Inter Club Fano


Riflessioni!!!


Scritto Da il 29/Feb/2020

Riflessioni!!!

Queste le dichiarazioni del Ministro dello sport, Spadafora: “Juve-Inter? Il Governo non c’entra, il rinvio l’ha deciso la Lega”

Dopo l’ennesimo colpo a sorpresa del Governo della Repubblica delle banane, ops.. scusate lapsus freudiano, della Repubblica Italiana e di quella Federazione (farlocca e succube degli ovini) a tutela del Calcio in Italia, ma mai come in questo momento credo a tutela degli interessi solo di alcuni; ecco che la giostra del campionato di calcio, è fermata, ma in maniera parziale. In Italia ci sono zone, dove c’è una pandemia esagerata mentre in altre il coronavirus non ha attecchito, anzi è scappato dalla ferocia degli antivirus che hanno gli abitanti. La cosa che fa specie come si possa andare ancora avanti con questa pagliacciata, che senso ha fare giocare metà delle gare della massima serie mentre le altre destinarla a maggio, non aveva più senso bloccare tutto oppure, se c’era il pericolo impellente, farle disputare a porte chiuse? Con il senno di poi ho visto delle testate giornalistiche che tutto non poteva avvenire perché dall’ex capitale d’Italia, da quella Torino dove tutto è possibile, è stata fatta strenua opposizione per il lauto guadagno che avrebbe dovuto perdere. Certo una gara di campionato, il così detto derby d’Italia, non aveva senso disputarlo senza il ritorno economico di contorno, che in questi casi è davvero milionario. La famiglia Agnelli non poteva ne voleva rimborsare i biglietti a tutti quelli che ne avevano già acquistato il diritto, oltre al danno economico la beffa del rimborso no. Loro sono una società seria e ogni diritto va tutelato, meglio il rinvio, tanto che al momento della stagione, quando era palese l’aver smarrito quello smalto che la squadra aveva nei precedenti mesi, tutto fermo e riposiamoci che è meglio, cercando di recuperare le energie giuste per ricaricare le pile di uno spogliatoio che accusa un certo fermento. Ovviamente a pensare male si fa peccato, mi hanno insegnato da piccolo, ma è anche vero che spesso ci si azzecca, in considerazione dell’ordinanza Regionale del Piemonte che ha stabilito da lunedì il ripristino delle attività sportive, allora di cosa vogliamo parlare? Ad avvalorare questa tesi ecco che prontamente nel mercoledì successivo dov’è previsto il ritorno di coppa Italia, ecco che d’incanto l’emergenza sembra svanita, si giocherà a porte aperte solo per i locali lasciando fuori dallo stadio gli “untori lombardi”. Scusate ma qui si rasentano l’idiozia e la dabbenaggine pura, queste persone credono che possano prenderci in giro come e quando vogliono? D’acchito l’emergenza è terminata tutto è ritornato nella norma, io sono uno dei tanti fautori che questo avvenga il prima possibile, ma da comune mortale mi chiedo, gli stadi sono chiusi per determinate persone presenti in taluni comuni, ma allora perché tutti i grandi centri di aggregazione sono aperti? I supermercati presi letteralmente d’assalto, i cinema riaperti come pure ogni sorta di locali per ravvivare la normale vita cittadina e gli stadi no? Se ci vogliono far credere che tutto sta procedendo per il verso giusto allora dovevano riaprire gli stadi, oppure far disputare le gare ugualmente senza che il tutto si debba risolvere in un maggio dove gli incontri saranno ravvicinati, destinando un finale di stagione estenuante per quelle squadre che stanno competendo su più fronti. In considerazione di queste supposizioni ecco che è maturata sempre più la convinzione che questo campionato è letteralmente falsato. Si giocassero lo scudetto a tavolino, magari facendo una gara a Risiko, così non c’è pubblico e possono farlo in una camera asettica, in tutta tranquillità. Non mi sembra giusto che la società Inter ha disputato la gara di Europa League a porte chiuse e per di più rimborsando il costo dei biglietti a tutti i tifosi che ne avevano già acquistato il titolo. E’ vero che non tutti siamo uguali, com’è vero che per fortuna abbiamo ottiche diverse, ma l’onestà intellettuale e il rispetto per le persone e per chi compie sacrifici per acquistare i biglietti delle gare di calcio, non si compra nel supermercato e di questa società ne sono orgoglioso, non credo che i tifosi della citta comandata dai signori di Torino non possano dire altrettanto. Io mi sto sempre più disinnamorando di questo sport e guardo con occhi di compassione ancora chi crede che il calcio sia pulito e vince chi merita, poveri illusi è tutto deciso, mi meraviglio che ci sono ancora persone che spendono soldi per seguire uno sport che è, ora più che mai, alla mercé di chi fa la voce grossa come coloro che ne acquistano i diritti e di chi si ritiene superpartes, che possono fare e disfare ogni cosa a loro piacimento. Da più parti si leva il grido di fermare questo campionato assurdo e scandaloso, io sono con tutti loro!      …Amala!!!!

                                                               Antonio Dibenedetto

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Una rimonta di… rigore!!!


Scritto Da il 17/Feb/2020

Una rimonta di… rigore!!!

Gli occhi del mondo pallonaro erano rivolti all’evento del posticipo serale, in quella Roma che ci evoca in ogni occasione, graditi e nefasti ricordi.       I più intelligenti, “capiscioni” e saccenti esperti del mondo calcistico reputavano la gara dell’olimpico, come la Death line, la gara da non sbagliare e per la quale, secondo loro, tutto si metteva in gioco in una sera, io francamente non credo che al momento i giochi siano stati fatti. Anche in considerazione della gara serale, ritroviamo una Lazio caricata a mille, specie dopo la vittoria di ieri, senza alcun impegno settimanale e con lo sguardo tutto rivolto in maniera esclusiva al campionato, la pone su di una corsia preferenziale per il titolo finale, ma mancano ancora tante gare sino alla fine, maggio è ancora lontano. La gara di ieri sera ha però evidenziato come l’Inter sia ancora un’incompiuta, non è matura per competere e assurgere al compito di grande squadra, ci vuole del tempo questo è vero, com’è vero che non si chiedeva subito il titolo, ma gli onerosi investimenti facevano presagire il contrario. Per costruire una squadra vincente ci vuole del tempo, ci vogliono giocatori che abbiano compreso alla perfezione gli schemi da adottare in campo, ci vuole del tempo perché tutto funzioni alla perfezione, questo tempo per chi si chiama Inter purtroppo non c’è! Bisogna creare un gruppo che giochi con voglia insieme da diversi anni e questo l’ha creato la società Lazio, che negli ultimi quattro anni non ha ceduto alle lusinghe di società prestigiose per l’acquisto dei suoi giocatori e pian piano ne ha inseriti altri. Poi c’è la ciliegina sulla torta che, specie quest’anno, sta avendo una sorta d’immunità arbitrale senza limiti, bravi a creare situazioni particolari ma molto bravi a sfruttarle. In particolare mi soffermerei sui tiri dal dischetto ben 14 a favore mentre quelli contro solo 2. C’è qualcosa che stona, oppure loro sono bravissimi a fare cadere nella tentazione del fallo decisivo i difensori avversari, oppure l’aiutino è dietro l’angolo. Con questo non voglio dire che ieri la vittoria non è stata meritata, anzi, secondo me, per come l’ho vista in altre circostanze, ieri sera non è stata trascendentale come il solito, ma è stata brava a sfruttare le occasioni avute, diciamo che è stata avviata una rimonta… pilotata! Io non amo giudicare i direttori di gara, ieri però il sig. Rocchi, definito da tutti nell’ambiente calcistico come la punta di diamante del panorama arbitrale italiano, purtroppo non è stato in campo così bravo da meritarsi questa definizione. Ci sono stati alcuni episodi che gridano vendetta, con lui ritengo insufficiente anche chi era preposto al Var, non si possono soprassedere su episodi che paiono determinanti. In primis il fallo intenzionale di Milinkovic-Savic su Barella, poi vi è la questione dei rigori, si possono dare oppure no, ma ci vuole unità nelle decisioni, se si concede il rigore per un appoggio di mani di de Vrij sulla schiena di Immobile che aveva maldestramente ciccato la palla, e a causa di quel leggero tocco da tergo, tanto immobile non è parso, caduto in terra colpito da un fulmine. Tenendo un metro di giudizio univoco, il succitato direttore di gara, avrebbe dovuto come minimo, nell’azione incriminata, recarsi nell’apposita zona e rivedere l’intervento su Young in area, almeno per non dare adito a discussioni inutili, fugando in questo modo ogni eventuale polemica, invece sicuro della sua indiscutibile professionalità non l’ha fatto, alimentando com’è notoria nel nostro paese ogni minima presunzione inneschi una reazione da cui subentra la malafede! Volevo solo ricordare che l’Ajax ha richiesto un rimborso milionario, al sig. Rocchi, per l’uscita dalla Champions per un suo errore grossolano, quindi di cosa vogliamo parlare? I direttori di gara dovrebbero essere grati all’ausilio tecnologico, è un parafulmini non indifferente per non creare alibi e sospetti, invece imperterriti fanno come meglio credono, alimentando in questo modo sempre più l’ombra del sospetto. Con questo, ripeto, non voglio dire che la vittoria laziale non è stata meritata, anzi, siamo stati noi che l’abbiamo agevolata in tutto e per tutto, regalandole ben due reti con il nostro atteggiamento sicuramente discutibile che è sicuramente cambiato da un tempo all’altro. Non riusciamo a tenere il risultato, se in altre circostanze la nostra rimonta è stata salutare, ieri sera siamo stati ripagati con la stessa moneta, forse con banconote un po’ taroccate, ma per tutti i saccenti della carta stampata e per chi sguazza in queste cose, non fa differenza. La cosa che unisce tutti è sparlare di una squadra quella nerazzurra sempre sulla graticola, che non avendo i favori di chi conta, deve sempre combattere contro tutti e contro tutto, ma per chi ama questi colori e fonte di orgoglio perché se si ama l’Inter quando vince, si deve amare parimenti quando perde, perché questi colori non si discutono, qualunque cosa accada! …Amala!!!!

                                                               Antonio Dibenedetto

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Un derby di… cuore!!!


Scritto Da il 10/Feb/2020

Un derby di… cuore!!!

Ore 21:30 di una domenica sera, non qualunque però, di scena allo stadio Meazza di Milano era appena terminato il primo tempo di un derby assurdo. In campo vi era una squadra motivata a mille: il Milan, mentre in opposto vi era l’altra squadra di Milano, quell’Inter che aveva accumulato sino a quel momento, ben diciannove punti di distacco, ma sul campo non si notavano. I rossoneri ci stavano annichilendo giocando in modo più coeso e da squadra e ci hanno costretto a rinculare sempre più, di fatto, chiudendo la prima frazione con un doppio vantaggio, meritatissimo. E l’Inter come il solito è apparsa squadra contratta, non riuscendo a proporre alcuna trama di gioco degna di nota, forse in due circostanze su colpo di testa di Godin e un’occasione d’oro capitata a Vecino, troppo poco per chi vuole agguantare la vetta del campionato, perché sia vero! Credo che chiunque, dover aver visto quello spettacolo obbrobrioso offerto dai ragazzi nerazzurri, non potesse immaginare a un simile secondo tempo di riscossa, invece contro ogni più rosea previsione tutto ciò si è verificato. Sogno o son desto è la frase che ogni tifoso interista si è chiesto a fine gara, tutto ciò quando la realtà supera di gran lunga l’immaginazione e quando gli incubi più neri si trasformano in una realtà da più parti agognata. Tutto ciò è successo davvero amici, rimarrà indelebile nei nostri cuori e per anni ce la racconteremo. Abbiamo vissuto una notte magica di quelle che ognuno spera di provare ogni tanto, al di fuori del normale raziocinio calcistico, incredibile quanto dolcissima. L’Inter è questa sempre più fedele al suo rincorrente inno, ma anche fiera e mai doma quando riesce a mettere in campo tutto il suo carattere, irresistibile quando è sospinta da un pubblico eccezionale e meraviglioso che non lesina di urlare a squarcia gola tutto il suo amore per questi colori. Così nella commistione del nero di una notte da incubo, con l’azzurro del cielo che rischiara dopo la tempesta, ecco che i ragazzi hanno interpretato un secondo tempo da favola. Questa volta il povero diavolo non ha potuto nulla per arginare la ferocia e la potenza dell’avanzata nerazzurra decisa a sovvertire le sorti di una gara che sino a quel momento aveva vissuto una pagina davvero nefasta, forse il più brutto primo tempo della stagione, tutto da dimenticare in fretta. Noi comuni mortali non possiamo sapere né tanto meno capire cosa sia accaduto negli spogliatoi nell’intervallo ma credo che per lo meno si siano guardati negli occhi e si siano resi conto che dovevano ricercare nell’animo quella forza che è esplosa nella seconda frazione. Conte non ha eseguito cambi, tutto ciò ad avvalorare che qualcosa di buono c’era nella formazione iniziale, non era tutto da cestinare. Sin dalle prime battute della ripresa si è notato un piglio nuovo, si è iniziato a giocare a calcio come sappiamo, forse perché Brozovic si era liberato dalla marcatura ferrea e asfissiante di Kessie, forse perché la coesione di squadra si è palesata nuovamente, fatto sta che nell’arco di due minuti è avvenuto il “miracolo a Milano”, i nerazzurri, i fantastici ragazzi hanno pareggiato una gara che era stata sin lì compromessa da un atteggiamento davvero cervellotico. Sulle ali di un entusiasmo nuovo ma credo insito in questi giocatori, hanno trovato il giusto stimolo per tirarlo fuori al momento opportuno così che alla fine hanno gonfiato la rete per altre due volte, figlie di un’apoteosi che è esplosa al triplice fischio, sia in campo quanto sugli spalti. Bellissimo questo è certo, ma quanta sofferenza c’è stata procurata! Noi siamo consapevoli che ogni gara non è uguale a un’altra, per questo siamo coerenti che con l’Inter non ci siano gare tranquille e rilassanti, ma il nostro amore per questa squadra va oltre ogni umana comprensione. Godiamoci la fantastica vittoria di questa sera, ma senza rilassarci, consapevoli che ci attende da qui a marzo una serie di gare al cardiopalmo, che metterà tutto in discussione. Se abbiamo fatto tesoro degli errori e di quanto accaduto in questo fantastico derby, basterà non ripeterli, per tornare a essere quelli che lottano e cercano la vittoria sempre e comunque. Questi stati d’animo non possono che fortificarci, affrontando ogni gara con la giusta mentalità, ben consci delle insidie che possono nascondere, quando non si è concentrati e lasciando il pallino del gioco all’avversario. Mi piace però sottolineare come un giocatore di quasi quarant’anni possa aver cambiato le sorti di una squadra, che prima del suo arrivo era un manipolo di giocatori senza né capo né coda. Certo l’arroganza non gli fa difetto, come d’altronde una buona dose di narcisismo, credendosi il Dio pallonaro per eccellenza, ma nonostante la sua veneranda età riesce comunque a fare la differenza. Forse c’è ancora tanto astio nei confronti dei nostri colori, questo non possiamo dirlo, ogni ex interpreta la gara, il personale derby, a proprio piacimento e viste le considerazioni finali in sala stampa, non credo che nel suo cuore ci sia una piccolissima parte nerazzurra. Caro Zlatan per noi sei stato solo una parentesi, fatta di contraddizioni quando attraversando l’altra sponda di Milan hai prontamente riversato un amore mai sbocciato con noi, e senza di te siamo stati capaci di vincere l’impossibile quello che in Italia nessuno è riuscito a fare sinora. Per tutti questi motivi il tuo livore per noi è fonte di orgoglio ora più che mai in una notte tutta nerazzurra. Milano siamo noi. …Amala!

                                                               Antonio Dibenedetto

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Una vittoria …risolutrice?


Scritto Da il 3/Feb/2020

Una vittoria …risolutrice?

Si paventava da più parti, specialmente nel cuore di noi tifosi nerazzurri, una vittoria risolutrice che potesse ricondurre la squadra sulla retta via, ma anche ieri sera tutto ciò non si è verificato, la squadra era ancora attanagliata da spettri che nelle ultime settimane erano frequenti e presenti nelle nostre gare. Alla Daciarena si è presentata una squadra con i tre nuovi acquisti che si sono limitati a fare il compitino, tranne l’inglese Young che si è da fare sulle fasce, proponendosi e offrendo anche un buon gioco d’insieme coinvolto com’era con la totalità della squadra. Di Moses una prestazione senza infamia e senza lode, come d’altronde anche Eriksen, all’esordio, non ha fornito quella prestazione che tutti aspettavano e sono certo che le critiche dei detrattori nerazzurri, pioveranno a raffica sulla società per il suo acquisto. Non potevamo aspettarci una prestazione maiuscola alla prima uscita, credo che nessuno l’abbia fatto, forse se la memoria non m’inganna, alla sua prima a San Siro solo Sneijder negli ultimi anni, fece vedere a tutti di che pasta era fatto con una prestazione superlativa contro il Milan. Questa però è un’altra storia e appartiene al passato, ora occupiamoci di un danese, arrivato con l’euforia della piazza, che credo sia in possesso di quei mezzi necessari per fare bene, dobbiamo solo saper attendere il suo inserimento, in un ambiente che d’acchito farà il possibile per metterlo a proprio agio. Come c’è spesso capitato ultimamente, abbiamo sempre bisogno di 45 minuti per carburare, questa volta per fortuna la dea bendata ci ha dato una mano, se sino alla fine siamo riusciti a portare a casa una vittoria tonificante per l’ambiente, per l’autostima e per la classifica, cacciando delle nostre insicurezze quello spauracchio del pari avversario nelle battute finali. Mi rendo conto che non è tutt’oro quello che luccica, questo è vero, si è sofferto anche ieri sera, tanto è nell’indole del tifoso interista, che difficilmente guarderà una gara della beneamata senza avere le budella che si torcono. Vuoi per gli errori sotto misura, vero Esposito, Lukaku e Vecino? Vuoi per la frenesia e l’ansia da prestazione che mai come ora è persistente, vuoi per un gioco che stenta a decollare e quando si ha l’opportunità di fare delle belle trame, ecco che si vedono i risultati. Si potrebbe arrivare a pensare che tutto potesse essere dipeso dalle tante defezioni in calciatori infortunati, ma è anche vero che di fronte non avevamo il Barcellona o il Liverpool, ma una modesta squadra che lotta per salvarsi, tutta arroccata nella propria metà campo e non aspettava altro che ripartire in contropiede cercando di farti del male. Tutti hanno oramai imparato come affrontarci, difficilmente lo faranno sfidandoci a viso aperto, è una costante aspettarci al varco sicuri nella nostra fragilità che si palesa in conclusione della gara, non siamo riusciti ultimamente a chiudere le gare quando ci si presentava l’occasione, eppure di azioni concrete ne abbiamo create, ma ci è sempre mancato quel quibus, quell’essere cinici al punto giusto. Ieri sera per fortuna tutto ciò non si è verificato, ma non c’è dell’essere allegri anzi, per come abbiamo giocato di buono ci sono stati solo i tre punti, sarà che siamo stati abituati a vedere una squadra che nella prima parte del campionato ci ha fornito prestazioni convincenti, anche quando si era in difficoltà, si portava a casa ugualmente il risultato, ora invece riaffiorano quelle peculiarità che erano celate nella corsa e nella coesione che ora sembrano smarrite. Alla fine come recitava quel motto: tutto è bene ciò che finisce bene, questa è la consolazione ultima e veritiera, ma è anche vero che non può andare sempre bene, bisogna essere bravi a disinnescare quelle insidie che si nascondono dietro l’angolo non facendosi per questo trovare impreparati. Quando si crea qualcosa d’importante bisogna avere il coraggio di concluderlo nel migliore dei modi, senza pensare a posteriori a quello che sarebbe potuto capitare se, queste considerazioni lasciamole a chi di queste cose ne fa incetta, noi dobbiamo essere realisti e fare goal quando si presenta l’opportunità. Ultima considerazione, anche ieri sera il nostro ariete, il nostro armadio di ebano ha cincischiato tantissimo con la palla tra i piedi perdendone spesso il possesso, incaponendosi in veli e colpi di tacco che una volta possono andare anche bene, ma non deve essere la prerogativa del proprio gioco. Anche il sottoscritto ieri era talmente deluso che fuoriuscivano da sole delle pesanti imprecazioni nei suoi confronti, ma a bocce ferme tutto si è sistemato perché ha fatto due reti, ma lui deve essere coerente che ha i mezzi per fare bene anche senza quei veli e tacchi inspiegabili. Ora abbiamo l’opportunità per dare un seguito concreto a quello che rappresenta per noi un buon viatico di entusiasmo, si presenta l’occasione per far capire al mondo calcistico di che pasta siamo fatti. Racchiusi in poche settimane, ci troveremo di fronte a tanti impegni ravvicinati, incominciando da un derby che potrebbe darci ancora tantissima autostima, e quella carica giusta per affrontare la semi-finale di coppa Italia a Napoli, poi la trasferta contro la Lazio a Roma di campionato, quindi ci sarà la trasferta di Europa League. Tutte queste gare sapranno dirci quello che vogliamo fare del nostro futuro, perché lasciando da parte i direttori di gara, saremo noi gli unici artefici del nostro destino e solo lottando e giocando da squadra potremo essere certi di riuscirci. …Amala!!!!

                                                               Antonio Dibenedetto

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Non sappiamo più… vincere!


Scritto Da il 27/Gen/2020

Non sappiamo più… vincere!

Il lunch-match domenicale non ci ha portato quell’inversione di tendenza sperata in considerazione dell’andamento delle ultime giornate di campionato, quella chimera chiamata vittoria rimane ancora tale, irraggiungibile. Le speranze nerazzurre erano poste in questa gara, tant’è che erano presenti sugli spalti del Meazza oltre settantamila persone, più che semplici spettatori, amanti di questi colori che con la consueta spinta emotiva presagivano una vittoria che facesse riprendere il cammino interrotto verso la vetta. Quel distacco accumulato al momento di ben quattro punti dalla vetta, rendeva davvero frustrante il dover lottare ad armi impari, gli altri correvano noi comminavamo. Le riflessioni post gara producevano anche la considerazione che tale vantaggio sarebbe potuto aumentare giacché i campioni d’Italia dovevano ancora giocare il posticipo al San Paolo di Napoli. Certo che queste gare, e le prossime ancor di più, nascondono insidie da non sottovalutare, vista la nostra propensione all’essere irrazionali e irresponsabili, con quell’inspiegabile mancanza di lucidità specialmente nella fase finale della gara. La cosa che è evidente ai presenti, ma anche a chi come il sottoscritto incollato alla tv, la mancanza di finalizzare le tante occasioni che vengono create, vuoi per la narcisistica voglia di essere leziosi e vuoi perché ci riteniamo così bravi da fare, con la palla tra i piedi, quello che vogliamo. Il più delle volte però non è proprio così, tant’è che i pareggi sono divenuti ben cinque in sette gare di campionato, dilapidando in questo modo, un patrimonio di punti davvero considerevole. Gli inseguitori corrono per cercare di raggiungere il fantomatico posto al sole, noi invece camminiamo e siamo sempre più prevedibili, facciamo sempre gli stessi movimenti palla lunga e pedalare, ma quando rinsaviamo e preferiamo altri schemi in campo, allora si creano i presupposti di gioco e ritorniamo a essere una vera squadra. In queste ultime gare, come la fatidica nuvoletta di fantozziana memoria, si è posta sulla nostra squadra, e lo spauracchio di quel non gioco di Spalletti ha avvolto in una tale incapacità tutta la squadra. Sicuramente ora tutti ad accusare la società per la cessione di Nainggolan che avrebbe sicuramente fatto comodo alla squadra, questo è innegabile. Io non entro in merito di certe scelte, se è stata prevista la cessione, delle motivazioni ritengo ci siano state, poi che sia stato lui a far scaturire la rete del pari questo è pur vero ma credo senza rivincite, in considerazione che la palla si è insaccata se non altro con la complicità di una deviazione, altrimenti la palla sarebbe stata raccolta placidamente dal nostro Samir. Tutto il panorama giornalistico sicuramente si scatenerà sulla mancata coerenza nerazzurra e dell’incapacità manifesta di tenere la gara. Io mi permetto di formulare alcune mie teorie e cioè, come tutto accade le gare vanno viste sotto un’ottica diversa. Certo al momento ci sta dicendo male, mentre in altre circostanze si giocava benino e il risultato si portava a casa ugualmente, ora invece no. Non credo che i ragazzi siano diventati dei brocchi tutto d’un tratto, è solo una mera questione di centimetri. Anche ieri di occasioni se ne sono state create, forse in modo minore rispetto ad altre gare, ma la cosa che più mi preoccupa è la mancanza di cattiveria e di quell’essere cinici che prima era la nostra prerogativa principe. Ho letto sui social che tutti si sono scagliati contro la direzione arbitrale, certo non è stata casalinga, ma questo lo sapevamo, ma ritengo che non ci siano stati episodi clamorosi a nostro sfavore. Al direttore di gara si possono imputare forse alcune scelte con valutazioni di fallo discutibilmente erronee, con fischi e interruzioni sempre ed esclusivamente a favore dei difensori isolani, certo che questo alla fine abbia generato negli avanti nerazzurri, un certo disagio questo è palese che è sfociato in isteria all’ennesimo presunto fallo. Di questo ha fatto le spese il nostro “toro” espulso, con la spada di Damocle per una squalifica che sicuramente sarà di diverse giornate. Bisogna anche essere attenti a fare determinate dichiarazioni in conferenza stampa, se oggi si dice che gli arbitri non sono sereni quando dirigono gare che vedono l’Inter protagonista, cosa accadrà domani quando queste dichiarazioni saranno di dominio pubblico? Ultima considerazione proporrei al signor Conte di essere più tranquillo e di cautelarsi perché la crociata che ha messo in campo contro la sua ex squadra, non vedrà vincitori i nostri colori se si continua a denigrare l’operato societario. Ci sono giocatori che ha voluto in primis lui, e se ultimamente stanno accusando degli appannamenti in campo e specie sotto porta, la colpa non è della società e quelli che arriveranno sotto suo consiglio, presumo, lasciamoli lavorare in pace, e come recita quel famoso proverbio: se son rose, fioriranno. …Amala!

                                                               Antonio Dibenedetto

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Non ci siamo!!!


Scritto Da il 20/Gen/2020

Non ci siamo!!!

In un pomeriggio di sole abbiamo smarrito la giusta via per essere quelli di un tempo, ci vorrebbe il migliore Indiana Jones per rimanere sulle tracce e ricercare l’Inter perduta. Anche in questo pomeriggio, come c’è già capitato nelle ultime apparizioni, siamo stati immobili, caotici, negativi, senza corsa né lucidità, direi quelli che non vedevamo da un pezzo, in una sola parola quell’accozzaglia di giocatori di spallettiana memoria. Nessuno che si proponeva e con due ali, o presunte tali, che non riuscivano a saltare l’uomo né a crossare in maniera degna. Qualcosa sta cambiando in seno alla squadra, non è possibile che tutto a un tratto sia sparito, una squadra che ambisce a un ruolo da protagonista non si lascia sopraffare dall’avversario, anche perché nelle ultime sei gare ne abbiamo pareggiate ben quattro, non sono questi i numeri di chi lotta per un traguardo importante. Sarà che forse molti giocatori sono distratti dalle voci di un mercato, che si annuncia altisonante, ma sinora tutto tace. Abbiamo acquistato un ragazzino di 34 anni, forse questo highlander ci farà fare il salto di qualità? Speriamo bene anche perché chi ricopre il ruolo di questo inglese dal nome sempre verde, nella nostra squadra è davvero imbarazzante. Il nostro mister continua nelle imprecazioni, ma la sostanza non è per niente cambiata, si denota un certo nervosismo nello spogliatoio. Io avevo sempre lodato il nostro tecnico salentino, per il suo carisma e voglia che riesce, a trasmettere nei calciatori, ma stavolta non c’è riuscito neanche lui. Dove ricercare la causa di tutto questo malessere? Forse nella gara di ieri, in vari fattori, ce ne sono state molteplici, proviamo ad effettuare una disamina. Per primo la nostra mancanza atavica di una fame che prima c’era e si vedeva, si aggrediva l’avversario con forza e coesione, oggi tutto si è tramutato in uno stato quasi comatoso e di una sazietà che non ha portato alcuna vittoria fondamentale, né di trofei. In contrapposizione gli avversari contro di noi raddoppiano sempre i loro sforzi e anche ieri i salentini hanno quasi messo il loro autobus dinanzi alla porta per lasciarla inviolata, tant’è che Samir ha trascorso un pomeriggio quasi di ferie. Non riusciamo più a tenere il risultato e al posto di dare il colpo di grazia per un raddoppio salutare, ci facciamo riprendere quasi da squadra di categoria inferiore. In ultimo non siamo fortunati ultimamente con gli arbitri, tutto il clamore per la scorsa gara di campionato contro l’Atalanta, ha prodotto un certo imbarazzo nella classe dirigente, per carità non voglio pensare a determinate prese di posizioni nei nostri confronti, ma già dalla gara di coppa Italia, dove ci sono state delle decisioni davvero imbarazzanti, si è visto ma per fortuna nonostante tutto poi tutto è andato bene come sappiamo, con il passaggio del turno. Anche ieri al via del mare il sig. Giacomelli ne ha combinate davvero delle sue, io questo direttore di gara l’ho sempre dichiarato un sopravalutato, secondo me dovrebbe dirigere in categorie inferiori e non far danni nella massima serie. Ha compiuto scelte cervellotiche che non stanno né in cielo né in terra, ma purtroppo non possiamo farci nulla, tanto oramai tutto è già passato, bisogna riflettere, reagire e far tesoro degli errori commessi, se vogliamo tornare, a essere quelli di qualche mese fa. Non credo che dei professionisti, come credo siano i nostri giocatori, si facciano prendere la mano da notizie, che al momento non sono del tutto veritiere, e sino a quando non c’è qualcosa che stabilisca il contrario, devono onorare la maglia che indossano e chi li sostiene allo stadio. Ultimo accenno alle punte tanto osannate in altre circostanze, questa volta non sono state decisive, ieri non hanno avuto una reazione logica hanno cincischiato senza un reale costrutto. Tengo a precisare però anche il resto della squadra non è che abbia fatto meglio, tutti in balia di una vittoria che credevamo facile sulla carta, ma il più delle volte si rivela ostica quando si scende in campo, sono queste le gare che possono permetterti di fare il salto di qualità. Con queste squadre chiuse a riccio, se sei lento e prevedibile, fai il loro gioco, tant’è che noi in questo momento abbiamo fatto questo, regalando di fatti un punto al Lecce. Ora non ci resta che leccarci le ferite, sperando che quei colpi di mercato arrivino presto e non l’ultimo giorno e all’ultimo secondo, perché per crescere e divenire una grande squadra, bisogna essere certi e operare al meglio e senza aspettare l’ultimo istante. La programmazione va fatta per tempo senza lasciare spazio a critiche e senza dar adito a incomprensioni. Domenica ci si presenta la gara di mezzogiorno, sperando sia di fuoco per i nostri colori e che non giochino ancora una volta con questa rilassatezza disarmante, anche perché ci sono squadre che corrono e se noi camminiamo, tutto poi potrebbe essere vano!  Piccolo pensiero domenicale, come mai non è stato fatto un minuto di raccoglimento per la scomparsa di Pietruzzo Anastasi? O per lo meno non in tutti i campi di gioco, questo vuol dire che anche nella morte ci sono campioni e presunti campioni, che tristezza!! …Amala!!!!

                                                               Antonio Dibenedetto

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Chapeau … alla Dea!!!


Scritto Da il 13/Gen/2020

Chapeau … alla Dea!!!

Tutto faceva presagire a una gioia immensa visti i presupposti, e poi essere presenti allo stadio per antonomasia, non ha prezzo. L’uscita dallo stadio a fine gara in modo alquanto mesto, ha reso il viaggio di ritorno verso casa, come non mai, davvero triste. Col senno di poi a bocce ferme abbiamo razionalmente condiviso l’idea che visto com’è andata possiamo dire, noi che amiamo questi colori, di aver guadagnato un punto anziché no. Personalmente avevo uno score invidiabile, ogni volta che sinora ho visto una gara a San Siro con gli amici dell’Inter club Giacinto Facchetti di Fano, e con altri in precedenza, la nostra cara Inter era sempre stata vittoriosa, ma stavolta no, peccato. La cosa che fa, però più specie è l’aver visto i nerazzurri padroni di casa in balia del gioco, perfetto e ordinato e pulito, degli orobici, non si può negare l’evidenza, purtroppo viene fuori il mio lato sportivo che non riesce a favorire quello del tifoso. Procediamo con i vari step del racconto. L’ingresso allo stadio insieme agli amici di viaggio è stato tranquillo, una volta raggiunto il nostro posto, ci siamo goduti il gioco di luci davvero bello con la presentazione dei ragazzi in campo e anche quello che è susseguito al calcio d’inizio, e cioè la bellissima rete del “El toro” Lautaro Martinez, proprio sotto la curva dov’eravamo posti. Una gioia impagabile che va in contrapposizione per quello che abbiamo dovuto provare nel pareggio atalantino e la successiva gioia del rigore parato dal nostro capitano, l’immenso Samir. Certo il gioco non è stato brillante, questa volta, però il nostro tecnico non dovrà inalberarsi se nelle varie conferenze stampa e interviste, gli chiedono del suo gioco dedicato esclusivamente al contropiede e al lancio lungo per la nostra boa Lukaku, che in quel modo non può essere letale. Se in altre gare questo sistema di gioco, ha offerto punti anziché spettacolo, ieri sera assolutamente no, non è questo il gioco che si meritano le oltre settantamila persone che si sono recate allo stadio, innamorati di questi colori e di questa squadra. Caro signor Conte così non va per niente bene, è bastata una buona squadra come l’Atalanta, che fra l’altro ha un organico che gioca insieme da diversi anni, per metterci in una difficoltà. Gli orobici hanno giocato una gara perfetta dalla quale sono stati evidenti i segnali devastanti di quello che hanno prodotto, nella quale sono stati gli assoluti padroni. La cosa che mi ha lasciato basito e della quale non riesco ancora a farmene una ragione, e che se nel primo tempo almeno si è provato a giocare, nella ripresa si è rimasti bassi senza più giocare, lasciando il pallino del gioco completamente agli avversari, no questo non è il gioco che abbiamo visto sinora! In onore a tutte quelle persone presenti sugli spalti si sarebbe dovuto produrre uno spettacolo diverso, e se proprio l’avversario doveva vincere almeno, avrebbe dovuto sudare le proverbiali sette camicie, ma in questo modo no, essere succubi non produce autostima né nella squadra e nemmeno nei tifosi. Conclusa la gara si è tornati a casa con la consapevolezza che almeno per come sono andate le cose di aver guadagnato un punticino, che se non ci fosse stato il nostro capitano coraggioso, l’eroe Samir che ha ipnotizzato Muriel in occasione del rigore che ha ben parato, la sconfitta era sicura e ci poteva stare senza alcuna recriminazione. Onore alla Dea e da sicuri sportivi prima che tifosi ottusi, dobbiamo fare uno chapeau di riverenza, perché sono gesti da fare quando sono giusti, in onore a una signora squadra. Invece non tollero tutti quei commenti e post che i tifosi di altre squadre postano senza avere contezza di quello che dicono, certo non hanno quella competenza che hanno invece certi giornalisti e in special modo quelli di Sky, ma anche altri non sono stati da meno, che non vedono l’ora di denigrare la nostra beneamata squadra. Io ritengo che sia giusto porre in attenzione qualora avvengano errori marchiani dei direttori di gara, e chi controlla i cosi detto Var si faccia sentire, ma gridare allo scandalo quando come ha decretato anche Gasperini nel post gara di un rigore, e per giunta anche con l’espulsione di Lautaro Martinez nei confronti di Toloi. Bene a questi signori vorrei dire che prima di creare ancor più acredine, bastava solo guardare i filmati e rendersi conto che tutto è scaturito da una spinta vigorosa ai danni di Lautaro, di Zapata, che cadendo ha causato la caduta di Toloi, ecco che tutto si sarebbe potuto sedare prima ancora di causare un tam tam mediatico ai danni di chi avrebbe dovuto subire oltre al danno anche la beffa. Bisogna anche essere realisti e capire che forse nel direttore di gare tutte queste lamentele lo abbiano indotto alla concessione di un rigore a dir poco generoso, quanto inutile il fallo del seppur bravo Bastoni che avrebbe potuto e dovuto attendere che la palla scendesse un po’, per poter intervenire. Le lacune sono evidenti e i correttivi sono d’uopo, in buona sostanza speriamo solo che s’intervenga prontamente nel mercato riparatore di gennaio, con quegl’innesti che al momento attuale sono davvero necessari, tanto la vetta del campionato sarà sicuramente perduta, come spero non le nostre certezze di ritrovare una squadra sicura e vincente! …Amala!

                                                               Antonio Dibenedetto

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Il tabù …sfatato!!!


Scritto Da il 8/Gen/2020

Il tabù …sfatato!!!

Finalmente si riprende con il calcio giocato. Il giorno dell’Epifania appare propizio, siccome siamo certi di essere stati bravi e buoni, ecco che la squadra partenopea ci ha omaggiato, al pari della simpatica vecchina con la scopa, di tanti regali. Mi è sembrato giusto porre in evidenza che in contrapposizione i campani abbiano ricevuto tanto carbone, per gli errori marchiani quanto evidenti che i loro difensori hanno compiuto, però è giusto anche sottolineare che in taluni casi bisogna essere bravi e pronti ad approfittarne. Come d’altronde è giusto porre in evidenza la sontuosa gara compiuta dai nostri attaccanti, coadiuvati benissimo dai centrocampisti, che hanno tenuto in apprensione la retroguardia avversaria. Mi piace evidenziare però, il gran lavoro del nostro colosso di ebano che ha impreziosito la sua prestazione con due reti, tutto ciò è stato rimarcato dalle considerazioni post gara anche dal nostro tecnico, che tirandosi un sassolino dalla scarpa, ha detto, quando è stato intervistato e rivolgendosi a chi contestava il lussuoso e costoso acquisto del belga, “ma non era una pippa?”. Sorridendo, con quel ghigno di sfida, conscio che avrebbe scommesso tutto su Romelu, l’ha sempre inseguito e ora che è nella rosa, se lo tiene ben stretto, conscio di quello che può ancora dare alla squadra. Anch’io a volte l’ho criticato, per il semplice motivo che guardando in gara, la sua propensione al sacrificio e l’aiuto ai compagni, appaiono evidenti le enormi potenzialità calcistiche di cui dispone, la cosa però che fa specie è l’incaponirsi tal volta in dribbling improponibili e a volte sembra litigare con la palla tra i piedi. A suo favore basti considerare anche l’età e quei suoi 26 anni in cui sono tangibili i margini di miglioramento. I detrattori nerazzurri sono dietro l’angolo e sicuramente diranno che più che l’Inter, la gara l’ha persa il Napoli, io a queste persone rispondo che bisogna guardare innanzitutto l’andamento della stessa, nella quale i ragazzi hanno esercitato una costante pressione e giocato con intelligenza e carattere, facendosi trovare pronti a ogni evenienza. Con questo non voglio omettere che certi errori marginali ci sono ancora, non sono svaniti non v’è dubbio, solo il lavoro costante in allenamento può eliminarli, il nostro tecnico lo sa è coerente, ecco perché la nostra squadra è in costante evoluzione con una crescita continua. Credo tuttavia che nei ragazzi stia crescendo sempre più l’autostima e la certezza nei propri mezzi per fare in modo di raggiungere tanti altri traguardi importanti, solo il lavoro potrò però smussare ogni sfaccettatura negativa che purtroppo è ancora presente. Finalmente l’ennesimo tabù è stato sfatato, si torna a casa vincitori dal San Paolo, dove la vittoria mancava da diversi decenni, come dicono le statistiche, consapevoli che giocando con coerenza, coraggio e personalità altri ne cadranno. La gara del San Paolo ci ha consegnato una squadra che lotta ed è capace di soffrire quando necessita, ma è anche vero che avendo quei due lì davanti, l’inventiva è dietro l’angolo, nulla è scontato, la finalizzazione è pressoché a portata di mano. Al fianco di Lukaku bomber indiscusso, sta crescendo in modo esponenziale anche Lautaro, non dico eresie esponendomi nel giudizio che secondo me sarà molto più forte e completo del suo connazionale che l’ha preceduto, di cui non si sente né si avverte la mancanza. Unica nota negativa è l’esclusione dal big match di sabato sera contro l’Atalanta, dove mancheranno per squalifica, di Skriniar e Barella, grazie al comportamento cervellotico di un arbitro che quando vede il nerazzurro ha una tale avversione che non ha una logica. Doveri lunedì ha dispensato gialli a iosa, ma la cosa assurda che la maggior parte dei quali sono stati indirizzati alla nostra squadra, lasciando ai partenopei il dovere di commettere falli e usare comportamenti plateali, restando impuniti. Certo quando il fallo è brutto, oppure è causa di un comportamento plateale, è giusto che sia punito con il cartellino giallo, a norma di regolamento, ma deve essere razionalmente equanime il giudizio e per entrambe le squadre, cosa che il sig. Doveri non ha fatto. Di qui a fare cattivi pensieri che tutto sia pilotato, ce ne vuole, per carità, ma i presupposti ci sono tutti, e che la strada fosse stata spianata per altri. Noi siamo superiori e non vogliamo pensare a un artificio, però come ho sempre sostenuto a pensar male si fa peccato ma tal volta s’indovina. Ora testa all’ultima gara del girone di andata, di fronte avremo l’Atalanta che gioca a meraviglia e che almeno per chi come me ha dei ricordi bellissimi ed evoca una sontuosa vittoria ai danni degli orobici di qualche anno fa. E’ vero che non tutte le gare sono uguali, ma è anche vero che in taluni casi è importantissimo l’approccio alla gara, sperando che non ripetano i nostri consueti errori e chiudere con coraggio la gara portando a casa quello di cui abbiamo bisogno: la vittoria! Personalmente sarò presente sugli spalti a incitare a più non posso i nostri beniamini e come anni or sono spero che ci siano i presupposti per gioire ancora una volta. Sono però convinto di assistere a una bellissima e intensa gara!!! …..Amala!!!!                            

  Antonio Dibenedetto

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