In terra sarda si è rivista una squadra, l’Inter, che ha lottato con forza e strenuamente sino al raggiungimento della vittoria. L’unico dubbio che poteva sorgere sarebbe stato causato dal dispendio di energie spese per ottenere il secondo trofeo nazionale, in una stagione che tutto sommato rimane di assoluto prestigio, anche se… La gara di ieri sera non poteva essere giocata con superficialità, anche perché i sardi si giocavano moltissime chance di permanenza nella massima serie, ma i ragazzi non hanno mai lesinato buon gioco e tanta coralità di manovra. Moltissime le occasioni create e come al solito concretizzate in minima parte, ma tutte ottenute con manovre di gioco espresse con tantissima personalità. Purtroppo non tutte le ciambelle riescono con il buco, anche perché siamo a soli novanta minuti dalla conclusione di un campionato che potevamo conquistare con tantissima serenità, dobbiamo solo fare il mea culpa se ciò non è avvenuto, non mi riferisco alla sola gara sfortunata di Bologna, ma a tutti quei punti persi per strada, senza una reale motivazione sia in casa che in trasferta, su tutte quelle con il Sassuolo e con il Genoa. Dobbiamo fare di necessità virtù e considerare che oramai è rimasta una flebile speranza, anche vincendo domenica contro la Sampdoria, potrebbe essere tutto inutile! Dall’altra parte di Milano sono pronti a festeggiare, anche perché giocheranno in casa di quello “Scanzuolo” che ha una dirigenza filo-rossonera che sicuramente non creeranno barriere insormontabile affinché i cuginastri conquistassero anche un solo punto, magari con l’unico tiro in porta degno di nota, come gli sta accadendo ultimamente. Vorrei a tal proposito rivolgere una domanda al saccente e scopritore del calcio in tutte le sue forme e cognizioni, quell’Arrigo Sacchi che più volte ha espresso giudizi negativi sul gioco dell’Inter, lodando invece quello dei suoi ex pupilli. Caro professorone di tecnica, se il gioco dell’Inter produce un gioco vecchio e stantio, com’è possibile che possa avere il migliore attacco in assoluto e la migliore difesa? Vorrà dire che qualcosa di buono fa in campo e non è solo gioco all’italiana, mi sa che hai la vista annebbiata e forse sei un po’ daltonico, se la tua ex squadra produce un gioco europeo come dici tu, come mai tutto è puntato sul classicissimo gioco tutti dietro e ripartenze, basta vedere gli score delle ultime partite con il solo e striminzito risultato di uno a zero, se quello è calcio spettacolo, allora mi sa che noi non abbiamo capito nulla del calcio. Mi sa però che caro Arrigo dovresti ridimensionarti, troppo gloria ti ha dato alla testa, non riesci ad essere obiettivo, oppure viene ancora pagato da chi sappiamo per dire ancora castronerie? Mi sa che è veramente così, sanza alcuna forma di essere smentito, perché è sotto gli occhi di tutti di quello che accade ogni volta anche se i giornalai, tuoi alleati, testimoniano la tua fede e il tuo verbo, piedi saldi in terra non sei quello che ha inventato il gioco del calcio e neanche la massima espressione di poterlo modificare, e noi tutti non abbiamo gli occhi foderati di prosciutto, per poter testimoniare il contrario di quello che sostieni tu. Dopo questa premessa d’obbligo per rendere giustizia ad una squadra che dopo tutto ha espresso sinora il miglior calcio, forse dovevamo, a volte, essere meno bella e più concreta nel periodo del così detto appannamento, ma pazienza noi ci teniamo stretto questa stagione, dove tutti ci davano per sotterrati, in estate, con le partenze del tecnico e di due giocatori simbolo e dello sfortunato Eriksen, invece come l’araba fenice dalle ceneri di quella squadra è nata una squadra ancora più forte e combattiva che mai. Ora come dicevo, l’ultimo atto di una stagione, secondo me trionfale, dopo tutto con due trofei in bacheca e quel “tripletino” che al momento ci sta sfuggendo, ma sino a che c’è una flebile luce di speranza, dobbiamo tenerla ben evidente, potrebbe essere vitale e trasformarsi in un fonte abbagliante d’emozioni, perché non succede, ma se succede…… Amala!!!!
Mi verrebbe da dire, a primo acchito: non stuzzicare il can che dorme! Già per il semplice motivo che la compagine toscana è arrivata a Milano con l’intento di disputare la sua onesta gara, con veemenza di chi non ha nulla da perdere, anzi tutto da guadagnare, facendo una bella figura al cospetto dell’intera Italia pallonara: cosa che mi auguro facciano anche le altre squadre. Queste sono considerazioni puramente personali e si sa, non hanno alcun fondamento nella realtà, lasciando il tempo che trovano. E’ anche vero però che noi dobbiamo (e lo siamo stati perfettamente) sfruttare al meglio le nostre energie nervose e fisiche per portare a termine un percorso che alla fine non ci debba far pentire dei punti lasciati per strada. L’inizio non è stato dei migliori, per noi, è accaduto di tutto e di più. I toscani avanti prontamente ad inizio gara, complice una resistenza passiva dei nostri centrali ed ecco, come accade il più delle volte, il figliol prodigo ti punisce, quel Pinamonti che sta dimostrando di che pasta è forgiato. E non finisce qui. I ragazzi si sono spinti con coraggio e veemenza cercando di imporre la propria supremazia, ma come accade in questi frangenti, hanno prestato il fianco al contropiede avversario. Azione ben delineata e raddoppio cancellato dal var per fuorigioco, ma poco dopo ancora un’indecisione del nostro reparto arretrato ed ecco il raddoppio empolese. Nel mezzo un rigore assegnato su fallo di Barella e cancellato dal var, e dico giustamente, ma con altrettanta coscienza dico che ce n’era un altro sempre su Barella non sanzionato. Forse il buon Nicolò ha accentuato la caduta, ma la spinta a due mani del difensore era parsa evidente a tutti, tranne che al direttore di gara e agli assistenti var. Io credo che da quel punto in avanti i ragazzi, feriti nell’orgoglio, hanno iniziato con forza, rabbia e voglia a macinare gioco e azioni, sino alla sfortunata rete del centrale toscano che ha spedito nella propria rete un cross di Dimarco. Non finisce certo qui, al tramonto del primo tempo il meritato pareggio. Cross in area di Calhanoglu e tiro al volo di Lautaro che spedisce in rete. Sin qui una cronaca che ha cancellato lo spauracchio di un primo tempo che sarebbe stato gemello di quello disputato contro il Sassuolo, ma i ragazzi hanno reagito, come un animale ferito, sovvertendo quello che il destino ci stava apparecchiando sul tavolo verde. La ripresa poi non ha avuto ben altra storia, con l’apoteosi alla rete del sorpasso ancora di Lautaro bravo a capitalizzare, di prima, una ribattuta in area di un difensore empolese. Quindi a fine della gara la rete conclusiva di Sanchez. Sin qui tutto parrebbe limitato agli accenni che ho delineato, ma non ho detto di un nostro possesso palla straripante, di calcio d’angoli battuti in serie ben 14 a 2, di riti in porta ben 37 totali contro i 4 avversari, 1 palo. E non finisce qui un dato alquanto significativo la dice tutta sull’andamento della gara. I ragazzi sono arrivati in area per ben 80 volte, credo sia un record in assoluto, questo per sciorinare delle statistiche che vanno ad intersecarsi con quelle condizioni davvero cervellotiche di chi non sa dove sia la sportività, coloro i quali si sono fermati alla rete non concessa all’Empoli, giustamente non convalidata dal var. Avrei potuto capirli se l’Inter avesse arrancato, raggiungendo un risultato opaco solo nel finale, noi invece abbiamo fatto realmente vedere come si gioca a calcio, la forza di questa squadra che quando decide di giocare non ce ne per nessuno. Il problema è la costanza, e ritengo senza falso pregiudizio, che se i ragazzi avessero disputato il girone di ritorno con questa forza, bene il campionato sarebbe andato in archivio già da un pezzo. Mi rendo conto altresì che non sempre si è perfetti, la perfezione non è di questo mondo, ma lavorando sulla testa abbiamo capito che la nostra squadra, almeno in Italia non è seconda a nessuno, anzi direi che è in assoluto la migliore. Certo nessuno ci dava credito all’alba del campionato, con le partenze illustri che abbiamo dovuto, gioco forza, lasciar andare, ma nonostante tutto siamo lì che ci giochiamo ancora due titoli nazionali e credo che giocando in questo modo, nulla ci è precluso. È vero che oramai il nostro destino non dipende più da noi, ma confidiamo in quel dio pallonaro e la buona sorte che ci dia ancora una possibilità, noi ci crediamo e da quanto mostrato ieri e non solo, siamo con voi, cercando di esultare insieme. Un passo alla volta, sperando che la domenica sia fautrice di buone notizie, ci prepareremo ad affrontare un finale di coppa Italia con la testa ben concentrata, perché noi siamo l’Inter e tutto il resto non c’interessa!!! …Amala!!!!
L’imperativo che deve echeggiare nel nostro spogliatoio, credo che ora più che mai, dovrebbe essere esclusivamente questo: lottare sino alla fine! Dopo la battuta d’arresto contro il Bologna, i nerazzurri dovevano necessariamente rialzare la testa, e l’hanno fatto con una prova dignitosa, con coraggio, anche se si sono evidenziati i soliti problemi di inefficacia sotto rete. Di contro la squadra friulana, senza particolari patemi, e aggiungo per questo, con la testa sgombra da eccessive preoccupazioni di classifica, ha disputato una bella partita senza risparmiarsi alcunché, anzi hanno cercato di affondare i loro colpi, ma quest’oggi hanno trovato di fronte una squadra, quella nerazzurra, che non era intenta a non mollare manco un solo centimetro. Onestamente negli ultimi minuti un po’ di apprensione s’è avvertita, solo per il semplice motivo che il risultato poteva essere messo in discussione con una sola rete di scarto, e come al solito se si fosse realizzata la terza rete, forse tutto sarebbe finito lì, e dire che l’occasione, e più di una, l’hanno creata i ragazzi, ma non sono stati capaci di concretizzarla. Come al solito i giornalai di turno hanno enfatizzato più del dovuto il nostro passo falso in terra felsinea, certo era fuor di dubbio che lo facessero, ma dichiarare che la vittoria del Bologna è stata sontuosa ce ne passa, con un solo tiro in porta, vabbè lasciamo stare, anche perché se tutto va come deve andare, in molti ci dovranno chiedere scusa. Sinora l’Inter è stata una delle poche squadre del campionato, che ha sciorinato un calcio bello da vedere, propositivo, e sono sicuro, che se in alcune circostanze non si fosse inceppata la nostra macchina offensiva, forse ora avremmo altro da dire, con buone probabilità di quanto avvenuto lo scorso campionato, che non solo l’abbiamo stravinto in un certo senso l’abbiamo ammazzato, eliminando ogni sogno di gloria avversario, con ben quattro giornate d’anticipo! Di una cosa sono certo, ed è assolutamente sotto gli occhi di tutti, noi di regali non ne riceviamo, anzi li facciamo, dovremo sudare tutto da per noi, non ci sono portieri o difensori che ci agevolano, contro di noi tutti vendono cara la pelle, com’è giusto che sia, ma deve essere una condizione che dovrebbe accumunare tutte le squadre, solo in questo modo l’obiettività risulterebbe una parte essenziale e predominante di uno sport sano e credibile. Ci restano solo altre tre gare, con nove punti a disposizione, che dovremo cercare di prenderli per intero, senza fare alcun calcolo, il nostro destino oramai non dipende solo da noi, anche in caso di filotto, dovremo attendere notizie positive da altri campi, sperando in corsi e ricorsi storici, e sperando che ancora una volta nella cabala e nel fatal Verona, che ci dia una grossa mano e poi ci saranno gli orobici che una volta tanto dovrebbero far valere la vicinanza ai nostri colori che dovranno essere vincenti, ora più che mai. Io ci credo com’è giusto che sia in casi come questi, non può essere umanamente concepibile che agli altri va tutto per il verso giusto, e vincano gare proprio sul fil di lana, un po’ di jattura anche per loro non farebbe certo male. Ci vuole al momento tanta concentrazione per credere nella bontà di quello che si è fatto sinora, c’è una gara importante venerdì contro l’Empoli e poi dobbiamo preparare al meglio la finale di mercoledì contro i non colorati di Torino, c’è un trofeo da portare a casa, lo si fa solamente con la testa sgombra e massima concentrazione, perché nonostante tutto i campioni in carica siamo ancora noi, e vogliamo per questo, che il tricolore sulle nostre maglie, ci sia anche il prossimo anno! …Amala!!!!
Neanche a bocce ferme, con l’adrenalina mista a bile che sta man mano svanendo, riesco a rendermi conto di com’è stato possibile perdere una gara, in considerazione che già con il pareggio ci stava stretto. Ma la cosa che davvero non mi va giù, è l’aver perso una gara con solo un tiro in porta, dopo che i felsinei che si sono arroccati nella propria area agendo di rimessa, hanno come si dice in gergo: messo il proprio autobus dinanzi la loro porta. È l’ennesimo bonus che falliamo, devo purtroppo constatare che quando questa squadra avverte la responsabilità di dare una svolta positiva alla propria stagione, affonda nell’ansia di prestazione. Sebbene nei primi venti/venticinque minuti, abbiamo dimostrato com’è il gioco del calcio e la sua sintesi è nel nostro dna, ma non solo per il bellissimo goal di Perisic, ma per quello che la squadra ha prodotto, con azioni in serie, purtroppo come ci è già capitato, non siamo riusciti a finalizzare l’intensa mole di gioco. Di punto in bianco ci è mancato quell’essere cinici che è determinante in queste gare, dove l’avversario è chiuso a riccio e non ti lascia nulla, anzi! Certo sino a che il Bologna non ha raggiunto il pareggio, del tutto immeritato per l’unica azione e tiro in porta, ecco che è subentrata l’atavica paura di vincere che ci prende in queste circostanze, l’ansia da prestazione la fa da padrone e annebbia la mente dei giocatori, alla frenetica ricerca di quella rete che non arriva. Forse si è tornati indietro nella prestazione a qualche mese fa, ma il gioco è ancora quello che ci fa divertire, solo che specie ieri pomeriggio si è avvertita una certa stanchezza e la manovra non era sempre fluida specie dalla mezz’ora in sù. Il secondo tempo poi abbiamo attaccato con frenesia e più delle volte i nostri attacchi sono risultati vani, vuoi per le belle parete del portiere felsineo e vuoi che i difensori hanno disputato una gran gara specie in quel Medel che a fine gara ha esultato come se avesse vinto la Champions. Noi purtroppo non possiamo contare sulla buona sorte né tanto meno su regali di nostri ex calciatori, che ci agevolano. Come accade in questi casi, quando taluni allenatori predicano eventi astrali, anziché cosmici, a loro favore, in quelle farlocche idee di un risarcimento di presunti torti subiti, ecco che vengono accontentati. Al momento dobbiamo solo leccarci le ferite e credere che ancora non tutto è definito, se c’è un lumicino, una flebile speranza, dobbiamo ricercarla e fare il nostro senza pensare ad altri. Mancano quattro gare, cerchiamo di ottimizzarle e sperare che il buon dio pallonaro una volta tanto ci rivolga il suo sguardo benevolo, in compagnia di quella dea fortuna che spesse volte, specie quest’anno, ci ha girato le spalle. Io non contesto la squadra, tantissime volte ci ha fatto divertire, né tanto meno il nostro tecnico, anche se a volte possono essere discutibili le sue prese di posizione con marcature cervellotiche tipo quella di ieri pomeriggio, con Dimarco che marcava uno Arnautovic che lo ha sovrastato di una ventina di centimetri, mi chiedo non era meglio farlo marcare da Skriniar o de Vry? Oppure, perché è sistematico togliere dal campo un giocatore ammonito e nella fattispecie Calhanoglu, che essendo stato ammonito, diffidato salterà la sfida di Udine, non era il caso lasciarlo in campo? Noi abbiamo una rosa che prevede una prima squadra senza pari, forse la migliore in assoluto, ma le pecche sono le alternative, una panchina che non è pari ai titolari, purtroppo! Queste mie considerazioni sono dettate dall’amore che provo per questi colori, e con lo stesso sentimento affermo che non dobbiamo mollare di un solo centimetro, il calcio è fatto di azioni imprevedibili e imprescindibili, non è una scienza esatta non sempre vincono i migliori, per questo dobbiamo credere che non tutto è perduto, perché l’Inter si ama non solo quando vince, si sostiene sempre! ……Amala!!!!
Questo è stato il diktat che imperversava nello spogliatoio nerazzurro e credo che ognuno in cuor suo attendeva da tempo di fare, il così detto salto in avanti, perché la squadra ha ritrovato quella forza, quella coesione brillantezza smarrita, in un periodo che oramai mi sento di dire è oramai alle spalle. Anche nel pomeriggio di ieri ci sono state delle accelerazioni, degne di una grande squadra, che hanno fatto la differenza, basti guardare allo sviluppo dell’azione del primo goal, una fitta rete di passaggi di prima, con la perfetta rifinitura di un Dumfries, sempre più vivo come punto di riferimento interista. Bella, a tratti travolgente, ma non riesco a trovare un aggettivo che definisca in pieno, quello che la squadra ha compiuto ieri, è il suo modo di azzannare la gara. Sospinta da uno stadio stracolmo, la squadra ha volato deliziando il palato dei tifosi con giocate fantastiche su tutte, quella dello stratosferico Brozovic che ha annichilito l’intera difesa capitolina, insaccando un fantastico pallone, lì dove Rui Patricio non sarebbe potuto arrivare. Con questa coralità d’intenti e quella capacità di essere camaleontica, cambiando pelle ad ogni azione e quell’essere imprevedibile, che ne determina nell’inconscio degli avversari, l’incapacità di valutare chi potrebbe far male in una squadra, come la nostra, farcita di tantissimi attori capaci di far male. Siamo consapevoli che in ogni gara ci giochiamo una fetta importante del nostro destino, ancora tutto da definire, siamo altresì consci che tutto può dipendere solamente da noi. È altresì vero, però, che c’è uno scalino in meno da salire, su quella scala che porta al paradiso, che dovremo fare sempre di corsa senza inciampare, parafrasando il brano dei Led Zeppelin Stairway to Heaven, questa volta però non dobbiamo ascoltare il pifferaio (quella stampa denigratoria atta solo a screditarci) ascoltiamo esclusivamente noi stessi, solo così il loro livore sarà per noi, una maggiore gratificazione e la giusta soddisfazioni per conquistare il meritato premio. Ieri pomeriggio s’è avvertito davvero un senso di potenza incontrastata dei ragazzi, ammessa anche dal nostro ex tecnico, che è rimasto e rimarrà per sempre nei cuori di ogni tifoso nerazzurro: Josè Mourinho! Lui stesso ha ammesso in conferenza stampa con dichiarazioni credo non solo di facciata, ma è stato realmente convinto della forza mostrata in campo dai ragazzi e l’ultima frase mi ha commosso, quando ha dichiarato che sarebbe stato felice della vittoria del campionato da parte nostra, spero solo che tu mitico Josè, possa essere profetico nelle tue dichiarazioni. Tutto lo stadio gli ha tributato il giusto e caloroso applauso da standing-ovation per colui che è rappresentato per Milano e per la sponda nerazzurra l’uomo della provvidenza, colui che ci ha fatto vincere un triplete oramai unico in Italia. Credo che ieri pomeriggio non c’è stato un solo giocatore al di sotto della sufficienza piena, hanno lottato in modo significativo, com’e giusto che sia per il raggiungimento di un traguardo per noi decisivo. Inzaghi ha operato dei cambi, ma chi è subentrato non ha fatto rimpiangere il titolare, anche perché l’intercambiabilità della rosa ha punti fermi in ogni reparto, forse tranne in quello ricoperto da uno stratosferico Brozovic moto perpetuo dell’azione interista, che siamo un attimino deficitari, spero solo che venga tutelato, perché la sua assenza s’è vista in maniera netta quando non ha potuto essere della gara. Che dire di più? Credo nulla, perché la soddisfazione maggiore è leggere le dichiarazioni di chi non riesce a darsi pace per la nostra evidente superiorità, sperano in qualche nostra défaillance, ma spero anzi credo che rimarranno con le pive nel sacco, abbiamo già dato e ora che il traguardo è vicino non possiamo cedere. Ora testa e cuore alla gara, a quel recupero che è stato procrastino sino ai giorni nostri, data che era una gara del sei gennaio. Ognuno ha detto la sua, sulle reali motivazioni che hanno indotto la Lega a questo spostamento, i giornalai come al solito quando c’è da attaccare l’Inter non risparmiano nulla, interpretando in questo modo la paura dell’Inter di disputare quella gara: ma de che! Noi siamo l’Inter e del resto non c’interessa nulla, anzi un granché!…Amala!!!!
In terra ligure, l’anticipo del venerdì di campionato, ci ha consegnato una squadra che ha fatto una gara intelligente con la conseguente vittoria che sa di fosforo. I ragazzi hanno saputo soffrire quanto c’era il momento ma, al punto giusto, hanno saputo spegnere gli entusiasmi spezzini, specie quando hanno accorciato a pochi minuti dalla fine, consegnando al triplice fischio, la terza rete di Sanchez che ha decretato una meritata vittoria. Alla vigilia sfido chiunque nel definire facile la gara contro l’undici di Thiago Motta, i ragazzi in tenuta bianca, hanno sempre venduto cara la pelle e in campo si sono sempre dimostrati un osso duro per gli avversari, ma ieri pomeriggio all’Alberto Picco si è vista una squadra sorniona che ha sofferto quando c’era la necessità, ma grazie alla maggiore qualità tecnica, è riuscita nell’intento di portare a casa l’intera posta in palio, giocando in modo speculare e affondando quando si è intravista la possibilità. Di azioni degne di nota, i ragazzi ne hanno confezionate diverse, ma non sempre con la dovuta fortuna e lucidità. Sono queste le gare che ti regalano maggiore autostima di ciò che si può fare e di come, ancora una volta viene ribadito, abbiamo il destino nelle nostre mani, siamo noi gli unici che credendoci, possiamo ambire ad un sogno che può diventare realtà. Anche ieri pomeriggio ci sono state le solite note dolenti, visto un Dumfries sempre più impacciato. Si denotano le qualità di questo ragazzone, ma talvolta vengono nascoste dai modi incredibilmente inverosimili della gestione del pallone sia nei passaggi che nei tiri in porta. È un diamante grezzo che sicuramente deve essere affinato. La nota positiva è il ritrovamento del miglior Barella, che davvero fa reparto quasi da solo in queste condizioni, e che reparto insieme all’ottimo Brozovic, che finalmente si è sbloccato e Chalanoglu che ieri ci ha provato, più volte, con il tiro da fuori che è assolutamente nelle sue corde. Sbavature ce ne sono state, questo è vero, non si è perfetti, ma abbiamo la caratteristica di limitare i danni, anche questo si s’è visto, e se poi questa squadra ha compiuto, in campionato, sinora ben dieci clean-sheet, e comunque detiene la migliore difesa e il migliore attacco qualcosa vorrà pur dire, o no? Ora tocca ribadire la nostra supremazia per le rimanenti gare, certo alcune alla nostra portata, anzi la maggior parte l’unica gara che potrebbe rappresentare un’insidia può essere rappresentata dalla Roma dell’ex Mourinho, che ultimamente si sta ritrovando, ma che nel lunedì di Pasquetta può rappresentare uno scoglio per il Napoli, prima della gara contro di noi. Sino alla fine ci toccherà pensare come al solito alla sola nostra gara, perché tutto dipenderà solo ed esclusivamente da noi. Le ultime sei gare devono essere disputate come fossero tutte finali, al di là dell’avversario che si affronta, non dobbiamo incorrere nell’errore di valutazioni sulla carta, mentre in campo ci vanno uomini che hanno sensazioni, muscoli e cuore e possono farti pagar caro le facili attribuzioni di una classifica non sempre veritiera. Ma prima della Roma c’è da disputare il ritorno della semi-finale di coppa Italia: affronteremo i cugini! Abbiamo nel nostro cuore ancora quella ferita aperta, rappresentata da quel derby perso che ha martoriato il nostro equilibrio mentale e da dove è partito il nostro decorso in classifica a loro favore. Dobbiamo, anzi abbiamo l’obbligo, di rivalutare il nostro ego, la nostra voglia di primeggiare, perché sappiamo di essere migliori e dovremo dimostrarlo sul campo. Fortunatamente la spinta sugli spalti sarà davvero l’arma in più, avvalorata da uno stadio ricolmo, la capienza sarà verosimilmente sold-out, tanti vessilli nerazzurri sventoleranno e credo che al termine della gara, il calore dei nostri tifosi donerà il massimo sostegno ai ragazzi che in campo lotteranno per ottenere il massimo risultato, tutto conseguenziale perché il nostro amore verso quei colori che amiamo non svanirà mai, e sino a che avremo fiato in corpo urleremo il nostro affetto. Credo che a fine gara non solo il nostro tecnico sarà afono, ma anche la maggior parte dei tifosi: perché l’Inter si ama a prescindere e faremo di tutto per dimostrarlo! …Amala!!!!