Inter Club Fano


Che la forza sia… con noi!


Scritto Da il 4/Mag/2023

Che la forza sia… con noi!

Parafrasando una frase tanto in uso nel fantastico film Guerre Stellari di George Lucas, io aggiungerei come augurio: che continui ad essere sempre presente! Certo dopo la scorpacciata di reti di ieri sera a Verona, giocando in quel modo, e con cambi di formazione questa volta oculati, possiamo credere e pensare positivo, per le cinque gare che ci rimangono di campionato, per quel posto al sole che mai come quest’anno ci necessita. Ai ragazzi non si po’ dir nulla hanno interpretato al meglio la gara, con la consapevolezza della propria forza anzi, ho notato che anche dopo la seconda e terza rete, hanno continuato ad attaccare, non erano sazi e questo non può essere che benaugurante. Per fortuna il nostro mister non è stato attratto dal fare un corposo turn-over, come gli è già capitato in altre circostanze, conscio della posta in palio più importante di quanto potesse sembrare alla vigilia. Ora dobbiamo procedere a testa bassa, giocando da squadra, come sappiamo e come abbiamo ampiamente dimostrato. L’autostima e la concreta possibilità di raggiungere posizioni a noi consone, è stata acquisita da qualche tempo ma non pienamente espressa, la rosa dell’Inter è di tutto rispetto e può competere con i migliori club europei e, scusate se dico un’affermazione che potrebbe sembrare un’eresia, la migliore in Italia. Purtroppo ci sono state delle situazioni contingenti che non ci hanno permesso di mostrare, in alcune gare, il nostro effettivo valore, ma la cosa assurda è avvenuta affrontando squadre medio-piccole, davvero cervellotico: non trovate anche voi? Vuoi per una situazione societaria non ancora ben definita, dove i giornalai saccenti ci sguazzano e pongono sempre in prima pagina, come se dovessimo fallire da un momento all’altro, vuoi per infortuni davvero pesanti, su tutti Lukaku, e vuoi in ultimo la scellerata quanto incresciosa situazione del caso Skriniar, gestito davvero in malo modo. Tutto ciò doveva essere ben chiaro ad inizio stagione e non trascinare questa pantomima sino alla fine dell’anno, con la conclusione che lo slovacco saluta e va a Parigi, mentre noi siamo stati insofferenti in difesa, dove ci mancava una pedina importante. Tutto oramai è astato ben definito, stiamo lottando con le unghie e con i denti per un qualcosa che meritiamo, certo guardandoci indietro, ci assale un’amarezza di quello che poteva essere e non lo è stato, ma non solo quest’ano, ahimè tutto è cominciato lo scorso campionato, protraendosi sinora. Spero solo che Inzaghi si sia reso conto che non si può fare un corposo turn-over quando siamo a cinque giornate dalla fine, può essere necessario solo quando tutto è chiaro e deciso, allora sì che si possono far giocare le seconde linee, in prossimità di gare importanti come una finale di coppa Italia o una semi-finale di Champions, al momento no se cambi si vogliono devono essere fatti in maniera assolutamente oculata, tenendo tutti i giocatori sulla corda. Un consiglio ad Inzaghi non faccia più giocare titolare giocatori del calibro di Correa, Gagliardini e D’ambrosio, per tutto il ringraziamento che ci può essere nei loro confronti, ma purtroppo sono limitati e giocando contro chi ha fame, vengo triturati da un gioco veloce e opportuno. Ora contro la Roma sabato alle 18, ha risparmiato in sequenza: Onana (anche in questo caso non riesco a comprendere il cambio, possibile un portiere di 27 anni abbia la necessità di riposare?) Darmian, Bastoni, Barella e in ultimo Lukaku, il preciso rifinitore dell’ultimo periodo. Spero solo che all’Olimpico non riproponga la coppia d’attacco Lukaku – Correa, in tal caso è davvero sconcertante una coppia davanti così assortita, e poi con un Lautaro in queste condizioni, ma siamo sicuri che vogliamo tenerlo fuori? Ai posteri l’ardua sentenza, ora tocca attendere il responso capitolino e poi rituffarci nella Champions, con una semi-finale che è tutta da vivere, interpretare e giocare al meglio, perché noi siamo l’Inter e degli altri non c’importa nulla!  …Amala!!!!

Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
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Forza d’inerzia interiore!!!

Ancora una gara in un lunch-match che si preannuncia davvero ostico contro una squadra, la Lazio, che occupa la seconda posizione in classifica, con uno score delle ultime settimane di grande rispetto, nonostante l’ultima sconfitta casalinga. Anche in questo domenica dobbiamo però rimarcare l’ennesima gara a due facce della nostra cara Inter, forse stavolta almeno nel primo tempo, abbiamo giocato molto meglio rispetto alle ultime apparizioni. Certo concludere il primo tempo in svantaggio, dopo aver creato tantissimo, fa davvero specie. Abbiamo regalato la rete del vantaggio capitolino con un dono che solo nelle imminenti festività natalizie si concede, mentre il portiere avversario ha sfoggiato, come di consueto contro di noi, degli interventi degni di nota. Per onor di cronaca i ragazzi hanno anche realizzato una rete di pregevole fattura, ma complice un Correa che per centimetri non è rientrato dalla posizione di off-side, ha vanificato ogni cosa. In questa giornata che ci ha permesso di agganciare i cuginastri e la Roma al quarto posto, c’è stata l’ennesima gara dai due volti dei ragazzi com’è ho già detto, questo secondo il mio modesto parere per una colpa tecnica di assoluta presunzione, non si può proporre dall’inizio un giocatore come Correa che mette in difficoltà tutta la squadra, è un corpo estraneo come d’altronde D’Ambrosio, che per inciso io apprezzo tantissimo, ma sono giocatori che vanno inseriti nel corso della gara e non da titolari, purtroppo Inzaghi non comprende che la posta in palio è altissima e non può fare a meno dei titolarissimi, ci sono gare in cui si possono fare esperimenti e in altre no: contro la Lazio tutta la vita vanno in campo i migliori, senza remore e riserve, tocca vincere e basta. Spero si sia reso conto che, al momento dell’uscita dal campo, Correa è stato subissato di fischi, ci sono stati settantamila tifosi che hanno espresso il loro dissenso, questo vorrà dire pur qualcosa, o no? Per fortuna non ha deciso di far entrare anche Gagliardini, altrimenti avrebbe concluso la sua opera cervellotica, in campo sempre i migliori, senza alcuna attenuante. Per fortuna in campo ci sono dei giocatori che non si risparmiano, se hanno ribaltato il risultato con un sonoro tre a uno, questo è stato dettato da quella voglia incontrastata di avere la meglio, di lottare e di raggiungere una posizione in classifica che, ancora non definitiva, ma alla nostra portata, ma con coerenza e sgomitando deve essere raggiunta, perché l’Inter merita una posizione Champions, specialmente la squadra di quest’ultimo periodo. Tutto è ancora in gioco, abbiamo diversi obiettivi ancora da raggiungere con gare da effettuare al meglio. Dopo aver sconfitto i non colorati torinesi, in una gara in cui avremmo meritato un risultato molto più largo, ci siamo dovuti sorbire le dichiarazioni, non pubbliche, altrimenti secondo me avrebbe dovuto essere squalificato e forse ricoverato in tso, di un Allegri che se l’è presa con il mondo nerazzurro per la disfatta della sua squadra, incapace di giocare a calcio e di aver raggiunto un’espressione di basso lignaggio, complice un gioco prodotto che è davvero raccapricciante. Quindi siamo meritatamente in finale di coppa Italia, saremo opposti ai viola di Firenze, nella gara dell’Olimpico di Roma il prossimo 24 maggio, partendo con gli onori del pronostico a nostro favore, ma di ciò ne facciamo a meno se non giochiamo da squadra consapevole della propria forza, una finale è una gara che azzera ogni considerazione di sorta. Siamo consapevoli che in questo mese di maggio ci giochiamo tutti gli obiettivi, dovremo giocarcela come se fossero tutte finali, con il cosiddetto sangue agli occhi. Quindi ci sono altre due gare importantissime, le semi-finali di Champions contro i cuginastri, abbiamo la possibilità di vendicare, in analoga situazione, a distanza di quasi vent’anni fa dove fummo estromessi dalla finale per due pareggi, nei quali la rete in trasferta valeva doppio: un’assurdità, per fortuna hanno cancellato questa norma. Mancano ancora sei gare di campionato, quindi ad iniziare da Verona dobbiamo metterci tutto, per continuare in queste vittorie sostanziali, parche sappiamo benissimo che vincere aiuta a vincere!  …Amala!!!!

Antonio Dibenedetto
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Ancora un’Inter… double face!

La gara domenicale, inserita nel consueto orario prandiale, ci opponeva ad una squadra, quella toscana, che all’andata aveva fatto bottino pieno in un San Siro attonito, quasi incredulo per una vittoria svanita per colpa esclusivamente nostra. Alla lettura dalle formazioni, sinceramente ero davvero frustrato, il nostro mister aveva nuovamente mischiato le carte, non curante di tutte le altre volte che l’ha fatto e dei risultati ottenuti, disattendendo quello già fatto in altre circostanze, ha cambiato in formazione ben nove undicesimi da quella che aveva strabiliato nel mercoledì di Champions, in gara gagliarda dove la squadra si è aggiudicata non solo il passaggio alla semi-finali, ma un derby atteso da oltre vent’anni che grida ancora vendetta. La cosa che subito mi è venuta alla mente, come un solito sliding doors, le varie gare post impegno europeo dove i tanti cambi hanno prodotto gare non sempre all’altezza, anzi. Ecco perché è subentrato un timore davvero presente per i continui e ripetuti, quanto cervellotici, cambi di uomini, proprio quanto necessita dare una svolta ad un campionato che è tutto da conquistare, specie nelle posizioni di vertice, qualora ci fosse ancora un barlume di speranza, ma in considerazione dell’unico punto nelle ultime cinque giornate, non certo di Milano, per come sono state interpretate. La sensazione che ho avuto e le imprecazioni conseguenti, sono state davvero feroci per una squadra che in campo non aveva né capo quantomeno coda, difatti tranne qualche sortita di alleggerimento, si è rischiato più del dovuto, almeno in un paio di occasioni empolesi. Difatti all’intervallo la sensazione avvertita di un malessere generale, non si riusciva a cavare il solito ragno dal buco, di azioni d’attacco neanche l’ombra, forse una capitata sui piedi di un Brozovic, prontamente disattivata dall’uscita del portiere avversario, ben poca cosa di chi vuole dare risalto e produrre con tutte le forze una rincorsa ad una pregevole posizione in campionato. L’unica cosa che mi ha fatto piacere che comunque nel prosieguo della gara, la difesa si è ben comportata, di fatti Handanovic non ha fatto alcuna parata degna di nota e poi per una volta c’è stato un giocatore che si è dannato l’anima e ha fatto tantissimi cross dalla destra, finalmente s’è rivisto Bellanova che ha pigiato sull’acceleratore con pochissimi passaggi indietro, poi esausto ha lasciato il posto a quel Dumfries che altro non è: la croce di questa squadra. Nel secondo tempo s’è vista la faccia giusta di quell’Inter che noi tutti conosciamo, capace di inserimenti e di una forza di volontà ritrovata, specie in un giocatore tanto bistrattato, ma che ieri ha fatto tutto e di più. Due reti di pregevole fattura e un delizioso assist per il compagno di reparto, speriamo sia il prologo per affermare senza essere smentiti, che la LuLa è tornata: finalmente! Ieri s’è rivisto quell’armadio di ebano che abbiamo imparato a conoscere, quella forza inarrestabile che quando decide di fare goal, gemello svanito di quello visto sinora, nessuno riesce a fermarlo. Se quello visto ieri è il Romelu Lukaku che abbiamo ammirato in passato, allora per questo finale di campionato, possiamo giocarcela in tutta sicurezza, è il perfetto assortimento con Lautaro, che s’è finalmente sbloccato, speriamo in via definitiva. Ora da mercoledì sino al quattro giugno, si giocherà con una continuazione davvero battente, dobbiamo essere bravi a pensare ad una gara alla volta, pensando per primo alla semi-finale di coppa Italia, contro i non colorati torinesi che sicuramente metteranno sulla rissa la gara, cercando nel potere arbitrale l’alleato ideale per compiere le loro malefatte. Dobbiamo essere bravi a non cadere nei loro tranelli, fortunatamente non dovrebbe essere della gara colui che è da sempre l’antitesi del calcio giocato, quel Quadrado tuffatore e truffatore che non a che fare nulla con il calcio. Non vorrei sbilanciarmi in facili entusiasmi, tante volte specie quest’anno ci abbiamo creduto nella svolta e puntualmente siamo stati smentiti, ma come si è sempre fatto sinora, una gara per volta, da giovedì si penserà alla Lazio, ennesimo banco di prova, purtroppo ora si è nell’imbuto del campionato e di altre competizioni, tutte le gare devono essere interpretate come fossero una finale, sbagliato distrarsi e non avere il giusto approccio alla gara: di questo dovrebbe preoccuparsi mister Inzaghi, o sbaglio?    … Amala!!!!

Antonio Dibenedetto
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Raccapricciante!!!


Scritto Da il 16/Apr/2023

Raccapricciante!!!

Credo che con la gara di ieri sera si è per davvero toccato il fondo, raschiando anche un barile la cui fine non è ancora nota né evidente, l’unica parola al momento che disegna perfettamente la nostra situazione è davvero: “raccapricciante”. Con il consueto atteggiamento incostante e sfilacciato, s’è purtroppo palesata l’ennesima sconfitta, per giunta la terza in casa in modo consecutivo: e sono undici!!! Non ricordo a memoria un’annata così disastrosa, non mi soggiungono parole idonee a determinare tutto ciò, rimane solo lo sconforto per una squadra allo sbando in cui e palesemente disarmante l’inefficacia di produrre effetti letali per gli avversari, mi ripeto siamo davvero inconsistenti e così fragili che alla prima occasione avversaria, per giunta da calcio piazzato, veniamo puniti, davvero cervellotico e autolesionista come comportamento. Sicuramente degno scenario per una società inesistente, che non è capace di farsi sentire e di un allenatore incapace di saper produrre le opportune contro misure contro chi oramai conosce il tuo stile di gioco, sapendo come disinnescare gli avanti nerazzurri che hanno da un pezzo le polveri bagnate. Quindi si arroccano e poi ripartono in modo letale in contropiede, cercando di farci male, a volte ci riescono, a volte ci provocano brividi, ma nessuna contromisura degna, rilevata da una panchina che rimane tal volta inerme. Anche ieri non avevamo difronte una squadra d’élite, ma   un onesto Monza che con molto raziocinio e con il giusto essere cinici, ha portato a casa un risultato che è andato oltre le proprie aspettative, invece per l’ennesima volta siamo noi a leccarci le ferite, lamentandoci in conferenza stampa, a detta del nostro tecnico, per gli ennesimi miracoli sportivi dei portieri avversari. A questo punto formulo una richiesta, se proprio dobbiamo tenerci Inzaghi sino alla fine della stagione, per cortesia non fategli fare più la prevista conferenza stampa di fine incontro, le lamentele sono sempre le stesse e francamente non ha più credito e ha stancato, con improperi su ogni cosa che non ha assoluto senso, tranne l’inconsistenza di far risultato. La sua voglia di spiegare ogni cosa che non va, lo faccia con le giuste motivazioni di un gioco che non decolla, lo dica perché i giocatori, che sono gli attori principali delle partite, perché in campo fanno le statuine e soffrono di continue amnesie, assurde a mio modo di pensare, per un sistema di gioco trito e ritrito che non ha nessuna variante rispetto al solito. Altra domanda, invece gli vorrei chiedere la motivazione secondo la quale continua a far giocare Dumfries sulla fascia destra, assolutamente inutile e anche ieri sera Gosens alla stessa stregua su quella sinistra, ha senso avere dei giocatori che non sono capaci di crossare? E poi il suo pupillo Correa che utilità dà in campo? Anche ieri sera s’è mangiato delle reti che una vera punta di serie A, avrebbe sicuramente fatto. Senza poi parlare dell’enigma Lukaku fratello gemello di quel Rumelu che abbiamo conosciuto in epoca “contiana”, inconsistente e involuto, secondo me l’errore più grande averlo ripreso, ma non è che anche gli altri due attaccanti rimasti sono migliori, ne vogliamo parlare di un Lautaro “El toro” che è divenuto un vitellino da latte, e la statua Dzeko che più di un cigno sembra un paperotto sperduto. Il dramma purtroppo che mancano ancora diverse gare, e di cattivo sangue ne faremo ancora, se non arriva quello switch definitivo in testa agli interpreti e principalmente ad un allenatore che dovrà gioco-forza rimanere sulla panca. Giocando in questo modo senza reale costrutto e senza pungere in maniera preponderante, Milano sarà terra di conquista per chiunque, sinora in campionato, anche per l’eventuale Pizzighettone di turno, senza sminuire la formazione lombarda. Ora gli estimatori del tecnico piacentino, sicuramente porgeranno le opportune motivazioni, in evidenza che comunque non tutto è perduto, c’è un quarto di Champions che ci vede in vantaggio sul Benfica e una semifinale di coppa Italia da giocare. Tutto vero, ma se non riusciamo ad essere diversi da quelli di campionato tutto è inutile, sinora in Champions è andata bene, ma sino a quando? Io non punterei un solo euro sulla vittoria finale, ne sono certo e pronto a chiedere scusa e fare ammenda in caso contrario, ma ho dalla mia una certezza e cioè la forza di una squadra è la coesione, attualmente nei nostri ragazzi non l’ho più ritrovata. Vorrei dire anche a questi signori che ci ricordano che il tecnico piacentino ci ha portato tre trofei da esporre in bella vista in bacheca, ma io non dimentico che per sue scelte scellerate ci ha fatto perdere uno scudetto, quello della seconda stella, che visto come vanno sinora le cose, non vedo un roseo futuro, ne tanto meno riesco ad individuare quando potremo appuntarla sul petto. Questi mercenari non si rendono conto della maglia che indossano, pronti nel richiedere aumenti sostanziali in qualunque maniera, perché visto l’ultimo periodo, non restituite il vostro salario che non è affatto commisurato a quello che state producendo in campo? Con loro alla stessa stregua dovrebbe farlo il tecnico a cui è stato rinnovato un contratto milionario dopo aver vinto due trofei, ma la cosa principale aver perso uno scudetto. Società che se non si farà sentire, con la perdita di quei 60 milioni derivanti dal piazzamento Champions e altri benefit, il default è dietro l’angolo anche perché il piazzamento nell’Europa secondaria, non da tanti ritorni economici e quindi di sacrifici se ne dovranno fare tanti. Davvero cervellotica come situazione, paradossale direi, per questo farei imparare a memoria a chi entra alla Pinetina, la frase che determina l’essere interista, quella dell’indimenticato presidente Giacinto Facchetti, noi l’abbiamo nel cuore come la tolleranza che stiamo avendo nei loro confronti, basta con le scuse sotto la curva, tiriamo fuori gli attributi se volete essere degni del nostro amore. “…Amala!!!!  “Ci sono giorni in cui essere Interista è facile, altri in cui è doveroso e giorni in cui esserlo è un onore. Essere nerazzurri è un traguardo, un segno di eccellenza.

Antonio Dibenedetto
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Sprofondo nerazzurro!


Scritto Da il 8/Apr/2023

Sprofondo nerazzurro!

Al peggio non c’è mai fine. Ho ponderato un attimo prima di dedicare i miei pensieri a questo ipotetico foglio di carta, ma nulla è cambiato. Il livore però non è scemato, altroché, anzi è aumentato in considerazione dell’ennesimo scempio dimostrato, avendo depauperato per l’ennesima volta quei punti sostanziali per la rincorsa ad un piazzamento Champions che assume quanto mai di vitale importanza, allo stato attuale, per le casse societarie e per l’importanza della nostra storia calcistica. Talvolta si implora alla cattiva sorte che ci sta mettendo lo zampino, sicuramente ci vorrebbe un’esorcista per scacciare da Appiano tutti quegli strali malefici che stanno attanagliando il nostro ambiente, ma la mia opinione è oramai certa, consolidata dai fatti, che se fosse stato un caso sporadico ci si poteva giustamente ancorare alla mala sorte, ma oramai sta divenendo una consuetudine quell’incapacità di finalizzare le tantissime occasioni da rete. Non è di umana concezione la motivazione, secondo la quale non si riesce a trasformare in rete delle facilissime e significative situazioni favorevoli. Appare inverosimile come, pur disputando delle oneste gare e partorendo un gioco tal volta apprezzabile, non si riescono a realizzare delle reti che in altre circostanze sono nel dna di un vero giocatore di serie A, per carità, nulla di fantasmagorico né tanto meno reti da genio del calcio, alcune da realizzare in prossimità della porta avversaria, con la freddezza necessaria da spingere solamente in rete il pallone. Di conseguenza se non chiudi la gara avviene che poi che gli avversari con l’unica occasione creata, poi ti puniscono, questo purtroppo avviene da diverse gare con la conseguenza di punti persi malamente e che ci relegano in posizioni di classifica davvero pericolose. Nel girone di ritorno abbiamo inanellato una serie di gare che sono il ruolino di marcia di una squadra da centro classifica, di chi si è salvato e non chiede più nulla al campionato, tutto il contrario di chi vuole ritagliarsi quello spazio vitale che denota la propria importanza nel panorama pallonaro, non solo italiano ma internazionale. Basti pensare che nelle ultime 6 gare di campionato, abbiamo portato a casa il misero bottino di soli 4 punti sui 18 disponibili. Numeri che decretano realmente uno sprofondo, che appare più verosimile di: inferno nerazzurro! Credo che ormai le chance di risalita stiano pian piano diminuendo, come le attenuanti per calciatori oramai delineati, che credo, verso una partenza per altri lidi, sono certo che non faranno parte dell’Inter del futuro, di questo Lukaku non sappiamo che farne, complice di aver davvero dilapidato occasioni importantissime, degne del Blisset di meneghina memoria. Sul banco degli imputati tantissimi giocatori che sono top solo nel lauto guadagno che percepiscono, mentre in campo tutto ciò non corrisponde alla loro voglia di giocare e invertire lo status quo. Tanti giocatori entrati in campo non dimostrano l’amore per la maglia che indossano, sono sufficienti nelle loro movenze e nel loro impegno e poi credono di meritare maggiore attenzione da tecnico e società. Su tutti quel Brozovic svogliato, che sta dimostrando, specie nelle ultime gare, di essere un corpo estraneo alla squadra e che il suo amore per questi colori è pressoché svanito, complici forse sirene ammaliatrici che promettono di tutto e di più. Altri giocatori che non sono da Inter, ma che potrebbero fare la fortuna di tantissime altre squadre, sono i vari Dumfries: sempre più anonimo e discontinuo, l’involuzione davvero problematica di un Barella sempre più rissoso verso i compagni, si denota la mancanza di tranquillità che sta attraversando il ragazzo, continuando con un giocatore che è assolutamente inutile per la squadra quel Correa davvero inguardabile. Purtroppo il reparto d’attacco è quello più deficitario, dove regna l’anarchia, di Lukaku s’è già accennato alla sua cervellotica forma, ma di un Lautaro Martinez involuto che spreca in ogni gara tantissime occasioni, l’ultima in quel di Salerno dove in un azione non ha fatto valere la sua “presunta freschezza”, difatti era entrato in campo da soli 5 minuti, quando gli è capitato quella palla in profondità, e lui ha visto bene di fare quel tiro degno del miglior Fantozzi, consegnandola in mano al portiere messicano. Un giocatore della sua presunta importanza e lignaggio tecnico, avrebbe dovuto fare sicuramente meglio. Altra involuzione che preoccupa è lo stato emotivo che sta attraversando un altro pezzo da 90 dell’attacco, quel Dzeko che, da cigno do Sarajevo è diventato un paperotto spelacchiato del Lambro, i suoi 37 anni sono un macigno a cui non può esimersi, tant’è che ne risente in velocità sia di pensiero che di movenza, talvolta il cervello ordina una cosa a cui i muscoli non assecondano. Sono tanti i giocatori messi in discussione e con loro un tecnico al quale bisogna far fare una giusta analisi interpretativa, non bisogna sempre esordire in conferenza stampa, con i se e i ma, non si va da nessuna parte, tanto l’incapacità nel segnare anche le reti più semplici è una costante e non bisogna sempre lanciare l’accusa a fattori esterni, lo si può fare una volta, ma non sempre, potrebbe apparire la dipendente scusa dei perdenti. Mazzari docet. Ultima considerazione: s’è detto da più parti e in particolare dai giornalai saccenti, che aprile doveva essere il mese in cui ci si gioca ogni traguardo possibile da raggiungere, facendo la giusta ammissione di colpa, non l’abbiamo approcciato al meglio, 2 punti in due gare di campionato che hanno delineato un’abissale ritardo verso posizioni di prestigio (considerato che avevamo sempre cullato la possibilità del secondo piazzamento), una semifinale di coppa Italia terminata tra i veleni con i torinesi non colorati con il ritorno a Milano a fine mese che favorirà una finale che a questo punto appare davvero importantissima. E poi la madre di tutte le partite, quella gara di andata, in terra lusitana dei quarti di Champions, da disputare con ben altra “cazzimma” usando un eufemismo tipico e noto più ai partenopei che ai lumbard, ma che è sintomatica di chi deve ricercare quegli stimoli giusti per ottenere un risultato a tutti costi. Di mister Inzaghi non voglio approfondire nessun altro discorso, il mio pensiero lo definirò in conclusione di questo fatidico aprile, anche perché le “idi di marzo” non hanno portato nulla di che, anzi hanno determinato lo sfaldamento di una squadra davvero complicata da poter difendere, per il bene di questi colori, auguriamoci il meglio! …Amala!!!!!!

Antonio Dibenedetto
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Senza parole…


Scritto Da il 2/Apr/2023

Senza parole…

Sono del tutto terminate sia le parole che le attenuanti che possano accompagnare le prestazioni del tutto ininfluenti e impressionanti, in maniera del tutto negativa, della nostra tanto amata e cara Inter. Ogni incontro di campionato, che sia domenicale o infrasettimanale, purtroppo ci porta sempre la stessa consuetudine di amarezza e inconsistenza, di una squadra che è già da tempo che non gioca più come tale. Sembra un’orchestra stonata dove ognuno gioca per conto suo, con un direttore che non ha più alternative al suo stonato e oramai conosciuto, quanto trito e ritrito 3–5-2, in cui tutte quelle squadre che c’incontrano, con un po’ di accortezza e raziocinio, riescono a trovare contromisure tattiche adeguate. Sono rari i momenti che l’Inter sviluppo un gioco d’insieme e di aiuto reciproco, favorendo il compagno meglio posizionato, per la stoccata finale, e quando accade incomprensibilmente sotto porta si sbaglia in maniera davvero cervellotica. (vero Lukaku?) Anche ieri ci è rimasta indigesta una bella e succosa fiorentina, che potevamo gustarci alla grande se solo gli interpreti non si fossero divorati delle papabili e succulenti occasioni da rete. Per onor del vero anche i viola hanno sciorinato del bel calcio, con altre occasioni in cui potevano farci male, ma loro per lo meno una palla alle spalle di Onana l’hanno messa, noi no, questo purtroppo e il leit motiv che ci accompagna da un po’, si crea tanto ma si concretizza pochissimo, forse niente stando alle risultanze finali. Se poi si analizza che sinora in ventotto gare di campionato ne abbiamo perse ben dieci, possiamo affermare che davvero questo campionato è in assoluto il peggiore di quanto potessimo minimamente credere alla vigilia, le colpe vanno ricercate in molteplici fattori, dalla società che non è riuscita a convincere del suo operato, dallo staff tecnico che non è riuscito a credere e consolidare un gruppo di giocatori idonei al progetto e in ultimo un allenatore che non è capace purtroppo di guardare al di là del proprio naso. Eppure ci sono molteplici moduli che si possono adattare, e cambiare in corso d’opera, invece lui non ne conosce altri, forse non si rende conto che i cosiddetti braccetti di centrocampo, ben noti quinti, non sono altro che difensori adattati alla bisogna come esterni, ma non affondano come tali, senza dare l’opportuno apporto ai compagni di centrocampo e attacco, per intenderci non ci sono più i vari Perisic o Hakimi, quindi forse non sarà il caso di usare altro modulo, caro il mio Inzaghi? Anche ieri la squadra è apparsa squilibrata e spaccata in due, ogni volta che perdeva la palla, gli avversari andavano a nozze com’è accaduto anche ieri con la Fiorentina che ha banchettato sui nostri banali errori. Altra nota dolente non ha fatto altro che fare dei cambi sempre gli stessi, sempre uguali, sempre di ruolo, esce Bastoni entra de Vry, forse la sua convinzione, o esperienza porta a mandare in campo più punte, con la sua farlocca equivalenza più punte = più reti, assolutamente no, in questo modo s’intasa l’area avversaria, dando il là per far chiudere maggiormente negli spazi, senza dimenticarci che sono del tutto rare le iniziative dei centrocampisti, ieri nell’unica idonea c’è stato il palo di Barella. Tranne la lunga corsa coast to coast di Mkhitaryan, che ha ignorato Lukaku, forse meglio posizionato, per una rete che poteva essere segnata. Per carità io non mi ritengo un allenatore di grido, ma sono uno che osserva come la maggior parte degli amanti di questo sport, non abbiamo il prosciutto dinanzi agli occhi per dire che va tutto bene, in questo modo non si va da nessuna parte. Sono ben evidenti le lacune accusate da questa squadra che il più delle volte non riesce a serrare le fila, giocando in modo lineare e coeso. I perbenisti diranno che dopo tutto Inzaghi dovrà disputare le semifinali di coppa Italia e i quarti di Champions, ma tranne gli introiti per la società, superando però questi ostacoli, non portano titoli, anzi destinando risorse fisiche per questi incontri, si rischia seriamente di perdere di vista gli impegni di campionato che si riducono sempre più, con la perdita di quel terreno importante che non potrà più essere recuperato, andando incontro in maniera irreversibile, verso l’estromissione dalle quattro che andranno alla prossima massima competizione europea. Purtroppo sono queste le condizioni da tener presente, che al momento e nel futuro prossimo, sono quelle vitali risorse, fondamentali direi, per una società di già ora sull’orlo del precipizio finanziario. Non oso immaginare se ciò avvenga con il preventivato e quasi sicuramente default, come potremmo presentarci ai nastri di partenza del prossimo campionato, ci saranno dei tagli sostanziali ed in tanti saranno costretti ad essere venduti ed abbandonare la Milano sponda nerazzurra, visto che ci sarà un clima di recessione senza appello, di soldi ce ne saranno ben pochi e si dovrà allestire una squadra con quello che passa il convento, condizione che ci farà cadere in un anonimato per chissà quanto tempo. Quindi mi rivolgo a chi di competenza, se volete realmente i bene di questi storici e gloriosi colori datevi una mossa sostanziale, perché noi di amore ne abbiamo tantissimo, basti pensare che nella gara di ieri gli spettatori erano più di settantamila, questo vorrà dire pur qualcosa. Meritiamo più rispetto, per quella maglia che indossate voi giocatori, dovrà essere rispettata prima di ogni cosa, basta con queste scialbe prestazioni, ci vuole coraggio e coesione, giocando da squadra e in quel modo che, in questo inizio 2023, non abbiamo ancora visto.  …Amala!!!!

Antonio Dibenedetto
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Assurdo!


Scritto Da il 11/Mar/2023

Assurdo!

Premetto che è davvero assurda la situazione che stiamo vivendo, siamo attanagliati dalla sindrome da trasferta, che può anche essere presente in squadre di media classifica, ma non per chi ritiene di potersi accomodare nei piani alti dell’élite del calcio italiano. L’ansia da prestazione potrebbe subentrare, sicuramente, se affronti squadre blasonate, in considerazione allorquando non riesci ad ottenere un risultato soddisfacente, pur giocando bene e perdi, non puoi rimproverarti di nulla, per il semplice motivo che magari gli avversari hanno dimostrato un gioco migliore. Però perdere contro squadre medio-piccole è davvero cervellotico, non è realisticamente corretto parlare di sfortuna, come spesso il nostro tecnico menziona in conferenza stampa. Le statistiche di ieri sera hanno dimostrato che tutto sommato la mole di gioco dei ragazzi è stata soddisfacente, il possesso palla è stato per la maggiore dalla nostra parte, come tutte le altre componenti che delineano l’andamento della gara, alla fine però rimangono fini a sé stessi, quello che conta è il risultato: si è persi l’ennesima partita fuori casa, e non stavi giocando contro il Real Madrid, ma contro lo Spezia. Con questa sono ben otto le sconfitte subite sinora, e in considerazione che mancano ancora dodici gare sino alla fine del campionato, davvero vengono i brividi in considerazione di quello che potrebbe ancora accadere, purtroppo! Trovare il colpevole è sin troppo semplice, l’allenatore è il capro espiatorio di tutti, non scende certo in campo, è innegabile, ma in questo caso è colui che non riesce a gestire al meglio la squadra, e lui che dovrebbe guidarli come si fa alla playstation, avendo il possesso del joystick nelle mani, che talvolta lascia negli spogliatoi, espressione coniata da un telecronista quando in panca c’era Mancini. Il nostro genio ha sempre assunto l’atteggiamento molle e molto amichevole, con i suoi giocatori scaricando su di loro ogni tipo di lamentela, dando la colpa della sconfitta ad un approccio sbagliato dei ragazzi in campo, però sinora nessuno gli ha fatto notare che lui è preposto, aggiungo anche lautamente pagato, ad assurgere a questo compito. Tutto ciò che sinora ha messo in campo è una scarsa mentalità vincente, certo dalla sua c’è la conquista di ben 3 trofei, posti in bella vista in bacheca, ma siamo certi che non si sarebbe potuto pretendere di più? Piccola parentesi si parlava poc’anzi delle occasioni create nel primo tempo e di cui mister Inzaghi faceva riferimento in conferenza stampa, condivido in parte, realisticamente di tiri in porta ce ne sono stati diversi, ma nello specchio io ho contato due belle parete del portiere spezzino, ed una di queste è stato il rigore. Ben poca cosa se poi alla ripresa del gioco, alla prima e unica occasione avversaria, vieni infilato in contropiede, senza opporre una reale ed efficace fase difensiva. Il perfetto gioco di squadra deve essere supportato in ogni fase, da un’opportuna sincronizzazione, non si deve e non si può lasciare nulla al caso oppure all’improvvisazione, potrei essere ripetitivo in quest’analisi, se non si dispone di giocatori del calibro di Pelè o Maradona, che in ogni caso avrebbero fatto la differenza. E’ dura dover considerare lo status quo del momento è davvero deleterio pensare che se continuando in questo modo, con alternanza di prestazioni, il quarto posto potrebbe essere una chimera, se poi ci mettiamo il mancato passaggio del turno ai quarti (mi auguro con tutto il cuore che ciò non avvenga), credo che il default sia dietro l’angolo. Inzaghi ha di certo le sue colpe, in talune scelte ma principalmente sul suo scarso modo d’imporsi, certo parlare con il senno di poi è tutto più semplice, ma voglio rimarcare alcune circostanze che fanno emergere il suo status di “professorone”, di seguito la mia analisi che avrebbe fatto sicuramente pensare a qualcosa di diverso:

  • Lukaku sinora ha uno score realizzativo sui calci di rigore di 13 realizzazioni, contro 1 solo errore. Ecco che il nostro professorone che fa, lascia tirare Lautaro che invece ne sbaglia 1 su 3;
  • L’Inter ha la peggiore difesa della serie A, lui per invertire la rotta ecco che cambia il portiere in previsione, dell’importante turno di coppa, con un turn over che non ha senso;
  • L’unico CC insostituibile al momento è Calhanoglu che lui parcheggia in panca, preservandolo per martedì, come se la gara contro lo Spezia fosse stata una pura formalità, vinta già sulla carta. Senza dimenticare di un ragazzotto di belle speranze isolato e relegato in panchina ad ammuffire, tale Asllani. Per fortuna non ha fatto entrare in campo Gagliardini, mamma mia!
  • Lo Spezia nel primo tempo con due punte non ha creato alcun pensiero alla nostra retroguardia, ma nella ripresa Semplici inventa uno schema diverso, sintomo di saper leggere le gare, togliendo una punta e inserendo più centrocampisti, invece il nostro professorone, una volta sotto nel risultato continua col fare entrare in campo altre punte, come se più attaccanti in campo più reti, purtroppo questo binomio non esiste: è del tutto sbagliato, mio caro professorone!

Infine ultima nota, i numeri dicono che dopo l’ottava sconfitta su ventisei (1 ogni 3,25 per essere precisi), media perfetta di chi vuole salvarsi o navigare a metà classifica, siamo ancora lì, mi chiedo sino a quando? Nonostante tutto però sento da più parti difendere Inzaghi perché dopo tutto ha vinto tre trofei che fanno curriculum, ma non certo la storia di un club, chi ancora difende il mister dovrebbe rendersi conto e farsene una ragione: non è da Inter, ci vuole ben altro! Spero vivamente che martedì ci sia la preventivata svolta, quella che da troppo tempo stiamo aspettando, è vitale il passaggio del turno, altrimenti non so cosa potrebbe accadere! …Amala!!!!

Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
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Ennesima ripartenza?


Scritto Da il 6/Mar/2023

Ennesima ripartenza?

Sembra assurdo, ma questa squadra ha bisogno di cadute perentorie e ben fragorose per risollevarsi. Come volevasi dimostrare, dopo una settimana di assoluta passione, causata dalla sconfitta del tutto merita, in terra felsinea, in conseguenza di ciò hanno, sparato sul nostro vessillo degli improperi davvero ferali e dove sulla carcassa nerazzurra (l’ho definita in questo modo, per far intendere che oramai ci danno da più parti per bolliti e senza nerbo) hanno banchettato detrattori e giornalai vari, non s’è fatto attendere un commento sicuro ed energico quanto autorevole all’interno della società, con toni sicuramente esacerbanti, non privi di provvedimenti futuri nei confronti di chi non reagisce con tenacia, dando tutto per la maglia che s’indossa, lasciando da parte le amnesie e lacune che talvolta si verificano durante certe gare. Era opportuno cambiare registro e di fatti ciò è avvenuto, sarà tardi? Io sicuramente dico che siamo ancora in tempo per salvare la stagione, non certo per il titolo, onestamente oramai è compromesso, ma ci sono altri obiettivi che non si devono assolutamente perdere di vista: diciamo che sono basilari! Tutto questo è necessario se realmente si prende in considerazione che ogni gara deve essere giocata con la condizione mentale giusta, interpretandola al meglio e non solo contro squadre di un certo lignaggio, ma contro qualunque avversario. Certo i giocatori che scendono in campo non sono degli automi, sono persone che vivono di emozioni, e questo dev’essere motivo d’orgoglio  massimo, nel cercare di non portare nocumento a chi ama questi colori, perché l’Inter viene prima di tutto e si ama a prescindere. Tutti devono fare la propria parte in questo contesto, dai giocatori in campo, da chi li  segue da vicino: organo tecnico, quindi chi dirige ogni cosa dalla stanza dei bottoni, solo in questo modo a fine campionato, quando ogni cosa sarà un ricordo e pressoché conclusa, potremo dire di aver dato tutto e tirato le somme di quello che s’è costruito. Ma dev’essere solo un ricordo delle ultime gare che ci hanno fatto davvero male e aver perso, per colpa nostra e di qualcun altro, punti che ora potevano ancora darci un valore aggiunto per il finale di stagione. Non vado molto indietro, tralasciano le sconfitte ferali di inizio stagione, ma aver perso punti contro Monza, Empoli, Sampdoria e  Bologna, sicuramente gare alla nostra portata, nelle quali abbiamo raggranellato 2 punticini scarsi al posto di 12 ipotetici, ebbene quei 10 punti al momento fanno la differenza. Nessuno è imbattibile, questo lo sa anche il Napoli, che merita sicuramente il posto che occupa in classifica, comunque io ritengo che con i se e i ma, non si va da nessuna parte, lo status quo del momento è questo, bisogna farsene una ragione, cercando di metabolizzare gli errori compiuti cercando di non ripeterli. La gara della domenica pomeriggio ci opponeva al cospetto di un Lecce bello e sfrontato, che gioca bene con la sfrontatezza di chi sa che può dar fastidio a chiunque, ne sa qualcosa l’Atalanta. I salentini sono arrivati a Milano con l’intento di giocarsela, non certo di essere remissivi, solo che per i nostri ragazzi è sopraggiunta quell’insanabile voglia di rivalsa, alla quale i ragazzi di Baroni non hanno trovato la possibilità di arginare le continue folate nerazzurre. Ho notato che in campo, ora più che mai, c’è un leader, pronto al sacrificio e che gioca a tutto campo, ma non per questo riesce anche a timbrare il così detto cartellino, con il 14esimo centro in campionato, “El toro” Lautaro Martinez anima di questa squadra, emblema assoluto di un giocatore completo che sente la responsabilità della fascia che indossa, un capitano a tutto tondo. In contrapposizione vi è l’unica nota negativa avvertita ieri sera, è stata l’espressione di un Brozovic che sente di non avere più la leadership in squadra, ho visto che sia in panchina, in occasione della rete di Mhikitarian non ha fatto un gran cenno di giubilo limitandosi ad uno scarno applauso, anche quand’è entrato in campo sembrava con la testa da tutt’altra parte, quando Inzaghi gli impartiva le ultime direttive, l’ha perfettamente ignorato, vorrei sbagliarmi, ma credo che il suo tempo all’Inter stia per concludersi. Sicuramente mi dispiace conoscendo il valore del giocatore, ma ognuno deve fare la propria strada, se a volte diventano divergenti. Tutti i calciatori sono importanti in una squadra, ma nessuno è indispensabile, eccezion fatta se ti chiami Maradona oppure Ronaldo il fenomeno, questo è sicuro, ma attualmente in giro non ve ne sono. Prima di ogni cosa viene l’Inter questo è certo, non svanirà mai, i calciatori sono di passaggio, come gli allenatori, i presidenti e tante altre figure, ma l’Inter 1908 è unica, al momento la sola di cui si può essere orgogliosi della sua storia, perché: “Essere nerazzurri è un traguardo, un segno di eccellenza “, altro non c’è! …Amala!!!!

Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter. 
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