Brividi e… lacrime nerazzurre!
L’apoteosi culminata nella gioia immensa per il traguardo raggiunto, alla fine è fragorosamente esplosa alle venti circa, di una domenica di metà maggio, che ha sancito ufficialmente la seconda stella nerazzurra. Della gara c’è poco da dire, tipica di fine campionato, nonostante tutto, come al solito abbiamo creato tanto, ma dobbiamo solo fare il mea culpa per un difetto di precisione, ma quando tutto ciò si stava avverando, con tiri ben indirizzati verso la più semplice delle conclusioni, ecco che sugli scudi è salito il portiere laziale, capace di fare degli interventi davvero prodigiosi e stilisticamente perfetti. Però come ci accade spesso, al minimo errore veniamo puniti, esempio la rete del giapponese Kamada che, solo soletto, ha mirato e infilato un Sommer apparso non del tutto irreprensibile come altre volte, anzi non è per nulla esente da colpe, però tutto sommato la gara è stata piacevole, s’è notata nei ragazzi la voglia di non perdere la gara, che per carità, una sconfitta che non avrebbe compromesso nulla, tant’è che tutto già da tempo era stato acclarato. Nel secondo tempo non si sono annotate azioni concrete da rete dei laziali, mentre i ragazzi hanno iniziato a pigiare sull’acceleratore, con altre occasioni ben costruite, compreso il palo colpito da Lautaro di testa, che avrebbe meritato maggiore fortuna. Per fortuna al tramonto di una gara, all’insegna della gioia e di quell’amicizia vissuta sugli spalti dalle due tifoserie, c’ha pensato l’olandese Dumfries a gonfiare la rete, chiudendo il risultato su di un pareggio più che giusto. Al fischio finale tutto il pubblico non attendeva altro che porre l’accento su quell’entusiasmo atteso da tempo, sulla celebrazione di quei ragazzi, di quegli uomini, prima che fantastici calciatori, che hanno fatto un campionato meraviglioso, continuando un percorso iniziato ben tre anni fa, fatto di un bel gioco espresso in continuità d’intenti e di aiuto reciproco, inculcato da un allenatore forse fin troppo bersagliato dalla critica e da taluni tifosi nerazzurri, anche io talvolta non gli ho lesinato critiche, ma solo chi non ha la giusta razionalità per capire di aver errato in valutazioni, può cambiare idea e io l’ho fatto, e ritengo che il buon Simone Inzaghi, ha tutto il potenziale per insegnare calcio ad alti livelli, ne è la testimonianza certificata in questi anni di milizia nerazzurra. Il ciclo è stato aperto e credo che se l’intelaiatura di questa squadra rimarrà tale, saremo sempre la squadra da battere e potremo con le dovute e opportune modifiche restare la bellissima squadra ammirata sinora. Già le premesse ci sono, con gli acquisti di Taremi e Zelisky su tutti, se poi si acquisterà un portiere degno di questo nome, per carità Sommer ha tirato la carretta in più di una gara, ma è opportuno pensare al futuro e ritengo che il brasiliano Bento potrebbe essere la pedina giusta in questo senso. Certo ci dovrebbe essere una seconda punta da inserire nell’organico e poi con dei maestri quali Marotta, Ausilio e il resto dei protagonisti vincenti del mercato nerazzurro, possiamo stare sereni, loro sapranno inserire i giusti innesti in una squadra vincente, aggiungendo altra classe a quella già esistente. Dell’aspetto societario non vorrei esprimere alcun giudizio, anche se il ragazzotto Zang poteva gestire meglio tutta la questione societaria, lasciata impavidamente nelle mani a stelle e strisce, per una manciata di poche centinaia di milioni, che verrà gestita al meglio e rivenduta al miglior acquirente, perché l’Inter attuale è appetibile da tantissimi miliardari, sanno che i ricavi, così facendo e con questa politica, saranno sempre più corposi. Ora però concentriamoci su quella che è stata la festa finale. Bellissima la coreografia che il popolo nerazzurro ha offerto a tutto il mondo calcistico, da brividi quell’ovazione finale tributata ai ragazzi al fischio finale, come quando il capitano Martinez, ha alzato al cielo quella coppa che c’è sfuggita per un’inezia due anni or sono, ma che ora farà la sua bella presenza nella nostra bacheca, già ricca e fornita, insieme ai tanti altri trofei, specie con quelli conquistati in questi ultimi tre anni. Bellissima la passerella dei ragazzi, chiamati ad uno per uno dallo speaker, di avvicinamento al giusto riconoscimento, quella medaglia individuale da sfoggiare con orgoglio. Quella passeggiata orgogliosa verso il podio, stringendo nel contempo le mani di tutte quelle persone accorse per complimentarsi con loro, non solo lo staff dirigenziale e tecnico, ma anche uomini di spettacolo e cantanti. Non vi nego che mi sono sentito immerso in quella festa e seppur a distanza l’emozione è stata davvero immensa, con alcune lacrime di gioia che hanno solcato le mie gote, mai come ora sono orgoglioso di questi ragazzi che hanno segnato una pagina storica di questo club, quella seconda stella che brillerà in cielo e non sarà mai offuscata da nessuno, perché l’Inter nutre del nostro amore incondizionato e non sarà mai sola! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.