Ancora un sabato, l’ennesimo di un campionato giocato nelle giornate semi-festive, (oramai ci siamo abituati) che ci vedeva opposti alla squadra nero-verde del Sassuolo, che non ci ha mai fatto godere in pieno delle vittorie ottenute sul proprio campo. Anche questa volta, per tener fede al nostro cervellotico paradigma, soffriamo terribilmente la veemenza e vigoria dei ragazzotti emiliani. Nel primo tempo dopo alcune nostre brillanti azioni nelle quali poteva scaturire un nostro vantaggio, ne è dimostrazione la bellissima azione con il tiro finale di Barella che poteva sortire maggior fortuna, ecco che abbiamo iniziato a commettere i soliti errori banali, che continuano a ripetersi, purtroppo! A centrocampo non si possono concedere ripartenze come conseguenza di una perdita sanguinosa di un pallone che poteva essere gestito molto meglio, tant’è che è stata fatale l’incontro in area nostra e il conseguente fallo da rigore di Skriniar su Defrel. Solare e netto il fallo: ma così non va bene, ci vuole più concentrazione, e se tante volte non si riparte da dietro, va bene uguale e non si presta il fianco in questo modo banale all’avversario. Sotto di uno a zero il primo tempo è scivolato senza altri sussulti, tranne la richiesta di espulsione di un Samir incolpevole, in conseguenza di una scellerata messa in scena con conseguente caduta di un’avanti nero-verde. Anche in questo caso, sapete com’è nata questa ripartenza? Da un appoggio sbagliato da centrocampo, indietro al portiere con una palla corta sulla quale si è avventato la punta del Sassuolo. Anche la ripresa è stata da brividi nei primi dieci minuti, con Samir sugli scudi per gli ottimi interventi risolutivi. Quindi qualcosa ha contrariato il nostro allenatore giacché ha fatto ben quattro cambi in contemporanea, con il senno di poi posso affermare che quella è stata la chiave di volta del match. Dopo appena una manciata di secondi dal suo ingresso in campo, il cigno di Sarajevo a spedito in porta, un cross al bacio di Perisic che diceva soltanto: spingimi in porta! Ottenuto il pari ecco che è iniziata un’altra gara. I ragazzi in campo hanno iniziato a giocare come sanno spingendo sull’acceleratore con gli stessi uomini che poco prima sembravano in balia dell’avversario, ma che di punto in bianco hanno riacquistato le energie, contrastando a centrocampo con quella “cazzimma” perduta, forse complice anche di quello che si erano detti prima di entrare in campo. La dimostrazione di tutto ciò è l’aver voluto e ottenuto questa vittoria figlia di quella tenacia e voglia ritrovata improvvisamente, ecco perché il plauso maggiore va ad Inzaghi che ha caricato a dovere chi è subentrato. Si è trovata una certa profondità e in una di questa ecco che Dzeko s’è inserito, chiamando all’uscita il portiere avversario aggirandolo e facendo in modo che lo stesso causasse, con un’entrata rovinosa, il fallo del giusto rigore. Si è presentato sul dischetto il toro Martinez che ha siglato il goal del raddoppio, evidenziato un sorpasso che in pochi si sarebbero aspettati, ma in cuor nostro da tifosi nerazzurri, avremmo sperato vivamente: fortunatamente ciò è avvenuto grazie ai ragazzi che hanno lottato e ci hanno regalato questa importante vittoria! Tutto però non è oro ciò che luccica, come dicevano le persone sagge, bisogna ancora una volta fare i conti con quei tantissimi errori che stanno divenendo una costante, a volte la grandissima mole di lavoro svolto in campo viene ridimensionata da questi banali blackout. Sottolineo, e questa è una mia considerazione personale, che i grandi giocatori non devono avere, specie quando sono la causa di fatali ripartenze avversarie. Mi rendo conto che i giocatori in campo sono uomini e non robot, ma l’uomo deve anche saper dosare le proprie emozioni e credere che deve lottare e fare il gioco di squadra, a prescindere del proprio orgoglio e se tante volte si può anche scegliere il lancio lungo anziché riproporre il solito gioco da dietro, come si usa dire oggigiorno, la manovra ne può beneficiare e togliere la pressione sui nostri difensori. Certo io non sono un tecnico e mi permetto di affermare certe tesi, solo perché noto in talune fasi di gioco, una certa sofferenza della quale si potrebbe fare a meno. Ora non c’è ancora da gioire per il periodo tremendo che stiamo vivendo, c’è ancora da lottare, c’è la sosta per le nazionali e tanti giocatori saranno costretti a giocare senza tirare, il fiato e poi? Ancora un altro sabato che ci vedrà opposti alla Lazio con problemi di natura fisica per alcuni giocatori che torneranno alla Pinetina solo il venerdì precedente, spero vivamente di sbagliarmi, ma come si può programmare una partita così importante in un solo giorno? Ma non finisce qui perché poi ci sarà l’incontro decisamente determinante in Champions contro lo Scheriff, in ultimo il big match contro la Juventus. Davvero un ciclo terribile spero solo che ci vedrà sorridere alla fine, magari allo strenuo delle forze, ma contenti di aver ottenuto il massimo. Noi siamo con voi ragazzi, perché l’Inter si ama a prescindere! …Amala!!!!
In fine è arrivato il giorno del ritorno sugli spalti! L’emozione era tangibile sin dal giorno prima, questa volta i biglietti acquistati per il settore secondo arancio, potevano permettermi una visuale ottimale della gara, così di fatti è stato. L’arrivo allo stadio è sempre emozionante, il monumento calcistico di Milano è davvero maestoso: San Siro non ha eguali nella sua imponenza. Ore 17:00 ingresso del tutto fluido senza intoppi, file che scorrevano facilmente. Nel giro di poche decine di minuti ero già al mio posto, pronto con sciarpa e altro a dare una nota di colore insieme a tanti altri tifosi, di nerazzurro a tutto lo stadio. Man mano che si riempivano gli spalti, si avvertiva nell’aria l’amore che i tifosi riversano verso la squadra, con cori e canti ai minimi termini, diciamo dovuto ad un certo riscaldamento delle corde vocali, sino a quando: con l’ingresso in campo, per gli esercizi di riscaldamento, dei ragazzi si è scatenata un’ovazione incredibile, roba da far venire la pelle d’oca a chi non è tanto avvezzo alla visione di partite dal vivo. Certo l’imput è dato da una stupenda Curva Nord che non smette mai d’incitare la squadra in campo, coinvolgendo anche il resto dei settori dello stadio, risultando il vero e indissolubile sostegno per i ragazzi in campo. L’adrenalina in un certo senso saliva mentre più si avvicinava l’ora “X”, non si sono viste coreografie particolari, ma i cori dedicati non facevano per niente avvertire tale mancanza. Il monitor presente in alto al settore rosso, inquadrava le squadre pronte all’ingresso in campo, naturale conseguenza che danno il via ai preliminari della gara stessa, ecco che lo speaker iniziava a leggere le varie formazioni. Lui annunciava il nome di ogni giocatore e tutto lo stadio scandiva a voce alta il cognome del singolo, con un boato che faceva rimbombare ogni decibel in maniera talmente fragorosa che secondo me si avvertiva sino in città! Squadre schierate, fischio arbitrale: si parte! Calcio d’inizio ospite, ma i ragazzi iniziano con piglio giusto tant’è che già al sesto siamo in vantaggio. Spettacolare cross di Barella e tiro al volo del toro Lautaro: gollazo. Boato assordante di giubilo, per una rete spettacolare. Forse è stata l’unica volta che Barella è stato servito su quella fascia, dall’alto si vedeva che il tamburino sardo era in palla, avendo delle praterie a disposizione e da quel lato poteva far male, ma nessuno se n’è reso conto. Siamo stati in soggezione per tutta la gara con un centrocampo che era molto macchinoso, ma la cosa che più fa specie con errori di concentrazione elementari, si sono sbagliati facili passaggi ed in uno di questi errori madornali a centrocampo ecco che si è inserito, il piccolo e astuto russo bergamasco che portandosi la palla al limite dell’area ha inventato un pari, con un tiro fantastico a giro sul quale Handanovic nulla ha potuto. Di questi errori ne abbiamo commessi davvero tanti nel corso della gara e la Dea ne ha approfittato creando diverse occasioni. La fine della prima frazione ci vede soccombere per una rete, omaggio del nostro portiere, che respingendo un tiro lo rimette in gioco proprio sui piedi di Toloi che ringraziando insacca. Certo gli umori non erano certo a mille dopo quello che si è visto in campo. Nel mio pensiero di amante di questo sport, si è affermata la convinzione che specie a centrocampo si deve essere concentrati e agili di pensiero, guardando bene la posizione dei compagni in campo, a volte non sono utili i ricami, ci vogliono azioni concrete, usando un termine caro ai giornalisti di una volta, bisogna tirare di spada ancorché di fioretto. Il nostro cardine di gioco era spesso in difficoltà e Calhanoglu appariva in evidente ritardo su ogni palla con errori madornali che spesso hanno fatto irretire i presenti. Credo che anche Inzaghi si sia reso conto delle difficoltà del turco tant’è che nella ripresa l’ha cambiato. Non voglio gettare la croce su di lui, per carità, ma un po’ di concretezza in più, non guasterebbe affatto. Inizio della ripresa si è cercato di giocare maggiormente e con i cambi effettuati da Inzaghi ci stavamo riuscendo tant’è che quando mancavano circa venti minuti dalla fine, siamo riusciti ad indirizzare la gara verso un giusto pari con Dzeko, che su di una respinta di un Musso tutt’altro che preciso, ha depositato in rete. Diciamo che in questa gara si sono visti due goal bellissimi e due reti in cui si sono resi complici i rispettivi portieri. L’intensità della gara non è mai venuta meno, i capovolgimenti di fronte erano soventi e intensi per tutti i novanta e oltre minuti. Tanti errori quest’è vero e non solo dei giocatori, ci ha messo del suo, con una prova inadeguata anche l’arbitro: il signor Maresca, decisamente il peggiore in campo, che ha prestato sempre il fianco a critiche feroci da parte del pubblico presente, ha fatto sì che la gara fosse sempre sul filo del rasoio, sino alla fine. Ribadisco che guardare la gara dal vivo si notano le pecche che non riesci a valutare bene in tv, certo con questa esternazione credo di aver scoperto l’acqua calda come si dice in gergo, ma vedere un Brozovic che a volte è davvero cervellotico nella sua impostazione e in quella lentezza che lo contraddistingue, prima di fare un passaggio si deve girare su stesso parecchie volte, il fulcro, il cervello pensante della squadra, secondo me, deve essere veloce di pensiero e scaltro nella manovra, quello che attualmente pare aver smarrito, specie nella gara di ieri. Secondo me i ragazzi potevano far meglio, al confronto di una buona Atalanta che ha fatto la sua onesta partita, la sensazione che a fine gara ognuno ha avuto e che entrambe le squadre in campo avrebbero potuto vincere, noi per l’errore sul dischetto di Dimarco, che forse ha pensato di fare la rete della vita, ma a volte bisognava solo piazzarla quella palla. Per carità nessuna critica per un ragazzo che comunque si è presa quella responsabilità, nessuno ha avuto la sua stessa concretezza, giocatori più quotati di lui si sono nascosti privi di ogni forma di responsabilità. Forse è stato lo stesso Inzaghi che ha deciso che avrebbe dovuto tirarlo lui quel rigore, nessuno al momento si è espresso in merito. Ognuno tragga le proprie considerazioni. Al fischio finale ero assorto dal pensiero: bicchiere mezzo pieno, oppure il così detto mezzo vuoto? Io personalmente mi tengo il punto e considero il bicchiere mezzo pieno, per quello che poteva succedere e fortunatamente non si è verificato, ci saranno tempi migliori ma Inzaghi se vuole, può fare molto di più in considerazione che ci sono giocatori che al momento sono appannati e martedì c’è una gara di vitale importanza, da non snobbare e vincere a tutti i costi, bisogna tornare dall’Ucraina con la consapevolezza che possiamo recitare la nostra parte in Europa, mettendo un accento positivo sul girone. Man mano che scendevamo gli scalini delle torri dello stadio si pensava sul bel pomeriggio che abbiamo vissuto, di festa che avrebbe potuto essere fantastica in caso di vittoria, ma noi che amiamo l’Inter siamo pronti a tutto e siamo orgogliosi di aver il nerazzurro nel nostro cuore, perché oltre l’Inter non c’è nulla! …Amala!!!!
Una prova di forza, ma aggiungerei anche di sofferenza, ma nel complesso eccezionale dei ragazzi che hanno lottato e mai mollato specie nel primo tempo, quando eravamo decisamente in difficoltà. Questa volta sugli scudi metterei il nostro Samir che, con grandissime parate, ha tenuto l’Inter a galla nel primo tempo, e se poi nel secondo c’è stata la rimonta è merito suo oltre che gli autori delle reti. Questa prestazione del nostro capitano ha dato una dimostrazione effettiva: lui come portiere non è affatto finito, anzi. Possiede quella naturale propensione a non pensare a quei commenti denigratori degli addetti alla carta stampata ancorché quelli televisivi, quei giornalai che sanciscono prontamente la fine della carriera di un campione, gli si scivolano addosso. Noi tutti che lo conosciamo bene, non dobbiamo che rivolgere un sontuoso: Grazie, al nostro portiere. Lui non si abbatte né si deprime, ma lotta e lavora sempre più! Non vi nego cari amici che nel primo tempo ha avuto il timore che potesse arrivare una sconfitta, per come stava giocando la Fiorentina, siamo stati annichiliti dalla loro pressione, dal loro gioco a tutto campo e delle occasioni che hanno creato non sfruttate perché tra i nostri pali c’era un superbo Handanovic. Però è anche vero che in me è subentrata la convinzione che i gigliati non potevano tenere quella morsa, quel gioco estenuante per tutti i novanta minuti, cosa che effettivamente è avvenuta. Come ha detto il nostro tecnico Inzaghi in conferenza stampa post gara, è bastato che nello spogliatoio si guardassero negli occhi e iniziassero a giocare come sanno, fatto sta che con la nostra ritrovata convinzione abbiamo sovvertito ogni facile pronostico, dopo un primo tempo dove ha giocato per lunghi tratti, solo la viola. Davvero una bella squadra quella messa in campo da Italiano, forse ha peccato di presunzione pensando di aver vinto una gara dimostrando il loro valore per soli quarantacinque minuti. Una grande squadra sa soffrire e colpire al momento opportuno, oggi l’Inter l’ha ampiamente dimostrato, ha intrapreso la strada giusta per diventare una grande squadra. Ovviamente si potrà dire, sicuramente chi non vuol bene alla nostra squadra affermerà che è stata agevolata dall’espulsione del viola Gonzalez, certo se l’argentino non fosse stato colpito da fulminea idiozia, forse non sarebbe stato espulso, anche perché nel regolamento del gioco del calcio: se un giocatore chiede palesemente, e a più riprese la sanzione disciplinare di un altro giocatore e passibile lui stesso di ammonizione, e poi l’aver ripetutamente battuto le mani in faccia al direttore di gara, non fa altro che attirarsi la successiva doppia ammonizione. Giusto per essere chiari, ma la cosa che sicuramente mi fa specie che in molti non hanno preso in considerazione che lo stesso Gonzalez, in occasione della rete, spinge Skriniar da tergo, annullando il probabile intervento del difensore e mettendo la palla al centro per l’accorrente Sottil che sigla l’uno a zero per i viola. Davvero è strano che solo il direttore di gara e il var non abbia considerato fallo quell’intervento, davvero cervellotico, come lo è anche l’ammonizione data allo stesso difensore slovacco per un intervento nettamente sul pallone sempre nel primo tempo, indovinate su chi? Nel mezzo c’è sempre Gonzalez. La gara di ieri sera ha dimostrato la bontà di una rosa, quella nerazzurra, che in molti davano per spacciata, senza nerbo, con defezioni imprescindibili nell’organico dal poter vincere ancora, io in tutta sincerità sono invece pressoché convinto che si possa vincere ancora, sempre che i ragazzi prendano coscienza con più fermezza della loro forza e del gioco che propongono. Ora sabato disputeremo ancora una bella gara tosta alle diciotto contro l’Atalanta, realtà oramai consolidata del calcio italiano, saremo sugli spalti ad incitare i ragazzi con ancor più vigoria, tra i tanti che accorreranno ci sarò anch’io, perché l’Inter si ama a prescindere da tutto! …Amala!!!!
Titolo emblematico e quasi scontato dopo la goleada messa in atto sul prato dello stadio Meazza di Milano. Tutto fantastico, squadra che ha girato a mille annichilendo i felsinei relegandoli al ruolo di comprimari, in un certo senso da sparring-partner su cui scaricare la rabbia e delusione accumulata nello sfortunato mercoledì di Champions. I ragazzi anche questa volta hanno sciorinato sul terreno di gioco un calcio propositivo, con tantissime occasioni da rete che, almeno questa volta, sono state finalizzate in larga parte, anche se vi sono occasioni che gridano ancora vendetta, come il palo di Lautaro e la bellissima conclusione al volo di Dimarco. La considerazione, che ognuno che ama questo sport dovrebbe farsi, è che non sempre risulta facile, leggendo il risultato a posteriori, dominare una gara in lungo e largo una gara e vincerla in questo modo, se non crei tanto e lotti su ogni palla. Certo a volte l’avversario ci mette del suo, ma la capacità dimostrata dai ragazzi sinora, comprova che l’Inter è una macchina da guerra, che poi c’è qualcuno che dice il contrario, allora è tutto da avvalorare, ma i numeri prodotti sinora attestano il contrario. Torniamo un passo indietro. Sono rimasto basito dalle dichiarazioni di domenica scorsa di un D’Aversa, allenatore blucerchiato, che in conferenza stampa ha dichiarato che il pari della sua Samp gli pareva stretto. Certo io affermo, da sportivo innanzitutto e poi tifoso, che ci sono state delle condizioni secondo le quali, ha raggiunto un pari con un’autorete ed è stato graziato dalla nostra imprecisione e poi ha giocato con un uomo in più negli ultimi venti minuti. Caro il mio D’Aversa va benissimo caricarsi l’ego di autostima, ma qui si eccede alla grande. Come dicevano le persone saggie: repetita iuvant sed stufant, traduzione latina: le cose ripetute giovano ma stancano, è accaduto nuovamente, con l’ennesimo attore protagonista. Spiego meglio l’arcano. Nel dopo gara con i felsinei è accaduta l’analoga situazione succitata. Io ho sempre ammirato Sinisa Mihajlovic, per quello che ha saputo dare al calcio, ma credo che affermare che il suo Bologna ha fatto la partita, dopo aver incassato ben sei reti, (gli è andata anche bene) senza considerare le altre occasioni create dai ragazzi, palo di Lautaro e tiro al volo di Dimarco, giusto per citare le più significative, non voglio per questo neanche considerare il presunto rigore, che ci poteva stare, su Dumfries. Allora caro Sinisa non puoi affermare e perorare questa grandissima cavolata, certo attaccarsi a l’unica occasione avuta nel corso del primo tempo, quando si era sull’uno a zero per noi, se i tuoi ragazzi non fanno goal non è certo colpa nostra e poi con i se e i ma non si va da nessuna parte. Non si può negare l’evidenza di una gara che in molti hanno visto, potendo valutare la veridicità delle tue dichiarazioni, che sanno secondo me, di mere fantasie e il tuo fare vanesio non ti si addice, resta con i piedi ben piantati in terra e sii realista, hai beccato una sonora sberla e tienitela, facendo tesoro degli errori commessi. Era d’obbligo questa giusta puntualizzazione, anche perché secondo me sanno davvero di una severa forma di allucinazione perpetrata per dare una giustificazione al fallimento di aver messo in campo una formazione che ha lasciato ai nostri ragazzi delle praterie su cui cavalcare e affondare colpi mortali. Tutti hanno potuto ammirare e farsi le dovute valutazioni di quanto affermato. Lasciamo perdere ogni altra considerazione, guardiamo avanti senza curarci di quello che pensano gli sconfitti, chi vince ha sempre ragione, anche se a volte questo non è sempre è supportato dalla prestazione, vero Carletto Ancellotti? Come mio solito non mi soffermo sul singolo, ma questa volta concedetemelo. Abbiamo ammirato un giocatore che nel corso della stagione ci potrà dare una grossa mano e parzialmente farci dimenticare Hakimi, certo non sarà la stessa cosa, ma il ragazzotto olandese ha delle potenzialità enormi e se le mette al servizio della squadra, per gli attaccanti ci sarà da divertirsi. Ora altri impegni ci attendono, del tutto ravvicinati iniziando da martedì a Firenze e poi sabato ancora in casa contro l’Atalanta, la rosa è ampia e si potrà ruotare qualcuno, tra gli imprescindibili secondo me ci sono Barella e Brozovic: che il dio pallonare li conservi bene. Ultimo appunto, speriamo solo che Correa non si sia infortunato in maniera grave e che quella subita sia solo una botta di gioco potendo rientrare prontamente, dando il suo contributo alla squadra. Forza ragazzi, noi crediamo in voi e vi sosterremo sempre! …Amala!!!!
Tutti ci aspettavano al varco, complice la facile vittoria contro i liguri. Certo la gara della settimana scorsa ha evidenziato la forza di “squadra” dei ragazzi contro la pochezza avversaria, questo è dinanzi agli occhi di tutti, ma è anche vero che bisogna concretizzare le occasioni che si creano e in questo i nostri calciatori sono stati bravissimi. Anche nell’insolito venerdì di campionato si è vista la determinazione di chi voleva una vittoria certamente alla portata di mano, l’Inter ha disputato una gara di attesa nel primo tempo, forse meravigliata dalla vigoria degli scaligeri che pressavano sul portatore di palla e a tutto campo. Questa insolita condizione di gioco inizialmente ha un po’ spiazzato l’undici nerazzurro, se dal quindicesimo in poi del primo tempo ha gestito in sofferenza, un gioco sfilacciato, ma alla lunga la classe ha prevalso su ogni tipo di ostruzionismo di gioco avversario. Non è assolutamente facile disputare gare al cospetto di queste squadre che si arroccano e ripartono in modo letale, se poi si commettono errori di lucidità come ha fatto il nostro Samir, allora si porge su di un piatto d’argento la possibilità agli avversari di impostare la gara a loro piacimento. Lo score del primo tempo riportava un solo tiro in porta degli scaligeri, e se in tutta la gara Samir non ha dovuto compiere alcun intervento, tutto l’opposto del suo dirimpettaio, questo vorrà dire pur qualcosa. Per non citare un rigore sacrosanto ai danni di Lautaro, ma di questo non ne voglio parlare. Io comunque devo dare atto a Simone Inzaghi di aver creato un bel gruppo, è un allenatore che è capace di cambiare volto alla gara cercando di limitare le sbavature che possono crearsi in determinati momenti. Riesce a cogliere l’attimo in cui un giocatore si muove in affanno ed è leggermente sottotono, oppure gioca male perché gravato da un cartellino giallo, ebbene lui prontamente corre ai ripari. Avendo una rosa di tutto rispetto e di primo piano, può effettuare gli opportuni aggiustamenti in corso d’opera senza attendere gli ultimi cinque o dieci minuti, di una gara che sarebbe potuto divenire realmente di sofferenza, come avrebbero fatto i suoi illustri predecessori. Bisogna riconoscergli questa capacità, che non fa altro che cementare sempre più il gruppo, tenendo gli stessi giocatori nella dovuta considerazione di essere parte integrante della squadra. Tutti noi tifosi e amanti di questi colori, inizialmente eravamo un attimino delusi dell’atteggiamento non certo propositivo della società, che ha venduto i pezzi migliori di una rosa che anche quest’anno avrebbe potuto fare la differenza, ma da come si stanno delineando le operazioni di mercato, bisogna essere coerenti e fare un plauso a chi ha operato, certo sono partiti due pezzi da novanta, ma è anche vero che sono arrivati giocatori altrettanto utili alla causa nerazzurra e se queste sono le premesse, allora si che ci sarà da divertirsi. Sugli scudi societari metterei tutti sullo stesso piano: Inzaghi per non essersi sgonfiato nell’entusiasmo, per queste defezioni, continuando a lavorare come se non fosse accaduto nulla di grave, anzi mettendoci più impegno. Quindi il duo Marotta e Ausilio che hanno compiuto delle operazioni che hanno rimpinguato le casse societarie e nel contempo hanno fatto delle oculate operazioni che hanno in un certo senso reso competitiva la rosa. A me non piace parlare dei singoli, anche perché quando gira il motore, tutti eseguono in pari impegno ogni compito in campo. Questa volta però lasciatemi porre l’attenzione su due singoli calciatori: Darmian che ha compiuto davvero delle sgroppate fantastiche sulla fascia, proponendosi e difendendo e poi se a gara pressoché conclusa ha effettuato quella sgroppata raggiungendo una palla lunga calciata da Vidal, per poi effettuare un cross al bacio per l’accorrente Correa che ha depositato in goal la rete del sorpasso, allora si che bisogna alzarsi in piedi per la standing-ovation e lo chapeau d’obbligo. Quindi sull’ultimo arrivato, che si è dimostrato come l’ennesima freccia depositata nella faretra d’Inzaghi, quel Correa che è davvero un gran bel giocatore, forse troppo prematuramente tacciato di un essere un goleador bensì solo un assist-man, ma presentarsi all’esordio con una nuova maglia e fare una splendida doppietta di pregevole fattura, allora questo non fa altro che contravvenire ad ogni altra considerazione su questo giocatore. Ha dato un saggio sulle sue potenzialità e quello che potrà dare all’Inter e se i tifosi presenti al Bentegodi come d’altronde, credo anche coloro che sono rimasti a casa, l’hanno ammirato e osannato, ciò significa che è entrato già nei nostri cuori: vai Tucu i tifosi ti amano! …Amala!!!!