…Buoni propositi!
Una vittoria, quella ottenuta nel lunch-match domenicale, che ci vede opposti a un Sassuolo, che sebbene notevolmente rimaneggiato è comunque una squadra temibilissima, guidata in maniera egregia da un tecnico capace e profondo conoscitore del calcio italico. Visto l’esito finale, speriamo solo che sia quella svolta positiva tanto cara alla nostra anemica stagione. Tal volta un campionato si sblocca quando è indirizzato da piccoli e significanti episodi che favoriscono una squadra anziché un’altra. Forse doveva andare in questo modo, tutto era stato definito con un disegno questa volta a nostro favore, facendoci così intraprendere, finalmente la strada giusta. Anche oggi non siamo stati perfetti, ma al momento era essenziale non perdere altro terreno, però a differenza di altre partite, specie nel primo tempo, abbiamo giocato anche bene con forza e creato tantissimo, questo avvalora la bella prestazione del portiere avversario. La sofferenza, purtroppo, è nel nostro dna non possiamo proprio farne a meno. Dopo aver creato tantissimo e aver realizzato solo una rete, ci tocca aspettare il novantesimo per tirare un grandissimo sospiro di sollievo. La mano di Pioli si vede sul campo, per come giocano e si aiutano gli attori in campo, per come si scelgono le giocate sugli esterni e con il continuo movimento della punta centrale, non dando così punti di riferimento ai difensori avversari. Appare però evidente, dopo aver fatto notare i tanti pregi visti in campo, di com’è stata condotta la gara senza subire granché, di come i ragazzi sono stati prevaricati dalla freschezza atletica degli avversari specie quando le forze fisiche vengono meno. Mi chiedo come mai gli altri riescono a correre per tutta la gara mentre i nostri ragazzi no. A cosa si deve questa mancanza atletica? Forse un’errata e approssimativa preparazione fatto nel periodo estivo? Secondo il mio modesto parere in estate si dovrebbero tralasciare le tournée oceaniche, lavorando di più sul campo, preparando al meglio la stagione che si deve affrontare. Toccherà ora al tecnico prevedere, nel periodo natalizio, un richiamo di preparazione consono al recupero psichico e fisico dei ragazzi, cercando di affrontare al meglio il resto della stagione. In squadra il materiale umano, l’ho sempre dichiarato, è di prim’ordine, ma questa considerazione devono in primis averla loro stessi, il tecnico e chi opera in società, cercando nel collettivo quella marcia in più che sinora è mancata. Ora nel mercoledì che prevede l’ultimo atto, che chiude un anno che non è stato dei migliori ma neanche dei peggiori, ma è anche il penultimo appuntamento del girone di andata che ci vede opposti, come lo scorso anno nuovamente alla Lazio. Ricorderete com’è andata, fu la gara che ci avviò inesorabilmente verso una débâcle inesorabile, memore di una sconfitta immeritata se non altro per il gioco prodotto ma per l’inconcepibile perdita di lucidità di un giocatore, che quest’anno non sarà della gara, quel Felipe Melo la cui irruenza è deleteria per la causa nerazzurra. L’assenza però che più fa preoccupare non è certo quella del mediano brasiliano, ma quella del portoghese Joao Mario, ammonito e in odore di squalifica. Il parco giocatori, lo ripeto, è ampio e bisogna riproporre, in questi casi, un giocatore che secondo il mio modesto parere non ha ancora fatto vedere il suo reale valore, mi riferisco a Ever Banega un centrocampista dai piedi buoni utili, che messi al servizio della squadra possono essere sicuramente utili alla bisogna. La prossima gara è un duro, quanto stimolante, banco di prova, per sapere se realmente è stata imboccata la via giusta. Il tempo, lo sapremo a breve, mancano solo tre giorni, quindi sapremo se questo sarà il percorso giusto. Speriamo di trovare sotto l’albero di Natale quella squadra di cui siamo follemente innamorati, che ci fa da sempre battere il cuore, ma che stiamo ancora aspettando. Il nostro auspicio più grande è tutto in quell’attesa che sia volta al termine e che il 2017 ci consegni una squadra capace di credere nella propria forza e di giocare come, sa con coerenza e con carattere. Amici incrociamo le dita, ma credo che alla fine ritroveremo la vera Inter, noi stiamo aspettando e non vediamo l’ora di poter gridare tutto l’amore che proviamo per questi colori… Amala!
Antonio Dibenedetto
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Sprazzi… d’Inter!
Una vittoria, quella ottenuta contro un bel Genoa, che ci consegna tre punti davvero d’oro, per la nostra non bellissima classifica. Purtroppo io sono sempre stato realista, non è nella mia indole entusiasmarmi per delle vittorie come queste, il mio senso di sportività mi porta a dichiarare che, godiamoci si questa vittoria, ma da salvare ieri sera c’è solo il risultato, null’altro poiché le trame imbastite in campo, di certo non ci ha visto eccellere in un bel gioco spumeggiante. In questi casi si dice che valgono solo i tre punti, il bel gioco cade in secondo piano, ma agli occhi degli amanti di questi colori non è proprio così. Noi vogliamo che la nostra squadra sia cinica, ma allo stesso tempo debba essere coerente della propria forza, avendo nel DNA quel credo tattico che deve essere superiore a tutti e a tutto, annichilendo l’avversario con un gioco teso a trame belle agli occhi e al cuore. Sarò pure un passionale questo sì, ma guardare una gara dove vedi la tua squadra, messa alle corde, non è bellissimo anzi, non si possono guardare svarioni difensivi come quelli di ieri sera, e se non siamo andati sotto il punteggio, il demerito è solo ed esclusivo dei giocatori liguri e del nostro portiere che ha annullato ogni loro tentativo di segnare. La cosa che poi dispiace maggiormente è che in alcuni tratti si è vista la vera Inter capace di giocare a calcio, di condurre il filo del gioco sovrastando l’avversario, allora la domanda è quella solita perché dobbiamo ridurci a soffrire quando sappiamo fare il nostro dovere? Perché celiamo la nostra capacità dietro un inspiegabile calo di lucidità e paura? Non è facile essere razionali quando si guarda una partita della nostra beneamata, si eccede spesso nell’esaltazione per una giocata bellissima alla frustrazione per un errore madornale che è commesso per superficialità e mancanza di concentrazione. E’ vero che gli attori in campo non sono degli automi, giustissimo, come tutti gli esseri umani sono capaci di errori, ma mi chiedo il perché devono sempre e comunque essere i nostri alla mercé di tali incongruenze? Il calcio è sempre stato uno sport fantastico che però deve sottostare a regole ben precise, chi fa goal e non ne subisce vince. Giustissimo, ma è anche vero che non sempre vince la squadra che merita di più, è il caso della gara di ieri sera, io non ho gli occhi come si dice in gergo, foderati di prosciutto, mi rendo conto che non siamo bellissimi da vedere e tutta questa situazione è figlia di tanti errori che sono stati fatti, sia societari sia di valutazione nell’acquisto di giocatori davvero sopravvalutati, ma non porre rimedio nel breve vuol dire che è una condizione deleteria per il futuro. Non mi stancherò mai di dire che ci vuole programmazione sia nelle vicende societarie sia in quelle tecniche e di spogliatoio, bisogna portare avanti un progetto che debba essere vincente negli anni. Questo può avvenire quando il passato è stato glorioso, il presente deve essere costruito in virtù di quello che è stato fatto, per avere la possibilità di un futuro molto più roseo di quanto si possa credere. Non ha senso arrabattarsi per raggiungere delle mete, che poi svaniscono nel modo con cui sono arrivate, senza avere il gusto fi viverle in pieno. Nel presente ci vuole realismo, non basta buttare fumo negli occhi dei tifosi con l’acquisto clamoroso, noi chiediamo solo coerenza e voglia di combattere in campo, noi non lesineremo mai l’amore e la passione verso i nostri beniamini che in campo giocano come se tutte le gare fossero delle finali, che sudano e si aiutano come una squadra e se poi i risultati non arrivano, perlomeno si è lottato sino in fondo, senza mollare mai! Solo in questo modo il nostro apporto sarà incondizionato, ci saranno gare che nelle quali, non sempre questo si potrà verificare, siamo consapevoli di questo, ma avremo comunque una squadra che ci darà sempre e comunque delle soddisfazioni e della quale essere orgogliosi. Ripartiamo tutti insieme e azzeriamo ogni tipo di emozione sia negativa sia positiva, crediamoci sperando che almeno questa volta sia quella buona e definitiva! …Amala!
Antonio Dibenedetto
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Lezione di……calcio!
Cari amici esordisco nell’analisi di questo sconcertante venerdì di campionato dicendo, con tutta sincerità, che sto esaurendo ogni plausibile e logica spiegazione di questi continui e deleteri black-out dell’Inter, avrei voluto non scrivere alcunché e postare una frase sola: “senza parole”. Poi la coscienza di tifoso, mi ha consigliato di analizzare gli accadimenti con raziocinio, non dimenticando però di censurare certi atteggiamenti in campo di giocatori “quotati”, che si ricordano di essere tali solo in alcune circostanze e non voglio dilungarmi oltre. Non riesco però a classificare la gara del San Paolo, gli aggettivi sono terminati o forse quello più consono è “indegni” con accanto un “inefficaci” e “inadeguati”. Questa non è una reazione alla rabbia accumulata ieri sera, bensì la considerazione a bocce ferme, di un manipolo di giocatori che stanno disonorando sempre più la maglia che indossano. E’ inconcepibile che ieri sera si è stati alla continua mercé di una squadra quella partenopea, che pur avendo validissimi giocatori non è apparsa insuperabile, tant’è che ci ha concesso diverse occasioni limpide per far goal, non ci siamo riusciti solo per l’inefficacia dei nostri avanti, su tutti Perisic. Anche chi non mastica di calcio, avrà costatato ieri sera, le praterie, specie sulla corsia destra, lasciate agli avanti del Napoli, che dal canto loro si sono resi conti che avrebbero potuto far male a una retroguardia, quella nerazzurra, messa seriamente in difficoltà. Hanno sfruttato ogni occasioni punendoci per ben due volte nei primi sei minuti di gioco, e l’Inter? Non pervenuta. La débâcle, si è concretizzata specie in una difesa ballerina e incapace di porre rimedio agli errori di un centrocampo davvero inconsistente. Tutta la squadra ha fornito una prestazione che non si vede neanche in allenamento, dove si provano schemi nuovi e dove ci si allena per avere più corsa, invece i nerazzurri ieri ne hanno messo davvero poca in campo. Il San Paolo ha fatto vedere a tutta Italia la pochezza di questa squadra che nei momenti di difficolta non è capace di reagire, ripetendomi dico che non ha corsa sono a dir poco statici e con tocchi sempre indietro senza avere la benché minima idea di giocare a calcio. Il Napoli ieri ha scoperto il nervo dolente di una squadra, quella nerazzurra, che è sempre stata sottomessa nel gioco e con scambi rapidi saltavano a meraviglia i birilli milanesi come e quando voleva giocando in modo elementare e concreto, senza il nostro sterile possesso di palla, il ti-ti-ta-ca lasciamolo a chi è capace di farlo, la nostra arma migliore dovrebbe essere se non altro la praticità e la concretezza. Si potrebbe dire che per quello che si è visto in campo, il risultato potrebbe essere stato bugiardo, per le azioni create ma non concluse, ma è anche vero che se Handanovic non compieva degli interventi risolutivi, forse il risultato finale sarebbe stato molto più pesante. Forse sarà il caso di mettere in campo giocatori che hanno voglia? Dov’è finito il Miranda conosciuto lo scorso anno, anche lui si è smarrito nel marasma generale? Avrei davvero la voglia di rivolgere una domanda al nostro tecnico, ma che senso ha mettere in campo un Palacio ormai cotto invece di provare un ragazzo per il quale si spesi tantissimi denari e non ha giocato pressoché niente di questo campionato? Vogliamo provare a vedere di quale pasta è fatto Gabigol, se vale i soldi spesi, oppure è un flop come il tanto celebrato Kondo… certo che noi siamo davvero bravi a farci del male da soli, ci piace oramai essere gli zimbelli di una nazione intera e forse di più, solo noi tifosi abbiamo dell’amor proprio che va oltre ogni normale concezione di tifo, essere tifoso dell’Inter non vuol dire amarla solo quando vince, bisogna onorarla anche quando perde, questo è vero solo però quando lotta e suda in campo, non in partite come queste scialbe e inconsistenti, io non ci sto più!!! …. Amala!
Antonio Dibenedetto
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…Ansia da prestazione!
L’emozione non ha mai fine specie quando gioca l’Inter, ma quando Icardi si è trovato in procinto di appoggiare in rete quella bellissima palla lavorata molto bene da Perisic e deviata dal portiere gigliato proprio sui suoi piedi, penso che sia stata ipoteticamente ed emotivamente spinta da ogni persona che vuol bene alle sorti nerazzurre. Credo che in quel frangente molti tifosi, come d’altronde il sottoscritto, abbiano tirato un gran sospiro di sollievo, per un risultato che poteva essere messo seriamente in discussione. Correrò il rischio di ripetermi, ma è inconcepibile che questa squadra quando è in vantaggio inizi ad avere paura di essere rimontata, giocando peraltro un primo tempo davvero bello e devastante per gli avversari, con delle trame e azioni spumeggianti condite da reti e occasioni in serie. Mentre nella ripresa, la nota dolente, ecco che subentra la paura di sbagliare, le certezze si sfaldano come neve al sole e i ragazzi giocano come se avessero una sorta di freno a mano inserito! Quella perpetrata questa sera non è stata una novità, era già successo giovedì in Israele contro un modesto manipolo di dilettanti l’essere rimontati e superati per una cervellotica paura di vincere, cosa che non dovrebbe accadere a una grande squadra, o a chi presume di esserlo. Forse stavolta abbiamo rischiato di fare peggio, nel senso che segnare tre belle reti e farsi rimontare quasi del tutto sarebbe stato davvero deleterio per una stabilità psicologica di chi tiene alle sorti di questa squadra. Allo stato attuale ci rimane solo da compiere l’ultimo atto di un’Europa League, solo per le statistiche legate a un’eliminazione impensabile nel giorno dei sorteggi e per la nostra fame di Europa, ma che in fine ci ha portato ben pochi sorrisi e regalato tantissimo fiele. Abbiamo il dovere di dedicarci al campionato, cercando di scalare una classifica che è sempre più irta e piena d’insidie e ostacoli. In questi ultimi giorni l’autostima non è ai massimi livelli e ci sta anche che in decisivi momenti della gara la squadra possa avere dei contraccolpi, ma la cosa primaria per uscirne è quella di ricompattarsi e avere la consapevolezza di poter fare del male all’avversario di turno in qualsiasi momento, giocando da squadra e dedicando tantissimo tempo al lavoro, medicina essenziale in questi momenti. Pioli ha dimostrato che è in grado di tirare fuori il meglio da ognuno dei suoi giocatori, deve cercare, però, di far dosare al meglio le energie e di conseguenza quella lucidità giusta per rendere concreta ogni azione di gioco, anziché correre come forsennati solo per un periodo della gara, anche perché è inopinabile considerare di avere la possibilità di mantenere certi ritmi per tutta la gara, ma con raziocinio bisogna dosare le proprie energie. Sicuramente questo è un lavoro da mental coach, credo che i ragazzi ne avrebbero estremamente bisogno, ma è altresì vero che solo la coesione e l’amalgama del gruppo porta a risultati che si vedranno con il tempo, noi aspettiamo fiduciosi quello che sarà il giorno risolutivo per far vedere a tutti che siamo tornati, noi (tifosi) ci siamo sempre stati e ora tocca a voi …Amala!
Antonio Dibenedetto
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l’Inter crea ma…soffre!
Commentare un derby acciuffato all’ultimo afflato come quello che tutti i tifosi, sugli spalti hanno, per tutta la gara trattenuto e poi esalato, è davvero difficile. Questa stracittadina non è stata la gara più bella da salvare e annoverare tra quelle del secolo, ma forse l’Inter, mai come oggi, ha avuto il merito di giocarsela alla pari con i rivali milanesi. Il Milan dal canto suo, stava portando a casa una vittoria che andava ben oltre i propri meriti, ha giocato come una provinciale, tutti arroccati dietro la linea della palla, lasciando il pallino del gioco all’Inter, ripartendo in contro piede. Questa tesi è avvalorata dal fatto che il loro primo tiro nella porta di Handanovic è arrivato al quarantesimo ed è tutto dire! Poi i soliti errori, le solite indecisioni difensive che sono oramai divenute una costante della retroguardia nerazzurra, hanno spalancato di fatti le porte dell’ipotetico paradiso pallonaro al “diavolo”, salvo cadere rovinosamente a poi istanti dal termine, vuoi per una giustizia calcistica che questa volta si è fatta palese, vuoi per la caparbietà dei ragazzi di sovvertire le sorti di una gara che stavano, almeno delle occasioni create, ingiustamente perdendo. Come poche altre volte quest’anno si è rivista una squadra, l’Inter, giocare come tale, sarà il merito del neo allenatore Pioli, oppure è lo strano clima che si respira quando si gioca la “partita” madre di tutte le gare, con quell’emozione unica che può darti rispetto alla altre? Questo quesito potrà essere risolto solo da quello che sarà il proseguimento del campionato, ma tante altre volte, prima di questa, si sperava nella fatidica svolta che poi ogni volta puntualmente è stata disattesa. Una cosa però mi piace rilevare è la perspicacia di Pioli nel volere mettere in campo le pedine giuste nella posizione giusta, e specie nel primo tempo ci è riuscito, tant’è che Medel nel suo ruolo naturale (in nazionale gioca da centrale difensivo) dove si trova davvero a proprio agio, ha dato un ottimo apporto. E’ stato il migliore in campo sino a quando, una distorsione al ginocchio, non l’ha costretto a uscire dal campo sostituito da un Murillo, non sempre lucido nei suoi interventi, al di sotto dei suoi standard. Finalmente si è visto Joao Mario giocare nel suo ruolo dietro la punta, così come gioca in nazionale, fornendo una prestazione davvero positiva. Un buon allenatore deve prima di tutto capire e sapere dove far rendere al meglio i propri giocatori, Pioli ha dimostrato di avere quest’attitudine nel proprio DNA. Ora deve continuare con caparbietà nel recupero di giocatori che alla lunga possono fare bena alla causa nerazzurra, senza dimenticare quel Banega che in Spagna era davvero essenziale, deve lavorare, come si dice sulla testa dei giocatori, deve avere la fiducia della rosa a disposizione e avere la possibilità di ricostruire quel gruppo che sinora non è mai stato coeso, sono sicuro che il gioco, sinora latitante si vedrà. A essere sincero, oggi un certo accenno di gioco si è visto sul rettangolo del Meazza, credo sia confortante per continuare su questa strada. È terminato con un pari il primo derby della “Maddon-Cina”, certo che di questa etichetta forse ne avremmo fatto a meno, però ci sono e stanno investendo soldi in Italia e quindi ne hanno tutto il diritto, spero solo che non si riveli una boutade nipponica e che seriamente tengano con raziocinio alle sorti delle due società meneghine. L’Inter deve con forza ricercare quella serenità che fino adesso è mancata, con fiducia deve affidarsi a un tecnico preparato che senza fronzoli ha la possibilità di riportarci in alto, dove meritiamo! Io in Pioli ci credo e voi? … Amala!
Antonio Dibenedetto
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Avanti … un’altro!
La partita di un’insolita domenica pomeriggio, nascondeva le insidie di una preventivata contestazione, che è stata vissuta solo sugli spalti, mostrando tutto il disappunto dei tifosi, con striscioni accusatori nei confronti di una società latente quanto mai assente e nei confronti dei giocatori esortati a correre in campo. Come accade in questi casi alla fine, come tutti gli innamorati di questi colori, si è messo da parte ogni tipo di dissapore, iniziando a tifare “a cuore aperto”, incitando al fischio d’avvio, chi indossava la nostra gloriosa maglia! Mi è piaciuta, e la condivido in pieno, l’attestazione di stima che è stata tributata a un allenatore, che paga per errori non suoi, ma che principalmente non è riuscito a far capire il suo modulo di gioco. E’ stato bruciato da considerazioni nei suoi confronti sbagliate e inserito in un progetto che non ha mai sentito propriamente suo, comunque è anche vero che perdere ben sette gare su quattordici suona come una sentenza senza appello, ma da tifoso mi sento di dire grazie di tutto Frank! La gara non ha dato quei segnali che ognuno si aspettava, tranne il risultato di positivo c’è stato ben poco. Come il solito concediamo sempre un tempo all’avversario e per fortuna questa volta avevamo davanti un Crotone davvero povero di contenuti tecnico e tattici, che ha pensato solamente a non prenderle, difendendosi a spada tratta, noi di contro, abbiamo rispettato in toto questo suo volere. La ripresa è stata un attimo più movimentata, si è creato di più ma la gara si è sbloccata solo nella parte finale, quando la contestazione secondo me sarebbe stata molto più pesante. Fatto il primo goal grazie a un’invenzione di Icardi che ha, di fatto, messo dinanzi a Cordaz un Perisic che non ha avuto alcuna difficolta a trasformare quell’invito in rete, il resto serve solo per la statistica, quantificando il bottino personale del nostro “puntero” salito a quota dieci reti in campionato, e per fortuna che ci pensa lui! Ora alla ripresa del campionato serve una prova di qualità e quantità, avremo difronte l’altra squadra di Milano che viaggia su medie altissime e che comunque riesce anche a far gioco e risultato. E’ vero che il derby è sempre stata una gara strana, dove ci si può aspettare di tutto, con il risultato sempre aperto a ogni tipo di punteggio, razionalmente non è possibile definire chi è avvantaggiato, ma bisogna giocarla con intelligenza e con quell’agonismo sano, dando tutto sul campo senza lesinare alcuno sforzo per il raggiungimento del risultato principe che è la vittoria! Queste sono gare che vanno preparate sia sul campo sia mentalmente, con una concentrazione che deve essere sempre al massimo, un errore figlio di approssimazione può essere letale. Speriamo solo che con la conclusione dell’inaspettato casting, con il nuovo tecnico, si riesca a intravedere un gioco, che sia continuo e non a sprazzi, che possa fare divertire e allo stesso tempo portare risultati confortanti alla causa nerazzurra, sperando infine di non maledire l’inizio a handicap di questo nostro strano (sin qui) campionato. Pioli mi è sembrata una scelta oculata, la società ha finalmente fatto una scelta giusta per il semplice motivo che non è l’ultimo arrivato, conosce bene il campionato italiano e quando vuol farsi capire, lo fa senza mezzi termini, in ultimo le sue squadre giocano un bel calcio, speriamo riesca anche nella Milano che in questo periodo vive un periodo non proprio sereno. Se proprio vogliamo trovargli un difetto, forse è quella macchia, per noi, del suo passato juventino, ma non tutti siamo perfetti per carità. Credo comunque che con la sua caparbietà saprà farsi valere e tenere tutti i giocatori sulla corda, non ci sarà nessuno che avrà il posto assicurato, forse tranne Handanovic e Icardi, le sue scelte ricadranno su chi gli darà le maggiori garanzie e in un certo senso è anche quello che tutti noi ci auguriamo, una squadra che possa finalmente decollare, aiutando tutto l’ambiente a vivere di quella serenità e considerazione dai media, che ultimamente ci è stata preclusa! …Amala!
Antonio Dibenedetto
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