Titolo emblematico e quasi scontato dopo la goleada messa in atto sul prato dello stadio Meazza di Milano. Tutto fantastico, squadra che ha girato a mille annichilendo i felsinei relegandoli al ruolo di comprimari, in un certo senso da sparring-partner su cui scaricare la rabbia e delusione accumulata nello sfortunato mercoledì di Champions. I ragazzi anche questa volta hanno sciorinato sul terreno di gioco un calcio propositivo, con tantissime occasioni da rete che, almeno questa volta, sono state finalizzate in larga parte, anche se vi sono occasioni che gridano ancora vendetta, come il palo di Lautaro e la bellissima conclusione al volo di Dimarco. La considerazione, che ognuno che ama questo sport dovrebbe farsi, è che non sempre risulta facile, leggendo il risultato a posteriori, dominare una gara in lungo e largo una gara e vincerla in questo modo, se non crei tanto e lotti su ogni palla. Certo a volte l’avversario ci mette del suo, ma la capacità dimostrata dai ragazzi sinora, comprova che l’Inter è una macchina da guerra, che poi c’è qualcuno che dice il contrario, allora è tutto da avvalorare, ma i numeri prodotti sinora attestano il contrario. Torniamo un passo indietro. Sono rimasto basito dalle dichiarazioni di domenica scorsa di un D’Aversa, allenatore blucerchiato, che in conferenza stampa ha dichiarato che il pari della sua Samp gli pareva stretto. Certo io affermo, da sportivo innanzitutto e poi tifoso, che ci sono state delle condizioni secondo le quali, ha raggiunto un pari con un’autorete ed è stato graziato dalla nostra imprecisione e poi ha giocato con un uomo in più negli ultimi venti minuti. Caro il mio D’Aversa va benissimo caricarsi l’ego di autostima, ma qui si eccede alla grande. Come dicevano le persone saggie: repetita iuvant sed stufant, traduzione latina: le cose ripetute giovano ma stancano, è accaduto nuovamente, con l’ennesimo attore protagonista. Spiego meglio l’arcano. Nel dopo gara con i felsinei è accaduta l’analoga situazione succitata. Io ho sempre ammirato Sinisa Mihajlovic, per quello che ha saputo dare al calcio, ma credo che affermare che il suo Bologna ha fatto la partita, dopo aver incassato ben sei reti, (gli è andata anche bene) senza considerare le altre occasioni create dai ragazzi, palo di Lautaro e tiro al volo di Dimarco, giusto per citare le più significative, non voglio per questo neanche considerare il presunto rigore, che ci poteva stare, su Dumfries. Allora caro Sinisa non puoi affermare e perorare questa grandissima cavolata, certo attaccarsi a l’unica occasione avuta nel corso del primo tempo, quando si era sull’uno a zero per noi, se i tuoi ragazzi non fanno goal non è certo colpa nostra e poi con i se e i ma non si va da nessuna parte. Non si può negare l’evidenza di una gara che in molti hanno visto, potendo valutare la veridicità delle tue dichiarazioni, che sanno secondo me, di mere fantasie e il tuo fare vanesio non ti si addice, resta con i piedi ben piantati in terra e sii realista, hai beccato una sonora sberla e tienitela, facendo tesoro degli errori commessi. Era d’obbligo questa giusta puntualizzazione, anche perché secondo me sanno davvero di una severa forma di allucinazione perpetrata per dare una giustificazione al fallimento di aver messo in campo una formazione che ha lasciato ai nostri ragazzi delle praterie su cui cavalcare e affondare colpi mortali. Tutti hanno potuto ammirare e farsi le dovute valutazioni di quanto affermato. Lasciamo perdere ogni altra considerazione, guardiamo avanti senza curarci di quello che pensano gli sconfitti, chi vince ha sempre ragione, anche se a volte questo non è sempre è supportato dalla prestazione, vero Carletto Ancellotti? Come mio solito non mi soffermo sul singolo, ma questa volta concedetemelo. Abbiamo ammirato un giocatore che nel corso della stagione ci potrà dare una grossa mano e parzialmente farci dimenticare Hakimi, certo non sarà la stessa cosa, ma il ragazzotto olandese ha delle potenzialità enormi e se le mette al servizio della squadra, per gli attaccanti ci sarà da divertirsi. Ora altri impegni ci attendono, del tutto ravvicinati iniziando da martedì a Firenze e poi sabato ancora in casa contro l’Atalanta, la rosa è ampia e si potrà ruotare qualcuno, tra gli imprescindibili secondo me ci sono Barella e Brozovic: che il dio pallonare li conservi bene. Ultimo appunto, speriamo solo che Correa non si sia infortunato in maniera grave e che quella subita sia solo una botta di gioco potendo rientrare prontamente, dando il suo contributo alla squadra. Forza ragazzi, noi crediamo in voi e vi sosterremo sempre! …Amala!!!!
Tutti ci aspettavano al varco, complice la facile vittoria contro i liguri. Certo la gara della settimana scorsa ha evidenziato la forza di “squadra” dei ragazzi contro la pochezza avversaria, questo è dinanzi agli occhi di tutti, ma è anche vero che bisogna concretizzare le occasioni che si creano e in questo i nostri calciatori sono stati bravissimi. Anche nell’insolito venerdì di campionato si è vista la determinazione di chi voleva una vittoria certamente alla portata di mano, l’Inter ha disputato una gara di attesa nel primo tempo, forse meravigliata dalla vigoria degli scaligeri che pressavano sul portatore di palla e a tutto campo. Questa insolita condizione di gioco inizialmente ha un po’ spiazzato l’undici nerazzurro, se dal quindicesimo in poi del primo tempo ha gestito in sofferenza, un gioco sfilacciato, ma alla lunga la classe ha prevalso su ogni tipo di ostruzionismo di gioco avversario. Non è assolutamente facile disputare gare al cospetto di queste squadre che si arroccano e ripartono in modo letale, se poi si commettono errori di lucidità come ha fatto il nostro Samir, allora si porge su di un piatto d’argento la possibilità agli avversari di impostare la gara a loro piacimento. Lo score del primo tempo riportava un solo tiro in porta degli scaligeri, e se in tutta la gara Samir non ha dovuto compiere alcun intervento, tutto l’opposto del suo dirimpettaio, questo vorrà dire pur qualcosa. Per non citare un rigore sacrosanto ai danni di Lautaro, ma di questo non ne voglio parlare. Io comunque devo dare atto a Simone Inzaghi di aver creato un bel gruppo, è un allenatore che è capace di cambiare volto alla gara cercando di limitare le sbavature che possono crearsi in determinati momenti. Riesce a cogliere l’attimo in cui un giocatore si muove in affanno ed è leggermente sottotono, oppure gioca male perché gravato da un cartellino giallo, ebbene lui prontamente corre ai ripari. Avendo una rosa di tutto rispetto e di primo piano, può effettuare gli opportuni aggiustamenti in corso d’opera senza attendere gli ultimi cinque o dieci minuti, di una gara che sarebbe potuto divenire realmente di sofferenza, come avrebbero fatto i suoi illustri predecessori. Bisogna riconoscergli questa capacità, che non fa altro che cementare sempre più il gruppo, tenendo gli stessi giocatori nella dovuta considerazione di essere parte integrante della squadra. Tutti noi tifosi e amanti di questi colori, inizialmente eravamo un attimino delusi dell’atteggiamento non certo propositivo della società, che ha venduto i pezzi migliori di una rosa che anche quest’anno avrebbe potuto fare la differenza, ma da come si stanno delineando le operazioni di mercato, bisogna essere coerenti e fare un plauso a chi ha operato, certo sono partiti due pezzi da novanta, ma è anche vero che sono arrivati giocatori altrettanto utili alla causa nerazzurra e se queste sono le premesse, allora si che ci sarà da divertirsi. Sugli scudi societari metterei tutti sullo stesso piano: Inzaghi per non essersi sgonfiato nell’entusiasmo, per queste defezioni, continuando a lavorare come se non fosse accaduto nulla di grave, anzi mettendoci più impegno. Quindi il duo Marotta e Ausilio che hanno compiuto delle operazioni che hanno rimpinguato le casse societarie e nel contempo hanno fatto delle oculate operazioni che hanno in un certo senso reso competitiva la rosa. A me non piace parlare dei singoli, anche perché quando gira il motore, tutti eseguono in pari impegno ogni compito in campo. Questa volta però lasciatemi porre l’attenzione su due singoli calciatori: Darmian che ha compiuto davvero delle sgroppate fantastiche sulla fascia, proponendosi e difendendo e poi se a gara pressoché conclusa ha effettuato quella sgroppata raggiungendo una palla lunga calciata da Vidal, per poi effettuare un cross al bacio per l’accorrente Correa che ha depositato in goal la rete del sorpasso, allora si che bisogna alzarsi in piedi per la standing-ovation e lo chapeau d’obbligo. Quindi sull’ultimo arrivato, che si è dimostrato come l’ennesima freccia depositata nella faretra d’Inzaghi, quel Correa che è davvero un gran bel giocatore, forse troppo prematuramente tacciato di un essere un goleador bensì solo un assist-man, ma presentarsi all’esordio con una nuova maglia e fare una splendida doppietta di pregevole fattura, allora questo non fa altro che contravvenire ad ogni altra considerazione su questo giocatore. Ha dato un saggio sulle sue potenzialità e quello che potrà dare all’Inter e se i tifosi presenti al Bentegodi come d’altronde, credo anche coloro che sono rimasti a casa, l’hanno ammirato e osannato, ciò significa che è entrato già nei nostri cuori: vai Tucu i tifosi ti amano! …Amala!!!!
La premessa è d’obbligo, nello sport di qualunque natura esso sia, prevale il senso di sportività che deve essere la condizione primaria per disputare una competizione. Questo senso di primaria legittimazione deve essere innanzitutto inculcato negli atleti come conditio sine qua non, altrimenti tutto è vano e gli sforzi profusi nel raggiungimento di traguardi ambiti, sono nulli! Ieri sera questa condizione non s’è proprio vista, da una parte dei calciatori, in special modo dalla parte torinese, che hanno dalla loro quella nomea che gli accompagna e accomuna, per intendersi sono oramai come un pedigree nel loro curriculum vitae, farlocchi nel loro fare calcio e nel delegittimare ogni decisione mettendo in difficoltà gli arbitri, anche se poi… va bé di questo parleremo più avanti. Che la Juve tenesse alla gara dello stadium, e a una vittoria tanto bramata, si è subito avvertito, ma giocare e comportarsi in quel modo è davvero vergognoso. Una sconfitta, come una vittoria, ci sta è sintomatico nel gioco del calcio, ma assumere certi atteggiamenti non è proprio la palese dimostrazione di una, presunta, grande squadra. Per fortuna non tutti i giornalai hanno evidenziato la vittoria bianconera come meritata, anzi allo stato delle cose direi che è stata largamente viziata ed in un certo senso farlocca, a discapito di quelle squadre che ancora credono, avendo nelle loro corde, in un’onorevole piazzamento Champions. La cosa che fa ancora più male è leggere i commenti del designatore Rizzoli che ha ammesso gli errori dell’arbitro, e questa sua ammissione non fa altro che acuire quei dubbi della vigila sulla sua designazione. Vorrei ricordavi, cari amici lettori, che Calvarese è lo stesso arbitro che tempo fa non ha espulso il signor Ronaldo, nell’occasione dell’intervento assassino nei confronti di Cragno, portiere del Cagliari. Ieri sera lo stesso arbitro ne ha combinate di tutti i colori, con una direzione di gara davvero da incubo, credo che in cuor suo non poteva non assecondare i voleri della seconda squadra di Torino, altrimenti la sua carriera sarebbe stata messa al bando, ma con quello che ha fatto ieri sera è dinanzi agli occhi di migliaia di persone, e credo che possa seguire un percorso che ne decreterà la fine, ugualmente. Avevo accennato al comportamento in campo di alcuni giocatori, bene ne voglio sottolineare, come emblema, solo due e cioè Chiellini e Cuadrado. Il difensore, oramai in là con gli anni, senza il dinamismo di un tempo cerca sempre di arrangiarsi, adottando dei metodi non proprio consoni, strattonando lui per prima l’attaccante e strillando induce nell’errore l’arbitro che il più delle volte abbocca, e quasi ci stava riuscendo in occasione del pareggio nerazzurro. E poi in occasione della rete, bellissima, in rovesciata di Lautaro, ha indotto Calvarese a fischiare un presunto fallo subito, senza che il gigante nerazzurro avesse fatto nulla, anzi è un suo compagno di squadra che spinge in difensore, come è evidenziato nell’immagine di copertina. In questo caso Irrati al Var, non è intervenuto contravvenendo ad una regola che stabilisce di dirimere il chiaro errore non visto dall’arbitro, evidenziando che la situazione incriminata si sarebbe dovuta essere rivista e valutata al monitor, come nel rigore concesso allo scadere. Di questo ne voglio parlare in maniera più approfondita. Di Cuadrado che è un giocatore fasullo e abilissimo tuffatore, tutti ne conosciamo le doti, è risaputo oramai da più parti, che induce sempre alla richiesta di fallo a suo favore, anche se tal volta è lui che ne produce gli effetti. Io dico, ma perché Calvarese nella concessione di un rigore tanto cercato, non ha avuto il minimo dubbio di andarlo a rivedere? Anche perché oltre al danno c’è la beffa delle sue dichiarazioni, dicendo peraltro ai nerazzurri che protestavano, che lui aveva visto bene indicando il dischetto. Non ha per nulla visto il volto di un Perisic allibito per quel fischio, che non stava né in cielo né in terra, che voltandosi ha fatto segno a Cuadrado di alzarsi. Ma l’errore è doppio se consideriamo che anche Irrati al Var non ha richiamato l’attenzione dell’arbitro dicendogli di rivedere il presunto contatto, che è stato da lui cercato più che voluto da Perisic. Persone che hanno avuto un passato glorioso con i colori bianconeri, e mi riferisco a Del Piero che alla richiesta di chiarezza nella trasmissione di Sky, ha detto a chiare lettere, che si trattava di un palese errore. Cari signori con questo che è accaduto ieri a Torino è il sinonimo di un calcio davvero malato che si poggia su fondamenta di sabbia se queste sono le risultanze. Fortunatamente il pomeriggio di domenica ha ristabilito ogni cosa, il Napoli passato a Firenze ha rimesso a posto le cose, relegando i torinesi nella posizione che meritano, a distanza di sicurezza e cioè al quinto posto, in attesa che il Milan questa sera allunghi maggiormente. Noi il nostro malgrado tutto abbiamo tentato di farlo, ma combattere ad armi impari non sempre ci si riesce e per fortuna il campionato era già stato vinto, non oso immaginare il contrario. Al di là di ogni altra considerazione, con orgoglio possiamo, ancor con più vigore, gridare ai quattro venti: siamo noi, i campioni dell’Italia siamo noi! … Amala!!!!
Ancora due gare e poi il festeggiamento, quello vero e proprio, con la consegna dell’ambito trofeo, in casa contro l’Udinese, può scatenarsi. Archiviato l’incontro infrasettimanale contro la Roma ora testa e cuore all’incontro contro gli odiati rivali di sempre, quella squadra bianconera che spero venga relegata nelle competizioni minori, in giro per i campetti d’Europa, il giovedì. Nel dna dello spirito “Contiano” non credo preveda regali a nessuno, anche perché lui non ne ha ricevuti, specie a Torino, nella gara di ritorno della semi-finale di coppa Italia, anzi; ma questa è un’altra storia che snoccioleremo a tempo debito. La trentaseiesima giornata di fatti eclatanti non ne ha delineato, senza sovvertire alcun cambiamento, anzi ha congelato quelle che erano le situazioni al vertice, consolidando sempre più il distacco tra noi e gli inseguitori con un distacco minimo, tra la quarta e la quinta, di un solo punto e se noi facciamo il nostro dovere il Napoli, complice un calendario finale più favorevole, potrà ambire a quel traguardo insperato sino a qualche mese fa. Noi però dobbiamo solo continuare ad essere l’Inter, e fare del nostro meglio per onorare questo campionato strameritato e aggiungerei stravinto e dominato per lunghi tratti. Guardando la gara ieri sera, seppur con tanti titolarissimi fuori, accomodati in panca, si è sciorinato dell’ottimo calcio, con azioni fantastiche come in occasione delle nostre reti. Si vede che i ragazzi stanno bene ed hanno gamba, diciamo che Conte ha creato un bel gruppo coeso che può dire la sua per molto tempo, se realmente non viene smantellata una squadra vincente, come sostengono i saccenti della carta stampa. Quei giornalai che non gli par vero di screditare un gruppo che si è sudato ogni attimo di gloria conquistato sinora. Consiglio a tutti coloro che amano questi colori: amici non ascoltate nulla e non date credito a queste fandonie che non fanno altro che gettare benzina sul fuoco. Quella benzina che darà una risonanza maggiore, fomentando il fuoco della critica, vista la querelle tra Conte e Lautaro in occasione della sua sostituzione. Mi rendo conto che ci sta un po’ di nervosismo, per il semplice motivo che si vuole sempre dare il meglio in campo, ma se ci sono delle regole, ebbene queste vanno rispettate e ribellarsi così a Conte, non credo possano bastare le scuse. Prevedo già i titoloni dei giornalai e del presunto quanto prevedibile a questo punto, divorzio tra i due, ma tutto deve ancora essere deciso. Bisogna attendere il giusto tempo e pensare all’incontro tra pochi giorni che è importantissimo, che facciano autocritica nelle sedi dovute senza alimentari ulteriori screzi e commenti inutili, tutto deve rimanere chiuso nella Pinetina e a tempo debito ogni cosa sarà chiarita, per il bene dell’Inter e di noi tifosi che la sosteniamo sempre e comunque! …Amala!!!!