L’imperativo che deve echeggiare nel nostro spogliatoio, credo che ora più che mai, dovrebbe essere esclusivamente questo: lottare sino alla fine! Dopo la battuta d’arresto contro il Bologna, i nerazzurri dovevano necessariamente rialzare la testa, e l’hanno fatto con una prova dignitosa, con coraggio, anche se si sono evidenziati i soliti problemi di inefficacia sotto rete. Di contro la squadra friulana, senza particolari patemi, e aggiungo per questo, con la testa sgombra da eccessive preoccupazioni di classifica, ha disputato una bella partita senza risparmiarsi alcunché, anzi hanno cercato di affondare i loro colpi, ma quest’oggi hanno trovato di fronte una squadra, quella nerazzurra, che non era intenta a non mollare manco un solo centimetro. Onestamente negli ultimi minuti un po’ di apprensione s’è avvertita, solo per il semplice motivo che il risultato poteva essere messo in discussione con una sola rete di scarto, e come al solito se si fosse realizzata la terza rete, forse tutto sarebbe finito lì, e dire che l’occasione, e più di una, l’hanno creata i ragazzi, ma non sono stati capaci di concretizzarla. Come al solito i giornalai di turno hanno enfatizzato più del dovuto il nostro passo falso in terra felsinea, certo era fuor di dubbio che lo facessero, ma dichiarare che la vittoria del Bologna è stata sontuosa ce ne passa, con un solo tiro in porta, vabbè lasciamo stare, anche perché se tutto va come deve andare, in molti ci dovranno chiedere scusa. Sinora l’Inter è stata una delle poche squadre del campionato, che ha sciorinato un calcio bello da vedere, propositivo, e sono sicuro, che se in alcune circostanze non si fosse inceppata la nostra macchina offensiva, forse ora avremmo altro da dire, con buone probabilità di quanto avvenuto lo scorso campionato, che non solo l’abbiamo stravinto in un certo senso l’abbiamo ammazzato, eliminando ogni sogno di gloria avversario, con ben quattro giornate d’anticipo! Di una cosa sono certo, ed è assolutamente sotto gli occhi di tutti, noi di regali non ne riceviamo, anzi li facciamo, dovremo sudare tutto da per noi, non ci sono portieri o difensori che ci agevolano, contro di noi tutti vendono cara la pelle, com’è giusto che sia, ma deve essere una condizione che dovrebbe accumunare tutte le squadre, solo in questo modo l’obiettività risulterebbe una parte essenziale e predominante di uno sport sano e credibile. Ci restano solo altre tre gare, con nove punti a disposizione, che dovremo cercare di prenderli per intero, senza fare alcun calcolo, il nostro destino oramai non dipende solo da noi, anche in caso di filotto, dovremo attendere notizie positive da altri campi, sperando in corsi e ricorsi storici, e sperando che ancora una volta nella cabala e nel fatal Verona, che ci dia una grossa mano e poi ci saranno gli orobici che una volta tanto dovrebbero far valere la vicinanza ai nostri colori che dovranno essere vincenti, ora più che mai. Io ci credo com’è giusto che sia in casi come questi, non può essere umanamente concepibile che agli altri va tutto per il verso giusto, e vincano gare proprio sul fil di lana, un po’ di jattura anche per loro non farebbe certo male. Ci vuole al momento tanta concentrazione per credere nella bontà di quello che si è fatto sinora, c’è una gara importante venerdì contro l’Empoli e poi dobbiamo preparare al meglio la finale di mercoledì contro i non colorati di Torino, c’è un trofeo da portare a casa, lo si fa solamente con la testa sgombra e massima concentrazione, perché nonostante tutto i campioni in carica siamo ancora noi, e vogliamo per questo, che il tricolore sulle nostre maglie, ci sia anche il prossimo anno! …Amala!!!!
Neanche a bocce ferme, con l’adrenalina mista a bile che sta man mano svanendo, riesco a rendermi conto di com’è stato possibile perdere una gara, in considerazione che già con il pareggio ci stava stretto. Ma la cosa che davvero non mi va giù, è l’aver perso una gara con solo un tiro in porta, dopo che i felsinei che si sono arroccati nella propria area agendo di rimessa, hanno come si dice in gergo: messo il proprio autobus dinanzi la loro porta. È l’ennesimo bonus che falliamo, devo purtroppo constatare che quando questa squadra avverte la responsabilità di dare una svolta positiva alla propria stagione, affonda nell’ansia di prestazione. Sebbene nei primi venti/venticinque minuti, abbiamo dimostrato com’è il gioco del calcio e la sua sintesi è nel nostro dna, ma non solo per il bellissimo goal di Perisic, ma per quello che la squadra ha prodotto, con azioni in serie, purtroppo come ci è già capitato, non siamo riusciti a finalizzare l’intensa mole di gioco. Di punto in bianco ci è mancato quell’essere cinici che è determinante in queste gare, dove l’avversario è chiuso a riccio e non ti lascia nulla, anzi! Certo sino a che il Bologna non ha raggiunto il pareggio, del tutto immeritato per l’unica azione e tiro in porta, ecco che è subentrata l’atavica paura di vincere che ci prende in queste circostanze, l’ansia da prestazione la fa da padrone e annebbia la mente dei giocatori, alla frenetica ricerca di quella rete che non arriva. Forse si è tornati indietro nella prestazione a qualche mese fa, ma il gioco è ancora quello che ci fa divertire, solo che specie ieri pomeriggio si è avvertita una certa stanchezza e la manovra non era sempre fluida specie dalla mezz’ora in sù. Il secondo tempo poi abbiamo attaccato con frenesia e più delle volte i nostri attacchi sono risultati vani, vuoi per le belle parete del portiere felsineo e vuoi che i difensori hanno disputato una gran gara specie in quel Medel che a fine gara ha esultato come se avesse vinto la Champions. Noi purtroppo non possiamo contare sulla buona sorte né tanto meno su regali di nostri ex calciatori, che ci agevolano. Come accade in questi casi, quando taluni allenatori predicano eventi astrali, anziché cosmici, a loro favore, in quelle farlocche idee di un risarcimento di presunti torti subiti, ecco che vengono accontentati. Al momento dobbiamo solo leccarci le ferite e credere che ancora non tutto è definito, se c’è un lumicino, una flebile speranza, dobbiamo ricercarla e fare il nostro senza pensare ad altri. Mancano quattro gare, cerchiamo di ottimizzarle e sperare che il buon dio pallonaro una volta tanto ci rivolga il suo sguardo benevolo, in compagnia di quella dea fortuna che spesse volte, specie quest’anno, ci ha girato le spalle. Io non contesto la squadra, tantissime volte ci ha fatto divertire, né tanto meno il nostro tecnico, anche se a volte possono essere discutibili le sue prese di posizione con marcature cervellotiche tipo quella di ieri pomeriggio, con Dimarco che marcava uno Arnautovic che lo ha sovrastato di una ventina di centimetri, mi chiedo non era meglio farlo marcare da Skriniar o de Vry? Oppure, perché è sistematico togliere dal campo un giocatore ammonito e nella fattispecie Calhanoglu, che essendo stato ammonito, diffidato salterà la sfida di Udine, non era il caso lasciarlo in campo? Noi abbiamo una rosa che prevede una prima squadra senza pari, forse la migliore in assoluto, ma le pecche sono le alternative, una panchina che non è pari ai titolari, purtroppo! Queste mie considerazioni sono dettate dall’amore che provo per questi colori, e con lo stesso sentimento affermo che non dobbiamo mollare di un solo centimetro, il calcio è fatto di azioni imprevedibili e imprescindibili, non è una scienza esatta non sempre vincono i migliori, per questo dobbiamo credere che non tutto è perduto, perché l’Inter si ama non solo quando vince, si sostiene sempre! ……Amala!!!!
Questo è stato il diktat che imperversava nello spogliatoio nerazzurro e credo che ognuno in cuor suo attendeva da tempo di fare, il così detto salto in avanti, perché la squadra ha ritrovato quella forza, quella coesione brillantezza smarrita, in un periodo che oramai mi sento di dire è oramai alle spalle. Anche nel pomeriggio di ieri ci sono state delle accelerazioni, degne di una grande squadra, che hanno fatto la differenza, basti guardare allo sviluppo dell’azione del primo goal, una fitta rete di passaggi di prima, con la perfetta rifinitura di un Dumfries, sempre più vivo come punto di riferimento interista. Bella, a tratti travolgente, ma non riesco a trovare un aggettivo che definisca in pieno, quello che la squadra ha compiuto ieri, è il suo modo di azzannare la gara. Sospinta da uno stadio stracolmo, la squadra ha volato deliziando il palato dei tifosi con giocate fantastiche su tutte, quella dello stratosferico Brozovic che ha annichilito l’intera difesa capitolina, insaccando un fantastico pallone, lì dove Rui Patricio non sarebbe potuto arrivare. Con questa coralità d’intenti e quella capacità di essere camaleontica, cambiando pelle ad ogni azione e quell’essere imprevedibile, che ne determina nell’inconscio degli avversari, l’incapacità di valutare chi potrebbe far male in una squadra, come la nostra, farcita di tantissimi attori capaci di far male. Siamo consapevoli che in ogni gara ci giochiamo una fetta importante del nostro destino, ancora tutto da definire, siamo altresì consci che tutto può dipendere solamente da noi. È altresì vero, però, che c’è uno scalino in meno da salire, su quella scala che porta al paradiso, che dovremo fare sempre di corsa senza inciampare, parafrasando il brano dei Led Zeppelin Stairway to Heaven, questa volta però non dobbiamo ascoltare il pifferaio (quella stampa denigratoria atta solo a screditarci) ascoltiamo esclusivamente noi stessi, solo così il loro livore sarà per noi, una maggiore gratificazione e la giusta soddisfazioni per conquistare il meritato premio. Ieri pomeriggio s’è avvertito davvero un senso di potenza incontrastata dei ragazzi, ammessa anche dal nostro ex tecnico, che è rimasto e rimarrà per sempre nei cuori di ogni tifoso nerazzurro: Josè Mourinho! Lui stesso ha ammesso in conferenza stampa con dichiarazioni credo non solo di facciata, ma è stato realmente convinto della forza mostrata in campo dai ragazzi e l’ultima frase mi ha commosso, quando ha dichiarato che sarebbe stato felice della vittoria del campionato da parte nostra, spero solo che tu mitico Josè, possa essere profetico nelle tue dichiarazioni. Tutto lo stadio gli ha tributato il giusto e caloroso applauso da standing-ovation per colui che è rappresentato per Milano e per la sponda nerazzurra l’uomo della provvidenza, colui che ci ha fatto vincere un triplete oramai unico in Italia. Credo che ieri pomeriggio non c’è stato un solo giocatore al di sotto della sufficienza piena, hanno lottato in modo significativo, com’e giusto che sia per il raggiungimento di un traguardo per noi decisivo. Inzaghi ha operato dei cambi, ma chi è subentrato non ha fatto rimpiangere il titolare, anche perché l’intercambiabilità della rosa ha punti fermi in ogni reparto, forse tranne in quello ricoperto da uno stratosferico Brozovic moto perpetuo dell’azione interista, che siamo un attimino deficitari, spero solo che venga tutelato, perché la sua assenza s’è vista in maniera netta quando non ha potuto essere della gara. Che dire di più? Credo nulla, perché la soddisfazione maggiore è leggere le dichiarazioni di chi non riesce a darsi pace per la nostra evidente superiorità, sperano in qualche nostra défaillance, ma spero anzi credo che rimarranno con le pive nel sacco, abbiamo già dato e ora che il traguardo è vicino non possiamo cedere. Ora testa e cuore alla gara, a quel recupero che è stato procrastino sino ai giorni nostri, data che era una gara del sei gennaio. Ognuno ha detto la sua, sulle reali motivazioni che hanno indotto la Lega a questo spostamento, i giornalai come al solito quando c’è da attaccare l’Inter non risparmiano nulla, interpretando in questo modo la paura dell’Inter di disputare quella gara: ma de che! Noi siamo l’Inter e del resto non c’interessa nulla, anzi un granché!…Amala!!!!
In terra ligure, l’anticipo del venerdì di campionato, ci ha consegnato una squadra che ha fatto una gara intelligente con la conseguente vittoria che sa di fosforo. I ragazzi hanno saputo soffrire quanto c’era il momento ma, al punto giusto, hanno saputo spegnere gli entusiasmi spezzini, specie quando hanno accorciato a pochi minuti dalla fine, consegnando al triplice fischio, la terza rete di Sanchez che ha decretato una meritata vittoria. Alla vigilia sfido chiunque nel definire facile la gara contro l’undici di Thiago Motta, i ragazzi in tenuta bianca, hanno sempre venduto cara la pelle e in campo si sono sempre dimostrati un osso duro per gli avversari, ma ieri pomeriggio all’Alberto Picco si è vista una squadra sorniona che ha sofferto quando c’era la necessità, ma grazie alla maggiore qualità tecnica, è riuscita nell’intento di portare a casa l’intera posta in palio, giocando in modo speculare e affondando quando si è intravista la possibilità. Di azioni degne di nota, i ragazzi ne hanno confezionate diverse, ma non sempre con la dovuta fortuna e lucidità. Sono queste le gare che ti regalano maggiore autostima di ciò che si può fare e di come, ancora una volta viene ribadito, abbiamo il destino nelle nostre mani, siamo noi gli unici che credendoci, possiamo ambire ad un sogno che può diventare realtà. Anche ieri pomeriggio ci sono state le solite note dolenti, visto un Dumfries sempre più impacciato. Si denotano le qualità di questo ragazzone, ma talvolta vengono nascoste dai modi incredibilmente inverosimili della gestione del pallone sia nei passaggi che nei tiri in porta. È un diamante grezzo che sicuramente deve essere affinato. La nota positiva è il ritrovamento del miglior Barella, che davvero fa reparto quasi da solo in queste condizioni, e che reparto insieme all’ottimo Brozovic, che finalmente si è sbloccato e Chalanoglu che ieri ci ha provato, più volte, con il tiro da fuori che è assolutamente nelle sue corde. Sbavature ce ne sono state, questo è vero, non si è perfetti, ma abbiamo la caratteristica di limitare i danni, anche questo si s’è visto, e se poi questa squadra ha compiuto, in campionato, sinora ben dieci clean-sheet, e comunque detiene la migliore difesa e il migliore attacco qualcosa vorrà pur dire, o no? Ora tocca ribadire la nostra supremazia per le rimanenti gare, certo alcune alla nostra portata, anzi la maggior parte l’unica gara che potrebbe rappresentare un’insidia può essere rappresentata dalla Roma dell’ex Mourinho, che ultimamente si sta ritrovando, ma che nel lunedì di Pasquetta può rappresentare uno scoglio per il Napoli, prima della gara contro di noi. Sino alla fine ci toccherà pensare come al solito alla sola nostra gara, perché tutto dipenderà solo ed esclusivamente da noi. Le ultime sei gare devono essere disputate come fossero tutte finali, al di là dell’avversario che si affronta, non dobbiamo incorrere nell’errore di valutazioni sulla carta, mentre in campo ci vanno uomini che hanno sensazioni, muscoli e cuore e possono farti pagar caro le facili attribuzioni di una classifica non sempre veritiera. Ma prima della Roma c’è da disputare il ritorno della semi-finale di coppa Italia: affronteremo i cugini! Abbiamo nel nostro cuore ancora quella ferita aperta, rappresentata da quel derby perso che ha martoriato il nostro equilibrio mentale e da dove è partito il nostro decorso in classifica a loro favore. Dobbiamo, anzi abbiamo l’obbligo, di rivalutare il nostro ego, la nostra voglia di primeggiare, perché sappiamo di essere migliori e dovremo dimostrarlo sul campo. Fortunatamente la spinta sugli spalti sarà davvero l’arma in più, avvalorata da uno stadio ricolmo, la capienza sarà verosimilmente sold-out, tanti vessilli nerazzurri sventoleranno e credo che al termine della gara, il calore dei nostri tifosi donerà il massimo sostegno ai ragazzi che in campo lotteranno per ottenere il massimo risultato, tutto conseguenziale perché il nostro amore verso quei colori che amiamo non svanirà mai, e sino a che avremo fiato in corpo urleremo il nostro affetto. Credo che a fine gara non solo il nostro tecnico sarà afono, ma anche la maggior parte dei tifosi: perché l’Inter si ama a prescindere e faremo di tutto per dimostrarlo! …Amala!!!!
In un pomeriggio della prima decade del mese di aprile, si consolida un sodalizio da sempre cercato: quello tra i tifosi e l’Inter! Era da tempo che non si vedeva uno stadio così gremito, in uno sventolio di vessilli e sciarpe nerazzurre che hanno fatto da cornice ad una prestazione eccezionale dei ragazzi, l’amore in un certo senso sopito, nel mese di febbraio e marzo è esploso in maniera fragorosa in un sabato qualunque, ma un sabato totalmente italiano: e noi tifosi ne avevamo bisogno! Se quel lontano 05 febbraio, in un derby perso malamente, nella fattispecie, quegli ultimi quindici minuti ci hanno minato quella tranquillità, che aveva fatto presupporre una certa sensazione di malessere dovuta all’incomprensibile paura di vincere un derby che stavamo dominato, ebbene è bastata una prova d’orgoglio a Torino, che sembra d’un tratto l’aver fatto ritornare nei ragazzi, quella voglia di primeggiare che spero rimanga nel nostro essere, sino alla fine del campionato. La partita con il Verona sulla carta poteva sembrare agevole, per la posizione senza pretese in classifica degli scaligeri, ma celava insidie reali, per i risultati sinora realizzati da una squadra che nel complesso gioca un bel calcio. In questi casi tutto è bene ciò che finisce bene, non solo per questo modo di dire, ma per come si è comportata la squadra in campo: a tratti ci sono stati realmente sprazzi di vera Inter, di quella squadra che abbiamo ammirato a cavallo di fine e inizio anno! Una vittoria può realmente darti quella carica di autostima che può risultare fatale per andare avanti verso il proprio obiettivo, come d’altronde una sconfitta immeritata, può farti cadere in uno sconforto incredibile. Bisogna avere la forza di tirarsi fuori da quelle sabbie mobili di autolesionismo che sono ahimè conseguenziali a prestazioni indecenti, fortunatamente i ragazzi sinora ne hanno fatte pochissime, ma tante altre ben oltre l’eccellenza, non sempre però, confortate dal risultato. In buona sostanza abbiamo ritrovato una squadra che ci fa divertire e sognare ancora, anche perché giocando in questo modo nulla ci è precluso e prendendo lo spunto dalle dichiarazioni di Perisic: giocando così, non dobbiamo avere paura di nessuno! Sicuramente caro Ivan sei ritornato ad essere quel giocatore determinante sulla fascia, capace di scorribande irresistibili e di fornire due assist eccezionali, è questo il Perisic che tutti conosciamo e che amiamo! Non c’è stato ieri pomeriggio un nostro ragazzo, che ha giocato al di sotto del proprio standard, anzi tutti ben oltre. S’è visto sin dalle battute iniziali, sia la squadra che tutto l’ambiente volevano a tutti i costi quella vittoria, dando un segnale di continuità di risultati, ottenuta con un gioco corale e d’insieme che è sempre stata la prerogativa sin dagli albori dell’era “inzaghiana”. Ogni spunto, ogni movimento del singolo deve essere la prerogativa di un gioco collettivo e di squadra, il più delle volte ci siamo riusciti, disputando gare bellissime e anche quando eravamo in difficoltà, con il gioco e l’essere sempre nella gara, abbiamo provato a ribaltarle con grinta e forza. Non sempre ci siamo riusciti, ma ci abbiamo sempre provato! Certo spero che il brutto periodo, coinciso con la mancanza di risultati, sia oramai alle spalle, dobbiamo credere che ora tutto non è tutto risolto, lo sarà solo e quando ci renderemo realmente conto della forza che alberga in noi, perché noi saremo sempre sugli spalti a sostenervi, abbiamo bisogno di voi, come voi avete bisogno del nostro sostegno, che non lesineremo mai: perché l’Inter si ama a prescindere! Ultima annotazione in questa domenica che sancisce la benedizione delle palme, di nostro Signore, speriamo che possa infondere nelle persone che hanno messo a repentaglio quella pace che al momento è stata messa da parte, il pensiero che tutto possa tornare quanto prima a quella normalità che è assolutamente necessaria per il bene dell’umanità!!!! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Una prova di forza, compiuta con tanto sacrificio e un pizzico di fortuna, che in casi come questi non guasta mai. In tante circostanze abbiamo ammirato la nostra squadra sciorinare un bel calcio d’insieme e, specie negli ultimi tempi, tornare a casa con un misero punticino, quando andava bene, invece ieri sera la dea bendata ci ha nettamente dato una mano. Certo analizzando le statistiche, si nota una certa predisposizione dei torinesi, almeno nella gara in questione, al creare azioni e occasioni da rete che fortunatamente non hanno concretizzato. I ragazzi però le loro azioni le hanno create, anche se potevano essere finalizzate meglio, specie Vidal che dopo uno scambio con Barella ha incespicato sulla palla, vanificando ogni sforzo, oppure Correa che servito al limite dell’area ha sciupato maldestramente, con un tiro sbilenco, una bell’azione. Bisogna però anche mettere in evidenza le occasioni che hanno avuto i nostri avversari, certo hanno anche colpito due legni, il primo su una sciagurata respinta di Handanovic che a momenti si faceva goal da solo, e poi nella ripresa s’è parzialmente riscattato con la deviazione decisiva sul palo colpito da Zakaria. Tutti sommato diciamo che alla fine il risultato di riffa o di raffa l’abbiamo portato a casa, lasciando i bianconeri nello sconforto più totale, recriminando per l’operato di un arbitraggio che non ha convinto nessuno, come anche in sala var, che ne hanno fatte di tutte e di più. Certo tal volta giocare bene non è sinonimo di vittoria, noi questo lo sappiamo, sarò ripetitivo ma ci è già capitato quindi, come dicono nella capitale, a chi gli tocca non s’ingrugna. Altra considerazione mi fa specie il commento di Rabiot a fine gara, il suo lamento è stato davvero sopra le riga di una condizione di supponenza senza pari, tantissime volte lui e i suoi compagni hanno privilegiato di un occhio bonario dei direttori di gara e per una volta i suoi piagnistei accumunati da tutti gli altri ascoltati, non possono che far piacere non solo a noi, ma a tutte le squadre che sono sempre state vessate da giudizi lesivi e negativi, cari amici bianconeri ribadisco ancora una volta: a chi gli tocca non s’ingrugna, questo è lo status quo, fatevene una ragione. La stessa ragione, ad esempio, che ci siamo fatti noi all’andata, quando vi hanno regalato un punto a fine gara per un errore grossolano, anzi direi marchiano, una topica che ha decretano un mezzo rigore e un punto finale. Anche in quella circostanza avevamo dettato legge e non chiuso la gara con un risultato più rotondo per le tante occasioni sciupate. Oppure mi viene in mente il rigore farlocco decretato lo scorso anno, senza andar più lontano, di un disonesto Cuadrado che ha cercato senza il minimo senso di pudore un rigore che solo la disonestà poteva decretare, anche quella volta il Var è stato silente, fomentando un mare di polemiche. Ricordiamo che quella vittoria causò l’estromissione del Napoli dalla Champions e i bianconeri invece ne godettero i benefici economici. In questi casi mio caro Rabiot, chi aveva giocato in dodici contro undici? Un consiglio prima di sputare sentenze dovresti far bene ad erudirti, leggendo e verificando l’andamento delle gare che avete vinto senza alcun merito, e questa che ho appena menzionato è una di quelle: rifletti! Stamane leggendo notizie sui vari social, ho notato quant’è dura la lezione che hanno ricevuto i tifosi dell’altra parte di Torino, hanno gridato allo scandalo, alla lesa maestà, purtroppo per voi questa è una lezione che molte squadre provano, o hanno provato, quando giocano contro di voi e vi porta in dote una considerazione: per il secondo anno di seguito quel sogno tricolore è oramai svanito, certo vi resta una coppa Italia da onorare contro la Viola e poi un quarto posto che potrà darvi un posto al sole, mancano ancora diverse gare quindi è tutto in gioco. Dal canto nostro possiamo solo pensare di dar seguito a questa ritrovata vittoria, come un’iniezione di fiducia, per il proseguimento di quest’ultimo scorcio di campionato. Dobbiamo far tesoro di quanto accaduto allo Stadium, cercando di tenere presente e ben viva quell’essere cinici e non dissipando quell’adrenalina accumulata negli oltre novanta minuti, tutto può determinare l’andamento di una gara a proprio favore o meno. Sono certo che questa vittoria ci possa dare nuova linfa per affrontare al meglio le prossime sfide, non tutto è precluso se giochiamo da Inter, come sappiamo, non ce n’è per nessuno! …Amala!!!!
Forse il termine più appropriato e consono potrebbe essere: caduta libera! La spiegazione più logica è data dalla reale motivazione che la squadra, che ha pareggiato contro i viola toscani, ieri è una formazione impaurita che non sa più vincere, direi da quello che si è visto anche ieri sera, vittima di sè stessa. Quelle manifestazioni di una palese difficoltà di produrre gioco, quel gioco che sino a qualche settimana fa era la prerogativa messa in campo da giocatori che si divertivano e giocavano a briglia sciolta, invece ora la paura della prestazione la fa da padrone. Forse non eravamo pronti a vincere uno scudetto già vinto, e che probabilmente stiamo gettando alle ortiche, per un’incapacità palese e oggettiva di reagire ad un’inerzia contraria, avendo smarrito quella fame e quel mordente che determina la giusta mentalità che ti traina al successo. Ieri sera probabilmente s’è assistito all’ammainabandiera dei campioni d’Italia, che forse al momento non lo meritano più di essere. Non voglio tornare sul solito discorso trito e ritrito che la squadra si sta ancora leccando le ferite per il derby perso nei folli 15 minuti finali, non può essere un alibi più sostenibile, perché comunque le prestazioni ci sono state, tra l’altro in Champions, al cospetto di una signora squadra, quel Liverpool che sicuramente avrà il diritto e la forza di giocarsela sino in fondo. Come non può essere una scusa il fitto calendario, rivoluzionato non so per quale motivo, che ci ha proposto duri incontri tra gennaio e febbraio. Una grande squadra tira fuori il carattere nelle partite più dure, forse noi non lo siamo ancora. Se poi nelle ultime cinque partite ne vinci solo una (tra l’altro con l’ultima in classifica) e contro le restanti 4 partite realizzi solo miseri 3 punti, di quella presunta squadra vincente, rimane solo l’effimera etichetta che non corrisponde alla realtà odierna. Ribadisco che il problema non può essere fisico, se nel mezzo ha disputato gare di sostanza e con carattere in Champions, la natura è da ricercare in altro. Da più parti additano a questo periodo alle defezioni di natura infermieristica, una balla assoluta poiché a mio modesto parere e lo sottolineo, non può essere la mancanza di un giocatore a determinare tutto ciò seppur determinante, nella fattispecie Brozovic: per carità gran giocatore, ma non è neanche Maradona, mi deve scusare il pibe de oro per l’improponibile paragone. Sarà il caso di considerare che il nostro, seppur bravo Simone Inzaghi, non sia un allenatore da Inter? Ancorato ad un gioco monotematico, senza riuscire a proporre degli schemi e impostazioni di gioco alternative? Basta dare un’occhiata allo score della Lazio da lui allenata negli ultimi 5 anni, solo una volta è arrivata quarta, certo il gioco sciorinato nella prima parte di questo campionato è stato a dir poco entusiasmante, ma è la seconda parte dei campionati da lui allenati sono il conseguimento di tante vittorie, tanto volta inutili di battaglie, se poi la guerra alla fine non riesci a vincerla. Sono coerente nell’affermare che in una stagione un periodo di appannamento è accettabile, ma non di queste proporzioni, se vuoi vincere il campionato. I ragazzi cercano di effettuare giocate come ad inizio di stagione, senza però riuscirci con errori che vanno imputati a tutti senza escludere nessuno, ma non passano inosservati gli errori commessi dal nostro tecnico, chiamato a fare un salto di qualità, al momento rimasto vano. Anche ieri sera in confusione totale. Non si può proporre una squadra che gioca sempre allo stesso modo, ci sono alternative e deve poterle adottare. Non discuto, evitando di entrare nel particolare, dei cambi che effettua (sempre gli stessi), io discuto invece l’approccio alla gara che è talvolta determinante, ultimamente è sempre stato sbagliato, specie in questo particolare momento della stagione: non è accettabile! Ora che ci sono rimaste poche gare e si è dissipato quel margine acquisito nel tempo, in considerazione che al momento noi camminiamo e le altre corrono, anche con risultati minimi, ma vanno. Ritengo comunque che le gare vanno affrontate con tanta determinazione, e usando un termine caro ad Antonio Conte: “gli avversari vanno sportivamente ammazzati”, invece noi, nonostante tutto cerchiamo di giocare con schemi che attualmente non riescono, e al momento in cui perdiamo la palla, prestiamo il fianco alle ripartenze avversarie, che a volte sono davvero letali. Io vorrei tanto sbagliarmi, perché questa squadra, questi colori, sono per me un motivo di orgoglio e vederli così meschinamente invischiati nell’impossibilità di avere una visione ottimale delle gare, senza nerbo, mi fanno soffrire terribilmente. La domanda che risuona nella mia mente e che a più riprese mi pongo: ma questa squadra ha solo bisogno di qualche ritocco per ritornare ad essere vincente, oppure ci vogliono cambiamenti più profondi? Altra considerazione, parto dal presupposto che Inzaghi a me sta davvero simpatico e lo ritengo un ottimo allenatore, ma un conto è essere un ottimo e talentuoso allenatore, altra cosa è essere anche vincenti. Rimangono ancora delle cartucce da sparare, in considerazione che bisogna essere in grado mirare il giusto e centrare gli obiettivi, con caparbietà e voglia, perché resta ancora tanto da giocarsi. Alla fine si tireranno le somme e ci saranno scelte ed esami, in considerazione però che al momento nessuno è sicuro della promozione: a buon intenditor… Amala!!!!
È realmente difficile, per chi ama questi colori, commentare l’ennesima gara scialba disputata ieri al Comunale di Torino. La premessa è d’obbligo, ma è possibile che mancando un giocatore, seppur determinante per il nostro gioco, la squadra perde carattere e compattezza. Certo il Brozovic che abbiamo imparato ad ammirare non si può regalare a nessuno, questo è vero, è anche vero che in rosa non c’è un degno sostituto, purtroppo è sotto gli occhi di tutti, ma cambiare schema di gioco no? Poi ieri sera ci sono stati degli errori davvero marchiani d’impostazioni di squadra, che stanno determinando quelle che sono le reali potenzialità di Simone Inzaghi, forse buttato in una realtà diversa della sua Lazio e non adatto ad una grande squadra, con questo non voglio certo denigrare il suo lavoro, quest’anno contrariamente a quanto visto con altri allenatori, s’è visto anche a tratti un bel gioco d’insieme, ma credo, in questo nostro contesto, non sappia valutare al meglio le caratteristiche dei suoi giocatori e non riesce a vedere al di là del suo naso. Se adotti sempre uno schema non è detto che sia il migliore, l’intelligenza in questi casi è l’essere camaleontico negli schemi e portare a casa il risultato, come fa padre Pioli e acciughina, che quando possono mettono da parte il bel gioco per qualcosa di più produttivo e concreto: fare punti. Ieri ad esempio è stato messo alla gogna un giocatore, professionista esemplare, quale Ranocchia, io gli voglio un gran bene perché si è fatto trovare sempre pronto quando è stato chiamato in causa, ma ieri sera contro un Belotti tosto e arcigno, ha mostrato tutte le sue lacune. Voglio dichiarare, anche se dalle immagini e anche in diretta mi è sembrato tale: era pressoché netto, il rigore per il Torino c’era ed era solare, non capisco perché il var non sia intervenuto. Fatto questa puntualizzazione che era d’obbligo, ieri la squadra non ha girato e sofferto tantissimo la veemenza e aggressività dei granata, con l’unico baluardo offensivo sul quale bastava mettere Skriniar, è l’avrebbe contenuto. Poi anche il centrocampo è stato letteralmente surclassato, con Vecino che è puramente un centrocampista avanzato, che trova giovamento negli inserimenti in area avversario, posto come mediano. Ribadisco è da inizio anno che lo affermo, non solo ora che non si riesce più a cavare un ragno dal buco, Dzeko e Lautaro non sono complementari, in area non ci va nessuno, tutti e due girano al largo. Se poi lo stesso Dzeko sbaglia come minimo tre goal a partita e se poi contro di noi il portiere avversario fa il fenomeno, allora la quadratura del cerchio e bell’e che pronta. Io con questo non voglio dire che non amo questa squadra, ma talvolta a chi si vuol bene, bisogna dire le cose come stanno e non far finta di niente. I margini ci sono ancora mancano ancora dieci partite, ma dovremo ritrovare quello spirito che è stato smarrito altrimenti altro che scudetto tanto paventato, in questi termini non si va da nessuna parte. Ci vuole la giusta cattiveria e concentrazione, non tutto è precluso finalmente l’altra parte di Milano è serena perché l’Inter anche vincendo la gara con il Bologna, loro sarebbero sempre attestati in cima alla classifica, ciò significa che dovremo moltiplicare i nostri sforzi per centrare un obiettivo che abbiamo buttato al vento, dilapidando un capitale di punti impressionanti. Lo so non si possono vincere tutte le gare, ma almeno provarci con criterio e forza questo sì. Inutile dilungarsi in questioni che non hanno senso, lo status quo attuale è questo e dobbiamo farcene una ragione, certo brucia ma dobbiamo stare attenti e non perdere la concentrazione, ci sono due obiettivi ancora nel mirino e dobbiamo tenerceli ben stretti sino a che la matematica non ci dica il contrario. Speriamo che Inzaghi rinsavisca, perché i suoi lamenti per una panchina corta non devono essere una scusa, i giocatori anche se non di primissimo piano, mi riferisco ai presunti panchinari, ci sono, tocca a lui farli giocare al meglio e nelle posizioni in campo più consone. Io sono fiducioso nonostante tutto, e spero lo siano anche gli attori in campo, perché dipende da quello che faranno nelle prossime gare, non si può più sbagliare! …Amala!