Ho scelto, per commentare la gara di ieri, due immagini emblematiche: la prima immortala le scuse, a braccia levate nei confronti del pubblico di San Siro, da parte di Lautaro che non appare più quel famelico “el toro” bensì un vitellino da latte, per la cervellotica incapacità di segnare una rete tanto semplice che anche mio nonno in ciabatte avrebbe fatto (Scarpini docet), ma questa è solo la punta dell’iceberg emozionale che sta vivendo in negativo. Quindi di un Perisic che chiama un fuorigioco inesistente sulla rete di Scamacca. Le deduzioni sono d’uopo: caro il mio Ivan, il fuorigioco non devi chiamarlo tu alzando il braccio, di precedenti simili Milano ha ricordi ben noti di un signore, di una certa difesa meneghina con indosso altri colori, che appena alzava il braccio, tac scattava il fischio del direttore di gara che interrompeva l’azione, tu non puoi permettertelo non hai la stessa credibilità del signore in oggetto. Dopo questa premessa d’obbligo, veniamo in concreto nel commentare la gara di ieri pomeriggio alle diciotto, sono certo che a seguito della nostra sconfitta, quasi sicuramente tutti quei pseudo sportivi e tifosi, sui social avranno festeggiato in modo spasmodico questo nostro passo falso. Era ovvio che si poteva e si doveva fare meglio, in virtù del pareggio dei cugini in terra campana. Tutto faceva presagire alla facile vittoria, ecco che non mi sono piaciuti i cori di giubilo, del sicuro sorpasso in vetta, ma io in cuor mio vedendo i precedenti, non solo nei nostri confronti, ma anche in virtù delle gare che gli emiliani hanno disputato contro le grandi, ebbene un po’ di timore in cuor mio albergava. Si è subito denotato che sviluppano un gioco speculare, fatto di pressing sul portatore di palla avversario nella riconquista della sfera ribaltando l’azione, e lo mettono in pratica quando sono gli altri a far gioco, per il semplice motivo che loro attendono e ripartono in maniera letale, come appunto hanno fatto ieri pomeriggio, mentre con le piccole che rimangono in attesa, sono loro volta a far gioco, soffrono dei capovolgimenti di fronte. Ho notato anche un certo sconforto in alcuni fratelli nerazzurri che hanno commentato in maniera drastica e impropria la gara giocata in modo non certo brillante. Sicuramente tutti quelli che amano questi colori ed anche il sottoscritto, abbiamo sofferto lo status quo, ma proprio in questo momento bisogna avere il coraggio di tirare fuori quell’orgoglio che ci contraddistingue. Come diceva il saggio e compianto presidente Giacinto Facchetti: “Ci sono giorni in cui essere Interista è facile, altri in cui è doveroso e giorni in cui esserlo è un onore.” In virtù di quest’affermazione dobbiamo credere che i ragazzi tireranno fuori quell’orgoglio che è innato in noi interisti, però è anche vero che un certo dispiacere alberga in noi. Non possiamo credere che, di punto in bianco, tecnico e giocatori siano diventati scarsi ora, mentre fino al mese scorso erano dei fenomeni. Certo un appunto ad Inzaghi si può e si deve fare, io da profano, anche se un po’ di calcio l’ho masticato nei campi polverosi, secondo il mio modesto parere, dopo il ciclo terribile di partite che ci hanno assorbito energie fisiche e mentali, si doveva fare una gara più attendista, senza partire a spron battuto con soluzioni differenti, prestando il fianco al Sassuolo, nel loro lato più congeniale. Si è notata l’assenza di un giocatore basilare per le nostre trame di gioco: Brozovic non si può regalare a nessuno, né tanto meno può essere sostituito da un Gagliardini che nel suo dinoccolare ha la velocità di un bradipo in calore. Non ho alcuna voglia più di parlare di Handanovic, credo che oramai il suo tempo all’Inter ha i mesi contati, in quella considerazione elementare che se sbaglia il portiere e goal, mentre se lo fa l’attaccante si rimane a reti inviolate. (sempre se non sei sotto nel punteggio) Nella gara di ieri avevamo la superiorità a centrocampo ma nessuno si è accorto di tale condizione, forse perché gli emiliani correvano di più? Sicuramente, questo è un dato certo perché in attesa, recuperata palla ripartivano nelle lunghe praterie messe a disposizione che i nostri ragazzi lasciavano. Mi viene da sorridere quando solo ora ci accorgiamo che abbiamo la coperta corta, che oltre quei dodici tredici titolari, dietro c’è il vuoto. Mi chiedo non aveva senso acquistare un centrocampista magari un sostituto di Brozo? Possibile che in giro non ve ne siano? Poi altra domanda, che vorrei porgere al nostro mister, si è tanto prodigato nel consigliare l’acquisto di Caicedo, se era in panchina vuol dire che era pronto, allora perché non inserirlo magari nel secondo tempo togliendo Lautaro? Tanto in queste condizioni non è utile alla squadra anzi, stiamo giocando senza punta centrale, visto che sia lui che Dzeko non stazionano mai in area. Lautaro lo scorso anno si era integrato perfettamente con Lukaku perché gli faceva da satellite e il gigante di ebano fungeva da punta centrale, ora fanno il contrario Dzeko rimane spesso fuori dall’area di rigore facendo tal volta il trequartista e Lautaro che spazia, sfiancandosi, sarà il caso un attimo di rivedere le loro posizioni in campo? Per carità non voglio dare consigli a nessuno, per carità non ne ho le giuste competenze, i miei sono consigli da tifoso che ama in maniera spassionata questi colori, sapranno trovare loro le giuste misure e quell’autostima perduta per trasformare quel livore accusato sinora, in forza reagente per continuare un campionato che dobbiamo avere la voglia di portare a casa, perché ne abbiamo tanta fame e vogliamo far vedere, a tutti coloro che si scatenano e gettano fango sui nostri colori, che i campioni d’Italia siamo noi, agli altri dovremo lasciare, come diceva il buon Muo in tempi non sospetti: zero tituli!!!
Non tutto s’era palesemente delineato, anche se dopo appena una manciata di minuti, la gara dei partenopei era già avviata verso un percorso che avrebbero potuto ritenere già spianato. Mentre per noi, in un certo senso, sarebbe stato in salita. Fortunatamente così non è stato. Certo il loro vantaggio su un rigore, sacrosanto per carità, anche se concesso dal Var poteva tramortire chiunque, nella fattispecie chi si è dovuto ricredere sulle proprie potenzialità, non certo tecniche, quelle dei ragazzi non si discutono, ma di tenuta di una gara ad alto rischio emotivo. Dopo quel derby perso, per la nostra assoluta incapacità di chiudere una gara, condotta al massimo per quasi settanta minuti e poi perduta malamente nei minuti finali, avrebbe potuto minare le nostre certezze, in virtù di questa fondamentale considerazione tutto si sarebbe potuto mettere in discussione, specie dopo quell’avvio di ieri pomeriggio, davvero sconvolgente. Invece i ragazzi dopo un avvio quasi da incubo, e dopo essere stati in balia dell’avversario, nonostante tutto non hanno smesso di giocare, anzi, hanno dato una prova di forza sostanziale creando diverse occasioni e agguantando il giusto pareggio all’alba della ripresa, con caparbietà e voglia di sovvertire gli equilibri che i partenopei stavano creando. Premesso che non è stata una delle migliori gare che abbiamo disputato, però almeno è ritornato quel carattere perduto anche se latita ancora quell’essere cinici sotto porta. Sicuramente abbiamo perso la vetta della classifica, certamente ma vorrei ricordare che comunque abbiamo una gara da recuperare, certo non l’abbiamo vinta sulla carta, è tutta da giocare, ma ci sono buone possibilità per rimpinguare con altri mattoncini la nostra classifica. Quindi lasciamo perdere pessimismi di sorta ora, come abbiamo messo da parte tutti quei trionfalismi che altre squadre avrebbero sbandierato ai quattro venti, bisogna essere realisti e giocare gara dopo gara al meglio, con la convinzione di quello che siamo riusciti a fare sinora, ma anche di quello che riusciremo a fare da qui sino alla conclusione del campionato. Abbiamo la possibilità di scrivere una pagina di storia del nostro club, avendo altresì i mezzi per farlo, specie quando tutte le frecce saranno nella faretra di mister Inzaghi, la fascia sinistra sarà rinvigorita con l’asso tedesco che stiamo aspettando. Robin Gosens ha classe da vendere e poi finirà anche il calvario del Tucu Correa, stiamo aspettando le sue reti, la scelta è ampia ed una rosa invidiabile, tutti sono importanti e possono farci volare ancora, ma dobbiamo lottare e correre da squadra, quella che il nostro mister ha plasmato sinora, con pazienza facendo in modo di raggiungere traguardi importanti, giacché tutto è ancora aperto, tutto in gioco. Con la gara di mercoledì in Champions finirà questo trittico di partite importanti, che un attimino ci ha ridimensionato in campionato, ma la nostra forza va al di là di quello che si possa immaginare, siamo l’Inter: nulla c’è precluso. Dobbiamo continuare a credere nel lavoro che si svolge alla Pinetina e non dobbiamo sentirci di già battuti al cospetto di una squadra inglese, quello spauracchio rosso, che potrebbe farci tremare le gambe è vero, ma è anche vero che loro ugualmente dovranno preoccuparsi di noi. Certo ci mancherà un perno importante del centrocampo, il nostro bistrattato Barella, dobbiamo fare di necessità virtù e mettere sul terreno di gioco, ancor più vigore e forza del collettivo per sopperire a quella mancanza. Il Liverpool non è imbattibile, come nessuna squadra lo è, però non dobbiamo assolutamente agevolarli con giocate cervellotiche ed errori da principianti, perché al minimo sbaglio ci potrebbero punire. Forza ragazzi giochiamola questa gara e poi gli ostacoli, che ora paiono insormontabili diverranno collinette e non montagne inviolabili. Noi ci crediamo e staremo sempre al vostro fianco, perché l’Inter è una sostanziale ragione di vita! …Amala!!!!
Da un pomeriggio di gloria si è passati, nell’arco di soli tre minuti, ad una sconfitta assurda è altamente immotivata. Mi viene da pensare alla frase del mitico Oronzo Canà nel film cult: l’allenatore nel pallone nel pallone, quando diceva: “va bene sono d’accordo di aiutare gli……”, forse l’ultimo termine appare esagerato, ma ieri sera in campo, a lunghi tratti si è vista una sola squadra e aveva la maglia a strisce nerazzurre. È anche vero in buona sostanza che comunque in campo ci vanno in ventidue, oltre al direttore e gli assistenti, ma se quando hai la possibilità non “ammazzi” la gara è solo esclusivamente per colpa tua non approfittare di una squadra davvero modesta, sicuramente non all’altezza della posta in palio. Si sa però che il derby è una gara strana e non sempre vince la migliore, questa volta mi dispiace nel confermarlo i cugini hanno avuto dalla loro la coerenza di crederci. Noi abbiamo peccato, come ci capita spesso in quest’ultimo periodo, di specchiarci nella considerazione di: “ma come giochiamo bene, ma quanto siamo bravi”, quindi se rischi poco o quasi nulla e non chiudi una gara giocata al limite della perfezione, dai adito agli avversari di crederci e provarci. Anche perché basta un piccolo episodio sviluppato con “aiuti” esterni, ti porta in condizione di fare quella rete che apre il discorso, per carità sinora il nostro portiere non ha fatto nulla di trascendentale, mentre il francesino ne ha fatti d’interventi di spessore. Certo gli amanti e cultori dei derby di qualunque natura, pagherebbe di tasca propria per vincere un derby in questo modo, ma dalla parte opposta invece c’è una sorta di rosicamento senza pari, per un black-out che squadre di un certo livello non dovrebbero avere, specie se hai meritato assolutamente la posta in palio. Voglio approfondire due frame che la dicono tutta e che ho messo in cima a quest’articolo. Nel primo è evidente la vistosa gomitata ai danni di Barella, non venitemi a dire che è solo per una presa di posizione o difendere la palla, assolutamente no. Il fallo c’è e gli estremi di un giallo anche, in considerazione di una valutazione che i più hanno evidenziato sui social, come pure i moviolisti di un fallo procurato da Dzeko nella gara contro il Venezia, quando è saltato oltre 30 centimetri più in alto dell’avversario. Queste sono situazioni che vanno indirizzate e visionate dal Var, se l’arbitro non riesce ad inquadrarle. Poi il secondo frame riguarda la vigoria, anzi il netto fallo di Giroud nei confronti di Sanchez, fallo tutta la vita invece non per l’arbitro. Rimarco che da quella situazione è scaturita la rete del pareggio. Credo che se due indizi fanno una prova, ecco che i cuginastri si sono ripresi i punti persi in casa per un danno procurato nei loro confronti. Non voglio arrivare ad una congiura, ci mancherebbe ma non credo, ora più che mai, alla buona fede del direttore di gara. Perché se s’imposta una gara lasciando giocare, usando un termine che noi usiamo con “nonchalance”, definendo un gioco maschio all’inglese, va benissimo ma deve essere usato per entrambi le parti in causa, e non se il contatto subito dai ragazzi andava bene, mentre dalla parte opposta si fischiava sempre e comunque; e non il mio caro signor Guida, così non va bene il giudizio di gara deve essere uniforme altrimenti si favoriscono i più deboli. Ritengo, che dopo quello visto ieri sera, mi fa affermare più che mai non c’è il minimo paragone tra le due compagini, in buona sostanza si può perdere una battaglia, ma la guerra è tutta da giocare e vincere, facendo tesoro degli errori commessi ieri sera per non ripeterli. Ultima considerazione e con questo non voglio gettare la croce addosso al nostro portiere, che tante volte ci ha tolto le castagne dal fuoco, ma si vede che la sua reattività non è più quella di una volta, la seconda rete è una comunione di errori: in primis di de Vry che non può far girare in quel modo un giocatore seppur bravo come il francese, ma un po’ di accortezza e di esperienza non l’avrebbe fatto girare tanto agevolmente, eppure l’olandese ne ha da vendere, e poi Samir in netto ritardo. Comunque sembrerebbe strano ma io mi tengo la prestazione e il gioco espresso, l’unica pecca non aver ricambi idonei ai titolari, che il Signore ce li conservi sempre, altrimenti sarebbe un guaio. Ora testa alla Coppa Italia, affronteremo una Roma ferita per le ingiustizie subite e un Mou mai dimenticato che sicuramente sarà accolto in modo fantastico dai suoi ex sostenitori, perché il portoghese è rimasto nei cuori di tutti noi. Quindi la gara della verità sabato prossimo al Maradona per un’altra partita di spessore, forse contro una squadra che gioca bene e non certo con i cuginastri che con due tiri su tre hanno portato a casa la gara. Speriamo solo di creare meno occasioni da rete, ma più proficue! …Amala!!!!
Una gara di sofferenza quella disputata ieri pomeriggio dai ragazzi, certo in casi come questi bisogna, come dicevano le persone sagge di un tempo: “audaces fortuna juvat”, avere tanta forza interiore e credere in quello che si fa, e noi lo siamo stati sino all’ultimo istante. Sarei poco credibile se definissi la partita contro i lagunari la migliore, siamo andati in difficoltà per il gioco accorto dei neroverdi, anche se lo score dice tutt’altro. Ma se non segni vai in difficoltà contro chi si difende al limite di ogni catenaccio plausibile, tutto ciò è assolutamente giustificato vuoi per la differenza di caratura, di un lignaggio puramente tecnico, abissale tra le squadre, ma questo non discolpa un atteggiamento dei ragazzi che non è parso lucido come in altre circostanze, analizzando gli ultimi match si è dovuto lottare oltre i canonici novanta minuti, e questo produce un certo affaticamento sia fisico ancor più che mentale. In buona sostanza, che non sia stata una gara disputata al meglio con un gioco frizzante e veloce, è stato sotto gli occhi di tutti: è innegabile, ma con questo non si possono tacciare i ragazzi di scarso impegno, anche perché hanno dovuto sudare le proverbiali sette camicie per aver ragione dell’eretto muro dei lagunari. In questi casi però tutto va messo nel consueto calderone delle opportunità. Certo con i se e i ma non si va da nessuna parte, ma se le punte non avessero mancato certe occasioni, e se i centrocampisti avessero reso meno vano il loro impegno con una certa voglia di far goal, in special modo con quel tiro da fuori che è stato il marchio di fabbrica dei vari Calha, Brozo e Nicolò, ora avremmo sicuramente parlato d’altro. Anche se mi fan ridere i soliti giornalai nelle trasmissioni televisive specifiche, che fanno le pulci ad ogni fotogramma delle nostre gare, sollevando sempre dubbi, su errori presunti arbitrali che ci favoriscono, lanciando infamanti accuse alla nostra squadra che è prima in classifica, con grandissimo merito e senza ombra di dubbio. Se l’Inter è la migliore squadra, si denota anche dalle classifiche di riscontro, consiglio i detrattori di guardarle attentamente. Se poi in un determinato momento arriva un può di annebbiamento secondo me è naturale, sono uomini che tirano da vari mesi la carretta, seppur ben remunerati: ma pur sempre uomini! Ultima considerazione se le altre squadre arrancano non è certo colpa dell’Inter, noi ci stiamo mettendo tanto impegno per un traguardo che dipenderà solamente dalla nostra voglia di tagliarlo nel migliore dei modi. Il pericolo imminente dell’Inter siamo noi stessi, perché giocando come sappiamo, posso tranquillamente affermare che non ce ne per nessuno. Per fortuna ora c’è una sosta che potrà far ricaricare un po’ le pile, cercando di preparare al meglio non solo il derby previsto, per il sei di febbraio, ma anche tutti gli impegni che ci vedrà impegnati su più fronti. Solo evitando cali di concentrazione, riprendendo così a macinare quel gioco che sappiamo, dando fondamento ai nostri sogni. Sperando che la buona sorte continui a fare capolino e non ci lasci, vegliando sui nostri ragazzi, facendoli allenare con continuità e organizzando al meglio tutti gli incontri futuri. Speriamo che questo periodo sia anche foriero di buone notizie, riguardanti il terreno di gioco di San Siro. Davvero cervellotico far giocare tante gare così ravvicinate in uno stadio che attualmente è ritornato ad essere quel campo di patate, come ad imperitura memoria, avevamo di certo dimenticato, ma ora l’incubo è tornato più che mai presente. Impossibile giocare a calcio in modo adeguato e ne soffrono chi deve attaccare anziché difendersi, e chi possiede un tasso tecnico elevato viene sicuramente penalizzato. Noi però dovremo fare di necessità virtù e non vi mancherà sicuramente il nostro incitamento sincero e accorato, vi sosterremo sempre contro tutto e tutti, perché i nostri colori sono importanti per noi, oltre ogni più logica considerazione, perché l’Inter si ama a prescindere!!! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Parafrasando un brano degli anni sessanta del casco d’oro nazionale, quella Caterina Caselli che invocava una ragione di vita, ebbene possiamo con realismo affermare: non sempre si può vincere! Aggiungo che talvolta bisogna accontentarsi, dopo tutto quella andata in scena a Bergamo è stata una partita in cui le due squadre non hanno lesinato l’intenzione di vincere, una gara che non ha avuto un padrone, combattuta sino al termine che avrebbe potuto, con un po’ di fortuna far prevalere un team sull’altro. In conferenza stampa come al solito, Gasperini ha perso un’altra occasione per tacere e tenere a freno quell’astio che nutre nei confronti della nostra società. Deve comprendere che se è stato cacciato in malo modo, la ragione va ricercata da ambedue le parti in causa, ma è assurdo affermare che ieri sera l’Atalanta avrebbe meritato di vincere. Queste sono sue supposizioni, anche perché noi abbiamo di che lamentarci per il semplice motivo che le nostre migliori occasioni sono capitate a giocatori spuntati, poi capirete il perché di queste mie motivazioni. Caro Gasperini se i migliori in campo sono stati i portieri qualcosa vorrà dire oppure no? Quindi un po’ di sano realismo e sportività, innanzitutto, in casi come questi è d’uopo e avresti fatto più bella figura senza cercare di alimentare sempre più, quell’avversione che hai nei nostri confronti, cercando di sminuire la nostra gara. Tutto sommato i ragazzi hanno disputato una gara discreta, creando, come al solito, tante occasioni che sono rimaste nel limbo, e purtroppo capitate a giocatori che attualmente non hanno la cattiveria giusta per esorcizzare quella porta che per loro diviene sempre più piccina. Dopo la giusta sbornia di emozioni dovute alla vittoria di Supercoppa all’ultimo istante, credo che ogni tifoso nerazzurro non avrebbe atteso altro per sbattere sul muso, agli odiati avversari, quel trofeo che credevano si potessero aggiudicare. Forse noi siamo stati leggerini, non sfruttando le tante occasioni che ci siamo costruiti, trascinando una gara dominata sino all’epilogo dei supplementari. Credo che comunque nei muscoli dei ragazzi si sia fatto sentire quell’acido lattico prodotto dallo sforzo immane per aver ragione di una squadra, quella torinese, che mi è parsa ben lontana parente di quella degli anni scorsi. La cosa importante è stata quella di rimpinguare la nostra bacheca con un altro “titulo” come avrebbe detto il buon Mou, e poi sottrarlo ai torinesi non c’è gioia maggiore, davvero è impagabile, senza alcun paragone. L’unica nota stonata nei due match ravvicinati sono stati alcuni giocatori che secondo me al momento non stanno vivendo un periodo esaltante. In primis Dzeko, da lui si pretende sempre il massimo perché possiede qualità, ma attualmente non vede mai la porta, anche ieri sera avrebbe potuto far gonfiare la rete (Auriemma docet) almeno in un paio di circostanze di testa, per non parlare l’occasione tirata alle stelle di destro. Allo stato attuale questo Dzeko non dà l’apporto sperato. Quindi possiamo discutere sullo stato di convinzione puramente sul suo stato di forma e sulla capacità di dare una svolta alle gare di un leone in gabbia che ieri è sembrato un semplice “micetto”, già il mio caro Sanchez quando si fanno certe affermazioni, bisogna confutarle con dati di fatto oggettivi e ieri sera non c’eri per niente, tant’è che nei primissimi venti minuti e oltre non ne hai azzeccata una. Il tuo furore agonistico, espresso magnificamente nella gara di Supercoppa, ieri sera è rimasto in gabbia. Se poi, sempre riavvolgendo il nostro della gara di ieri sera, le altre migliori occasioni sono capitate sui piedi di un giocatore che, per carità si fa trovare sempre pronto partendo dalla panchina, ma da titolare non ha dato il giusto apporto, almeno una rete era nelle sue corde e poteva concretizzarla. Per carità non è giusto addossare tutte le colpe a D’Ambrosio, il suo mestiere è fare il difensore, il mea culpa avrebbero dovuto farlo ben altri giocatori. Piccola riflessione, l’Inter non ha segnato dopo ben trentanove gare dove aveva trovato almeno una rete, si è poi dovuta arrendere al pareggio dopo ben otto vittorie, steccando la nona, non essendo certo Beetoven. Ora i cugini hanno la possibilità di tornare in vetta, ma questo non deve per niente preoccuparci, consci che abbiamo da recuperare una gara e che mentre noi domenica giocheremo contro il Venezia, loro faranno visita al squadra torinese e poi c’è sempre il derby settimana successiva che dirà molto sul prosieguo del campionato, anche se allo stato attuale nulla è compromesso, mancano tantissime gare, poi dal canto nostro dovremo sempre dare il massimo, coerenti che non si possono fare altri passi falsi e lottare sempre per raggiungere la vittoria. Noi siamo l’Inter, pensiamo solo a far bene noi senza preoccuparci minimante degli altri! …Amala!!!!
La premessa è d’obbligo quando si formalizza un titolo del genere. Appare semplice dare il titolo ad un articolo che porta a compimento un’ennesima vittoria, non di certo esaltante ma di rendimento, che comunque ha prodotto uno score importante di azioni, con statistiche e numeri a dir poco impressionanti, che dando il senso di quello che hanno fatto i ragazzi e fanno capire l’andamento della gara. Un possesso palla senza pari con una percentuale altissima oltre il sessanta per cento, con tiri in porta undici a cinque a nostro favore di cui ben sei nello specchio, una rete annullata dal Var per un fuorigioco di un’unghia, ma ci sta con la nuova tecnologia. Mi fermo qui nel discernere altre statistiche. Nel primo tempo abbiamo regalato ingenuamente la rete del pareggio ai capitolini, un infortunio che non si deve vedere nei campi di serie A. Vorrei sottolineare che quello è stato il primo tiro in porta, mentre il secondo di Pedro, poco dopo, era tutto al più un cross verso il centro area, tutto qui il gioco d’attacco della Lazio, che ha visto bene di difendersi prima di offendere. Mentre i ragazzi oltre alla bellissima rete di Bastoni ha prodotto altre belle e nitide occasioni da rete annientate dalla buona sorte del portiere ospite ancor prima della sua bravura. Eppure nonostante tutto si rientrava negli spogliatoi con un risultato di un pareggio che ci stava davvero stretto. Nella ripresa la Lazio ha provato qualcosa di più, ma occasioni dare vere è proprie non ve ne sono state, tranne un liscio clamoroso di Sergej appostato nella nostra area piccola. I ragazzi hanno invece spinto con generosità creando altre occasioni, come i due tiri in porta di Dumfries e Perisic nella stessa azione. Infine la bellissima rete di Skriniar su un cross perfetto e ben dosato di Bastoni, consacrato giocatore duttile a tutto campo, sempre più l’anima di questa squadra. Piccola considerazione quando il nostro atomico attacco stecca, ci pensano i difensori a portare a casa il risultato. Stecca per modo di dire, Lautaro avrebbe meritato ben più di una rete, ma dalla sua purtroppo c’è stata la sfortuna di aver trovato il vigile arbitro del var ad annullare una rete bellissima e poi la fortuna del portiere laziale sulla semi-volee su cross di Dumfries. Alla fine tutto è bene ciò che finisce bene, hai ragazzi non si può rimproverare nulla, se non l’assenza di quell’essere cinici che continua a mancare in parti salienti della gara, poiché quando si ha l’opportunità di ammazzarla non bisogna essere molli, concretizzando al meglio le opportunità che si creano, senza dare adito agli avversari di credere di poter aggiustare una gara che altrimenti non avrebbe avuto storia. Piccola considerazione, dopo la gara ho visto un po’ di tv, in special modo il programma Mediaset su Italia uno, ho spento dopo pochi minuti quando un giornalista, presunto tifoso laziale, ha detto che i bianco-celesti avevano fatto una gara perfetta e che avrebbero sicuramente meritato il pari. Sarà ma la sportività non è di questo mondo, oppure mi chiedo forse io ho visto una gara diversa? Ma non si rendono conto queste persone le castronerie che dicono, perché non connettono il cervello prima di aprire bocca? In studio c’era il giornalista nerazzurro Biasin non so se ha poi replicato a quella sua uscita davvero infelice, spero l’abbia fatto, perché altrimenti davvero il calcio può essere considerato uno sport dove si parla a vanvera e si dice il tutto al contrario di tutto anche se ognuno può trarre le proprie conclusioni fuorché non abbia gli occhi foderati di prosciutto, presumo che questo cristiano gli abbia avuti ieri sera. Ultima considerazione sull’operato dell’arbitro di ieri sera che mi è sembrato alquanto disattento. Spiego l’arcano. In primis non ha fatto battere un angolo ai nostri perché a suo dire il tempo era scaduto, mentre a fine gara invece ha fatto tirare comunque l’angolo alla Lazio a tempo scaduto, se avrebbe fatto la rete del pareggio in quell’occasione secondo me sarebbe venuto giù San Siro. Primo errore di mancanza di equità. Secondo episodio, per me davvero importante. Il rosso al laziale Zaccagni, poi convertito in giallo. Bene quell’intervento da killer su Barella avrebbe meritato ben oltre il giallo, ma nella stessa azione, Pairetto ha perso i lumi della ragione non considerando che l’altro killer Radu, dapprima ha fatto un fallo abbastanza plateale e scoordinato su Lautaro, non contento ha commesso nel corso della stessa azione un altro fallo durissimo su Dumfries. Caro signor arbitro si legga bene il regolamento, Radu ha commesso due gravi falli nella stessa azione, qui non c’è come al supermercato il due per uno, se vi sono due falli passibili di giallo vanno dati e il signorotto colpevole sarebbe dovuto andare a fare la doccia, nel calcio non è prevista la compensazione. Questo il giornalista laziale non l’ha detto, doveva essere più onesto dicendo che la Lazio è stata fortunata ad uscire dal campo con la sconfitta di misura, perché le risultanze potevano portare ad altro punteggio. Ora testa a mercoledì, in palio c’è il primo trofeo della stagione, non dobbiamo ripetere gli stessi errori commessi in campionato lasciando spazio ai torinesi, bisogna affondare i colpi ridimensionando questa squadra che crede di poter dire ancora la sua. Dobbiamo solo giocare come sappiamo usando la testa e acquisire quell’essere cinici che da troppo tempo si chiede a questa squadra. Forza ragazzi alziamolo questo trofeo, perché noi siamo l’Inter e il resto non c’interessa!!! …Amala!!!!