La tenacia e la voglia!
Ancora un sabato, l’ennesimo di un campionato giocato nelle giornate semi-festive, (oramai ci siamo abituati) che ci vedeva opposti alla squadra nero-verde del Sassuolo, che non ci ha mai fatto godere in pieno delle vittorie ottenute sul proprio campo. Anche questa volta, per tener fede al nostro cervellotico paradigma, soffriamo terribilmente la veemenza e vigoria dei ragazzotti emiliani. Nel primo tempo dopo alcune nostre brillanti azioni nelle quali poteva scaturire un nostro vantaggio, ne è dimostrazione la bellissima azione con il tiro finale di Barella che poteva sortire maggior fortuna, ecco che abbiamo iniziato a commettere i soliti errori banali, che continuano a ripetersi, purtroppo! A centrocampo non si possono concedere ripartenze come conseguenza di una perdita sanguinosa di un pallone che poteva essere gestito molto meglio, tant’è che è stata fatale l’incontro in area nostra e il conseguente fallo da rigore di Skriniar su Defrel. Solare e netto il fallo: ma così non va bene, ci vuole più concentrazione, e se tante volte non si riparte da dietro, va bene uguale e non si presta il fianco in questo modo banale all’avversario. Sotto di uno a zero il primo tempo è scivolato senza altri sussulti, tranne la richiesta di espulsione di un Samir incolpevole, in conseguenza di una scellerata messa in scena con conseguente caduta di un’avanti nero-verde. Anche in questo caso, sapete com’è nata questa ripartenza? Da un appoggio sbagliato da centrocampo, indietro al portiere con una palla corta sulla quale si è avventato la punta del Sassuolo. Anche la ripresa è stata da brividi nei primi dieci minuti, con Samir sugli scudi per gli ottimi interventi risolutivi. Quindi qualcosa ha contrariato il nostro allenatore giacché ha fatto ben quattro cambi in contemporanea, con il senno di poi posso affermare che quella è stata la chiave di volta del match. Dopo appena una manciata di secondi dal suo ingresso in campo, il cigno di Sarajevo a spedito in porta, un cross al bacio di Perisic che diceva soltanto: spingimi in porta! Ottenuto il pari ecco che è iniziata un’altra gara. I ragazzi in campo hanno iniziato a giocare come sanno spingendo sull’acceleratore con gli stessi uomini che poco prima sembravano in balia dell’avversario, ma che di punto in bianco hanno riacquistato le energie, contrastando a centrocampo con quella “cazzimma” perduta, forse complice anche di quello che si erano detti prima di entrare in campo. La dimostrazione di tutto ciò è l’aver voluto e ottenuto questa vittoria figlia di quella tenacia e voglia ritrovata improvvisamente, ecco perché il plauso maggiore va ad Inzaghi che ha caricato a dovere chi è subentrato. Si è trovata una certa profondità e in una di questa ecco che Dzeko s’è inserito, chiamando all’uscita il portiere avversario aggirandolo e facendo in modo che lo stesso causasse, con un’entrata rovinosa, il fallo del giusto rigore. Si è presentato sul dischetto il toro Martinez che ha siglato il goal del raddoppio, evidenziato un sorpasso che in pochi si sarebbero aspettati, ma in cuor nostro da tifosi nerazzurri, avremmo sperato vivamente: fortunatamente ciò è avvenuto grazie ai ragazzi che hanno lottato e ci hanno regalato questa importante vittoria! Tutto però non è oro ciò che luccica, come dicevano le persone sagge, bisogna ancora una volta fare i conti con quei tantissimi errori che stanno divenendo una costante, a volte la grandissima mole di lavoro svolto in campo viene ridimensionata da questi banali blackout. Sottolineo, e questa è una mia considerazione personale, che i grandi giocatori non devono avere, specie quando sono la causa di fatali ripartenze avversarie. Mi rendo conto che i giocatori in campo sono uomini e non robot, ma l’uomo deve anche saper dosare le proprie emozioni e credere che deve lottare e fare il gioco di squadra, a prescindere del proprio orgoglio e se tante volte si può anche scegliere il lancio lungo anziché riproporre il solito gioco da dietro, come si usa dire oggigiorno, la manovra ne può beneficiare e togliere la pressione sui nostri difensori. Certo io non sono un tecnico e mi permetto di affermare certe tesi, solo perché noto in talune fasi di gioco, una certa sofferenza della quale si potrebbe fare a meno. Ora non c’è ancora da gioire per il periodo tremendo che stiamo vivendo, c’è ancora da lottare, c’è la sosta per le nazionali e tanti giocatori saranno costretti a giocare senza tirare, il fiato e poi? Ancora un altro sabato che ci vedrà opposti alla Lazio con problemi di natura fisica per alcuni giocatori che torneranno alla Pinetina solo il venerdì precedente, spero vivamente di sbagliarmi, ma come si può programmare una partita così importante in un solo giorno? Ma non finisce qui perché poi ci sarà l’incontro decisamente determinante in Champions contro lo Scheriff, in ultimo il big match contro la Juventus. Davvero un ciclo terribile spero solo che ci vedrà sorridere alla fine, magari allo strenuo delle forze, ma contenti di aver ottenuto il massimo. Noi siamo con voi ragazzi, perché l’Inter si ama a prescindere! …Amala!!!!