… e la festa continua!
Dopo la conquista del nostro 20esimo scudetto in casa dei cuginastri, sbattendogli in faccia la nostra gioia per la conquista della seconda stella, con quell’evidente supremazia cittadina e con ancora addosso l’emozione a mille per aver dimostrato ancora una volta, qualora ce ne fosse stato bisogno, la nostra schiacciante superiorità palesata con la vittoria del sesto derby vinto consecutivamente. Nonostante gli altri esponenti delle tifoserie opposte, che continuano ed essere rosi dall’invidia, con quel vivido dolore per la nostra infinita gioia, tutto pareva far passare in secondo piano, anche la gara del lunch match domenicale, che ci vedeva opposti all’unica squadra di Torino, quel Toro indomito, che voleva giocarsi delle residue chance europee. Mi piace rimarcare la correttezza granata, che ha effettuato il così definito “pasillo de honor” tributando il giusto merito della vittoria all’Inter. Ma i ragazzi dinanzi alla fantastica cornice di pubblico, di tifosi festanti, che ha gremito lo stadio in ogni settore, non volevano mancare una vittoria che alla fine è stata più che meritata, presupponendo quella festa che era stata preparata appena la matematica ha espresso il suo verdetto. Della gara ancora una volta bisogna rimarcare la forza dei ragazzi, che dopo un primo tempo sonnacchioso, di contro c’è stata una ripresa che ha mostrato il carattere di un’Inter famelica che non ha perso tempo e una volta notato il pertugio giusto, ha affondato i colpi necessari per vincere la partita. Certo ora tutti i commenti dei nostri avversari, avranno affondato i loro artigli, nella becera convinzione, che ancora una volta siamo stati aiutati dal Var, tanto poco c’importa, volevamo la vittoria e tale è stata, noi continuiamo a gioire e loro continuano a rosicare, con il se e con il ma non si va da nessuna parte, tant’è che i ragazzi hanno sciorinato un bel gioco da sempre e non solo quest’anno, con Inzaghi da quasi un triennio. Forse quest’anno siamo stati più continui, con la consapevolezza che uniti si poteva ambire a un qualcosa d’importante, che meritatamente s’è verificato, uno scudetto più che mai voluto con quella seconda stella che brillerà sempre più nel nostro cielo azzurro, posandosi sul quel nero che simboleggia la notte, colori fantastici della nostra maglia, e che farà compagnia alla sua gemella sullo scudetto cucito con orgoglio sul nostro petto. Neanche il più becero dei commenti, dei nostri antagonisti, potrà toglierci ciò che abbiamo ampiamente meritato sul campo, la forza di cui disponiamo è la nostra certezza che ci fa credere in un gruppo forgiato nella coesione e nell’aiuto reciproco, perché in squadra ci sono tanti giocatori indispensabili, e non solo i titolari, facendo fronte comune verso l’unico traguardo possibile: la vittoria! Lo scudetto è il premio significativo di tutti i sacrifici che vengono compiuti durante tutto il campionato, che specie quest’anno, è stata una cavalcata di emozioni, schiacciando l’avversario di turno sotto i colpi, non solo del reparto avanzato, ma di una coralità di uomini, prima che essere giocatori. La gara ha rimarcato, ancora una volta, la visione di gioco di un centrocampo, il migliore in Italia e senza l’ombra di essere smentito, forse uno dei migliori in Europa che ieri ha posto in evidenza un giocatore fantastico come il “Sultano” Hakan Calhanoglu, autore di una doppietta, ma la cosa che mi è piaciuta tantissimo è stata la predisposizione di voler lasciare il rigore al capitano, per fare in modo che si sbloccasse, visto che da febbraio non marca una rete. In tutta risposta Lautaro ha risposto che il rigorista principe era lui, e avrebbe dovuto calciare lui. La sentenza Chala capace di trasformare il sedicesimo rigore consecutivo, ma sugli scudi era palese che ci andasse lui, ma sono tutti i ragazzi che meritano un sicuro plauso. Dopo la gara la festa in campo è stata la continuazione di quella impostata lunedì scorso, anche se il livore milanista voleva far sottacere la nostra gioia, con la loro scelta cervellotica di mettere a manetta la musica tecno per cercare di coprire i nostri cori festanti, ma non hanno potuto fermare né frenare la nostra gioia immensa. Il pomeriggio è proseguito fuori dallo stadio, con cori festanti, in attesa dei campioni negli autobus scoperti, che hanno fatto il percorso tra due ali di tifosi che hanno accompagnato il corteo sino a Piazza Duomo, dove s’è raggiunta l’apoteosi sino a notte inoltrata. Tutto molto bello ed emozionante, con la consapevolezza che continuerà sino alla consegna del trofeo, che si terrà in occasione della gara interna contro la Lazio, noi ci stiamo preparando a esultare ancora una volta, allorquando il trofeo verrà levato al cielo dal nostro capito, il “toro” Martinez che verrà consacrato, con tutta probabilità, re dei bomber del campionato di serie A, cosa volere di più? Nulla, perché i numeri di questa squadra parlano chiaro, tutta l’Inter farà festa in un amore incondizionato con i nostri tifosi da tutta Italia!!! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.