La terra calabra, nel pomeriggio di un sabato di inizio maggio, ci vede protagonisti di una gara intensa al cospetto di una squadra, il Crotone, che non aveva nulla da chiedere a questo campionato, essendo oramai con quasi due piedi nella serie cadetta. Certo sulla carta sono quelle gare il cui risultato appare scontato, ma chi è in difficoltà vuole tirar fuori quel po’ di orgoglio rimasto per fare bella figura al cospetto dei primi della classe. Allo Ezio Scida i ragazzi hanno avuto la pazienza di attendere il momento propizio per affondare i colpi necessari per portare a casa l’intera posta in palio, senza peraltro mai accusare affanno e senza che il nostro Samir abbia dovuto compiere interventi importanti. Come spesso ci sta accadendo da un po’ di tempo, sono i legni i nostri principali avversari, anche nella gara di sabato pomeriggio, sono stati ben due i pali che hanno respinto le occasioni della LuLa, occasioni nelle quali il pur bravo Cordaz non avrebbe potuto fare granché. A occhio nudo s’è potuto notare che quando i ragazzi volevano accelerare nella manovra, le occasioni arrivavano e non solo per le due reti, ma anche in altre circostanze, come nella rete giustamente annullata per un fuorigioco millimetrico di Perisic. Ad avvalorare questa mia tesi è giunta la testimonianza, che mi ha fatto davvero piacere, ascoltando l’intervista di Serse Cosmi che ha elogiato il comportamento dei suoi, che non potevano fare molto di più, e tal volta parevano impotenti di fronte all’Inter. Sottolineando che i nerazzurri ben allenati da Conte, che grazie alle doti tecniche che possiedono, miste alla caparbietà del tecnico che li giuda in maniera perfetta dalla panchina, sono in grado di cambiare, repentinamente, marcia in qualunque momento, dando l’indirizzo desiderato alla gara. Tutto è stato compiuto con la giusta determinazione, portando a casa quella vittoria che avrebbe determinato la sicurezza matematica di uno scudetto meritato, dovevamo solo attendere le gare della domenica, per un riscontro oggettivo per scatenare tutta quell’esultanza gioiosa che avevamo in corpo, e che per tanti anni è rimasta soffocata per colpe che non sto certo a discernere in questo momento. Dovevamo solo attendere il giorno successivo, consci che in caso di vittoria degli orobici, dovevamo rimandare il tutto alla gara interna contro la Samp, ma che alla fine tutto si sarebbe ugualmente compiuto. Il pari di Reggio Emilia invece ci ha consegnato tutto subito, senza dover attendere ulteriormente, e alle 16 e 53 l’attesa si è trasformata in apoteosi. Finalmente il 19esimo scudetto è arrivato, spodestando dal trono principe di campioni d’Italia, coloro che per tanti anni l’hanno occupato. Non c’è nulla di più esaltante poter vincere un titolo, così bramato, così atteso con chi ha fatto la fortuna del club torinese e che ora appartiene alla nostra storia. Nei confronti di Antonio Conte da Lecce tutti devono fare il mea culpa, in primis il sottoscritto che a volte l’ha criticato a spada tratta per alcune scelta opinabili, per carità, ma che all’uscita dalla coppa che conta in assoluto, credo si sia reso conto che era giusto dare una sterzata decisiva, assumendosi ogni colpa della disfatta, proteggendo la squadra da ogni infiltrazione esterna lasciandola lavorare con serenità. In questo frangente mi è sembrato il giusto comportamento di un tecnico che prima di ogni cosa vuole la vittoria, non dico castronerie, se è sembrata la stessa identità che assunse il mitico e indimenticato Mou, in talune circostanze, essendo l’unico parafulmine possibile per la squadra. Ora non dobbiamo mollare, abbiamo da rendere una stagione indimenticabile, dobbiamo creare i presupposti affinché questa stagione tanto fantastica, si connoti nella disfatta per gli avversari, tanto amara e psicologicamente deleteria, da farli cadere in un baratro senza fine. La squadra ha l’obbligo in primis per sé stessi e per il club, quindi senza dimenticare noi tifosi, di non regalare nulla a nessuno, oramai lo scudetto è stato vinto ma c’è da mettere in carniere qualche testa eccellente, ora più che mai! … Amala!!!!
Le tinte potevano apparire leggermente offuscate, come avvolte da una certa foschia, ma al novantesimo minuto dell’ultima gara contro l’Hellas, i colori di un tricolore tanto bramato, infine si riescono ad intravedere perfettamente. Nel caldo pomeriggio meneghino, va di scena uno degli ultimi atti, consacratori: speriamo, di questo campionato che alla fine ci fa gioire, ancora una volta esclusivamente per i tre punti incamerati, non con poca sofferenza. Nelle ultime cinque gare di campionato che restano, ne giocheremo ancora 3, tra le mura amiche e le restanti 2 in trasferta, cercando di consolidare un record di vittorie che sinora vanta uno score del tutto invidiabile. In casa abbiamo ottenuto ben 13 vittorie mentre in trasferta le vittorie sono 11, due sole le sconfitte in totale e ben 7 i pareggi, ma la cosa che ci fa stare abbastanza tranquilli sono i punti di vantaggio sull’inseguitrici ben 11 sugli orobici e 13 sui cugini, anche se quest’ultimi devono ancora disputare, nella serata di lunedì, il match che li vedrà opposti ai laziali. Ho snocciolato questi numeri, per far bene intendere il campionato straordinario che hanno fatto sinora i ragazzi e le battaglie che hanno disputato in campo, lottando con forza e caparbietà alla ricerca di una vittoria che era nelle loro corde e nelle aspettative di noi tifosi. Certo dopo questa corsa estenuante ci sta un certo appannamento, come nel caso della gara disputata con il Verona, i ragazzi alla fine erano sulle gambe, ma ci sta tutto questo stato di forma in considerazione che taluni stanno tirando la carretta da diversi mesi. Consideriamo anche, visto lo scorso campionato, che per noi le gare ufficiali sono terminate il 21 agosto scorso in Germania, con l’appendice della finale persa di Europa League. Evidenziando in grassetto, che la stagione è ripartita, con il nostro primo impegno ufficiale il 26 settembre, credo che di più da questi ragazzi non si potesse pretendere, anzi nessuno avrebbe sottoscritto di trovarsi, in questo periodo storico della nostra stagione, in queste condizioni di classifica e lanciati verso un destino che rimane pressoché nelle nostre mani. La partita contro gli scaligeri non è stata perfetta, anzi rispetto a quella disputata contro lo Spezia, decisamente un passo indietro, non si è creato tantissimo e quello che ha sviluppato il nostro gioco è stato sprecato malamente. Ancora l’ennesimo palo ha frenato la nostra voglia di far goal, e anche stavolta com’era già successo contro il Cagliari, ci ha pensato a togliere le cosiddette castagne dl fuoco, Matteo Darmian l’esempio del giocatore duttile che accetta serenamente le decisioni del mister, ma quando entra in campo riesce ad essere sempre utile ai compagni: una sorta di talismano per Conte. La perfezione non è nelle nostre corde, ma l’agonismo e la voglia di vincere, quella sì. Nessuno è perfetto, non c’è una squadra perfetta che riesce a vincere tutte le gare senza affanni, noi dalla nostra abbiamo la fortuna di avere un gruppo affiatato che riesce a garantire quella tranquillità tale, che scaturisce dal distacco sulla seconda, che nel contempo ci dona una certa serenità, ma in contrapposizione non sempre fa stare del tutto tranquillo il tifoso che ama questi colori, specie se tal volta gli avversari non ti creano pericoli evidenti, ma basta un tiro senza pretese che ultimamente riescono a farci goal. Io con questo non voglio sindacare sull’operato di questo o quel giocatore, io sarò sempre grato a tutti per quello che ci stanno facendo vivere, ma credo sia necessaria avere, specie in questi casi, quella forza interiore che ognuno deve tirar fuori nel momento del bisogno, ora c’è l’assoluta necessità di farlo, tutti insieme al meglio delle proprie forze dando una mano a chi al momento appare leggermente appannato sia nelle idee che nel fisico. Fa specie notare come quella stanchezza fisica che i ragazzi provano, gli annebbia la mente e non li fa essere più reattivi come qualche tempo fa, ma nel contempo mi piace lo spirito di squadra, quella coesione dei ragazzi secondo la quale è l’arma giusta nel mettersi tutti a disposizione l’uno con l’altro. E’ questo un ottimo segnale e non solo, secondo me è il viatico giusto che fa propendere ogni umana considerazione nel rivelare che questa, che stiamo vivendo, è una stagione fantastica: assolutamente da ricordare. …Amala!!!!
È alquanto emblematica questa mia esternazione, racchiude quella che è stata la serata ligure dell’Inter. Portiamo a casa un punticino che sta davvero stretto, ai ragazzi, per quello che hanno fatto in campo. In sostanza lo Spezia ha fatto un solo tiro in porta, peraltro facilmente parabile, che ha prodotto un vantaggio del tutto immeritato. Giusto per dovere di cronaca è il secondo errore consecutivo del nostro Samir, a cui dobbiamo porgere comunque un solenne ringraziamento per quello che ha fatto sinora, essendogli grato per la sua professionalità, ma quello accaduto nella serata di campionato prescinde da ogni umana considerazione, per il semplice motivo che prendere una rete del genere, da un pilastro difensivo come lui è del tutto inconcepibile. Certo se sbaglia il portiere non c’è scampo, la palla va in rete e si va sotto nel risultato, a meno che non hai tra i pali un portiere come Provedel che stasera è stato il baluardo principe dei bianchi liguri, salvando la propria porta in più di un’occasione. Se poi ci han messo del suo principalmente la nostra punta di diamante, allora è presto definito il risultato di parità. Vedere un Lukaku alquanto sotto tono, fa effetto anzi direi di più fa specie, per quello che sa fare e che sovente si messo, letteralmente sulle sue possenti spalle, la squadra trascinandola verso la vittoria, questa sera no: ha sbagliato moltissimo, essendo il fratello gemello di quello che abbiamo imparato a conoscere, impalpabile e impacciato: è stato davvero irriconoscibile. L’altra parte della LuLa, diciamo che qualcosina in più l’ha fatto, suoi sono i due pali che gridano vendetta, e un movimento sempre efficace al dialogo con i compagni. Ben poco per quello che ci ha abituato a vedere in più di un’occasione: da Lautaro si pretende molto di più. Ribadisco in buona sostanza l’argentino ha fatto meglio del suo alter ego, la sua una prestazione ben al di sopra della sufficienza piena, mentre Lukaku ben sotto il cinque. Nel secondo tempo i ragazzi hanno creato tantissimo, segnando anche due reti ma entrambe annullate per dei fuorigioco millimetrici, ci sta ma si poteva e si doveva fare molto di più, quella che secondo me è mancata stasera è stata quella lucidità tipica che ti fa superare ogni scoglio possibile. Per meglio intendere quella che è stata la gara ligure vorrei annotare quelle che sono alcune statistiche tipiche che tastano il polso della situazione, certo non portano a nulla anche perché il risultato rimane quello che è consegnato agli annali un pari, ma è giusto ricordate che oltre ai due legni e i due fuorigioco sanzionati i tiri in porta 1 per lo Spezia e ben 19 per l’Inter con 8 calci d’angolo per i ragazzi e zero per lo Spezia, il tutto per onore di cronaca. Il merito dello Spezia non è stato un catenaccio esasperato, ma hanno teso una fitta ragnatela difensiva, con raddoppi sul nostro portatore di palla, e con marcature mirate sul nostro fulcro di gioco. Alla fine tutto ciò ha tenuto viva la partita, anche se in modo passivo, ma direi del tutto efficace visto che al novantesimo hanno meritatamente portato a casa un punto utile per muovere la loro classifica. Mentre sto scrivendo queste mie sensazioni, sto ascoltando i giornalai della rete nazionale i tuttologi del calcio, che senza alcuna vergogna stanno tirato già le somme, evidenziando un disagio nerazzurro in Liguria. Vorrei fare una domanda a questi giornalisti di seconda fascia, con le loro esternazioni danno adito a false interpretazioni verso coloro che non hanno visto la gara, ma chi l’ha vista come il sottoscritto, gli viene solo da ridere per quello che è stato realmente l’andamento della gara. L’assedio nerazzurro, specie nel secondo tempo, non è stato come al solito qualitativo, ma solo nelle finalizzazioni secondo quello che ci aspettiamo da questa squadra, queste sono gare che vanno assolutamente vinte, ma in campo ci sono anche gli avversari e se si comportano come lo Spezia di questa sera è realmente difficile portare a casa la posta piena. Come tante volte ho ripetuto, noi siamo gli unici padroni del nostro destino e non dobbiamo fare gli spreconi e sbagliare tante occasioni, anche perché se ne concretizzavamo anche la metà di quelle costruite, ora parlavamo di tutt’altra gara. Io resto fiducioso i ragazzi forse al momento stanno pagando lo scotto di quello che vedono all’orizzonte, e che vogliono raggiungere quanto prima, com’è anche vero, secondo quanto dichiarato da Conte: ora il pallone pesa il doppio rispetto a qualche mese fa, è intriso di responsabilità, la stessa che però deve darti la certezza che siamo sulla strada giusta, continuando ad insistere in modo propositivo, troveremo quella reale gioia che ci attende appena dietro l’angolo! ……Amala!!!!
Continua il countdown verso il nostro ambito traguardo, certo chi è secondo ci ha rosicchiato due punti, ma va bene così il vantaggio ci lascia ancora tranquilli. Ancora sette gare dove la matematica ci dice che per ambire al nostro sogno mancano ancora 13 punti sui ventuno disponibili, non un’enormità in considerazione che in queste gare lo scoglio, diciamo più impegnativo, è rappresentato dalle gare con Roma in casa e Juve fuori. Ora però non dovremo cadere in quella trappola di preventivare le gare, giocare senza fare calcoli, affrontare uno step per volta e giocarci queste ultime partite come fossero finali, mettendo in campo quella mentalità che ieri sera ha denotato crescita, francamente devo dire che mi è piaciuta tantissimo. Certo l’episodio che vorrei prendere in considerazione è stato quello dello svantaggio alquanto sfortunato, ne è dimostrazione il segno d’Insigne che con le mani non ha disegnato un cuore da destinare a chissà chi, ma il gesto eloquente della fortuna sfacciata di chi ha fatto un tiro non proprio irresistibile, che si è concluso con il patatrac dell’autorete. Sono proprio questi episodi che determinano la giusta reazione della squadra, che in altre circostanze avrebbe perso la gara, invece ieri ha reagito, dimostrando una grande solidità mentale. Se poi a dimostrazione di quanto i ragazzi hanno creato in campo, ci sono di supporto i due legni colpiti e altre occasioni non sfruttate al meglio. Forse vincere la gara ieri sera avrebbe rappresentato il non plus ultra, a dimostrazione di quello che si è creato, ma va bene così, bisogna essere sportivi e affermare che il pareggio è stato il risultato più giusto, anche perché avevamo di fronte un bel Napoli che ha meritato il punticino per far muovere la sua classifica, proponendosi per un posto al sole. In queste ultime sette partite, non appare tutto scontato, ci sono delle posizioni da guadagnarsi, con un’avvincente conclusione di campionato che non si vedeva da anni. Ora più che mai per le inseguitrici, gli scontri diretti appaiono sempre più basilari, forse noi saremo, l’ago della bilancia per alcune squadre. Sanciremo la loro gloria che può essere vana, ma anche un viaggio all’inferno che si stanno meritando, per la superbia che mettono in campo tutte le volte. Noi dovremo guardare a noi stessi, tenendo presente e senza dimenticarci qual è il nostro obiettivo, cercando di raggiungerlo quanto prima. Voglio concludere spiegando le mie ragioni, che esulano da ogni discorso economico, sulla fantomatica Super Lega. Io non voglio entrare nel merito delle cose, ma viste le premesse appare una sorta di colpo di stato al governo della Uefa prima e della Fifa poi. Secondo il mio modesto parere che senso avrebbe creare due gironi con le migliori squadre europee, senza il bene placido dell’organo che ha governato da sempre le Leghe nazionali? Lo si fa tutto per danaro, ho letto di un banchiere che introiterebbe, alle società affiliate, miliardi di contributi. La mia domanda di questo passo che fine faranno le coppe internazionali? Che valore avrebbe la giustizia di giocare un campionato che non premierebbe le posizioni in classifica, tanto chi va a fare questa Super Lega sono sempre le solite squadre, mi dite il principio di sportività dove va a finire? Secondo queste persone, l’Atalanta, la Lazio, la Roma o il Napoli non avranno più chance di un prestigioso panorama europeo: assurdo! Speriamo che tutto venga vanificato e chi ha ideato questo scempio si ricreda. Vogliono sportività e spettacolo? Bene ripristiniamo la vecchia formula della Coppa Campioni con incontri di andata e ritorno ed eliminazione diretta, senza fare quei gironi che permettano di fare calcoli, tanto se va male un incontro, si può sempre recuperare l’eventuale terreno perduto. La voglio buttare lì perché, sempre per la spettacolarità dei tornei, non si ripristina la Coppa delle Coppe, così almeno avrà un senso vincere la coppa nazionale. Sono tutti discorsi questi di chi ama questo sport, che tiene a questi colori e che al momento è dispiaciuto che in questa masnada di società affiliate ci sia la nostra cara e amata Inter. Ho letto anche che l’organo internazionale, l’Uefa, prenderà sanzioni drastiche contro coloro che non abbandoneranno quest’idea di far da soli, ultima domanda ha senso effettuare, quindi intavolare quest’idea con il parere contrario delle Leghe di riferimento? Chi gestirà tutto il panorama organizzativo? E le nazionali che fine faranno, come i mondiali e gli europei? Signori chi deve riflettere lo faccio con cognizione di causa, non massacrate uno sport che nonostante tutto appassiona miglia di persone, tifosi e non, che amano il calcio così com’è!!! …Amala!!!!
E sono undici e non finisce mica qui! Passo dopo passo si vede quella sospirata luce in fondo a questo tunnel di una rincorsa affannosa, a dir la verità non più di tanto spasmodica, verso quel traguardo che ancora, a voler essere scaramantici, non si pronuncia. Abbiamo preso ago e filo, iniziando a compiere quella cucitura indosso alla nostra gloriosa maglia, di un simbolo che ci manca da tanti, direi troppi, anni. Il lunch-match ci opponeva ad un Cagliari desideroso di punti per una salvezza direi, allo stato attuale, alquanto problematica. Certo i calcoli degli isolani erano stati quasi perfetti, tutti raccolti ben dietro la linea della palla, massima concentrazione in difesa e conseguenti ripartenze nello spazio. Uno spazio che i ragazzi non hanno di fatto mai concesso, se non in una conclusione dal limite di Nainggolan, e unica parata di Handanovic, mentre il loro portierino all’esordio nella massima serie si è ben comportato, compiendo diverse parate di un certo rilievo. Per l’ennesima volta i detrattori della nostra cara e amata Inter sono serviti, cosa diranno per fare in modo da sottolineare una vittoria, l’ennesima con un risultato striminzito, ma soddisfacente? Certamente i commenti, sono quasi sicuro, verteranno su concezioni del tipo che si era al cospetto di una squadra di basso lignaggio, impelagata nei bassifondi della classifica e sminuiranno questa vittoria, l’undicesima di fila, ma ovviamente nessuno metterà in risalto che abbiamo disputato una gara onesta e attenta, ci tengo a sottolineare non del tutto semplice, avendo avuto le nostre ben 4/5 occasioni nitide per fare goal e che non abbiamo subito nulla, tranne nei dieci minuti finale, il pressing ossessivo del Cagliari che spinto più dal situazione di classifica alquanto caotica, che poi difatti non ha prodotto nulla di preoccupante. In questo pomeriggio mi è piaciuta quella pazienza tipica dell’essere vincenti, i ragazzi hanno messo in campo una manovra ragionata con quei movimenti e schemi consolidati che non hanno concesso punti di riferimento all’avversario, tipici della ricerca del momento giusto per colpire. Certo ci sono voluti ben oltre settantasette minuti per farlo, ma va bene così come diceva quel detto: chi l’ha dura la vince, ed io ne sono del tutto convinto. Per queste ultime otto gare che rimangono, ritengo che tranne in casi sporadici, Conte non farà più a meno dei titolarissimi per raggiungere quanto prima quei dodici punti che mancano per la conquista matematica di quel sogno che tutti bramiamo. Sarà bellissima l’apoteosi, certo con la situazione che viviamo, allo stato attuale, sarà un po’ monca, sarà dura non poter dare il libero sfogo a tutto ciò che da anni abbiamo nascosto in fondo alla nostra anima, che abbiamo represso ingoiando tanto fiele per risultati che non arrivavano. Ma tutto a tempo debito, chissà che le cose miglioreranno e si potrà accennare a quella gioia che si potrà librare nell’aria come i nostri vessilli che orgogliosamente abbiamo custodito e riposto nei nostri armadi: sarà ora di tirarli fuori! Chiedo umilmente scusa, ma questo è un mio pensiero che non vedo l’ora di esternare, come credo ogni fratello nerazzurro avverta, in cuor suo, lo stesso sentimento. Ultima annotazione, è stato bellissimo vedere i ragazzi abbracciarsi in occasione della rete di Darmian, si è notata quella coesione che in molti avevano cercato di minare con critiche e riscontri erronei. Lo spogliatoio è sempre stato unito e questo grazie in primis al nostro tecnico, quel Conte tanto bistrattato anche da molti interisti visto il suo passato, anche io stesso l’ho criticato in più di un’occasione, però quando di fa un passo indietro, come l’ho fatto io da un po’, questo significa apprezzare e dare lustro a quello che è riuscito a creare, qualcosa d’impensabile ad inizio campionato. Il primo a volere questa vittoria è lui in prima persona, rimpinguando quel suo curriculum fatto di tantissime vittorie, non solo in campo nazionale, che ne hanno fatto uno dei migliori tecnici nel panorama mondiale e di sicuro affidamento: Conte è una garanzia, con quella tigna che si ritrova darà difficile affermare il contrario! Ora testa al prossimo incontro, domenica nel posticipo ci vedrà opposti al Napoli, una squadra che sta lottando per un piazzamento Champions. Sono queste le gare che ti danno quella soddisfazione giusta che ti fa apprezzare ancor di più il lavoro che si sta facendo, il bivio è vicino giocheremo la gara avendo già menzione del risultato delle altre inseguitrici, e su questo poggeremo il nostro agonismo, dovremo lottare sino alla fine e sino a che la matematica non ci darà ragione. Forza ragazzi il traguardo è vicino, siamo con voi non dimenticatelo! … Amala!!!!
Se il nostro tecnico temeva il Sassuolo, un po’ di fondamento c’era sicuramente, vuoi perché ben allenato da De Zerbi che oramai, a ragion veduta, è tra i primi allenatori italiani, e poi contro di noi è notorio che fanno la partita della vita e non so spiegarmene il motivo. Ovvio che in campo c’è l’altra squadra, come credo che siffatto agonismo è nelle loro corde, ne sanno qualcosa le squadre che l’affrontano (vedi in ultimo la Roma). Questa sera la partita è stata condotta dai ragazzi con uno strano cliché, lasciando il predominio territoriale agli avversari con ripartenze di rimessa. Certo le nostre ripartenze sono letali e anche in questa partita ne abbiamo organizzate diverse, solo che vuoi per quel difettino d’imprecisione, spero non diventi una costante, non si sono concretizzate. Si è notata una serie di errori che non hanno fatto del tutto decollare la manovra anzi, sembravamo spesse volte con il freno a mano inserito. Non credo che la gara sia stata preparata in quel modo, tant’è che anche Conte nel primo tempo si è lamentato con i ragazzi che non riuscivano a giocare come sanno, sembravano imbrigliati nella fitta rete di passaggi neroverdi. Alla lunga la qualità messa in campo messa in campo dai ragazzi, ha dato i suoi frutti con quella manovra ampia cercando le ali che stasera, specie sulla sinistra, è stata encomiabile. Ad essere pignoli però, non abbiamo fatto una gran gara, ma alla fine la cosa che interessa in questo particolare momento, sono solo i tre punti. Agli annali vanno consegnati i risultati, non si leggono trafiletti che deducono della perfetta e bellissima partita disputata, quello rimangono negli occhi degli amanti di questo sport. A noi tifosi nerazzurri piace la caparbietà e la forza di ottenere il risultato prima di tutto, e se poi le altre arrancano, meglio per noi, più punti mettiamo nel mezzo meglio è per la nostra autostima, che aumenta in considerazione del ritardo delle altre. Certo noi tifosi ieri sera eravamo sulla corda per un risultato che sino al momento del raddoppio era in bilico, per la mole di gioco prodotto dagli emiliani, ma è anche vero che il nostro Samir non ha dovuto compiere parate entusiasmanti, tutto nella norma. Forse ieri sera ci è mancata quella lucida cinicità di ammazzare la gara quando si presenta l’occasione giusta. Già quell’occasione capitata sui piedi di Sanchez e Hakimi che meritava sorte migliore. Nota alquanto dolente, nello scacchiere nerazzurro, è rappresentata dall’involuzione in negativo di Hakimi, non è più quel giocatore che abbiamo conosciuto e ammirato qualche mese fa, non si capisce il motivo di tanta imprecisione nei passaggi e nei cross che erano la sua arma migliore, compresa quella forza naturale nella corsa che lo metteva in risalto in ogni gara. Ora sembra un giocatore normale, chissà forse un po’ di riposo potrebbe fargli bene? Certo Conte lo conosce più di noi tifosi che ne vediamo le caratteristiche solo in gara, ritengo però che se lo fa giocare sempre, un motivo ci sarà pure. Iniziano le sentenze dovute, come la fatidica spada di Damocle, e rappresentate dalle diffide dei nostri giocatori. Ne hanno fatto le spese prima Brozovic e Bastoni ammoniti al Dall’Ara e ieri sera squalificati, in più contro il Cagliari mancherà Barella anche lui diffidato e ammonito contro il Sassuolo, forse per il buon Niccolò era giusto concedergli un po’ di riposo, tira la carretta da diversi mesi oramai. In organico ci sono ricambi naturali e magari sarà il caso di concedere un po’ di spazio in più a Sensi, indispensabile per la nazionale di Mancini, mentre per l’Inter di Conte no. Questione di scelte che devono per forza essere condivise, anche se non se ne vede la reale necessità, anche perché noi non possiamo avere il polso della situazione che può avere un tecnico che ha disposizione tutti i giocatori per vari giorni a settimana, e credo valuti al meglio ogni situazione. Mancano nove gare alla conclusione di questo estenuante campionato, il baratro che si è creato tra noi e le altre pare insormontabile, in considerazione che di gare più importanti ne rimangono solo tre, ma in questi casi non bisogna in nessun modo sottovalutare le altre, ci vuole raziocinio e coesione di squadra ora più che mai che s’intravede un traguardo davvero importante. Poniamo le basi per raggiungerlo quanto prima, ci sono almeno cinque finali da vincere a tutti i costi, solo così potremo librare nell’aria, il nostro grido di vittoria liberatorio, sopito da troppo tempo. Forza ragazzi siamo con voi, come sempre e vi aspettiamo sul traguardo per gioire tutti insieme! …Amala!!!!
Il sabato di Pasqua ci consegna delle certezze, davvero importanti per il nostro cammino: quando le altre squadre arrancano, noi avanziamo! Diamo seguito, nolenti o dolenti, a quelle che erano le premesse del girone di ritorno di questo campionato anomalo, a detta di molte squadre tra le quali gli invincibili che ora sono tornati, anzi sono stati catapultati nel mondo dei comuni mortali, cercando tutte quelle scuse che possono accampare gli sconfitti. La motivazione di questa mia esternazione davvero sentita, è dovuta a tutte quelle cavolate sentite nei vari social di persone che gridano alla scandolo per l’aver ottenuto il rinvio della gara contro il Sassuolo, non dall’Inter ma dall’organo sanitario milanese per le quattro positività in seno alla squadra nerazzurra. Mi chiedo, e questo però avrebbero dovuto chiederselo coloro che lanciano strali che non hanno fondamento alcuno, secondo queste persone l’Inter aveva paura di affrontare la squadra emiliana senza due titolari, e in più i neroverdi con nelle gambe la gara persa contro il Torino? Siamo all’eresia più completa, talvolta queste persone avrebbero dovuto collegare il cervello alla favella razionalizzando le cavolate che proferiscono. Tutti gridano allo scandalo per un campionato che sta vedendo un solo padrone, sinora con giusto merito, e alle altre ciò non sta bene perché il filotto di dieci scudetti consecutivi era già stato posto in bacheca. Ma cari amici a righe che siano bianconere o rossonere che avevate fatto un pensierino allo scudo, dovete avere pazienza non è ancora finita, però il nostro vantaggio al momento è cospicuo e ci dà serenità, quella che sinora vi sta mancando. Noi viviamo alla giornata, giocando ogni partita con la stessa intensità rischiando poco e speculando sugli episodi favorevoli, e poi per vincere le gare bisogna tirare in porta e fare goal, i nostri ragazzi ci mettono l’anima per portare a termine e far concretizzare il nostro sogno! Ho sentito che anche ieri al Dall’Ara di Bologna in molti hanno storto il naso per il gioco espresso dai ragazzi, certo non hanno disputato la migliore gara dell’anno, ma è anche vero che avevano difronte i felsinei che giocano bene, essendo ben allenati da quel Mihajlovic guerriero indomito che abbiamo annoverato nelle nostre fila. Al calcio non si gioca da soli e quando si vincono queste gare e in questo modo, bene queste vittorie ti danno la certezza che quello che si sta facendo è un’impresa non da poco. Ora mercoledì ci tocca quel recupero tanto criticato, contro il Sassuolo che ieri ha fatto riposare i suoi pezzi pregiati, quel Berardi che contro di noi fa sempre il fenomeno e Ciccio Caputo bomber di altri tempi, ma va bene così, la gara va disputata al meglio per poter continuare la strada intrapresa. Certo se poi in una serata poco lucida, come quella di ieri, si commettono delle sciocchezze davvero deleterie, nel finale di una gara oramai che non avrebbe dovuto dir nulla o poco più, come quella di Brozovic che si è fatto ammonire cercando di recuperare da una cervellotica punizione calciata in malo modo, e poi sul proseguo della stessa azione ha fatto ammonire anche Bastoni, entrambi diffidati e che salteranno la gara con gli emiliani, allora il quadro è completo. Ma noi siamo l’Inter e non dobbiamo accampare scuse, quelle le lasciamo agli inseguitori che trovano ogni piccolo indizio che possa giustificare la loro completa incapacità di tenere un certo ritmo e vincere delle partite. Mancano oramai dieci gare, compresa il recupero di mercoledì, se il tempo è galantuomo, come avrebbe detto in questi casi il buon Edoardo De Filippo, avremo ragione di ogni sorta di scongiuro e maledizione che ci stanno piovendo addosso da ogni dove, noi crediamo in noi stessi e come ho già ripetuto in diverse occasioni, noi siamo gli artefici del nostro destino e giocando come sappiamo nulla ci è precluso, forza ragazzi siamo con voi sperando di potervi festeggiare al meglio dagli spalti di un San Siro colmo di gioia ed emozioni. In ultimo come presidente dell’Inter club Giacinto Facchetti di Fano, e a nome di tutto il direttivo, porgiamo i nostri migliori auguri di una serena Pasqua che possa portare in seno a tutte le vostre famiglie ogni bene! …Amala!!!!
Che il pomeriggio domenicale potesse nascondere qualche insidia era risaputo, ma la forza dei ragazzi, nei momenti particolari della gara era talmente forte, che hanno voluto a tutti i costi questa vittoria. Certo non abbiamo giocato la nostra gara più bella, e secondo me non si poteva fare di più. Contro avevamo un Torino determinato alla conquista di un punticino che avrebbe fatto classifica, arroccato tutti dietro la linea della palla, senza concedere nulla. Mi viene da ridere che quando facciamo noi una gara di sacrificio, valutando la forza dell’avversario, vedi la gara di lunedì scorso contro gli orobici, tutti i giornalai hanno gridato allo scandalo, mentre ieri tantissimi elogi ad un Torino che non ha fatto nulla di più che difendersi. I detrattori dell’Inter, come al solito diranno ma c’è stato un palo in un primo tempo del Torino, certo ma è anche vero che è stata l’unica occasione in cui hanno messo il muso oltre la metà campo. Noi non abbiamo creato granché ma le nostre due o tre buone occasioni per tempo le abbiamo creato in maniera nitida. Se poi ci pavoneggiamo e non siamo cinici, allora lasciamo sempre all’avversario la voglia di rivalsa, dobbiamo uccidere la gara quando ne abbiamo la possibilità. Se poi ci mettiamo che taluni episodi ti condizionano la gara, allora la quadratura del cerchio è perfetta. Il signor Valeri, per fortuna era vicino all’azione sanzionando un rigore nitidissimo, come al solito ha operato delle decisioni che non hanno avuto lo stesso peso specifico. Mi spiego meglio nel secondo tempo ha fischiato un fallo, in area granata, per un presunto, ma davvero presunto, fallo di Lautaro su Izzo, mi sa che l’ha visto solo lui e poi ha convalidato la rete granata del momentaneo pareggio su una palese spinta, nei confronti di Skriniar da parte di Sanabria prima e di Zazza poi, facendo cadere in terra il difensore, dando via libera all’attaccante paraguaiano, che in questo modo, ha potuto appoggiare facilmente in rete. Allora quando si tiene un certo filo logico nella direzione di gara, lo stesso deve essere tale per tutta la durata della gara, non si può improvvisare nulla si è dinanzi all’occhio di tutti e non solo della Var! Questo è anche un chiaro riferimento a quello che è accaduto alla Sardian’s Arena dove sempre i soliti giornalai e commentatori o presunti tali, che hanno avuto un trascorso in bianconero, senza essere per nulla obiettivi, hanno cercato di trovare una spiegazione, a mio parere farlocca, sul mancato rosso a Ronaldo. In qualunque parte del mondo pallonaro, e qualunque giocatore di qualunque squadra che commette un fallo del genere è passibile di un rosso sacrosanto, per comportamento gravemente antisportivo. Ma all’altra squadra di Torino no, tutto è concesso. Ora cari amici nerazzurri è palese che non avendo altro che il campionato, cercheranno di creare un malcontento tale che gli arbitri capiranno chi è ancora il padrone. Capirete perché la dirigenza bianconera, si lamenta delle direzioni arbitrali in Europa che non sono confacenti alle loro magagne, tutto il mondo lo sa, tranne che in Italia. Non mi piace commentare quello che fanno le altre squadre, ma permettetemi di porre l’accento su di un fatto davvero grave che avrebbe potuto ledere l’incolumità di una persona, che fa il proprio dovere in campo, ma che infine di sportivo ha ben poco, diciamo quasi nulla. Va bene lasciamo perdere queste considerazioni tipiche da bar, pensiamo alla nostra cara e amata Inter mancano ancora 11 gare, da disputare con il fatidico coltello fra i denti. La domenica sportiva ci ha consegnato un allungo sulla seconda in classifica un più nove che non deve farci adagiare sugli allori, anzi deve fare emergere ancora più cattiveria sportiva, nell’aggredire l’avversario sino a sconfiggerlo. Ora testa al Sassuolo in un sabato qualunque ma è pur sempre un sabato italiano, dove i ragazzi cercheranno le motivazioni giuste per portare a casa il risultato. Questa volta, di proposito, non mi sono dilungato molto su alcuni elementi in squadra che ieri non hanno brillato per il gioco espresso, ma un accenno è d’uopo. Su tutti quel Gagliardini che per carità è un buon giocatore anzi un buon gregario, ma non gli si può dare la chiave d’interdizione del centrocampo, è molto lento e macchinoso. Altra freccia che si è disinnescata da sola è stato Hakimi, il ragazzo ha delle qualità che nelle ultime gare sono rimaste inespresse, come ad esempio quelle discese sulla fascia e quei cross che lui mette in area deliziosamente, che però ieri gli sono rimasti in canna. Di un Lukaku sotto tono non ne voglio parlare perché comunque il suo lo fa sempre, si attira addosso due e a volte tre difensori avversari e poi in caso di calcio di rigore, è una certezza consolidata: non sbaglia! Mi preme però dare il giusto merito a chi si sta sacrificando e con merito trascina il resto della squadra, mi riferisco a quell’ oggetto misterioso che tutti avevano definito Eriksen, ma che ora sta diventando un punto fermo dello scacchiere nerazzurro. E di Sanchez, ne vogliamo parlare? Entrato in campo con la sua classe, il dinamismo e la veemenza, tipica del suo essere in campo, si è reso protagonista di un cross al bacio che pareva dire a Lautaro spingimi in porta. Queste sono le giuste premesse secondo le quali siamo, con una gara in meno e il vantaggio rimpinguato, gli autori del nostro destino, senza pensare agli altri, siamo noi! Dobbiamo consolidare il nostro status lottando in ogni gara, cercando di aggiudicarci la posta in palio, giocando da squadra e dobbiamo farlo come sappiamo, perché abbiamo dato una netta dimostrazione di saperlo fare: e alla grande! …Amala!