Incomprensibile!
Siamo alle solite, quando tutto faceva presagire ad un percorso indirizzato verso la giusta autostima e consapevolezza della propria forza, ecco che una brutta ricaduta rimette tutto in gioco e fa dubitare sulla credibilità di questa squadra. Come diceva qualcuno molto importante “non c’è pace tra gli ulivi!” anche perché non si può perdere terreno importante, in questo modo, se si vogliono raggiungere traguardi importanti, con la quinta sconfitta contro dirette concorrenti, non dico per il titolo, che secondo me è distante anni luce, ma per un dignitoso piazzamento Champions. Ieri sera s’è palesata, ancora una volta, quella mancanza sostanziale nella squadra di quel “killer instinct”, che in certe fasi della partita è fondamentale. Bisogna tenere ben presente che l’Inter non ha mezze misure o vince oppure rimane in balia dell’avversario, concedendo il peggio di sé stessa, e perde malamente. Ieri sera è accaduto nuovamente, per fare un’analisi tecnica completa e lucida di una gara, apparsa sotto gli occhi di tutti, come un buon viatico verso una vittoria annunciata, c’è stata tanta qualità ed azioni ben create, però tutto è stato reso vano, sciupando il vantaggio per ben tre volte, ed un inizio di ripresa con una bella parata del portiere avversario su tiro di Calhanoglu. In contrapposizione dei non colorati neanche l’ombra, tutti dietro la linea della palla ad attendere. Bene quell’attesa, con il senno di poi, è stata ben ripagata, per lo scellerato comportamento dei ragazzi e di un allenatore che, con i cambi, non ne azzecca più una giusta. La gara va azzannata e chiusa senza lasciar scampo agli avversari che parevano davvero inermi, ma la cosa che fa davvero specie che l’aver perso una gara che anche solo il pareggio ci sarebbe stato stretto, contro la peggiore squadra bianconera degli ultimi trent’anni, eppure siamo stati capaci di fallire. L’errore madornale è aver lasciare aperta una gara che dopo i primi quarantacinque minuti, con più determinazione cinica, non avrebbe avuto più nulla da dire, e ora avremmo parlato di tutt’altro. Ennesima dimostrazione di una squadra sprecona, che lascia sempre la possibilità all’avversario di far male, manca quella cattiveria agonistica che tal volta fa la differenza, come in occasione della rete del loro vantaggio casalingo, Barella da giocatore degno di questo nome, non ha affondato il tackle per fermare l’avversario che l’aveva superato, forse temendo un giallo che gli sarebbe stato comminato da Doveri, ma tal volta bisogna pur immolarsi. A mente fredda, non credo che a parte invertita i non colorati avrebbero fatto analoga cosa, loro l’hanno nel dna fermare a tutti costi un imminente pericolo, questione di mentalità che accusano chi indossa quella casacca striata, che si possono permettere di tutto. Per questo in merito alla sciagurata gara di ieri dobbiamo solo fare il mea culpa, colpa nostra se abbiamo sprecato tanto e non aver vinto una gara alla nostra portata, anzi di più. Questione di carattere, al momento questa squadra ne è carente, non si può presupporre di essere una grande squadra se poi si fanno queste figuracce, l’indole vittoriosa non si acquista al supermercato, o si possiede oppure si rimane nell’anonimato. Altra alternativa viene trasmessa da un tecnico capace, che possiede il piglio giusto per far raggiungere certi traguardi, purtroppo Inzaghi non possiede queste caratteristiche. È un buon allenatore ma non può ambire all’olimpo dei vincenti per eccellenza, coloro che fanno la storia di un club, coloro che mettono in soggezione l’avversario. Specie quest’anno il nostro campionato, sinora ha determinato che siamo stati grandi con le piccole e a nostra volta piccoli con le grandi o presunte tali, condizione che non può essere accettata da chi ha una storia calcistica come la nostra, e non può essere una scusante l’aver affrontato tutti gli impegni importanti fuori casa e che dovremo poi giocarceli al meglio a casa nostra, come dichiarato dal nostro tecnico in conferenza stampa, non è una scusante che regge, chi si ritiene d’essere una grande squadra gioca allo stesso modo sia in casa che fuori, tutto il resto non c’entra nulla con la presunzione di essere grandi. Abbiamo dissipato tutta quella credibilità che c’eravamo costruiti da due anni in qua, e direi in malo modo, dopo lo scudetto perso in maniera sciagurata lo scorso anno, dovevamo avere il dente avvelenato quest’anno, invece entriamo in campo come dovessimo disputare delle amichevoli, così non va bene. La stagione è fatta di step, questo è risaputo, non bisogna focalizzarsi solo su di un obiettivo e porre su questo tutte le attenzioni possibili, tralasciandone altri. Abbiamo concentrato tutte le nostre energie sull’ipotetico passaggio del turno di Champions, che abbiamo centrato con un turno d’anticipo, certo è importante, ma non si deve poi mollare malamente il campionato, con un distacco abissale già nella prima decade di novembre, che sarà arduo recuperare. La programmazione viene fatta con valutazioni ben solide, direi più che altro attente a quelli che sono gli impegni, certo il passaggio del turno è importante ripeto, consapevolmente anche dalla condizione che agli ottavi non sai che team ti riserva l’urna di Nion, nel qual caso sarà davvero arduo andare sino in fondo con la mentalità che abbiamo ora, ma nel caso in cui dovessimo effettuare, come lo scorso anno, altre due gare, certo le casse societarie ne beneficerebbero, ma gli obiettivi? Non dico che è una disgrazia disputare la Champions per carità, essere annoverati tra i migliori d’Europa è tutto dire, ma avere la consapevolezza di sapere di non aver gettato alle ortiche parte della stagione, questo deve essere tenuto ben presente, qualora il nostro cammino si fermasse agli ottavi. Con uno scudetto da più parti millantato credo sia utopistico come discorso, per una squadra come l’Inter vista sinora, che allo stato attuale appare del tutto verosimile potesse rientrare in corsa. Però se i saccenti giornalai hanno inserito i non colorati in tale lotta che hanno un punto più di noi, allora se riusciamo ad ottenere una svolta di comportamento forse non tutto è perduto. Il mio è puro sarcasmo, ma forse una condizione mentale che mi fa credere che la svolta sia davvero dietro l’angolo, che più forte è la caduta più altisonante dovrebbe essere la risalita. Del doman non v’è certezza, per il momento lecchiamoci ancora una volta le ferite credendo che qualcosa di buono si possa ancora fare, ma con interpretazioni diverse e giocando in maniera più parsimoniosa, con autorità e voglia di vincere, la stessa che è di certo mancata, a tratti, ieri sera. …Amala!!!!