Continua questo campionato in sordina, con un silenzio assordante proveniente da quegli spalti vuoti, che la pandemia sta rendendo privo di emozioni quasi amorfo, perché il calcio ha bisogna di sussulti, di incitamento, d’imprecazioni. Purtroppo allo stato attuale non bisogna pensare di affollare gli spalti, sino a quando non si potrà dire che ne siamo venuti fuori da questo stato di emergenza, facendo di necessità virtù. Situazione anomala in cui versa il pianeta calcio, che lamenta mancanza d’introiti, a sentire le società milionarie, che vorrebbero soldi freschi dallo Stato, ma questa è una mancanza di tatto vista la situazione economica in cui si sono ritrovate tantissime attività commerciali, costrette a soggiacere alle continue ristrettezze disposte dal Governo che cerca di limitare al meglio il propagarsi di questa assurda pandemia. Si deve fare fronte comune se si vuole ritornare a quella vita, che al momento attuale, appare così lontana. Bene dopo queste esternazioni del tutto personali, veniamo al racconto di quello che è accaduto nel tipico sabato italiano, in una gara di calcio di serie A in un anticipo, alle venti e quaranta cinque, in cui l’arbitro designato ha dato il via alla decima gara di andata del campionato di seri A. Dinanzi ai ragazzi nerazzurri c’era lo spauracchio degli ultimi due campionati, quel Bologna che ha fatto bottino pieno e di cui si nutriva un certo timore. Non solo per i giocatori felsinei, in primis quel Palacio mai dimenticato dai tifosi nerazzurri, ma per il loro tecnico quel Sinisa guerriero indomito che trasmette tanto carisma e grinta ai suoi ragazzi. Quella carica con la quale ha sconfitto una malattia terribile, che tutti coloro che l’hanno voluto bene gli riconoscono, gioendo all’unisono, tra i tanti estimatori ci sono di certo i tifosi nerazzurri. Dopo il baratro Real ci voleva, anzi era necessaria, una svolta che tutti attendevano. Sarà che i ragazzi volevano voltare pagina, che con veemenza hanno fatto in modo di sovvertire ogni cosa, si è giunti quindi alla considerazione del detto, che non si smentisce di certo, non c’è due senza tre. Dopo il brillante successo contro il Sassuolo e la vittoriosa trasferta germanica, le aspettative fiduciose era riposte nell’attesa di una brillante gara di campionato ben giocata da squadra, per dare una conseguenza logica agli sforzi che si stanno compiendo per raggiungere un’identità certa un team coeso. Abbiamo messo in campo delle trame di gioco davvero interessanti, mettendo per alcuni tratti, alle corde i felsinei. In un primo tempo ben giocato, il risultato non è mai stato in discussione, avendolo chiuso con il doppio vantaggio e quando nel secondo, complice i consueti e soliti errori che i ragazzi compiono in maniera strutturale e senza alcun motivo, che ha scaturito la rete del Bologna, i nerazzurri hanno continuato a giocare, com’era giusto, come sapevano e così dopo una manciata di minuti è arrivato la terza rete decisiva e risolutrice che ha difatti chiuso il match. Questa volta non voglio porre l’attenzione su quel giocatore e quell’altro, non nel mio costume, ma mi piace porre l’attenzione sull’autore di una doppietta che denota la classe di questo ragazzotto che ha del carattere e doti calcistiche senza eguali, mi faceva strano che le aveva dimostrato a sprazzi, e sono davvero felice che abbia tirato fuori il suo orgoglio dimostrando di che pasta è fatto. La macchina nerazzurra è pronta, ora tocca al tecnico indirizzarla verso la giusta via, credo che forse questa volta sia quella giusta, ci siamo quasi. Di frecce nella sua faretra ce ne sono tante, ma deve avere il coraggio e fare in modo che rendano al meglio, il gioco di squadra deve essere sempre lo stesso, magari facendo in modo che alcuni giocatori possano tirare un po’ il fiato, visto i tanti impegni ravvicinati. Questo mio ragionamento vuole testimoniare come il signor Conte sta trattando un giocatore, secondo il mio parere, accantonato troppo in fretta. Mi riferisco al danese Eriksen che ha quasi relegato ai margini della squadra, dandogli l’opportunità di sporcare gli scarpini solo per alcuni minuti che non sono necessari neanche a riscaldarsi. Secondo me non è giusto prendere in giro un nazionale, forse avrebbe fatto meglio a lasciarlo in panchina, ma facendolo entrare a partita chiusa non fa altro che schernirlo maggiormente agli occhi pallonari di tutto il mondo, ci vuole un po’ di considerazione. Tal volta la grandezza di un uomo si vede anche dalle azioni che compie, questo signor Conte, mi permette poteva risparmiarselo, farsi beffa e deridere un suo giocatore, questo no! Ora forza con l’ultimo sforzo da compiere: battere gli ucraini dello Shakhtar e forse potrebbe non bastare per superare il turno, la qualificazione senza patemi l’avevamo nelle nostre mani, purtroppo ce la siamo fatta sfuggire in modo quasi dissennato, ora quel che sarà: sarà! Voglio terminare questo mio racconto con la morte nel cuore, ci ha lasciato da qualche giorno, il Dio del calcio quel Diego Armando Maradona che ha deliziato, con le sue immense giocate, tutti coloro che amano questo sport. Maradona non era solo una grandissimo giocatore capace di vincere quasi da solo una gara, ma era quell’atleta che non aveva confini o bandiera, non era solo idolatrato dai partenopei, ma credo che tutti i tifosi di qualunque bandiera gli hanno riconosciuto una grandezza senza eguali, quella classe fantastica e innata che ha sempre dimostrato sul quel tappeto verde che era divenuta parte integrante della sua vita: grazie Diego di averti potuto ammirare e di tutto quelle giocate che hai consegnato alla storia! …Amala!!!!
Nella patriottica Reggio Emilia, genitrice del nostro caro amato tricolore, s’è rivista una squadra che ha provato stoicamente a giocare a calcio, al cospetto di un Sassuolo che non ha potuto far altro che issare bandiera bianca. Ma bisogna rilevare che quella odierna è stata una vittoria che fa vedere un leggerissimo bagliore in fondo a quel tunnel dov’è sprofondata l’allegra armata “Contiana”. Non può questa vittoria cancellare di punto in bianco, tutte quello che è stato scelleratamente commesso in altre gare. In considerazione di quello che si è visto e di come abbiamo giocato in Europa, il rammarico è davvero immane per come abbiamo gettato alle ortiche una qualificazione che si poteva tranquillamente centrare senza alcun patema d’animo, invece è proprio in queste circostanze che affiora l’ego masochista di una squadra che ha come concezione imprescindibile, che se le cose sembrano facile noi cerchiamo di tutto per complicarcele. Mi viene da sorridere quando sento dichiarazioni di alcuni addetti ai lavori con affermano del tipo che basta vincere le prossime due gare del girone per avere il pass per la qualificazione. Tutto falso. Al momento l’unica certezza e che non potrebbero bastare due vittorie, qualora arrivassero, perché sono più che mai convinto, che nell’ultima gara tra Borussia e Real il biscotto è d’uopo. In questi casi bisogna fare ammenda e piegare il capo alle vessazioni di rito, perché l’Italia pallonara, e non solo, saranno pronti a deridere una squadra, un tecnico e una società incapace di essere razionali, lasciando per strada quei risultati che avrebbero fatto accrescere considerazioni nei confronti dei nostri colori e incamerare soldi freschi per le casse societarie, invece ora, come direbbero le persone più titolate: chi è causa del suo mal, pianga se stesso. Certo tornare alla vittoria è sempre un toccasana per chi come noi siamo emotivamente instabili, ma l’unica strada percorribile e continuare e lottare gara dopo gara, senza lasciare nulla al caso, non c’è più tempo per lagnarsi e leccarsi le ferite che gli avversari hanno prodotto nel nostro animo, ma riflettendo bene non solo gli avversari, ma da autolesionisti noi stessi l’abbiamo fatto a più riprese. Cosa dire della gara odierna? Non molto per la verità, ma c’è stata almeno la voglia di non regalare nulla agli avversari, abbiamo cercato di giocare a calcio sin dal principio e continuando per lunghi tratti della gara, non sempre con buoni risultati, ma quando l’abbiamo fatto con criterio e in velocità è stato a dir poco spettacolare, come in occasione della rete di Gagliardini. Io non sono mai stato un estimatore del nostro tecnico, vuoi per i suoi trascorsi che cozzano con la voglia nerazzurra di emergere, vuoi perché ritengo che una dimensione alla squadra va data ed il primo a dare tale impronta deve essere il tecnico e in quest’anno e mezzo di sua gestione tecnico tattica, di vera Inter c’è né stata davvero poca. Un tecnico che ha nel suo pedigree non solo un lauto stipendio, ma anche la capacità di farlo, almeno da quello che si dice in giro. Oggi mischiando un po’ le carte nello scacchiere verde, diciamo che qualcosa si è vista, ma non possiamo certo dire che ne siamo venuti fuori da quel marasma generato in questo falcidiato mese di novembre, dove sono emerse tante lacune e minato molte certezze. Solo con il lavoro si potrà venirne fuori, ma è anche vero che tutti i giocatori devono sentirsi parte integrante di un progetto, che solo con la chiarezza d’intenti, potrà rivelarsi vincente. In fondo basta che tutti i giocatori e chi fa parte del mondo nerazzurro tenga a cuore questi colori, rendendogli quell’onore di cui è degna: il popolo interista non aspetta altro, noi ritorneremo a tifare per una squadra che si merita il nostro amore in maniera incondizionata! … Amala!!!!
Dopo la lunga e ultima sosta, si prevede la ripresa degli impegni ufficiali della nazionale maggiore per Euro 2020, transitati per via della pandemia, nel prossimo mese di giugno, il campionato riprende con il consueto e solito cliché. Anche questo pomeriggio non è stato per deboli di cuore, anche se oramai per noi tifosi interisti è una costante il dover soffrire oltre il dovuto, per avere ragione di un avversario sulla carta più fragile, ma che poi all’atto pratico tutto ciò non si è verificato. Certo alla fine si può dire che la partita e i tre punti sono stati incamerati, e che la ragione l’hanno sempre i vincitori, ma non è sempre così purtroppo, chi ama questo sport vivendo anche di emozioni e di bel gioco, sa benissimo che quello che si è vissuto questo pomeriggio al Meazza non è stato quello che erano i presupposti di riscatto, considerando poi che di bel gioco manco l’ombra, almeno dalla sponda nerazzurra per una buona parte della gara. Questa vittoria dal gusto dolce-amaro, ci porta in dote l’ennesimo flop di una squadra che non ha mordente, che non riesce a fare gioco, che è lenta e fa fatica alla costruzione di manovre idonee e avvolgenti, specie quando trovi avversari concentrati, che ti chiudono tutti gli spazi. Non scopriamo nulla di eccezionale se quest’anno, quella che pareva inviolabile è risultata la difesa meno battuta dell’intero campionato scorso, ma che è divenuta purtroppo allo stato attuale, la banda del buco ed è cervellotica questa involuzione. Caro signor Conte, che hai dalla tua un carisma non indifferente, visto che se riuscito a spuntare un contratto talmente oneroso, che ti blinda alla guida, per forza di cose per altri due anni, di una squadra che non riesci a far giocare bene, abbi almeno la coerenza di ammettere che stai toppando alla grande e se non fossi avvolto da una fortuna smodata, a fine gara, se ci fosse stato il pubblico presente sugli spalti che ti avrebbero contestato sicuramente, secondo me avresti dovuto presentarti dal presidente Zhang con le dimissione perché l’alveo nerazzurro non è per te. Non ti puoi permettere di presentarti in casa, giocando solo venti/venticinque minuti, sottovalutando una gara risolutrice per l’equilibrio mentale di un gruppo di giocatori, e accettare un simile scempio del gioco del calcio. Non può sempre andarti bene e sovvertire un risultato che era ampiamente meritato dagli avversari, ogni gara ha una sua storia e questo lo dovresti sapere bene. Dalla panchina si udiva il tuo continuo vociare, urlando ai tuoi giocatori di essere veloci, ma come può essere fatto un gioco veloce quando tutto ristagna in passaggi sempre scontati? Come si può presentare in campo una squadra che ha nell’organico dei giocatori che oramai hanno fatto il loro tempo, che invadono la competenza territoriale di un compagno, creando e generando confusione mettendo in condizioni altri compagni di chiudere sugli avversari lanciati nello spazio lasciato libero. Caro signor Conte è stato acquistato, per diversi milioni, un giocatore che pareva essere quel fiore all’occhiello di un calcio mercato creato ad hoc per fare il salto di qualità tanto sperato, ma che in queste condizioni come quelle attuali rimane utopistico valorizzarlo al meglio. Forse devo essere più chiaro sicuramente, Hackimi in quelle condizioni perde moltissimo del suo potenziale se non viene lanciato negli spazi, se poi si deve anche preoccupare di un D’Ambrosio, che oggi tutto ha fatto tranne il terzo di difesa, allora vuol dire svalutare un parco giocatori che in molte società c’invidiano, per non parlare di un Eriksen oramai ai margini e che continuerà ad essere un oggetto misterioso. Poi altra constatazione è lampante a tutti tranne che a lei, Lukaku non può giocare con al suo fianco Sanchez, si pestano i piedi. Bene diversamente quando il gigante belga ha affianco Lautaro, si completano. Mentre il cileno può agire anche come trequartista, ruolo che svolge benissimo nella sua nazionale e magari può essere inserito negli spazi finali della gara, con le sue accelerazioni può essere letale per gli avversari. Ci sono diverse cose che ci deve chiarire caro mister, non può sempre presentarsi in sala stampa e dichiarare che a questa squadra manca concentrazione, ma può essere solo mancanza di concentrazione il tallone d’Achille di questa squadra? Fossi in lei mi farei un bell’esame di coscienza, con una semplice domanda: ma questi soldi che mi danno sono del tutto guadagnati? …Amala!!!!
Anche quest’ultima domenica pomeriggio non ha prodotto la gara della svolta, quella necessaria inversione di tendenza che tutto il popolo nerazzurro sta aspettando, anzi per meglio definirla quest’attesa, sta quasi bramando. Non v’è dubbio che siamo ancora, per usare un eufemismo automobilistico, una Ferrari che ha un motore di una cinquecento anni 60, con quei pistoni che faticano a far girare al meglio il motore: sarà che la benzina è priva di ottani? Signor Conte da buon meccanico deve fare un bel riassetto se vuole finire il Gran Premio, altrimenti la vedo davvero dura terminare la stagione continuando a proporsi in questo modo, vedendo sfumare uno dopo l’altro tutti i traguardi prestigiosi che sono stati posti come paletti insormontabili di una stagione di riconferma. Si vede ad occhio nudo che non siamo quella grande squadra che si vuol far credere, le grandi squadra a differenza nostra le chiudono le gare, e se le statistiche iniziali parlano chiaro, non possiamo sperare in nulla di positivo, se non reagiamo in maniera drastica e perentoria. Gli amanti snoccioleranno quei numeri che ci vedono davvero compromessi se in dieci gare ne abbiamo vinte solo tre, perse due e pareggiate quattro con un distacco dalla vetta in campionato di ben cinque punti, ma la cosa più raccapricciante che siamo ultimi nel girone di Champions League con un bottino misero di due punti. Quindi caro mister Conte, quando ti chiedono lumi sul gioco farraginoso della squadra, non puoi tirare in ballo quello che bevono gli intervistatori, devi essere innanzitutto te il primo ad essere sobrio, se le cose non vanno per il verso giusto il primo a saperlo consapevole devi essere te, non credere che tutti hanno gli occhi foderati di prosciutto o che non capiscono di calcio, per poter contraddire che la lentezza messa in campo non appartiene a quel calcio che tu vuoi proporre ma che è lontano anni luce dall’essere proposto. Se la squadra fatica, e si vede benissimo, la colpa non è di chi guarda, non di chi impreca e s’arrabbia guardando undici pupazzi in campo che fanno di continuo passaggi indietro senza nerbo e costrutto, l’artefice e il costruttore sei tu di questa squadra, hai voluto nello specifico quei giocatori e non credo che la squadra non funzioni perché la società non ti ha acquistato Kantè, sarebbe fuori da ogni logica e razionale spiegazione. Chi guadagna uno stipendio come il tuo dovrebbe essere quel fatidico trenta per cento in più per la squadra, invece sinora è stata solo una mera illusione. Quindi ultima domanda caro signor Conte, chi ha ragione in questa diatriba tra detrattori, giustificati per il gioco prodotto dalla squadra, e chi cerca di credere di poter ancora arrivare a traguardi prestigiosi? Mi viene in mente la solita frase che calza a pennello in questo frangente e cioè: ai posteri l’ardua sentenza! Certo alla fine si faranno i conti, ma al momento il conto che dobbiamo tenere ben impresso nella mente è davvero deficitario e non c’è da essere contenti. La tue dichiarazioni in conferenza stampa, caro signor Conte collimano perfettamente con quello che credo anch’io e cioè che nessuno sinora ci ha messo sotto con il gioco, non siamo stati presi, sinora, alle così dette “pallonate”, ma chi guarderà le statistiche tra qualche anno noterà che alla settima giornata e alla terza gara di Champions avevamo dei punti al di sotto del potenziale tecnico che ha disposizione e tutto il buon gioco espresso (a sprazzi aggiungo) è solo aria fritta, non importa a nessuno si guarda solo alle statistiche, quelle statistiche che l’anno eretta ad allenatore più pagato in assoluto (almeno in Italia) e che ha vinto ovunque ha diretto. Aggiungo ultima postilla, non è tutta farina del proprio sacco quando si arriva in una società che è propensa a spendere milioni su milioni, acquistando di tutto e di più e alla fine si riesce a vincere solo il campionato, non ci si può crogiolare di un successo effimero, che chiunque con quei mezzi avrebbe potuto ottenerlo, bisogna essere vincenti anche con giocatori normali che con l’esperienza di un allenatore, valido vengono costruiti e valorizzati al meglio, per essere confacenti al gioco di squadra. Un esempio su tutti il Sassuolo di De Zerbi, ovviamente senza menzionare l’Atalanta di Gasperini che ogni anno si rinnova e la sua esperienza da sempre buoni frutti. In ultimo caro signor Conte bisogna fare di necessità virtù e fare un passo indietro e non dire e credere che chi l’ascolta è un cretino e si beva tutte le sue fandonie, un po’ più di umiltà fa bene a tutti, non crede? … Amala!!!!
Se più indizi costituiscono una prova, ecco che abbiamo la certezza che la “banda del buco” è all’ordine del giorno nella Milano nerazzurra. La difesa meno perforata dello scorso campionato è oramai un ricordo, gli avversari conoscono a memoria le nostre fragilità, basta chiudersi tutto dietro la linea della palla e difendere in dieci, effettuando alla prima possibilità delle ripartenze fulminee, tanto noi non siamo in grado di contrastare al meglio azioni in velocità. La cosa che fa ancor più specie che alla prima occasione ci puniscono e se poi gli errori persistono ecco che tutto viene spianato al meglio, concedendo un raddoppio insperato per quello che la squadra avversaria ha prodotto sino a quel momento. Sono venute fuori anche ieri pomeriggio, tutte le fragilità della nostra squadra che è schiava del dover produrre per forza un bel gioco, a volte ci si riesce ma tante altre volte si deve anche essere coerenti che bisogna fare di necessità virtù e si può fare goal anche senza dover per forza andare in rete con la palla. Non serve a nulla avere un possesso sistematico della palla, in modo sterile, che innervosisce solo chi guarda la partita, non certo gli avversari che avendo impostato in quel modo la gara, chiudono tutti gli spazi giacché la nostra manovra è sempre più lenta e prevedibile. Oltre al danno procurato c’è anche la beffa delle dichiarazioni del nostro tecnico che, forse per scusarsi dello sciagurato spettacolo prodotto in campo, ha dichiarato che la squadra non segue le direttive impartite, non accelerando al meglio la manovra. Io non mi ritengo un tecnico affermato, né tanto meno guadagno 12 milioni di euro all’anno, ma capisco un po’ di calcio, notando che quando un giocatore in possesso di palla fa fatica a vedere il compagno se non si sovrappone o chi non si smarca in modo da poter ricevere la palla, tutto appare vano con un’azione frenata e lenta. Ritorno sempre nelle mie idee: il calcio per come la vedo io è fatto di tanta corsa e velocità d’azione e se questo pensiero è condiviso anche da Conte, facendone un suo dettame di gioco, come mai se in circa due anni non è riuscito ad inculcare questa sua prerogativa a chi allena? Altra domanda come può farlo con giocatori che non hanno corsa e che in campo non producono per quello che sono pagati e cioè giocare al meglio e impegnandosi? E’ presto detto, si ottengono quelle prestazioni insulse come quella di ieri, e già la settima in questo inizio e se in altre circostanze è andata bene, ieri non siamo riusciti ad avere ragione di una modesta squadra, quella parmense. Fermandosi un attimo, ecco che ritorna sempre il solito ritornello, perché in sede di calcio mercato non ha previsto l’acquisto di giocatori più consoni al suo gioco? La risposta che balza subito in mente che il mercato è opera di chi espleta tale funzione, in rosa ci sono giocatori prigionieri del proprio ingaggio e diciamola tutta che nessun club vuole. Non ha senso avere in squadra giocatori che non lottano e non hanno ambizioni simili a quelle del club e se questo che abbiamo visto sinora rappresenta il leitmotiv di questo campionato, allora cari amici tifosi nerazzurri anche quest’anno ci sarà da soffrire tremendamente. Scordiamoci posizioni di prestigio, con quest’accozzaglia di giocatori non abbiamo un futuro roseo se poi alla fine siamo Lukaku-dipendenti è presto detto. Anche giocatori che notoriamente lottavano in campo come pochi, ieri parevano smarriti, su tutti mi è dispiaciuta la prova sottotono di Barella, ingoiato nel marasma di un centrocampo involuto, come sembra davvero strana l’opaca prova di un de Vrij non altezza dei suoi standard. Non mi soffermo su altri giocatori davvero non adatti, su tutti uno danese arrivato a Milano con il pedigree da campione, ma che sinora non ha fatto vedere nulla di buono. Quanto tempo dovremo attendere per vedere il suo talento inespresso? Ai posteri l’ardua sentenza. Ritornando alla gara di ieri pomeriggio, è notorio che noi soffriamo se dobbiamo impostare il gioco, se poi abbiamo difronte una squadra chiusa a riccio in attesa, facciamo terribilmente fatica ad averne ragione. Questa volta dobbiamo fare il mea culpa per non aver vinto una gara che era alla nostra portata, vincere aiuta a vincere questo è sicuro, ma bisogna avere la forza e credere nelle proprie possibilità al di là di chi s’incontra che sia il Pizzighettone o il Real Madrid. A proposito martedì capita a fagiolo una gara la terza di Champions, nella quale non dobbiamo imporre il nostro gioco, non credo che il Real Madrid al Santiago Bernabeu si chiuda in difesa, sarà la prova del nove per testare le nostre possibilità di risalita, altrimenti sarà il buio totale! Altra nota negativa, a margine di una prova corale direi davvero negativa della squadra, al di sotto delle proprie aspettative, anche ieri un arbitraggio sciagurato, ma questo non deve essere assolutamente un alibi. … Amala!!!!
A bocce ferme e dopo la gara
del pomeriggio di sabato, viene in mente un quesito: ma siamo tornati ad essere
una squadra che è cosciente dei propri mezzi? Purtroppo è una domanda alla
quale non credo ci sia una persona che razionalmente potrebbe rispondere, forse
analizzando la gran mole di gioco prodotto che ha partorito, come di dice in
questi casi, il così detto topolino e ascoltando le dichiarazioni post gara del
tecnico ligure allora posso sbilanciarmi e affermare di sì! I ragazzi l’hanno
fortemente voluta questa vittoria, ma specie nel primo tempo, non è stato
semplice sfondare il muro eretto dai rossoblù, preoccupati per primo di non
prenderle e poi credere in ripartenze che non hanno sortito l’effetto sperato,
tant’è che Samir nel corso dei novanta minuti non ha fatto alcuna parata. Mi
viene da sorridere come può, una persona con un briciolo di raziocinio,
affrontare la conferenza stampa e dichiarare (vero Maran?) dinanzi a tutti
quelli che hanno visto la gara, che il Genoa avrebbe meritato di più. Siamo
all’eresia più completa, ma se eravamo una squadra con più attributi ci sarebbe
voluto il pallottoliere per rendere conto delle reti, forse abbiamo dovuto
penare più del solito, per aver ragione di una squadra, quella ligure, così
dimessa, questo è assolutamente vero, ma alla distanza i valori e la qualità
sono venute fuori, e noi ne abbiamo tantissima. Una prova quella di ieri che è
stata figlia di una ritrovata convinzione nei propri mezzi, come al solito non
parlo dei singoli, ma ieri mi è piaciuto Brozovic e un ritrovato Ranocchia, ma
nel complesso tutti hanno giocato come sanno e se poi valutiamo il nostro
armadio di ebano che ha chiuso il primo tempo con un cinque di stima, possiamo
altresì affermare che nel secondo ha ottenuto un bel sette più, con una media
superiore alla sufficienza. La differenza è saltata subito agli occhi quando il
nostro tecnico ha effettuato due cambi sostanziali che hanno prodotto quello
che tutti aspettavamo: la rete! Con l’inserimento di Barella e Hakimi al posto
di un’evanescente Perisic e di un Eriksen sulla via della “guarigione”, dato
che si sono viste alcune sue buone giocate, bene la spinta dei due neo entrati
ha prodotto delle ottime giocate d’insieme finalizzata alla bella rete del
nostro gigante. Certo ritengo che questa gara non è che faccia testo, siamo
sempre stati in partita con un possesso palla a volte disarmante, che a questa
squadra piace giocare la palla e dinanzi agli occhi di tutti, a volte però è
vanesia in modo verosimile, ci vuole più concretezza e credere che la gara la
si può risolvere in qualunque momento, perché ribadisco la qualità non manca.
Ultima analisi, riproponendo le frasi delle conferenza stampa pre-gara del
nostro tecnico, quell’Antonio Conte che mi trova concorde quando afferma che
sinora non c’è stata una squadra che ci ha messo sotto come qualità di gioco e
occasioni da rete, questo è assolutamente vero per questo fa ancor più rabbia l’avere
pareggiato e perso una gara in campionato, ma quella che ancora non trova una
collocazione giusta è la gara pareggiata in Champions contro un modestissimo
Borussia Monchengladbach. Come al solito ci lecchiamo le ferite, davvero
profonde, per queste gare scellerate che abbiamo disputato sinora, dobbiamo
farne tesoro per non ricadere ancora in errori evitabilissimi: forza ragazzi
siamo tutti con voi, crediamoci! …Amala!!!!
In un sabato pomeriggio s’è consumato un derby dalle connotazioni surreali, la madre di tutte le gare di calcio avrebbe dovuto avere ben altri scenari e risvolti. Certo se su di una sponda del naviglio si gioisce, sull’altra si deve fare assolutamente il mea culpa per aver giocato, in modo così scellerato, una partita così importante. Si sa, c’è un detto che non si smentisce: non tutte le ciambelle escono con il buco, questo il nostro tecnico Conte avrebbe dovuto saperlo, ma non ha messo in pratica le giuste contromosse, proponendo una squadra farcita di persone che non tengono alla maglia, che non hanno alcuna motivazione, commettendo errori così grossolani e palesi che fanno irretire chi osserva, specie chi è innamorato dei nostri colori. A volte per il bene della squadra si possono e si devono abbandonare certe idee di gioco con altre un po’ più prudenti, continuare con la difesa a tre si fa con uomini capaci, attualmente non ne aveva. E’ qui che si notato allenatori di una certa caratura quando abbandonano certi dogmi per altri più confacenti al sistema di gioco. La considerazione che salta agli occhi e l’aver rivalutato un pensionato che non vedeva l’ora di farci del male, certo lui ha dalla sua una classe innata, ma il fisico benché integro non è più di un ragazzino, tant’è che si risparmia rimanendo sempre nei pressi dell’area avversaria cercando di approfittare degli errori altrui, noi ieri sera siamo stati dei polli ad agevolargli quest’impresa. Mi chiedo ma Kolarov era così necessario acquistarlo? Cos’ha portato alla squadra di concreto? Quello visto ieri sera solo un lancio, degno di questo nome, verso Hakimi e poi: un rigore, giusto per carità, procurato per un netto fallo nei confronti dello zingaro svedese, quindi una mancata chiusura nei confronti dello stesso, dandogli il là per una rete che realisticamente anche mio nonno avrebbe fatto, ilaricamente non certo Gagliardini! Tutto ci può stare per carità, anche andare sotto di sue reti, visti i precedenti, ma non è Natale tutti i giorni, forse lo è per gli avversari che incontrano l’Inter, visti i regali che dispensiamo. La mia domanda è: ma dov’è finita la difesa meno battuta lo scorso anno? Si è dissolta come neve al sole, certo c’è l’attenuante della mancanza di pedine fondamentali, per questo si doveva prevedere l’acquisto di giocatori più giovani e con facilità di corsa e sacrificio. Ci siamo fossilizzati sull’acquisto di Kantè, che poi non è arrivato, mi chiedo ma non si poteva fare un sacrificio maggiore prendendo degli esterni utili alla causa? Fare il direttore generale vuol dire avere contezza di quello che necessita alla squadra e non acquistare, passatemi il termine non proprio appropriato e maccheronico, “at capocchiam”. Non dobbiamo avere alibi, ma constatare che le cose non vanno bene, se tutt’ora abbiamo la metà dei punti dello scorso anno e abbiamo incassato già otto reti. Anche ieri sera ci sono state delle compartecipazioni che non mi sono per niente piaciute, ma tal volta bisogna pur dirle certe cose. I ragazzi in campo hanno fatto davvero tantissimi errori, ma è altresì vero che il direttore di gara è stato in negativo l’eccellenza assoluta, avvolto da un turbinio di considerazioni mentali, frustrazioni e scarsa lucidità che non l’hanno di certo aiutato commettendo delle scelte davvero cervellotiche. Non mi riferisco alla mancata concessione del rigore a nostro favore, la cui concessione è opinabile questo è vero, ma alcune scelte incomprensibili dovute ai mancati cartellini risolutivi per far sì che si giocasse in modo più appropriato e da reali giocatori e non come picchiatori seriali, vero Kessie? Non è stato per il motivo per il quale non ha visto evidenti falli nei confronti dei nostri giocatori che fa irretire, ma con le conseguenti azioni che potevano risultare più concrete a nostro favore. Mi chiedo se tutto ciò fosse capitato ad altri club cosa poteva accadere? Sicuramente si sarebbero interrogazioni parlamentari o richieste ufficiali alla Figc, a me non piace piangermi addosso, anche perché abbiamo perso un derby, altre alla faccia, con tantissime occasioni create e come al solito non siamo riusciti a trasformare in rete. Dobbiamo smetterla di essere vanesi, ci vuole più concretezza e cinicità, prendendo in considerazione anche il tiro da fuori area. Ultima considerazione che vorrei girare al signor Conte, in questo modo non si va da nessuna parte e se lo scorso anno con la novità del suo approdo in panchina di questi tempi si veleggiava a pieno ritmo, ora è tutto diverso ci vuole più forza d’urto e con la pandemia che sta attanagliando il paese, più concretezza anche perché non si sa mai che formazione mettere in campo, ecco che tutti devono essere importanti e consapevoli del ruolo che hanno. Sarà il caso di fare basta con queste insulse prestazioni di giocatori determinanti, gli slavi non sono più al centro del progetto è un dato di fatto, bisogna quindi avere il coraggio di dirlo e prendere di conseguenza le dovute misure, senza sventolare ai quattro venti di un Perisic che gioca come dovrebbe, non è così: perché non si possono confutare le immagini che dimostrano il contrario. Il derby è una ferita profonda questo è sicuro, bisogna però avere il coraggio di voltare pagina, noi che amiamo questi colori meritiamo ben altro! ……Amala!!!!
Ho atteso di proposito
qualche ora in più, prima di cercare di mettere su questo ipotetico foglio di
carta, le sensazioni provate di una domenica post prandiale. Ebbene queste ore
erano affidate alle risultanze di un anomalo mercato estivo, che non ha
prodotto il botto finale. Conte attendeva il centrocampista che da tempo
bramava, deve accontentarsi di Vidal e di un Nainggolan rimasto, e dico che
tutto ciò non mi dispiace affatto. Forse sarebbe stato opportuno sfoltire la
rosa in esubero. I due croati sono rimasti (anche quel danese che lui non vede
di buon occhio) di questo pare essere contento il nostro tecnico, non certo i
tifosi che hanno visto il loro comportamento cervellotico in campo, svogliati e
non certi i giocatori di qualche anno fa. Gli unici che hanno fatto le valigie
dalla Pinetina, sembrano essere Joao Mario, in attesa di sbarcare a Lisbona e
Asamoah che ha rescisso il contratto, e poi? Nulla o poco più, certo è arrivato
Darmian ma quella spinta sostanziale sulla fascia è mancata, vista anche la
partenza di Candreva e la mancata riconferma di Moses. Comunque dobbiamo essere
fiduciosi per avere una rosa così ampia, con tutti le gare che si giocheranno dalla
prossima metà di ottobre, non può che giovarne, sarà tal volta necessario fare
il turn-over. Bene espletata la doverosa cronaca relativa alla conclusione del
calcio-mercato, veniamo alla gara dell’Olimpico. Questa volta il bicchiere a
fine gara è risultato davvero mezzo vuoto, per la possibilità reale di fare
bottino pieno a Roma, contro una Lazio alquanto rimaneggiata a cui non siamo
stati capaci di dare il colpo di grazia, una volta passati in vantaggio. In
sintesi siamo tornati ad essere la stessa squadra dello scorso anno, quando avevamo
nel nostro dna l’ansia da prestazione e l’incapacità di chiudere le gare. Certo
il primo tempo si è giocato discretamente, con il vantaggio ampiamente
meritato; unica sbavatura ad inizio ripresa il regalo concesso in occasione della
rete del pareggio laziale, secondo me si poteva e si doveva far meglio. Errore
in coabitazione con Perisic e Handanovic, ma c’è stata più di una possibilità
per ritornare in vantaggio che non è stata sfruttata bene, come per quel tiro di
Lukaku che è uscito di poco al lato e poi lo sfortunato palo di Brozovic. Certo
non è stato un tiro diretto in porta del croato, ma una deviazione che con un po’
di fortuna poteva sortire migliore sorte e finire in fondo al sacco. Come le
ultime gare di campionato dello scorso anno si è rivisto quel gioco
altalenante, a volte irresistibile a volte meno, direi quasi cervellotico nel
suo insieme, senza costrutto. La giornata veniva poi completata da un
arbitraggio del tutto inadeguato, specie nella parte finale, dove il sig. Guida
autore di una direzione senza alcuna sbavatura, per gran parte della gara, forse
con qualche peccato veniale che ci può stare per carità, ma che non
pregiudicava nulla sino a quel momento e poi: il patatrac! Ritengo, per quel
poco di esperienza arbitrale che mi ritrovo nel mio passato di direttore di
gara, che quando ci si convince di dover fare opera di compensazione, allora
realmente non ci si rende conto che allora si sbaglia il doppio. Nell’espulsione
di Immobile, per carità a mio modesto parere giusta, per la reazione, forse ha
ritenuto che era esagerata e non gli pareva vero di fare la stessa cosa nei
confronti di un Sensi che ha solo cercato di allontanare il difensore della
Lazio che lo stava ostacolando per la rimessa in gioco, dal fallo laterale. In
questo caso la spinta davvero leggera, ma per come è crollato a terra il
laziale pareva colpito da uno strale di una forza innaturale, lì forse sarebbe
stato il caso di valutare al meglio l’azione dal Var, che avrebbe di fatti
consigliato il sig. Guida di ammonire il difensore per un comportamento
palesemente anti-sportivo. Invece niente e iniziamo con le recriminazioni, ma
noi dobbiamo essere superiori e farci un grandissimo mea culpa per i due punti
lasciati per strada. Nulla è compromesso per carità siamo agli inizi ma come
recita quel proverbio: chi ben comincia è a metà dell’opera. Dobbiamo fare
tesoro di questi errori per non ripeterli, anche perché dopo le gare delle
nazionali, riprenderemo il campionato con la gara madre di tutte le gare, quel
derby che può elevarti alla massima potenza a quell’apoteosi dei forti, ma è
altresì vero che può farti sprofondare agli inferi degli sbeffeggiamenti
cittadini, anche perché solo con la vittoria si potrò continuare a dire, ai
quattro venti: Milano siamo noi! … Amala!!!!