Ieri sera avevo gli occhi che mi luccicavano dalla bellezza di alcune giocate: davvero fantastiche. Oltre all’essere tal volta leziosi fino all’inverosimile, appare oramai evidente che tutto ciò è insito in questi ragazzi, ho notato la voglia di divertirsi e divertire il pubblico presente sugli spalti. Con questa sono ben sei le lezioni di calcio date al forlocco presuntuoso di “Gasperino” che proprio non riesce a essere simpatico con le sue estemporanee uscite fuori luogo, mai un complimento agli avversari, non è che poi noi ci tenessimo per carità, ma riconoscere il merito e la superiorità per una vittoria più che mai lecita e lampante, tal volta si può anche esternare. Secondo me è un modo come un altro per farsi un bagno d’umiltà, smettere di sputare nel piatto dove si è mangiato lautamente, finirla di rosicare e levarsi di dosso i panni cosiddetti “radical chic” spocchiosi, di chi vorrebbe ma non può perché è un misero “omuncolo” di provincia. Dovrebbe fare un corso mirato di come s’agisce nelle grandi squadre, ma non credo lo possa accettare poiché la sua presunzione ed egocentrismo smisurato ha costruito il personaggio che è: insignificante. Sicuramente tirerà fuori la situazione economica dell’Inter, da provetto economista, ma non considera che la “sua” società, e non mi riferisco a quella bergamasca, ho fatto una campagna acquisti faraonica spendendo il lungo e largo, facendo incetta di contratti milionari e di plusvalenza fittizie, a proposito ci sono ricascati, tutto è rimasto vano com’era nel loro dna, su questo argomento non una parola, caro “Gasperino”? Sei proprio minuscolo, coltiva il tuo orticello e non disquisire su ciò che fanno gli altri, in special modo in Milano, parte nerazzurra, considera solo il tempo che fai perdere alle persone del tuo entourage che sono costretti ad aspettarti per tanto tempo per darti modo di raccattare tutti i palloni finiti nella tua rete: dovrebbe farti pensare! Capitolo chiuso con questo personaggio davvero insulso, era una spina che dovevo togliermi, mi sarebbe però piaciuto che qualcuno in conferenza stampa, ma conoscendo i giornalai accorsi nessuno lo avrebbe messo difronte al fatto compiuto, per l’unica considerazione è che a Milano, come dicono a Roma: nun ce trippa pe gatti!!! Della gara c’è poco da dire, superiorità imbarazzante dei ragazzi, con i primi quindici minuti dove gli orobici non c’hanno capito granché, giocate spettacolari e azioni tambureggianti hanno portato a un doppio vantaggio quando non si era neanche al dodicesimo. Il resto direbbe in questi casi Califano è noia, macché è calcio spettacolo, per una mezz’ora abbondante i ragazzi hanno annichilito gli avversari con giocate fantastiche, certo l’ultimo quarto d’ora hanno un po’ rallentato, ma è stato giusto così. Però la condizione iniziale s’è rivista anche nella ripresa. Pronti via ecco che i ragazzi nel giro di una decina di minuti o poco più, hanno messo in chiaro le cose con altre due reti, figlie della voglia di asfaltare i bergamaschi e di fatti s’è rivista la superiorità iniziale che oramai è palese in ogni dove, al momento. Certo il mezzo passo falso di Genova al momento ci fa rincorrere, ma ritengo che ha indotto nei ragazzi la facoltà di capire che l’unico spauracchio per loro è rappresentato da loro stessi, giocando così non ce n’è per nessuno. Ieri sera tutti i ragazzi hanno giocato al meglio delle loro possibilità, dimostrando, se ancora ce ne fosse bisogno, che quando stanno bene, sono un rullo compressore, pronti a schiacciare l’avversario di turno e di questo dobbiamo farne tesoro per le potenzialità che ha questa squadra. Purtroppo ora dobbiamo fermarsi, c’è la pausa per le nazionali, non ci voleva perché si ritornerà alla Pinetina a ridosso della gara contro il Monza, speriamo che non accada nulla ai ragazzi impegnati nello loro nazionali e che i vari CT tengano conto che non si possono far giocare sempre chi deve fare delle trasvolate oceaniche, il caso di Lautaro che sta acquistando la forma, dopo lo stop precauzionale. A proposito del “puntero” argentino ieri non mi è affatto dispiaciuto, s’è mosso bene al servizio della squadra e se poi con un po’ di fortuna realizzava quella rete al volo su passaggio calibrato di Dimarco, credo che lo stadio sarebbe venuto giù, come si dice in gergo, ma oramai sappiamo che su Lautaro possiamo contare. Ora lasciatemi porre l’accento su due giocatori che anche ieri hanno fatto la differenza: Barella, spettacolare la sua rete del raddoppio, pistone di centrocampo instancabile e poi cosa dire di Marcus Thuram? Non ci sono aggettivi, si vede che gioca con gioia è amato dai compagni e li ripaga con la stessa moneta, anche ieri sera in un certo senso ha fatto tutto lui, ha propiziato l’autorete del vantaggio e poi? Ha sancito la sua fantastica prestazione con due reti da puro opportunista, da centravanti di razza, con un Thuram in queste condizioni possiamo affrontare qualunque avversario. Ora pausa e ricarichiamo le pile noi tifosi, per essere pronti tra quindici giorni con la speranza di poterci divertire ancora con questi ragazzi, che hanno di tutto per poterlo fare. Noi siamo l’Inter, il resto non conta! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Ecco si ritorna a casa, il benvenuto ai ragazzi è stato siglato da oltre settantamila tifosi, assiepati sugli spalti, che avevano tanta voglia di nerazzurro. La squadra complice ancora un gran caldo, ha cercato di sciorinare un bel gioco, e devo dire in tutta sincerità a lunghi tratti ci è riuscita, al cospetto di un bel Lecce che ha fatto la sua onesta partita, ma credo di più non potesse fare con poche iniziative e tanto contenimento. Inzaghi ha preparato diciamo bene la squadra con una formazione titolare che ha rasentato quella ufficiale, l’unica defezione importante è stata quella del capitano: il bomber Lautaro Martinez, fermo ai box per un risentimento muscolare che non pregiudica il prossimo impegno contro gli orobici venerdì sera. La gara ha avuto il solito refrain creiamo tanto ma concretizziamo molto meno, credo sia ancora un po’ di pesantezza dovuta ai carichi di lavoro, ritengo però che quando sarà smaltita con assieme quella mancanza di velocità e lucidità, ne vedremo delle belle anche perché ritengo, senza l’ombra di essere smentito, che la nostra squadra è molto più forte dello scorso anno. Tutto è stato inanellato perfettamente secondo quanto prestabilito, abbiamo due giocatori per ruolo che potrei definire titolari entrambi a prescindere. A centrocampo tanti ruoli sono ben coperti e non abbiamo paura di eventuali infortuni o squalifiche, ovviamente facendo tutti i debiti scongiuri, ci sono giocatori validissimi come d’altronde sia in difesa con il nuovo acquisto il gigante Palacios, un ragazzo poco più che ventenne di grandissime prospettive future. L’unico ruolo scoperto potrebbe sembrare l’attacco, ma è solo un’ipotesi perché la voglia di Arnautovic s’è vista come quarta punta, e poi con un Thuram così è tutto dire. Sono certo che con il ritorno di Lautaro e con Taremi che riuscirà a ritagliarsi il giusto spazio, problemi in fasi realizzativa non dovremmo avercene. Veniamo alla gara, non c’è molto da dire. La voglia dei ragazzi di aggredire la partita s’è vista sin dagli albori, di giocate spettacolari ce ne sono state tante, l’unico appunto che gli muoverei sono i troppo svolazzi e tocchetti al limite, cosa che anche lo scorso anno ci sono stati, per carità, ma secondo me è tempo di essere più concreti, lasciamo ad altri l’eccentricismo, meglio andare sul sodo, non fa certo male l’essere sempre sul pezzo, come si suol dire. Poi dallo scorso anno c’è la situazione relativa alle cinque sostituzioni che sono una manna per livellare i presunti mugugni in panca, con questa nuova caratteristica ci sarà spezio per tutti, per lo meno per uno spezzone che male non fa! La gara ci ha altresì detto che possiamo contare su giocatori che stanno diventando, sempre più con il passare del tempo, ancora più determinanti: il mio pensiero è rivolto a Matteo Darmian, che si fa trovare sempre pronto quando è chiamato in causa: è come il vino più invecchia e più è corposo, da clonare. Detto di uno straordinario Thuram che anche se non ha inciso direttamente il suo l’ha fatto eccome. Altra nota positiva è la “sentenza Calhanoglu” che non sbaglia un rigore da oltre quattro anni, con lui sul dischetto tutto viene normalizzato e lo score cambia immediatamente. Mi viene da sorridere leggendo i titoloni del giornale più sconcio del panorama giornalistico, quel giornale che non comprerei mai, che a mio modesto parere non è buono manco ad avvolgere il pesce, mi riferisco al giornale torinese Tuttosport, che di sportivo non ha nulla è solo odiosamente fazioso, che ha definito generoso il rigore concesso a nostro favore. Dico a queste persone che anche a Rugby il placcaggio viene considerato fallo, quindi fatevene una ragione, la squadra da battere siamo sempre noi. Ultima considerazione il banco di prova prima della sosta è l’incontro contro gli orobici del nostro “amico Gasperino”, che non lesina mai attacchi nei nostri confronti, ma deve sapere lui come tanti altri, che lo status quo del momento è questo, noi godiamo e gli altri… soffrono! Alla ripresa dovremo essere quanto mai concentrati e determinati, affronteremo due squadre del feudo berlusconiano, ritengo che non possiamo avere timore di due squadre che stanno stentando e che hanno un gioco prevedibile e quanto mai farlocco, ne vedremo delle belle, intanto concentrazione sulla gara di venerdì, ci sarà poi tempo per pensare a loro. Mi dispiace solo delle altre trasvolate oceaniche a cui sarà sottoposto lo stuolo di giocatori nerazzurri, tra tutti il capitano che dovrà sottoporsi a impegni gravosi e ritornare a Milano a ridosso della gara contro il Monza. Importante è il recupero di energie e forze, per dare tutto con la fascia al braccio. Forza ragazzi siamo sempre al vostro fianco! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto
Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Pronti: via. Dopo un’incetta di calcio d’estate, con amichevoli costellate da tanti e determinanti alti e bassi, ecco che sono giunte le relative testimonianze pro e contro dei tantissimi giornalai che hanno fatto solo chiacchiere, direi inutili, ma la realtà è lo status quo del momento, eccoci quindi catapultati nel nuovo ed entusiasmante campionato di massima serie! Credo che quest’anno dovrebbe essere più livellato, anche se con tanti cambiamenti in panca e diversi giocatori nuovi, non credo che le pretendenti avranno vita facile nel trovare la giusta amalgama, mentre la nostra è già più che mai collaudata, anche se ieri pomeriggio s’è vista un po’ di mancanza di quella cosiddetta “oliatura” idonea alla facilità di giocata. Certo gli errori e un po’ d’angoli ciechi vanno smussati, ne guadagnerà la manovra anche se a tratti, ieri comunque s’è rivista quella voglia di far gioco che è stata la prerogativa dello scorso anno, di azzannare l’avversario, senza fare prigionieri, salvaguardando la vittoria innanzitutto. Un pareggio che ci sta davvero stretto, se ci si sofferma nella valutazione dell’andamento della gara. Purtroppo ci sono state delle contrapposizioni determinanti, da un lato uno stratosferico Thuram e diversi altri che, seppur faticando, hanno contribuito a proporre un buon gioco d’insieme con giocate davvero entusiasmanti che hanno esaltato le doti tecniche di un Gollini impegnato oltre misura. Però come stavo esponendo, ci sono stati diversi giocatori al di sotto del loro standard abituale. Mi riferisco su tutti, tra i quali non ha raggiunto la sufficienza, anzi vi è stato al di sotto, in primis a Sommer che con sufficienza s’è fatto sorprendere da quel colpo di testa senza pretese di un genoano, bastava anticipare l’uscita senza far rimbalzare il pallone sulla traversa. Un portiere del suo lignaggio non compie simili errori, anche perché se commessi dal portiere al novanta per cento sono reti, anche se quel suo errore va condiviso in una piccola percentuale con il reparto arretrato che non è stato reattivo nel respingere quel pallone, anzi l’hanno lasciato in un tap-in facile, facile, dal difendente ligure. Altro giocatore che secondo il mio parere è apparso fuori dallo schema di gioco e molto arruffone è stato il tedescone di ebano Bisseck. Non voglio dire che il pareggio è stato per colpa sua, ma poco ci manca per il semplice motivo che non si può cercare di colpire un pallone di testa con il braccio largo: tutta la vita è rigore! S’è vista la mancanza di concentrazione del ragazzo, quando oramai stavano scorrendo i titoli di coda su di una gara, che tutta la vita era alla nostra portata. Ieri pomeriggio tutto è girato nella maniera più difficile: abbiamo fatto tutto noi esaltando i liguri nel loro gioco impostato con il comandamento: primo non prenderle e poi si vedrà, certo con i regali che abbiamo confezionato noi, tutto era di facile previsione. Però come dicevo poc’anzi, non tutto è da gettare alle ortiche, ne tanto meno è da censurare il comportamento dei ragazzi, hanno cercato di ottenere la vittoria, ribadisco che sarebbe alla lunga meritata, ma non tutto è come sembra, tant’è che se eravamo un po’ più lucidi, dopo essere passati in vantaggio quando mancavano alla fine circa una decina di minuti, con raziocinio avremmo dovuto amministrare la gara in modo facile e senza pressione di un Genoa che, sino a quel momento, non aveva espresso un gioco che ci stava impensierendo. E’ proprio per quest’ultima considerazione che arriva un po’ di livore per i due punti gettati via, ma è giusto cercare di reagire, dopo tutto siamo solo alla prima di campionato è giusto non essere al massimo della condizione altrimenti saremmo degli automi, poi ci sono giocatori che hanno iniziato a lavorare insieme da solo otto giorni, il tempo è galantuomo e ci darà soddisfazione, dopotutto la rosa è quella dello scorso anno, anzi è migliorata con innesti confacenti alla storia e alla grandezza della nostra squadra e comunque siamo sempre noi il team migliore e da battere, al momento ci faremo trovare pronti. Ora lasciamo lavorare i nostri maestri di mercato, sicuramente troveranno i giocatori che ci servono per completare e migliorare ancor di più un organico davvero forte, facendo partire quelle zavorre che ancora sono a libro paga, del nostro team manager e presidente mi fido cecamente. Sicuramente anche i nostri tifosi avranno storto il muso per il pareggio, a tutti coloro voglio solo dire: abbiate fede, i ragazzi si faranno trovare pronti al momento opportuno, non bruceranno altri punti sull’Are dell’imprecisione e della mancanza di concentrazione e poi con un Tikus così c’è solo da essere fiduciosi! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Con l’ultima gara in programma, in quel di Verona contro gli scaligeri, è calato il sipario su di una stagione davvero travolgente per i nostri colori. Alla nostra felicità della conquista di una seconda stella ampiamente meritata, s’è contrapposta quella degli orobici, vittoriosi per la prima volta nella loro storia, con la conquista di un trofeo internazionale: diciamo che il nerazzurro è di moda, sperando che nonostante il viola non sia benaugurante, questa volta riesca a disattendere il fato e premi i fiorentini con un qualcosa che lo scorso anno per un’inezia è sfuggito! Dopo questa premessa doverosa è tempo di fare i bilanci, i nostri sono più che mai positivi mentre le altre presunte big, stanno iniziando a razionalizzare del loro anno horribilis che ha portato in dote, che direbbe il mitico Mou: zero tituli! Certo è stata centrato il tanto prestigioso piazzamento Champions, ma quest’anno erano disponibili ben cinque piazze, tutto sommato alla loro portata, ma da quelle che erano state le premesse inziali, dove tutti partivano con il favore del pronostico ed erano i favoriti, tranne ovviamente l’Inter, ma alla fine dei conti, considerando i distacchi in classifica, la nostra cavalcata non ha avuti avversari degni di questo nome. In considerazione che di certo le società non erano soddisfatte dell’andamento delle loro squadre, si sono affrettate a escogitare un rivoluzionamento interno, a partire dai vari tecnici. Finita l’era del saccente Allegri a Torino, destinato a rinverdire i fasti bianconeri, toppando più che mai con un gioco mai decollato, anzi spesse volte alla mercé dell’avversario, il registro di volta porta alla panchina affidata a Thiago Motta che ben ha figurato a Bologna, bisogna però attendere per avere la conferma se riuscirà a portare ai non colorati l’entusiasmo sopito da tempo, di solito al primo anno è difficile confermarsi su altri lidi. Cosa analoga sta accadendo in casa dei cuginastri, anche loro hanno il problema del tecnico, questo francamente mi dispiace, anche perché Pioli, a suo dire, stava colmando il gap nei nostri confronti (davvero ridicolo) e poi spiace non poter più assistere alle sue perle di saggezza, su tutti allorquando fu evidente la sconfitta nel derby, l’ennesimo, esordì dicendo che nei primi 4 minuti l’Inter non era entrato nella loro area, davvero da tso. Anche i campioni d’Italia uscenti stanno cambiando padrone della panca, anche perché la loro posizione in classifica finale e la mancata qualificazione in nessuna competizione europea, con il rimpasto di giocatori, urge un cambio di rotta, affidando tutte le speranza a un condottiero navigato con il salentino Conte, chissà se riuscirà nell’intento di non far smantellare la squadra a ADL, e richiedere magari, qualche imponente impegno finanziario, magari facendogli acquistare il suo fido Lukaku. Nonostante il campionato sia finito da pochi giorni, ecco che tutto viene rimesso in discussione, tutti i consueti giornalai che si ergono a economisti, che discernono tesi a favore di questo e quell’altro tecnico supportando di presenti errori compiuti da altri nella gestione delle rose a disposizione, e in ultimo ci sono ancora coloro che gridano alla lesa maestà e di presunti torti arbitrali, che hanno premiato oltremodo i campioni d’Italia, come se l’Inter non avesse dimostrato, in più riprese, di essere la migliore in assoluto. Il cambiamento paventato s’è verificato anche in seno alla nostra società, finita l’era del Sol Levante, ecco che sul vessillo societario è iniziata a sventolare la gloriosa bandiera a stelle e strisce, con una proprietà che stante a dichiarazioni rilasciate poche ore fa, ha ribadito l’intenzione di continuare a vincere impegnando risorse utili per portare la nostra cara squadra in alto nei vertici europei più importanti. Naturalmente noi tifosi saremo più che mai contenti di queste dichiarazioni, continuando in vittorie che ci daranno sempre più che mai prestigio, ma abbiamo l’obbligo di non dimenticare che il “presidente ragazzo”, acerbo si ma si è rivelato un ottimo condottiero, è stato lo straniero più vincente, in assoluto, della storia nerazzurra e forse italiana, con il senno di poi poteva rimpinguare ancor di più il suo e il nostro palmares, ripensando alle due finali europee perse in finale. Dobbiamo davvero ingraziare Zang e tutta la famiglia Sunning per quell’entusiasmo che hanno trasmesso alla Milano che conta, quella nobile che non ha mai conosciuto l’onta di nessun scandalo o retrocessione che sia, il nerazzurro che predomina sempre più non solo su Milano, sull’Italia intera. Non ci resta che ricaricare le pile e affidarci sapientemente nelle mani di Marotta, Ausilio e Inzaghi, sapranno con cognizione di causa darci tante altre soddisfazioni, nel frattempo c’è un Italia da sostenere nei prossimi Campionati Europei in Germania, perché con la nazionale ci sono dei nostri paladini che non si risparmieranno sicuramente! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
L’apoteosi culminata nella gioia immensa per il traguardo raggiunto, alla fine è fragorosamente esplosa alle venti circa, di una domenica di metà maggio, che ha sancito ufficialmente la seconda stella nerazzurra. Della gara c’è poco da dire, tipica di fine campionato, nonostante tutto, come al solito abbiamo creato tanto, ma dobbiamo solo fare il mea culpa per un difetto di precisione, ma quando tutto ciò si stava avverando, con tiri ben indirizzati verso la più semplice delle conclusioni, ecco che sugli scudi è salito il portiere laziale, capace di fare degli interventi davvero prodigiosi e stilisticamente perfetti. Però come ci accade spesso, al minimo errore veniamo puniti, esempio la rete del giapponese Kamada che, solo soletto, ha mirato e infilato un Sommer apparso non del tutto irreprensibile come altre volte, anzi non è per nulla esente da colpe, però tutto sommato la gara è stata piacevole, s’è notata nei ragazzi la voglia di non perdere la gara, che per carità, una sconfitta che non avrebbe compromesso nulla, tant’è che tutto già da tempo era stato acclarato. Nel secondo tempo non si sono annotate azioni concrete da rete dei laziali, mentre i ragazzi hanno iniziato a pigiare sull’acceleratore, con altre occasioni ben costruite, compreso il palo colpito da Lautaro di testa, che avrebbe meritato maggiore fortuna. Per fortuna al tramonto di una gara, all’insegna della gioia e di quell’amicizia vissuta sugli spalti dalle due tifoserie, c’ha pensato l’olandese Dumfries a gonfiare la rete, chiudendo il risultato su di un pareggio più che giusto. Al fischio finale tutto il pubblico non attendeva altro che porre l’accento su quell’entusiasmo atteso da tempo, sulla celebrazione di quei ragazzi, di quegli uomini, prima che fantastici calciatori, che hanno fatto un campionato meraviglioso, continuando un percorso iniziato ben tre anni fa, fatto di un bel gioco espresso in continuità d’intenti e di aiuto reciproco, inculcato da un allenatore forse fin troppo bersagliato dalla critica e da taluni tifosi nerazzurri, anche io talvolta non gli ho lesinato critiche, ma solo chi non ha la giusta razionalità per capire di aver errato in valutazioni, può cambiare idea e io l’ho fatto, e ritengo che il buon Simone Inzaghi, ha tutto il potenziale per insegnare calcio ad alti livelli, ne è la testimonianza certificata in questi anni di milizia nerazzurra. Il ciclo è stato aperto e credo che se l’intelaiatura di questa squadra rimarrà tale, saremo sempre la squadra da battere e potremo con le dovute e opportune modifiche restare la bellissima squadra ammirata sinora. Già le premesse ci sono, con gli acquisti di Taremi e Zelisky su tutti, se poi si acquisterà un portiere degno di questo nome, per carità Sommer ha tirato la carretta in più di una gara, ma è opportuno pensare al futuro e ritengo che il brasiliano Bento potrebbe essere la pedina giusta in questo senso. Certo ci dovrebbe essere una seconda punta da inserire nell’organico e poi con dei maestri quali Marotta, Ausilio e il resto dei protagonisti vincenti del mercato nerazzurro, possiamo stare sereni, loro sapranno inserire i giusti innesti in una squadra vincente, aggiungendo altra classe a quella già esistente. Dell’aspetto societario non vorrei esprimere alcun giudizio, anche se il ragazzotto Zang poteva gestire meglio tutta la questione societaria, lasciata impavidamente nelle mani a stelle e strisce, per una manciata di poche centinaia di milioni, che verrà gestita al meglio e rivenduta al miglior acquirente, perché l’Inter attuale è appetibile da tantissimi miliardari, sanno che i ricavi, così facendo e con questa politica, saranno sempre più corposi. Ora però concentriamoci su quella che è stata la festa finale. Bellissima la coreografia che il popolo nerazzurro ha offerto a tutto il mondo calcistico, da brividi quell’ovazione finale tributata ai ragazzi al fischio finale, come quando il capitano Martinez, ha alzato al cielo quella coppa che c’è sfuggita per un’inezia due anni or sono, ma che ora farà la sua bella presenza nella nostra bacheca, già ricca e fornita, insieme ai tanti altri trofei, specie con quelli conquistati in questi ultimi tre anni. Bellissima la passerella dei ragazzi, chiamati ad uno per uno dallo speaker, di avvicinamento al giusto riconoscimento, quella medaglia individuale da sfoggiare con orgoglio. Quella passeggiata orgogliosa verso il podio, stringendo nel contempo le mani di tutte quelle persone accorse per complimentarsi con loro, non solo lo staff dirigenziale e tecnico, ma anche uomini di spettacolo e cantanti. Non vi nego che mi sono sentito immerso in quella festa e seppur a distanza l’emozione è stata davvero immensa, con alcune lacrime di gioia che hanno solcato le mie gote, mai come ora sono orgoglioso di questi ragazzi che hanno segnato una pagina storica di questo club, quella seconda stella che brillerà in cielo e non sarà mai offuscata da nessuno, perché l’Inter nutre del nostro amore incondizionato e non sarà mai sola! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Dimenticando Sassuolo, si può riassumere con questa citazione la gara disputata dai ragazzi allo Stirpe di Frosinone. Si è rivesta quella squadra che ama giocare e divertirsi, soffrendo tutti insieme e gioendo all’unisono, per le reti prodotte. Guardando la gara di ieri sera è apparso davvero palese la situazione emotivamente rilassata che i ragazzi avevano in corpo giocando la volta scorsa, allorquando non hanno avuto la meglio di una squadra davvero modesta come gli emiliani, tutt’altro lignaggio invece i gialloverdi ciociari, capaci di metterci in difficoltà con azioni ben manovrate e si è giunti all’ennesimo clean-sheet stagionale, è solo per le belle parate, risolutive, di Sommer. Certo la traversa colpita da Cheddira è sintomatica della loro pressione, cercando di recuperare il punteggio, che in quel preciso momento li vedeva sotto per 1 a 0, ma anche la traversa colpita in pieno da Bisseck, a portiere pressoché battuto, fa la pariglia. Smaltita la sbornia di emozioni, a seguito del ventesimo scudetto culminata con la sconfitta di Reggio Emilia, si sono riviste quelle giocate da vera Inter, con la dovuta profondità e accelerazioni improvvise, a cui i giocatori ciociari non hanno saputo porre rimedio né freno, emblematica è stata la rete di Thuram, al tramonto della gara, che ha formalizzato la fantastica manita conclusiva. Certo a mio modesto parere, il risultato per Di Francesco e compagni è stato forse un po’ troppo esagerato, ma quell’essere cinici dei ragazzi ha posto, sul campo, le opportune disparità di condizione e classe. Sono certo che in altre situazioni, con opportuno realismo e senza un turn-over così massiccio contro il Sassuolo, avremmo dato la giusta spallata verso il loro inferno che si chiama serie B, ma questa purtroppo è un’altra storia a cui, per una questione di mera giustizia verso gli altri club, non siamo riusciti a giocare e produrre il nostro consueto schiacciante gioco. Ieri sera si sono verificate due condizioni importantissime: per primo Lautaro è tornato al goal, con la sua 24esima perla in campionato, insieme al suo compagno d’attacco Thuram andato in rete anch’esso, sempre più indispensabile nell’economia della squadra, ma consentitemi di esprimere un mio personale giudizio, più che positivo, per due giocatori che in quest’annata hanno avuto poco spazio, mi riferisco al gigante Bisseck, ma soprattutto Buchanan, autore di una bellissima rete, mostrando a tutti di quello che è capace di fare, ritengo visto le sue qualità, in proiezione della prossima annata, sarà sicuramente quel braccetto che tornerà utile, specie se avrà una maggiore continuità d’impiego. Tutto è bene ciò che finisce… meglio, a piccoli passi ci stiamo avvicinando al traguardo finale, cioè la consegna del meritato titolo, il trofeo destinato alla squadra vincitrice del campionato, che avverrà domenica 19 al termine della gara interna contro la Lazio. Mattoncino dopo mattoncino stiamo erigendo un muro sul quale apporre tutti i nostri meritati record, sinora ce ne sono stati davvero tanti, ma la nostra fame d’essere i migliori in assoluto, ci porterà a conquistarne altri, menzionandoli con orgoglio alla fine dell’ultima giornata, in quel di Verona. Davvero smisurato l’amore per questa squadra, per questi colori, capace di portare allo stadio una marea di persone festanti, pronte a inneggiare i campioni nel modo migliore, con quel tifo che non è mai venuto meno, non solo quest’anno, ma da tempo immemore. Se ci fosse stato uno stadio da 200.000 posti, sono certo che sarebbe stato riempito, anche perché i tagliandi per assistere all’ultima gara casalinga, sono stati disintegrati in poco tempo con l’ennesimo sold-out. Noi nel nostro piccolo, assisteremo all’epilogo festante, tutti insieme, gioendo e cantando con il pensiero rivolto a loro immaginando di essere a Milano e festeggiare tutti insieme ai nostri beniamini, perché l’Inter non è per tutti e si ama a prescindere. …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Dopo la scorpacciata di festeggiamenti e con la pancia piena, si perdono gli opportuni riferimenti che hanno caratterizzato un campionato giocato ai massimi livelli, se poi la concentrazione, sviata da tutto il bello che è arrivato viene meno, ecco che arriva una sconfitta davvero cervellotica, per come s’è sviluppata e ha avuto la naturale conclusione, ma partiamo dall’inizio. Incomprensibile il turn-over fatto da Inzaghi, non sappiamo la reale motivazione, non crediamo che qualcuno avrebbe dovuto per forza tirare il fiato, ma c’è modo e modo per mettere in campo una formazione equilibrata, lui ci ha già abituato a simili formazioni, specie in Champions, ma avere il braccino corto, in questo momento contro una formazione, quella neroverde, davvero scarsa è apparso veramente deleterio, e poi giocando in quel modo, ha significato dare adito agli emiliani di credere ancora nella salvezza. Ritengo che il popolo nerazzurro sia ancora adirato per quello che è accaduto, specie allorquando circa tre anni fa, tipicamente tenendo fede al proprio nomignolo, gli emiliani si sono letteralmente scansati concedendo una vittoria ai cuginastri, gioendo con loro per la vittoria dello scudetto. Invece ritengo che sabato non abbiamo avuto quel carattere tipico per dare il giusto spintone a questi servi di potere, per farli scivolare in una categoria che meritano senza ombra di dubbio, anche perché contro di noi fanno sempre la gara della vita, speculando sui nostri errori facendo poi le barricate. Certo sabato sera ci abbiamo messo del nostro: vero caro Inzaghi? Non si può proporre ancora una volta un giocatore, nella fattispecie Dumfries, che non ha nerbo, che non sa neanche dove si trova e cosa fare, commettendo quegli errori che vengono subito depennati, dal dna dei giocatori, anche in categorie inferiori, contrastando in maniera goffa l’avversario, lasciandogli la palla che viene lavorata per il passaggio da rete all’avanti emiliano. Caro Inzaghi non aveva senso fare dei cambi quando devi solo preparare una gara alla settimana, poi con questa sconfitta secondo me annunciata, si doveva far meglio perché ci sono dei record che dovevano rimanere nella storia, invece rimarrà questa macchia indelebile, di aver perso, con ben 2 sconfitte di misura, in campionato contro la stessa squadra, manco fosse il Real Madrid, ma lo “Scansuolo” con simpatie rossobianconere. Quest’atteggiamento è tipicamente italiano, chi ha ormai raggiunto il proprio obiettivo, lascia sul terreno di gioco spazio agli avversari, ma così non va per niente bene, in considerazione che siamo nettamente superiori agli emiliani e con forza dovevamo affermarlo. Dovevamo lottare come sappiamo, cercando di vendicare la sconfitta dell’andata, per il bene dei nostri colori e per il bene di un campionato che deve essere giusto, senza favorire questa o quella squadra, anche perché perdendo questa gara, con assoluto demerito e con giocatori oramai in vacanza, si dà adito a ombre che si addensano sul nostro capo che non ci fanno assolutamente bene, per la lealtà assoluta di questo campionato, nel rispetto in primis di tutte quelle squadre che ancora lottano per sopravvivere e rimanere nella massima serie. Ecco la motivazione che ti fa arrabbiare perché proprio al Sassuolo non si doveva dare questa possibilità, ora per equità si devono dare punti anche a Frosinone e Verona, quindi allora perché non mettere in campo la formazione titolare? Stento a capire le opportune dichiarazioni di facciata, tanto durante tutto il campionato chi ha giocato meno ha comunque avuto le proprie possibilità di giocare, di subentrare ed essere utile alla squadra. Ancora una volta ieri s’è visto chi non è utile alla squadra, tutti quei giocatori che saranno ceduti e che ieri hanno cincischiato senza affondare con utilità. Tanto è risaputo che i vari Sanchez, Klassen, Arnautovic e compagnia bella non saranno riconfermati, mi chiedo aveva senso dargli spazio? Non comprendo questo atteggiamento, bisogna però prenderne atto e non vorrei che Inzaghi ora si senta in predicato di non far giocare più titolari i vari: Dimarco, Calhanoglu, Thuram, Darmian, con Barella e Mkhitaryan a mezzo servizio, caro mister noi siamo l’Inter e ovunque saremo seguiti da uno stuolo di tifosi che vogliono continuare a divertirsi, ma con mezza formazione in campo questo non avviene di certo. Mancano tre gare, quindi lasciamo da parte il turn-over, se proprio non necessario per infortuni o squalifiche, in campo sempre i migliori dimostrando di essere di gran lunga i più forti: siamo noi i campioni d’Italia, con le due stelle nere brillanti nell’azzurro cielo!!!! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.
Dopo la conquista del nostro 20esimo scudetto in casa dei cuginastri, sbattendogli in faccia la nostra gioia per la conquista della seconda stella, con quell’evidente supremazia cittadina e con ancora addosso l’emozione a mille per aver dimostrato ancora una volta, qualora ce ne fosse stato bisogno, la nostra schiacciante superiorità palesata con la vittoria del sesto derby vinto consecutivamente. Nonostante gli altri esponenti delle tifoserie opposte, che continuano ed essere rosi dall’invidia, con quel vivido dolore per la nostra infinita gioia, tutto pareva far passare in secondo piano, anche la gara del lunch match domenicale, che ci vedeva opposti all’unica squadra di Torino, quel Toro indomito, che voleva giocarsi delle residue chance europee. Mi piace rimarcare la correttezza granata, che ha effettuato il così definito “pasillo de honor” tributando il giusto merito della vittoria all’Inter. Ma i ragazzi dinanzi alla fantastica cornice di pubblico, di tifosi festanti, che ha gremito lo stadio in ogni settore, non volevano mancare una vittoria che alla fine è stata più che meritata, presupponendo quella festa che era stata preparata appena la matematica ha espresso il suo verdetto. Della gara ancora una volta bisogna rimarcare la forza dei ragazzi, che dopo un primo tempo sonnacchioso, di contro c’è stata una ripresa che ha mostrato il carattere di un’Inter famelica che non ha perso tempo e una volta notato il pertugio giusto, ha affondato i colpi necessari per vincere la partita. Certo ora tutti i commenti dei nostri avversari, avranno affondato i loro artigli, nella becera convinzione, che ancora una volta siamo stati aiutati dal Var, tanto poco c’importa, volevamo la vittoria e tale è stata, noi continuiamo a gioire e loro continuano a rosicare, con il se e con il ma non si va da nessuna parte, tant’è che i ragazzi hanno sciorinato un bel gioco da sempre e non solo quest’anno, con Inzaghi da quasi un triennio. Forse quest’anno siamo stati più continui, con la consapevolezza che uniti si poteva ambire a un qualcosa d’importante, che meritatamente s’è verificato, uno scudetto più che mai voluto con quella seconda stella che brillerà sempre più nel nostro cielo azzurro, posandosi sul quel nero che simboleggia la notte, colori fantastici della nostra maglia, e che farà compagnia alla sua gemella sullo scudetto cucito con orgoglio sul nostro petto. Neanche il più becero dei commenti, dei nostri antagonisti, potrà toglierci ciò che abbiamo ampiamente meritato sul campo, la forza di cui disponiamo è la nostra certezza che ci fa credere in un gruppo forgiato nella coesione e nell’aiuto reciproco, perché in squadra ci sono tanti giocatori indispensabili, e non solo i titolari, facendo fronte comune verso l’unico traguardo possibile: la vittoria! Lo scudetto è il premio significativo di tutti i sacrifici che vengono compiuti durante tutto il campionato, che specie quest’anno, è stata una cavalcata di emozioni, schiacciando l’avversario di turno sotto i colpi, non solo del reparto avanzato, ma di una coralità di uomini, prima che essere giocatori. La gara ha rimarcato, ancora una volta, la visione di gioco di un centrocampo, il migliore in Italia e senza l’ombra di essere smentito, forse uno dei migliori in Europa che ieri ha posto in evidenza un giocatore fantastico come il “Sultano” Hakan Calhanoglu, autore di una doppietta, ma la cosa che mi è piaciuta tantissimo è stata la predisposizione di voler lasciare il rigore al capitano, per fare in modo che si sbloccasse, visto che da febbraio non marca una rete. In tutta risposta Lautaro ha risposto che il rigorista principe era lui, e avrebbe dovuto calciare lui. La sentenza Chala capace di trasformare il sedicesimo rigore consecutivo, ma sugli scudi era palese che ci andasse lui, ma sono tutti i ragazzi che meritano un sicuro plauso. Dopo la gara la festa in campo è stata la continuazione di quella impostata lunedì scorso, anche se il livore milanista voleva far sottacere la nostra gioia, con la loro scelta cervellotica di mettere a manetta la musica tecno per cercare di coprire i nostri cori festanti, ma non hanno potuto fermare né frenare la nostra gioia immensa. Il pomeriggio è proseguito fuori dallo stadio, con cori festanti, in attesa dei campioni negli autobus scoperti, che hanno fatto il percorso tra due ali di tifosi che hanno accompagnato il corteo sino a Piazza Duomo, dove s’è raggiunta l’apoteosi sino a notte inoltrata. Tutto molto bello ed emozionante, con la consapevolezza che continuerà sino alla consegna del trofeo, che si terrà in occasione della gara interna contro la Lazio, noi ci stiamo preparando a esultare ancora una volta, allorquando il trofeo verrà levato al cielo dal nostro capito, il “toro” Martinez che verrà consacrato, con tutta probabilità, re dei bomber del campionato di serie A, cosa volere di più? Nulla, perché i numeri di questa squadra parlano chiaro, tutta l’Inter farà festa in un amore incondizionato con i nostri tifosi da tutta Italia!!! …Amala!!!!
Antonio Dibenedetto Vivere con questi colori nel cuore è stata da sempre la mia prerogativa. Oltre non c’è nulla: solo l’Inter.