino a qualche ora fa, facendo tesoro degli errori commessi nello scellerato secondo tempo, eliminando al più presto il più esplicito esempio di partita giocata e vista oggi. Concedetemi in conclusione di esternare ogni ringraziamento ai convenuti nella sala della cooperativa Tre Ponti di Fano, in occasione della cena e annessa tombola benefica in favore di Telethon e dell’Opera Padre Pio di San Patrignano a Fano cui sono stati devoluti gran parte dei proventi. Voglio nel contempo ringraziare, vista che la serata era nerazzurra, tutti quei tifosi di altre squadre che ci hanno onorato della loro presenza in considerazione che il fare beneficenza non è sostenuta da nessun colore ben preciso ma è l’amore verso il prossimo che ci rende partecipi all’unisono. Nell’occasione abbiamo festeggiato, con un nutrito gruppo di sostenitori dell’Inter club Giacinto Facchetti di Fano, i nostri primi trent’anni di associazione premiando il primo direttivo fautore di questa iniziativa, ricordando chi non c’è più e ringraziando chi ha portato avanti questa idea che è stata tramandata a noi dai padri fondatori, con l’augurio di ritrovarci ancora tutti insieme festeggiando altre vittorie sotto l’egida di un vessillo, quello nerazzurro, che deve tornare e sventolare in maniera preponderante! …..Amala
Antonio Dibenedetto
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