Flop Inzaghi!

Scritto Da il 23/Set/2024 - Ultimo Articolo |


Flop Inzaghi!

Chi è causa del suo mal pianga sé stesso, quest’affermazione deriva dall’ammissione in conferenza stampa del nostro mister: già caro Simone Inzaghi la gara è stata figlia di una situazione davvero cervellotica in cui non hai compreso realmente la possibilità di far male ai cuginastri. Fanno ancora più male le dichiarazioni di un Fonseca, che hai fatto divenire come il più scaltro conoscitore di calcio e grande condottiero, affermando che la sua squadra ha sempre giocato con quel modulo speculare di un quattro – due – quattro, allora sorge il dubbio, Inzaghi non ha realmente capito come avrebbe potuto far del male ai rivali? Secondo me no. Io non mi voglio ergere a sapientone e gran conoscitore del gioco del calcio, ma bastava spingere sui quinti e mettere in difficoltà gli avversari, invece lui vedendo l’inferiorità a centrocampo degli avversari, ha preferito spingere per vie centrali. Condizione questa del tutto errata, perché il Milan si copriva facendo scalare le pseudo punte a turno, con Morata che s’era incollato a Calhanoglu e Ambraham che spesso ripiegava, lasciando così scoperte le fasce dopo si poteva e si doveva spingere di più. Tant’è che le poche volte che s’è provveduto con questo modulo, sono arrivati i pericoli per la difesa avversaria da cui è nata anche la rete. Il calcio non è una scienza esatta, questo è vero, ma talvolta bisogna avere gli occhi e la giusta lucidità per leggere, tra le righe, le difficoltà avversarie. Si sono palesate delle difficoltà enormi in questo derby che poteva essere il consolidamento di una stagione che poteva ripartire alla grande, invece abbiamo dato convinzione a una squadra in difficoltà, sarebbe bastato giocare con raziocinio dando loro quel colpo di grazia che sarebbe stato nelle nostre corde. Vedendo la gara di ieri sera, mi è tornato in mento il derby di due anni fa, dove dei nostri marchiani errori hanno rinvigorito i rossoneri sino alla conquista dello scudetto. Purtroppo come ci capita spesso, subentra quella mancanza di lucidità in seno alla nostra squadra, per errori di gioco e a volte d’impostazioni dalla panchina, che ci rendono davvero vulnerabili, senza una spiegazione logica, perché forse la motivazione sta nella errata lettura della gara? Certo in campo vanno i giocatori, ma il diktat che proviene da chi guida la squadra, deve avere la possibilità di cambiare l’esito di una gara, con un comportamento e un orientamento camaleontico, consono a cambiare in un breve lasso di tempo modulo e corrispondenti azioni, quello che purtroppo non s’è visto ieri sera. La rovinosa caduta nel derby, spero non porti contraccolpi, non solo per il risultato negativo, ma in un gioco dove s’è reso palese l’imborghesimento di una soluzione calcistica fin troppo osannata dai media, da tutti coloro che hanno definito, sin dall’inizio di stagione che la squadra da battere era l’Inter, vuoi per una super rosa, vuoi dalla capacità di un tecnico capace di far giocare bene la squadra. Per carità queste condizioni si sono verificate lo scorso anno, abbiamo goduto di un gioco spumeggiante con innumerevoli azioni da rete, ma non ieri sera. Siamo stati annichiliti dagli avversari, specie nel secondo tempo la squadra è apparsa svogliata con un gioco lento e macchinoso, spesso alla mercé avversaria, tant’è che per fortuna Sommer non è capitolato nelle quattro nitide occasioni create dagli avversari, e noi? Poca roba solo da rimarcare una girata di Lautaro e il resto un elettrocardiogramma piatto. Abbiamo messo in campo tutto ciò che si doveva evitare, giocando per soli quarantacinque minuti, nel primo tempo, dove oltre alla rete di Dimarco, ci sono state altre occasioni, su tutte la spettacolare parata di Maignan su tiro di Thuram. Poca roba se si vuole vincere una gara, può andare bene se giochi contro il Monza, ma non contro chi ha fame di rinascere e farti male, specie dopo ben sei derby persi malamente, in considerazione che ne hai vinto uno in casa loro che ha sancito la vittoria dello scudetto e la seconda stella. Il Milan ha meritato alla grande questo derby, hanno avuto più fame e voglia di sovvertire il loro nefasto status quo, noi invece parafrasando una frase di Rocky III, non abbiamo avuto “gli occhi della tigre”, molto molli senza nerbo con una superiorità a centrocampo che non s’è proprio vista. Tutti erano pronti a decretare il “de profundis” a un Milan che stava arrancando sin qui, ci potevamo e ci dovevamo provare perché comunque abbiamo una rosa e un gioco consolidato, che s’è sciolto come neve al sole in una serata di fine settembre. Complice anche una situazione che già aveva compromesso la gara contro il Monza, con sostituzioni fuori da ogni opportuna logica, questa squadra non può prescindere da Bastoni (tant’è che la rete della vittoria milanista è avvenuta, da un cross in cui s’è gettato a capo fitto il difensore rossonero marcato da un Frattesi più basso di svariati centimetri), nè tanto meno di Calhanoglu e Barella, non si può cambiare tutto il centrocampo come un colpo di spugna, ci vuole ben altro: secondo me. Le statistiche ci dicono che siamo con sette punti in meno rispetto allo scorso anno, certo queste considerazioni lasciano il tempo che trovano, però questo campionato ci sta dando il leitmotiv che sarà realmente dura riconfermarsi, se poi in cinque gare porti a casa solo due vittorie e giocando non al meglio delle tue possibilità, allora sì che è impossibile. Ultima annotazione, ma non è che tutti gli elogi che sono spiovuti dal cielo, specie nella gara di Manchester, ci hanno fatto credere che siamo diventati dei super campioni? Ecco che la dura realtà invece ci ha fatto capire che non tutto piove dal cielo per grazia ricevuta, dobbiamo lavorare ancora maggiormente su quelle basi che ieri sono parse di sabbia, disintegrate alla prima difficoltà. E’ vero che s’è persa una battaglia, fondamentale per la propria autostima, ma la guerra è ancora aperta e tutta da definire. Crediamoci invertendo questo trend negativo in campionato, specie nelle ultime due gare.  …Amala!!!!

Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.