Stagione 2018/2019


Un bicchiere mezzo pieno o…


Scritto Da il 21/Apr/2019

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Un bicchiere mezzo pieno o…

Se fosse arrivata una sconfitta nel sabato Santo, allora sicuramente i giorni che si sarebbero susseguiti sarebbero stati di vera passione per Spalletti e company, per fortuna ciò non è avvenuto così nulla è stato mutato e il vantaggio sulle inseguitrici è rimasto intonso, per cui possiamo ancora credere in quello che vogliamo raggiungere: un onorevole terzo posto in classifica. E’ noto che quando questa squadra deve tirare fuori gli attributi, dando in questo modo una spallata decisa al campionato, non vi riesce, alimentando così negli inseguitori la possibilità e la speranza di raggiungere quel fatidico posto al sole chiamato piazzamento Champions. Si sa che quest’ultima fase di un campionato, per notizia già passato agli annali con l’ottavo titolo consecutivo dell’undici bianconero, gode di un piccolo campionato nello stesso, con le squadre che sgomitano, che cercano di raggiungere quella fonte di guadagno necessaria per la progettazione di un futuro più roseo raggiungendo un’Europa più cospicua, la Champions, ma anche l’Europa League che porterebbe in dotazione dei cospicui guadagni. In casi come questi non si riesce a capire se guardare il fatidico bicchiere mezzo pieno oppure no, io credo che con il senno di poi e visti i risultati delle altre pretendenti, possiamo sicuramente sostenere che il nostro bicchiere è mezzo pieno, tutto è rimasto intatto rispetto alla precedente giornata e la cosa positiva che comunque vi è una giornata in meno da disputare. La gara contro i capitolini ha mostrato ancora una volta che ci sono giocatori in rosa che possono tranquillamente rimanere in rosa mentre tanti altri forse è il  caso di lasciare andar via. Nella fattispecie mi riferisco ancora una volta al cervellotico comportamento in campo di un talento qual è il croato Perisic, capace di lasciare inespressa ancora una volta la sua voglia e il sapere giocare a calcio. Forse è più grande la voglia di squadra rispetto a quella del singolo, senza dubbio la seconda ipotesi è quella più condivisibile, visto che tanti altri hanno lottato cercando di recuperare lo svantaggio iniziale. Sugli scudi le buone prestazioni di Asamoah e di Borja Valero, lo spagnolo buon metronomo di un centrocampo che soffre l’assenza di un Brozovic che stava dando la sua impronta positiva di gioco, speriamo possa ritornare nella prossima importante gara contro i campioni d’Italia. Capitolo a parte merita la telenovella di Icardi relegato in panchina a favore di un Lautaro che si è dato parecchio da fare andando vicinissimo al bersaglio personale, al contrario del connazionale molto svogliato in campo e secondo me già con la mente a liberare l’armadietto della Pinetina. Certo lo strappo che ha causato il suo comportamento non si ricuce facilmente, non credo neanche che la riconquista di quella fetta di tifosi che l’ha sempre sostenuto possa essere determinante per una sua riconferma, neanche nel caso di un suo eventuale ripensamento, facendo mea culpa fornendo nelle ultime gare un’intensa partecipazione supportata da tantissime reti in questa parte finale, sono quasi certo che le strade si divideranno inesorabilmente a giugno. Questa ipotesi è supportata anche dalla considerazione che nella gara contro la Roma è stato relegato in panca, rivoluzionando nell’interesse del tecnico la scala dei valori e dell’importanza a favore del connazionale più. Ora testa alla prossima gara, spero solo che i torinesi freschi dell’ennesimo titolo continuino con i festeggiamenti e possano lasciare i tre punti importanti per la causa nerazzurra, certo non dobbiamo aspettarci favori da loro, il nostro compito è di non pensare a eventuali cadeaux, ma solo fare la nostra gara in modo importante e con la massima concentrazione, solo così possiamo, con solo quattro gare rimanenti, programmandole nel modo migliore. Mai come ora noi ci saremo per sostenere i nostri colori, manca poco, dobbiamo essere coesi ancora di più il traguardo è alla nostra portata e non possiamo lasciarcelo sfuggire ne va della nostra affidabilità presente e ancor di più futura. A nome mio personale, come rappresentante dell’intero direttivo dell’Interclub Giacinto Facchetti di Fano, formulo a tutti i soci e a voi tutti lettori l’augurio di una serena e felice Pasqua. …Amala!!!!

                                                               Antonio Dibenedetto

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Siamo alle solite!!!


Scritto Da il 28/Gen/2019

    

Torino's Armando Izzo scores the goal (1-0) during the Italian Serie A soccer match Torino FC vs Inter FC at Olimpico stadium in Turin, Italy, 27 January 2019 ANSA/ALESSANDRO DI MARCOSiamo alle solite!!!

Credo che dopo la gara di ieri sera ogni tifoso abbia smesso di credere, in modo incondizionato, in questa squadra. Oramai anche il minimo barlume di speranza di vederla giocar bene è pressoché vana. Della squadra che ha calcato il terreno di gioco del Comunale di Torino, nella giornata che festeggiava il centenario della nascita dell’immenso Valentino Mazzola, sicuramente ci si sarebbe atteso uno spettacolo migliore per onorarlo. Invece quel che è accaduto è stato del tutto deprecabile.  Dicevo poc’anzi, di quella squadra nerazzurra scesa in campo, non ne avrei salvato neanche uno macché, ovvio stessa sorte sarebbe toccata anche all’allenatore meneghino, che continua imperterrito nel presentare quest’accozzaglia di giocatori inguardabili, senza mordente in balia di un avversario non del tutto trascendentale, cosa che si è spesso verificata quest’anno. E’ assurdo pensare che questi presunti campioni, forse solo per i loro lauti stipendi, abbiano un impatto sulla gara di turno davvero modesto quasi come una squadra amatoriale che deve disputare una gara, seppure controvoglia, perché comandati, altrimenti… ma la cosa però che faccia imbestialire ancor più ogni persona che tiene a questi colori e che poi Spalletti si presenta in conferenza stampa, con quella sua strafottente sicumera, sciorina spiegazioni che di logico non hanno davvero nulla. Incolpando per il risultato negativo della gara solo a fattori esterni, non imputa nulla alla sua mancanza di capacità di allenare, di motivare e  tenere sulla corda giocatori che mentalmente sono al minimo consentito. Riflettendo mi viene da pensare ma questa persona è davvero così oppure ci fa? Non si rende conto che il più grande gesto, che potrebbe fare è di presentare le proprie dimissioni, tanto è palese a tutti che la squadra non lo segue più da un pezzo, né tanto meno segue le sue cervellotiche impostazioni di gioco. Neanche se vincesse tutte le gare di qui sino alla fine del campionato, potrebbe ristabilire la sua posizione da tecnico nerazzurro. Secondo un mio modesto parere l’errore è stato compiuto da una società, assente ingiustificata, che come premio gli ha ratificato l’allungamento del contratto. La risposta viene spontanea: ma premio de che? Si è qualificato in Champions per il rotto della cuffia con uno score in campionato davvero altalenante, conseguita per la logica conclusione più per colpa di altre squadre ancor più scarse della nostra che non per i giocatori, ma sicuramente a causa di un non gioco sviluppato e messo magistralmente in campo da chi li allena settimanalmente. Spero in società che qualcuno abbia il coraggio di dire al signor Spalletti di accomodarsi e mettersi da parte, anzi secondo me, gli farei pagare anche i danni, per acquisti voluti e risultati davvero vani e inutili (vedi Nainggolan) e definiti, con insistenza, utili al suo gioco, che fra l’altro non si è mai visto! Mi rendo conto che è difficile trovare una spiegazione logica per decifrare questo stato d’animo davvero frustrante, è bastato un buon Torino e neanche così arrembante come tante altre volte s’è visto, per avere la meglio di una squadra, l’Inter, davvero devastata nel morale, credo che comunque il signor Spalletti debba vedersi qualche filmato di squadre che realmente giocano al calcio e con questo non mi riferisco all’altra sponda di Torino, l’esempio tangibile può essere l’Atalanta e la Sampdoria. Queste squadre hanno dei tecnici che sanno davvero mettere bene in campo le loro rispettive squadre, e quando giocano, si vede che è calcio quello che interpretano, non il nostro! Penso, anzi credo, che i precursori di questo fantastico gioco guardando una nostra gara si rivolterebbero nella tomba dall’apatia. Grazie signor Spalletti per le continue figuracce che ci stai facendo fare, tutto merito del tuo bagaglio tecnico-tattico che possiedi, sei un perdente in Italia e lo stai dimostrando ripetutamente. E’ rimasto un ultimo appiglio giovedì, mi raccomando pianifica la nostra uscita anche dalla Coppa Nazionale, ci vuole ben altro per affrontare una bella Lazio che ieri sera per lunghi tratti della gara ha messo sotto i primi della classe, perdendo in modo davvero immeritato. Io non guardo all’Europa League tanto del tempo ci vuole, ma continuando con quest’autostima che oramai è sotto i tacchi, chissà se potrà salvare una stagione sin qui tormentata. Speriamo che arrivi in fretta questa benedetta chiusura dell’appendice di calciomercato, che tutto si definisca al più presto e chi vuol rimanere lo faccia con cognizione di causa altrimenti che vada via, di mercenari gli annali ne sono pieni, vero Perisic? …l’Inter merita altro!…..     Amala!!!!

                                                               Antonio Dibenedetto

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Mediocrità…latente !!!


Scritto Da il 20/Gen/2019

 NON CI SONO FOTO DISPONIBILI AL MOMENTO CHE POSSANO CARATTERIZZARE LA GARA

 

Mediocrità…latente !!!

Anche la gara di ieri sera ha vissuto con i consueti alti (pochi) e bassi (davvero tanti e imbarazzanti) che sono stati purtroppo la costante delle nostre partite sinora, figli di un gioco inutile e disarmante, senza schemi e nessuna convinzione di poter sconfiggere l’avversario di turno, un bel Sassuolo che ci ha messo alle corde, con un gioco davvero apprezzabile e tanta corsa. Tutto ciò deriva anche dalla considerazione che la nostra prima azione (forse l’unica) di gioco ben orchestrato è avvenuta solo al trentesimo del primo tempo: questo è tutto dire. Credo però che questa volta sia opportuno dare la precedenza ad altro e non analizzare la nostra misera gara, lasciando prima di tutto le dichiarazioni della vigilia del nostro tecnico. Come tutte le altre volte si è presentato in conferenza stampa con la solita seraficità e dopo le prime schermaglie, ha dichiarato, presentando l’incontro: “Non so quanti punti faremo nel girone di ritorno, non dobbiamo porci limiti, noi siamo l’Inter, abbiamo ambizioni forti…” e poi conclude: “Vogliamo vincere dei titoli, è troppo tempo che questo club non conquista un trofeo.”  Poi chissà nel post partita ha dichiarato: “Non abbiamo evidenziato la differenza di qualità tra le squadre. Icardi è stato servito poco, ma si è mosso poco.” Un tifoso e che ama questi colori, ma anche chi s’interessa di calcio, leggendo queste dichiarazioni non può che credere di avere di fronte una persona con una personalità davvero disturbata, credendo di avere come suo unico obiettivo un gioco che davvero latita. In campo ci vanno i giocatori questo è vero, ma chi li segue in allenamento durante la settimana, chi decide la formazione, chi sceglie coloro da mandare in campo, chi è chi deve infondere sicurezza e gestire le emozioni nel gruppo: sempre lui! Secondo me quest’uomo deve cospargersi il capo di cenere ed essere più modesto, esercitando la giusta considerazione su di un gruppo davvero mediocre. Ieri sera ben pochi sono andati oltre la sufficienza, si continuano a mettere in campo calciatori ben pochi motivati, se è comune la sensazione che vogliono cambiare aria, è, secondo me più salutare per tutti che lo facciano, sarebbe la cosa migliore. Se l’inizio del girone di ritorno è questo, allora ci sarà da soffrire ancora di più del girone d’andata. Della squadra scesa in campo ieri sera secondo me ben pochi meritano d’indossare i nostri colori. Spero solo che finisca al più presto questa manfrina, questo tira e molla di un calcio mercato davvero inutile che solo a fomentare disturbi in seno ad una squadra che di per sé di problemi ne ha tantissimi. Spero che l’avvento di Marotta possa essere realmente l’avvento di una rinascita da tempo paventata ma mai di fatto avvenuta. Ci vuole chiarezza partendo da un tecnico che deve essere il primo a bagnarsi il capo di umiltà distribuendo al resto della squadra tanta autostima e carattere capace di giocare davvero da squadra. Ultima analisi: credo che fortunatamente ieri sera lo stadio era chiuso al tifo organizzato altrimenti gli attori in campo sarebbero stati accompagnati negli spogliatoi con sonore bordate di fischi e una contestazione altisonante. In contrapposizione sugli spalti erano assiepati tantissimi ragazzini, quei tifosi del domani che con gioia gridavano il loro innocente tifo per giocatori in campo non meritavano davvero tutto quel loro amore. Questo non è il calcio che si vuole far vedere ai più piccoli, questo spettacolo osceno non appartiene a una squadra dalla mentalità vincente, né tanto meno si deve insegnare o per lo meno prendere come esempio a chi crede in questo gioco. Per vincere serve molto di più, si deve imparare da chi lo fa con costanza specie negli ultimi anni, tutto deve partire dal cuore e una squadra vincente ne ha tanto e lo dimostra nelle gare in cui deve gettarlo oltre l’ostacolo. ….Amala!!!!

                                                               Antonio Dibenedetto

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La sosta ci renderà consapevoli?

La gara con l’Empoli portava in dote una sorta di ammaliante e dolce considerazione che ogni tifoso interista si portava dentro, e cioè: i ragazzi ci faranno trascorrere un fine d’anno in tutta tranquillità, oppure come il solito ci sarà da recriminare e attendere momenti migliori? Bene a bocce ferme possiamo dire che tutto è passato con una gara in terra toscana giocata con momenti di buon calcio, specie nel secondo tempo, alternati come il solito di tantissimi errori tecnici nella prima frazione. Chi segue l’Inter come il sottoscritto, oramai ci ha fatto il callo con queste prestazioni, diciamo che sono la consuetudine, il mio augurio sincero che il prossimo anno si possano fare gare con meno sofferenza e più gioco d’insieme, poiché quando vogliono, lo sanno fare. Siamo certo alle solite, anche l’anno appena trascorso, non si è ancora vista, tranne che in sporadiche apparizioni, la vera Inter e cioè quella squadra che dovrebbe avvicinarsi o per lo meno lottare per il campionato, ma visti i punti di distacco dalla vetta, dobbiamo solo racimolare le briciole con la speranza che, i cannibali bianconeri, ce ne lascino. In società devono finalmente capire che ci vogliono progetti seri e la crescita di quadra deve avvenire in maniera sintomatica, con una programmazione finale al conseguimento di ridurre quel gap, con chi ci precede, che tuttora è davvero abissale. Non mi aspetto granché dal mercato invernale, anche perché se ci fossero dei rimpasti, significherebbe aver mandato alle ortiche tutto quello che è stato fatto in estate, accertando in questo modo d’aver compiuto e programmato ogni cosa con tanta approssimazione. A mio avviso sarà meglio destinare ogni sforzo al prossimo mercato estivo cercando davvero, con acquisti più consoni e utili alla causa nerazzurra, quei giocatori che possano non certo colmare, ma di gran lunga ridurre, quel gap e che sta divenendo sempre più opprimente nei confronti di chi ci precede. Ho evidenziando per ben due volte quel fatidico gap, per il semplice motivo che sento dire da più parti che l’Inter è vicinissima a essere una squadra vicina al vertice, ma io ritengo che non sia assolutamente vero il campo sta decretando, ahimè, tutt’altra storia. Dobbiamo ancora imparare e credere nelle proprie forze, purtroppo la squadra attuale non ha quella fame che avevo visto nella squadra che ha dettato legge per un quinquennio o giù di lì, dove lottavano in campo come una squadra unica e non undici giocatori e parafrasando una frase del trainer di Rocky Balboa in un suo film:… ci vogliono gli occhi della tigre! Questi ragazzotti al cospetto miagolano, per vincere qualcosa di sostanzioso bisogna ruggire. Oramai anche quest’ultima partita del girone d’andata e con esso anche quest’anno che ha rivisto la nostra apparizione, seppur fugace, nella coppa che conta, quella Champions che è rimasta una ferita aperta per troppo tempo. Il 2018 si chiude con 70 punti in 38 gare di campionato, fin qui sarebbe un risultato da non disprezzare se non ci fosse il distacco con la prima, manca a dirlo, la Juve che ha totalizzato nelle stesse gare ben 101 punti. A questo mi riferivo nella diversità di espressioni e di opinioni, questo baratro si deve colmare altrimenti continuerà a essere una misera comparsa in un campionato che diverrebbe sempre più una chimera. Concludo con gli auguri per un 2019 proficuo per ogni tifoso nerazzurro che sogna il ritorno di scena della nostra cara e amata Inter, perché solo chi ama riesce a difenderla ovunque e dovunque. Auguro in nome dell’Interclub Fano, di cui mi faccio portavoce, a tutti voi e alle vostre famiglie che il nuovo anno sia foriero di ogni bene e che realizzi ogni vostro desiderio…   Amala!!!!

                                                               Antonio Dibenedetto

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Le urla di San Siro!!!


Scritto Da il 27/Dic/2018

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Le urla di San Siro!!!

Ennesima giornata amara, quella vissuta ieri sera dal calcio italiano, in considerazione che non c’è alcun vessillo né tanto meno il senso di appartenenza, che possa giustificare il brutale comportamento compiuto da alcune frange di pseudo-tifosi. Ora che tutto si è consumato dinanzi agli occhi di tutti, con l’assurdità becera di queste persone che non amano di certo il più nobile gioco “pallonaro” tramandato negli anni, ma che ha già, nella giornata odierna, ottenuto quella fama, di cui avrebbe fatto certamente a meno, sui maggiori quotidiani sportivi europei. A tutto questo se poi vogliamo aggiungere che una persona ha perso la vita, tra l’altro tifoso interista, investito da un SUV di tifosi interisti, la serata sarà ricordata per ciò che è avvenuto, non certo per la spettacolarità della gara, ma da tutto ciò che esula dal gioco del calcio, e cioè dagli assurdi scontri tra tifosi. Una pausa di riflessione è d’obbligo: ma è possibile che per andare allo stadio e tifare la propria squadra del cuore, bisogna sacrificare sull’ara dell’ignoranza, la propria vita per colpa di personaggi che non hanno nulla del vero tifoso? Mi rendo conto che non c’è una risposta plausibile, che è un discorso puramente utopistico, ma ritengo che ognuno abbia il diritto di tifare per la propria squadra, in qualunque parte e in qualunque città, sempre che siano rispettati i così detti canoni della buona educazione e della decenza. Così però non si può andare avanti, bisogna avere il coraggio di fermare la “giostra”, ci vuole la determinazione di dare una scossa a un ambiente che sembra sempre più intorpidito da false promesse mai mantenute. Ritengo siano state giuste le parole in conferenza stampa del tecnico partenopeo, Ancelotti, bisogna dare un segnale e abbandonare il campo, non è assolutamente giusto scagliarsi contro chi in campo lotta e suda per i propri colori, con cori razzisti che hanno, in un’epoca dove si vuole dare un segnale d’integrazione e socializzazione, una connotazione simile a una nota davvero stonata! Tutti gli spettatori assiepati sugli spalti, avrebbero dovuto ribellarsi a quell’ululato stupido e offensivo contro chi ha un colore della pelle diverso dal nostro. Non è giusto né normale, assistere ancora a questi cori e segni d’inciviltà, ci vuole un pugno fermo anche delle società, senza guardare in faccia a nessuno, neanche al proprio tifoso se commette queste insulse attestazioni a sfondo raziale, bisogna avere il coraggio di dire basta e dare un segnale forte a tutto l’ambiente. Si doveva stoppare la gara, l’arbitro su segnalazione della Procura federale aveva il dovere, anzi l’obbligo, di dare un segnale e fermare ogni cosa e magari facendo riprendere, a bocce ferme, la gara dopo qualche minuto, in modo che quelle stupide persone che avevano procurato quel malessere fossero identificate e allontanate quindi riprendere la partita, per il bene del calcio fine a se stesso. Questa gara ha avuto il prologo di un presidente, quello dei partenopei, che ha caricato l’ambiente con considerazioni non certo benevole e brillanti nei confronti del direttore di gara designato, questo certo non ha agevolato nessuno e se De Laurentiis voleva creare polemiche inutili, c’è sicuramente riuscito. Lui è un maestro nel fomentare e vedere tutto il male possibile, in ogni cosa che si avvicina all’ambiente azzurro, caricando a mille una gara che poteva e doveva essere solo una gara di calcio, in palio non c’erano trofei, ma solo tre punti per andare avanti in classifica. Ora ci s’interroga sul day-after e sono sicuro che saranno prese severe misure di coercizione, come ha già espresso il Questore di Milano, nei confronti dei tifosi nerazzurri che non potranno seguire la propria squadra in trasferta, una sorta di “daspo collettiva” per molto tempo in questo campionato. La spada di Damocle però incombe anche sulle partite casalinghe, dove sarà chiusa anche la curva del tifo organizzato nerazzurro, per ben quattro gare di campionato nel mezzo anche la gara di coppa Italia con il Benevento. Se questo vuol dire eliminare il problema o per lo meno circuirlo, allora ben vengano queste misure preventive, ma devono essere continue e simili per ogni frangia di tifoso estremo e non vorrei che quello nerazzurro fosse preso come capro-espiatorio, allora tutto sarebbe assolutamente vano. Avrei preferito sicuramente parlare di calcio giocato, di un primo tempo ben governato dall’Inter, di una ripresa ben più equilibrata, vuoi per l’allungamento fisiologico delle squadre in campo, ma più piacevole per intensità sotto vari punti di vista sino alla rete, sul fischio della sirena, di Lautaro Martinez. Tutto in pochi minuti per il ragazzo argentino che di forza, di cattiveria e di nervi, all’ultimo respiro, quando il Napoli seppure in dieci, gonfio di rabbia per l’espulsione del suo centrale difensivo, stesse provando a prendersi la partita o per lo meno un punticino, ecco la zampata risolutiva del campione, su fantastico velo di Vecino. Mi chiedo in conclusione, ma cosa deve fare ancora questo ragazzo per meritarsi lo spazio che merita? A Spalletti l’amara risposta, anzi l’ardua sentenza, che sono sicuro cadrà nuovamente nel vuoto, tanto… Amala!!!!

                                                               Antonio Dibenedetto

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Un panettone … amaro?


Scritto Da il 23/Dic/2018

riflessioni

Un panettone … amaro?

Siamo alle solite, anche quest’ultima partita è da annoverare in quelle della vasta gamma dei “vorrei ma non posso”, sarà per la scarsa capacità di chiudere gli incontri quando si ha il pallino del gioco e la capacità di creare tanto, ma di realizzare il minimo sindacale, sarà per la presunzione che attanaglia questa squadra di poter vincere con il minimo sforzo. Non ci siamo nel modo più assoluto, ennesima occasione sprecata non si può gettare alle ortiche una gara vinta sino al novantunesimo. Il Chievo all’ultimo istante ha trovato una giocata magistrale accentuando, di fatto, i nostri problemi di concentrazione, perché l’essere recuperati in questo modo da un giocatore, sebbene super, ma di quasi quarant’anni che ha bruciato sul tempo i nostri baldi giovanotti della difesa e con un pallonetto magistrale ha superato Handanovic, brucia eccome!  Una gara ben giocata dai nostri in cui si sono intraviste cose davvero belle, ma anche tantissime sbavature e con giocatori che secondo il mio modesto parere davvero sopravvalutati. Vorrei solo capire chi è quel genio che ha intravisto potenzialità in Joao Mario tali da spendere oltre 40 milioni di euro? Di calciatori così in Italia ce ne sono migliaia e forse anche molto meglio, secondo me in molto hanno guadagnato laute commissioni per quest’acquisto. Anche ieri il portoghese è apparso davvero estraneo al gioco, sempre in ritardo specie nelle due occasioni che ha avuto a disposizione e che avrebbero potuto davvero cambiare le sorti dell’incontro. Solo quel genio di Spalletti non si è accorto che questo giocatore è divenuto un peso per questa squadra, specie quando lo preferisce a giocatori più motivati. Altra considerazione ma possibile che Spalletti non riesce a trovare alternative valide all’ingresso di Lautaro Martinez che fare uscire da campo Politano? Il ragazzotto italiano è l’unico che spinge sulla fascia, mentre il portoghese seppur cincischiando a centrocampo, rimane in campo più del dovuto. Non riesco più a valutare questa stagione, davvero altalenante, credo che non possa essere per niente paragonata alla prima parte dello scorso campionato, ma con questi chiaroscuri, e se i dovuti raffronti che tal volta sono veritieri, chissà cosa potrebbe accadere se non si riesce a centrare l’ambito traguardo. Certo lo scorso campionato abbiamo avuto la fortuna di vincere nell’ultima giornata e complice tanti risultati a nostro favore, ci siamo riusciti forse a discapito di chi realmente meritava quel piazzamento. Tanto quest’anno tutto è compromesso siamo dietro anni luce rispetto ai bianconeri torinesi, e siamo solo al girone d’andata, di questo passo a fine campionato ci sarà un baratro incolmabile tra noi e loro. E’ anche vero che c’è una coppa Italia da onorare e un’Europa League che da più parti si dice che bisogna vincerla per dare un senso a tutti questi anni bui. Tutto è plausibile ma bisogna giocare da squadra e con tanta convinzione nei propri mezzi senza sbavature essendo bravi e cinici sfruttando anche il più piccolo errore, ma con questa squadra sarà molto difficile a maggior ragione con un tecnico che in Italia non è vincente per nulla, cosa potrà dare alla squadra la sua esperienza di sconfitte decisive?  Affermo sempre i soliti concetti oramai triti e ritriti, ma tutte le volte sono sempre all’ordine del giorno, il cielo sa quanto vorrei sbagliarmi e dire pubblicamente che Spalletti è un grande allenatore vincente, ma allo stato attuale mi è davvero difficile esternarlo. Ultima considerazione nel giorno di Santo Stefano ci tocca una gran bella gara contro il Napoli, sarà l’ora di poter vedere in campo una squadra ben motivata, perché se il Natale si appresta a essere vissuto con un po’ di amaro in bocca, speriamo che la fine e l’inizio del nuovo anno sia in ceto senso migliore…AUGURI a voi tutti dall’Interclub di Fano di cui mi faccio modesto portavoce. … Amala!!!!

                                                               Antonio Dibenedetto

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