Ieri sera nel posticipo della tredicesima giornata del campionato di serie A, è andato in scena, a Torino, il così definito derby d’Italia con la prerogativa di essere una partita dagli altissimi contenuti calcistici e di spettacolo, del tutto disattesi in verità, dove è primeggiata la massima: per primo non prenderle e poi si vedrà. Quello che non ne ha giovato è stato lo spettacolo davvero scarno di emozioni, a un primo tempo tuttavia dignitoso, s’è contrapposta una ripresa tutt’altro che entusiasmante e non certo per colpa nostra. Forse l’unica menzione sfavorevole ai ragazzi la si può definire, in chiaro note, che contro questa squadra torinese, atta ad una strenua difesa e ripartenze forsennate, si poteva e si doveva fare molto di più. Tutti sanno e si sapeva da tempo, del gioco speculare di Allegri, ma è anche vero che con questo gioco sparagnino s’è portato al secondo posto in classifica, nessuno potrà mai giustificare lo scenario prodotto dai bianconeri, assolutamente inqualificabile, ma tant’è che comunque a ragione veduta sono lì, nessuno potrà mai dir nulla, negli annali si leggerà solo il risultato, lo spettacolo prodotto non sarà descritto, nessuno si ricorderà delle gare disputate con la difesa arcigna e tutti i giocatori arroccati nella propria metà campo, per questo caro mister Inzaghi si doveva e si poteva fare molto di più. La cosa che mi è piaciuta dei ragazzi è stata la reazione alla rete bianconera, tant’è che solo dopo appena sei minuti è stata ristabilita la parità, e poi? Forse il grandissimo possesso palla del 64% a nostro favore, potrà dire qualcosa in più, in quanto ci abbiamo almeno provato mentre dall’altra parte dopo qualche alleggerimento, di conclusione in porta neanche l’ombra, tant’è che potevo starci anche io tra i pali al posto di un Sommer, tutto sommato inoperoso. Certo anche il dirimpettaio non è che ha dovuto fare gli straordinari, questo è vero, ma almeno qualcosina in più i ragazzi hanno fatto, ma l’andamento della partita è scivolata nella considerazione che in primis era non perdere, con la conseguente paura di vincerla questa gara che lascia tutto sommato, inalterata il vertice della classifica, questo è un dato di fatto che a noi va benissimo! Non si può per questo dire che lo spettacolo prodotto ha giustificato il prezzo del biglietto, se non altro per la bellezza dei due goal, che hanno ripagato in parte lo stesso, ma tutto il resto è noia, come avrebbe detto l’indimenticabile Califfo. E’ pur vero che erano i bianconeri che avrebbero dovuto metterci più impegno se volevano sovvertire, a loro favore, la testa della classifica e se non ci sono riusciti è solo perché difronte avevano un’Inter motivata, seppure non totalmente, a lasciarsi rosicchiare terreno, però è anche vero, lo ribadisco ancora una volta, che visti i valori in campo e su com’è andato l’andamento della gara, potevamo osare molto di più, ma alla fine seppur con un bicchiere mezzo vuoto, dobbiamo accettare il punticino che lascia inalterate le distanze. Vorrei rimarcare un mio pensiero verso un giocatore, nella fattispecie Cuadrado. Mai mi sarei sognato di elogiare questo giocatore, ma visto ieri sera, nei venti minuti giocati, l’ho apprezzato se non altro per la bile che hanno versato, parte del pubblico gobbo, alle sue giocate, davvero una spina nel fianco per i bianconeri. Del resto cosa dire nulla di più, va nel dimenticatoio questo scialbo derby d’Italia, prepariamoci ad affrontare altre sfide, incominciando da quella di Champions contro il Benfica, in casa loro mercoledì prossimo, con il passaggio del turno alla fase successiva, dovrebbe essere una pura formalità, considerando dell’impegno successivo di campionato che ci vedrà opposti al Napoli al Maradona. Speriamo solo che non si verifichi il detto: vedi Napoli e poi… il resto lasciamolo scrivere ai ragazzi, sanno fare quello che devono fare, non credo demordano tanto facilmente, ne sottovalutino l’impegno, perché tutti ci considerano la favorita, per la vittoria finale, ma di queste persone non c’importa nulla, la cosa importante che ci crediamo noi, perché l’Inter è storia, giocando come sappiamo e il supporto di noi tifosi, spero solo che tutti insieme possiamo scrivere ancora tante altre pagine importanti! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Il posticipo domenicale ci opponeva a una squadra, il Frosinone, che si è dimostrata davvero una bella realtà, che vale tutti i punti che ha in classifica. Memore di quello che è accaduto in altre circostanze, specie in casa, dove talvolta abbiamo sottovalutato l’avversario di turno, questa volta per fortuna i ragazzi sono scesi in campo che la mentalità giusta, quella vincente, per riappropriarsi immediatamente della vetta della classifica, lasciata per qualche ora alla mercé dei non colorati di Torino. Certo il risultato tondo di 2 a 0 potrebbe sembrare un po’ riduttivo, per i valori mostrati in campo, però talvolta queste considerazioni lasciano il tempo che trovano, in campo questi ragazzotti ciociari, corrono tantissimo e si nota che ci stanno a loro agio, sciorinando a volte anche un buon calcio, che può dar fastidio a chi appare smarrito da tantissimo agonismo. Forse ad altri, ma non a noi che con il tasso tecnico a disposizione, sappiamo far male in qualunque circostanza e a chiunque. Se poi si dispone di una freccia, nella faretra di Inzaghi, del calibro di Dimarco, allora nulla è precluso. Senza precedenti una rete simile, forse pensandoci un attimino, di recobiana memoria, ce ne sono state nel passato, e se a Recoba si è concesso il beneficio del dubbio, perché non concederlo anche al nostro Dimarco? Secondo me, si nota dai fotogrammi, lui prima guarda il portiere avversario, quindi scaglia un dardo infuocato che s’insacca inesorabilmente alle spalle di un attonito Turati: il pubblico assiepato sugli spalti comprendendo il momento, regala una bellissima standing ovation a un ragazzo con il nerazzurro nel sangue, che specie in campo, da sempre tutto: ce ne fossero di giocatori con quella tigna e voglia. Mi hanno fatto sorridere le dichiarazioni di taluni personaggi, giornalisti per modo di dire, di spudorata fede bianconera, che hanno gridato allo scandolo per il rigore concesso su fallo netto su Thuram, a inizio del secondo tempo, ma non hanno per niente accennato a un altro calcio di rigore non concesso ai danni di Mkhitaryan. Mi viene da chiedere ma non è che gli arbitri in queste circostanze, fanno come accade spesso nei supermercati, una sorta di due per uno? Certo che fanno riflettere queste cervellotiche considerazioni, ma noi non dobbiamo prestare il fianco a tutti questi detrattori, si nota a occhio nudo che il livore nei nostri confronti è sempre più che mai presente, ma il loro disappunto è la nostra forza. Ora ci sono le nazionali e noi abbiamo un parco giocatori, sparso per il mondo, del tutto invidiabile, speriamo solo che rientrino, alla base, carichi e pieni di ottimismo, perché la gara che si prospetta il giorno 26 prossimo e di quelle da non sottovalutare, nella maniera più assoluta, non dobbiamo dare adito, ne attenuanti ai non colorati torinesi, di risorgere, abbiamo il dovere per affossarli sempre più, confidando che il loro gioco speculare cessi di essere proficuo, non può sempre andare bene ad Acciughina, lui che si professa il “deus ex machina” pallonaro, ma difatti non ha inventato nulla, il suo gioco è fermo agli anni sessanta. Noi abbiamo dalla nostra una grandissima autostima, giochiamo bene e si vede, abbiamo la migliore difesa e il migliore attacco, ciò a dimostrazione del buon gioco che sviluppiamo e della coralità d’intenti in campo, manca forse la fatidica ciliegina, quella di osare talvolta un po’ di più, nel senso che in area dobbiamo abbandonare i fraseggi, quei ricami talvolta inutili e concludere a rete: ne abbiamo le qualità! Per quattordici giorni dimentichiamoci il campionato, tutti proiettati sugli impegni della nazionale, con la speranza di centrare la qualificazione, senza passare per gli spareggi, per noi sono davvero deleteri. Quindi per il momento riponiamo i nostri vessilli, li tireremo fuori pronti per la gara che, spero, ci dia tantissime soddisfazioni: Torino arriviamo, sarà terra di conquista? Noi ci crediamo e vi sosterremo sempre, perché l’Inter se ti prende nell’animo, non la lasci più: mai sola. …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Sotto una pioggia incessante, in quel di Bergamo, i ragazzi portano a casa tre punti fondamentali, una vittoria in cui s’è visto il carattere di una squadra che ha voluto a tutti i costi mantenere il primato. Ritengo che con questa voglia, e con tantissima forza di primeggiare, sarà dura scalzarci da un trono che ci compete, perché abbiamo iniziato un percorso e non credo vorremmo sia interrotto tanto facilmente. Siamo altresì consapevoli che gli artefici del nostro futuro siamo noi stessi, ma giocando e lottando come sabato, potremo dire la nostra in un campionato, ancora lungo e che non ha al momento un padrone assoluto. Per tutti i detrattori, in poche parole i gufi sono stati serviti, e tra questi c’è una “personcina” per bene che non demorde, ogni volta predica la nostra disfatta, viene puntualmente smentito, non oso immaginare quello che scrive sul suo giornale, sicuramente cavolate, se il tenore dei suoi commenti sono così cervellotici e senza senso. Non voglio dargli altro spazio, anzi lo esorto a continuare con i suoi pronostici, forse un giorno indovinerà, ma credo sarà troppo tardi, sino a quando il suo cervello sarà colmo di livore e si resetterà. Altro personaggio che nutre un astio indicibile nei nostri confronti è l’ex CT della Nazionale, colui che asserisce da tempo, che il nostro gioco non è moderno, non è alla stessa stregua delle migliori squadre europee, mentre la squadra per cui stravede invece fa un gioco talmente moderno da vergognarsi. Dopo queste puntualizzazioni dovute per il bene di chi crede nella bontà del proprio lavoro, e nella qualità di una rosa costruita per dare gioia a chi assiste alle nostre gare e ha fame di calcio, mi sono immedesimato nelle vesti del grande Perry Mason della situazione smascherando questi soggetti, difendendo i nostri colori, perché in primis prima di lanciare strali contro di noi, devono guardare in casa propria: alla gogna queste persone di dubbia intelligenza calcistica. Guardando le nostre partite, mai come quest’anno mi diverto e non sono mai stato in apprensione, so che con la qualità che dispone questa squadra, il risultato può cambiare da un momento all’altro. Stiamo facendo il vuoto dietro di noi, con coerenza e forza stiamo annichilendo l’avversario di turno, siamo cinici e con forza vogliamo raggiungere il risultato e poi con un “toro” in queste condizioni, tutto è possibile. Già Lautaro Martinez un giocatore davvero eccezionale, che migliora ogni giorno sempre più, un cobra che sornione, da sembrare quasi assopito, ma che al momento opportuno attacca e colpisce. È un misto, si potrebbe raffigurare un animale mitologico, che possiede la forza irrompente di un toro e l’astuzia di un cobra. I ragazzi sono un insieme di amici che si divertono in campo, che si aiutano e che convogliano i loro sforzi verso un’unica direzione: la vittoria. Ma il fulcro di questa squadra è un centrocampo di primissima qualità, con degli attori davvero sugli scudi. Tra i vari Mkhitaryan, Barella svetta un giocatore che sta diventando sempre più l’asse portante di questa squadra, mi riferisco ad Hakan Calhanoglu, capace di cambiare in corso d’opera l’andamento di una gara con passaggi illuminanti, dotato di un tiro dal limite capace d’illuminare la porta avversaria, alla stessa stregua di un missile terra-aria e poi ultimo particolare, non meno importante, è un rigorista sopraffino sinora ha sempre fatto centro, un castigo per i portieri avversari. Una volta tanto non possiamo che ringraziare i cuginastri per averci dato un giocatore di tale portata, noi ci sfreghiamo le mani, loro rosicano, ma di brutto. In buona sintesi tutto l’organico è di primissima qualità e nelle gare più importanti, questa qualità si evince e tramortisce l’avversario. Archiviata l’undecima giornata di campionato, testa alla Champions con il ritorno contro il Salisburgo, una gara che ci potrebbe consegnare, con due giornate d’anticipo, il pass per il turno successivo, toccherà essere scaltri e cinici, sapendo del match-point che si presenta, per poi vivere di rendita, acquisendo la tranquillità necessaria per un prosieguo di stagione da gestire, impegnando le risorse, fisiche e mentali, nelle altre competizioni che si presentano dinanzi. Forza ragazzi non ascoltate gli strali di persone inopportune, ma godetevi il nostro amore incondizionato, perché come ho sempre sostenuto: l’Inter si ama a prescindere! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Mai una vittoria ha avuto un gusto così dolce, specie quando si ha la forza di avere la meglio nei confronti di una squadra il cui scopo era quello di non prenderle, di portare a casa un risultato positivo. Tutto poteva essere veritiero, se da una parte non si riesce a segnare una rete nonostante, le molteplici occasioni da rete create, ma gli avversari non hanno fatto i conti su di una voglia irrefrenabile dei ragazzi di dare una gioia irrefrenabile ai tanti sostenitori presenti sugli spalti: dal cilindro è sortito un fantastico Marcus Thuram, colui che ha definitivamente cancellato, il suo ignobile predecessore, nel cuore di tutti quelli che amano l’Inter sul serio. Fa specie il commento del Mou in una intervista, con il suo tipico linguaggio ha voluto sminuire la nostra vittoria, valorizzando la prova dei suoi ragazzi, per certi versi ci può anche stare, ma se non fosse stata inventa la tv poteva essere credibile, forse accettabile, ma non in questi termini. Mio caro Mou ti saremo sempre grati per quello che hai realizzato con i nostri colori, per avere reso possibile i nostri sogni, ma talvolta bisogna essere realisti e ammettere la sconfitta senza tirare in ballo presunti torti, un attimo di autocritica, non sarebbe male, e dire che gli avversari sono stati superiori, forse saresti risultato un po’ più simpatico, non è nella tua indole, questo è vero. Queste mie affermazioni derivano dal fatto che sono davanti agli occhi di tutti le molteplici azioni create dai nostri ragazzi, di quello che ha prodotto il nostro gioco, dei due legni colpiti e almeno un paio di interventi di Rui Patrizio, e la Roma? Non pervenuta ha solo difeso, ripartendo molto bassa e con il presupposto di non affondare perché nettamente inferiori all’Inter. I ragazzi non hanno concesso nulla, neanche l’0nore delle armi agli avversari e neanche all’oggetto indefinito con la maglia numero novanta. Di Lukaku meglio stendere un velo pietoso, si sarà reso conto, forse, dell’errore commesso, di quello che poteva essere e che non lo sarà mai, ribadisco il mio concetto a Milano poteva essere un re indiscusso, ora dinanzi agli occhi di tutti è solamente un giullare. Ma diamo i dovuti meriti alla nostra squadra che è tornata in testa al campionato con pieno merito staccando i cuginastri, ma la cosa che è più interessante capace di produrre un gioco, che è una vera gioia per gli occhi. In una settimana attesa da tutti, dove s’è posto in primis il ritorno a San Siro del reprobo Lukaku, sono state spese fiumi di paroloni e tantissime pagine di quotidiani e di format televisivi, fortunatamente la squadra e società hanno fatto quadrato, dimostrando ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, di un altissimo livello caratteriale e forza di gruppo, pensando più all’aspetto tecnico che altre ciance che lasciano il tempo che trovano: sono inutili e senza costrutto, contano i fatti e ieri i ragazzi hanno dato il meglio, dando una dimostrazione di forza tale da aver reso gioioso il ritorno a casa degli oltre settantamila tifosi che hanno cantato e gioito sugli spalti. Si potranno trovare tutte le attenuanti del caso in casa giallorossa, ma creare una sola occasione, magistralmente disinnescata da Sommer per altro, senza tirare un solo calcio d’angolo mentre l’Inter ben otto, con un possesso di palla a nostro favore con un 64%, con 5 occasioni da rete nitide, contro l’unica di testa, con tiri totali 19 a 3 a nostro favore. Non voglio sciorinare altro, ma tutto questo sarà pure sinonimo di una grande partita, a discapito di tutti i saccenti giornalai che, in più di un’occasione, in programmi televisivi, hanno sminuito la nostra vittoria, su tutti l’ignobile peracottaro di Zazzaroni. Un consiglio spassionato, occupati d’altro il calcio non fa per te, oramai è risaputo che sei, da sempre, anti interista per eccellenza, basta poco per essere realisti e più che altro credibili. I ragazzi hanno dato un segno tangibile che quando voglio pigiare l’acceleratore non c’è né per nessuno, sanno che se vogliono, nulla è precluso dipende dalla loro volontà e voglia di rincorrere traguardi prestigiosi, è nelle nostre corde bisogna solo aver la tigna giusta e giocare da squadra, perché noi siamo l’Inter, la migliore squadra, che occupa la vetta della classifica del campionato di serie A, a discapito di tutti le altre che devono chinarsi al nostro volere. …Amala!!!!
Antonio DibenedettoVivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
E con quella di ieri pomeriggio, sono quattro le trasferte stagionali con i tre punti portati a casa, certo un ruolino di marcia invidiabile se non fosse, in contrapposizione, paragonato a quello casalingo, sciagurato in due occasioni, le ultime, che ci hanno lasciato davvero l’amaro in bocca! Come è già accaduto in altre occasioni, in quel di Torino s’è rivista un Inter sonnacchiosa, quasi svogliata, figlia di alcune gare precedenti, capace di fare il minimo compitino senza affondare, anzi lasciando agli avversari lo spazio necessario per farci male, infatti dalla mezz’ora in avanti il Toro ha preso coraggio, giocando con veemenza creando qualche pericolo. Alla ripresa s’è rivista un’altra squadra in campo, credo ci sia stato il consueto faccia a faccia negli spogliatoi, e grazie alla qualità della rosa, sono bastati tre cambi, forse essenziali quanto basilari, per rivoluzionare il modo di giocare di un’Inter trasformata. Hanno giocato come sanno, affondando e creando in diverse occasioni, l’Inter sonnacchiosa del primo tempo, s’è finalmente trasformata in quella squadra che si prende ciò che vuole, con autorità e giocando come sa, nulla è precluso. Una delle migliori rose del campionato, non solo italiano, ha bisogno di ricambi e in panca ce ne sono diversi all’altezza, una rotazione è sintomatica in talune gare, s’è notato che qualcuno ha bisogno di tirare il fiato, com’è giusto che sia: il Barella visto ieri sera non è lo stessa di sempre, per carità le qualità non si discutono, ma l’appannamento talvolta è evidente. Inzaghi deve capire che la squadra dell’Inter ha 22 titolari, e lui come un generale, un degno stratega, deve cercare d’intercambiare le pedine, per raggiungere l’obiettivo e vincere la guerra, le battaglie lasciamole ad altri, a noi non interessano! Anche ieri s’è rivisto quel Marcus Thuram devastante, un misto di Dzeko e del migliore Lukaku, che anche in un primo tempo, giocato sottotono dalla squadra, è stato uno dei pochi a salvare la faccia, forse in compagnia di Calhanoglu e di un Toro evanescente, ma sempre sul pezzo, lui il suo lo fa sempre, il resto della squadra s’è arrabattata al consueto compitino, farcito di tanti errori, di concentrazione. Per carità non voglio per questo gettare la croce sul nostro tecnico, ma le sue considerazioni finali in conferenza stampa non possono essere veritiere, quando dice che anche nel primo tempo i ragazzi hanno giocato un buon calcio, forse a tratti, ma ben poca roba rispetto a quello dimostrato nella ripresa. La forza d’inerzia di questa squadra è stata determinata dai cambi che per fortuna sono avvenuti, quasi allo scoccare della mezz’ora, con l’entrata in campo di forze fresche e ben motivate, s’è sovvertito l’esito di una gara che non pareva di fatto scontata, visto quello accaduto nei primi quarantacinque minuti. Come recita quel detto: tutto è bene ciò che finisce bene, ma talvolta ci vuole il necessario coraggio per sovvertire lo status quo del momento, le armi ci sono e sono tutte di qualità, bisogna oliarle e caricare a mille per ferire mortalmente l’avversario. Ora dinanzi alla tv aspettando l’esito della gara del Meazza, che ci dirà da chi dobbiamo guardarci le spalle, sperando che la fortuna dei cuginastri cessi, prima o poi, ma noi dobbiamo pensare in primis a noi stessi. Dobbiamo essere concentrati alla gara di martedì, contro il Salisburgo, dovremo dare il colpo necessario per andare in testa al girone, incasellando quei punti necessari che ci daranno la possibilità di un primato che è assolutamente nelle nostre corde, pensando con più veemenza al campionato, senza lasciare per strada altri punti importantissimi. Alla ripresa del campionato ci sarà lo scoglio Roma del compianto e sempre amato Muorinho, a cui il popolo nerazzurro ha sempre riservato grande affetto, ricambiato in più di un’occasione dal tecnico portoghese nei nostri riguardi, ma è anche vero che ci sarà la comparsa di colui che ci ha preso in giro per ben due volte, ribadisco il mio concetto nei suoi confronti, non di odio ne di disprezzo, ma con una giusta dose di sarcasmo, poteva essere un re a Milano invece s’è dimostrato un giullare di corte a Roma: poraccio!!! I tifosi nerazzurri gli riserveranno l’accoglienza che si deve a personaggi del genere, anche perché chi è causa del suo mal pianga s’è stesso. Credo comunque che anche i ragazzi in campo non gli riserveranno carezze, saranno concentrati nel non lasciargli spazio ne giocate, perché anche loro sono stati traditi da una persona che ha prima baciato il nostro stemma e poi l’ha tradito, alla stessa stregua di quel Iago di Shakespeariana memoria: ti aspettiamo Lukaku, vedrai cos’è capace di fare il popolo nerazzurro, perché il nerazzurro si ama e non si getta nel fango, come hai fatto tu! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.