Le due facce dell’Inter!
Il sabato sera di campionato ci ha proposto due gare nel corso della stessa. Ad un primo tempo davvero deprimente si è contrapposta una ripresa caratterizzata da un piglio diverso, con tanto gioco e occasioni in raffica. Cos’è cambiato? Difficile capirne il significato, forse ipotizzando che i ragazzi si siano guardati negli occhi, razionalizzando che peggio non avrebbero potuto giocare, in considerazione della pesantissima e gloriosa maglia che stavano indossando a cui non stavano dando il giusto risalto e lustro. Per lo spettacolo che stavano producendo in campo, sembrava il seguito della cervellotica gara di Marassi, dove la presunta grande squadra, la nostra, che difatti allo stato dei fatti non s’era dimostrata tale, perché non riusciva ad avere ragione di una modesta squadra, quella doriana. Purtroppo lo status quo era questo, un misero tiro in porta degno di questo nome, senza rimarcare che stai giocando in casa, dinanzi ad oltre sessantamila spettatori, tifosi che t’inneggiano a squarcia gola, secondo la massima espressione di felicità, nel dimostrare quello che vali. Per carità non è che i friulani abbiano fatto tantissimo, gara di contenimento con improvvisi rovesciamenti di fronte ed in uno dei quali, trovando la nostra retroguardia piazzata male, hanno siglato il pari. Non si poteva certo essere soddisfatti di un primo tempo del genere, la ripresa fortunatamente è stata tutt’altra cosa, però non v’è nessuna giustificazione nel prendere dei contropiedi dall’Udinese, in più occasioni, forse due/tre, specie quando sei in vantaggio, avendo tra l’altro la palla ben oltre la metà campo, senza creare nulla d’importante, per cui non può assolutamente reggere la scusante dello sbilanciamento offensivo. Si è evidenziato invece un disordine tattico incredibile, visto quello che poi è accaduto nel prosieguo della gara, con i friulani protesi in contropiede alla ricerca del pareggio mentre i nostri hanno più volte mancato la segnatura della terza rete. Questa squadra ha evidenziato ancora una volta quel calo di tensione nervosa che è indubbiamente un male al quale si deve fare a meno, se vogliamo consolidare un posto al sole in classifica. Ieri sera ancora una volta si è visto che Dumfries non è per niente un giocatore da Inter, non spinge quant’è nelle sue corde, anzi dal momento che ha il possesso della palla non ha alcuna capacità mentale di saltare l’uomo, oppure fare un passaggio in profondità per il compagno, tende quasi sempre ad effettuare il retropassaggio indietro. Caro mister Inzaghi anche ieri sera ne hai commesso un’altra delle tue, dando dimostrazione che non riesci a leggere le gare come vorresti far intendere. In una serata dove il sempre utile Dzeko non era in partita, tu cosa hai fatto? Hai cambiato nella ripresa un Lukaku che non ha fatto niente male, si nota che pur non essendo il Romelu che abbiamo imparato a conoscere, cerca di rendersi utile per la squadra, essendo pian piano sulla via del recupero, tenendo in campo il cigno di Sarajevo che sembrava un corpo estraneo, mancando tra l’altro una rete che in altre circostanze non avrebbe fallito. È anche vero che pure Lautaro, per un egoismo eccessivo, non ha segnato una facile rete se solo avesse passato la palla a Calhanoglu, meglio posizionato e a porta libera. Tal volta la ragione di stato viene prima di quella personale, per fortuna si è poi riscattato, dopo pochi minuti, mettendo il suo sigillo e chiudendo di fatti una gara che agli albori non è che poi s’era messa così bene. Purtroppo allo stato attuale siamo questi, abbiamo un autonomia di 45/50 minuti, dobbiamo avere ben precisa la considerazione che l’Inter del primo tempo deve essere cancellata, non è proponibile giocare senza voglia e costrutto. Lasciatemi porre l’accento su di un giocatore, anche lui nel primo tempo risucchiato nel marasma generale, ma che poi nella ripresa è riuscito, con le sue giocate a dare una sferzata positiva alla sua gara e a quella della squadra, realizzando una rete fantastica, di prima con un piattone indirizzato laddove il portiere avversario non ci sarebbe mai arrivato. Con un Mkhitaryan così, possiamo essere certi che il colpo del campione è sempre dietro l’angolo e con lui quel Calhanoglu che ci fa lustrare gli occhi ad ogni giocata, non sempre prevedibile, ma sostanziale. Sono questi i giocatori che fanno bene al nostro gioco, ma è anche opportuno considerare che tutti sono importanti, ma non indispensabili, perché l’Inter rimane sempre e comunque prima di ogni evento e giocatore. Tenendo fede ai dettami dell’insegnamento del mitico Giacinto Facchetti a cui il nostro club è intitolato, mi piace sempre rimarcarlo, recita: “Ci sono giorni in cui essere Interista è facile, altri in cui è doveroso e giorni in cui esserlo è un onore. Essere nerazzurri è un traguardo, un segno di eccellenza. “…Amala!!!!