In un pomeriggio della prima decade del mese di aprile, si consolida un sodalizio da sempre cercato: quello tra i tifosi e l’Inter! Era da tempo che non si vedeva uno stadio così gremito, in uno sventolio di vessilli e sciarpe nerazzurre che hanno fatto da cornice ad una prestazione eccezionale dei ragazzi, l’amore in un certo senso sopito, nel mese di febbraio e marzo è esploso in maniera fragorosa in un sabato qualunque, ma un sabato totalmente italiano: e noi tifosi ne avevamo bisogno! Se quel lontano 05 febbraio, in un derby perso malamente, nella fattispecie, quegli ultimi quindici minuti ci hanno minato quella tranquillità, che aveva fatto presupporre una certa sensazione di malessere dovuta all’incomprensibile paura di vincere un derby che stavamo dominato, ebbene è bastata una prova d’orgoglio a Torino, che sembra d’un tratto l’aver fatto ritornare nei ragazzi, quella voglia di primeggiare che spero rimanga nel nostro essere, sino alla fine del campionato. La partita con il Verona sulla carta poteva sembrare agevole, per la posizione senza pretese in classifica degli scaligeri, ma celava insidie reali, per i risultati sinora realizzati da una squadra che nel complesso gioca un bel calcio. In questi casi tutto è bene ciò che finisce bene, non solo per questo modo di dire, ma per come si è comportata la squadra in campo: a tratti ci sono stati realmente sprazzi di vera Inter, di quella squadra che abbiamo ammirato a cavallo di fine e inizio anno! Una vittoria può realmente darti quella carica di autostima che può risultare fatale per andare avanti verso il proprio obiettivo, come d’altronde una sconfitta immeritata, può farti cadere in uno sconforto incredibile. Bisogna avere la forza di tirarsi fuori da quelle sabbie mobili di autolesionismo che sono ahimè conseguenziali a prestazioni indecenti, fortunatamente i ragazzi sinora ne hanno fatte pochissime, ma tante altre ben oltre l’eccellenza, non sempre però, confortate dal risultato. In buona sostanza abbiamo ritrovato una squadra che ci fa divertire e sognare ancora, anche perché giocando in questo modo nulla ci è precluso e prendendo lo spunto dalle dichiarazioni di Perisic: giocando così, non dobbiamo avere paura di nessuno! Sicuramente caro Ivan sei ritornato ad essere quel giocatore determinante sulla fascia, capace di scorribande irresistibili e di fornire due assist eccezionali, è questo il Perisic che tutti conosciamo e che amiamo! Non c’è stato ieri pomeriggio un nostro ragazzo, che ha giocato al di sotto del proprio standard, anzi tutti ben oltre. S’è visto sin dalle battute iniziali, sia la squadra che tutto l’ambiente volevano a tutti i costi quella vittoria, dando un segnale di continuità di risultati, ottenuta con un gioco corale e d’insieme che è sempre stata la prerogativa sin dagli albori dell’era “inzaghiana”. Ogni spunto, ogni movimento del singolo deve essere la prerogativa di un gioco collettivo e di squadra, il più delle volte ci siamo riusciti, disputando gare bellissime e anche quando eravamo in difficoltà, con il gioco e l’essere sempre nella gara, abbiamo provato a ribaltarle con grinta e forza. Non sempre ci siamo riusciti, ma ci abbiamo sempre provato! Certo spero che il brutto periodo, coinciso con la mancanza di risultati, sia oramai alle spalle, dobbiamo credere che ora tutto non è tutto risolto, lo sarà solo e quando ci renderemo realmente conto della forza che alberga in noi, perché noi saremo sempre sugli spalti a sostenervi, abbiamo bisogno di voi, come voi avete bisogno del nostro sostegno, che non lesineremo mai: perché l’Inter si ama a prescindere! Ultima annotazione in questa domenica che sancisce la benedizione delle palme, di nostro Signore, speriamo che possa infondere nelle persone che hanno messo a repentaglio quella pace che al momento è stata messa da parte, il pensiero che tutto possa tornare quanto prima a quella normalità che è assolutamente necessaria per il bene dell’umanità!!!! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Una prova di forza, compiuta con tanto sacrificio e un pizzico di fortuna, che in casi come questi non guasta mai. In tante circostanze abbiamo ammirato la nostra squadra sciorinare un bel calcio d’insieme e, specie negli ultimi tempi, tornare a casa con un misero punticino, quando andava bene, invece ieri sera la dea bendata ci ha nettamente dato una mano. Certo analizzando le statistiche, si nota una certa predisposizione dei torinesi, almeno nella gara in questione, al creare azioni e occasioni da rete che fortunatamente non hanno concretizzato. I ragazzi però le loro azioni le hanno create, anche se potevano essere finalizzate meglio, specie Vidal che dopo uno scambio con Barella ha incespicato sulla palla, vanificando ogni sforzo, oppure Correa che servito al limite dell’area ha sciupato maldestramente, con un tiro sbilenco, una bell’azione. Bisogna però anche mettere in evidenza le occasioni che hanno avuto i nostri avversari, certo hanno anche colpito due legni, il primo su una sciagurata respinta di Handanovic che a momenti si faceva goal da solo, e poi nella ripresa s’è parzialmente riscattato con la deviazione decisiva sul palo colpito da Zakaria. Tutti sommato diciamo che alla fine il risultato di riffa o di raffa l’abbiamo portato a casa, lasciando i bianconeri nello sconforto più totale, recriminando per l’operato di un arbitraggio che non ha convinto nessuno, come anche in sala var, che ne hanno fatte di tutte e di più. Certo tal volta giocare bene non è sinonimo di vittoria, noi questo lo sappiamo, sarò ripetitivo ma ci è già capitato quindi, come dicono nella capitale, a chi gli tocca non s’ingrugna. Altra considerazione mi fa specie il commento di Rabiot a fine gara, il suo lamento è stato davvero sopra le riga di una condizione di supponenza senza pari, tantissime volte lui e i suoi compagni hanno privilegiato di un occhio bonario dei direttori di gara e per una volta i suoi piagnistei accumunati da tutti gli altri ascoltati, non possono che far piacere non solo a noi, ma a tutte le squadre che sono sempre state vessate da giudizi lesivi e negativi, cari amici bianconeri ribadisco ancora una volta: a chi gli tocca non s’ingrugna, questo è lo status quo, fatevene una ragione. La stessa ragione, ad esempio, che ci siamo fatti noi all’andata, quando vi hanno regalato un punto a fine gara per un errore grossolano, anzi direi marchiano, una topica che ha decretano un mezzo rigore e un punto finale. Anche in quella circostanza avevamo dettato legge e non chiuso la gara con un risultato più rotondo per le tante occasioni sciupate. Oppure mi viene in mente il rigore farlocco decretato lo scorso anno, senza andar più lontano, di un disonesto Cuadrado che ha cercato senza il minimo senso di pudore un rigore che solo la disonestà poteva decretare, anche quella volta il Var è stato silente, fomentando un mare di polemiche. Ricordiamo che quella vittoria causò l’estromissione del Napoli dalla Champions e i bianconeri invece ne godettero i benefici economici. In questi casi mio caro Rabiot, chi aveva giocato in dodici contro undici? Un consiglio prima di sputare sentenze dovresti far bene ad erudirti, leggendo e verificando l’andamento delle gare che avete vinto senza alcun merito, e questa che ho appena menzionato è una di quelle: rifletti! Stamane leggendo notizie sui vari social, ho notato quant’è dura la lezione che hanno ricevuto i tifosi dell’altra parte di Torino, hanno gridato allo scandalo, alla lesa maestà, purtroppo per voi questa è una lezione che molte squadre provano, o hanno provato, quando giocano contro di voi e vi porta in dote una considerazione: per il secondo anno di seguito quel sogno tricolore è oramai svanito, certo vi resta una coppa Italia da onorare contro la Viola e poi un quarto posto che potrà darvi un posto al sole, mancano ancora diverse gare quindi è tutto in gioco. Dal canto nostro possiamo solo pensare di dar seguito a questa ritrovata vittoria, come un’iniezione di fiducia, per il proseguimento di quest’ultimo scorcio di campionato. Dobbiamo far tesoro di quanto accaduto allo Stadium, cercando di tenere presente e ben viva quell’essere cinici e non dissipando quell’adrenalina accumulata negli oltre novanta minuti, tutto può determinare l’andamento di una gara a proprio favore o meno. Sono certo che questa vittoria ci possa dare nuova linfa per affrontare al meglio le prossime sfide, non tutto è precluso se giochiamo da Inter, come sappiamo, non ce n’è per nessuno! …Amala!!!!
Forse il termine più appropriato e consono potrebbe essere: caduta libera! La spiegazione più logica è data dalla reale motivazione che la squadra, che ha pareggiato contro i viola toscani, ieri è una formazione impaurita che non sa più vincere, direi da quello che si è visto anche ieri sera, vittima di sè stessa. Quelle manifestazioni di una palese difficoltà di produrre gioco, quel gioco che sino a qualche settimana fa era la prerogativa messa in campo da giocatori che si divertivano e giocavano a briglia sciolta, invece ora la paura della prestazione la fa da padrone. Forse non eravamo pronti a vincere uno scudetto già vinto, e che probabilmente stiamo gettando alle ortiche, per un’incapacità palese e oggettiva di reagire ad un’inerzia contraria, avendo smarrito quella fame e quel mordente che determina la giusta mentalità che ti traina al successo. Ieri sera probabilmente s’è assistito all’ammainabandiera dei campioni d’Italia, che forse al momento non lo meritano più di essere. Non voglio tornare sul solito discorso trito e ritrito che la squadra si sta ancora leccando le ferite per il derby perso nei folli 15 minuti finali, non può essere un alibi più sostenibile, perché comunque le prestazioni ci sono state, tra l’altro in Champions, al cospetto di una signora squadra, quel Liverpool che sicuramente avrà il diritto e la forza di giocarsela sino in fondo. Come non può essere una scusa il fitto calendario, rivoluzionato non so per quale motivo, che ci ha proposto duri incontri tra gennaio e febbraio. Una grande squadra tira fuori il carattere nelle partite più dure, forse noi non lo siamo ancora. Se poi nelle ultime cinque partite ne vinci solo una (tra l’altro con l’ultima in classifica) e contro le restanti 4 partite realizzi solo miseri 3 punti, di quella presunta squadra vincente, rimane solo l’effimera etichetta che non corrisponde alla realtà odierna. Ribadisco che il problema non può essere fisico, se nel mezzo ha disputato gare di sostanza e con carattere in Champions, la natura è da ricercare in altro. Da più parti additano a questo periodo alle defezioni di natura infermieristica, una balla assoluta poiché a mio modesto parere e lo sottolineo, non può essere la mancanza di un giocatore a determinare tutto ciò seppur determinante, nella fattispecie Brozovic: per carità gran giocatore, ma non è neanche Maradona, mi deve scusare il pibe de oro per l’improponibile paragone. Sarà il caso di considerare che il nostro, seppur bravo Simone Inzaghi, non sia un allenatore da Inter? Ancorato ad un gioco monotematico, senza riuscire a proporre degli schemi e impostazioni di gioco alternative? Basta dare un’occhiata allo score della Lazio da lui allenata negli ultimi 5 anni, solo una volta è arrivata quarta, certo il gioco sciorinato nella prima parte di questo campionato è stato a dir poco entusiasmante, ma è la seconda parte dei campionati da lui allenati sono il conseguimento di tante vittorie, tanto volta inutili di battaglie, se poi la guerra alla fine non riesci a vincerla. Sono coerente nell’affermare che in una stagione un periodo di appannamento è accettabile, ma non di queste proporzioni, se vuoi vincere il campionato. I ragazzi cercano di effettuare giocate come ad inizio di stagione, senza però riuscirci con errori che vanno imputati a tutti senza escludere nessuno, ma non passano inosservati gli errori commessi dal nostro tecnico, chiamato a fare un salto di qualità, al momento rimasto vano. Anche ieri sera in confusione totale. Non si può proporre una squadra che gioca sempre allo stesso modo, ci sono alternative e deve poterle adottare. Non discuto, evitando di entrare nel particolare, dei cambi che effettua (sempre gli stessi), io discuto invece l’approccio alla gara che è talvolta determinante, ultimamente è sempre stato sbagliato, specie in questo particolare momento della stagione: non è accettabile! Ora che ci sono rimaste poche gare e si è dissipato quel margine acquisito nel tempo, in considerazione che al momento noi camminiamo e le altre corrono, anche con risultati minimi, ma vanno. Ritengo comunque che le gare vanno affrontate con tanta determinazione, e usando un termine caro ad Antonio Conte: “gli avversari vanno sportivamente ammazzati”, invece noi, nonostante tutto cerchiamo di giocare con schemi che attualmente non riescono, e al momento in cui perdiamo la palla, prestiamo il fianco alle ripartenze avversarie, che a volte sono davvero letali. Io vorrei tanto sbagliarmi, perché questa squadra, questi colori, sono per me un motivo di orgoglio e vederli così meschinamente invischiati nell’impossibilità di avere una visione ottimale delle gare, senza nerbo, mi fanno soffrire terribilmente. La domanda che risuona nella mia mente e che a più riprese mi pongo: ma questa squadra ha solo bisogno di qualche ritocco per ritornare ad essere vincente, oppure ci vogliono cambiamenti più profondi? Altra considerazione, parto dal presupposto che Inzaghi a me sta davvero simpatico e lo ritengo un ottimo allenatore, ma un conto è essere un ottimo e talentuoso allenatore, altra cosa è essere anche vincenti. Rimangono ancora delle cartucce da sparare, in considerazione che bisogna essere in grado mirare il giusto e centrare gli obiettivi, con caparbietà e voglia, perché resta ancora tanto da giocarsi. Alla fine si tireranno le somme e ci saranno scelte ed esami, in considerazione però che al momento nessuno è sicuro della promozione: a buon intenditor… Amala!!!!
È realmente difficile, per chi ama questi colori, commentare l’ennesima gara scialba disputata ieri al Comunale di Torino. La premessa è d’obbligo, ma è possibile che mancando un giocatore, seppur determinante per il nostro gioco, la squadra perde carattere e compattezza. Certo il Brozovic che abbiamo imparato ad ammirare non si può regalare a nessuno, questo è vero, è anche vero che in rosa non c’è un degno sostituto, purtroppo è sotto gli occhi di tutti, ma cambiare schema di gioco no? Poi ieri sera ci sono stati degli errori davvero marchiani d’impostazioni di squadra, che stanno determinando quelle che sono le reali potenzialità di Simone Inzaghi, forse buttato in una realtà diversa della sua Lazio e non adatto ad una grande squadra, con questo non voglio certo denigrare il suo lavoro, quest’anno contrariamente a quanto visto con altri allenatori, s’è visto anche a tratti un bel gioco d’insieme, ma credo, in questo nostro contesto, non sappia valutare al meglio le caratteristiche dei suoi giocatori e non riesce a vedere al di là del suo naso. Se adotti sempre uno schema non è detto che sia il migliore, l’intelligenza in questi casi è l’essere camaleontico negli schemi e portare a casa il risultato, come fa padre Pioli e acciughina, che quando possono mettono da parte il bel gioco per qualcosa di più produttivo e concreto: fare punti. Ieri ad esempio è stato messo alla gogna un giocatore, professionista esemplare, quale Ranocchia, io gli voglio un gran bene perché si è fatto trovare sempre pronto quando è stato chiamato in causa, ma ieri sera contro un Belotti tosto e arcigno, ha mostrato tutte le sue lacune. Voglio dichiarare, anche se dalle immagini e anche in diretta mi è sembrato tale: era pressoché netto, il rigore per il Torino c’era ed era solare, non capisco perché il var non sia intervenuto. Fatto questa puntualizzazione che era d’obbligo, ieri la squadra non ha girato e sofferto tantissimo la veemenza e aggressività dei granata, con l’unico baluardo offensivo sul quale bastava mettere Skriniar, è l’avrebbe contenuto. Poi anche il centrocampo è stato letteralmente surclassato, con Vecino che è puramente un centrocampista avanzato, che trova giovamento negli inserimenti in area avversario, posto come mediano. Ribadisco è da inizio anno che lo affermo, non solo ora che non si riesce più a cavare un ragno dal buco, Dzeko e Lautaro non sono complementari, in area non ci va nessuno, tutti e due girano al largo. Se poi lo stesso Dzeko sbaglia come minimo tre goal a partita e se poi contro di noi il portiere avversario fa il fenomeno, allora la quadratura del cerchio e bell’e che pronta. Io con questo non voglio dire che non amo questa squadra, ma talvolta a chi si vuol bene, bisogna dire le cose come stanno e non far finta di niente. I margini ci sono ancora mancano ancora dieci partite, ma dovremo ritrovare quello spirito che è stato smarrito altrimenti altro che scudetto tanto paventato, in questi termini non si va da nessuna parte. Ci vuole la giusta cattiveria e concentrazione, non tutto è precluso finalmente l’altra parte di Milano è serena perché l’Inter anche vincendo la gara con il Bologna, loro sarebbero sempre attestati in cima alla classifica, ciò significa che dovremo moltiplicare i nostri sforzi per centrare un obiettivo che abbiamo buttato al vento, dilapidando un capitale di punti impressionanti. Lo so non si possono vincere tutte le gare, ma almeno provarci con criterio e forza questo sì. Inutile dilungarsi in questioni che non hanno senso, lo status quo attuale è questo e dobbiamo farcene una ragione, certo brucia ma dobbiamo stare attenti e non perdere la concentrazione, ci sono due obiettivi ancora nel mirino e dobbiamo tenerceli ben stretti sino a che la matematica non ci dica il contrario. Speriamo che Inzaghi rinsavisca, perché i suoi lamenti per una panchina corta non devono essere una scusa, i giocatori anche se non di primissimo piano, mi riferisco ai presunti panchinari, ci sono, tocca a lui farli giocare al meglio e nelle posizioni in campo più consone. Io sono fiducioso nonostante tutto, e spero lo siano anche gli attori in campo, perché dipende da quello che faranno nelle prossime gare, non si può più sbagliare! …Amala!
Finalmente un fine settimana all’insegna di una ritrovata gioia, visto che ultimamente erano più fiele e infamia le testimonianze, che sono state riversate su questa squadra, che altro! Ci voleva per tutti, una larga vittoria, in primis per noi tifosi, per tutti coloro, che come me, si sono contrariati vedendo giocare una squadra non al massimo delle sue potenzialità, infine per tutti i detrattori che, posti nell’angolo non vedevano l’ora di continuare a denigrare questa squadra. Chi ama questi colori sa che i ragazzi, ed era una condizione per nulla prevedibile, che fossero diventati dei somari dall’oggi al domani, è fisiologico un attimo di appannamento, sono uomini mica automi, solo che le concause hanno evidenziato lacune incredibili, se tutti in campo non compiono al meglio il loro compito. Si è rivista quella coesione, quell’aiuto del compagno che smarcandosi, da al portatore di palla, più alternative nel passaggio. Si è di colpo ritrovata quella squadra smarrita che, sino al 75esimo di un maledetto derby, stava vincendo in maniera perfetto e poi… il buio totale! Magicamente con d’incanto, tutto è ritornato ad essere come speravamo, quella macchina da goal è ritornata in auge, compiendo un numero smisurato di occasioni da rete non concretizzate per pochissimo, una traversa e ben cinque reti, una “manita” sbattuta sul muso, di tutti coloro che hanno inveito contro i nostri colori. Ovviamente i giornalai, e ce ne sono tantissimi in trasmissioni televisive, opteranno definendo: che il test non era attendibile perché difronte avevamo la Salernitana, ultima in classifica, non poteva essere una gara difficile. La risposta è ovvia, certo con il senno di poi, intanto queste gare bisogna portarle a casa e noi l’abbiamo fatto alla grande, correndo certo qualche rischio specie nel primo tempo, ma alla fine il rotondo risultato ha dimostrato che ieri sera l’Inter aveva fame e voglia di uscire da una deprecabile situazione ingrandita, per una serie di circostanze sicuramente non favorevoli. Tutto sommato se si creano i presupposti per una vittoria, creando tantissime occasioni da rete e non le finalizzi, il risultato non ti può certamente dare ragione. Forse mi darete del fazioso, ma se contro il Sassuolo, seppur perdendo la gara per nostre mancanze è ovvio, crei una serie di innumerevoli occasioni e non fai goal, nessuno si potrà mai ricordare quello che è accaduto in un secondo tempo giocato nella loro area, alla fine le statistiche formuleranno un solo responso: il 2 a 0 a loro favore, che apparirà nella casella del risultato finale. Con questo spero che ci sia solamente una sorta di “sliding doors”, che ci faccia ricredere su quello che è accaduto nelle scorse settimane, che tutto scompaia e l’Inter ritorni ad essere quella squadra che abbiamo ammirato un paio di mesi fa. Il lavoro di squadra non potrà che portare beneficio a tutti, certo il prossimo scoglio è alquanto proibitivo, affrontare a casa loro il Liverpool non è certo agevole, ma noi non dobbiamo pensare al risultato, dobbiamo solo giocare come sappiamo e se poi accade l’imponderabile, allora tutto non potrà che essere fantastico. Non dobbiamo prendere l’impegno inglese come principale e primario per salvare la stagione, c’è un campionato da onorare e una semifinale di coppa Italia da affrontare al meglio il prossimo mese di aprile, con impegni in questo mese di marzo, nel frattempo di campionato non certo agevoli. Tutti ne siamo consapevoli, è anche vero che ritrovare giocatori che sino a poco tempo fa erano stati determinanti, aiuta certamente alla causa nerazzurra. Finalmente ieri abbiamo rivisto il Nicolò Barella che tutti conoscevamo, un centrocampista fantastico, l’autentico motore del bolide nerazzurro, ha collezionato due assist al bacio per quel “vitellino da latte”, ritornato ad essere il “toro” che abbiamo imparato a conoscere nel corso delle passate stagioni, speriamo che il suo “puntare a testa bassa” l’avversario, sia per lui la panacea per risolvere definitivamente l’astinenza dal goal, visto che ieri ne ha realizzati ben tre. Portati pure a casa il pallone Lautaro, e ti auguro di portartene tanti altri ancora, per il bene tuo e dell’Inter. Credo e mi auguro vivamente, che la macumba gettata dagli avversari nei confronti della nostra squadra, abbia terminato il suo effetto, abbiamo bisogno di voi ragazzi, vi sosterremo con veemenza, perché solo all’unisono si possono raggiungere certi traguardi! …Amala!!!!
Un titolo davvero emblematico, non solo per la divisa di gioco indossata a Marassi, ma per la situazione incresciosa dei ragazzi, che non riescono più a finalizzare: la via della rete appare di fatti preclusa! Per fortuna il mese di febbraio si è concluso, seppur mestamente, facendoci dissipare un tesoretto di punti invidiabile, rimettendo tutto in discussione non solo il primato, ma anche la nostra solidità emotiva. Il mese più corto dell’anno è stato per noi il mese più disastroso, in considerazione che nelle sette gare disputate, con i ventuno punti opinabili, ne abbiamo portati a casa solo nove, con uno score di due vittorie, tre pareggi e due sconfitte, con sei reti all’attivo e ben sette subite. Questi non sono certo numeri da prima della classe, anzi, per non parlare delle tantissime occasioni create, che non siamo stati capaci di finalizzare al meglio, concretizzando il gioco prodotto: certo per nostra incapacità ma anche per la bravura del portiere avversario. Dopo aver snocciolato questi numeri infelici, che non sono di certo un vanto per una squadra che punta al successo finale, ma è la realtà purtroppo; la cosa che più preoccupa è la mancanza di cattiveria, come dicono nel napoletano quella “cazzimma” che determina la forza di coesione di una squadra forte, che domina. Questo carattere è parso evidente in alcune di queste gare, o per lo meno in parte di esse, anche se poi il risultato finale non è stato certo a nostro appannaggio. Non bisogna essere disfattisti questo è certo, ma vedere una squadra che arranca anche difronte al minimo ostacolo non ci far star sereni. Abbiamo intuito che contro di noi fanno tutti la partita della vita, ci può stare, dobbiamo essere bravi noi a rendere vano gli sforzi degli avversari e non agevolarli con la nostra inconcludenza, con errori banali di scarsa concentrazione, specie nel reparto difensivo. Bisogna però anche considerare che se gli avanti facessero il lavoro per cui sono pagati, e lautamente, ora staremmo sicuramente parlando di altre circostanze. Marzo è alle porte, di solito recitano le persone anziane: è pazzerello, forse è quello che più si addice alle nostre caratteristiche, quindi dovremo dar fondo a tutto quello che abbiamo nel cuore e rendere un omaggio reale alla maglia che s’indossa. Tra due giorni ci sarà il derby di semifinale della coppa nazionale, sappiamo come dovremmo affrontarlo, facendo tesoro degli errori commessi in quella gara che ci ha tolto le nostre certezze, di una squadra che gioca si bene, ma che deve anche realizzare e non sprecare occasioni in serie. Quella deve essere la gara della svolta, in considerazione che da quella disfatta, le nostre sorti hanno avuto una disgraziata involuzione. È il periodo giusto per far vedere la reale forza dell’Inter, dando un segnale a coloro che attualmente stanno godendo di un abbraccio benevolo della dea bendata che gli fa raccogliere punti, anche se non del tutto meritati! Credo che prima o poi i valori verranno evidenziati, non voglio pensare che la nostra squadra sia diventato di colpo una squadra mediocre, la netta brutta copia di quella ammirata qualche mese fa, certo anche Inzaghi dovrà essere capace di motivare al meglio i suoi giocatori, con la speranza che ritornino ad essere determinanti come in passato. A volte se si critica l’Inter, ciò non vuol dire che non si ama, ma lo si fa proprio per il contrario, perché noi sappiamo il loro valore e se in campo risulta tal volta un brutto spettacolo, con insufficienze di massa, questo ci contraria terribilmente, non sapendo quale sia la causa di quel gioco farraginoso e a volte scialbo, senza costrutto. Pensiamo ad una gara per volta, martedì il derby e poi da mercoledì penseremo alla Salernitana, ancora una gara bonus, sulla carta, in considerazione che si scontreranno il Napoli contro i cugini, nel posticipo. Ora testa, corsa e gioco di squadra verso un traguardo che ancora, allo stato attuale, non ci è precluso, senza però fare l’errore di non pensare alla gara contro il Bologna come una gara già vinta, perché come diceva il buon Trappattoni: non dire gatto se non l’hai nel sacco! …Amala!!!!